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1 IL PICCOLO lunedì 3 giugno 2013 (Gli articoli della presente rassegna, dedicata esclusivamente ad argomenti di carattere economico e sindacale, sono scaricati dal sito internet del quotidiano. La Cgil Fvg declina ogni responsabilità per i loro contenuti) Indice articoli REGIONE (pag. 2) La Regione avvia il valzer degli uffici L Outlet Village conquista nuovi spazi Fedriga ribatte alle critiche della Cgil TRIESTE (pag. 4) «Ferriera, un retroporto dedicato alla logistica» GORIZIA-MONFALCONE (pag. 5) C è la draga, via ai lavori nel canale Est-Ovest «L Autorità unica un dietro-front per il nostro porto» Fiamme alla Allest di Mossa, danni ingenti

2 REGIONE La Regione avvia il valzer degli uffici di Roberto Urizio TRIESTE Lavori quasi ultimati in via Carducci, nel palazzo della Regione che fu anche la casa della giunta regionale ai tempi di Riccardo Illy. Le impalcature che invadevano il marciapiede della centralissima strada triestina sono state tolte e la facciata del palazzo è ora nuovamente visibile ai passanti; ci sono ancora piccoli interventi da concludere all interno ma la parte più consistente dell intervento è conclusa e presto gli operai dovrebbero lasciare l edificio. In quel palazzo, che secondo le valutazioni della Regione vale attorno ai 23 milioni di euro, ha trovato posto, come si diceva, la giunta regionale durante il governo di Riccardo Illy, fino alla conclusione dei lavori nella storica sede di piazza Unità; ora invece l edificio al numero civico 6 di via Carducci ospiterà le Direzioni che sono presenti in via Giulia 75/1, quelle legate agli assessorati all Ambiente, energia e montagna e alle Infrastrutture, lavori pubblici e pianificazione territoriale. I tempi dei lavori si sono leggermente allungati rispetto al previsto (la conclusione era stata immaginata per i primissimi mesi dell anno) ma non troppo, ora saranno da valutare i tempi del trasloco che potrebbero invece essere non troppo brevi. L esempio più recente non depone a favore della brevità degli spostamenti e riguarda la sede di via Milano 19, i cui lavori di ristrutturazione si sono di fatto conclusi alla fine del 2012 ma il trasloco della Direzione cultura, sport e relazioni internazionali e comunitarie non è ancora partito, tanto che quegli uffici, che troveranno casa nella vecchia sede della Corte dei Conti regionale, sono ancora stabilmente in via Udine 9. Di certo c è che, una volta completato il trasferimento delle Direzioni, anche la sede di via Giulia sarà interessata a lavori di ristrutturazione. Interventi che rientrano nel Piano delle sedi regionali di Trieste, approvato un anno fa dalla Giunta regionale, che prevede il passaggio da 21 a 13 edifici occupati dalla Regione nel capoluogo, con una progressiva eliminazione degli affitti, la valorizzazione degli immobili in proprietà e l'accorpamento dei settori amministrativi omogenei. Il Piano, che si concluderà secondo le previsioni nel 2017, coinvolgerà oltre dipendenti regionali. Alla fine del percorso, gli uffici si concentreranno in nove sedi principali di proprietà (piazza Oberdan 5 e 6, piazza Unità d'italia 1, corso Cavour 1, via Trento 2, via Carducci 6, via Milano 19, Riva Sauro 8, via Giulia 75/1, via Cantù 10, via Udine 9) a cui si aggiungeranno quattro immobili minori fra magazzini e autorimesse. Nel frattempo verranno risolti i contratti di affitto e saranno limitati i casi di convivenza con uffici che non siano della Regione. Si cercherà, laddove possibile, di accorpare Direzioni e uffici in base alle aree tematiche (cultura e sociale, tecnica e ambientale, economia e amministrazione gli ambiti individuati), cercando di sistemarli nello stesso edificio o comunque nella stessa zona della città. Il piano relativo alle sedi regionali della città di Trieste rientra a sua volta in un più ampio Piano di valorizzazione del patrimonio regionale e dei beni del demanio, previsto in sede di legge finanziaria 2011 con la possibilità, come poi si è verificato, di procedere a piani particolari per singole porzioni del territorio regionale con il coinvolgimento dei soggetti interessati come avvenuto per la decisione sugli spostamenti delle Direzioni a Trieste. In questo contesto la Regione ha proceduto anche ad inventariare il patrimonio immobiliare di sua proprietà; l aggiornamento dei valori patrimoniali dei beni della Regione ha riguardato complessivamente 222 beni immobili (palazzi, condomini, foreste, boschi, aziende agricole) il cui iniziale valore era pari a 281 milioni di euro. La rivalutazione ha portato a un apprezzamento considerevole di questi beni, portando il valore a oltre 713 milioni con una crescita superiore al 150%.

3 L Outlet Village conquista nuovi spazi di Elena Placitelli TRIESTE L Outlet Village di Palmanova è a un passo dall ampliamento. Se l Ikea di Villesse annuncia in novembre l avvio dei lavori, il Village si prepara a fare altrettanto, con un investimento di 50 milioni di euro da realizzare in due anni. Sono quasi 20mila i nuovi metri quadri commerciali contemplati nella super-delibera approvata dal Comune di Aiello. Di questi, oltre 15mila sono divisi tra i territori di Aiello (6.300) e Visco (9.100) e saranno destinati ad estendere l area commerciale adiacente all Outlet. In progetto una quarantina di nuovi negozi della Marangi immobiliare, la stessa proprietà dell Outlet, oltre a un area di servizi in cui potrebbero prendere posto una mega piscina, un centro benessere e un hotel. Qui si contano 100 posti di lavoro che andrebbero a sommarsi ai 600 impiegati già nell Outlet, (compreso l indotto). Gli altri nuovi metri commerciali completano invece il pacchetto di estensione nel comune di Bagnaria Arsa, nell area adiacente al Conforama. Le tre singole varianti dei rispettivi Comuni, già approvate in passato, erano rimaste congelate dalla Regione, che non aveva ritenuto sufficiente il sistema viario esistente. Aiello era stato così incaricato di recepire le osservazioni regionali e di presentare un progetto intercomunale di sviluppo delle comunicazioni stradali, adeguato all ampliamento commerciale. Lungo la direttrice ex Total, dal casello di Palmanova a Romans, sono stati progettate due rotatorie per defluire il traffico da Est, mentre la rotonda all ingresso dell Outlet sarà ampliata con un quarto braccio per i veicoli provenienti da Ovest. Discussa dai tre Comuni, dalla Provincia di Udine e dai funzionari regionali, ora la variante approvata da Aiello risulta dunque potenzialmente in grado di sbloccare anche l iter di Bagnaria e Visco, per far decollare definitivamente il progetto di ampliamento, in stand by da tre anni. Sempre che la nuova giunta regionale lo approvi. Solo con il sì della Regione, infatti, le varianti di Visco e Bagnaria torneranno in Consiglio per essere votate di nuovo. «Di fronte al continuo ampliamento dei grandi centri commerciali, anche le strutture della Bassa devono mantenere un appeal che altrimenti perderebbero - afferma il sindaco di Aiello, Roberto Festa -. Tutta la variante ha anche il merito di creare complessivamente dai 250 ai 350 nuovi posti di lavoro, includendo nei calcoli anche l indotto». Il sindaco di Visco, Elena Cecotti, mette in evidenza come «questa variante sia stata decisa trasversalmente da due Comuni di centrodestra (Visco e Aiello) e da uno di centrosinistra (Bagnaria) incontrando difficoltà che l Outlet di Noventa di Piave non si è mai immaginato, pur essendo già al terzo ampliamento». «Possiamo finalmente gioire di una decisione che aspettavamo da tempo» commenta il direttore dell Outlet, Maurizio Villa. Fedriga ribatte alle critiche della Cgil «La Lega non prende lezioni dalla Cgil». Così il deputato del Carroccio Massimiliano Fedriga replica alle accuse della Cgil pordenonese sulle presunte responsabilità della Lega Nord nell odierna crisi economica e di sistema. «Accuse - afferma Fedriga - che equivalgono a pure mistificazioni. Ma le bugie, come noto, hanno le gambe cortissime».

4 TRIESTE «Ferriera, un retroporto dedicato alla logistica» di Giulio Garau «Per risolvere il problema della Ferriera di Servola penso alla possibilità di realizzare in quell area nuove attività logistiche di retroporto». Secondo il ministro alle attività propduttive Flavio Zanonato, che ieri ha rappresentato il Governo alle celebrazioni del 2 giugno al Sacrario di Redipuglia, non ci sono altre strade per il futuro dell area siderurgica. «Abbiamo avviato un percorso con il governatore Debora Serracchiani e il sindaco di Trieste Roberto Cosolini che ho incontrato anche oggi - ha spiegato il ministro - la Ferriera fa parte del gruppo Lucchini e in un primo momento era previsto un decreto che prevedeva soltanto Piombino nel sistema delle aree di crisi complesse. Ora c è anche Trieste e si può intervenire anche per cose diverse dalla precedente attività produttiva in modo tale da continuare a utilizzare imprese e lavoratori in nuove attività per il futuro». Lo stesso governatore Serracchiani, a margine, sul nodo Ferriera ha confermato: «Il grosso problema ci è stato risolto, salvo sorprese il decreto dovrebbe passare, poi dovremo affrontare il resto delle questioni: infrastrutturazione, bonifiche e riqualificazione. Non è solo un problema di risorse, ma anche di priorità». Sempre sul tema della logistica il ministro Zanonato, facendo capire appoggiare la linea di Serracchiani che ha ribadito di voler puntare a «un unica Autorità portuale per il sistema dei porti» per sviluppare le potenzialità in questo settore della regione-cerniera con il Centro-Europa, ha confermato di voler seguire da vicino le nuove direttive giunte dalla Commissione europea dei trasporti. Una strategia che mette Trieste tra i 20 porti prioritari della Ue destinati a godere di una nuova politica di semplificazione burocratica e di autonomia finanziaria che permetteranno di aumentare traffici e liberare risorse finanziarie da destinare a nuove infrastutture. Una scelta della Ue per liberare i porti del Nord ornmai intasati e a rischio paralisi. «Il potenziamento delle infrastrutture dei porti, compreso quello di Trieste, fa parte della politica della Ue che noi condividiamo - ha spiegato Zanonato - perchè la logistica è una delle chiavi dello sviluppo economico. La realizzazione di tutta una serie di opere pubbliche, oltre a portare lavoro, renderà più efficienti i trasporti garantendo costi più bassi e soprattutto tempi più rapidi per i viaggi delle merci». Ma secondo il ministro non basterà questo, bisognerà pensare anche a risolvere il problema della lentezza delle procedure e della burocrazia: «Entro giugno presenterò un decreto di semplificazione burocratica - ha annunciato - ed è un punto di estrema importanza. Spesso si confonde questo tema con il fatto che non ci si voglia prendere delle responsabilità. C è un pezzo di burocrazia che si risolve semplificando le norme vecchie, un altro spostando la responsabilità dal pubblico al soggetto che vuole intervenire. Non si può arrivare a un punto in cui il pubblico autorizza una cosa che non controlla: serve un cambio culturale e di mentalità».

5 GORIZIA-MONFALCONE C è la draga, via ai lavori nel canale Est-Ovest di Giulio Garau Trovata la draga per l escavo del Canale Est-Ovest,anzi in realtà sono due, della ditta Colussi di Grado, ora manca soltanto l autorizzazione dell Autorità marittima: la documentazione è stata inviata a Trieste alla Capitaneria e il Consorzio per lo sviluppo industriale conta di ottenere l ordinanza entro la settimana. I lavori dovrebbero iniziare nella prima decade di giugno e concludersi entro il mese. Obiettivo dell intervento è un primo stralcio di lavori per togliere circa 2mila metri cubi di fanghi mettendo in sicurezza (per la navigazione) i punti critici, nel canale Peschiera di fronte al Villaggio del Pescatore e alla Polisportiva San Marco. In autunno il secondo lotto di scavi che dovrebbero essere completati asportando almeno 10 mila metri cubi di materiale costituito da accumuli di fango e detriti sul fondale portati dalle mareggiate e le libecciate dell inverno. Inizio d estate serena dunque per i centinaia e centinaia di diportisti che utilizzano il canale per raggiungere marina e ormeggi, ma anche per tutte le realtà della nautica e della cantieristica, da Nautec a Marina Lepanto sibno Tavoloni, Ocean, Cadei, Crackboat o altri, che potranno proseguire l attività evitando di vedere i clienti finire in secca, soprattutto quelli delle barche a vela che pescano sott acqua con le derive. Il rischio di andare in secca per alcune barche sta aumentando ogni giorno di più, la quota del fondale medio infatti va da 2,5 a 2,8 metri, ma quando c è la bassa marea le barche rischiano di incagliarsi. Con l intervento di dragaggio, che dovrebbe costare complessivamente 400 mila euro, il canale Est-Ovest dovrebbe raggiungere una profondità media che non andrà sotto i tre metri. Le draghe per compiere l opera in realtà sono più di due e appartengono alla ditta Colussi di Grado: la motobarca Grecale e la Galleggiante Moro. In caso di malfunzionamento, come riserva, saranno sostituite dalla Motobarca Sofia e la galleggiante Galea. Inizialmente il Consorzio si era rivolto alla ditta Opemar di Latisana che aveva già fatto lo scorso anno i lavori di manutenzione e dragaggio del canale Est-Ovest e che aveva utilizzato la motonave Maria Rosa. Un mezzo che quest anno non aveva i documenti in regola e dunque era stato giudicato inidoneo a fare l opera. Una corsa contro il tempo dunque per il Consorzio per lo sviluppo industriale di Monfalcone incaricato dalla regione di fare la manutenzione del canale che, tra le varie realtà, serve cantieri come la MonteCarlo Yachts. Inizialmente si dovevano togliere almeno 10 mila metri cubi di fanghi con varie soluzioni di smaltimento, ma la burocrazia che richiede iter più lunghi ha fatto optare per un primo intervento a giugno e uno successivo in autunno.

6 «L Autorità unica un dietro-front per il nostro porto» La presidente della Regione, Debora Serracchiani, ha preannunciato l intenzione di costituire un Autorità portuale unica, mettendo in discussione la legge regionale per Portorosega e San Giorgio di Nogaro. Come a dire: punto e a capo. Ma l ex sindaco Gianfranco Pizzolitto scende in campo per difendere la norma, che, pur da rivisitare, va mantenuta. Ha seguito passo a passo il processo di regionalizzazione dello scalo monfalconese. E, non senza provocazione, chiede: «Come reagiranno istituzioni, forze sociali ed il Pd che hanno condiviso le tesi contenute nel recente Libro bianco sul porto di Monfalcone, diametralmente opposte alle intenzioni della presidente Serracchiani? Quale sarà l atteggiamento del presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, che attraverso il Patto per lo sviluppo territoriale ha la possibilità di determinare un fronte di opinione coeso rispetto a questo problema emergente? E quanto a lungo è lecito ancora mantenere una situazione in cui un Comune monitora il porto, un altro l aeroporto e due, ciascuno per conto proprio, lo sviluppo del litorale?». Insomma, si torna all Autorità portuale unica. Eppure a volere per primo la norma regionale fu proprio la Giunta Illy: «Ad intuire la necessità di regionalizzare lo scalo non alterandone la classe di pertinenza (nazionale), era stato l assessore Ludovico Sonego che, facendo proprie le istanze territoriali, con l allora viceministro Cesare De Piccoli, aveva gettato le premesse affichè le competenze normatorie, concessorie e operative fossero trasferite alla Regione. Il processo è stato ripreso dall assessore Riccardo Riccardi (Giunta Tondo) e concretizzato con la stesura della legge. I porti della regione non ricadenti sotto l Autorità portuale sono amministrati dalla Regione. Il risultato mi pare tutt altro che banale a tal punto da auspicarne la difesa - sottolinea -, nonostante che la norma possa aver contribuito, ma è solo una concausa, a determinare l attuale situazione di stallo nel porto». Pizzolitto invita alla cautela: «Non è che con l acqua sporca si getta via anche il bambino?». La legge va certo riscritta, e urgentemente, ma la filosofia di base va mantenuta, osserva. In virtù della specialità regionale e di un faticoso percorso per il quale ora si fa marcia indietro riconsegnando i porti allo Stato. Parla di un «appiattimento dell attività portuale, ben sapendo che il coordinamento è necessario per ottimizzare le strutture (quelle macro), ma non è esaustivo rispetto all attrazione dei traffici che vanno là dove ci sono le condizioni migliori». Con l Autorità portuale unica, il punto di riferimento operativo diventa quello delle Opere marittime, «da cui si voleva appunto rifuggire». Per l ex sindaco la via è invece quella di riscrivere la norma evitando ambiguità fra le competenze di Stato e Regione e mantenendo la potestà amministrativa il più possibile in capo alla Regione. Propone inoltre un ruolo più dignitoso per il Comune, nel solco del «percorso federalista insito nella stessa legge portuale», e di trasformare il comitato consultivo in comitato portuale, con maggior coinvolgimento dei soggetti territoriali.

7 Fiamme alla Allest di Mossa, danni ingenti di Francesco Fain MOSSA Seicento sedie andate completamente distrutte. Così come un numero imprecisato di pannelli, pellicole, stoffe. Il tetto fortunatamente soltanto lambito dalle fiamme. Tutte le pareti del magazzino annerite. Sono gli effetti più visibili del violento incendio divampato nella zona industriale di Mossa, nella notte fra sabato e domenica. Ad essere colpito lo stabilimento della Allest, azienda che produce allestimenti fieristici ma anche tensostrutture per manifestazioni da organizzare all aperto. I vigili del fuoco si sono prodigati per oltre 14 ore per spegnere anche il più piccolo focolaio. Le cause? «In corso di accertamento, non ne escludiamo alcuna», fanno sapere i carabinieri, anche se si propende per il corto circuito. Non sono stati riscontrati segni di effrazione (peraltro l antifurto era stato regolarmente azionato) e, a quanto pare, un computer sarebbe rimasto acceso e potrebbe essere stato la causa del rogo. Per ora, soltanto un ipotesi che vigili del fuoco e carabinieri analizzeranno attentamente nelle prossime ore. Nell incendio non è rimasta fortunatamente coinvolta nessuna persona. Ad accorgersi delle fiamme una passante che ha visto levarsi dallo stabilimento sito in via Isonzo una densa colonna di fumo. Immediatamente ha dato l allarme: i vigili del fuoco sono subito accorsi a Mossa con tre mezzi. Pare che l incendio si sia originato nella zona degli uffici (dove appunto c era il computer acceso) con le fiamme che poi hanno divorato il vicino magazzino dove erano accatastate le sedie, oltre al materiale che viene utilizzato per la realizzazione degli allestimenti di manifestazioni fieristiche. Decisiva è stata la tempestività della segnalazione (va detto che quella strada non è particolarmente trafficata di notte) e, altrettanto, la velocità d intervento dei pompieri che hanno dovuto sfidare il fumo nerissimo che aveva invaso tutti i locali. Le fiamme hanno lambito anche il tetto ma i danni, in questo caso, sono stati davvero minimali. La struttura, per il resto, è rimasta intatta. Lo stabilimento della Allest confina con quello della Astrel, fabbrica del settore informatico che è emigrata già da parecchi anni a Mossa dalla zona industriale di Cormons: quest ultima fabbrica non è stata minimamente interessata all incendio.

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