Preliminare ai Piani di Gestione della Pesca Siciliana

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1 CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE ISTITUTO PER L AMBIENTE MARINO COSTIERO (IAMC) U.O.D. DI MAZARA DEL VALLO Via Luigi Vaccara, MAZARA DEL VALLO (TP) Italia Tel.: Segreteria / Fax: fabio.fiorentino@irma.pa.cnr.it P. IVA ID/TN/FF-FA-MS-AM-AM/12/1207/REL. 1/54 pp. Preliminare ai Piani di Gestione della Pesca Siciliana Documento redatto da Fabio Fiorentino (responsabile scientifico) in collaborazione con Franco Andaloro dell ICRAM, Massimo Spagnolo dell IREPA onlus, Antonio Mazzola del Centro Interdipartimentale per lo studio dell ecologia degli ambienti marini presso l Università di Palermo ed Antonio Manganaro del Dipartimento di Biologia Animale ed Ecologia Marina presso l Università di Messina. Mazara del Vallo - Dicembre 2007 Il presente documento è stato realizzato in ottemperanza alle Convenzioni stipulate dall Assessorato della Regione Siciliana della Cooperazione, del Commercio, dell Artigianato e Pesca, Dipartimento Pesca con il CNR-IAMC, l ICRAM, l IREPA onlus, il Centro Interdipartimentale per lo studio dell ecologia degli ambienti marini presso l Università di Palermo ed il Dipartimento di Biologia Animale ed ecologia marina presso l Università di Messina per l affidamento di un incarico relativo alla redazione dei piani di gestione da adottare nel quadro delle azioni previste dal Reg. (CE) 1967/2006, Reg. (CE) 2371/2002 e Reg. (CE) 1198/

2 Indice pag. Sintesi non specialistica 3 Premessa 4 Il contesto normativo nazionale, comunitario ed 6 internazionale in cui si sviluppano i Piani di Gestione Siciliani I piani di adeguamento, i piani di disarmo ed i 9 piani di gestione di interesse per la pesca siciliana Le attività di pesca e lo stato delle risorse di 11 interesse per la pesca siciliana Gli obietti gestionali individuati per i Piani di 33 Gestione siciliani Le misure gestionali proposte per i Piani di 34 Gestione siciliani Bibliografia 52 Ringraziamenti: Questo documento è stato preparato avvalendosi della fattiva collaborazione di Salvatore Mazzola, responsabile della UO di Mazara del Vallo e dei numerosi Colleghi delle sedi dell Istituto per l Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Mazara del Vallo (TP), di Messina di Castellammare (TP) e di Capo Granitola (TP) che afferiscono alla Commessa CNR Studio dei processi ecologici in ambiente marino finalizzato alla conservazione ed alla gestione sostenibile delle risorse viventi con responsabile Fabio Badalamenti. 2

3 Sintesi non specialistica La necessità di riequilibrare l eccessivo sforzo di pesca alle capacità produttive delle risorse rappresenta un presupposto necessario per far uscire la pesca siciliana dalle condizioni di crisi in cui versa da qualche anno. Tale condizione di crisi, aggravata dal caro gasolio e dalla globalizzazione, implica disagi sociali divenuti ormai insostenibili. La programmazione di una nuova fase di sviluppo delle attività di pesca in Sicilia passa attraverso l identificazione di obiettivi chiari di sostenibilità biologica, economica e sociale di medio-lungo periodo e di misure idonee alla realizzazione di tali obiettivi. Sulla base di tali presupposti la Regione Siciliana, in accordo con la strategia contenuta nel Programma Operativo Nazionale ai sensi del Reg. (CE) 1198/06 (FEP) si è attivata per la realizzazione di Piani di adeguamento e Piani di gestione delle flottiglie da pesca siciliane. Per quanto di interesse della flotta siciliana sono stati individuati quattro Piani: il Piano di adeguamento per la flotta a strascico operante lungo i litorali siciliani di dimensioni inferiori ai 20 metri fuori tutto (tutti i litorali); il Piano di adeguamento per la flotta a strascico operante nello Stretto di Sicilia di dimensioni superiori ai 20 metri fuori tutto; il Piano di adeguamento per la pesca con reti a circuizione e/o a volante (tutti i litorali) ed il Piano di adeguamento per la flotta abilitata alla pesca con altri sistemi (tutti i litorali). Gli obiettivi di sostenibilità che ispirano l insieme delle misure e dei meccanismi di gestione delle attività di pesca proposti nei singoli Piani di Gestione sono: conservazione delle capacità di rinnovo delle specie bersaglio; riduzione della cattura di individui sottomisura e dello scarto di specie non commerciali; riduzione della cattura accidentale delle specie protette; protezione degli habitat essenziali e sensibili; raggiungimento di un equilibrio economico stabile nel tempo in relazione agli obiettivi di sostenibilità ambientale previsti; salvaguardia dell equilibrio occupazionale di lungo periodo e raggiungimento di un equilibrio di sostenibilità sociale in relazione agli obiettivi di sostenibilità ambientale. In questo documento, che costituisce un preliminare necessario alla concertazione tra Amministrazione, operatori della pesca e ricerca scientifica, alla stesura, all approvazione ed all adozione dei Piani, vengono sintetizzate le informazioni sulla consistenza e sulle caratteristiche delle flottiglie da pesca e le attuali conoscenze sullo stato di sfruttamento delle principali risorse di interesse per la pesca siciliana. Tali informazioni costituiscono le premesse essenziali per una corretta programmazione e regolamentazione delle attività di pesca negli anni a venire. Il quadro dello stato delle risorse pescate che emerge dall analisi delle informazioni disponibili indica una chiara situazione di sovrasfruttamento per l insieme delle risorse demersali catturate dallo strascico e dalla pesca 3

4 artigianale, sebbene esistano segnali di recupero per le risorse costiere della GSA 16 (Stretto di Sicilia). Evidenze di un progressivo deterioramento risultano per le risorse demersali del largo tradizionalmente sfruttate dalla pesca mediterranea di Mazara del Vallo e per quelle del litorale tirrenico ricadente nella GSA 10. Le misure per migliorare le condizioni attuali di sfruttamento, articolate nella riduzione della capacità della flotta (arresto definitivo), nel controllo dell attività di pesca (arresto temporaneo e contingentamento delle giornate di pesca), nel miglioramento della selettività degli attrezzi e nella realizzazione di zone di tutela biologica, hanno il duplice obiettivo di migliorare la resa economica delle imbarcazioni a strascico e di consentire una nuova fase di sviluppo per la pesca artigianale. Per quanto riguarda lo stato delle risorse dei piccoli pelagici (acciughe e sardine) è evidente una progressiva diminuzione dell abbondanza dello stock di sardina nello Stretto di Sicilia (GSA 16) e nel Tirreno siciliano (GSA 10). Tale situazione suggerisce di contenere il prelievo del novellame di sardina (neonata) attraverso specifiche misure di limitazioni dello sforzo, dei tempi, delle aree e delle attrezzature impiegate nell ottica di una gestione precauzionale delle attività di pesca. Se l uso delle reti a circuizione per la pesca dei piccoli pelagici non desta particolare preoccupazione, l informazione disponibile sulla pesca con le reti volanti in alcune aree della GSA 16 mostra un incremento dello sforzo di pesca ed elevati livelli di scarto. Sebbene l arresto temporaneo dell attività di pesca finalizzato alla protezione dei giovanili possa essere utile per migliorare lo stato degli stocks, è necessario approfondire la valutazione dell impatto di tale pesca sulle risorse per elaborare più attente misure gestionali. Premessa L attività di pesca rappresenta un importante realtà produttiva in Sicilia, per le implicazioni sia di ordine sociale che economico. La pesca siciliana, infatti, risulta articolata in imprese che praticano una pesca industriale, certamente la più consistente del Mediterraneo, ed in una vasta platea di piccole imprese artigianali. Le prime sono caratterizzate da dimensioni unitarie medie elevate ed operano sia in acque internazionali, entro gli stretti che fuori dagli stretti. Le seconde, di più modeste dimensioni, rappresentano, un segmento produttivo profondamente radicato nel tessuto sociale siciliano e, tradizionalmente, di grande efficienza. Al primo segmento sono riconducibili le imbarcazioni abilitate allo strascico mediterraneo ed oceanico, mentre le seconde presentano un ampia varietà di attrezzature autorizzate alla pesca locale, costiera e ravvicinata. Nel corso degli ultimi 30/40 anni la flotta da pesca siciliana è stata 4

5 caratterizzata da un intenso e progressivo sviluppo dello sforzo di pesca la cui intensità è risultata strettamente correlata sia con il positivo andamento dei risultati economici che con i sussidi pubblici a sostegno del settore. Da alcuni anni, tuttavia, tale crescita ha determinato condizioni di squilibrio rispetto alla produttività delle risorse biologiche disponibili ed ha prodotto una crisi economica del settore, ulteriormente aggravata dalla recente evoluzione dei prezzi del carburante. L attuale situazione di emergenza in cui versa la pesca siciliana presenta connotazioni che non sono più di ordine congiunturale, come poteva ritenersi negli anni addietro, ma di ordine strutturale e quindi di lungo periodo. In sostanza, la pesca siciliana nel suo insieme, richiede l adozione di un programma di adeguamento dello sforzo di pesca di grande respiro che, attraverso la riduzione della capacità e dell attività di pesca e l adozione di altre misure gestionali, possa garantire, da un lato il rientro delle modalità di pesca entro condizioni di sostenibilità biologica, dall altro il ripristino di adeguate condizioni economiche per le imprese e di reddito per gli addetti. Va, in ogni caso, rilevato che già nel corso del periodo 2000/2006 di programmazione dei fondi strutturali, la flotta siciliana è stata oggetto di una consistente riduzione della capacità di pesca attraverso la richiesta di contributi per arresto definitivo, tale da far registrare una riduzione del 22% della capacità iscritta presso i compartimenti dell Isola. E da precisare che tale riduzione non tiene conto del fenomeno negativo del reinserimento nei compartimenti marittimi siciliani di unità da pesca provenienti da altri compartimenti marittimi nazionali, quali acquisti in sostituzione di naviglio siciliano oggetto di demolizione. I riflessi della crisi che caratterizza lo stato delle risorse, in particolare lungo la fascia costiera, ha avuto un ulteriore conseguenza in termini di riduzione dell attività di pesca. Infatti, nel periodo 2000/2006, i giorni di pesca complessivi hanno subito una riduzione del 21%. La riduzione dello sforzo di pesca finora attuata, tuttavia, non è stata sufficiente a modificare la sostanziale situazione di sovrasfruttamento degli stock ittici interessati dalla pesca siciliana, se non nel caso di risorse a ciclo vitale accelerato, come le triglie, e di alcune aree caratterizzate da una elevata produttività naturale, come lo Stretto di Sicilia. E, inoltre, da più parti segnalata una disattenzione nei confronti delle regole ed una riduzione dell intensità dei controlli che hanno portato ad un ulteriore impatto dello sforzo di pesca, sia di quello esercitato dai pescatori professionisti che di quelli ricreativi e sportivi. L esigenza di programmare il rientro delle modalità di pesca delle marinerie siciliane entro condizioni di sostenibilità bio-economica ha spinto l Amministrazione, d accordo con gli operatori del settore, ad affidare alla sede di Mazara del Vallo dell Istituto per l Ambiente marino costiero (IAMC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) la redazione dei Piani di Gestione (PdG) 5

6 per le marinerie siciliane. Tali piani, alla cui redazione partecipano l ICRAM con le sue sedi di Palermo e di Milazzo, l IREPA onlus di Salerno, il Centro Interdipartimentale per lo studio dell ecologia degli ambienti marini presso l Università di Palermo ed il Dipartimento di Biologia Animale ed Ecologia Marina presso l Università di Messina, saranno presentati a marzo del 2008 per le opportune modifiche ed integrazioni da parte dell Amministrazione e degli operatori del settore. Il presente documento costituisce il preliminare dei PdG già individuati nell ambito del PO nazionale per le flotte che interessano la Sicilia. Nel documento è presentato il contesto normativo entro cui sono inquadrati i PdG, sono delineate le principali problematiche della sostenibilità di medio-lungo periodo dei processi di cattura in relazione alle potenzialità produttive delle risorse, vengono proposti gli obiettivi bio-economici alla base dei singoli PdG ed una preliminare discussione relativamente alle misure di gestione ritenute idonee per garantire la sostenibilità della pesca. Tale documento vuole fornire all Amministrazione una base di discussione per consentire un efficace processo di concertazione con gli operatori della pesca in merito alla redazione definitiva, all adozione ed al funzionamento dei PdG. Il contesto normativo nazionale, comunitario ed internazionale in cui si sviluppano i PdG Siciliani Sulla base delle considerazioni esposte in premessa è evidente la necessità di procedere in direzione di una importante riorganizzazione del settore ittico siciliano, attraverso una forte azione di recupero delle risorse da un lato e di compensazione socio economica basata su una strategia di sostegno ai redditi dall altro. La prima richiede la predisposizione di idonei piani di adeguamento dello sforzo di pesca che prevedano la riduzione della capacità di pesca contestualmente alla adozione di Piani di gestione, nel cui ambito provvedere alla ridefinizione delle regole ed alla individuazione delle misure di sostegno in favore degli operatori. Tali Piani di adeguamento, disarmo e di gestione dovranno interessare i segmenti della flotta così come previsto dal Programma Operativo nazionale del Fondo Europeo per la Pesca (FEP). Tuttavia, è anche necessario provvedere ad una riorganizzazione dei segmenti produttivi della flottiglia artigianale attraverso l adozione di piani di gestione locali, finalizzati allo sviluppo dei mestieri di pesca che operano nella fascia costiera in cui sono proibite la pesca a strascico e la circuizione, i cui obiettivi siano coerenti con la strategia di salvaguardia e tutela delle risorse. Tali PdG locali, che regoleranno la pesca in aree omogenee per caratteristiche alieutiche, costituiranno un occasione per la riorganizzazione della pesca costiera locale sulla base di una progressiva autogestione da parte degli stessi operatori locali, valorizzando il patrimonio di cultura e di tradizioni degli operatori della pesca artigianale siciliana. Sulla base dei presupposti sopra esposti la Regione Siciliana, condividendo gli 6

7 orientamenti della nuova programmazione di cui al programma operativo FEP, ed in particolare, la predisposizione dei Piani di adeguamento e dei Piani di gestione di interesse per la Regione Siciliana, intende attivarsi per la definizione di tali Piani e, nell ambito delle proprie competenze esclusive, procedere alla programmazione ed attuazione di una strategia diretta alla attuazione dei Piani di gestione locale secondo le forme e le modalità previste dal Reg. (CE) 1198/06 (FEP). Ciò implica il perseguimento dei seguenti obiettivi specifici: 1. Adeguare la flotta alle reali capacità di sfruttamento sostenibile delle risorse biologiche; 2. Migliorare l efficienza delle strutture produttive in mare e razionalizzare lo sfruttamento delle risorse alieutiche, al fine di migliorare la dimensione ambientale; 3. Migliorare le condizioni operative e reddituali degli operatori del settore ittico attraverso attività volte a favorire la riconversione, la valorizzazione dei prodotti ittici e l integrazione produttiva nonché promuovere la diversificazione delle pratiche di pesca. In sintesi, la Regione Sicilia da un lato si candida alla predisposizione e realizzazione dei Piani nazionali individuati dal Programma Operativo del FEP, e dall altro alla predisposizione di un programma di intervento che dia risposte alle esigenze di razionalizzazione della pesca locale, attraverso i Piani di gestione locali. Si tratta di un percorso articolato e non privo di difficoltà, sia di natura biologica, che sociale, economica ed istituzionale, cui occorre aggiungere una intrinseca complessità derivante dall articolato del regolamento comunitario che, in molti casi, risulta di difficile applicazione. Ad oggi esistono, infatti, almeno tre regolamenti comunitari che prevedono la possibilità per gli Stati membri di dotarsi di Piani di Gestione, ed esistono almeno quattro tipologie diverse di Piani di Gestione. I regolamenti in questione sono i seguenti: 1. Reg. (CE) 2371/02 in materia di conservazione e sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nell ambito della politica comune della pesca. 2. Reg. (CE) 1198/06 relativo al Fondo Europeo per la pesca 3. Reg. (CE) 1967/06 relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel Mar Mediterraneo. Il primo regolamento introduce i Piani di ricostituzione delle attività di pesca, (Art.5) ed i Piani di gestione diretti al mantenimento degli stock entro limiti biologici di sicurezza per le attività di pesca (Art.6). La procedura di 7

8 approvazione di tali Piani richiede l esame da parte del Comitato Tecnico Scientifico ed Economico (STECF) della Commissione Europea e l approvazione da parte del Consiglio dei Ministri europeo. La complessità procedurale di tali Piani ne ha sconsigliato l introduzione ai fini della programmazione del FEP. Il secondo regolamento introduce una molteplicità di Piani. Se da un lato richiama i Piani già individuati dal precedente regolamento, dall altro introduce i Piani di gestione adottati a livello nazionale nel contesto delle misure comunitarie di conservazione per il sostegno finanziario al settore in caso di attivazione della misura di arresto temporaneo delle attività di pesca. (art.24) ed i Piani di gestione locale che siano in grado di contribuire in modo sostenibile ad una migliore gestione o conservazione delle risorse (art. 37 e 41). Il terzo regolamento introduce, a sua volta, i Piani di gestione nazionali (Art.19) e comunitari (Art.18), in funzione della estensione territoriale dell area coperta dal Piano ed i Piani di gestione per le pesche speciali, come il caso del novellame di sardina (neonata) e del rossetto, per le quali sia richiesta una specifica deroga. Alla diversa tipologia di Piani di gestione attualmente previsti dai tre regolamenti citati, va poi aggiunta la articolazione procedurale che ne rende complessa la predisposizione e realizzazione. I Piani di gestione nazionali di cui all art. 24 del FEP, infatti, che costituiscono la struttura portante della strategia di conservazione consentita ed adottata dal programma operativo italiano, non possono rientrare nei Piani di adeguamento dello stesso regolamento. Solo i Piani di cui al Reg. (CE) 2371/02 sono ammessi ai fini del Piano di adeguamento previsto dal FEP. Ciò implica che i Piani di gestione nazionale possono essere solo associati con i Piani di adeguamento, dunque separati da questi, pur costituendo lo strumento di base, all interno del quale contribuire alla strategia di conservazione delle risorse previste dalla Politica Comune della Pesca (PCP). Si tratta, come è evidente, di una incoerenza del regolamento cui occorre trovare riparo. Ciò sarà fatto attraverso la preliminare definizione dei piani di gestione, al cui interno, troverà definizione e quantificazione la previsione di arresto definitivo della flotta compatibile con un effettivo riequilibrio della pesca alle potenzialità produttive delle risorse e, dunque, del previsto Piano di adeguamento dello sforzo di pesca in relazione a ciascuno dei segmenti produttivi previsti. A partire da questi passaggi preliminari e di grande rilievo programmatico, sarà predisposta la strategia di sostegno socio/economico per gli operatori che dalla attuazione dei piani di gestione potranno essere danneggiati. In tal senso, si procederà alla quantificazione del danno ed alla individuazione del più idoneo regime d intervento. 8

9 Quanto ai Piani di gestione locale previsti dal FEP, che rientrano senza dubbio nella sfera esclusiva delle competenze regionali, è del tutto evidente che essi rispondono ad esigenze di conservazione delle risorse, ma hanno risvolti di natura sociale ed economica di analoga importanza. In particolare, essi sono diretti alla delimitazione di aree di sfruttamento condivise da soggetti associati, responsabili per l introduzione ed attuazione di piani locali a loro volta caratterizzati da regole di sfruttamento condivise e che possono andare oltre le misure previste dal Reg. (CE) 1967/2006 per il Mediterraneo. E dunque evidente la necessità di operare scelte di metodo, oltre che di contenuto, quanto alla predisposizione dei Piani di gestione relativi alla conservazione delle risorse ittiche oggetto di sfruttamento da parte della flotta siciliana. Di seguito viene presentata una analisi dei meccanismi e delle procedure sottostanti la attuazione della strategia di intervento proposta. I Piani di adeguamento, i piani di disarmo d i piani di gestione di interesse per la pesca siciliana Per quanto sopra detto, il Reg. (CE) 1189/06 (FEP) prevede la predisposizione di Piani di adeguamento dello sforzo di pesca al cui interno trovano collocazione uno o più Piani di disarmo, oltre, eventualmente ai Piani di gestione di cui agli art. 5 e 6 del Reg. (CE) 2371/02. Tuttavia, il Programma Operativo italiano non prevede, al momento, la predisposizione di questa ultima tipologia di Piani. Il Programma Operativo ha, infatti, optato per la predisposizione di Piani di adeguamento in funzione delle risorse oggetto di sfruttamento, delle aree e dei sistemi di pesca. Per quanto di interesse per la flotta siciliana ciò implica la predisposizione dei seguenti Piani: 1) Piano di adeguamento per la flotta a strascico operante lungo i litorali siciliani di dimensioni inferiori ai 20 metri fuori tutto. 2) Piano di adeguamento per la flotta a strascico operante nello Stretto di Sicilia di dimensioni superiori ai 20 metri fuori tutto. 3) Piano di adeguamento per la pesca con reti a circuizione e/o a volante. 4) Piano di adeguamento per la flotta abilitata alla pesca con altri sistemi. Ogni Piano di adeguamento prevede la esecuzione di uno o più Piani di disarmo, 9

10 mediante i quali si procederà alla riduzione del segmento della flotta interessata. Il tasso previsto di riduzione della flotta è calcolato in base alle stime ricavate dalla valutazione sullo stato delle risorse biologiche. Laddove le stime per il calcolo dell arresto definitivo non siano disponibili a causa dell assenza di valutazioni dello stato di sfruttamento degli stock sarà adottato il principio precauzionale. Ciascun piano di adeguamento, in aggiunta ai singoli piani di disarmo, prevede l utilizzazione delle altre misure in esecuzione degli articoli 21 e 22 del FEP. Ciascun piano di adeguamento programmato, che prevede una graduale riduzione dello sforzo di pesca, sarà associato con un Piano di gestione adottato nel contesto delle misure comunitarie di conservazione ai sensi dell art.24, par.1, let.v). In ogni caso, coerentemente con i principi della PCP, in sede di attuazione del programma 2007/2013, laddove possibile, le diverse misure previste dall asse 1 del FEP, in particolare quelle inerenti la sostituzione degli attrezzi, saranno utilizzate in modo sinergico con le esigenze di conservazione, tecniche e socioeconomiche necessarie per la realizzazione dei Piani di gestione di cui al Regolamento (CE) 1967/06, in particolare di quelli previsti dagli articoli 18 e 19. Nel caso specifico della pesca siciliana, che produce una parte cospicua del prodotto complessivo nazionale, le misure gestionali devono confrontarsi con una estrema eterogeneità di pratiche di pesca (strascico, circuizione, attrezzi fissi e derivanti) e distanze dalla costa in cui la pesca è esercitata (pesca costiera locale fino a 6-12 miglia dalla costa, costiera ravvicinata fino a miglia dalla costa e mediterranea senza limiti di distanza dalla costa), cui sono associate problematiche differenti e, talvolta, interessi contrastanti. Tale eterogeneità è inoltre fortemente influenzata dalla presenza di tre litorali (tirrenico, ionico e Stretto di Sicilia) con caratteristiche ambientali e di potenzialità alieutiche molto differenti. Secondo le più recenti indicazioni della Commissione Generale per la Pesca del Mediterraneo (CGPM), i mari che circondano la Sicilia vanno distinti, da un punto di vista gestionale, in 8 differenti sub aree geografiche (GSA) (Fig. 1). E da considerare che l attuale configurazione delle GSA necessita di una ridefinizione dei confini sulla base di motivazioni ecologiche e gestionali, come è stato di recente messo in evidenza dagli studi condotti nell ambito del programma internazionale MEDSUDMED, promosso dalla FAO e supportato dal Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaf). In tale contesto è opportuno segnalare l incongruenza dell inserimento dei litorali siciliani tirrenico e ionico nelle GSA 10 e 19 che includono i litorali continentali caratterizzati da fisionomie di pesca, risorse e competenze gestionali differenti. 10

11 Figura 1 - Le sub aree geografiche identificate ai fini della gestione della pesca nei mari attorno la Sicilia (da FAO, 2000). Le attività di pesca e lo stato delle risorse di interesse per la pesca siciliana Sono di seguito riportate le principali informazioni sulle attività di pesca e sullo stato di sfruttamento delle principali risorse su cui pescano le flottiglie siciliane rilevanti ad individuare misure e meccanismi gestionali idonei a far rientrare le attuali modalità di pesca entro livelli di sostenibilità bio-economica. La produzione della pesca siciliana Se si considerano i dati relativi alla produzione della pesca commerciale dell insieme delle flottiglie iscritte nei compartimenti siciliani del 2006, pari a tonnellate, si registra una lieve flessione delle catture rispetto al 2003, pari a tonnellate. Se si analizza la produzione per GSA, aggregati tassonomici e sistemi di pesca risulta che le flottiglie che operano nel versante meridionale (Stretto di Sicilia), dove è presente la maggiore concentrazione di capacità di pesca a strascico del Mediterraneo, forniscono circa il 60% della cattura complessiva della pesca 11

12 siciliana (circa t), di cui una frazione molto rilevante è dovuta a crostacei pregiati (gamberi rosa, gamberi rossi e scampi) (fig.2). E importante ricordare che nell area agiscono due tipologie di pesca a strascico molto differenti per modalità operative e specie bersaglio. La pesca alturiera di Mazara del Vallo, che opera con bordate di giorni in tutte le GSA presenti nello Stretto, pesca soprattutto crostacei pregiati profondi (gamberi rosa, rossi e scampi) e triglia di scoglio e congela a bordo la maggior parte della produzione Strascico Circuizione Piccola pesca Polivalenti passivi Palangari Teleostei Selaci Cefalopodi Crostacei Figura 2 - Ripartizione della produzione totale per mestiere di pesca del litorale dello Stretto di Sicilia. La circuizione include anche le volanti di base a Sciacca (da dati IREPA relativi al produzione totale tonnellate). La pesca a strascico costiera, con bordate di 1-2 giorni, interessa tutte le marinerie della costa meridionale siciliana con la tipica configurazione dello strascico multispecifico del Mediterraneo. Questa tipologia di strascico opera sui fondi di piattaforma e di scarpata continentale della GSA 16, in cui ricadono le acque territoriali siciliane e nella porzione della GSA 15 esterna alla Maltese Management Fishing Zone (MMFZ- 25 miglia attorno le isole maltesi). Nel versante meridionale un altra attività di pesca rilevante è quelle svolta con le reti da circuizione e con le reti da traino volanti deputate alla pesca dei piccoli pelagici (acciughe e sardine), che utilizza soprattutto Sciacca (AG) come porto base. Il versante tirrenico (circa t) e quello ionico (circa t), sono caratterizzati da una fisionomia di pesca basata sulla pesca artigianale (imbarcazioni aventi lunghezza inferiore ai 12 m e comunque stazza lorda inferiore a 10 TSL e 15 GT che operano all interno delle 6-12 miglia dalla costa) e sulle polivalenti passive (reti da posta, reti derivanti, palangari, lenze, nasse, lenze ed arpioni). In entrambi i litorali, che contribuiscono con circa il 20% 12

13 ognuno alla produzione siciliana, le catture maggiori sono costituite da pesci ossei. In tali aree la pesca ai piccoli pelagici è basata sulla circuizione ed in pochi casi (golfo di Catania) sul tradizionale metodo della tratta, mentre per quanto riguarda lo strascico le modalità di pesca sono assimilabili a quelle della pesca costiera e ravvicinata operante nello Stretto di Sicilia Strascico Circuizione Piccola pesca Polivalenti passivi Palangari Teleostei Selaci Cefalopodi Crostacei Figura 3 Ripartizione della produzione totale per mestiere di pesca del litorale ionico (da dati IREPA relativi al 2006 produzione totale tonnellate) Strascico Circuizione Piccola pesca Polivalenti Polivalenti passivi Palangari Teleostei Selaci Cefalopodi Crostacei Figura 4 - Ripartizione della produzione totale per sistema di pesca del litorale tirrenico (da dati IREPA relativi al produzione totale tonnellate). 13

14 La capacità delle flottiglie siciliane E evidente che la politica di riduzione della capacità della flotta rappresenta, insieme all applicazione delle misure di regolazione dei processi di cattura, un elemento importante per ricondurre le attività di pesca verso condizioni di maggiore sostenibilità. Tabella 1 - Capacità della flotta peschereccia siciliana al 31/12/2006 (fonte IREPA). Aree GSA N. % GT % kw % Sicilia meridionale 16 1, , , Sicilia settentrionale 10 1, , , Sicilia orientale , , totale 3, , , Tabella 2 - Ripartizione in sistemi di pesca e classi di lunghezza della flotta peschereccia siciliana al 31/12/2006 (fonte IREPA). classi di LFT Sicilia meridionale Strascico GSA 16 LFT>20 m Strascico altro Circuizione e volante* Tonno rosso Altro Totale LFT < LFT =>12 < LFT =>18< LFT =>24< LFT> totale Sicilia settentrionale LFT < LFT =>12 < LFT =>18< LFT =>24< LFT> totale Sicilia orientale LFT < LFT =>12 < LFT =>18< LFT =>24< LFT> totale Sicilia LFT < LFT =>12 < LFT =>18< LFT =>24< LFT> Totale

15 Al la flotta peschereccia siciliana è costituita da 3335 natanti per complessive GT e KW di potenza. In termini numerici, circa l 80% delle imbarcazioni è pressoché equiripartito nel litorale tirrenico (GSA 10) e nello Stretto di Sicilia (GSA 16), mentre circa il 60 % della flotta in termini di tonnellaggio e potenza motrice è concentrata nello Stretto di Sicilia (tab. 1). La profonda differenza nelle tipologie di pesca fra le diverse GSA siciliane è evidente dall analisi della tabella 2. Per quel che concerne la combinazione sistema di pesca/dimensione di imbarcazione si nota come le strascicanti ed i ciancioli di maggiore dimensione siano concentrati nel litorale meridionale. Le imbarcazioni al di sotto dei 12 m di lft che utilizzano gli altri sistemi di pesca risultano, invece, numerose lungo il litorale tirrenico, a conferma della forte artigianalità della pesca della GSA 10. Per tale tipologia di pesca il continuo processo di adattamento degli operatori alle variabili condizioni delle risorse e dei fondali non rende possibile una gestione delle risorse centrata su misure a carattere generale. Al contrario, a partire dalla combinazione fra la struttura della flotta e delle risorse, è possibile individuare aree di gestione omogenee che consentono la adozione di misure di gestione attente alle specificità locali. Fig. 5 Ripartizione degli attrezzi presenti nelle licenze delle imbarcazioni della pesca artigianale siciliana (fonte ICRAM). 15

16 Tabella 3 - Variazione della capacità della flotta da pesca siciliana per sistemi di pesca tra il 2004 ed il 2006 (fonte Irepa). Segmenti N. Gt kw Sicilia meridionale Strascico GSA 16 LFT>20 m ,457 32,661 25,959 86,023 92,886 76,104 Strascico altro ,093 6,081 6,082 36,015 35,225 35,490 Circuizione e volante* ,220 1,250 2,351 7,859 7,099 9,941 Tonno rosso ,620 3,620 3,620 11,261 11,261 11,261 Altro ,634 3,099 2,910 29,906 28,252 27,593 Totale Sicilia meridionale 1,484 1,466 1,417 44,024 46,711 40, , , ,389 Sicilia settentrionale Strascico altro ,421 2,651 6,196 17,829 13,437 21,583 Circuizione e volante* , ,561 4,767 5,119 Tonno rosso ,838 1,838 1,838 Altro 1,252 1,147 1,184 4,303 3,910 3,861 42,524 38,439 40,067 Totale Sicilia settentrionale 1,381 1,263 1,329 10,258 7,948 11,534 67,753 58,481 68,607 Sicilia orientale Strascico altro ,756 4,911 5,105 Circuizione e volante* ,750 3,397 2,160 Tonno rosso ,238 1,238 1,238 4,370 4,370 4,370 Altro ,109 6,014 5,271 45,190 45,123 38,808 Totale Sicilia orientale ,702 8,490 7,686 58,065 57,801 50,443 Strascico GSA 16 LFT>20 m ,457 32,661 25,959 86,023 92,886 76,104 Strascico altro ,445 9,466 13,108 59,599 53,573 62,178 Circuizione e volante* ,679 2,642 3,676 16,170 15,262 17,220 Tonno rosso ,357 5,357 5,357 17,469 17,469 17,469 Altro 2,734 2,648 2,579 14,046 13,023 12, , , ,467 Totale litorali siciliani 3,514 3,411 3,335 62,984 63,149 60, , , ,438 L eterogeneità della pesca artigianale in termini di attrezzi usati e risorse pescate è illustrata in figura 5. L importanza della pesca ai medi e grandi pelagici nei compartimenti del litorale tirrenico compresi tra Palermo e Messina ed in quelli ionici da Messina a Siracusa è evidenziata dalla presenza in licenza della ferrettara e della piccola circuizione. 16

17 La recente evoluzione della consistenza della flotta da pesca siciliana, nel triennio , mostra nel complesso una riduzione della capacità, con l eccezione delle imbarcazioni lungo il litorale tirrenico in cui si è verificato un aumento del tonnellaggio e della potenza motrice (tab. 3). Lo stato di invecchiamento delle navi da pesca è un indicatore particolarmente significativo sia per consentire una valutazione complessiva dell efficienza della flotta, sia perché, dall incrocio dei dati per sistema con quelli per età è possibile evincere le tendenze imprenditoriali, la redditività dei vari sistemi ed, in misura indiretta, il livello delle risorse oggetto di sfruttamento. Lo stato di vetustà della flotta risulta evidente considerando che le unità superiori a 30 anni superano il 43% mentre quelle tra anni rappresentano circa il 25% dell intera flotta regionale. Per quanto concerne il secondo aspetto si rileva che la flotta più recente, e di conseguenza in grado di esprimere una forte dinamicità imprenditoriale oltre che l esistenza di condizioni di sfruttamento redditizie, è quella dei Compartimenti Marittimi di Milazzo, Palermo, Catania e Mazara del Vallo. Tabella 4 Età media della flotta da pesca siciliana per litorale e tipologia di pesca. Strascico GSA 16 LFT>20 m Strascico altro Circuizione e volante* Tonno rosso Altro Totale Sicilia meridionale Sicilia settentrionale Sicilia orientale La stessa analisi, se applicata ai sistemi di pesca, mostra che la flotta più recente in assoluto è quella impegnata nell utilizzo dei palangari e degli attrezzi da posta. Le unità a strascico e posta esprimono valori superiori alla media nazionale. Nel complesso, tuttavia, la flotta presenta un eccessivo stato di invecchiamento. Infatti, oltre il 68% delle imbarcazioni risulta avere un età superiore ai 20 anni, mentre circa il 24% ha un età compresa fra gli 11 ed i 20 anni e solo il rimanente poco più del 8% ha un età inferiore ai 10 anni. 17

18 Lo stato delle risorse da pesca di interesse per la pesca siciliana Le risorse demersali La letteratura scientifica che ha valutato, negli anni scorsi e di recente, con modelli di dinamica di popolazione, le modalità di sfruttamento delle principali risorse demersali siciliane rispetto alle potenzialità produttive di lungo termine, ha mostrato situazioni complessivamente distanti dalla sostenibilità, sia in termini di mortalità da pesca che in termini di taglie di prima cattura (cfr. Fiorentino et al., 2005). Tale situazione di sovrappesca, più o meno grave a seconda delle specie, era stata diagnosticata sin dai primi anni ottanta. Levi e Andreoli (1989) hanno valutato la sostenibilità delle attività di pesca demersale nello Stretto di Sicilia e nelle aree adiacenti mediante un modello di produzione degli aggregati delle specie pescabili con lo strascico. I risultati hanno mostrato che la capacità di pesca della flotta operante nello Stretto di Sicilia, è diventata superiore a quella corrispondente alla massima produzione sostenibile tra la fine degli anni settanta ed i primi anni ottanta (fig. 6). Sebbene vi sia un generale accordo sullo stato di sofferenza delle risorse demersali, studi recenti hanno segnalato l esistenza di aree situate nell area occidentale (GSA 16) e nel settore più orientale (GSA 15), caratterizzate da migliori condizioni delle risorse (Gristina et al., 2004; Gristina et al., 2006). Figura 6 Modello di produzione sostenibile dell aggregato di specie demersali catturate dallo strascico nello Stretto di Sicilia ( ). La massima produzione sostenibile, pari a circa t, corrisponde ad uno sforzo di pesca di circa TSL (da Levi e Andreoli, 1989, modificato). 18

19 Lo stato delle risorse demersali pescate dalla flotta che opera nelle acque territoriali siciliane Lo Stretto di Sicilia (GSA 16) In base alle più recenti valutazioni dello stato di sfruttamento delle principali risorse demersali nello Stretto di Sicilia (gambero rosa, nasello, triglia di fango e scampo) dal 1994 al 2006, sulla base del tasso di sfruttamento (E=F/Z) ricavato dai dati di trawl surveys ed utilizzando come Biological Reference Points Limit (LRP=E0.50) e Target (TRP=E0.35), le attuali condizioni di sfruttamento sono molto distanti da valori ottimali (fig. 7). Condensando la situazione corrente in un tasso di sfruttamento medio delle principali specie (nasello, triglia di fango, gambero rosa, scampo), pesato per la corrispondente produzione, il valore globale medio, negli ultimi tre anni ( ), è risultato pari a 0,68. Con riferimento allo stato delle risorse biologiche, una riduzione del tasso di sfruttamento (E) dal livello attuale (0,68) fino ad un valore di 0,5 (Limit Reference Point) o di 0,35 (valore maggiormente precauzionale, o Target Reference Point) potrebbe essere ottenuta con una riduzione della flotta rispettivamente del 25% (LRP) e del 48% (TRP). Se insieme alla riduzione della flotta si attua un un Piano di gestione basato sull adozione di maglie più selettive, l arresto temporaneo e la gestione di zone di tutela biologica è possibile prefigurare, nel medio-lungo periodo, un diverso scenario. 1.0 M.merluccius P. longirostris M. barbatus N. norvegicus LRP TRP GSA 16 Tasso di sfruttamento (E) Fig. 7 Andamento del tasso di sfruttamento (E) di merluzzo (M. merluccius), gambero rosa (P. longirostris), scampo (N. norvegicus) e triglia di fango (M. barbatus) nella GSA 16. Sono riportati i valori di riferimento per lo sfruttamento ottimale LRP=E0.50 e TRP=E

20 Accanto a queste valutazioni di lungo periodo, che trovano conferma in precedenti analisi e valutazioni recenti basata su approcci indipendenti, è da segnalare che la maggior parte delle risorse nell area più prossima alla costa siciliana (GSA 16) ha mostrato, nel periodo , segnali di ripresa sia in termini di abbondanze che di indici di reclutamento, più evidenti per specie quali la triglia di fango ed il pagello fragolino. Figura 8 Distribuzione dei valori osservati ed attesi dei coefficienti di correlazione non parametrica di Spearman delle relazioni tra l indice di biomassa in kg per km 2 ed il tempo in 58 specie bersaglio della pesca demersale nella GSA 16. I valori osservati si riferiscono alle campagne di pesca a strascico MEDITS condotte annualmente tra il 1994 ed il I valori attesi si riferiscono all ipotesi di coefficienti di correlazione che si distribuiscono casualmente secondo una distribuzione normale con media 0 (assenza di trend temporale) e deviazione standard 0,3 (CNR_IAMC di Mazara del Vallo). Su 58 specie esaminate nel periodo nella GSA 16, 22 mostravano tendenze delle biomasse significativamente in crescita mentre soltanto 3 in diminuzione (fig. 8). Tra le specie di piattaforma continentale di rilevante importanza commerciale, mostrano più evidenti segni di incremento la triglia di fango ed il pagello fragolino, le cui nurseries si trovano nelle acque situate entro le 3 miglia dalla costa, già interessate dall interdizione all attività di strascico (Cannizzaro et al., 1994; Garofalo et al., 2004). Fanno eccezione le specie necto-pelagiche maggiormente legate ai fondi di piattaforma, quali le boghe, i sugarelli e le menole (Ragonese et al., 2004). In figura 9 è mostrato il caso della triglia di fango, esemplificativo della situazione delle risorse demersali a rapida crescita e giovane età di prima maturità (1 anno) che svolgono il loro ciclo biologico sui fondi della piattaforma 20

21 continentale, che evidenzia un progressivo e significativo incremento di abbondanza sia sui fondi di piattaforma che su quelli si scarpata. L informazione disponibile non consente di dimostrare nessuna relazione causaeffetto tra l insieme di misure finora adottate e l incremento degli indicatori di abbondanza delle risorse demersali della GSA 16. Kg/km Figura 9 - Andamento degli indici di biomassa (Kg/km2), di triglia di fango sui fondi di piattaforma (entro i 200 m) nella GSA 16 - Campagne primaverili Medits (fonte CNR-IAMC di Mazara del Vallo) y = x R 2 = Fig Andamento della pendenza dei size spectra del complesso formato da 37 specie di pesci demersali di interesse commerciale dello Stretto di Sicilia. Campagne MEDITS dal 1994 al 2004 (CNR_IAMC di Mazara del Vallo). 21

22 Tuttavia si ritiene che la riduzione della capacità delle flottiglie che operano all interno dell area (Fiorentino et al., 2005), il maggiore rispetto del divieto dello strascico nella fascia costiera, i provvedimenti di fermo di pesca e all adozione del fermo tecnico al fine settimana in alcune marinerie dell area (Sciacca) possano aver sinergicamente contribuito al miglioramento dello stato delle risorse demersali sui fondi costieri, soprattutto in corrispondenza del Banco Avventura e del Banco di Malta. Significativi segnali di miglioramento delle condizioni delle risorse emergono anche dall andamento degli indici dello stato delle comunità demersali nell area. I size spectra stimati su 30 specie demersali di pesci commerciali dello Stretto di Sicilia delle campagne MEDITS nell intervallo di lunghezza compreso tra 12 e 68 cm, tra il 1994 ed il 2004 mostrano una significativa diminuzione della pendenza (fig. 10), che corrisponde ad un aumento della taglia nelle popolazioni delle specie commerciali (Gristina M., com. pers.). Il Tirreno siciliano (GSA 10) La situazione di miglioramento dello stato delle risorse costiere evidenziata nella GSA 16, non si riscontra invece lungo il litorale tirrenico, caratterizzato da una ridotta platea continentale e da una maggiore pressione di pesca per unità di superficie strascicabile. Kg/km Figura 11 - Andamento degli indici di biomassa di triglia di fango sui fondi della piattaforma continentale della porzione siciliana della GSA 10 (litorale tirrenico) (fonte CNR-IAMC di Messina). Se si considerano le indicazioni delle campagne scientifiche MEDITS svolte lungo il litorale tirrenico, il nasello, la triglia di fango (fig.11), il gambero viola, il gambero rosso (fig. 12) ed i cefalopodi in generale mostrano un decremento delle 22

23 abbondanze nell ultimo decennio, mentre altre risorse da pesca quali la musdea bianca, il potassolo ed il gambero rosa mostrano fluttuazioni senza alcun trend temporale (Rinelli et al., 2005) Kg/km Figura 12 - Andamento degli indici di biomassa di gambero rosso sui fondi della scarpata continentale della porzione siciliana della GSA 10 (litorale tirrenico) (fonte CNR-IAMC di Messina). 1 GSA 10 Tasso di sfruttamento (E) M.merluccius P. longirostris M. barbatus N. norvegicus LRP TRP A. antennatus Fig. 13 Andamento del tasso di sfruttamento (E) di merluzzo (M. merluccius), gambero rosa (P. longirostris), scampo (N. norvegicus), gambero viola (A. antennatus) e triglia di fango (M. barbatus) nella GSA 16. Sono riportati i valori di riferimento per lo sfruttamento ottimale LRP=E0.50 e TRP=E

24 La situazione di cinque (gambero rosa, nasello, triglia di fango, scampo e gambero viola A. antennatus) fra le principali risorse demersali nella GSA 10, espressa in termini di tasso di sfruttamento (E=F/Z) ricavato dai dati di trawl surveys dal 1994 al 2006, utilizzando i Biological Reference Points LRP=E0.50 e TRP=E0.35, è illustrata nella figura figura 13. E evidente, soprattutto per nasello, scampo e triglia, quanto sia necessaria una riduzione dello sforzo di pesca per ricondurre l attività in condizioni di sostenibilità. Condensando la situazione corrente in un tasso di sfruttamento medio delle principali specie (nasello, triglia di fango, gambero rosa, scampo, gambero viola), pesato per la corrispondente produzione negli ultimi tre anni ( ), si ottiene un valore globale medio pari a 0,66. Sulla base di tale tasso, non intervenendo con altre misure per migliorare le condizioni di sfruttamento, è valutabile una riduzione rispettivamente del 24 e del 47% dello sforzo di pesca attuale per far rientrare lo stato delle risorse entro un LRP di 0,5 ed un TRP di 0, kg/30min +s.e Fig Rendimenti delle campagne di strascico primaverili (valori medi su tutta l area, cattura totale) è il periodo pre-divieto (da Pipitone et al., 2001). Fanno eccezione a questa preoccupante situazione di sovrasfruttamento delle risorse demersali lungo il litorale tirrenico i Golfi di Castellammare e di Patti, chiusi allo strascico sin dal 1990, dove si è registrato, in seguito al provvedimento di chiusura, un rilevante incremento dell abbondanza delle risorse, seppure diversificato nelle due zone (Fig. 14 e 15). 24

25 kg/km Anno Fig Andamento per anno dei rendimenti medi della frazione commerciale nel Golfo di Patti chiuso allo strascico dal 1990 (da Potoschi et al., 2006; modificato) Lo Ionio siciliano (GSA 19) Non sono disponibili valutazioni specifiche dello stato delle risorse della porzione siciliana della GSA 19 (ionio occidentale). Per le problematiche relative a tale litorale si farà riferimento alle valutazioni dello stato di sfruttamento delle risorse per l intera GSA 19 (Ionio siciliano e continentale), contenute nel PO nazionale del FEP. Per la GSA 19, la situazione delle principali risorse demersali (nasello, triglia di fango, gambero rosa, scampo) dal 1994 al 2006, espressa in termini di tasso di sfruttamento (E=F/Z) ottenuto dai dati di trawl surveys e confrontato con i Biological Reference Points (LRP=E0.50; TRP=E0.35), è illustrata in figura 16. Considerando quattro fra le più importanti specie pescate (nasello, triglia di fango, gambero rosa, scampo),, è stato stimato, negli ultimi tre anni ( ), un tasso di sfruttamento medio globale pari a E= 0,64. Le risorse che mostrano la condizione di sfruttamento più intensa sono il nasello, il gambero rosa e lo scampo, mentre la triglia di fango mostra, a partire dal 2000, condizioni di sfruttamento con caratteristiche di maggiore sostenibilità. In assenza di altre misure per migliorare le condizioni di sfruttamento, è stimabile una riduzione rispettivamente del 22 e del 45% dello sforzo di pesca 25

26 per far rientrare lo stato delle risorse, entro i livelli del LRP (0,6) e del TRP (0,35). 1 GSA 19 Tasso di sfruttamento (E) M. merluccius P. longirostris M. barbatus N. norvegicus LRP TRP Fig. 16 Andamento del tasso di sfruttamento (E) di merluzzo (M. merluccius), gambero rosa (P. longirostris), scampo (N. norvegicus) e triglia di fango (M. barbatus) nella GSA 16. Sono riportati i valori di riferimento per lo sfruttamento ottimale LRP=E0.50 e TRP=E0.35. Lo stato delle risorse demersali dello Stretto di Sicilia pescate dalla flotta che opera nelle acque internazionali La raccolta delle informazioni sullo stato delle risorse al di là della linea di mezzeria nello Stretto di Sicilia si è interrotta nel 2004 in seguito alla riduzione dei fondi messi a disposizione della ricerca. Considerando le informazioni disponibili, se ci sono evidenti segni di miglioramento dello stato delle principali risorse demersali all interno della GSA 16, più complessa appare la situazione delle risorse d altura che interessano le porzioni delle GSA 12, 13, 14, 15 e 21, sfruttate dalle strascicanti alturiere di Mazara del Vallo. Se, da un lato, i livelli attuali di abbondanza e la struttura demografica nelle aree sfruttate dalla flotta d altura risultano ancora nel complesso superiori a quelli rilevati sui fondi da pesca della GSA 16, dall altro, gli indicatori di stato delle risorse evidenziano un progressivo peggioramento, sia a livello delle singole popolazioni (Figg ) che dell insieme delle comunità sfruttate. 26

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