Anno XIII - Numero 2 Giugno 2011

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1 II Istituto Comprensivo Ardigò - Sede G.Pascoli - via G. Galilei, 36 Padova Anno XIII - Numero 2 Giugno 2011 A L E S S A N D R A C O R T E L L A Z Z O 2 C

2 Pagina 2 La libertà non esiste senza uguaglianza e non esistono né uguaglianza né libertà senza una profonda coscienza dei doveri. Giuseppe Mazzini, 1860

3 Pagina 3 Bandiere tricolore, fuochi d artificio, concerti a tema patriottico: no, l Italia non ha vinto i mondiali di calcio, questa era la situazione nelle città italiane il 17 marzo 2011, quando si è celebrato il 150 anniversario dell Unità d Italia. Un occasione molto speciale per riflettere sul sentimento di patria; che ogni cittadino dovrebbe avere. Un occasione per osservare l Italia aldilà della pizza, la moda etc e ricordare i duri conflitti e duri sacrifici che il nostro Paese ha dovuto superare per rafforzare la nazione e raggiungere l Unità una volta per tutte. Martina Maria Semenzato Per me l Italia è come una grande casa, ed io faccio parte della famiglia che ci abita Sono italiano non vuol dire che si sanno cucinare pizza o spaghetti, che si sa far ridere, ma indica anche i diritti, le tradizioni, la cultura che noi abbiamo. Dire sono italiano significa affermare di essere figli di questo Stato, di questa Nazione Anche se negli ultimi tempi molti problemi, scandali e ingiustizie hanno afflitto l Italia, diminuendo l orgoglio di chi ci abita, dovremmo sempre essere fieri del nostro stato-casa che ci accoglie e ci difende. Martina Salamone Io penso che in quest ultimo periodo il mio Paese sia stato molto criticato, giudicato e reputato male a causa di alcuni episodi poco piacevoli accaduti. Nonostante tutto io amo l Italia, il mio Paese. Mi sento fortunata, appartengo ad uno Stato, una Nazione, ho una patria, a differenza di altri popoli che vorrebbero uno stato proprio e sono costretti a sottomettersi ad un altro governo. Loro non hanno la possibilità di provare questo sentimento di appartenenza nazionale. Francesca Matterazzo Io vedo l Italia come una grande casa con 20 stanze, alcune più grandi altre più piccole, ognuna con i suoi mobili caratteristici, i suoi profumi e i suoi modi di vivere. Alcune di queste stanze hanno qualche problema e diversità, ma ognuna ha oggetti bellissimi da vedere e ammirare. Tutte le stanze hanno delle porte che le collegano e che lasciano passare gli abitanti della casa da una all altra. Ogni stanza è dipinta con colori diversi, dall azzurro del mare, al verde dei boschi, ma una cosa è uguale in tutte le stanze: il colore delle tende alle finestre, verde\bianco\rosso. Così la luce del sole entra dentro e le illumina con questi tre colori che danno alla casa un atmosfera unica. E unici si sentono i suoi abitanti, unici e uniti. Siamo tutti italiani. Francesco Maria Soprana Per me il mio Paese rappresenta una casa sicura, un posto dove posso vivere tranquillamente ed esprimere le mie idee senza che qualcuno mi faccia del male. Spero che nessuno cambi mai questa mia quiete nel vivere senza affanni anche se so che dietro l angolo ci sono Paesi in difficoltà dove i cittadini non sono liberi Io penso che in tutti gli Stati del mondo si debba essere orgogliosi del proprio Paese e della sua storia, ma credo anche che i sentimenti di superiorità della propria nazione rispetto ad altre, possano essere la causa di molte guerre. Tommaso Tonolo Sono felice e fiera della mia Italia anche quando vedo le frecce tricolori librarsi in cielo e dipingerlo dei nostri colori: verde, bianco e rosso. Amo il mio paese e non vorrei vivere altrove. Elena Ferrato Classe 3A

4 Pagina anni di unità d Italia E trascorso un secolo e mezzo dall unificazione dell Italia e il 17 marzo è stato proclamato festa nazionale con chiusura delle scuole e uffici pubblici. Con questa data si ricorda il 17 marzo 1861 quando a Torino il primo parlamento italiano proclamò il regno d Italia con il re Vittorio Emanuele II. L Italia era stata liberata dagli stranieri e i territori erano stati uniti al regno di Sardegna (mancavano solo il Veneto, il Lazio con Roma, Trento e Trieste). Questa ricorrenza non ha trovato tutti d accordo sulle modalità per il suo festeggiamento perché non tutti hanno pensato fosse opportuno, in un momento di crisi economica quale sta attraversando l Italia, assentarsi per un giorno dal lavoro. Altri invece hanno creduto di trovare un pretesto per fare un giorno di vacanza e magari un ponte. Altri ancora, e spero siano stati la maggioranza, hanno pensato di dover celebrare questa ricorrenza in modo più incisivo e solenne, come festa nazionale proprio per sottolinearne il valore. I ragazzi di dodici anni come me credo che non provino nella vita di tutti i giorni l orgoglio di sentirsi italiani, il senso di fratellanza e di appartenenza allo stesso popolo, il valore dell unità d Italia e la riconoscenza per tutti coloro che hanno dato la vita per raggiungerla. Certo ogni giorno abbiamo tante cose a cui pensare e in genere quello che abbiamo avuto gratis ci sembra scontato e quindi è spesso dimenticato. Se qualcuno ce ne parla però, anche noi siamo capaci di entusiasmarci, commuoverci e riflettere su quello che è stato e magari ritrovare dei valori per agire meglio in futuro. Sono convinta che tutti coloro che hanno avuto l occasione di vedere in televisione Benigni cantare l inno di Mameli, cercando di interpretare un giovane garibaldino di vent anni in una notte che precedeva la battaglia, abbiano realizzato quanti sacrifici siano stati fatti per ottenere l unità d Italia e si siano commossi pensando a tutti quei giovani di vent anni morti per tale causa. Se nel 1861 si è arrivati all unità dopo tante difficoltà è perché, col tempo, è cresciuto sempre di più il sentimento dell Italia. Sarebbe un peccato buttarlo via ora. Adesso dobbiamo completare quello che i nostri predecessori hanno creato e sentirci orgogliosi di essere italiani costruendo qualcosa di sano e positivo per non sentirci inferiori ad altre unità nazionali. La storia d Italia è ricca e importante (l antica Roma, il Rinascimento, ecc) e tutti gli Italiani dovrebbero esserne più consapevoli e continuare a farla crescere, anche combattendo quello che c è di negativo. Il giorno 17 marzo, guardando in televisione insieme alla mia famiglia trasmissioni riguardanti l unità d Italia e avendo avuto la possibilità di fare un giro in centro, dove ho visto tante bandiere e coccarde tricolori ai balconi, nelle vetrine dei negozi, sui vetri delle scuole, mi è sembrato di vivere almeno un po quel fervore che ci deve essere stato 150 anni fa.. Ora quando vedo un monumento o piazza dedicati a Garibaldi o Mazzini o Cavour non rimango più indifferente. Marianna Lacognata 2A

5 Pagina 5 IL 17 MARZO 17 marzo: una data che per me ha un significato particolare in quanto è il giorno del mio compleanno. Devo ammettere che durante questi quattordici anni ho sempre collegato questo giorno a questo avvenimento; quest anno, invece, si è arricchito di un significato in più, sicuramente molto importante. Abbiamo, infatti, festeggiato i 150 anni d Italia ricordando che proprio il 17 marzo del 1861 veniva proclamato il regno d Italia e Vittorio Emanuele II veniva incoronato suo primo re. Credo che, come per me, anche per molti ragazzi della mia età questo festeggiamento sia stato un modo per sentirsi orgogliosi della propria patria, appendendo bandiere tricolori alle finestre delle case e partecipando alle varie manifestazioni organizzate in città, ma anche per riflettere sul significato di questo importante avvenimento. Grazie alla ricorrenza dei 150 anni, ma anche al programma di storia affrontato durante l anno scolastico riguardante appunto il Risorgimento Italiano, ho potuto, infatti, apprendere come per fare dell Italia, questa lunga fascia di terra a forma di stivale, un paese unito hanno lottato moltissime persone. Oltre agli importantissimi personaggi storici come Giuseppe Mazzini, il generale Garibaldi e il conte di Cavour, hanno, infatti, combattuto molti giovani poco più grandi di noi che, per seguire i loro ideali di libertà e unità nazionale, sono arrivati a mettere a rischio la loro stessa vita. Riflettere su questo mi ha anche fatto capire come sono sbagliate le idee di coloro che discriminano le zone del Sud rispetto a quelle del Nord perché meno sviluppate e meno ricche, mentre si dovrebbe valorizzare ogni area per le sue caratteristiche, per esempio favorendo il turismo nelle zone meridionali della nostra penisola dove ci sono incantevoli bellezze naturali ed artistiche. Ritengo, quindi, che l Unità d Italia abbia sicuramente meritato di essere festeggiata e anzi mi dispiace che l Italia, come ho appreso leggendo alcuni giornali, sia uno dei pochi paesi al mondo a non festeggiare questa ricorrenza ogni anno. Mi auguro, perciò, che il 17 marzo diventi ogni anno festa nazionale. Margherita La Gamba 3D

6 Pagina 6 L' intelligenza umana, ormai, è sempre più in decadenza, ma per nostra fortuna, sono corsi in aiuto i DETERSIVI. Fino a poco tempo fa, le madri disperate cercavano invano, con mega cocktail di sgrassanti e smacchianti, di pulire il risultato di una dura giornata alla fine della quale si va a fare pipì da Paolo. Adesso, invece, il mondo si è rivoluzionato: misurini, concentrati e acchiappa colore migliorano il lavoro di una vita. In più si neutralizzano le spese inutili per le tubature e i WC, grazie ai mitici anticalcare, mentre prima si pagavano centinaia di euro ogni volta che questi si otturavano. Da piccoli non avete mai rischiato di vomitare sentendo l' odore dei detersivi? D' ora in poi con i loro sublimi e ipnotici odori non ci allontaneremo più dalle superfici pulite; tanto il 99,99 o il 100% dei germi hanno fatto la valigia e se ne sono andati. Ce la faremo noi uomini ad arrivare al loro livello?... NICOLA RIZZATO, EMMA FELIGIOTTI, MARGHERITA PICCI 2C Il 12/13 giugno di quest'anno tutti gli italiani saranno chiamati in causa per il referendum contro il nucleare, la privatizzazione dell'acqua e per l'abrogazione della legge sul legittimo impedimento. La privatizzazione dell'acqua è un fatto a proposito del quale bisogna soffermarsi un attimo a riflettere. In questi ultimi tempi il consumo pro capite di acqua è cresciuto vistosamente. Detto in parole semplici, la legge proposta è quella di far pagare l'acqua, che fino ad adesso è sempre stata pubblica, affinché si abbia un maggior rispetto per essa, il che comporterebbe una vera e propria asta per privatizzare le fonti idriche che sfocia in un notevole aumento della bolletta dell'acqua. Il legittimo impedimento è una legge creata per permettere a personaggi politici o con cariche amministrative di non presentarsi ai processi in tribunale perché impegnati in appuntamenti di governo. Ciò significa che un politico in carica, chiamato in tribunale, potrebbe rimandare il processo senza mai essere condannato se colpevole. Probabilmente molti associano l'imminente referendum alla scelta se ripristinare le vecchie centrali non più in funzione, costruirne altre nuove o se abbandonare completamente l'idea del nucleare italiano. Effettivamente bisogna ragionare in modo preciso. Noi, società attuale, siamo convinti che ci sia il bisogno di più energia per vivere, anzi, dobbiamo essere noi a essere più attenti alle piccole cose per risparmiare energia che è già sufficiente, ma va utilizzata meglio. Certo, l'energia nucleare ci renderebbe più autonomi elettricamente, ma a quale costo! Le scorie nucleari, oltre a essere altamente radioattive, impiegano milioni di anni per smaltirsi nell'ambiente dove sono caparbiamente nascoste (in grotte, sul fondale marino...). E se succedesse una situazione simile a quella verificatasi in Giappone? Saremmo capaci di controllare la situazione? Io ne dubito fortemente e si rischierebbero casi gravissimi di radiazioni, impossibilità di consumare la maggior parte degli alimenti, malformazioni genetiche... Ora c'è il trabocchetto! Se volete impedire che la nostra società rimpianga la scelta del nucleare, dell'acqua pubblica e del legittimo impedimento votate SI' così le leggi attuali verranno modificate; votate NO se volete vivere in un'italia in cui l'acqua è privatizzata, e forse più rispettata, in cui venga applicato il legittimo impedimento e in un'italia più autonoma elettricamente in cui, però, bisogna considerare un elevato rischio. Questa è la mia opinione, adesso a voi la scelta! Elisabetta Pittarello 3C

7 Pagina 7 Un po di tempo fa mi trovavo in giardino a piantare dei fiori, quando ad un certo punto trovai Tatà, la mia tartaruga da terra. Erano mesi che non la vedevo, perché era in letargo, ed ero sorpresa di averla ritrovata casualmente. La sollevai e la tenni per qualche minuto sulla mia mano, senza notare in lei alcun segno di vita perché, e- videntemente, stava ancora dormendo. Decisi, allora, di rimetterla dove l avevo trovata e la ricoprii nuovamente con la terra. Questo singolare episodio mi lasciò perplessa e mi fece riflettere sul fatto che le tartarughe, pur vivendo circa 100 anni, quasi la metà la trascorrono in letargo. Rimasi sui miei pensieri ancora per un po e ne dedussi che anche noi, pur non andando in letargo, non viviamo interamente la nostra vita. Rientrai in casa per fare una ricerca su internet che mi aiutasse a confermare le mie ipotesi. Infatti mi sono chiesta quanto tempo della nostra vita trascorriamo a dormire; ebbene sì, noi dormiamo per 23 anni!!! Un tempo così lungo? Ma allora, per quanto tempo mangiamo, studiamo, ci laviamo, guardiamo la televisione, stiamo al computer ecc.? La somma di tutto il tempo che impieghiamo per queste normali azioni quotidiane è di circa 60 lunghissimi anni, calcolato su una vita media di 70 anni. Tutto questo mi sorprese e mi rese anche un po triste tanto da domandarmi se mi sarebbe rimasto tempo sufficiente per realizzare anche tutti i miei sogni. Allora ho pensato che la vita è troppo corta per fare tutto ciò che vogliamo, tuttavia, avere un idea di quanto tempo spendiamo nelle nostre azioni quotidiane aiuta a farci diventare più consapevoli di quanto tempo ci sfugge in attività a volte indispensabili, ma in altre decisamente futili. Di alcune attività non possiamo fare a meno, ma riguardo ad altre possiamo stabilire delle priorità ed organizzarci di conseguenza perché non abbiamo molto tempo su questo mondo e per questo non dobbiamo sprecare la nostra vita. Dopo queste riflessioni, a dir poco un po inquietanti, ho deciso di passare meno tempo davanti alla televisione o al computer e pensare a come realizzare almeno in parte i miei sogni che renderanno felice la mia vita. Daria Dabiri Khah 2A

8 Pagina 8 Io e la lettura siamo grandi amiche fin da quando ero molto piccola. Mi ricordo che ogni sera prima che mi addormentassi, mia mamma mi leggeva le fiabe Disney; la mia preferita era: I tre porcellini. Rammento anche che facevo impazzire mia nonna perché ogni volta che mi veniva a trovare o che io andavo a casa sua, le chiedevo sempre di leggermi quella storia due o tre volte e poi insieme dovevamo vedere la videocassetta. Quando lessi il mio primo libro da sola ero felicissima e lo rilessi fino ad impararlo a memoria. In quinta elementare ogni minuto libero era un momento adatto per aprire un libro e leggere. L anno scorso con l inizio della prima media, per i primi mesi ho abbandonato un po la lettura perché tra i compiti e lo studio non avevo tempo per leggere e appena andavo a letto mi addormentavo, ma sapevo che la lettura era troppo importante e quindi ricominciai a leggere con più passione di prima. La mia amicizia con i libri me l ha trasmessa mia madre e con lei la condividevo da piccola e la condivido ora; con mamma leggevo i miei primi libri, invece ora glieli racconto e glieli presto. Oltre a lei, i miei libri non li do a nessuno, rimangono nella mia libreria dove ho scritto: -Guardare ma non toccare- e anche se mio fratello me li chiede, io gli proibisco di avvicinarsi. Per quanto riguarda i generi dei libri, non ho grandi preferenze, mi piace un po di tutto, ma appena trovo un libro che mi potrebbe interessare mi informo facendo ricerche anche in internet. Ogni volta che vado a comprare un libro entro nella libreria, assaporo la calma e la tranquillità mentre guardo fuori dalle finestre e vedo tutta la confusione della città; mi posiziono davanti ad ogni scaffale e uno a uno osservo e leggo titolo per titolo, ne scelgo due o tre, faccio una classifica e il vincitore viene a casa con me. In questo periodo sono piena di libri perché ultimamente me ne hanno regalati tantissimi, tutti con almeno trecento o quattrocento pagine e ora i miei genitori mi proibiscono di comprarne altri finché non leggo quelli che ho già. Mi piace leggere perché leggendo esco dalla realtà ed entro nel libro, allora posso tornare nel passato e scoprire insieme a Colombo l America o fare il giro del mondo con Magellano o tornare nel Medioevo ed essere uno dei cavalieri della Tavola Rotonda o essere una principessa di un regno lontano; posso essere la prima donna sulla Luna e viaggiare nel futuro e vedere come sarà il pianeta nel 3013: posso insomma andare dappertutto, dove nessuno mi conosce e dove i problemi della vita reale sembrano lontani e dimenticati. Camilla Mazzucato 2D

9 Pagina 9 Lui ha sempre caldo, lei ha sempre freddo. Quando vado in camera dei miei genitori il letto è come tagliato a metà: verso la finestra pare aver dormito un rinoceronte, nell altra metà sembra aver riposato una piccola farfalla. Di sera lei indossa sempre un pile pesante oppure si avvolge attorno una copertina di lana e vaga per le stanze come un fantasma; lui si veste con un leggero pigiama, quasi estivo, anche nelle notti più fredde. Lui si alza alle sei della mattina; lei, se potesse, dormirebbe anche fino alle undici. A colazione mia mamma mangia fette biscottate con marmellata e miele, biscotti e latte, lui se la sbriga con un veloce caffè. Lei è sbadata e dimenticona, lui no. Quando alla mattina salgo in macchina, la frase che sono solito sentire è: - Francesco vai a prendermi l orologio/il telefonino/la borsa/le chiavi della macchina...- Se per caso siamo già partiti e la casa è ormai lontana, mia mamma chiama mio papà e si fa portare le cose in ufficio. Al contrario, mio papà prima di uscire di casa, controlla di avere tutto con sé. Lei è anche molto disordinata (basta guardare dentro la sua borsa), lui è ordinatissimo. Quando partiamo per un viaggio lei è imprevedibile, non si sa mai cosa mette nella valigia, ma si sa per certo che occuperà anche lo spazio di mio papà, mio e di mia sorella. Lei quando si arrabbia resta arrabbiata per una settimana o più; lui fa la sfuriata improvvisa, diventa rosso come i peperoni che coltiva mia nonna, e poi si calma. Lui quando guarda la partita della Juventus oppure la Formula 1 non vuole essere disturbato; lei guarda rassegnata mio papà sdraiato sul divano e si arrabbia perché vorrebbe guardare un po lei la televisione. Quando andiamo al cinema è meglio far scegliere il film a mio papà; lui sceglie film d azione, comici, avventurosi, che hanno un senso; lei no, lei sceglie film sentimentali e melensi, lunghi anche tre ore, i suoi film non hanno senso! Lui indossa sempre giacca e cravatta per andare in ufficio, a casa indossa una tuta blu molto comoda; lei, invece, si veste con jeans e maglietta. La domenica mattina mia mamma trascina giù dal letto mio papà e lo costringe ad andare a camminare. Oltre che a mille e più diversità loro hanno anche molte cose in comune come la musica, il teatro, il gioco delle carte Nonostante le loro diversità, si vogliono molto bene, e poi non c è il detto I contrari si attraggono? Francesco Fornasiero 2D VORREI CHE Vorrei che mia mamma non si arrabbiasse sempre, vorrei parlarle senza avere paura che mi sbrani.vorrei che mi lasciasse uscire con gli amici e che non si adirasse se torno a casa con un minuto di ritardo. Vorrei stare di più con mio papà, vorrei che non lavorasse sempre. Vorrei saper studiare senza fermarmi ogni mezz ora per fare uno spuntino, vorrei prendere dei voti migliori e vorrei non bloccarmi durante le interrogazioni orali. Vorrei tornare alla Scala di Milano, vorrei poter ballare tutto il giorno, vorrei non vergognarmi di ballare davanti ai miei amici, portando invece fiero lo stendardo della danza. Vorrei che la gente mi capisse meglio. Vorrei non essere preso per quello che va bene in ginnastica, ma nelle altre materie è un buono a nulla. Vorrei saper esprimere senza vergogna quello che penso. Vorrei rivivere i momenti più importanti della mia vita e forse vorrei cambiare alcune decisioni. Vorrei incontrare tutti i miei amici e tutte le persone che ho conosciuto durante il mio percorso a Milano. Vorrei tornare a Milano per rivivere tutte quelle emozioni che ormai non provo più. Vorrei fare tante, tante, tantissime cose in più di quelle che faccio. Vorrei saper scrivere bene, vorrei saper esprimere per iscritto tutto quello che penso e che faccio senza scrivere cose banali o cose senza alcun senso; vorrei andare bene nei temi di italiano e prendere dei voti che raggiungano il sette o l otto. Vorrei fare il pittore o il musicista. Vorrei andare sulla luna, nello spazio, viaggiare nel mondo. Vorrei essere un pilota, un calciatore, un ginnasta Vorrei fare tante cose, vorrei essere tante cose. Forse voglio troppo, ma a volte è meglio volere tanto e sognare che volere poco e non avere un sogno da realizzare. Claudio Manga 2D

10 Pagina 10 Sembra ieri che, con il mio zaino sulle spalle, aspettavo l autobus di fronte a casa per recarmi a scuola. Adesso vivo a Roma, in un appartamento da cui riesco a vedere la cupola di S. Pietro. Mi manca Padova, la mia famiglia ed i miei amici. Se faccio un bilancio della mia vita, posso ritenermi fortunato. Mi sono laureato in Lettere, sono riuscito ad essere ammesso alla scuola di giornalismo di Roma e sto facendo uno stage presso la redazione della Gazzetta dello Sport. La vita è dura. Sveglia all alba, super sfruttato al lavoro e sottopagato. Per non parlare delle bollette da pagare e dell affitto, con cui ogni mese mi tocca fare i conti. Rinunce e sacrifici per ora condiscono la mia vita. Spero che un giorno riceverò la giusta ricompensa: non sarò più uno stagista con il futuro in bilico, ma una delle migliori penne del giornalismo italiano, finalmente con un futuro ben delineato. Potrò così coronare il mio desiderio più grande, quello di costruire una bella famiglia. Mentre questi pensieri scorrono nella mia testa, squilla il telefono. E mia madre, che tutte le sere mi chiama per assicurarsi che io stia bene. Puntualmente recito il solito rituale e le dico che va tutto bene, anche nelle giornate peggiori. Quanto mi pesa non poter vedere i miei cari, quelle pestifere delle mie sorelle che ormai sono cresciute e diventate quasi delle donne. La mia lontananza da casa, per tanti anni, a volte mi rattrista. Mi sembra di non avere vissuto pezzi di vita della mia famiglia, di aver perso emozioni e sensazioni che non potranno più esserci. Il rumore della pioggia che batte con violenza sui vetri mi riporta bruscamente alla realtà. Devo ultimare il mio articolo, perché domani mattina il caporedattore dovrà pubblicarlo. E notte fonda e mi attende un impresa ardua, l ennesima prova cui sono sottoposto Chissà quante altre ancora la vita me ne riserverà! Stefano Parpajola 2C La crisi del calcio italiano Il calcio, oggi, è lo sport più popolare e praticato nel pianeta, infatti vengono disputati campionati nazionali ed internazionali in tutto il mondo ed il nostro è uno dei migliori. Ma non siamo mai arrivati così in basso! Dopo dimostrazioni di debolezza (non solo fisica e tecnico tattica) in competizioni europee e nei Mondiali 2010, con l eliminazione dell Inter (ultima squadra rimasta in corsa) dalla Champions League, abbiamo toccato il fondo! Abbiamo subito il sorpasso da parte della Germania nella classifica UEFA, il che vuol dire una squadra italiana in meno ed una tedesca in più nelle coppe europee Il nostro calcio è molto meno bello da vedere, meno fluido di prima, anche rispetto ad altri campionati. Esempi da seguire sono la Spagna, dove c è un calcio più spumeggiante ed avvincente, e l Inghilterra dove questo sport è più dinamico. In questi paesi l approccio dell opinione pubblica è più sereno rispetto al nostro (più teso e ricco di contestazioni). E il caso di mettersi a lavorare con uno spirito diverso, possibilmente più vincente, perché, se continuiamo così, la Champions rimarrà un sogno! Augusto Iovino, Alberto Oliveri, Francesco Piva 3C -Un uomo senza donna è come un collo senza torcicollo. -Sono sempre stato molto precoce. Una volta ho terminato un puzzle in meno di quattro giorni. E pensare che sulla scatola c era scritto dai 2 ai 5 anni!

11 Pagina 11 La ginnastica artistica La ginnastica artistica è uno sport spettacolare. Si fanno un sacco di ruote, rovesciate, flic, tic tac Nella ginnastica femminile ci sono vari attrezzi e vari esercizi. Oltre al corpo libero, dove si fanno ribaltate e molti altri movimenti, ci sono attrezzi come: la trave, un lungo palo in legno dove si fanno una serie di movimenti cercando di riuscire a stare in equilibrio. Un altro attrezzo sono le parallele, sbarre orizzontali distanti una dall altra circa due metri, attorno a cui si fanno dei volteggi; un altro esercizio è il volteggio, che consiste nel correre fino ad una pedana dove ci si dà lo slancio per poi arrivare sul cavallo, pedana sostenuta da un palo, dove si appoggiano le mani e, prima di atterrare, si fanno capriole, carpi o vari salti, per poi arrivare in piedi. Durante l allenamento non si fanno solo queste cose, che solitamente si fanno in gara, ma si fanno anche altri attrezzi: le spalliere, che servono a rafforzare gli addominali, il trampolone, che serve a capire la posizione per tutti i salti. Anche per i maschi ci vuole determinazione. Non usano gli stessi attrezzi delle ragazze: fanno le parallele, oltre a quelle asimmetriche anche quelle simmetriche, il volteggio e il corpo libero, ma anche gli anelli, attrezzo in cui ci vuole molta forza, soprattutto nelle braccia e nella pancia; un altro attrezzo è il cavallo che, a differenza del cavallo che si usa nel volteggio, ha due maniglie. Si mettono le mani sulle maniglie e bisogna far girare le gambe attorno al cavallo senza che lo tocchino. Questo movimento si chiama orologio. Alcuni dei ginnasti italiani più famosi sono Yuri Chechi e Vanessa Ferrari, che hanno vinto molti titoli mondiali. Per fare ginnastica ci vogliono molti muscoli, il cuore e molta volontà. A me piace molto perché mi sento libera, posso fare quello che desidero. Elena Lorenzoni 1A La caccia: uno sport che non mi piace Dovete saper che la caccia è descritta come l arte di catturare o uccidere animali selvatici con trappole e con armi. In epoca storica la caccia assunse presso molti popoli i caratteri di esercizio sportivo. Secondo il sistema usato per l'uccisione o la cattura degli animali si distinguono varie forme di caccia che si possono raggruppare in quattro categorie principali: 1) la caccia con armi 2) la caccia a volo o falconeria 3) la caccia con trappole e mezze trappole 4) la caccia ad inseguimento o a corsa. Si divide anche secondo la natura dei luoghi e della selvaggina: 1) la caccia in pianura. 2) la caccia in montagna. 3) la caccia in mare. O- gni anno nel nostro paese i cacciatori uccidono più di 150 milioni di animali: caprioli, volpi, lepri, conigli, anatre, cinghiali, fagiani. Gli animali più fortunati muoiono subito, mentre altri rimangono feriti e muoiono agonizzanti dopo minimo 5 ore e massimo una settimana. La caccia viene addirittura associata alle pratiche sportive e i cacciatori giustificano questo loro hobby con argomentazioni che richiamano il sentirsi libero, il trovare il proprio spazio o trascorrere una giornata all'aria aperta. Ma in verità non è proprio così, perchè la caccia non presuppone una competizione tra partecipanti aventi uguali capacità e possibilità, perchè i cacciatori uccidono senza scrupolo gli animali indifesi e purtroppo hanno a loro favore le istituzioni nazionali. Ci sia, però, di conforto sapere che il numero di cacciatori diminuisce ogni anno: ad esempio nel 1980 i cacciatori erano e invece oggi sono meno di L'87% degli Italiani sono contrari alla caccia. Ma, cari lettori, non scordiamoci del bracconaggio; si parla di bracconaggio non solo nel caso in cui le vittime siano specie protette ma anche quando la caccia viene praticata illegalmente cioè con trappole che fanno soffrire gli animali. Il bracconaggio può essere di due tipi: 1) specialistico o professionistico che consiste nell uccidere gli animali protetti per ricavarne la pelliccia da commercializzare clandestinamente e guadagnarci un sacco di soldi, minimo e massimo solo per un animale. 2) popolare che consiste nel violare la legge soprattutto per quanto riguarda i modi, i tempi prestabiliti e le specie vietate. E adesso cari lettori vi lascio riflettere su tutti gli animali che sono morti per colpa di questo finto sport: LA CACCIA. Andrea Alaia 2A

12 Pagina 12 L EQUITAZIONE L equitazione non è molto conosciuta, per lo meno come disciplina sportiva: molti la considerano un bel passatempo o qualcosa di piacevole da regalarsi ogni tanto. In realtà per chi come noi sceglie di praticarla a livello agonistico è un vero e proprio sport che richiede impegno, passione, amore, tanta pazienza e presuppone un rapporto molto speciale con l animale. Senza nulla togliere alle altre attività, è evidente che un cavallo non è come una racchetta da tennis o un paio di sci che depositi dopo gli allenamenti, ma un essere vivente, che ha bisogno di cure e attenzioni quotidiane, con le proprie potenzialità e i propri limiti, con i propri umori e giornate no di cui devi imparare a tenere conto. Dietro ad una grande prestazione agonistica ci sta sempre un lungo lavoro non solo di allenamento, ma anche di costruzione di un rapporto di fiducia e di sintonia fra il cavaliere e il cavallo. E fondamentale, se vuoi avvicinarti a questo sport, avere la consapevolezza che il corretto rapporto uomo-animale e la tutela della sua salute e benessere sono alla base di ogni risultato sportivo. Quello che impari ben presto a capire, praticandolo, è che pur essendo uno sport individuale, in realtà ha molte caratteristiche del gioco di squadra, di una piccola squadra, un binomio: il cavaliere può essere anche il miglior cavaliere del mondo, ma se non c è complicità con il cavallo, difficilmente arriverà a superare il primo o- stacolo. E quando si vince si vince in due, quando si cresce, si cresce in due. E qui, ve lo diciamo subito, sta anche la magia dell equitazione. Come in tutti gli altri sport gli inizi sono sempre i momenti più duri, quando ti sembra di non ottenere risultati e ti viene voglia di mollare (cosa che, credeteci, fanno in molti); in realtà col passare del tempo e con primi risultati diventa difficile farne a meno; capisci che non è solo fatica, ma anche molta soddisfazione. Ci presentiamo: siamo due amazzoni abbastanza esperte che ormai montano da molti anni e come tutti gli sportivi sappiamo quanto lo sport sia una palestra di vita in cui si imparano valori importanti, oggi spesso ignorati, come la lealtà e il rispetto. Quello che vorremmo è trasmettervi la nostra passione per l equitazione che nasce dall amore per gli animali in generale. Molti credono che il cavallo sia privo di sentimenti, invece è un animale sensibile e splendido, capace di coniugare salute, sport, natura e ci ha sempre affascinato. Il cavallo che noi tutti conosciamo e amiamo discende da antichissimi mammiferi onnivori che vivevano nelle foreste e che non erano più alti di sessanta centimetri. Questi minuscoli antenati di tutti gli equini fra cui i nostri grandi cavalli si sono lentamente abituati a vivere in ambienti aperti, praterie e steppe, nutrendosi di erba secca e foglie. Si pensa che i primi cavalli siano stati addomesticati addirittura quattromila anni fa dagli antichi mongoli che li utilizzavano in grande quantità per combattere e conquistare nuovi territori. Pensate quanta strada hanno fatto da allora uomo e cavallo insieme fino ad arrivare alle nostre scuderie moderne, dove vengono allevati con la massima cura ed attenzione. Ora dobbiamo fermarci, ma speriamo che le nostre riflessioni vi aiutino a capire quanto bello e affascinante sia questo sport. Bianca Tajarollo, Ilaria Testa 2A - Una gallina va a confessarsi: Padre mi perdoni perché ho molto beccato.

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