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1 Bocconi University From the SelectedWorks of federico ghezzi Winter December, 2014 La cessione dei diritti audiovisivi del Campionato di calcio di Serie A, tra regolazione procompetitiva e tutela della concorrenza) federico ghezzi Mariateresa Maggiolino Available at:

2 La cessione dei diritti audiovisivi del Campionato di calcio di Serie A, tra regolazione procompetitiva e tutela della concorrenza ( * ) di Federico Ghezzi e Mariateresa Maggiolino ( a ) SOMMARIO: 1. La cessione dei diritti audiovisivi relativi ai campionati di calcio di serie A, il Decreto Melandri/Gentiloni e le possibili alternative di merito e metodo I mercati della distribuzione di contenuti audiovisivi: evoluzione tecnologica e convergenza I campionati di calcio: eventi premium, "must have", o essential facilities? - 4. I campionati tra interazione, cooperazione ed equilibrio competitivo La vendita collettiva dei diritti audiovisivi sportivi L'impatto della vendita in esclusiva e i rimedi per evitare che il monopolio a monte si trasferisca a valle Alcune considerazioni sul disegno ottimale delle modalità di cessione dei diritti audiovisivi sportivi. 1. In questi mesi si è a lungo discusso del modo in cui la Lega Nazionale Professionisti di Serie A ha organizzato e gestito il processo competitivo di assegnazione dei diritti audiovisivi per il Campionato di calcio di Serie A per le prossime tre stagioni ( 1 ). Come è noto, l aggiudicazione avviene nell ambito della cornice normativa dettata dal decreto legislativo Melandri/Gentiloni (D.lgs. 9/2008) ( 2 ). In particolare, * Il presente scritto riprende in parte sviluppa il testo della relazione presentata da Federico Ghezzi al seminario Marketing dei diritti audiovisivi sportivi tra diritto europeo ed ordinamento interno: le evoluzioni del mercato dopo FAPL Università Bocconi, Milano, 9 maggio 2014, poi pubblicata con il titolo Cessione di diritti audiovisivi nel settore del calcio, esclusive e diritto della concorrenza in S. GOBBATO, O. POLLICINO, a cura di, Eventi sportivi e diritti audiovisivi: le esclusive tra concorrenza e regolazione, Aracne Ed., Ringraziamo in particolare Sara Gobbato per la documentazione, gli stimoli e le osservazioni formulate ad una precedente versione dello scritto, nonché Eugenio Bruti Liberati, Andrea Pezzoli, Giovanni Moglia e Antonio Nicita per gli utili suggerimenti (la responsabilità per quanto scritto rimane ovviamente esclusivamente nostra). a Sebbene il lavoro sia frutto di una ricerca comune, a Federico Ghezzi si devono attribuire i paragrafi da 2 a 4, a Mariateresa Maggiolino i paragrafi 5 e 6; i paragrafi 1 e 7 sono da attribuirsi ad ambedue gli autori. 1 Più precisamente, oggetto di cessione sono stati (suddivisi in diversi pacchetti) il Campionato di Serie A, la Coppa Italia, la Supercoppa, il Campionato Primavera, la Coppa Italia Primavera, la Supercoppa Primavera. La ripartizione definitiva per i diritti nazionali (i diritti di trasmissione esteri verranno aggiudicati nell ottobre 2014) è avvenuta nel giugno 2014, a seguito di un accordo tra i due principali operatori televisivi dopo che i risultati dell asta erano stati oggetto di forti critiche, diffide e contro diffide tra le parti. Si veda il resoconto di M. Bellinazzo, e A. Biondi, Diritti Tv Serie A: Accordo raggiunto, a Sky tutti i match per 572 milioni e a Mediaset le big per 373 milioni, ne Il Sole 24 Ore del 26 giugno Al momento in cui si scrive, nessuna istruttoria antitrust è stata avviata per vagliare la tenuta concorrenziale degli accordi raggiunti tra i principali operatori e la Lega. 2 D.lgs , n. 9, disciplina della titolarità e della commercializzazione dei diritti audiovisivi e relativa ripartizione delle risorse, in GU del 1 febbraio 2008 (rettifica in GU n. 93 del 19 aprile 2008). Per un analisi approfondita del Decreto Melandri si veda, per tutti, E. MORELLI, I diritti - 1 -

3 l art. 8 del D.lgs. 9/2008 disciplina l assegnazione di tali diritti con il fine di favorire un esito in cui non vi sia un unico vincitore che possa accaparrarsi l intera offerta. Infatti, l organizzatore della competizione nel nostro caso la Lega Calcio «è tenuto ad offrire i diritti audiovisivi mediante più procedure competitive, ai fini dell'esercizio degli stessi per singola piattaforma ovvero mettendo in concorrenza le diverse piattaforme, ovvero con entrambe le modalità. Nell ipotesi in cui vengano messe in concorrenza diverse piattaforme, l organizzatore della competizione è tenuto a predisporre più pacchetti. L'organizzatore della competizione deve predisporre pacchetti tra loro equilibrati in modo da garantire la presenza, in ciascuno di essi, di eventi della competizione di elevato interesse per gli utenti». L art. 9, comma 4, del D.lgs. 9/2008 prevede inoltre la c.d. no single buyer obligation secondo cui è «fatto divieto a chiunque di acquisire in esclusiva tutti i pacchetti relativi alle dirette, fermi restando i divieti previsti in materia di formazione di posizioni dominanti», laddove l art. 10, comma primo, del D. lgs. 9/2008 dispone che i contratti di licenza tra la Lega Calcio e le emittenti televisive abbiano una durata massima di tre anni ( 3 ). E, per completare il panorama delle disposizioni rilevanti, si deve da ultimo segnalare che l organizzatore della competizione non è tenuto necessariamente a cedere a terzi i diritti audiovisivi. Infatti, se ed in quanto compatibile con la normativa antitrust, è possibile per l organizzatore realizzare una «propria piattaforma, previo ottenimento dell occorrente titolo abilitativo, ovvero realizzare prodotti audiovisivi e distribuirli direttamente agli utenti, attraverso i canali tematici ufficiali ovvero attraverso un proprio canale tematico, accedendo ai necessari servizi tecnici e commerciali a condizioni eque, trasparenti, non discriminatorie e orientate ai costi». In sintesi, il ventaglio delle alternative previste dal Decreto Melandri/Gentiloni è alquanto ampio. La Lega Calcio può decidere se offrire o meno i diritti tramite procedura competitiva. Nel caso in cui intenda offrirli, i vincoli principali sono quelli della durata massima e del divieto di assegnare tutti i pacchetti al medesimo soggetto. Infine, nel mettere all asta i diritti, la Lega Calcio può assegnare i diritti in funzione delle di- audiovisivi sportivi. Manuale giuridico, pratico e teorico sui diritti di trasmissione degli eventi sporti a seguito della riforma Melandri, Milano Si vedrà nei prossimi paragrafi come questi limiti cristallizzino in previsioni normative le condizioni imposte (e spesso ritenute eccezionali) in alcune decisioni della Commissione europea relative alla vendita congiunta dei diritti della Champions League e di alcuni campionati di calcio nazionali

4 verse piattaforme tecnologiche, oppure può mettere in concorrenza i vari operatori avendo però l accortezza di offrire a questi ultimi una pluralità di pacchetti tra loro equilibrati, ossia contenenti ciascuno eventi di elevato interesse per gli utenti ( 4 ). In questo lavoro non ci proponiamo di effettuare un esame delle singole disposizioni rilevanti del Decreto Melandri/Gentiloni, così come ci asterremo dal commentare il modo in cui sono stati in concreto organizzati i pacchetti di diritti messi in competizione nell ultima tornata di assegnazione dei diritti, nonché la tenuta concorrenziale degli accordi tra o- peratori che sono stati assunti a seguito all esito della procedura ( 5 ). Intendiamo invece concentrarci sul problema in una chiave più prospettica, guardando cioè sia all evoluzione dei mercati della fruizione dei contenuti audiovisivi e, soprattutto, delle alternative relativamente ai modi di diffusione del segnale, sia alle principali esperienze europee, oltre che alle decisioni assunte in questo ambito dalla Commissione europea con particolare riferimento alla trasmissione di eventi sportivi premium ( 6 ). L idea di fondo che vorremmo sviluppare è che la convergenza tecnologica, la quale in altri paesi è già una realtà, e che anche nel nostro paese è comunque in atto, rende non più attuale una assegnazione dei diritti sulla base delle modalità tecniche con le quali il segnale televisivo è diffuso (le diverse piattaforme cui fa riferimento la legge italiana) ( ). Le 7 dif- 4 Per una visione critica del D. lgs. 9/2008 sotto il profilo concorrenziale v. per tutti J.F. DIAZ, V. FORTI, La disciplina antitrust della nuova legislazione sui diritti di trasmissione: quid novi sub sole?, In Riv. dir. ec. sport, 2, 2008, 13 ss.; per una veloce rassegna dell evoluzione normativa nel campo dei diritti audiovisivi sportivi v. A. DE MARTINI, La disciplina dei diritti televisivi nello sport, in Riv. dir. ec. sport, 2011, 2, 32 ss. nonché E. APA, L evoluzione delle regole del mercato dei diritti del calcio in Italia e in Europa, I-com, Una analisi dei pacchetti è offerta in L. SANTORO, La guerra dei diritti TV sul campionato di calcio ( 15/ 18), che si può leggere in 6 Nella nozione di contenuti premium, la prassi antitrust fa generalmente ricadere i contenuti cinema e sport particolarmente attrattivi che, in quanto tali, sono considerati un motore di abbonamenti e dunque una prerogativa essenziale per il successo delle offerte a pagamento. In Francia, l Autorité de la concurrence riconosce, tuttavia, che i contenuti premium non sono prerogativa della pay-tv ma rilevano anche per la televisione gratuita, per la quale generano maggiori audience e entrate pubblicitarie (in tal senso, con riferimento ai contenuti sport premium, si veda ad es. bein Sports/Canal Plus, decisione dell Autorité de la Concurrence n. 14-MC-01 del 30 luglio 2014, punti 76-77). Secondo questo approccio, dunque, nel mercato televisivo tutti gli operatori (quale che sia il modello di business prescelto, pay o free) competono tra loro per acquisire i contenuti attrattivi e, quindi, l attenzione degli spettatori con conseguenti maggiori entrate (siano esse da abbonamenti e/o pubblicitarie). 7 Questa strada era fortemente auspicata, dieci anni orsono, da G. CREA, A. GANNACCARI, Il binomio banda larga e industria dei contenuti tra innovazione, diritto antitrust e regolazione, in M.C.R., 2005, 77 ss, in particolare

5 ferenze, pur presenti, tra satellite, cavo, digitale e internettv sotto il profilo tecnologico e soprattutto del grado di penetrazione del segnale sono sempre più contenute e le varie modalità di distribuzione del segnale televisivo possono essere semplicemente integrate in un unico apparecchio ( 8 ). In secondo luogo, occorre a nostro avviso prendere atto che, quando si vagliano gli accordi tra o con imprese che operano nel settore dello sport, la valutazione di determinate condotte, quali la cessione congiunta dei diritti di trasmissione di un campionato o di un torneo sportivo, deve tenere conto delle specificità dello sport, che possono modificare profondamente sia il modo in cui si apprezza una condotta, sia l esito di tale valutazione ( 9 ). Proprio in tema di cessione di diritti di trasmissione televisiva, la circostanza che una lega o un associazione di squadre e team sportivi venda congiuntamente i diritti di trasmissione ad un certo prezzo, vietando al contempo alle singole associate di trattare singolarmente i medesimi diritti, dovrebbe essere equiparata ad un cartello di vendita, ossia ad un intesa hard core certamente vietata. La specificità dello sport e del modo in cui i team sportivi competono nell ambito di un campionato o di un torneo consente, a certe condizioni, di raggiungere una conclusione radicalmente diversa ( 10 ). In terzo luogo, pensiamo che sotto il profilo della concorrenza la questione circa l assegnazione dei diritti televisivi dipenda criticamente dal 8 Più in particolare, se continuano ad esservi distinzioni, ad esempio in tema di grado di interattività, queste paiono meno rilevanti nel campo della diffusione di eventi sportivi in diretta. Cfr. sull argomento T. TOFT, Ec Competition Law asepcts: Sports Rights in a converging technology environment, relazione presentata al convegno su Broadcasting & EC Competition Law, London, 30 March Che il diritto della concorrenza possa applicarsi anche all attività sportiva, se ed in quanto qualificabile come attività economica, è risultato da tempo acquisito nella giurisprudenza europea. Cfr. Corte di giustizia, , causa 36/74, Walrave & Koch c. Union Cycliste Internationale, in Raccolta, 1405; , causa 13/76, Dona v. Mantero, in Raccolta, Per un utile esame dei principali problemi riguardanti la relazione tra sport e concorrenza cfr. COMMISSIONE EUROPEA, The White paper on Sport, COM(2007)391final, Bruxelles 2007; si veda altresì il documento di discussione in COMMISSIONE EUROPEA, The EU and Sport: Background and Context, Commission Staff Working Paper accompanying the White Paper on Sport, SEC(2007)935, Bruxelles, Su questo tema si vedano, ad esempio, A.C.T. SMITH, B. STEWART, The Special Features of Sport: A Critical Revisit, in 13 Sport Management Review, 2010, 1-13; A. SANTA MARIA, Professional Sport and Competition, in Antitrust between EC Law and National Law, a cura di E.A. Raffaelli, 2005, ; L. ROSSI- LINDSTROM, S. DEWAELE, D. VAIGAUSKAITE, Application of EC Antitrust Rules in the Sports Sector: An Update, in Competition Policy Newsletter, 2005, 3, 72-77; O. BUDZINSKI, The Institutional Framework for Doing Sports Business: Principles of EU Competition Policy in Sports Markets, Int. Ass n of Sports Economist W.P. Series, No V. inoltre A. PEZZOLI, P. BUCCIROSSI, Calcio, diritti televisivi, e concorrenza, in Conc. Merc., 1996,

6 rilievo che l evento sportivo assume nell ambito del palinsesto offerto dalle televisioni a pagamento. In alcuni paesi europei si ritiene che il campionato nazionale di calcio sia un must have, ossia rappresenti il principale e più potente motore trainante degli abbonamenti e della raccolta pubblicitaria di una emittente a pagamento, tanto da causarne financo l uscita dal mercato in caso di un suo mancato ottenimento. In Italia, vi sono alcuni indicatori secondo i quali, sotto un profilo e- conomico, per le televisioni a pagamento il Campionato nazionale di calcio di Serie A potrebbe addirittura assimilarsi ad una essential facility ( 11 ). È evidente come quest ultima considerazione rilevi ai fini della scelta e della valutazione competitiva delle modalità distributive. Nella situazione descritta l assegnazione in esclusiva, che pure renderebbe massimi i profitti dell organizzatore e gli incentivi dell assegnatario ad investire al fine di migliorare la qualità dei prodotti offerti ( 12 ), potrebbe determinare la monopolizzazione dei mercati a valle ( 13 ). Di conseguenza, laddove si intendesse preservare la concorrenza tra emittenti televisive a pagamento bisognerebbe consentire loro l accesso alla risorsa Campionato nazionale di calcio a condizioni eque e non discriminatorie. Tra questi due modelli puri (esclusiva e accesso generalizzato) vi sono poi altre soluzioni intermedie, come il tentativo di promuovere la concorrenza mediante l imposizione di rimedi, la previsione di clausole no single-buyer, o la assegnazione dei diritti tramite esclusive per piattaforma. Questo per quanto riguarda le possibili soluzioni di merito ai problemi concorrenziali che si incontrano nel mercato della distribuzione dei contenuti e relativi diritti sportivi. Sotto altro profilo, più di metodo, occorre comprendere come si dovrebbero adottare le suddette soluzioni, ossia bisogna stabilire quale ruolo dovrebbero giocare nel mercato tanto la regolazione economica di 11 Anche se i dati sembrano indicare una lieve perdita di rilevanza del Campionato di Calcio di Serie A quale driver degli abbonamenti delle Pay TV. Cfr. A. PRETA, Televisione e mercati rilevanti, Milano, 2012, ove si indica che gli utenti che avevano incluso il calcio nel loro pacchetto in abbonamento nel 2010 erano il 45% (mentre erano il 50% nel 2004); e più del 60% se si considerano il calcio e altri sport (mentre erano più del 70% nel 2004). 12 Cfr. già M. AMSTRONG, Competition in the Pay-TV market, in Journal of Japanese and International Economies, 1999, 257 ss. 13 Per una analisi sotto il profilo della teoria economica si veda A. NICITA, G.B. RAMELLO, Exclusivity and antitrust in media markets: the case of pay-tv in Europe, in 12 Int. Journal of the Economics of Business, 2005, 371 ss

7 rango primario e secondario, quanto il diritto antitrust. Tradizionalmente, infatti, la regolazione non solo protegge anche interessi altri da quelli meramente concorrenziali (quali il pluralismo dell informazione o la stabilità dei mercati finanziari, bancari e monetari) ma, quando chiamata a promuovere la concorrenza, abbraccia comunque una prospettiva generalista per creare nel presente quelle condizioni di mercato che incentiveranno le imprese a competere nel futuro ( 14 ). Diversamente, il diritto antitrust ha un raggio di azione ben più limitato, dovendo infatti tutelare hic et nunc il corretto funzionamento del mercato, ossia vietando solo quelle condotte (e, nello specifico, intese, abusi e concentrazioni) che nelle circostanze del caso concreto determinano un impatto negativo sulle variabili prezzo, quantità, varietà, qualità e innovazione che segnalano l andamento del consumer welfare nel breve e nel lungo periodo. Certo, questa distinzione teorica non trova un riscontro completo nella pratica, anche perché negli anni i legislatori hanno dotato le autorità della concorrenza di misure ben diverse dai più tradizionali strumenti di intervento inibitorio e sanzionatorio. Si pensi, ad esempio, alle decisioni con impegni in materia di intese e di abusi di posizione dominante o alle autorizzazioni condizionate alle concentrazioni che, alla stregua di svariate disposizioni regolamentari, si propongono non solo di tutelare nel presente il bene pubblico concorrenza, ma soprattutto di creare le condizioni affinché questo bene non venga più minacciato nel futuro. Tuttavia, la necessità di scegliere se affidare anche la stessa promozione (e non la mera tutela) della concorrenza al legislatore o alla regolamentazione, piuttosto che a una autorità antitrust resta cruciale, perché ciò che rimane diversa è la veste giuridica delle soluzioni così adottate. Più esplicitamente, è ben possibile che un problema di natura competitiva, come quello qui esaminato, possa risolversi nel merito con l imposizione di un obbligo ex ante a condividere i diritti audiovisivi. Nondimeno, altro è 14 Assai chiaramente sul punto B. TONOLETTI, Convergenza tecnologica e pluralismo informativo nelle comunicazioni elettroniche, in AA.Vv., Percorsi di diritto dell informazione, Torino, 2006, 313, dove la regolazione viene appunto descritta come «una produzione normativa di carattere strategico, pragmatico e adattativo, orientata non a produrre coercitivamente certi risultati (ad esempio imporre determinati prezzi), ma a far sì che questi risultati si producano per via di modificazioni spontanee dei comportamenti dei soggetti interessati, che agiscono adattandosi alle nuove condizioni (gli incentivi) definite dalla regolazione». Sempre in questa prospettiva cfr., dello stesso A., Il mercato come oggetto della regolazione, in questa Rivista, 1, 2014, 5 ss.. Sul punto si veda inoltre M. MAGGIOLINO, The regulatory breakthrough of competition law: definitions and worries, in F. DI PORTO, J. DREXL, Competition law as Regulation, Cheltenham, in corso di pubblicazione 2015, per una rappresentazione delle maggiori linee lungo le quali si distinguono gli interventi regolatori da quelli antitrust

8 contemplare questa imposizione all interno di un testo di legge o di altro regolamento, concependola in termini generali e preventivi, evidentemente rivolgendola alla totalità del mercato e attribuendole lunga vita in ragione di quelle che dovrebbero essere le normali caratteristiche del processo legislativo-regolatorio; altro è invece fare di questa imposizione un rimedio ad una infrazione alle regole concorrenza della concorrenza un infrazione che, per sua natura, è non solo immediatamente connessa alle specifiche circostanze economiche e giuridiche del caso concreto, ma altresì collocata in un tempo preciso, risultando peraltro non automaticamente vincolante rispetto a simili provvedimenti futuri. Ecco che allora pur proponendosi questo lavoro di considerare soprattutto i contenuti delle scelte che si dovrebbero adottare per rispondere alle esigenze competitive del mercato dei diritti audio-sportivi, intende altresì indagare, seppur brevemente, le ragioni per cui alcuni strumenti giuridici potrebbero apparire più opportuni di altri nel realizzare detti contenuti. 2. Il settore televisivo ha conosciuto un evoluzione tecnologica e una trasformazione costanti nel corso del tempo. Se si dovesse individuare la linea di tendenza più attuale, questa sembrerebbe essere quella del bundle tra servizi voce, internet e televisivi, favorita in prospettiva dalla diffusione della banda larga, delle smart tv e delle nuove generazioni di telecomandi, più completi, intuitivi e soprattutto interattivi ( 15 ). Lo schermo televisivo rimarrà importante anche in futuro, se non altro per la diversa esperienza che suscita vivere e vedere insieme - e quindi condividere - determinati eventi, siano essi un film o soprattutto un evento sportivo; tuttavia, grazie alla banda larga le televisioni tradizionali (via cavo, satellite e digitali) subiranno sempre più acutamente la concorrenza di provider internet e over the top (si pensi ai vari Netflix, Nowtv, mytv, PrismTV) che in alcuni segmenti dell offerta, quali quello dei film, ma anche dei documentari, dei cartoni animati, delle serie tv, e delle news hanno rapidamente conquistato la scena e, soprattutto, guadagnato notevolissime quote di mercato. 15 Cfr. OECD, Global Forum on Competition Competition Issues in Television and Broadcasting Background Note - DAF/COMP/GF(2013)2, 7; per uno sguardo alla situazione italiana cfr. D. MESSINA, Il pluralismo radiotelevisivo nel panorama della convergenza tecnologica: il caso della Web Tv e delle Overthe-Top TV, in Diritto Mercato Tecnologia, n. 4, 2013, 85 ss

9 In Inghilterra sono nati servizi quali YouView, che combina tecnologie IP e TV e include nella medesima interfaccia operatori quali BBC, ITV, Channel 4 e Channel 5, British Telecom, TalkTalk, e il Network Service Provider Arqiva (3 milioni di utenti stimati nel dicembre 2014) ( 16 ). Gli stessi operatori voce e internet si sono affacciati di prepotenza nel settore televisivo, lanciando propri canali e piattaforme e non limitandosi più a veicolare pacchetti altrui. Esemplare è il caso di British Telecom in Inghilterra, che ha avviato i propri canali sportivi e, partecipando all asta per i diritti UEFA Champions League ed Europa League, si è assicurata l esclusiva triennale a partire dal 2015, con una offerta di quasi 900 milioni di sterline, rompendo pertanto il dominio ventennale di BSkyB ( ). 17 Ancora, si può osservare l evoluzione del mercato negli Stati Uniti, in cui le televisioni via satellite stanno arrendendosi all attacco degli operatori voce ed internet, acconsentendo a fusioni con questi ultimi per potere adeguarsi al mercato e offrire servizi interattivi combinati voce, internet e televisivi. È del 1 maggio 2014 la notizia che DirectTV, la seconda televisione a pagamento americana con 20 milioni di utenti, starebbe trattando con ATT per fondere le rispettive attività ( ). 18 Di fatto, molti di questi operatori in bundle sono o diverranno piattaforme di produzione e distribuzione di contenuti, anche premium, che tenderanno a scardinare i modelli attuali, poco interattivi e in cui l utente è mero fruitore di un palinsesto predeterminato. Basterebbe al riguardo pensare all effetto di un sistema come Netflix, con la sua enorme library cinematografica, integrato in una smarttv, sulla propensione ad abbonarsi ai tradizionali canali dedicati al cinema. 16 La stima è indicata in ACCENTURE, The eyes have it. Guess who controls the future of TV, 2013, La notizia è stata riportata con molta enfasi dai principali quotidiani britannici (si veda ad es. il sito on line della BBC: del 9 novembre 2013). British Telecom ha formulato un offerta quasi doppia rispetto a quella che BSkyB aveva presentato nella passata asta per l assegnazione dei diritti. 18 Si veda il Wall Street Journal del 1 maggio 2014, 13. Un analogo matrimonio si è consumato tra Comcast e Time Warner Cable, suscitando numerose perplessità sotto il profilo competitivo. Si veda FCC (Jan. 20, 2011), In the Matter of Applications of Comcast Corporation, General Electricity Company and NBCUniversal Inc for Consent to Assign Licenses and Transfer Licenses, MB Docket No L operazione è stata infine autorizzata con un Consent Decree nel quale sono stati imposti numerosi impegni. V. United States District Court for the District of Columbia (September 1, 2011), United States of America, State of California, State of Florida, State of Missouri, State of Texas and State of Washington Final Judgment, Case 1:11-cv Judge Leon, Richard J

10 Ora, per molti motivi queste evoluzioni toccheranno il nostro Paese gradualmente e in ritardo. In Italia, la banda larga e le connessioni veloci sono una realtà che riguarda ancora oggi una fetta di popolazione e soprattutto aree del territorio nazionale limitate, con costi di accesso non indifferenti. Lo stesso digitale terrestre ha una diffusione non del tutto uniforme sul territorio, soprattutto in termini di varietà dell offerta. Tuttavia, anche in Italia si stanno insediando e consolidando realtà importanti e integrate, quali Infinity, del gruppo Mediaset, TIMvision, del gruppo Telecom, Skyonline, del gruppo Sky, ma anche Chili TV, che, con formule diverse e tra loro competitive, offrono via internet contenuti in streaming che spaziano dal cinema alle serie tv, dai concerti ai cartoni animati e ai documentari, dai canali televisivi ai contenuti delle web TV, fruibili su computer, tablet, smartphones, smart tv, ma anche televisioni tradizionali, con un semplice cavo HDVI di connessione ( 19 ). La convergenza, ove vi sia una sufficiente diffusione della banda larga, significa pertanto progressiva eliminazione delle barriere all entrata di natura fisica, una maggiore interattività e libertà di scelta per il consumatore ( 20 ), che può crearsi il suo palinsesto, ma significa pure concorrenza tra modalità diverse di fruizione (schermo televisivo tradizionale, computer, tablet, smart phones), le quali sono peraltro tra loro dialoganti e interconnesse, come le smart tv dimostrano chiaramente. Ciò comporta che perde progressivamente senso offrire separatamente i diritti in funzione della modalità o piattaforme di trasmissione (ad esempio via satellite, via cavo, via internet o digitale). Le televisioni di nuova generazione sono infatti abilitate a ricevere tutti questi segnali e la fruizione e la qualità di ricezione non cambiano in modo significativo per 21 gli utenti ( ). Questo è insomma il motivo per cui le c.d. esclusive per 19 Per una analisi dei mercati televisivi in Italia si veda A. PRETA, Television and Relevant Markets, Elements for a critical insight in the light of the ongoing changes, Florence, 22 March Ad esempio, molti eventi sportivi minori sono visibili gratuitamente sul portale Youtube, nell ambito della piattaforma video Sport Hub. Per molti sport olimpici che non hanno una copertura diffusa al di fuori delle Olimpiadi, quali il ping pong, la lotta libera, la pallamano, la scherma, lo judo, l atletica, ecc., la piattaforma consente di trasmettere in diretta e in differita tutti i principali eventi. 21 Se l abbonamento ad un canale televisivo via internet costasse la metà del medesimo abbonamento via digitale, con la banda larga sarebbe possibile ricevere lo stesso segnale con un cavo connettore da PC a televisore (se si possiede una televisione tradizionale), oppure direttamente con una smarttv. Per quanto concerne i film, le piattaforme internet consentono di vedere i lungometraggi in streaming in versione HD. Sotto il profilo tecnico e qualitativo il segnale trasmesso via IPTV non è ancora comparabile con quello della televisione digitale e via satellite. Tuttavia, gli operatori IPTV «are continuously introducing changes, which are meant not only to improve their coverage, but also to bring the level and reliability of their TV services closer to the quality offered by - 9 -

11 piattaforma rappresentano un modello di non esclusiva e, peraltro, hanno avuto l effetto di contribuire a creare o mantenere in vita artificialmente un duopolio ( 22 ), talvolta a detrimento del benessere del consumatore ( 23 ). Questo è poi il motivo per cui in tutti i principali paesi europei (ma non invece in Italia) la tendenza, in risposta ai cambiamenti tecnologici, consiste nel vendere i diritti di trasmissione sulla base del principio di neutralità della piattaforma, e tenendo conto delle finestre temporali ( 24 ). Diviene invece più importante offrire servizi disegnati specificamente per il tipo di dispositivo utilizzato ( 25 ). 3. In prospettiva, dal punto di vista dell offerta la sempre maggiore convergenza, che come si è detto significa maggiore concorrenza su molti segmenti dell offerta audiovisiva, anche premium, quali quelli relativi alla visione dei film di cassetta, delle serie tv, dei documentari, ecc., rende ancor più fondamentale, per resistere sul mercato, la differenziazione e the traditional digital TV operators». OECD, Background Note to Global Forum on Competition: Competition issues in television and broadcasting, DAF/COMP/GF/WD(2013)2, Paris 2013, 25. Soprattutto, guardando al contesto nazionale, se si considerano esclusivamente il satellite e il digitale, non sembra avere alcuna ragione d essere la differenziazione delle offerte sotto il profilo economico (come noto, nell assegnazione dei diritti , è stato calcolato che i costi per l operatore satellitare fossero pari al doppio di quelli sopportati dell operatore del digitale terrestre, ciò che non pareva assolutamente giustificato dalla diversa composizione dei pacchetti: v. G. GANGEMI, B. ZAMBARDINO, Un calcio al futuro. Diritti televisivi della Serie A e rilancio del Sistema, cit.). 22 Quanto detto è vero a livello Europeo. Cfr. ASSER INSTITUTE, Study on sports organisers rights in the European Union, Amsterdam 2014, 94-97, ove la comparazione tra i maggiori paesi per quanto concerne il periodo porta a concludere che «the most valuable media rights, i.e. the live rights for pay TV exploitation, are usually acquired by two operators. At least in these markets, the main vertical effect of the chosen remedies has been that in the downstream market a duopoly emerged in the place of a monopoly». In compenso, quando si è trattato di vendere i pacchetti in un contesto platform-neutral, la battaglia competitiva per aggiudicarsi i pacchetti migliori da parte di due concorrenti forti ha condotto ad un incremento esponenziale del valore di aggiudicazione dei pacchetti stessi. 23 Ciò soprattutto laddove gli utenti siano stati costretti ad acquisire più di un abbonamento per assicurarsi la visione di tutti gli eventi desiderati. Ciò ha ad esempio portato il regolatore inglese, Ofcom, a imporre a BSkyB di offrire i propri canali sportivi agli utenti delle altre piattaforme di trasmissione. Cfr. OFCOM, Pay TV Statement, In Italia, invece, secondo talune fonti, la concorrenza interpiattaforma ha condotto ad una riduzione dei prezzi degli abbonamenti, indotta dalla concorrenza tra digitale e satellite. Si veda G. GANGEMI, B. ZAMBARDINO, Un calcio al futuro. Diritti televisivi della Serie A e rilancio del Sistema, Roma, 17 febbraio 2014, ASSER INSTITUTE, Study on sports organisers rights in the European Union, cit., 72, ove si nota che in generale i diritti sono venduti sulla base delle finestre temporali (live, near-live, differite, highlights, spezzoni, ecc.). 25 Si pensi ad esempio agli highlights e alle clips dei goal per i dispositivi mobili

12 l innovazione intese come accesso in esclusiva a contenuti premium sportivi ( 26 ). E qui veniamo all altra faccia della medaglia, ossia alla essenzialità di avere nel proprio palinsesto eventi premium, in particolare sportivi, distintivi, il vero collo di bottiglia nei mercati dell emittenza ( ). 27 Il punto merita di essere sviluppato con qualche dettaglio. Occorre infatti osservare che sebbene sia i film di cassetta, sia gli e- venti sportivi siano rilevanti per il successo delle televisioni a pagamento, i programmi sportivi hanno caratteristiche tali da renderli insostituibili ai fini della costruzione di un bouquet di canali televisivi in grado di attrarre e mantenere la relazione con la clientela. Gli eventi sportivi premium, e per quanto concerne l Europa i campionati nazionali e i principali tornei continentali di calcio, coinvolgono un pubblico televisivo con potere di acquisto superiore alla media, particolarmente interessante sotto il profilo dell investimento e quindi della raccolta pubblicitaria ( 28 ). Ancora, la trasmissione dei principali eventi sportivi consente alle piattaforme televisi- 26 OXERA, Marketing of football broadcasting rights: is competition off-side? London, January 2014, 2; OECD, Background Note to Global Forum on Competition: Competition issues in television and broadcasting, cit., 17 ss.: «whereas technological convergence, and digitalisation in particular, have gradually resolved the problem of spectrum and channel scarcity, convergence has not, as a matter of fact, had any direct impact on the provision of content. As there are only a few blockbuster and a limited number of premium sport events every year, content has consequently become scarcer, and has effectively become a new bottleneck in the broadcasting market». Cfr. inoltre M. FERRERO, Diritti sportive e concorrenza. Un binomio più agevole in futuro?, in S. GOBBATO, O. POLLICINO, a cura di, Eventi sportivi e diritti audiovisivi: le esclusive tra concorrenza e regolazione, Aracne Ed., 2014, V. sul punto, significativamente, D. GERADIN, Access to Content by New Media Platforms: A Review of the Competition Law Problems, in Eur. L. Rev., 2005, 18-28, nonché A. PRETA, L. ZAMENGO, The Role of exclusivity in premium content distribution: economic efficiency and social welfare, paper presentato al Convegno annuale della società degli Economisti, Trento 2014 (quando il presente lavoro era già in bozze, il paper è stato pubblicato, in italiano, con il titolo Il ruolo dell esclusiva nell acquisizione de diritti sportivi: efficienza economica e benessere sociale, in Conc. merc., 2014, 61 ss.. L idea che non possa esserci televisione a pagamento senza esclusive con riguardo agli eventi sportivi premium è peraltro risalente e condivisa dagli stessi operatori. Cfr. ad esempio la dichiarazione fatta da R. Murdoch nella relazione presentata all assemblea generale degli azionisti di News Corp., il , ad Adelaide, ove si legge che occorre considerare «sports as battering ram and a lead offering» nel ventaglio dell offerta televisiva a pagamento. 28 Ciò significa che gli slot pubblicitari durante i programmi sportivi possono essere venduti a prezzi relativamente più elevati rispetto alla media. Cfr. Commissione europea, COMP/37.398, Vendita congiunta dei diritti della UEFA Champions League, in GU L291, 2003, 25, 73. Inoltre, in particolare gli eventi sportivi più popolari, quali il calcio, hanno una specificità ulteriore. Oltre che audience particolarmente e sistematicamente elevate attraggono audience omogenee, rendendo più appetibili gli investimenti pubblicitari anche sotto questo profilo; inoltre, i campionati nazionali di calcio hanno altresì la caratteristica di attrarre una audience elevata per un periodo particolarmente lungo nel corso dell anno, giustificando gli abbonamenti annuali. In questo senso vedi già A. PEZZOLI, Il calcio visto dal divano, in M.C.R., 2000,

13 ve di sviluppare una immagine specifica e distintiva, la quale a sua volta incoraggia gli utenti ad utilizzare tali piattaforme e i loro canali e contenuti quale punto di riferimento quando guardano la televisione ( 29 ). In questo senso, si può affermare che vi sia una elevatissima correlazione tra numero degli abbonati alle televisioni a pagamento e disponibilità di e- venti sportivi premium ( 30 ). Infine, per quanto concerne gli eventi sportivi premium, emerge una ulteriore caratteristica distintiva, ossia che la loro trasmissione è capace di attrarre una audience elevata se ed in quanto avvenga in diretta, rendendo ancor più essenziale il fatto di offrire tali contenuti premium nel proprio bouquet di programmi ( 31 ). Il caso italiano è poi peculiare, per la indiscussa rilevanza che il calcio ha nella nostra cultura, e per la assoluta preminenza che il Campionato di Calcio di Serie A ha assunto nei confronti di altre manifestazioni calcistiche e, a maggior ragione, di altri sport quale driver degli abbonamenti e degli ascolti ( 32 ). Non è irrilevante notare che mentre in altri paesi europei le emittenti televisive spendono in media il 75% del totale delle spese per diritti sportivi nel calcio, questa somma sale ad oltre il 90% in Italia ( 33 ). Per quanto concerne il calcio italiano, gli studi di settore confermano, sotto altro profilo, la tendenza a considerare centrali i diritti di trasmis- 29 Cfr. Commissione europea, , COMP/37.398, Vendita congiunta dei diritti della UEFA Champions League, 64 ss. 30 A titolo esemplificativo, quando in Germania la televisione a pagamento Premiere ha annunciato di non essere riuscita ad aggiudicarsi i diritti audiovisivi sulle dirette della Bundesliga, essa ha immediatamente perso il 42% del suo valore di mercato, e gran parte dei suoi abbonati, mentre la concorrente Arena, che si era aggiudicata quei diritti, ha aumentato in poche settimane la propria base clienti di unità. Cfr. ASSER INSTITUTE, Study on sports organisers rights in the European Union, Amsterdam, 2014, 63, nota 296; v. inoltre PWH, Changing the game, Outlook for the global sports market to 2015, December Così ASSER INSTITUTE, Study on sports organisers rights in the European Union, 63, nonché OECD, Background Note to Global Forum on Competition: Competition issues in television and broadcasting, cit., Tutti gli eventi premium sono rilevanti al fine di costruire un pacchetto di contenuti sufficientemente variegato e attrattivo per i consumatori. Tuttavia, gli eventi davvero trainanti sembrano essere quasi esclusivamente il Campionato di Calcio di Serie A e la Champions League, se è vero che nemmeno i Mondiali di calcio sono in grado di generare un aumento significativo degli abbonamenti, come ha rilevato la stessa Autorità garante della concorrenza sulla base dell analisi delle serie storiche mensili del numero degli abbonati ai diversi pacchetti offerti da Sky. Cfr. Autorità garante, , A429, RTI/SKY-Mondiali di Calcio, in Boll. 18/2013, Cfr. SPORTBUSINESS, Sportbusiness Intelligence, London, 2011; i dati comprendono anche i diritti per la trasmissione di Champions League ed Europa League

14 sione negli anni futuri ( 34 ). Sottolineano pure l aumento della percentuale delle entrate da vendita di diritti televisivi sul totale dei ricavi delle società calcistiche italiane ( 35 ). Attestano, infine, la rilevanza del legame tra entrate da diritti televisivi nazionali, investimenti nel prodotto (stadi, accesso del pubblico, giocatori), rinomanza del campionato e, quindi, vendita dei diritti a livello nazionale e internazionali ( 36 ). In sintesi, se nei principali paesi europei il legame tra entrate complessive delle squadre di calcio, diritti televisivi, e spesa per l acquisto di tali diritti da parte delle emittenti televisive è piuttosto forte, in Italia potrebbe dirsi simbiotico. Non stupisce, dunque, che sotto un profilo concorrenziale da tempo i diritti audiovisivi di eventi sportivi siano ritenuti input fondamentali per le dinamiche dei mercati a valle dell emittenza televisiva, tanto da fare affermare alla Commissione che: «i diritti su i film premium recenti e sugli eventi calcistici più regolari a cui partecipano squadre nazionali (in particolare le partite di campionato) tendono ad essere acquistati su base e- sclusiva dagli operatori di pay-tv e costituiscono il fattore essenziale (la motivazione ) che spinge gli utenti ad abbonarsi a un determinato canale o a una determinata piattaforma di pay-tv. Benché anche altri tipi di contenuti costituiscano un complemento importante al bouquet di una pay-tv, questi non sono necessariamente contenuti di tipo motivante» ). ( Per quanto concerne il 2012, le entrate da diritti di trasmissione televisiva del complesso delle squadre partecipanti al Campionato di Serie A erano pari ad una percentuale vicina al 50%, superiore a quella di tutti gli altri principali campionati nazionali europei, e pari a più del doppio rispetto alla Bundesliga (cfr. ASSER INSTITUTE, Study on sports organisers rights in the European Union, cit., figura 2.7, 67; v. inoltre G. GANGEMI, B. ZAMBARDINO, Un calcio al futuro. Diritti televisivi della Serie A e rilancio del Sistema, cit., 9-10). 35 A titolo indicativo, nella stagione risulta che la Juventus dipendesse dai diritti televisivi per il 61%; il Milan per il 53%, l Internazionale per il 48%, l AS Roma per il 53%, contro, ad esempio, il 36% del Real Madrid, il 25% del Bayern Monaco, il 28% del Manchester United, il 23% del Paris Saint-Germain o il 33% del Galatasaray. Sotto altro profilo, si deve osservare che, per quanto riguarda l Italia, la teledipendenza delle squadre di calcio non è mutata negli ultimi anni, se è vero che nella stagione i due terzi dei ricavi del Milan erano realizzati attraverso la vendita dei diritti televisivi (in questo senso si vedano i dati riportati in A. PEZZOLI, Il calcio visto dal divano, in M.C.R., 2000, ). 36 ASSER INSTITUTE, Study on sports organisers rights in the European Union, cit., 68: «media coverage is also important as an indirect driver of other revenue streams for professional sport. Media coverage raises a sports profile, increases the value of sponsorship deals, and has significant potential in attracting new supporters and driving up stadium attendance». 37 Commissione europea, , Caso COMP/M.2876, Newscorp./Telepiù,

15 Né stupisce che le considerazioni appena riportate valgano, a maggior ragione, in Italia: sulla base dei dati esposti in precedenza i diritti audiovisivi relativi al Campionato di calcio di Serie A paiono infatti assumere un ruolo addirittura essenziale ai fini della stessa permanenza sul mercato delle televisioni a pagamento. Ebbene, non c è bisogno di sottolineare che la concorrenza tra operatori televisivi a pagamento si concentra principalmente sulla differenziazione dei programmi e sull innovazione, facendo aumentare a dismisura il valore dei diritti. La differenziazione dei programmi in questi mercati significa essenzialmente accesso a contenuti specifici, c.d. premium, quali i film e gli eventi sportivi principali, mentre l innovazione significa esclusiva su tali eventi ( 38 ). Questo spiega perché l esclusiva è così rilevante nell acquisto dei diritti sportivi, e del calcio in particolare. In assenza di esclusiva, uno o più concorrenti potrebbero trasmettere gli stessi eventi sportivi, simultaneamente, su altri canali. Se il pubblico (l audience) venisse diviso su due o più piattaforme, il valore del prodotto si ridurrebbe più che proporzionalmente per ciascun operatore TV ( 39 ). Nel momento in cui si riconoscesse che l acquisizione dei diritti di trasmissione delle partite del Campionato di Calcio di Serie A è non solo rilevante, o fondamentale, ai fini della concorrenza nel mercato a valle, ma sia divenuta o continui ad essere un must have (o addirittura una risorsa essenziale) ai fini della permanenza sul mercato delle emittenti televisive a pagamento, ci si troverebbe dunque di fronte ad un trade off di assai complessa soluzione. 38 Cfr. ASSER INSTITUTE, Study on sports organisers rights in the European Union, cit., 71: «exclusivity is typically a core feature of sports media rights licensing agreements. Both sports organisers and licensees have strong commercial incentives to contract with each other on an exclusive basis. ( ) content media providers seek to acquire premium content that enables them to differentiate their offerings from that of their rivals. Since exclusive content strengthens their position to compete for audience shares and advertisers, exclusive selling increases media content providers willingness to pay. Also the sports organisers will typically prefer to sell right on an exclusive basis given that they seek to attract maximum rent for their content». 39 Cfr. OECD, Background Note to Global Forum on Competition: Competition issues in television and broadcasting, cit., 29: «As economic theory reveals, both right holders and broadcasters have incentives to contract with each other on an exclusive basis with respect to premium content. Given that content is a highly-differentiated product, television operators seek to acquire premium content as a means to differentiate their offerings from that of their rivals in order to compete effectively for a wider audience. They are particularly interested in acquiring it on an exclusive basis as they want to strengthen their position in the market and constrain competition from other market players». Cfr. altresì OXERA, Marketing of football broadcasting rights: is competition off-side?, cit., 3. D altro lato, gli organizzatori delle manifestazioni sportive tendono a vendere i diritti sulla base di contratti di esclusiva per estrarre la massima rendita possibile dalla cessione del contenuto premium

16 Se, allora, non si può negare che le nuove piattaforme e la convergenza hanno fornito un maggiore livello di concorrenza nel settore televisivo e un più facile accesso ai contenuti, i diritti sportivi rimangono, o anzi sono sempre più, una fonte di potere di mercato: in altri termini, con l aumentare della offerta di canali e dei modi di trasmissione, sempre più «content rights replace transmission bottlenecks as source of market power» ( 40 ). La vendita centralizzata dei diritti in esclusiva rischierebbe di riprodurre a valle il monopolio dell organizzatore dell evento. Un obbligo di vendita non in esclusiva ridurrebbe invece verosimilmente il valore dei diritti tanto per il venditore, quanto per le televisioni a pagamento che su tali diritti fondano la loro capacità di differenziarsi. Di qui l esigenza di individuare soluzioni che consentano alle leghe di massimizzare le entrate, senza che ciò distorca la concorrenza nel mercato a valle dell emittenza televisiva, penalizzando i consumatori. 5. Giunti a tal punto del ragionamento si deve aprire una breve parentesi. Si è dato per presupposto, finora, che la commercializzazione dei diritti di trasmissione degli eventi sportivi possa avvenire attraverso una vendita centralizzata ( 41 ). Non vi è dubbio, tuttavia, che tale modalità di contrattazione dei diritti rappresenti una intesa orizzontale di fissazione dei prezzi e delle quantità, oltre che di altre condizioni contrattuali. Una sorta di naked restraint che quindi a prima vista non potrebbe ammettersi dal punto di vista antitrust. Occorre allora darsi carico, ancorché brevemente, di illustrare quali siano le specificità dei mercati sportivi che possano giustificare, ed in che misura, questa modalità di vendita congiunta, altrimenti senz altro da considerarsi vietata e non esentabile ai sensi della disciplina delle intese contenuta nell art. 101 TfUE. Occorre cioè domandarsi perché lo sport sia un settore speciale, sotto il profilo antitrust, in particolare ove si considerino eventi quali tornei o campionati. Per rispondere al quesito proposto occorre procedere per gradi. 40 P. SEABRIGHT, H. WEEDS, Competition and Market Power in Broadcasting: Where Are The Rents?, 2006, ( vedi più in generale OECD, Global Forum on Competition - Competition Issues In Television And Broadcasting - Background Note, cit., 5 ss.; nello stesso senso, B. Tonoletti, Convergenza tecnologica e pluralism informative, cit., Le squadre di calcio o i team in generale possono comunque mantenere la possibilità di sfruttamento di alcuni diritti secondari

17 Si deve in primo luogo osservare che nel caso della vendita dei diritti sportivi, la creazione di un cartello a monte favorisce la massimizzazione congiunta dei profitti, ancorché a scapito delle squadre con una maggiore base di tifosi, le quali verosimilmente potrebbero guadagnare di più attraverso una vendita di tipo individuale ( 42 ), ed in favore delle squadre meno rinomate o con una base meno ampia di sostenitori. Questo effetto collusivo, certamente distante dal paradigma della competition on the merits ( 43 ), è paradossalmente fondamentale poiché i partecipanti a queste competizioni sono interdipendenti, nel senso che per il successo stesso dell evento ciascun partecipante deve confrontarsi con un ragionevole numero di concorrenti credibili, ossia dotati di qualità tecniche, e dunque di chance di successo, in qualche misura comparabili ( 44 ). Inoltre, per essere appetibile, un torneo o un campionato richiede un certo grado di incertezza sul risultato finale. La forza delle squadre in campo deve pertanto essere sufficientemente bilanciata, ed il confronto 45 deve essere condotto in modo leale ( ), ciò che implica una sorta di parità e di level playing field competitivo, mentre la tradizionale visione del 42 Non è un caso se in Europa le squadre che ottengono i maggiori ricavi per diritti televisivi siano Real Madrid, Barcellona, le cui entrate complessive per diritti televisivi sfioravano nel 2012 i 200 milioni di euro annui ciascuna, livello quasi doppio rispetto alle migliori squadre tedesche, francesi e inglesi, indipendentemente dai risultati ottenuti nel proprio campionato nazionale o in Champions League. Cfr. DELOITTE, Football Money League, Soprattutto, in Spagna, ove vi è un sistema decentralizzato per il campionato nazionale, i ricavi da vendita televisiva dei diritti delle prime due squadre (Barcellona e Real Madrid) sono pari a 10 volte l ultima (il Racing Santander); in Inghilterra, ove vi è un sistema di vendita centralizzata, tale rapporto è pari a 1,55 (il Manchester City incassava, nel 2012, 74,6 milioni di euro, mentre il Wolves 48,1 milioni di euro); in Germania è pari a 2,3; in Francia è pari a 3,2; in Italia è pari a 4,35 (mentre era pari a 8,6 nell ultimo anno di vendita individuale). Nota I. BLACKSHAW, Collective sale of sports television rights in the European Union: competition law aspects, cit., 408, che il meccanismo di redistribuzione solidale tra squadre maggiori e minori dovrebbe essere robust. Il caso francese e soprattutto quello italiano non sembrano essere del tutto in linea con questo concetto. 43 A fini di riequilibrio, le squadre migliori devono rinunciare ad una parte di entrate in favore dei team che hanno avuto risultati meno buoni. 44 È solo il caso ricordare che nel celeberrimo caso Bosman, l avvocato generale Lenz affermò che il settore del calcio professionistico è contraddistinto dal fatto che le società calcistiche sono tra loro interdipendenti in modo più marcato rispetto ad altri mercati (.); non si può negare che determinate restrizioni possano essere necessarie a garantire il buon funzionamento di questo settore. Cfr. le Conclusioni dell avvocato generale Lenz, pronunciate il 20 settembre 1995, in causa C-415/93, Bosman, in Raccolta, I Vedi V.L. ROSSI-LINDSTROM, S. DEWAELE, D. VAIGAUSKAITE, Application of EC Antitrust Rules in the Sports Sector: An Update, cit., 74, con riferimento alla necessità che siano vietati accordi e combine tra le squadre, vi siano regole antidoping, ecc.,

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