Festival d Europa. 9 maggio ore 10:30 Sala dei Gigli Palagio, Firenze

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1 Festival d Europa 9 maggio ore 10:30 Sala dei Gigli Palagio, Firenze LA TUTELA DEI MINORI NELL ECOSISTEMA DIGITALE 1. È con grande piacere che intervengo stamane a questo stimolante dibattito. Ringrazio TIA-Formazione internazionale per aver promosso, con il patrocinio di Agcom, un confronto su un tema d estrema attualità come la tutela dei minori in Rete. Sono particolarmente grato di poter parlare nella città, Firenze, che, al pari di Roma, custodisce i Trattati dell Unione (allora, delle Comunità ), ovvero l animo dell Europa e delle sue regole di convivenza civile. La giornata del 9 maggio, per tutti gli europeisti, rappresenta più di un simbolo. È un monito a non dimenticare e a fare tesoro della lungimiranza dei padri fondatori, in un ponte ideale che oggi, da questa sala, ci congiunge agli insegnamenti di Robert Schumann. 2. La Rete è uno straordinario mezzo di comunicazione per le immense potenzialità ma anche per i rischi che può arrecare soprattutto a soggetti che stanno formando la loro personalità come sono i nostri ragazzi. Le potenzialità della Rete nel consentire ai nostri ragazzi di crearsi una loro identità e capacità di auto-esprimersi, per la loro formazione, la loro creatività e attitudine a diventare cittadini a pieno titolo, sono un fattore determinante di crescita sociale. Sonia LIVINGSTONE ed Leslie HADDON, nel loro EU Kids online report, parlano di una vera e propria ladder of online opportunities. Il consumo di web e ormai in crescita esponenziale, proprio da parte dei più piccoli. E la multimedialità è sempre più emergente. 1

2 Molte sono, però, le insidie che i nostri ragazzi incontrano su Internet. Per comodità di analisi, possiamo dividerle in tre categorie, come ci suggerisce l OCSE: a) Rischi legati ai contenuti illegali online, inclusa la pedopornografia, il cybergrooming e il cyberbullismo, l incitazione alla violenza; b) Rischi in quanto consumatori, da tenere a mente in quanto i ragazzi sono più esposti perché utenti deboli; c) Rischi per la privacy e la sicurezza dei dati personali e della identità digitale. Precisate le categorie di riferimento, vediamo qualche dato effettivo, col quale possiamo toccare con mano il fenomeno e comprendere l ecosistema in cui ci troviamo. Come ricordato dal Telefono Azzurro proprio questa settimana (nell ambito della Giornata nazionale per la lotta alla pedofilia/pedopornografia), alcuni dati sono più che preoccupanti: solo negli ultimi due anni, i casi di adescamento sono passati dal 4,2 al 14%. Le segnalazioni di vittime adolescenti, poi, sono passate dal 16,7% del 2012 al 25% del Le ragazze sono colpite nel 71% dei casi, mentre i minori oggetto di abusi sotto gli 11 anni rappresentano il 43,8% dei casi. Se guardiamo al Libro Bianco Media e Minori del 2014 (e a una recente ricerca effettuata dal Co.re.com. Lazio, in collaborazione con il CENSIS), osserviamo che il 26% dei bambini accede da solo a Internet e la percentuale sale al 51% per i bambini con almeno 10 anni. Oltre il 70% viene poi lasciato solo dalla famiglia davanti la tv la cosiddetta tv baby sitter, fenomeno che va di pari passo con l ipad baby sitter. I bambini fra anni trascorrono sei volte più degli adulti il loro tempo guardando brevi videoclip on line su siti come YouTube (ricerca OFCOM). È chiaro, dinanzi a tali evidenze, come sia necessario mettere al riparo i più piccoli, e dunque più indifesi, dalle insidie del mondo interconnesso. Infatti, questi fenomeni 2

3 rappresentano insidie reali del web. L anonimato produce conseguenze sociali come i bulli elettronici, i cui effetti però sono reali! Nella dinamica tra ambiente digitale e ambiente reale, non possiamo essere spettatori passivi. Perché sono le inside a non esserlo: sono pericolosamente attive. E, se vogliamo stare al passo con i tempi, comprendendo che tali insidie rappresentano tecniche sottilissime e raffinatissime, ci rendiamo subito conto dell esigenza di un nuovo approccio. Un approccio che deve essere olistico, pena la sua inefficacia. Servono interventi forti ed articolati che possiamo sintetizzare in tre livelli: a) gli anticorpi sociali con azioni che integrino i vari ruoli e responsabilità degli stakeholder; b) il sistema delle regole; c) il ruolo di Agcom. 3. Gli anticorpi sociali. L influenza della Rete sui ragazzi si accompagna necessariamente a filtri sociali, come i valori offerti dal sistema scolastico e dal contesto familiare e sociale in cui crescono. Più forti sono i valori, minore è la possibilità di insidia. I media, e la Rete in particolare, costituiscono a loro volta ambienti sociali in cui i giovani si conoscono, fanno esperienze, e avviano processi di socializzazione e partecipazione alla società. E dunque ci vuole un duro lavoro, che concerne istituzioni e famiglie. Oltre il 60% dei giovani italiani tra gli 11 e i 18 anni naviga online tutti i giorni e oltre il 70% lo fa con uno smartphone. E così i genitori vengono bypassati perché i ragazzi hanno accesso diretto alla Rete senza mediazioni. 3

4 Insomma, sono cambiate le dinamiche: i ragazzi sono soli davanti al mezzo. Diventano dipendenti dal mezzo, ma allo stesso si pensano anche onnipotenti per l uso che possono farne. E, pensandosi onnipotenti, si espongono a comportamenti rischiosi. Questi ragazzi sono i nostri figli. È allora sulle famiglie che grava la responsabilità: e alle famiglie occorre fornire gli strumenti tecnici e informativi per conoscere al meglio i nuovi media, i modi per orientarne e gestirne l utilizzo. Perché non favorire tecnologie facili da usare per gli adulti, interoperabili e operative su tutti i siti? Comunque, anche la scuola è centrale. Sulla scuola viene scaricata un enorme responsabilità educativa, anche quella che le famiglie non riescono o non vogliono assumersi. Occorre educare gli insegnanti, non solo a come far usare internet ma soprattutto a come proporre un uso sicuro ai ragazzi, mettendoli in guardia dai rischi. Non solo. Come ci ricorda l OCSE (nella sua raccomandazione del 2012 sulla protezione dei ragazzi online), anche tutti gli stakeholders hanno importanti responsabilità. Intanto, devono creare un ambiente online sicuro per i ragazzi, riducendo le minacce; inoltre, devono sostenere il ruolo cruciale delle famiglie nel ridurre il rischio di un utilizzo pericoloso di Internet in modo che sia utile; infine, in modo diametralmente opposto, devono costruire un ambiente sano. Pensiamo ai Giganti di Internet, che altrove ho anche definito I Padroni della Rete. Pensiamo al loro ruolo. Un attore come Google, in questo campo, può divenire un vero e proprio attore istituzionale. Ma può farlo solo se orienta la propria condotta all interesse della società, dei ragazzi in questo caso, e non solo dell impresa. 4

5 Così, esso può bandire alcuni risultati dalle ricerche; può facilitare le autorità nella individuazione di determinati link pericolosi; può consentire la diffusione di contenuti benefici (come le mappe geografiche). Veniamo, qui, a un punto focale. Tutti siete a conoscenza del recente intervento della Commissione europea, che ha contestato a Mountain View una indagine per il suo abuso di posizione dominante. E vi domanderete: cosa c entra? Quelle sono dinamiche economiche! E invece no! È uno dei caratteri dell ecosistema: non solo la rete connette le persone, ma connette anche profili e interessi. Quello che avviene in ambito economico si ripercuote anche in ambito sociale. Se Google, con la sua dominanza, offre solo particolari tipi di risultati, è evidente che può condizionare le possibilità conoscitive del singolo. Dei bambini. Dei ragazzi e delle ragazze. Del resto, ciò avviene anche con noi adulti. Anche per questo, l attività della Commissione va salutata con favore. Come forse qualcuno avrà intuito, questo tema dimostra anche una possibile intersezione tra quello che avviene ai ragazzi e quello che avviene agli adulti. Anche gli adulti possono essere fuorviati da risultati di ricerca basati su interessi pubblicitari o simili, e non su algoritmi neutri. Ma è certo che un minore, un ragazzo, è senz altro più influenzabile. Emerge, sotto questo profilo, una diversa forma di interconnessione: quella tra interessi degli adulti e interessi dei ragazzi. Un ultimo spunto su corpi e anticorpi sociali. Per dire che la protezione dei nostri ragazzi non può passare attraverso la proibizione o il non uso delle nuove tecnologie, ma attraverso un processo di responsabilizzazione. Un operazione difficile. Perché è più facile proibire. Ma non ha senso farlo perché la Rete ha potenzialità importanti, come abbiamo visto. E poi le proibizioni sarebbero travolte, bypassate, derise. 4. Il sistema delle regole. 5

6 Internet rappresenta uno spazio di libertà e opportunità, ma occorrono regole che evitino le insidie. Le regole sono strumento di libertà (il paradosso è solo apparente) perché consentono alle libertà di ognuno di realizzarsi impedendo la sopraffazione del più forte sul più debole. La natura iper-libertaria con cui la rete si è sviluppata ci insegna che quando si parla del web entriamo in un terreno minato, dove le regole sono ancora tutte da scrivere, seppure siano passati ormai 25 anni dalla creazione del world wide web di Tim Berners Lee. Non dimentichiamo, però, che anche per la Tv sono stati necessari decenni Oggi, infatti, la tutela dei minori nei mezzi di informazione tradizionali, come la televisione, viene garantita da norme europee e nazionali. Esiste un consolidato sistema di protezione basato sulla classificazione dei programmi, sul rispetto delle fasce orarie e sui sistemi di parental control. Queste norme, però, sono pensate per un ambiente analogico statico e per questo poco riproducibile a Internet e social network. Pensiamo, ad esempio, alla cd. fascia protetta (h ), ci rendiamo immediatamente conto di come sia superata: ci si può connettere in qualsiasi ora del giorno Si impone dunque un nuovo approccio. I principi, mutatis mutandis, sono gli stessi, ma il contesto tecnologico è nuovo. E il nuovo approccio deve rifletterlo. Due, a mio avviso, gli strumenti con cui intervenire: a) la regolazione; b) altre forme come self-regulation, coregulation ed educazione. 4.1 Il primo aspetto concerne la regolazione. A sua volta, esso può essere distinto in due sotto-temi: uno specifico, sulle modifiche della normazione vigente, e uno generale, sulle regole e sulla loro efficacia. Partiamo allora dalla normativa primaria e dalle sue modifiche. Un nodo cruciale da sciogliere è la definizione di fornitore di servizi di media audiovisivi e la distinzione tra servizi lineari e non lineari previste dalla direttiva sui servizi media e 6

7 che ormai sono superate. Come lo sono a mio avviso l esclusione dal campo di applicazione della direttiva ed in particolare dalla responsabilità editoriale di motori di ricerca e aggregatori. Che forniscono servizi del tutto analoghi a quelli dei broadcaster senza essere sottoposti alle stesse regole. Con una doppia ingiustizia: sul piano concorrenziale (che certo oggi rileva meno), ma soprattutto (e oggi rileva molto) sul piano della tutela dei ragazzi che vanno online. Peraltro, il Digital Single Market adottato mercoledì scorso indica la volontà della Commissione europea di andare oltre anche in questo settore. Ma il cammino è solo tracciato. Tutto è da fare ancora. 4.2 Veniamo quindi al tema generale delle regole. Al riguardo, ritengo che dobbiamo condividere, in primis, un principio generale: diritti ed obblighi offline si applicano anche online. Certo, occorrono i dovuti adattamenti ma, così come le insidie sono reali, così devono esserlo anche le prescrizioni normative. Questo è un principio ormai acquisito: ce lo ribadisce il Consiglio d Europa, nella sua Guida ai diritti online dell aprile Non basta, però, adottare le norme. Serve anche la loro applicazione. Qui intervengono i pubblici poteri. La sfida di amministrazioni regolatrici come le Autorità indipendenti è trovare il giusto equilibrio tra due valori fondamentali: la protezione dei ragazzi e la libertà di espressione. Internet è una piattaforma aperta e tale deve rimanere. Un equilibrio delicato, che si fonda sulla proporzionalità delle misure, sulla loro specificità in relazione al rischio da evitare. Ad esempio, la tutela della privacy dei minori (che negli Usa trova da anni previsioni normative specifiche, il COPPA) non può impedire il libero flusso dell informazione. È una constatazione quasi evidente. 7

8 Pensiamo comunque ad alcuni casi concreti: la pedo-pornografia, i giochi online violenti, i contenuti illegittimi come il diritto d autore. Seppur dannosi tutti e tre, richiedono interventi di intensità diversa. La risposta normativa deve individuare categorie diverse di intervento; la risposta regolatoria non può essere appiattita sullo stesso livello, ma ricalcare il terreno ondulato di cui è composta la Rete. Nel caso della pedo-pornografia, non solo servono sanzioni penali, ma una attività di vigilanza e ricerca da parte delle Autorità competenti. Con un uso di mezzi coercitivi netti, se necessario. Nel caso dei giochi online, di natura violenta, occorre una seria preparazione psicologica, che fornisca ai ragazzi quegli strumenti che consentano di discernere il mondo virtuale da quello reale. E che consenta di tenere sempre bene a mente i valori da perseguire, nella società di oggi che, ogni tanto, sembra perdere la direzione. Infine, nel caso del diritto d autore serve sia una attività di enforcement, sia la diffusione di una cultura della legalità che insegni che è un bene che le opere siano diffuse (proprio grazie a Internet), ma che questo non deve avvenire a discapito dei titolari, proprietari o artisti. Un conto è regolare la diffusione di contenuti come la musica, adattandola al nuovo contesto, e dunque facilitandone la fruizione (abbonamenti complessivi e diminuzione dei prezzi: il caso di SPOTIFY è evidente); un conto è ventilare le possibilità di diffusione senza freni, che portano a fruire illegittimamente delle opere. Questo deve insegnarsi, con calma, ai giovani: differenziare le situazioni, distinguere, acuire lo spirito critico e non appiattirsi su pensieri generalisti. E questo devono riflettere anche gli interventi regolatori, tesi a dettare nuove discipline. Che devono essere caute, ragionevoli e proporzionate. Mai massimaliste. 4.3 Il secondo aspetto citato riguarda l autoregolamentazione, la coregolamentazione e l educazione a un uso consapevole dei media. 8

9 L Unione europea ha sostenuto questo sistema integrato di interventi nell ambito della Strategia europea per un Internet migliore per i ragazzi. Anche il quadro normativo nazionale prevede l autoregolamentazione. La legge 249/1997, istitutiva dell Agcom, conferisce espressamente ad essa una competenza di tutela dei minori anche tenendo conto dei codici di autoregolamentazione. È su questa base che, nel 2002, è nato il Codice tv e minori (oggi Media e Minori). Il modello del Codice è stato fatto proprio dal legislatore che con la legge n. 112 del 2004, poi trasmessa nel Tusmar. È anche grazie al Codice se la Tv è uno spazio dove tutti si sentono a casa, con regole condivise. A distanza di anni dalla sua emanazione possiamo dire che il Codice ha funzionato (pur con qualche limite). Ha funzionato perché le scelte valoriali che ne costituiscono la base sono condivise dalle emittenti RAI, nazionali e locali che lo hanno sottoscritto e sono consapevoli del loro ruolo e delle loro responsabilità giuridiche e sociali. L efficacia e l effettività di questi strumenti è legata all adesione degli stakeholder e al loro committment. I Codici di autoregolamentazione nel settore tv, in Italia hanno funzionato perché i soggetti erano attenti alla loro reputation. Vale lo stesso per Internet? Forse per i grandi players, non certo per coloro che fanno del free riding un modello di business. E in rete sono moltissimi. La concentrazione del mercato è molto inferiore e questa condizione deve essere sempre ricordata se si intendono adottare soluzioni adeguate. Sistemi come notice and take down o il filtraggio volontario da parte di operatori possono contribuire a contenere il fenomeno. Operando non con il vecchio metodo del command and control, ma con la cooperazione e la condivisione. L autoregolazione deve trovare a mio avviso una copertura legislativa che ne garantisca in ultima analisi l enforcement da parte di un soggetto pubblico. Come avvenuto, appunto, con il Codice prima richiamato. Infatti è stata la copertura legislativa a renderlo vincolante, anche per le emittenti non firmatarie. E a 9

10 consentire che le violazioni al Codice fossero sanzionate (sia dall Autorità che dal Comitato di applicazione del Codice). La copertura legislativa non serve ad aumentare il tasso di rigidità ; al contrario, serve a condividere valori e finalità, attraverso gli strumenti della rappresentanza politica. Perché sono le istituzioni di rappresentanza a far confluire i diversi interessi nel testo legislativo, sancendo quindi in sede applicativa gli indirizzi da prendere, la direzione da seguire, il bene ultimo da perseguire. In altri termini, la auto-regolamentazione non significa abdicare ogni iniziativa lasciando tutto nelle mani dei privati; al contrario, significa integrare i diversi approcci, rafforzare anche l intervento pubblico e, da ultimo, inserire il discorso all interno del circuito democratico. Infine, è essenziale promuovere l educazione. Già ne ho accennato con riferimento ai casi dei videogiochi violenti o del diritto d autore. In senso più generale, le campagne pubbliche debbono far capire che la conoscenza della Rete è qualcosa di più del semplice navigare in Internet. Perché significa sapere come si trova e cosa si trova su Internet. Accanto a questa essenziale forma educativa, in cui anche i privati possono fare la loro parte, ritengo che un ruolo centrale debba essere rivestito dalle politiche pubbliche, che dovrebbero offrire contenuti online di elevata qualità e innovativi per i ragazzi. In poche parole, un servizio pubblico anche per Internet. Una proposta ancora da definire, ma che mi piace lanciare oggi. Forse sarebbe il momento di pensarci. 5. Gli interventi tecnici. Al piano delle regole si associano anche i possibili interventi tecnici. Che sono i contenuti delle regole. Ad esempio, Internet cum grano salis potrebbe essere dotata di sistemi analoghi a quelli della Tv, come il bloccaggio dei siti sulla base 10

11 dell etichettatura dei contenuti, per consentire il filtraggio mediante software; la memorizzazione della navigazione sulle reti, che consenta ai genitori di sorvegliare l uso effettivo dei servizi da parte dei minori; l impostazione di un servizio DNS, che consenta il filtraggio degli indirizzi; l identificazione sistematica dei contenuti, che consenta di intercettare automaticamente quelli problematici. È necessario, però, come dicevo, un serio bilanciamento degli interessi, per non eccedere con fenomeni di controllo preventivo o di compressione delle libertà. Una protezione mirata e intelligente, e non massimalismi aprioristici: questo è quello di cui abbiamo bisogno. Una soluzione intelligente e modulare potrebbe essere quella ideata da un giovane start upper italiano: una chiavetta Usb, che trasforma il pc in un computer per bambini. Ciò permette ai più giovani di avvicinarsi in modo graduale e calibrato al digitale, e consente ai grandi di non dover filtrare costantemente ogni contenuto esterno. Anche l innovazione tecnologica e il ruolo attivo dei produttori possono quindi offrire soluzioni concrete. 6. Il ruolo dell Autorità. Veniamo al terzo punto. Nel nuovo ecosistema digitale, la mission di Agcom per la tutela dei minori è cruciale (e noi ci crediamo)! Connessa com è al dovere di assicurare il rispetto dei diritti fondamentali dell individuo (come ci insegna il Tusmar, in una disposizione forse non troppo valorizzata). Per avere il polso costante della situazione, l Autorità ha creato un Osservatorio permanente sulla tutela dei minori sulla rete 1. 1 Istituito con delibera n. 481/14/CONS del 23 settembre

12 L Osservatorio è realizzato a costo zero ma presenta un alto valore aggiunto, approfittando dell expertise dell Autorità, sfruttando tutte le relazioni di Agcom con tutti gli stakeholders del settore. Esso si articola in tre fasi. Fase uno (tuttora in corso), prevede la predisposizione di una banca dati dei comportamenti degli utenti. Gli interlocutori sono di tutto rilievo: Censis, Istat o Audiweb; vi è anche un accordo con la Polizia Postale, per usare semestralmente i loro dati e giungere a quantificare il numero di condanne per denuncia d aggressione online. La fase due, che sarà avviata dopo l estate, prevede il monitoraggio delle politiche adottate dai principali siti e social network e la loro analisi comparata. Qui l interlocuzione sarà disposta attraverso tavoli di confronto. La fase tre, infine, concerne la redazione Linee guida, per lo sviluppo di codici di condotta. Esattamente ciò che abbiamo identificato come azione modello operativo parlando delle regole, del soft law e della co-regolamentazione, e della sua capacità di stare dietro alla realtà in modo celere. L obiettivo, come si vede, è duplice: 1) da una parte, la raccolta, l elaborazione e la pubblicazione dei dati relativi al comportamento degli utenti rispetto a internet e ai social network, in particolare dei bambini e degli adolescenti; 2) dall altra, la ricognizione delle policies adottate dagli operatori per la salvaguardia dei valori e degli utenti più sensibili (minacce, molestie, bullismo, hate speech, contenuti deplorevoli: sono tutti oggetti di regolazione). In questo modo, Agcom diventa pivot di sistema; raccoglie informazioni e si confronta con gli stakeholder; procede con metodi innovativi. Forse è davvero l inizio di una nuova fase per le funzioni stesse del regolatore. Come si vede, il compito di ritrovare la bussola spetta dunque soprattutto alle istituzioni chiamate a vigilare sul sistema della comunicazione. 12

13 7. Concludo. Obiettivo prioritario di tutti mercato e istituzioni deve comunque essere quello di rendere Internet un mezzo più sicuro, pensando soprattutto ai nostri ragazzi. Una sicurezza a 360 che contrasti attività illecite e manipolazioni. E consenta, quindi, di fruire dei benefici di cui la Rete è capace in termini informativi e educativi. Siamo davanti a una grande sfida, di ordine sociale e culturale. Possiamo raggiungere risultati soddisfacenti solo coinvolgendo tutti gli attori coinvolti, istituzionali e non. Agcom è pronta a mettere in campo tutto il proprio know-how. Ma tutti sono chiamati a fare la propria parte. Vi ringrazio per l attenzione. 13

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