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1 Cosa dobbiamo già conoscere? Come opera la matematica: dagli ai teoremi. Che cosa è una funzione, il suo dominio e il suo codominio. Che cosa significa n j=1 A j dove A j sono insiemi. Che cosa significa n j=1 a j dove a j sono numeri. Saper contare, ovvero il calcolo combinatorio. (Più avanti) Che cosa è una successione e il suo limite.

2 Probabilità di eventi Vogliamo ora attribuire ad ogni evento la sua. Nel linguaggio comune la si esprime con percentuali: ad esempio, nel lancio di una moneta, si suole dire che si verifica testa con del 50%. Non esiste una definizione rigorosa di cosa sia la di un evento (come neppure di insieme...). Diamo perciò una definizione informale (vedremo più avanti una definizione matematica). La di un evento è un numero reale compreso fra 0 e 1 che misura quanto riteniamo probabile il verificarsi di tale evento.

3 Esempi di di eventi 1 Se riteniamo più probabile che Lucia stasera esca con Mario piuttosto che con Paolo, porremo A = Lucia stasera esce con Mario B = Lucia stasera esce con Paolo e P(A) e P(B) dovranno essere due numeri tali che P(A) > P(B). 2 Se riteniamo che testa e croce abbiano la stessa, porremo A = esce testa B = esce croce e P(A) = P(B) = 0.5.

4 Come definire/calcolare le Ci troviamo di fronte a due tipi di problemi: 1 come definire la dei singoli eventi, per lo meno di quelli più semplici (come gli eventi elementari)? 2 si può calcolare la di certi eventi conoscendo la di altri eventi? Alla seconda domanda rispondiamo subito di sì con un esempio: se nel lancio della moneta la che esca testa è 0.3 (moneta truccata!) quanto vale la che esca croce? Soluzione: 0.7 (perché?)

5 Attorno al 1930 Andrey Nikolaevich Kolmogorov ( ) scoprì che le proprietà della si potevano ricavare da pochi e pose le basi per il Calcolo delle Probabilità moderno. I primi studi sul Calcolo delle Probabilità risalgono al 1700, motivati dalla speranza di vincere nei giochi d azzardo. A quegli studi ci si riferisce quando si parla di approccio classico.

6 Cosa sono gli? a cosa servono? L idea è di dare una definizione con pochi. Gli in matematica sono (poche) proprietà che si definiscono vere. Da essi si fa discendere con deduzioni logiche tutta la teoria. ESEMPIO. Nella geometria euclidea gli sono i pochi postulati (come quello per cui per 2 punti passa un unica retta). La teoria comprende proprietà dedotte da questi, come ad esempio il fatto che un triangolo con due lati uguali ha anche due angoli uguali.

7 DEFINIZIONE (ASSIOMATICA DI PROBABILITÀ). Sia Ω uno spazio campionario e F una famiglia di suoi eventi. Si chiama su Ω una qualsiasi funzione con le proprietà (a) P(Ω) = 1; P : F [0, 1], (b) se {A 1, A 2,...,A n } sono n eventi a due a due allora n P n = P(A j ). j=1 A j j=1 Se Ω è discreto si considera F costituita da tutti i sottoinsiemi di Ω, cioè F = Parti(Ω). In generale F non è detto sia Parti(Ω) ma deve essere una famiglia con determinate proprietà (su cui non ci soffermiamo).

8 Gli nella definizione Formalmente gli che poniamo veri per la P sono: 1 P è una funzione con dominio una famiglia di sottoinsiemi di Ω e codominio i numeri tra 0 e 1. P : F [0, 1]. Non tutte le funzioni possono essere. se P è tale che un qualche evento A ha P(A) < 0 oppure P(A) > 1 allora P NON è una (viola il primo assioma!). CONSEGUENZA: se in un calcolo otteniamo che la di un certo evento è un numero <0 oppure >1 abbiamo sbagliato qualcosa!

9 Il secondo assioma 2 l evento certo deve avere pari ad 1: P(Ω) = 1. Non tutte le funzioni a valori in [0,1] possono essere. ad esempio P con P(Ω) = 0.8 e P(A) = 0.2 per ogni A Ω NON è una (viola il secondo assioma!). CONSEGUENZA: se in un calcolo otteniamo P(Ω) < 1 abbiamo sbagliato qualcosa!

10 Il terzo assioma è L assioma di additività 3 P deve soddisfare la richiesta di additività: se gli A j sono a due a due allora ( n ) P A j = j=1 n P(A n ). j=1 Nota: al primo membro l evento unione degli A j e la sua ; al secondo membro le dei singoli A j e la loro somma. La vera definizione di Kolmogorov Comprende in realtà la cosiddetta numerabile additività, cioè si chiede che la formula precedente valga anche con n = (e in tal caso la somma diventa una serie).

11 Cosa significa il terzo assioma? Chiamiamo A l evento n j=1 A j. A è diviso in pezzi come un puzzle: A

12 Cosa significa il terzo assioma? A è diviso in pezzi come un puzzle: A 1 A 1

13 Cosa significa il terzo assioma? A è diviso in pezzi come un puzzle: A 1, A 2 A 2

14 Cosa significa il terzo assioma? A è diviso in pezzi come un puzzle: A 1, A 2, A 3 e così via. A 3

15 Cosa significa il terzo assioma? Se rappresentiamo in figura la di un evento come la sua area, avremo che P(A) = P(A 1 )...

16 Cosa significa il terzo assioma? P(A) = P(A 1 ) + P(A 2 )...

17 Cosa significa il terzo assioma? P(A) = P(A 1 ) + P(A 2 ) + P(A 3 )...

18 Cosa significa il terzo assioma? P(A) = P(A 1 ) + P(A 2 ) + P(A 3 ) + P(A 4 )...

19 Cosa significa il terzo assioma? P(A) = P(A 1 ) P(A 5 )...

20 Cosa significa il terzo assioma? P(A) = P(A 1 ) P(A 6 )...

21 Cosa significa il terzo assioma? P(A) = P(A 1 ) P(A 7 )...

22 Cosa significa il terzo assioma? P(A) = P(A 1 ) P(A 8 )...

23 Cosa significa il terzo assioma? P(A) = P(A 1 ) P(A 9 )...

24 Cosa significa il terzo assioma? P(A) = P(A 1 ) P(A 10 )...

25 Cosa significa il terzo assioma? P(A) = P(A 1 ) P(A 11 )...

26 Cosa significa il terzo assioma? P(A) = P(A 1 ) P(A 12 )...

27 Cosa significa il terzo assioma? P(A) = P(A 1 ) P(A 13 )...

28 Cosa significa il terzo assioma? e infine P(A) = n j=1 P(A j) (qui n = 14)

29 Un esempio Paolo non ha ancora deciso cosa farà domani sera. Potrebbe stare in casa oppure uscire, nel qual caso o andrebbe in palestra o al cinema. Sappiamo che la che vada in palestra è 0.3 e quella che vada al cinema 0.2. Qual è la che esca? Chiamiamo A l evento Paolo domani sera esce, A 1 = Paolo domani sera va in palestra, A 2 = Paolo domani sera va al cinema e supponiamo che la palestra e il cinema si escludano a vicenda. Allora A = A 1 A 2, A 1 A 2 = e P(A 1 ) = 0.3, P(A 2 ) = 0.2. Quanto vale P(A)? Soluzione: 0.5.

30 Per ricavare la di uscire come P(A 1 ) + P(A 2 ) è fondamentale che A 1 A 2 =, altrimenti conteremmo l intersezione due volte. Esattamente come nei puzzle i pezzi non si sovrappongono!

31 3 eventi non a 2 a 2 Ma se A, B e C sono Ω A B allora non è vero che P(A B C) = P(A) + P(B) + P(C) (notate che c è una parte che contate due volte...). Eppure A B C =!!! C

32 Successioni di eventi a 2 a 2 Evidentemente A B C = non basta, occorre la proprietà più forte che gli eventi siano a due a due (=nessuna parte in comune), cioè che A B =, A C =, B C =. Idem se gli eventi sono 4, 5, eccetera. Cominciano a essere molte condizioni da scrivere! Ne scriviamo una sola che racchiude tutti i casi possibili. DEFINIZIONE. Una famiglia di eventi {A 1,...,A n } è una famiglia di eventi a due a due se A i A j = per ogni i j.

33 Proprietà della Con il solo utilizzo degli si dimostrano le seguenti proprietà. TEOREMA. Data una P valgono le seguenti proprietà: 1 P( ) = 0. 2 P(A c ) = 1 P(A). 3 P(A B) = P(A) + P(B) P(A B).

34 Dimostrazione. 1 Uso la additività con A 1 = e A 2 =. Notate che = A 1 A 2 e A 1 A 2 = (quindi sono ).Allora da cui P( ) = P (A 1 A 2 ) = P(A 1 ) + P(A 2 ), P ( ) = P( ) + P( ), sottraggo membro a membro P( ) e ottengo 0 = P( ). 2 Poiché A A c = Ω usando la additività si ha P(A) + P(A c ) = 1 (ricordiamoci che P(Ω) = 1). Portiamo P(A) al secondo membro e il gioco è fatto.

35 Dimostrazione. 3 Disegniamo i due eventi A e B in posizione generica: Ω A B A B è composto da: A Ω A B e B.

36 Dimostrazione. Quindi A B è Ω A B e dunque P(A B) viene contata due volte in P(A) + P(B). Per mostrare rigorosamente questa intuizione, basta scrivere A B = (A B c ) (A B) (B A c ). Tale unione è disgiunta, perciò P(A B) = P(A B c ) + P(A B) + P(B A c ). Ma P(A) = P(A B c ) + P(A B) e P(B) = P(A B) + P(B A c ). Ricavando P(A B c ) e P(B A c ) da queste due equazioni e sostituendo nell equazione qui sopra si ha la tesi.

37 La nostra cassetta degli attrezzi Ecco le formule che abbiamo concernenti il calcolo di : 1 P(Ω) = 1, P( ) = 0 2 P(A c ) = 1 P(A) 3 se A e B sono : P(A B) = P(A) + P(B) 4 se A e B non sono : P(A B) = P(A) + P(B) P(A B) 5 con più di due insiemi, ma a due a due : la finita e la numerabile additività

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