Disturbi del linguaggio: in Friuli e Lombardia i primi test alla scuola materna
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- Alessandro Corradi
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4 Disturbi del linguaggio: in Friuli e Lombardia i primi test alla scuola materna bambini normalmente imparano a I parlare rapidamente e senza difficoltà tramite esposizione al linguaggio adulto; tuttavia per alcuni di loro questo processo di sviluppo non è così facile: nel 10-20% di bambini di 2 anni è stato riscontrato un ritardo nel linguaggio in assenza di condizioni patologiche cliniche. Questa condizione (Late Talker) rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo di un successivo Disturbo specifico di Linguaggio, che è presente nel 5% - 8% della popolazione scolastica e che, spesso sottovalutato, si accompagna al successivo sviluppo di difficoltà di apprendimento scolastico (Dislessia, Discalculia, Disortografia, Disgrafia). Le conoscenze scientifiche disponibili convergono nel mostrare che il periodo sensibile per uno sviluppo tipico delle abilità di linguaggio e di lettura è individuabile in epoche molto precoci della vita, ben prima della comparsa delle prime manifestazioni cliniche in epoca scolare. Conferme sperimentali indicano inoltre che una individuazione tempestiva dei disturbi di linguaggio (idealmente entro i 3 anni di vita) consentono di impostare interventi efficaci in grado di far evolvere positivamente le competenze linguistiche e preventivi per l insorgenza della dislessia. Proprio in un ottica di prevenzione, l IRCCS Medea La Nostra Famiglia ha avviato il progetto Communication Disorders: reducing health inequalities, approvato dal CCM (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie) del Ministero della Salute. Si tratta di uno studio longitudinale Screening su 1000 bambini e formazione agli insegnanti. Il Ministero della Salute finanzia il progetto del Medea. sulla popolazione della scuola dell infanzia in due regioni differenti (Lombardia e Friuli Venezia Giulia) nelle province e nei comuni di Lecco e Udine: attraverso strumenti di screening scientificamente già validati e adattati al contesto linguistico italiano, verranno individuati i bambini a rischio di sviluppare disturbi del linguaggio e future forme di dislessia. Verrà reclutato un campione di 1000 bambini di 36 mesi che frequenteranno la scuola dell infanzia, al quale verrà sottoposto il test di screening Language Development Survey (sviluppato dalla professoressa Leslie Rescorla del Bryn Mawr College in Pennsylvania), una check-list somministrata direttamente ai genitori e recentemente presentata in congressi internazionali come il più aggiornato strumento per l individuazione precoce dei bambini a rischio di disturbo specifico del linguaggio. La check-list è stata opportunamente adattata e tarata per la popolazione italiana dai ricercatori dell IRCCS Medea in collaborazione con l Università La Sapienza di Roma e direttamente in accordo con la prof.ssa Rescorla, che ha seguito l evoluzione dei lavori su una ampia fascia di bambini italiani (a tal proposito sono state riscontrate alcune differenze rispetto ai dati già raccolti in altri paesi di lingua inglese). Una parte dei soggetti positivi allo screening seguirà un potenziamento linguistico specifico durante la normale attività educativo-didattica che verrà svolta nella scuola dell infanzia (gli insegnanti verranno formati ad hoc). Tutti i bambini verranno rivalutati al termine del progetto così da evidenziare la predittività del test su un campione italiano e l efficacia degli interventi di potenziamento: i soggetti ancora positivi verranno inviati ai servizi di riabilitazione infantile per la presa in carico riabilitativa. Per la prima volta in Italia il test della Rescorla verrà applicato in un programma di prevenzione afferma Massimo Molteni, responsabile del progetto e primario dell Unità Operativa di Psicopatologia all IRCCS Medea. Coinvolgeremo scuola e famiglia, per sperimentare una modalità di risposta assistenziale innovativa e in grado di ridurre i costi del sistema, conseguenza di una diagnosi tardiva. L IRCCS Medea ha già utilizzato con successo una serie di test come predittori precoci per la dislessia e ha standardizzato, in collaborazione con altri gruppi di ricerca specificamente con l Università di Udine e di Padova - strumenti per la diagnosi e lo screening tempestivo dei disturbi del linguaggio, utilizzabili nei primi anni della scuola dell infanzia e in grado di identificare precocemente i bambini a rischio. Cristina Trombetti 37
5 38 Pubblicata su Pediatrics una ricerca del Medea sulle terapie intensive neonatali italiane. Bimbi prematuri meno stressati con un assistenza centrata sui loro bisogni La nascita pretermine costituisce una delle maggiori sfide degli ultimi anni per l assistenza sanitaria nazionale. In effetti, i progressi in ambito medico e infermieristico hanno consentito di aumentare le probabilità di sopravvivenza anche di bambini estremamente pretermine. Ma quali sono le conseguenze della loro ospedalizzazione, solitamente piuttosto lunga? L urgenza medica e la priorità data alla sopravvivenza del bambino spesso sovrastano l importanza del suo benessere psichico. Inoltre, durante il ricovero i nati prematuri devono subire spesso interventi dolorosi o manovre invasive (prelievi, posizionamento di sondini, drenaggi). Per tale motivo, accanto alla qualità dell assistenza medico-infermieristica, in molte terapie intensive neonatali (TIN) è ormai consolidata un attenzione a quella che viene definita, con un termine anglosassone, Developmental Care (DC). Si tratta di una serie di pratiche di assistenza di natura non strettamente clinico-medica, ma più focalizzate a favorire il benessere globale del bambino e la qualità dello scambio con l ambiente, come il rispetto per il ciclo sonno/veglia, il controllo di stimoli dolorifici o disturbanti, la riduzione delle manipolazioni o di interventi non necessari. Sebbene molte TIN italiane ricorrano a procedure di DC, si registra una grande disomogeneità tra i vari reparti e mancano studi che documentino in che misura la qualità della care possa influenzare lo sviluppo neurocomportamentale del bambino. Proprio per indagare gli eventuali effetti dei diversi livelli di care nelle competenze dei pretermine ricoverati nelle TIN, nel 2006, grazie alla collaborazione tra un gruppo di enti (IRCCS Medea La Nostra Famiglia, Aziende Ospedaliere di Lecco e Varese, Università Bocconi) è stato avviato lo studio multicentrico NEO-ACQUA (NEONATAL ADE- QUATE CARE for QUALITY of LIFE). Oggi sono disponibili i primi risultati della ricerca, appena pubblicati su Pediatrics. Sono stati presi in esame 178 bambini, tutti fortemente pretermine, ovvero nati prima della 29 settimana di età gestazionale o con un peso alla nascita molto basso (< gr.), ma senza complicazioni cliniche significative. I ricercatori hanno messo a punto uno specifico questionario per misurare la Developmental Care di 25 TIN italiane. Lo strumento ha permesso di ottenere due indici sintetici dei livelli di qualità dell assistenza. Il primo indice, denominato Cura Centrata sul Bambino (CCB), prende in considerazione la presenza di pratiche utili al benessere del piccolo, come ridurre le stimolazioni tattili disturbanti, favorire la vicinanza dei genitori, permettere loro di trascorrere la notte in reparto e di praticare la marsupio-terapia. Il secondo indice, denominato Gestione del Dolore (GD), valuta le modalità con cui l equipe della TIN aiuta il bambino ad affrontare le situazioni in cui inevitabilmente sperimenterà dolore. Ad esempio, attraverso il GD vengono misurati il numero di procedure farmacologiche e non farmacologiche utilizzate per ridurre il dolore, l uso di analgesia farmacologica o sedazione continua durante la ventilazione meccanica, nonché l utilizzo da parte dell equipe di scale finalizzate alla valutazione clinica del dolore neonatale o di un protocollo per la gestione del dolore del neonato. Ciascun bambino è stato valutato attraverso una scala, denominata NNNS (NICU Network Neurobehavioral Scale, Lester e Tronick, 2004), che permette di delineare un profilo delle competenze neurocomportamentali di bambini ad alto rischio, fornendo indicazioni anche relativamente alla presenza di segni
6 di stress. Lo studio evidenzia che i bambini ricoverati in TIN con un alto livello di Cura Centrata sul Bambino sono più stabili, presentano alti livelli di attenzione e bassi livelli di eccitabilità e di stress. Allo stesso tempo i bambini ricoverati nelle TIN con alti livelli di Gestione del Dolore sono più attenti e responsivi all ambiente, sono meno ipotonici e meno stressati. Complessivamente questi dati suggeriscono che le competenze neurocomportamentali del neonato pretermine sono associate ai livelli di qualità di Developmental Care forniti dalle TIN e sono indicative dell importanza delle pratiche di assistenza per il benessere globale del bambino. Inoltre, considerando che la nascita pretermine continua ad essere un fattore di rischio rilevante con effetti anche a lungo termine sullo sviluppo del bambino, si reputa che alti livelli di care, almeno in una certa misura, possano agire come fattore di protezione. Proprio alla luce di queste considerazioni, lo studio NEO-ACQUA procederà nel valutare gli eventuali effetti benefici della qualità dell assistenza nel corso dei primi sei anni di vita del bambino. La ricerca sta andando avanti in una prospettiva longitudinale attraverso controlli periodici fino ai 7 anni di età, per vedere se nei bambini seguiti nelle TIN con bassi livelli di Developmental Care permangono effetti anche sul lungo termine - afferma Rosario Montirosso, responsabile del Centro 0-3 per lo studio dello sviluppo socioemozionale del bambino piccolo in condizioni di rischio evolutivo dell Istituto Medea; ad esempio, in alcune analisi preliminari relative ai 18 mesi di età, abbiamo notato che i bambini che provengono da TIN con più bassi livelli di Developmental Care presentano maggiori difficoltà nello sviluppo emotivo-comportamentale. Cristina Trombetti La Nostra Famiglia in Liguria Il neonato: le conseguenze della sofferenza cerebrale e la prematurità Il 21 aprile un evento scientifico in ambito neonatologico e riabilitativo celebra il 60 anniversario del Centro di Riabilitazione varazzino. Sabato 21 aprile l Associazione La Nostra Famiglia, in collaborazione con il Reparto di Pediatria e Neonatologia dell Ospedale San Paolo di Savona, ha organizzato il convegno Il neonato a rischio neurologico: problematiche a breve e lungo termine, un evento scientifico in ambito neonatologico e riabilitativo, previsto quale momento di confronto e di formazione dei partecipanti. Laura Siri, responsabile medico del Centro di Varazze (animatrice con Amnon Cohen, primario della Pediatria dell Ospedale San Paolo) si esprime così: l evento del 21 aprile nasce dalla volontà di approfondire e discutere le principali problematiche perinatali, prime fra tutte la sofferenza ipossico-ischemica del nato a termine e la prematurità. Grazie ai notevoli progressi delle moderne tecniche di assistenza neonatale è considerevolmente aumentata la sopravvivenza dei neonati pre-termine e con sofferenza ipossico-ischemica, ma al tempo stesso si è assistito ad un incremento degli esiti a lungo termine in ambito neurologico quali paralisi cerebrali infantili, epilessie, disabilità intellettive, deficit neuropsicologici e neurosensoriali associati. Nella prima parte della giornata è stata affrontata la gestione delle problematiche neurologiche acute del neonato (ipotermia, diagnostica strumentale e follow-up del neonato a rischio neurologico), nella seconda le problematiche in ambito riabilitativo (paralisi cerebrali infantili, deficit visivi e uditivi, disturbi alimentari, problematiche intellettive, neuropsicologiche e rapporto madre-bambino). Hanno partecipato con contributi scientifici l Unità di Terapia Intensiva, Centro Neonati a rischio e la Neuropsichiatria Infantile Istituto Giannina Gaslini di Genova, la Neonatologia Ospedale San Martino di Genova, l Ospedale San Paolo di Savona, l Ospedale Santa Croce di Cuneo, l Ospedale Cesare Arrigo di Alessandria, l IRCCS E. Medea di Bosisio Parini (Lc) e le Strutture Consultoriali savonesi e genovesi. Hanno partecipato al Convegno molti operatori sanitari, 180 persone fra medici, terapisti e infermieri. L argomento è risultato di grande interesse sia per chi deve intervenire alla nascita di un bambino che presenta particolari difficoltà, sia per chi lo accoglie successivamente e deve attuare la presa in carico riabilitativa. I relatori sono stati tutti molto apprezzati perché sono riusciti a portare all attenzione dei convenuti competenza e passione professionale, presentando dati molto significativi 39
7 40 scaturiti dalla loro personale esperienza e da una costante verifica del loro lavoro. In particolare si è evidenziato come il Centro di Varazze, grazie alla capacità organizzativa e comunicativa della direzione e la disponibilità di tutti gli operatori, ha saputo creare nel tempo una rete efficace con le ASL, con i servizi territoriali, la scuola, le associazioni genitori di bambini con varie patologie. Questa passione, sostenuta da professionalità e competenza, ha raccolto consensi e solidarietà, così che un Centro nato dal cuore attento e lungimirante del Fondatore è cresciuto trasformandosi nel tempo e adattandosi alle varie opportunità, riuscendo a scrivere una storia molto particolare e unica che oggi consente di fare da raccordo attorno ad una realtà così complessa come quella del bambino portatore di una disabilità grave, che richiede appunto attenzione e organizzazione, perché ci sia una reale continuità di cura per lui e sostegno per la famiglia. Alda Pellegri Presidente La Nostra Famiglia Un centro pilota per la riabilitazione È stato il quarto in ordine di apertura e opera nel territorio ligure dal Il Centro di Riabilitazione de La Nostra Famiglia di Varazze è stato inaugurato il 14 maggio di quell anno alla presenza del Fondatore, il beato Luigi Monza che, con Zaira Spreafico, aveva pensato di offrire una opportunità di cura in riviera a bambini fisicamente gracili in trattamento presso gli Istituti di Vedano Olona e di Ponte Lambro. All inizio degli anni 60 cominciarono ad essere accolti alcuni bambini della Liguria che divennero sempre più numerosi, soprattutto dal 1971, quando fu affidata la direzione medica dell Istituto al Prof. Giorgio Moretti, Neuropsichiatra genovese. Grazie a lui il Centro di Varazze è diventato per tutti i Servizi della Nostra Famiglia un Centro pilota per l accoglienza e il trattamento dei bambini gravi, in un epoca in cui si riteneva non ci fossero sufficienti capacità di cura nei confronti di questi soggetti. Giorgio Moretti, che sarà in seguito il primo Direttore Scientifico dell IRCCS E. Medea, attuò una formazione specifica degli operatori in modo che diventassero riferimento per la presa in carico di bambini gravissimi, pluridisabili, molto complessi, al punto che oggi questa valenza dei Centri de La Nostra Famiglia viene riconosciuta in tutt Italia. Negli stessi anni il Centro cominciò ad accogliere bambini in trattamento diurno e successivamente, alla fine degli anni 70, l Istituto cominciò ad offrire anche trattamenti ambulatoriali. I minori accolti erano ormai tutti provenienti dalla Liguria. La trasformazione più significativa, e nello stesso tempo non semplice, avvenne nel 1995, anno in cui l attività continuò unicamente con il trattamento ambulatoriale e la conduzione del Centro fu affidata a Benedetta Cerruti, attuale direttrice operativa, e Patrizia Bolla, responsabile amministrativa. L équipe ha continuato ad avere per molti anni la supervisione della dr.ssa Giaele Spreafico e di Franca Contini, rappresentante dell Ente per la sede di Varazze, tutt ora operativa. Il Centro di Varazze ha costruito nel tempo una relazione molto significativa e funzionale con l IRCCS Medea di Bosisio Parini, che garantisce consulenze mirate e supporta la crescita scientifica e culturale di tutti gli operatori. L équipe ha stretto in modo sistematico, soprattutto negli ultimi anni, reti collaborative molto efficaci e apprezzate con il territorio. In questo progressivo cammino di integrazione con le realtà locali è stata coinvolta anche l Associazione Genitori de La Nostra Famiglia, che si è affiancata alla direzione e agli operatori con una presenza responsabile, consapevole e molto attiva. Da tutto questo, in occasione del 60 anniversario di attività sul territorio savonese, è nata l esigenza di comunicare l evoluzione di un evento che ancora oggi coinvolge drammaticamente molte famiglie, e presentare le risposte che il territorio ligure può loro offrire. Autismo: master su modelli di intervento comportamentale intensivo e precoce IESCUM Istituto Europeo per lo Studio del Comportamento Umano, con la partecipazione dell IRCCS Medea di Bosisio Parini, avvia il master executive Applied Behavior Analysis e Modelli di Intervento Comportamentale Intensivo e Precoce. L analisi comportamentale applicata (ABA) è la scienza che fornisce gli strumenti di osservazione dei comportamenti umani. Fornisce inoltre le basi per insegnare nuove abilità e si è dimostrata efficace con bambini affetti da autismo o più in generale da un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo. Il master di formazione è rivolto a chi è in possesso di diploma di laurea di primo livello (psicologia e scienze dell educazione, tecnici della riabilitazione, logopedisti, psicomotricisti) e a figure professionali assimilate con laurea triennale. Attraverso la supervisione di un Analista Comportamentale certificato (BCBA), si propone di formare professionisti qualificati nell ambito di servizi ambulatoriali, in strutture diurne o residenziali sanitarie o socio sanitarie, in realtà scolastiche o domiciliari. L attività di tirocinio è obbligatoria e verrà svolta presso strutture private o pubbliche in cui viene applicata l analisi comportamentale. Il master si concluderà con due prove finali: la prima alla fine delle lezioni frontali mentre la seconda al termine delle ore di tirocinio e supervisione. Il master si terrà presso la sede di Bosisio Parini dell IRCCS Medea. Le iscrizioni si chiudono il 6 ottobre. Per informazioni: MASTERABA@ BP.LNF.IT.
8 L IRCCS Medea - La Nostra Famiglia ha partecipato a Reatech Italia, la fiera-evento per il mondo della disabilità. Ausili, ricerche e brevetti presso lo stand dell Istituto e durante i convegni e i workshop. Autonomia e inclusione a misura di bambino L IRCCS Medea La Nostra Famiglia ha partecipato a Reatech Italia, la fiera-evento su accessibilità, inclusione, autonomia che si è tenuta a Milano dal 24 al 27 maggio. In particolare, presso lo stand le ricerche e i risultati di Spider@Lecco, un progetto emblematico nato da un network di enti (IRCCS E. Medea - La Nostra Famiglia; Ospedale Valduce Villa Beretta ; CNR-IENI, IRCCS INRCA di Casatenovo) con capofila UniverLecco e con il sostegno economico di Fondazione Cariplo, Regione Lombardia, Unioncamere e Camera di Commercio di Lecco. Questa rete di centri ha illustrato dispositivi innovativi e avanzati per l integrazione biomedica e tecnologica applicata alla medicina riabilitativa. È stato così possibile visionare un prototipo di soletta, da inserire all interno della calzatura, dotata di sensori per rilevare la distribuzione del carico sotto la pianta dei piedi: con questo strumento il medico potrà verificare le modalità di appoggio del piede in un contesto domestico al di fuori dell ospedale e ottimizzare la frequenza dei controlli e l intensità della terapia in relazione alle effettive condizioni di deambulazione del soggetto. Interessanti anche due dispositivi, studiati dal CNR Istituto per l Energetica e le Interfasi di Lecco, che verranno sperimentati in collaborazio- ne col Medea anche sui bambini. Si tratta di un esercitatore per soggetti neurologici acuti finalizzato alla movimentazione passiva della caviglia, e di snodi meccanici per bambini posttraumatici che consentono di applicare spinte terapeutiche per il riposizionamento di arti spastici contratti, senza fissare la posizione dell articolazione. Sono stati illustrati anche i servizi di consulenza specifica e di supporto nella scelta e uso delle tecnologie assistive, realizzate dai tre Centri Ausili dell IRCCS presso le sedi di Bosisio Parini, di Brindisi e di Pieve di Soligo Conegliano. Dei video hanno mostrato le potenzialità della Brain Computer Interface, un applicazione che si occupa di studiare l interfaccia, ossia le modalità di comunicazione, tra cervello e computer. Si tratta di un caschetto con un elettroencefalografo miniaturizzato che è in grado di rilevare l attività elettrica connessa al funzionamento naturale del cervello, e grazie a questo fornire dei comandi direttamente ad un computer. Interessante anche il dispositivo Whisper che consente, attraverso il soffio, di codificare in codice tipo Morse dei comandi che possono anche in questo caso essere inviati ad un computer o ad un palmare per supportare disabili motori molto gravi, persone che non hanno l utilizzo degli arti e neanche la possibilità di parlare. Usando il pensiero, o con la modulazione del respiro, si possono quindi impartire comandi al cursore di un computer, per scrivere e navigare in internet e per gestire alcune funzioni della propria abitazione. Grande interesse hanno suscitato i robot di nuova generazione, progettati per aiutare i bambini nel percorso di recupero di alcuni movimenti degli arti inferiori e superiori. In particolare il Lokomat, che sostiene il piccolo paziente mentre lo assiste nel muovere le gambe come se stesse camminando, e l Armeo, un braccio meccanizzato che favorisce la rieducazione del braccio e della mano mentre il bambino esegue dei videogiochi. Nell ambito di Reatech, il 26 maggio è stato dedicato al Soundbeam, una strumentazione che impiega sensori ad ultrasuoni in grado di trasformare i movimenti in musica (vedi l art. nella pagina seguente.) 41
9 Un progetto transfrontaliero illustra le potenzialità di un nuovo strumento musicale per l espressività delle persone con disabilità e per la riabilitazione nell autismo. La nuova via italo-svizzera ha presentato i propri risultati il 25 maggio a Bosisio Parini e il 26 maggio a Milano. Il raggio del suono, espressività per le disabilità 42 Se nell ambito degli ausili per la mobilità e per la comunicazione lo sviluppo tecnologico ha portato grandi miglioramenti, nel campo dell espressività la ricerca è ancora praticamente inesistente o acerba. La mancanza di sperimentazione e di investimento in ambito creativo ha determinato un significativo gap dell Italia e della Svizzera nei confronti di alcuni paesi del nord Europa, come Regno Unito e Scandinavia. In Inghilterra, per esempio, nei centri con disabilità gravi vengono realizzate attività espressive fino all 80% del tempo impiegato nelle attività terapeutiche. Per tale motivo il CRAMS (Centro Ricerca Arte Musica Spettacolo) di Lecco, in collaborazione con l Istituto Scientifico Medea La Nostra Famiglia, ha avviato il progetto di cooperazione sociale transfrontaliera a sostegno dell integrazione dei soggetti disabili Il raggio del suono. Partito nel 2008, il progetto ha visto la partecipazione di alcune tra le principali realtà impegnate nel campo della disabilità nelle province di Lecco, Como e nel Canton Ticino (CRAMS, IRCCS Medea, Fondazione Provvida Madre ed RSU Sim-patia). Si tratta di un network di sperimentazione e ricerca finalizzato a validare l efficacia terapeutica dello strumento Soundbeam, il raggio del suono. Utilizzato soprattutto nel Regno Unito, il raggio del suono consiste in una strumentazione che impiega sensori ad ultrasuoni in grado di trasformare i movimenti, anche i minimali, in segnali MIDI, che vengono poi convertiti in suoni, immagini, stimoli-esperienze tattili: è sufficiente un semplice movimento del corpo, dentro il fascio di ultrasuoni, per riprodurre il suono di un violoncello, il miagolio di un gattino, il rumore della pioggia sul tetto... Ebbene, il gruppo di ricerca attraverso una sperimentazione tecnologica con nuovi sensori - è riuscito ad adattare l apparecchiatura alle specifiche esigenze delle persone coinvolte nel progetto, in buona parte bambini e giovani con disabilità: la sperimentazione ha infatti coinvolto circa 50 utenti con disabilità di 5 centri della provincia di Lecco e circa 60 giovanissimi studenti delle scuole primarie del lecchese e ha dimostrato di essere un elemento di potenziale forte innovatività nell approccio alla disabilità. Non solo. Lo studio ha rivelato che con il Soundbeam i ragazzi, oltre ad imparare ad ascoltare, esprimersi e comporre i suoni, rivelano un abilità a concentrarsi che in altri contesti non risultava evidente, iniziano a scoprire, esplorare, esprimere e comunicare i loro sentimenti, sono più consapevoli ed interagiscono con l ambiente circostante, iniziando così a sviluppare i rapporti interpersonali. Il tutto con ricadute positive sulla loro autostima ed integrazione sociale. Il progetto ha infine validato l utilizzo dello strumento in una terapia pensata specificamente per la riabilitazione dell autismo. In questo ambito, Soundbeam, unendo la musica ai movimenti del corpo, ha reso possibile creare un trattamento basato sull imitazione motoria, che ha determinato importanti miglioramenti nell interazione sociale e nel contatto di sguardo. La ricerca tecnologica, che ci ha consentito di realizzare ausili complementari dotati di sensoristica interattiva wireless, ora proseguirà con la sperimentazione dell uso della tecnologia del soundbeam e delle sensory room nelle terapie di riabilitazione neuromotoria, in collaborazione con l Istituto Medea. Stiamo anche pensando a teatri sensoriali afferma soddisfatto Angelo Riva, presidente del CRAMS. I risultati del progetto raggio del suono sono stati illustrati durante il convegno Educare alla diversità, che si è tenuto il 25 maggio presso La Nostra Famiglia di Bosisio Parini e il 26 maggio nell ambito di Reatech Fiera Milano, a Rho. Tra gli altri, è intervenuto al convegno anche David Jackson, lo storico sassofonista dei Van Der Graaf Generator, che collabora con il CRAMS per l utilizzo del Soundbeam. Cristina Trombetti
10 Siamo dalla parte dei bambini e delle loro famiglie CON LA CURA E LA RICERCA e CON LA TUA FIRMA PER IL 5 X 1000 Come fare? E molto semplice: basta una firma e l indicazione del codice fiscale. E infatti sufficiente riportare il codice fiscale dell Associazione La Nostra Famiglia all interno dei moduli 730, UNICO (categoria ONLUS oppure RICERCA SANITARIA) e ricordarsi di firmare come nell esempio Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni e fondazioni riconosciutche operano nei settori di cui all art. 10, c. 1, lett a), del D.Lgs. n. 460 del 1997 FIRMA Codice fiscale del beneficiario Mario Rossi OPPURE FIRMA Finanziamento della ricerca sanitaria Mario Rossi... Codice fiscale del beneficiario Anche coloro che ricevono il CUD ma non presentano la dichiarazione dei redditi possono firmare e indicare il codice fiscale nell apposita scheda del CUD e consegnarla ad un Ufficio Postale in una busta che riporti la dicitura Scelta per la destinazione del 8 e del 5x1000 dell IRPEF e i propri dati (codice fiscale, nome e cognome).
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