Nota sulle Piattaforme tecnologiche per il gruppo di lavoro PNR. Alessandra Scagliarini

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1 Nota sulle Piattaforme tecnologiche per il gruppo di lavoro PNR Alessandra Scagliarini 11 NOVEMBRE 2009

2 1. CONTESTO EUROPEO L agenda di Lisbona e l obiettivo del 3% fissati nel Consiglio Europeo di Barcellona hanno definito strategico l aumento degli investimenti al 3% del PIL per favorire ricerca e sviluppo, valorizzare la ricerca e soprattutto favorire il coordinamento dei programmi di ricerca tra gli Stati Membri e incentivare la collaborazione tra ricercatori europei e tra questi e l industria. In parallelo, nel 2000, la Commissione ha lanciato la Europen Research Area (ERA) un iniziativa mirata a creare basi e meccanismi forti per sostenere la competitività europea tramite la ricerca scientifica con piani di mobilità dei ricercatori e di creazione di una rete di infrastrutture che porteranno all incremento della produzione scientifica e tecnologica, riducendo la frammentazione attuale delle attività di ricerca nel contesto europeo allargato. Inoltre, per favorire la crescita e l impiego, è stato definito strategico l investimento in ricerca e sviluppo da parte di finanziatori pubblici e privati. In questo contesto le politiche industriali di ricerca e sviluppo giocano un ruolo fondamentale per promuovere competitività, crescita economica e per aumentare i posti di lavoro. Per favorire ed incrementare gli investimenti in ricerca e trasferimento tecnologico diventa fondamentale stabilire priorità e sviluppare nuove tecnologie che possano avere un impatto positivo sulla società. Nel dicembre del 2002, nella comunicazione della Commissione Industrial Policy in an enlarged Europe venne per la prima volta introdotto il concetto di Piattaforma Tecnologica. La Commissione propose di coinvolgere attivamente esperti dal mondo della ricerca, delle tecnologie e del know-how per produrre piani strategici a lungo temine che definissero le necessità di sviluppo tecnologico con maggiore impatto sociale. Divenne subito chiaro che non bastava il solo contributo di ricercatori e industria per raggiungere questi obiettivi strategici, ma c era la necessità di coinvolgere anche gli enti regolatori per definire politiche atte a rimuovere tutte le barriere attuali o potenziali all innovazione come ad esempio finanziamenti, formazione, coordinamento e regimi di tassazione. Le Piattaforme Tecnologiche Europee (PTE) sono state definite come lo strumento ideale per affrontare tutti gli aspetti correlati alla ricerca e sviluppo e per fare questo gli attori di

3 ciascuna piattaforma comprendono stakeholders del mondo scientifico e tecnologico ma anche del mondo politico, regolatorio, delle federazioni di industriali, delle agenzie governative, dei ministeri e rappresentanti dei consumatori. 1.1 Le Piattaforme Tecnologiche Europee L obiettivo principale delle PTE è quello di definire un approccio coerente ed unificato per affrontare le principali sfide economiche europee ed in particolare la crescita economica, la competitività e venire incontro ai bisogni della società. Le PTE rappresentano un modello per la definizione delle priorità di ricerca e sviluppo e dei piani di azione per ogni tecnologia identificata. Le PTE sono state designate per descrivere una Visione strategica ed una Agenda Strategica di Ricerca per le tecnologie leader in Europa e per contrbuire al raggiungimento degli obiettivi di ERA. Gli obiettivi politici delle PTE sono: - supportare lo sviluppo delle tecnologie chiave per l Europa e affrontare le più importanti sfide economiche e sociali; - definire una visione europea ed una agenda strategica per lo sviluppo delle tecnologie chiave; - supportare gli obiettivi di aumento degli investimenti privati nella ricerca avvicinando i ricercatori al mondo industriale e favorendo il mercato di prodotti innovativi. Attualmente si contano 37 PTE, in rappresentanza di diversi ambiti tecnologici. Le loro attività si sono focalizzate nella definizione e pubblicazione di diversi documenti, tra i quali il Vision document e la Strategic Research Agenda (SRA). Quest ultima, in particolare, ha fissato, per ogni ambito tecnologico, le priorità di ricerca e sviluppo a medio e lungo termine, includendo tra queste la forte necessità di rafforzare il raggruppamento e la messa in rete di infrastrutture e risorse. Le SRA tengono in grande considerazione le tematiche regolatorie e di proprietà intellettuale ritenute strategiche per favorire la penetrazione delle nuove tecnologie sul mercato. Le SRA prendono in considerazione anche i meccanismi di mobilizzazione degli investimenti pubblici e privati, necessari a implementare le strategie di ricerca e sviluppo.

4 Come potenziali fonti di finanziamento sono stati individuati i programmi quadro europei (FP), i programmi per i fondi strutturali, gli enti di finanziamento nazionali e regionali, gli enti privati, la banca europea per i finanziamenti (European Investment Bank, EIB), le iniziative intergovernative (ad es. EUREKA). Le SRA hanno identificato le azioni di miglioramento in relazione ad educazione, formazione e opportunità di training per mantenere e rafforzare personale altamente specializzato e preparato che possa assicurare l implementazione delle tecnologie a medio e lungo termine. Infine, le SRA hanno stabilito ed implementato il piano di comunicazione per favorire la consapevolezza e il dialogo con l opinione pubblica relativamente agli sforzi che si stanno facendo in ambito europeo per ogni ambito tecnologico. Lo sviluppo delle PTE segue un approccio bottom-up nel quale gli esperti di un settore prendono l iniziativa di sviluppare una piattaforma guidati dalla Commissione Europea. Affinchè una PT sia attiva è necessario il coinvolgimento di diversi esperti. Per la definizione delle priorità di attività di ricerca e per favorire gli scambi tra mondo della ricerca e dell industria, è infatti necessario il coinvolgimento di: rappresentanti dei ricercatori, organismi regolatori (europei, nazionali e locali), industria (grande, media e piccola), Autorità Pubbliche, politici, rappresentanti di enti finanziatori e infine la società civile, le organizzazioni non governative (ONG), le associazioni di consumatori e i potenziali utilizzatori finali delle nuove tecnologie. Tra gli enti finanziatori coinvolti sono presenti banche private (inclusa EIB), lo European Investment Fund (EIF) e la European Bank for Reconstruction and Development (EBRD). Di seguito si riportano le 35 PTE attualmente attive a livello europeo, evidenziando in grassetto quelle che presentano un corrispettivo italiano: 1. Advanced Engineering Materials and Technologies EuMaT 2. Advisory Council for Aeronautics Research in Europe - ACARE 3. Embedded Computing Systems - ARTEMIS 4. European Biofuels Technology Platform Biofuels 5. European Construction Technology Platform ECTP 6. European Nanoelectronics Initiative Advisory Council - ENIAC 7. European Rail Research Advisory Council ERRAC

5 8. European Road Transport Research Advisory Council - ERTRAC 9. European Space Technology Platform ESTP 10. European Steel Technology Platform - ESTEP 11. European Technology Platform for the Electricity Networks of the Future SmartGrids 12. European Technology Platform on Farm Animal Breeding and Reproduction FABRE 13. European Technology Platform for Wind Energy TPWind 14. European Technology Platform on Smart Systems Integration - EPoSS 15. Food for Life Food 16. Forest based sector Technology Platform Forestry (FTP) 17. Future Manufacturing Technologies MANUFUTURE 18. Future Textiles and Clothing - FTC 19. Global Animal Health - GAH 20. Hydrogen and Fuel Cell Platform - HFP 21. Industrial Safety ETP - IndustrialSafety 22. Innovative Medicines Initiative - IMI 23. Integral Satcom Initiative - ISI 24. Mobile and Wireless Communications emobility 25. Nanotechnologies for Medical Applications - NanoMedicine 26. Networked and Electronic Media - NEM 27. Networked European Software and Services Initiative - NESSI 28. Photonics21 - Photonics 29. Photovoltaics - Photovoltaics 30. Plants for the Future - Plants 31. Robotics EUROP 32. Sustainable Chemistry - SusChem

6 33. Water Supply and Sanitation Technology Platform WSSTP 34. Waterborne ETP - Waterborne 35. Zero Emission Fossil Fuel Power Plants ZEP 1.2 PTE, Joint Research Initiative (JTI) e Public Private Partnership (PPP) Alcune Piattaforme Tecnologiche Europee hanno potuto stimolare la nascita di uno o più organismi internazionali, a partecipazione pubblico-privata, ai sensi dell Art. 171 del Trattato UE. Le Joint Technology Initiatives (JTI) sono, quindi, piattaforme sui generis previste in numero limitato perché necessitano di una mobilizzazione eccezionale di mezzi e di risorse finanziarie. Una volta costituita, infatti, una JTI si configura come un mini Programma Quadro focalizzato su una certa area tecnologica; per questo la JTI emette bandi periodici, riceve le proposte progettuali, le valuta ed infine finanzia le migliori. Le JTI nascono come esigenza delle Piattaforme Tecnologiche che presentano Agende Strategiche di Ricerca molto complesse. La proposta di creazione di una JTI è sottoposta ad un processo di selezione rigoroso da parte della Commissione Europea, che comprende i seguenti criteri: - importanza strategica del progetto e la possibilità di trasferirlo a livello industriale; - esistenza di fallimento del mercato del settore; - esistenza, per il prodotto in questione, di un valore aggiunto comunitario; - evidenza di un impegno industriale di medio - lungo termine; - inadeguatezza degli strumenti comunitari classici a supporto dell iniziativa in questione (progetti collaborativi, ecc). Le JTI sono realizzate attraverso la creazione di Imprese Comuni (Joint Undertaking) di cui fanno parte: Commissione Europea, industrie ed enti di ricerca, alcuni Stati Membri (nel caso di ARTEMIS ed ENIAC). Ad oggi le PTE che hanno attivato JTI sono: 1. Innovative Medicines Initiative (IMI) JTI IMI 2. Embedded Computing Systems (ARTEMIS) JTI ARTEMIS

7 3. Aeronautics and Air Transport ACARE JTI Clean Sky 4. European Nanoelectronics Initiative Advisory Council JTI Nanoelectronics Technologies 2020 (ENIAC) 5. Hydrogen and Fuel Cells Initiative (FCH) JTI Hydrogen and Fuel Cells Initiative 6. Global Monitoring for Environment and Security (GMES) JTI GMES Recentemente, nell ambito del Recovery Plan lanciato dalla Commissione Europea all inizio del 2009 per far fronte alla crisi, sono state avviate 3 Public Private Partnerships (PPPs). Lo strumento delle PPPs è basato su Call dedicate a settori strategici per un periodo di 10 anni focalizzando su tematiche identificate in collaborazione con Associazioni Industriali. Le PPPs mirano anche a risolvere i problemi di gestione delle JTI. Le tre PPPs ad oggi avviate sono: - Energy Efficient Building (derivante dalla PTE European Construction Technology Platform) - Factory of the Future (derivante da PTE Manufuture) - Green cars (derivante dalle PTE European Road Transport Research Advisory Council e European Technology Platform on Smart Systems Integration) Partecipazione italiana alle JTI e alle PPP Rappresentanti italiani sono presenti nel comitato scientifico nella JTI IMI, che ha designato un referente italiano con sede attualmente presso il CNR. Alla JTI Clean sky partecipa attivamente la PTI ACARE ITALIA, mentre per la JTI ENIAC l Italia è presente nel mirror group con un referente presso il MIUR. La JTI ARTEMIS ha attivato la joint undertaking ARTEMISIA con membri italiani provenienti dal mondo industriale (ELVOX, INTECS, T3LAB Consortium, WLAB, XPLAB s.a.s.), un rappresentante del mondo accademico (Università di Bologna) nello Steering Committee e un rappresentante di Finmeccanica nel Presidium. Nella JTI Hydrogen and Fuel Cells Initiative sono presenti membri italiani del mondo industriale (Ansaldo Fuel Cells, Centro Ricerche Fiat, Enel Produzione, Environment park Labor, SAPIO Produzione Idrogeno Ossigeno, SOFCpower), dell Università (Bologna, Roma, Genova, Salerno), degli enti di ricerca (CNR, CESI-Ricerca, ENEA, Politecnico di Torino) e delle regioni (Abruzzo, Lazio, Lombardia, Piemonte, Trentino, Alto Adige). La JTI GMES vede tra gli Stati Membri partecipanti anche l Italia che ha il proprio Comitato Direttivo presso il MIUR, tra gli enti di

8 ricerca coinvolti: ASI, CNR e Distretto Tecnologico della Basilicata oltre al coinvolgimento del Dipartimento di Protezione Civile. Da quanto esposto, si evidenzia che, con l eccezione delle JTI Clean Sky (che vede la partecipazione della PTI ACARE ITALIA), ENIAC (nella quale l Italia è presente nel mirror group) e GMES (il cui Comitato Direttivo ha sede presso il MIUR) la presenza dell Italia nelle JTI si basa su una partecipazione di singoli ricercatori, enti o industrie su iniziativa individuale. La mancanza di coordinamento e programmazione rischiano di penalizzare il nostro Paese nella partecipazione alle call delle rispettive JTI. Una soluzione potrebbe derivare dalla nascita (meglio se su iniziativa del MIUR) dei NMG delle PTE che sostengono le singole JTI per rendere più efficace l azione italiana. L esperienza dei primi bandi delle JTI suggerisce inoltre l opportunità di una armonizzazione dei regolamenti nazionali con quelli europei (in particolare con le regole del 7PQ, eventualmente attraverso la creazione di un fondo apposito), di una semplificazione e snellimento delle procedure nazionali e della garanzia di continuità e certezza dei finanziamenti anche al fine di evitare l insorgere di sfiducia nelle imprese partecipanti. Anche nelle 3 PPPs avviate alcune aziende e centri di ricerca italiani giocano un ruolo importante (ad esempio le Piattaforme Nazionali delle Costruzioni e del Manifatturiero sono molto attive negli Industrial Advisory Groups delle rispettive PPPs), ma la partecipazione italiana dovrebbe essere aumentata mediante azioni specifiche di supporto a livello nazionale. 1.3 Procedure di valutazione delle Piattaforme Tecnologiche Nel settembre del 2008 è stato pubblicato il primo report di Valutazione delle Piattaforme Tecnologiche Europee. I principali obiettivi della valutazione sono stati quelli di: - verificare il funzionamento delle PTE; - verificare gli sviluppi e gli obiettivi raggiunti; - analizzare l impatto dei risultati raggiunti; - identificare fattori limitanti e di successo; - formulare raccomandazioni.

9 La procedura di valutazione, quali-quantitativa, si è svolta mediante la compilazione di questionari ed interviste ed ha tenuto conto in primo luogo della lista degli obiettivi, dei risultati raggiunti e del loro impatto. Singoli esperti di ciascuna PTE sono stati sottoposti a questionari on line con l obiettivo di raccogliere dati sulle performance delle piattaforme mentre i rappresentanti delle PTE e i coordinatori Europei sono stati sottoposti ad intervista. La valutazione ha preso in considerazione il livello di coordinamento e coinvolgimento dei maggiori esperti per ogni tecnologia, della sinergia sviluppata a livello europeo, nazionale e regionale, della mobilizzazione di risorse pubbliche e private e delle capacità di miglioramento rispetto allo stato dell arte per produrre innovazione e mantenere e rafforzare una mano d opera altamente specializzata. I dati quantitativi sono stati raccolti direttamente dalle PTE sui seguenti indicatori: - background della piattaforma; - attivazione e svolgimento delle attività della piattaforma; - agenda strategica; - risorse finanziarie; - comunicazione agli esperti; - collegamento ai mirror groups nazionali (NMG); - stato di avanzamento delle piattaforme nazionali. 1.4 Piattaforme Tecnologiche Nazionali e Member State Mirror Groups Molte Piattaforme Tecnologiche Europee hanno promosso la nascita, su scala nazionale, di corrispondenti Piattaforme Tecnologiche Nazionali (PTN), in alcuni casi chiamate anche National Support Group. A prescindere dalla creazione o meno delle PTN, le PTE chiedono per ogni Stato Membro la nomina di un delegato del Ministero che, in sede europea, abbia la capacità di allocare gli investimenti in R & D del proprio Paese su tematiche che siano di interesse sinergico tra l Europa e il singolo Stato Membro. Ad esempio possono essere citati i Programmi ERA-Net, EUREKA JTI, programmi caratterizzati dalla necessità di un co-finanziamento nazionale.

10 Per ogni PTE, l insieme dei 27 delegati dei Ministeri dei vari paesi compongono il MSMG (Member State Mirror Groups o, per alcune PTE, i Programme Owners) della Piattaforma. Ove presenti, è auspicabile che le PTN collaborino con il corrispondente MSGM e, in particolare, con il loro delegato nazionale all interno del MSGM, per l identificazione delle priorità di ricerca alla base dei cofinanziamenti richiesti dai Programmi quali ERA-Net, Eureka e le JTI. Sul piano del VII Programma Quadro e degli aggiornamenti dei relativi programmi di lavoro è necessaria una collaborazione tra PTE, PTI, MSGM, delegati nazionali di programma tematici del VII Programma e NCP (National Contact Point), in modo tale che le tematiche di ricerca di interesse nazionali siano coerentemente ed efficacemente sostenute a livello europeo. 2. LE PIATTAFORME TECNOLOGICHE ITALIANE In alcuni settori e per alcune delle Piattaforme europee, sono state create in Italia corrispondenti Piattaforme Tecnologiche Italiane (PTI). Analogamente a quanto le PTE hanno realizzato per la definizione del 7 Programma Quadro, le PTI sono riuscite ad aggregare attorno ad obiettivi di ricerca e sviluppo condivisi e prioritari, per il sistema Italia, una massa critica in grado di superare, per la prima volta, la frammentazione territoriale e settoriale. La stretta collaborazione tra il settore pubblico e privato, presupposto di ogni Piattaforma, ha posto le basi per procedere all identificazione di priorità di ricerca coerenti, da un lato con i gap tecnologici identificati e dall altro con soluzioni a breve e medio termine finalizzate a rafforzare la competitività dei settori industriali coinvolti. Le priorità di ricerca e sviluppo di ogni PTI, integrate in documenti di visione, agende di ricerca e piani di implementazione sottoposti a consultazione nazionale da parte degli stakeholders, sono disponibili on-line. I documenti prodotti rappresentano uno strumento per fornire un quadro articolato delle esigenze industriali e delle capacità di ricerca su scala nazionale, regionale e locale e, contestualmente, una fonte per definire gli investimenti nel settore della ricerca e sviluppo. Le PTI hanno Comitati Direttivi che rappresentano le rispettive filiere e Consigli Scientifici strutturati come quelli delle analoghe PTE. I Consigli Scientifici raggruppano le più qualificate professionalità di ciascun settore sotto la guida di Chairmen e Cochairmen provenienti sia dalla ricerca che dal mondo industriale. Le Piattaforme Tecnologiche

11 Italiane, quindi, per la loro stessa composizione, sono strutture in grado di fornire un prezioso supporto di conoscenze ed esperienze a livello nazionale, regionale e locale. Nell ambito delle tecnologie abilitanti già individuate dal PNR sono attualmente attive le seguenti Piattaforme Tecnologiche Italiane, di cui vengono riportati ulteriori dettagli nei paragrafi successivi (suddivisi per settori). AGROALIMENTARE - Italian Food for Life - Italian Global Animal Health - IT-Plants for the future - IT-Fabre ENERGIA E AMBIENTE - SusChem Italy - IT Forestry - Biofuels Italia - BIOFUELS ITALIA - PTIC (Piattaforma Tecnologica Italiana delle Costruzioni) SVILUPPO INDUSTRIALE - PTISI (Piattaforma Tecnologica Italiana sulla Sicurezza Industriale) - PTNM (Piattaforma Tecnologica Nazionale Marittima) - PHORIT MADE IN ITALY - Manufuture Italia AERONAUTICA - Acare Italia AGROALIMENTARE L industria alimentare rappresenta uno dei punti di forza del nostro Paese, processa circa il 70% delle produzioni agricole italiane ed è riconosciuta a livello mondiale come

12 ambasciatrice del Made in Italy con un 80% di prodotti esportati di alta qualità. Il successo a livello mondiale dell industria alimentare italiana è legato strettamente alla tradizione agricola e culturale del nostro Paese, agli alti standard di sicurezza e alla capacità di abbinare tradizione ed innovazione. A riprova dell importanza di questo settore e delle possibilità di miglioramento qualitativo dei nostri prodotti attraverso la ricerca, sono nate diverse piattaforme tecnologiche nazionali che propongono tematiche complementari a supporto delle industrie agro-alimentari del nostro Paese. Italian Food for Life Italian Food for Life, operativa dal 2006, nasce come corrispettivo nazionale della Piattaforma Tecnologica Europea Food for Life. La Piattaforma tecnologica nazionale Italian Food for life è stata cretata grazie all azione sinergica di Federalimentare (già impegnata a Bruxelles nel coordinamento della piattaforma tecnologica europea) e della CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane), in collaborazione con l Università di Bologna, ENEA Biotec, INRAN e con gli attori più rappresentativi del settore agroalimentare in Italia. L obiettivo è favorire lo sviluppo e la competitività internazionale, soprattutto al servizio della piccola e media impresa. La piattaforma italiana costituisce un opportunità unica non solo per promuovere il coordinamento delle attività di ricerca in materie di alimenti e nutrizione, garantendone sia la direzione sia una massa critica sufficiente, ma anche per assicurare il trasferimento delle conoscenze alle imprese. La Vision della Piattaforma Food for Life è fondata sulla convinzione che una ricerca orientata strategicamente sulle scienze della nutrizione e sulle tecnologie alimentari, che abbia come prerequisiti il costante miglioramento della qualità e della sicurezza, una sempre maggiore sosteniblità della produzione e una gestione efficiente della filiera, possa condurre ad un reale vantaggio competitivo per le imprese agroalimentari. Lo sviluppo di prodotti in linea con le esigenze e le aspettative dei consumatori, insieme a cambiamenti significativi nella dieta e negli stili di vita, possono avere un impatto positivo sulla salute pubblica e sulla qualità generale della vita dei cittadini. Al centro della Piattaforma troviamo il consumatore. Le priorità della ricerca alimentare sviluppate dalla Vision sono state elaborate partendo da una prospettiva capovolta della filiera from fork to farm in grado di orientare le strategie di ricerca sulle reali esigenze ed aspettative dei cittadini. Alla base dell attività dell industria alimentare c è il rapporto

13 fiduciario con i consumatori, un punto decisivo per le tutte le imprese che hanno fatto della sicurezza e della qualità i cardini essenziali della loro azione. Sono sette i pilastri della ricerca individuati dalla Vision per rafforzare la competitività del settore alimentare attraverso ricerca, tecnologia e innovazione. 1 Scienza del consumatore Sviluppare strumenti adeguati di comprensione delle esigenze dei consumatori per rafforzarne la fiducia verso i prodotti alimentari, rendendo possibile a ciascuno di adeguare la propria dieta allo stile di vita e alle esigenze di salute. 2 Alimenti e salute Sviluppare prodotti innovativi e raggiungere così un reale vantaggio competitivo per le imprese agroalimentari. Partendo dallo stretto legame tra qualità della vita e prevenzione, indirizzare gli investimenti della ricerca verso la formulazione di nuovi prodotti, in grado di avere effetti positivi sulla salute pubblica, in particolare sul benessere della terza età. 3 Qualità e produzione dei prodotti alimentari La sfida dell industria alimentare europea nei prossimi vent anni sarà anche quella di offrire al consumatore cibi di qualità, adatti alle più svariate occasioni di consumo, con un alto valore aggiunto in termini di confezionamento e di servizio. 4 Sicurezza alimentare La sicurezza alimentare è prerequisito dell attività dell intera filiera ed è alla base del rapporto di fiducia con il consumatore. Quest ultimo, tuttavia, non chiede solo che i cibi siano sicuri, ma anche che siano freschi, naturali, di alta qualità, nutrienti, pratici e convenienti. La ricerca può andare incontro a queste esigenze contribuendo a sviluppare innovazioni di prodotto e di processo che permettano di ottenere cibi sicuri attraverso tecnologie che impattano sempre meno sulla freschezza, sulla naturalezza, sul gusto, sulle proprietà nutritive, sulla praticità e sulla convenienza degli alimenti. 5 Sostenibilità della produzione Un agricoltura e una trasformazione alimentare sostenibili sono l altro prerequisito alla base della filiera. Nella Vision si ritiene che, attraverso la creazione di una sinergia tra crescita economica e protezione dell ambiente, si possa migliorare anche il benessere sociale e la qualità della vita dei cittadini. Del resto, uno sviluppo sostenibile, che armonizzi le esigenze del presente senza compromettere quelle delle generazioni future, è

14 uno degli obiettivi centrali della Commissione Europea. 6 Gestione della catena alimentare Attraverso lo sviluppo e l applicazione di nuove tecnologie, business practices e strumenti informatici si potrà orientare l attività di ogni segmento della filiera migliorandone i livelli di sicurezza e di qualità, oltre che l efficienza dell intera catena di produzione e commercializzazione. Si arriverà così ad un sistema di gestione e di controllo efficiente e trasparente, con un rapporto costi-benefici conveniente per la singola azienda e per l intero sistema. 7 Comunicazione, formazione e trasferimento tecnologico L elaborazione di strumenti che garantiscano il trasferimento tecnologico alle imprese, soprattutto alle PMI, come anche il miglioramento delle capacità di comunicazione verso i consumatori, sono le condizioni che permetteranno all industria alimentare di raggiungere un reale vantaggio competitivo nel mercato globale. Italian Global Animal Health (ITPGAH) Technology Platform for Global Animal Health. Al centro della piattaforma troviamo gli animali, produttori di alimenti, che costituiscono il punto di partenza per ottenere alimenti sicuri e di qualità. Dal 2008, ITPGAH è entrata a far parte del gruppo di coordinamento di ETPGAH formato dai National Mirror Group. La Piattaforma Italiana è attualmente supportata da: Federchimica (più di 1000 PMI e grandi imprese), AISA (35 imprese PMI & grandi) Assobiotec (70 PMI & grandi imprese), Associazione Italiana Allevatori (36 Associazioni nazionali per specie e razza (ANA); 16 Associazioni regionali (ARA); 92 Associazioni provinciali (APA); Istituti Zooprofilattici Sperimentali (10 sedi centrali e le 90 sezioni diagnostiche periferiche), ISS, 10 Atenei. La strategia sostenuta dalla Piattaforma tecnologica ETPGAH è quella di rafforzare la ricerca traducendone i risultati in prodotti (diagnostici, vaccini e presidi terapeutici). Dopo una serie di crisi alimentari verificatesi alla fine degli anni 90 (diossina, BSE, ecc.) l Europa ha intrapreso una vera e propria politica sulla sicurezza alimentare, adottando quell approccio globale e integrato al problema così ben sintetizzato dallo slogan from farm to fork. In quest ottica la salute ed il benessere degli animali produttori di alimenti per l uomo rappresentano non solo un punto fondamentale per la realizzazione degli obiettivi strategici fissati dal Libro Bianco sulla sicurezza alimentare (2000), ma assumono anche

15 un importanza determinante per garantire gli scambi commerciali di animali e prodotti alimentari nel mercato globale nel rispetto delle regole fissate dal WTO (ad esempio SPS agreement 1995). La globalizzazione e i cambiamenti climatici favoriscono l emergenza di malattie degli animali (es. afta, blue tongue, influenza aviare) con gravi impatti economici e sociali, legati alla messa in atto di programmi di controllo ed eradicazione e restrizioni al commercio. Per il prossimo futuro ( ) la strategia comunitaria sulla salute animale (CAHPS) sarà quella di controllare le malattie per garantire la salute e il benessere degli animali e dell uomo, e la sicurezza alimentare. La salute animale è infatti strettamente connessa a quella umana, per cui combattere le patologie degli animali si traduce in benefici economici, sociali, ambientali ed etici significativi. Cinque sono i pilastri della ricerca individuati dalla Vision della piattaforma italiana ITPGAH: 1) Prioritizzazione delle malattie degli animali e gap analysis L assenza di rappresentanti italiani nelle fasi di elaborazione dei documenti della piattaforma europea ha impedito l inserimento, nelle priorità di ricerca, di patologie animali che colpiscono specie definite minori. Queste specie animali (ovini, caprini, bufali, selvaggina allevata, ecc.) contribuiscono a molte delle produzioni tipiche del nostro Paese e dal loro stato sanitario dipende la sicurezza degli alimenti e dei consumatori. Risulta quindi strategico focalizzare le attività di ricerca su queste tematiche a livello nazionale, sostenendole anche a livello comunitario. 2) Ricerca di base Per lo sviluppo di nuovi prodotti per la prevenzione, il trattamento e la diagnosi delle malattie degli animali è fondamentale orientare la ricerca nei campi della genomica, della proteomica e dell immunologia per chiarire i meccanismi di interazione ospite-patogeno, fondamentali al fine della messa a punto di nuovi vaccini e terapeutici. Inoltre il nostro paese si caratterizza per la sua biodiversità; la medicina veterinaria tradizionale ha sfruttato per secoli i principi naturali per il trattamento delle malattie degli animali. Una rivalutazione di discipline come l etnobotanica e l etnoveterinaria può contribuire a preservare il nostro patrimonio naturale e l uso sostenibile del territorio, oltre a favorire la produzione di alimenti sicuri e di qualità. 3) Enabling factors e trasferimento tecnologico

16 Le imprese che si occupano di salute animale nel nostro Paese sono prevalentemente piccole e medie e non possono competere con i colossi industriali a livello mondiale. Collaborazioni pubblico-private mirate alla messa a punto di prodotti destinati soprattutto alle specie minori potrebbe rendere disponili prodotti specifici, riducendo il rischio di un utilizzo di farmaci off-label, che rappresentano un rischio per i consumatori. Sono necessari finanziamenti, da parte degli enti governativi, dedicati ad azioni di supporto mirate alla brevettazione, alla tutela della proprietà intellettuale dei ricercatori e alla certificazione di qualità dei laboratori di ricerca in ottemperanza alle GLP (Good Laboratory Practice). La mancanza di certificazione rappresenta infatti una delle principali limitazioni al trasferimento tecnologico dagli enti di ricerca italiani alle industrie farmaceutiche. 4) Aspetti regolatori La farmacovigilanza e la rintracciabilità rappresentano un punto focale per garantire la sicurezza degli alimenti di origine animale. La ricerca in questo settore dovrebbe essere sostenuta in collaborazione con l industria. 5) Prospettiva globale La posizione geografica dell Italia ci espone a rischi di introduzione di malattie transfrontaliere (TADs) che possono essere responsabili di nuove emergenze sanitarie in tutta Europa, come già accaduto nel caso della Blue tongue. Per il controllo e la gestione delle TADs, risulta strategico promuovere programmi di ricerca in cooperazione con altri Paesi dell area del Mediterraneo per garantire la sicurezza del commercio globalizzato di animali e loro prodotti. IT- Plants for the Future La Piattaforma Tecnologica Nazionale IT-Plants for the Future riunisce i rappresentanti dei principali attori della filiera e si colloca nell ambito della cosiddetta Knowledge Based Bio-Economy (KBBE), asse portante del VII Programma Quadro. In IT-Plants for the Future sono rappresentati i seguenti enti: Barilla, Parco Tecnologico Padano, CRA (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura), Università di Bologna, CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), IPGN (Italian Plant Genomic Network), Centrale Cesena, Parco Scientifico e Tecnologico della Sicilia, INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), AIS (Associazione Italiana Sementi),

17 ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie, l Energia e l Ambiente), Assobiotec. Le piante, oltre ad essere la fonte primaria di alimenti per l uomo e gli animali e svolgere un ruolo fondamentale nell ecosistema, rappresentano anche un importante risorsa per la produzione di bio-materiali. L aumento della domanda di alimenti sani e di qualità, la crescita della popolazione mondiale con la conseguente necessità del soddisfacimento delle esigenze alimentari, le limitate risorse di combustibili fossili e di risorse idriche, fanno sì che le piante acquistino sempre più un ruolo chiave per lo sviluppo economico comunitario e globale. In questo contesto, è evidente che il futuro della competitività e sostenibilità della filiera agroalimentare europea è strettamente legato al progresso scientifico e tecnologico nel campo delle biotecnologie, della genomica vegetale e delle loro applicazioni. L ottenimento di piante più ecocompatibili e maggiormente resistenti alle fitopatie e alle avversità ambientali causate dai mutamenti climatici consentirà una riduzione degli input produttivi (es. fertilizzanti, acqua, fitofarmaci, ecc.) ed un aumento delle rese. La costituzione della piattaforma tecnologica Europea "Plants for the Future" rappresenta un importante momento per un rilancio della ricerca sulle piante, settore largamente trascurato nell'ambito dei finanziamenti erogati dal VI Programma Quadro. Questo ha aggravato il ritardo nella ricerca avanzata sulle piante rispetto ad altri paesi industrializzati e ad economia emergente. Negli anni futuri, lo sviluppo economico nazionale ed Europeo dipenderà in misura crescente dalla competitività delle filiere agro-alimentare ed agro-industriale, ivi incluse le fonti energetiche rinnovabili derivanti da olii vegetali e biomasse. Un ruolo altrettanto rilevante, soprattutto alla luce dei mutamenti climatici che sempre più influenzano il nostro sistema agricolo, verrà inoltre svolto dalla sostenibilità della pratiche agricole e dal loro impatto sul territorio. In questo contesto, la piattaforma tecnologica "Plants for the future" svolgerà un ruolo trainante per la definizione e realizzazione dei progetti di ricerca di base e applicata nel settore agroalimentare ed agro-industriale del VII Programma Quadro. Sull esempio della PTE, il Vision della Piattaforma IT-Plants for the Future identifica i seguenti pilastri per progetti di ricerca: - produzione in quantità sufficiente di cibo e mangimi salubri e nutrienti; - prodotti vegetali per l industria chimica e la produzione di energia; - agricoltura sostenibile, produzione forestale e paesaggio; - competitività della ricerca di base;

18 - scelte dei consumatori e governance. Da quanto riportato, si evince che l ambito di intervento della Piattaforma Italiana IT- Plants for the Future è alquanto ampio e si sovrappone in parte a quello di altre Piattaforme Tecnologiche Italiane dell area KBBE, derivate dalle PTE Food For Life, Forestry-based Sector, SuSChem, Biofules e Global Animal Health. La Piattaforma IT-Plants for the Future opera di fatto all interfaccia delle Piattaforme menzionate, per integrare al meglio e valorizzare le complementarietà e le specificità di ciascuna nel proporre linee tematiche di interesse nazionale e comunitario. In particolare le colture di maggiore rilevanza per il Made in Italy e la dieta Mediterranea (es. olivo, frumento, pomodoro, vite, ecc.) sono ripetutamente citate per i risvolti salutistici che nuovi prodotti offerti dalla ricerca su tali specie potranno avere nel contrastare il dilagare di malattie croniche ed invalidanti come l obesità ed il diabete, nonché nel ridurre l incidenza di particolari tumori (es. colon) e malattie cardiovascolari. Grazie agli spettacolari progressi della genomica è oggi possibile identificare i geni preposti al controllo delle principali caratteristiche che regolano le caratteristiche nutrizionali, organolettiche e sensoriali dei prodotti vegetali su cui si basa la nostra dieta e quella degli animali domestici. La genomica stessa permette inoltre di ottimizzare le procedure di selezione (es. selezione assistita con marcatori molecolari) per realizzare nuove varietà migliorate da offrire agli agricoltori. Altre biotecnologie potranno fornire contributi rilevanti per ottimizzare i livelli produttivi e la qualità delle principali colture e al tempo stesso migliorare il grado di sostenibilità delle pratiche agricole, nel rispetto delle tipicità locali. Vengono inoltre suggeriti interventi di tipo agronomico ed in altre discipline capaci di aumentare la competitività delle filiere agro-alimentare ed agro-industriale. Presupposto fondamentale affinché il tutto si possa concretizzare sarà la disponibilità di un appropriata infrastruttura di ricerca e dei fondi richiesti per realizzare la sperimentazione e sostenere la formazione di nuovi quadri di ricercatori ormai pericolosamente assottigliati dal perdurare nel paese di un clima culturale non propenso all innovazione in agricoltura. Sotto questo profilo, va sottolineata l importanza del pilastro relativo alla ricerca di base e del pilastro per promuovere presso il pubblico le applicazioni delle moderne biotecnologie. IT FABRE IT FABRE è sostenuta dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ed ha promosso l adesione di Associazioni di produttori, Centri di Fecondazione Artificiale,

19 Università, Centri di Ricerca e Associazioni scientifiche, Associazioni Industriali, Consorzi di tutela prodotti zootecnici a denominazione, Istituti economici e finanziari, Enti Pubblici, Federalimentare. La Piattaforma Europea FABRE-TP (Farm Animal Breeding and Reproduction Technology Platform) riunisce i principali attori pubblici e privati dei settori dell industria e della ricerca nel campo della selezione e della riproduzione animale per definire e proporre obiettivi di ricerca e sviluppo tecnologico a medio e lungo termine per garantire la sostenibilità, la crescita e la competitività delle produzioni animali in Europa, con attenzione anche ai problemi dei paesi in via di sviluppo. ENERGIA E AMBIENTE SusChem Italy La Piattaforma SusChem Italy è attualmente supportata da oltre 150 sostenitori, tra cui: Federchimica (più di 1000 PMI e grandi imprese), Assobiotec (70 PMI & grandi imprese), Federambiente (più di 250 PMI), altre 50 PMI, 2 Distretti Tecnologici Industriali (Novara, Terni), 9 consorzi nazionali inter-universitari (che raccolgono, nel loro complesso, oltre 55 differenti Università), 7 istituti del CNR, 4 Dipartimenti ENEA, C.R.A. (Consiglio per la Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura), Intesa San Paolo, 4 centri di eccellenza, ISS, APAT, WWF, Legambiente, Kyoto Club. SusChem Italy rappresenta un punto di incontro per valorizzare ed integrare le competenze italiane in ambito europeo, e nel contempo realizzare e promuovere una chimica sostenibile in Italia. Le principali sfide del Vision sono: processi sostenibili a partire da biomasse, bio-processi e bio-prodotti, bio-energia, biorisanamento, tecnologie dei materiali, materiali innovativi per la conversione energetica, nanotecnologie e nanoscienze, nuove strategie di progettazione sostenibile di prodotti, impianti e processi, catalizzatori e nanosistemi. La Piattaforma Italiana per la Chimica Sostenibile, promossa dall Ateneo di Bologna (su incarico della CRUI), insieme a Federchimica, CNR, ENEA, Consorzi Interuniversitari (tra cui INSTM, CIRCMSB, CIRCC, INBB, CRAB, ecc) ed associazioni scientifiche quali GRICU, AIDIC, AIMAT, Società di Biocatalisi e Bioseparazione, ecc., riprende le tematiche e la struttura della Piattaforma Tecnologica Europea (ETP) SusChem, ma estende e focalizza i problemi sulla realtà nazionale. Vuole quindi essere anche un punto di incontro

20 per valorizzare ed integrare le competenze italiane in ambito europeo, e nel contempo realizzare e promuovere una chimica e sviluppo sostenibile in Italia. Sul fronte della produzione e gestione dell energia, le priorita R&D promosse sono: - Sviluppo di sorgenti di energia alternative: (i) nuovi materiali e approcci per celle fotovoltaiche, (ii) processi catalitici e biotecnologici per la produzione di biocombustibili da biomasse e sottoprodotti dell agroindustria, (iii) celle a combustibile (a bassa e ad alta temperatura), (iv) produzione biologica e chimica di idrogeno, (v) uso dell'energia solare per la produzione fotoelettrocatalitica di idrogeno da acqua e la conversione di anidride carbonica a combustibili. - Sviluppo di processi caratterizzati da minor impatto ambientale rispetto alle tecnologie utilizzate attualmente nell industria chimica. - Risparmio energetico attraverso l utilizzo di nuovi materiali e tecnologie: (i) sistemi di illuminazione con LEDs e dispositivi elettrocromici, (ii) nuovi materiali nanostrutturati (quali le nanoschiume) per un miglioramento dell'isolamento in edifici, (iii) nuovi materiali per la riduzione delle perdite durante il trasporto dell'energia, (iv) tecnologie per una produzione distribuita dell'energia, (v) riduzione del consumo energetico dei processi produttivi, (vi) materiali per ridurre il consumo energetico nel trasporto. - Miglioramento dell'accumulo, trasporto e conversione dell'energia: (i) nuove batterie e supercapacitori, (ii) nuove reti energetiche basate su energie rinnovabili, (iii) dispositivi termoelettrici per convertire il calore in elettricità, (iv) materiali ibridi ad alta capacità per l'accumulo e il trasporto di metano ed idrogeno. La catalisi chimica e biologica fornisce soluzioni per numerosi dei problemi ambientali, dalla depurazione delle emissioni da sorgenti mobili o fisse, alla decontaminazione di acqua e suolo, alla riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra e della produzione di rifiuti. Di grande rilievo su questo fronte sono anche le bioraffinerie, fortemente promosse dalla piattaforma SusChem Italy, ossia nuove realtà industriali in grado di generare composti chimici e materiali biodegradabili unitamente a biofuels da biomasse e da sottoprodotti, surplus e rifiuti dell agroindustria e dell industria alimentare italiane, con una ingente riduzione dell impatto ambientale della produzione dei beni indicati che, rispetto alle vie tradizionali basate sull uso del petrolio, fa uso di feed stocks vegetali ottenuti da anidride carbonica, in qualche caso rifiuti ad alto impatto ambientale, producendo composti chimici e materiali naturali biodegradabili e biocompatibili. Attraverso un miglioramento delle conoscenze in questi processi, nuove tecnologie chimiche potranno

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