R E P U B B L I C A I T A L I A N A I n n o m e d e l P o p o l o I t a l i a n o TRIBUNALE DI CATANIA Sezione Lavoro

Transcript

1 R E P U B B L I C A I T A L I A N A I n n o m e d e l P o p o l o I t a l i a n o TRIBUNALE DI CATANIA Sezione Lavoro Il Giudice del Lavoro del Tribunale di Catania, dott.ssa Caterina Musumeci, ha pronunciato la seguente SENTENZA nella causa di lavoro iscritta al n. 3189/12 R.G., promossa DA Seminara Giovanni, rappresentato e difeso, giusta procura a margine del ricorso introduttivo, dagli avv.ti Ursula Raniolo e Vittorio Romano; - RICORRENTE - CONTRO MINISTERO DELL ECONOMIA E DELLE FINANZE, in persona del Ministro in carica, rappresentato ex art. 417 bis c.p.c. dal funzionario dott. ssa Longo Laura; MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA, in persona del Ministro in carica, rappresentato ex art. 417 bis c.p.c. dal funzionario dott. Pricoco Giuseppe; - RESISTENTI - Oggetto: ripetizione di indebito MOTIVI DELLA DECISIONE Con ricorso depositato il 6/4/2012, Seminara Giovanni conveniva in giudizio il Ministero dell Economia e delle Finanze ed il Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca; esponeva che era docente alle dipendenze del Ministero dell'istruzione, dell Università e della Ricerca dal 1/9/1996; che in data 19/4/2011 il Ministero dell'economia e delle Finanze-Ragioneria territoriale di Catania aveva inoltrato allo stesso comunicazione di avvio del procedimento amministrativo per il recupero del credito erariale pari a 8.629,08, quale conguaglio per assegni riscossi e non dovuti tra l 1/9/97 e il 30/4/2011; che, in data 12/5/2011, gli veniva notificato provvedimento di addebito del predetto credito erariale a seguito del quale, con decorrenza dal mese di maggio 2011, 1

2 veniva operata la trattenuta mensile di 239,69; che tale provvedimento era illegittimo per violazione della legge 241/1990, essendo stata preclusa allo stesso la partecipazione al procedimento amministrativo; che il credito era prescritto; che, in ogni caso, la pretesa era irripetibile stante la buona fede dello stesso. Tanto premesso, chiedeva di "1. Accertare e dichiarare l'assoluta infondatezza nel merito della pretesa creditoria dell'amministrazione scolastica riguardo agli emolumenti stipendiali percepiti dal ricorrente dal 1/9/1997 al e comunque sentirne pronunciare la riduzione per i motivi di ricorso; 2.conseguentemente accertare e dichiarare l'illegittimità del provvedimento di addebito credito erariale del 12/5/2011 prot. n par la totale carenza di presupposti e per l'intervenuto annullamento del titolo su cui si fonda la posizione creditoria vantata dall'amministrazione. Con vittoria di spese e compensi. ". In via cautelare, chiedeva di sospendere il provvedimento medesimo. Con memoria tempestivamente depositata con riguardo all'udienza fissata al fine di provvedere in ordine alle istanza di sospensione, si costituiva in giudizio il Ministero dell'economia e delle Finanze; eccepiva l'infondatezza del ricorso, di cui chiedeva il rigetto, con vittoria di spese e compensi difensivi; in particolare deduceva la fondatezza nel merito delle istanza, atteso che al ricorrente erano stati riconosciuti, con decreto di ricostruzione di carriera n del 14/2/2008 solo anni 7 di servizio pre ruolo, con disconoscimento dei servizi prestati negli anni dal 1985/1986 al 1987/1988 e nell'anno scolastico 1995/1996; il carattere doveroso del recupero delle somme indebitamente erogate dalla pubblica amministrazione; l'irrilevanza della buona fede del debitore. All'udienza del 5 luglio 2012, fissata al fine di provvedere in ordine alla istanza di sospensione, si costituiva in giudizio il Ministero della Istruzione, dell'università e della Ricerca; deduceva la legittimità del provvedimento di recupero dell'indebito erariale e la decorrenza della prescrizione dal 23/9/1999. Autorizzato il deposito di note, con ordinanza depositata il 23/7/2012 veniva disposta la sospensione del provvedimento di addebito di credito erariale del 12 maggio 2011 e degli atti conseguenti. All udienza odierna, previa discussione, la causa veniva decisa mediante lettura del dispositivo e dell'esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione. Al fine di verificare la fondatezza della domanda proposta dal ricorrente, giova precisare che oggetto del presente giudizio è l accertamento della debenza o meno delle somme richieste allo stesso con provvedimento di addebito di credito erariale del 12/5/2011 prot. n (" Considerato che a carico della S.V. È stato accertato un credito erariale 2

3 di 8.629,08 per la seguente motivazione: conguaglio tra assegni riscossi e non dovuti dal 1/9/1997 al 30/4/2011, in applicazione decreto n del 14/2/2008 del CSA di Catania intima Al sig. Seminara Giovanni Il rimborso, entro 30 giorni dalla notifica del presente provvedimento dell'importo di 8.629,08 "), avente quale presupposto il provvedimento D.P. n del 14 febbraio 2008, notificato al ricorrente in data 2/10/2009, con il quale è stato disconosciuto il servizio prestato negli anni 1985/1986, 1987/1988 e 1995/1996. Va, altresì, evidenziato che con nota protocollo 1374/A 39 del 9/5/2011 è stato comunicato al ricorrente l'avvio del procedimento amministrativo ai sensi degli articoli 7 e 8 della legge 7 agosto 1990, n. 241; tale provvedimento risulta ricevuto dal ricorrente in data 4/5/2011; tale provvedimento costituisce il primo atto di riscossione del credito posto in essere dall'amministrazione resistente. Non può riconoscersi efficacia interruttiva al D.P. n del 14/2/2008, non contenendo alcuna richiesta di restituzione dell'indebito. Ciò premesso, vanno esaminate le eccezioni sollevate da parte ricorrente, di illegittimità del provvedimento per violazione della legge sul procedimento amministrativo; di irripetibilità delle somme richieste dal Ministero resistente in quanto estinte per decorso del termine di prescrizione quinquennale (o in subordine decennale) ovvero in quanto percepite dallo stesso in buona fede. Preliminarmente va rigettato il primo motivo di impugnazione, afferente all'asserita violazione della legge 241/1990, tenuto conto che è documentata la comunicazione con nota protocollo 1374/A 39 del 9/5/2011 dell'avvio del procedimento amministrativo ai sensi degli artt.7 e 8 della legge 7 agosto 1990, n In ordine all eccezione di prescrizione si osserva quanto segue. Il recupero delle somme indebitamente corrisposte è stato disposto con nota raccomandata del 12 maggio 2011, prot. n , ricevuta dal ricorrente il 4/5/2011 (cfr. documentazione prodotta dal Ministero dell'economia e delle Finanze e dal MIUR). Ciò premesso, devono ritenersi prescritti i crediti pretesi per il periodo anteriore al 4/5/2001; nella fattispecie trova applicazione il termine decennale di prescrizione di cui all art cod. civ., applicabile anche al credito restitutorio della P.A. da indebito oggettivo ex art cod. civ. Con riguardo alla ulteriore censura sollevata dal ricorrente, afferente alla irripetibilità delle somme riscosse in buona fede, va premesso che la giurisprudenza (dapprima amministrativa, sino al passaggio della giurisdizione sul pubblico impiego al giudice ordinario) formatasi sulla questione non ha avuto carattere univoco. 3

4 Ed invero, in un primo momento era prevalso l orientamento secondo cui il provvedimento di recupero delle somme erroneamente corrisposte dalla P.A. doveva essere motivato con riguardo alla sussistenza dell interesse pubblico alla retrocessione di esse ed alla prevalenza del predetto interesse sul pregiudizio subito dal destinatario dell atto, avuto riguardo all ammontare delle somme, alla loro destinazione, al concorso di altri redditi per la realizzazione delle relative finalità e dell eventuale soddisfacimento di bisogni essenziali (cfr. Adunanza plenaria 30 marzo 1976, n. 1). Successivamente si è consolidato il contrapposto orientamento, oggi prevalente e condiviso da questo decidente, secondo cui la restituzione delle somme erroneamente corrisposte dalla P.A. ai suoi dipendenti è ricondotto all istituto di cui all art c.c., con conseguente irrilevanza dello stato soggettivo dell accipiens e doverosità della ripetizione, sussistendo solo l onere di procedere al recupero con modalità tali da non incidere sulle condizioni di vita del debitore. Sul punto giova richiamare quanto precisato dalla Corte di Cassazione nella sentenza n del 8/4/2010, secondo cui In materia di impiego pubblico privatizzato, nel caso di domanda di ripetizione dell'indebito proposta da una Amministrazione (nella specie, da una AUSL) nei confronti di un proprio dipendente in relazione alle somme corrisposte a titolo di retribuzione, qualora risulti accertato che l'erogazione è avvenuta "sine titulo", la ripetibilità delle somme non può essere esclusa ex art cod. civ. per la buona fede dell'"accipiens", in quanto questa norma riguarda, sotto il profilo soggettivo, soltanto la restituzione dei frutti e degli interessi. (Fattispecie relativa all'indebita erogazione, a far data dall'assunzione, dell'indennità di qualificazione professionale nella misura intera, riconosciuta dall'art. 45 del c.c.n.l. di settore ai soli operatori tecnici coordinatori e non anche agli ordinari operatori tecnici, a cui compete in misura ridotta).". Infine, nel merito, si evidenzia l'assenza di alcun allegazione di parte ricorrente in ordine alla non debenza della somma pretesa. Sulla base delle considerazioni che precedono, la domanda proposta dal ricorrente, di accertamento della insussistenza della pretesa azionata dal M.I.U.R., va accolta limitatamente alle somme afferenti al periodo anteriore al 4/5/2001; va rigettata nel resto. Avuto riguardo al limitato accoglimento della domanda, le spese di lite seguono la soccombenza in ragione di un terzo; la restate parte va compensata. P.Q.M. definitivamente pronunciando in ordine alle domande proposte, con ricorso depositato il 6/4/2012, da Seminara Giovanni contro Ministero dell Economia e delle Finanze, in 4

5 persona del Ministro in carica, e Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca, in persona del Ministro in carica; disattesa ogni contraria istanza, eccezione e difesa; in parziale accoglimento della domanda, dichiara non dovute, perché prescritte, le somme oggetto del provvedimento di addebito di credito erariale del 12/5/2011 prot. n , afferenti al periodo anteriore al 4/5/2001; rigetta nel resto il ricorso; condanna i resistenti a rifondere al ricorrente, in ragione di un terzo, le spese di lite, che vengono liquidate nell intero nella complessiva somma di 2.342,00, oltre IVA e CPA come per legge e spese forfettarie al 15%; compensa la restante parte. Così deciso in Catania, il 28 gennaio 2016 Il Giudice del Lavoro dott.ssa Caterina Musumeci 5