Etica formativa per l integrazione. prof. Fiorino Tessaro
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- Cornelia Fadda
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1 Etica formativa per l integrazione prof. Fiorino Tessaro
2 Il valore della differenza, il limite della diversità L'uomo è persona, vale a dire valore in sé e di per sé, portatore di valori, in qualsiasi età e in qualsiasi stato psicofisico. Differenza deriva da dis-ferre, che significa portare da una parte all'altra, portare oltre, in varie direzioni, portare qua e là.
3 Il valore della differenza, il limite della diversità Proprio per la sua differenza, ogni persona deve poter realizzarsi ed espandersi in tutta la sua originale pienezza, affermandosi come differente non solo dagli altri ma anche da se stessa, dai propri limiti, dal proprio vissuto, dal proprio ambiente. Ciascuno ha diritto di essere differente da ieri.
4 Il valore della differenza, il limite della diversità Diversità (da dis-vertere, cioè volgere in opposta direzione), accentua il concetto di differenza. Diversità richiama l'idea di dissomiglianza, di discostamento da una norma, da ciò che è più comune, diffuso, condiviso e che, nella sua accezione più negativa, può richiedere talora interventi compensatori.
5 Integrazione è riconoscimento reciproco dei valori e delle potenzialità dei bisogni e delle opportunità dei diritti e dei doveri della realtà e dei sogni È importante non guardare solo al problema, non porre l accento su ciò che risulta impossibile, ma accogliere il soggetto così com è è.
6 Accoglienza e considerazione Accoglienza significa considerare ogni individuo come persona che deve essere salvaguardata nella dignità, che ha bisogni propri, primari e secondari, derivanti dalla storia soggettiva. È necessario tener conto del modo in cui ognuno vive il tempo e lo spazio, perché queste sono le dimensioni essenziali in cui viene costruita la relazione con sé, con l ambiente, con gli altri
7 Elaborazione e accettazione del limite I limiti creano rifiuto, dolore, enorme frustrazione, grande fatica! Questo sperimentano i genitori quando nasce un figlio disabile. Non bisogna far finta di non vedere le oggettive limitazioni del disabile. Da qui la necessità di una diagnosi approfondita e di una trasmissione di informazioni trasparente e puntuale.
8 Relazione d aiuto: d il rispetto Ci sono aspetti della persona che è essenziale considerare: i sentimenti, gli stati d animo, i valori e le regole individuali. Chi è diversamente abile e ha bisogno di cura e aiuto, deve essere rispettato anche nel proprio mondo interiore, nell universo di riferimento che gli appartiene
9 Relazione d aiuto: d la conoscenza Avere consapevolezza di sé e conoscere con precisione e profondità la situazione dell altro sono condizioni necessarie per impostare un adeguata relazione d aiuto. Altrettanto importante è capire che tipo di aiuto si deve dare, dove è opportuno intervenire, quali sono i reali bisogni di ciascuno.
10 Relazione d aiuto: d l integrazionel Dare aiuto e ricevere aiuto è anche integrare: armonizzare, completare, aggiungere ciò che manca, trovando le modalità affinché ognuno possa avere un ruolo, un posto nel mondo interagisca e riesca a sentirsi utile in qualcosa e per qualcuno. Le persone sono soggetti attivi, hanno bisogno di dare e ricevere, di vivere in relazione. Il presupposto di tutto ciò è il riconoscimento dell essere.
11 Relazione d aiuto: d la comunicazione Con l espressione e il confronto il soggetto costruisce la personalità, ma se la comunicazione viene negata, se non c è la possibilità di dirsi all altro, di conoscere il diverso, come è possibile crescere? Bisogna guardarsi allo specchio per sapere come siamo e gli occhi di chi ci sta di fronte sono davvero gli specchi migliori.
12 L aiuto è prendersi cura Nella relazione d aiuto un meccanismo di difesa che rende difficile l ascolto e il confronto può essere la tendenza a privilegiare l aspetto tecnico del lavoro, a prestare attenzione soprattutto agli strumenti e alle modalità, non accorgendosi che il senso della propria attività professionale NON è curare, ma è prendersi cura.
13 Il diritto a sperimentarsi Il disabile ha il diritto di poter conoscere sempre più il mondo che lo circonda, di potersi sperimentare, per quanto possibile, in nuove realtà. Bisogna riconoscere alle persone disabili il diritto all esperienza, a occasioni che possono anche farle soffrire e renderle più consapevoli delle difficoltà.
14 Il diritto a immaginare La realtà può essere molto difficile, ristretta e povera, ma l immaginare, il progettare, il realizzare qualcosa è sempre possibile e può essere d aiuto, può dare un senso diverso alla vita, creare gioia e allegria. È importante che il disabile possa immaginarsi in una storia, in un tempo, possa cercare il proprio ruolo; ma deve essere chi lo aiuta a cominciare a sognare e a progettare su di lui.
15 Il diritto a crescere Anche il diversamente abile ha il diritto di diventare adulto e di costruire la propria storia.
16 Il diritto alla relazione affettiva È necessario distinguere tra il bisogno di affetto, di tenerezza, di riconoscimento e ciò che è la ricerca della soddisfazione sessuale. È possibile che si creino tra i disabili delle alleanze particolari, relazioni di amicizia e affettuosità: queste esperienze arricchiscono il mondo interiore delle persone e vanno accolte e accettate, fanno crescere, gratificano, corrispondono a bisogni importanti.
17 Il diritto alla sessualità La sessualità è un elemento fondamentale nella crescita e nell acquisizione dell identità personale: non è possibile svilupparla senza poter sperimentare sia i meccanismi dell identificazione che quelli dell opposizione.
18 Il diritto alla sessualità Identificarsi e competere con il padre e la madre, (o con le figure primarie di riferimento del proprio e dell altro sesso), è difficile proprio per il problema dell handicap, che porta a sé e all altro dolore e crea un rapporto, a volte, molto coinvolgente o, viceversa, lontano, o del tutto assente. Così i disabili non imparano a riconoscere le modalità con cui possono competere, conquistare l attenzione e cercare piacere.
19 Il diritto al pudore A questo si collega qualcosa di maggiormente intimo e personale: il bisogno di rispetto. Al disabile vanno salvaguardati i suoi spazi: la privacy, il riconoscimento del pudore, dell intimità. Se una persona ha bisogno costante dell altro viene trattato come un bambino, ed erroneamente (come ad un bambino), questi diritti essenziali gli vengono frequentemente negati.
20 Il diritto ad affermare se stesso La persona attiva si afferma anche con la sua possibilità di opporsi; esercitare questa capacità può aiutare il disabile a sentirsi maggiormente sé stesso, a sviluppare la propria identità, a far valere necessità, desideri e gusti. Bisognerebbe comprendere che un valido modo per riconoscere l identità personale è accogliere e interpretare anche i comportamenti aggressivi e oppositivi.
21 Il diritto ad operare senza rete Per divenire autonomi è necessario conoscere realtà diverse sia riguardo al mondo, sia riguardo a sé. Il confronto, la consapevolezza, sono a volte faticosi, dolorosi. E il disabile ha il diritto di sperimentarsi anche in situazioni non protette, rischiose, di provare a sopportare attivamente la sofferenza. Così imparerà ad affrontare gli ostacoli, a sopportare le frustrazioni, a sentirsi, a volte, rifiutato.
22 Il diritto ad un ruolo attivo Bisognerebbe che al disabile fossero garantite alcune soluzioni affinché i timori del futuro, della solitudine, della necessità di aiuto, che aumentano con l età, possano essere contenuti o neutralizzati. Così,, anche per un disabile, sarebbe più facile immaginare e costruire un avvenire.
23 Etica formativa per l integrazione prof. Fiorino Tessaro
Curiosa Ribelle Diversa Ansiogena Impegnativa Critica Spensierata.. CAMBIAMENTO Cambiamento corporeo (gioia e paura di crescere) CAMBIAMENTO Bisogno di essere riconosciuti: amicizia (bisogno di confidenza),
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