500 anni dopo Leonardo
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1 3 A cura di 500 anni dopo Leonardo La messa in sicurezza del bacino idrografico di Cervia e Cesenatico
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3 Il 6 settembre 1502 a ore 15 Leonardo fu appunto su queste rive con Valentino ed ora è come se fossimo tutti suoi figli. (Marino Moretti) 5
4 1 Dagli schizzi del Genio, l ispirazione per un grande progetto a beneficio di un intera comunità Tiziano Binini Presidente Binini Partners Quando nel luglio 1996 ho avuto l occasione di vincere il concorso per l arredo e la sistemazione del Porto Canale e del centro storico di Cesenatico, insieme agli amici architetti Maicher Biagini e Stefano Rossi, fu subito chiaro che l analisi delle condizioni idrauliche e meteomarine era di fondamentale importanza per l impostazione di un progetto, apparentemente di natura strettamente architettonica, che si presentava critico per il futuro del porto e dell intero centro turistico. Infatti, ai problemi storici di alluvioni ricorrenti nel bacino interno da Cesena al litorale, con difficoltà del Porto Canale a convogliare al mare le portate sempre maggiori, dovute all imponente urbanizzazione verificatasi dal dopoguerra ad oggi, si sommavano i problemi più recenti dovuti alla subsidenza di tutto il territorio costiero, oggi fortemente contrastati e ridotti, che però proprio a Cesenatico si sono presentati con maggiore intensità. Il progressivo innalzamento relativo del mare di oltre 1 m, rispetto alla linea di costa, avvenuto in particolare a partire dagli anni 70, sommato agli effetti dell eustatismo, delle maree e delle mareggiate, metteva a forte rischio di esondazione tutto il litorale, non più certo protetto dalle dune, rendendo particolarmente vulnerabile il centro urbano di Cesenatico ed in particolare il Porto Canale con il suo nucleo storico. Questo, oltre a ridurre in condizioni sempre più precarie lo scarico a mare delle portate interne, 1. Porta Vinciana: particolare dell impianto di sollevamento 2. La tura e il by-pass per la navigazione, sul Porto Canale di Cesenatico, durante la realizzazione della Porta Vinciana
5 11 con la conseguenza di allagamenti ancora più estesi, metteva a rischio di esondazione l abitato anche semplicemente per il superamento dei livelli esistenti delle banchine portuali, con difficoltà e danni per le attività economiche e turistiche, per l esercizio della navigazione e della pesca. 2 Il primo problema che si presentava, pertanto, riguardava le quote di progetto da assegnare alle banchine del Porto Canale, dato che la risposta classica, normalmente adottata in tali situazioni, era costituita dal semplice innalzamento delle difese, muri o argini, come ad esempio avvenuto sul Canale di Cervia, almeno per tutto il tratto dal mare fino al nuovo ponte apribile. A Cesenatico, però, il Porto Canale Leonardesco costituisce l elemento attorno al quale, fin dal 300, è nato e si è sviluppato il borgo marinaro e commerciale, ancora oggi ben riconoscibile, caratteristico e vitale, che si voleva anzi valorizzare completando gli interventi importanti di riqualificazione già avviati in passato con la piazzetta delle Conserve, la Pescheria, il Museo della Marineria e molti altri. Ovviamente l innalzamento di barriere di oltre 1,50-2,00 m, tra le banchine e l abitato, avrebbe irrimediabilmente compromesso le caratteristiche intrinseche di un contesto di così grande interesse, spezzando la continuità e l armonia presente tra le attività marinare in acqua e la vita sociale, commerciale e turistica del borgo, presenti ormai ininterrottamente per tutta la durata dell anno. Si è quindi immaginato un nuovo modello integrato di difesa, che prevedeva la chiusura del mare sulla linea di costa e il riordino del bacino interno con una nuova uscita, o foce, che potesse scaricare altrove le portate non più transitabili nella sezione del Porto Canale. Sulla base di tale proposta, già nel settembre 1996 venne presentato il progetto di arredo e riqualificazione dell intero centro storico, realizzato poi per stralci, da Piazza Ciceruacchio fino al Museo della Marineria, sia a levante che a ponente, lungo le nuove banchine del Porto Canale, divenuto il salotto pedonalizzato della vita e delle attività del centro storico. Purtroppo già l 8 ed il 9 ottobre dello stesso anno si verificò la prima delle grandi alluvioni recenti, replicata poi a breve con l esondazione del 1999, prevalentemente per l innalzamento del mare, che interessarono entrambe tutto il centro urbano ed in particolare il Porto Canale. Quello che era un modello teorico di riferimento, proposto per l impostazione di un progetto urbano, cominciò allora ad essere ripreso in seria considerazione, fino a venir adottato nel 2002 quale sistema integrato di difesa cui hanno concorso, negli anni successivi, tutti gli enti e le istituzioni competenti, dai Comuni alla Regione. È andato così definitivamente in crisi l assetto territoriale che si era consolidato nel corso degli ultimi secoli, tra il Savio ed il Pisciatello, che
6 3 vedeva le saline concentrate a Cervia, il cui centro abitato fu spostato sul mare, per debellare la malaria, mentre la rete di drenaggio convogliava l espulsione delle piogge dell intero bacino tutta sul Porto Canale di Cesenatico, per contrastare lo storico problema dell interrimento, al fine di potenziare qui la pesca e la navigazione. Oggi è necessaria quindi una nuova trasformazione che tenga conto dell evoluzione degli equilibri economici e sociali, delle mutate condizioni climatiche e meteomarine, dell uso del territorio, del grado di urbanizzazione e infrastrutturazione, attuali e futuri. È richiesta pertanto al progettista l ideazione di nuovi scenari ed equilibri, sostenibili e compatibili con il paesaggio ed il contesto, fattibili con programmi e progetti realistici, attuabili anche per successive fasi di completamento e con le risorse via via disponibili, in ordine di priorità d intervento. Anche per questo è interessante capire come il territorio si è modificato nei secoli precedenti, con i suoi pregi e le sue eccellenze da preservare, come ci raccontano gli scavi romani di Ca Bufalini, dell epoca di Ravenna imperiale, o il celebre passaggio di Leonardo a Cesenatico nel 1502, o le mappe dei Circondari idraulici napoleonici e poi papalini, tanto per citare qualche esempio che testimonia l importanza e la rilevanza del sito. Un nuovo progetto, o un sistema di progetti, come in questo caso, è poi anche e soprattutto un esperienza umana, di relazione, integrazione e confronto con le persone che in quei luoghi vivono e lavorano, con le varie esigenze economico-sociali presenti, le idee, le sensibilità, la cultura, le competenze e le professionalità, che una comunità e le sue istituzioni sanno esprimere. È partito così un programma di studi e lavori che hanno interessato tutto il bacino, la costa ed i centri urbani del litorale, oggi, pur con la cronica carenza dei finanziamenti necessari, ormai quasi completato con determinazione e parsimonia, almeno per la prima fase prioritaria relativa alla messa in sicurezza degli abitati. Il sistema per la messa in sicurezza del bacino idrografico di Cervia e Cesenatico rappresenta quindi per noi un affascinante esperienza di quasi quindici anni di lavoro corale, compiuto oggi in una sua parte considerevole e del quale 3. Canale Tagliata: la nuova foce a mare 4. Porto Canale di Cesenatico: la Porta Vinciana e la Piazza Spose dei Marinai
7 13 4 questo volume intende rendere testimonianza, grazie anche agli autorevoli contributi di chi, a vario titolo, ha partecipato all opera, dai committenti istituzionali a chi ha realizzato i lavori. È doveroso pertanto ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile la programmazione e realizzazione di questo complesso programma di interventi, a partire dalla Regione Emilia-Romagna, presente con l Assessorato Difesa del Suolo e della Costa e in particolare con l Agenzia di Protezione Civile, che hanno condotto la regia dell intero sistema, il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile che ha contribuito al reperimento dei fondi, l Autorità dei Bacini Romagnoli, le provincie di Forlì-Cesena e Ravenna, i Comuni di Cesena, Cervia e Cesenatico, il Consorzio di Bonifica ex Savio-Rubicone, oggi Consorzio di Bonifica della Romagna, questi ultimi anche enti attuatori dei vari interventi. Per Binini Partners, che si occupa da molti anni di architettura e ingegneria del territorio, è stato un particolare piacere poter mettere a frutto le proprie esperienze e le specializzazioni multidisciplinari conquistate negli anni, in Italia e all estero, per un sistema così complesso e innovativo, a servizio della propria Regione. Come pure sempre straordinario è il rapporto che si viene a creare con la Protezione Civile, con i suoi volontari, con i corpi, gli enti, i tecnici e le persone che si prodigano per la salvaguardia di tutti, sia in condizioni ordinarie, quando si studia, si lavora e ci si prepara a gestire situazioni complesse, sia durante l emergenza, quando le conoscenze debbono trasformarsi immediatamente in capacità di prendere decisioni, coordinamento e azione, come abbiamo sperimentato insieme anche durante la massima piena storica sul Po, nell ottobre del Per un organizzazione professionale come la nostra, orientata alla qualità e alla competenza del progetto, alla continua ricerca, sperimentazione e aggiornamento dei modelli e delle soluzioni di intervento, è stata un importante occasione per armonizzare le opere di difesa con gli spazi centrali della vita di un territorio, per coniugare le strutture e le tecnologie con il paesaggio e l ambiente. Come la Porta Vinciana che da sbarramento mobile di protezione dal mare è divenuta anche Piazza Spose dei Marinai, forse l unica piazza direttamente sul mare di tutta la costa romagnola, al centro dei sentimenti più preziosi di una comunità, sia per il ricordo del passato che per le migliori speranze per il futuro. Progetti che peraltro trovano ispirazione proprio dall insegnamento di Leonardo da Vinci, al quale anche nel titolo si rende debito omaggio, nel voler cioè coniugare arte e tecnica, nel mettere la ricerca, l innovazione tecnologica e le applicazioni ingegneristiche e architettoniche al servizio delle esigenze e delle sensibilità sociali, economiche, culturali e paesaggistiche proprie di questi luoghi tanto pregevoli, carichi di fascino e di storia, ma anche di grande vitalità e dinamismo.
8 5 5. By-pass idraulico di Tagliata: testata di valle e nuovo canale di scarico a mare 6. Porta Vinciana: particolare dell anta di sinistra 7. Porta Vinciana: sistemazione finale della banchina di levante
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10 Un programma esemplare per il suo carattere integrato e sistemico Vasco Errani Presidente della Regione Emilia-Romagna 1 Saluto con soddisfazione questa pubblicazione tecnica che illustra e testimonia con dovizia di particolari l eccezionalità di un intervento decisivo per la sicurezza idraulica dell abitato di Cesenatico, ripetutamente colpita da gravi esondazioni. L intervento di Cesenatico si inquadra in uno sforzo sistematico che questa Regione sta conducendo per la messa in sicurezza del litorale regionale soggetto a gravi rischi aggravati dal fenomeno della subsidenza. Sforzo che ha prodotto il piano per la gestione integrata della zona costiera - due mega-ripascimenti con sabbia sottomarina oltre a puntuali interventi di difesa effettuati in seguito a eventi meteo-marini - sovente di carattere estremo. L orizzonte della Regione è quello di una gestione strutturale e integrata della Costa onde garantire al meglio i molteplici usi economicosociali che sulla medesima insistono. Alla luce di questa visione l intervento su Cesenatico riveste un ruolo paradigmatico per il suo carattere integrato e sistemico. 1. Il Presidente Vasco Errani e le altre autorità all inaugurazione della Porta Vinciana nel 2005
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12 Una sperimentazione coraggiosa e ben riuscita, una storia di successo da raccontare Guido Bertolaso Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Capo del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile 1 modi d uso del territorio nei passaggi dall econo mia agricola a quella industriale a quella postindustriale, ha assistito ad imponenti migrazioni interne, all espandersi dei centri abitati nelle pianure e sulle coste a scapito della densità abitativa delle zone di alta collina e di montagna. La manutenzione del territorio, la pianificazione degli insediamenti e delle infrastrutture, la gestione dei tanti rischi presenti in ogni parte d Italia sono parsi, nei diversi momenti della nostra storia recente, attività con basso indice di priorità, rispetto alle dinamiche avvertite come obbligate, o desiderabili, che inducevano ad un uso disinvolto dell ambiente e della natura, in una dinamica culturale e politica che ha sistematicamente relegato la prevenzione strutturale dei rischi tra le possibili opzioni da attivare solo in caso di disastro. Almeno a parole, nei proclami di buone intenzioni che sempre seguono lutti e catastrofi. Da anni, ormai, mi trovo a ripetere con crescente frequenza un segnale d allarme, rivolto al Governo, al Parlamento, alle Regioni, alle Amministrazioni locali, ai cittadini: non basta disporre di una Protezione Civile efficace ed efficiente, per assicurare un livello accettabile di sicurezza in materia di rischi naturali, serve una inversione di rotta sia nel campo degli interventi di manutenzione e mitigazione, finalizzati ad una prevenzione strutturale dei rischi, che nell ambito del governo urbanistico del territorio. L Italia ha attraversato decenni di profonde trasformazioni, sociali, culturali, economiche, ha metabolizzato periodi di crisi ed altri di intenso cambiamento, ha visto modificarsi profondamente i Il risultato di questa scelta è sotto gli occhi di tutti, gli interventi richiesti alla Protezione Civile ai diversi livelli si moltiplicano, i rischi presenti si manifestano con maggiore frequenza, sotto la duplice spinta dei mutamenti delle manifestazioni critiche naturali e l accresciuta debolezza dei nostri insediamenti e della nostra dipendenza sia dal territorio che dalle reti che vi abbiamo costruito sopra - reti di trasporto di persone, merci, energia elettrica, gas, acque potabili e reflue, comunicazioni, informazioni - alle quali abbiamo appeso la vivibilità dalle nostre giornate. 1. La visita di Guido Bertolaso agli impianti della Porta Vinciana nel settembre 2008
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14 Gli interventi che ricordano la necessità di un diverso cammino in questa direzione, per promuovere la sua messa in sicurezza, per sostenere l integrazione delle conoscenze sui rischi presenti con tutte le attività che intervengono sul territorio, sono di solito vissuti dalla politica e dai rappresentanti delle diverse Istituzioni, centrali, regionali e locali, con reazioni ambigue, del tutto favorevoli a parole ma diversamente orientate quando si tratta di decidere stanziamenti ed investimenti a questi fini. Di solito, la solennità dell impegno è contraddetta dalla modestia delle risorse che si investono e dalla gradualità della spesa su archi temporali del tutto inidonei ad assicurare la fruibilità di concreti risultati in tempi ragionevoli. Poco graditi risultano, in particolare, gli appelli che vengono dalla Protezione Civile, come se, affrontando le problematiche della gestione strutturale dei rischi e l imperativo di una loro costante e seria mitigazione da parte delle Amministrazioni competenti, chi si occupa di Protezione Civile sconfinasse in un terreno non suo, toccasse temi oltre il confine del proprio mandato, rendendosi colpevole di una sorta di invasione di campo minacciosa per le logiche, diverse, della politica, degli equilibri socio economici, della pretesa esclusiva titolarità sulle scelte riguardanti la convivenza pacifica tra uomo e natura. Eppure, la situazione di fragilità ed esposizione ai rischi che abbiamo raggiunto mette all ordine del giorno proprio questo tema, rendendo necessario pensare un diverso e più efficace rapporto tra Protezione Civile e Amministrazioni di governo del territorio, a tutti i livelli. Non è più possibile, infatti, immaginare che al crescere dei livelli di rischio si risponda soltanto potenziando ulteriormente la capacità di previsione e governo delle emergenze senza intervenire contemporaneamente sulla efficace mitigazione degli stessi. È una strada, quella delle scelte disgiunte tra i due campi di responsabilità e di intervento, che avrebbe effetti disastrosi, come se si volesse affrontare una epidemia soltanto potenziando le strutture di pronto soccorso, senza dedicarsi contemporaneamente alle vaccinazioni e alle scelte idonee a ridurre le possibilità di contagio. È per queste considerazioni che reputo di straordinaria utilità il volume che avete tra le mani, che contiene il resoconto di una storia di successo attuata in Emilia-Romagna proprio nel settore della mitigazione strutturale del rischio idraulico e idrogeologico. I luoghi dove la storia si svolge, tra Cesenatico e Cervia, rappresentano un area fortemente urbanizzata, strategica per l economia turistica romagnola, sottoposta come tante altre alla simultanea crescita di forze che la stringono come una tenaglia, la pressione antropica crescente ed i suoi effetti e i fenomeni naturali, come la subsidenza e la maggiore esposizione a episodi meteorologici critici, che rendono evidenti i livelli di rischio presenti e la potenzialità distruttiva dei danni che si possono avere come conseguenza delle crisi. In quest area si è sperimentato un modello di gestione corresponsabile del rischio idrogeologico tra la Regione Emilia-Romagna, la Protezione Civile regionale, le Amministrazioni provinciali e comunali, le Autorità di bacino e il Dipartimento della Protezione Civile, che ha seguito un percorso di collaborazione in ogni fase dell intervento realizzato, da quella degli studi ed analisi preliminari alla definizione di un piano-programma di azioni da intraprendere, al suo cofinanziamento fino alla gestione del piano e alla realizzazione delle opere prevista per la sua prima parte. Un ruolo importante, in questa sperimentazione virtuosa, ha avuto la struttura emilianoromagnola di Protezione Civile, dimostrando la possibilità e l efficacia di un ruolo specifico per la Protezione Civile nel contesto degli interventi strutturali di mitigazione del rischio, imperniato sulla messa a disposizione degli altri partner istituzionali, in ogni fase, delle competenze, delle conoscenze, delle capacità di gestione degli interventi che ne costituiscono il bagaglio tipico. Questo volume e ciò che esso racconta al lettore costituiscono contemporaneamente sia la documentazione di un intervento di successo e di un metodo di lavoro pensato e gestito con razionale coerenza e realismo, sia la demistificazione dei tanti tabù ideologici che accompagnano, per un destino che sembra inevitabile, ogni dibattito sulla messa in sicurezza del territorio e soprattutto ogni cantiere che si apra a questo fine.
15 23 A Cervia e Cesenatico si è rinunciato ad ogni utopica idea di rinaturalizzazione dell ambiente, che comporterebbe la fine assai poco desiderabile di un intero sistema socio-economico, come anche al vicolo cieco dei piani globali da realizzare subito, che rappresentano una vera minaccia ad ogni azione concreta perché la fanno sprofondare immediatamente al livello della non compatibilità con i vincoli esistenti, in particolare quelli della finitezza delle risorse disponibili. La mitigazione dei rischi è un obiettivo che non può essere a sé stante, pensato e vissuto come alternativa radicale alle dinamiche sociali, culturali ed economiche di un territorio, richiede costanza, coraggio, coerenza, razionalità di scelte, senso di un lavoro in itinere che deve dare risultati riscontrabili ad ogni successivo passaggio. Siamo ben lontani dal poterci accontentare di un generico e vago orientamento al rispetto della natura, molto efficace solo per tranquillizzare coscienze poco esposte a qualsiasi reale responsabilità decisionale. Siamo invece in un campo di azione che richiede la combinazione delle migliori conoscenze di cui disponiamo, sul piano scientifico come su quello progettuale e di governo. Confrontarsi col rischio, rendendo più sicura la vita di chi con esso convive, deve essere e può essere, come questo volume dimostra, una dimensione culturale essenziale della nostra capacità di gestire il territorio e le attività degli uomini che ci vivono, superando la fase pur inevitabile del rimpianto degli errori accumulati nel passato per arrivare ad un approccio di estremo realismo, quello dove si tiene conto di quanto accaduto e, usando al meglio le conoscenze scientifiche di cui disponiamo e le capacità che la tecnologia ci offre, si interviene per evitare che la combinazione di errori passati e dinamiche naturali provochi effetti disastrosi in termini di minaccia alla vita delle persone e alla tenuta degli equilibri del territorio e delle sue complesse dinamiche. I prossimi anni, inevitabilmente, obbligheranno tutti, sia sul versante della Protezione Civile, responsabile della gestione del ciclo dell emergenza, sia su quello delle Amministrazioni responsabili del governo del territorio a confrontarsi per capire come collaborare al fine di spostare la mitigazione dei rischi dal piano dei desideri, dei sospiri o dei rimpianti a quello delle azioni concretamente intraprese. Ci saranno, è assai probabile, proposte diverse, sperimentazioni di metodologie che spostano dall una all altra Autorità pesi decisionali e responsabilità gestionali, finché non si arriverà a scegliere metodiche e forme di collaborazione che ottimizzino il risultato complessivo, facendo ricorso a tutte le risorse disponibili con l obiettivo duplice di garantire interventi efficaci e ridurne il costo a dimensioni sostenibili. Sono convinto che debba esservi, nell affrontare questo percorso, la massima disponibilità di tutti a provare tutte le possibili soluzioni, alla sola condizione di iniziare seriamente a muoversi in questo campo, troppo ai margini dei nostri interessi collettivi nei decenni passati, e a non interrompere il percorso. Strada facendo, avremo modo di poter valutare i pregi e i difetti delle diverse strategie che si sperimenteranno, per arrivare in tempi ragionevoli a individuare il mix più efficace tra responsabilità, effettiva capacità gestionale ed operativa, procedure di cooperazione interistituzionale di tutti i soggetti che necessariamente devono prendere parte attiva nella mitigazione strutturale dei rischi. La Protezione Civile in tutte le sue articolazioni di rete e di sistema, nazionale ed insieme regionale e locale, in tutti i casi sarà parte in causa, partner indispensabile ad ogni concreta progettazione per il bagaglio straordinario di informazioni, conoscenze, competenze che ha accumulato per compiere la propria missione. È utile, in questa prospettiva, che la coraggiosa sperimentazione effettuata in Emilia-Romagna sia nota a tutti e studiata con l attenzione che è opportuno riservare alle storie di successo, alle imprese ben riuscite e abbondanti di risultati. Il miglior ringraziamento all Emilia-Romagna e ai suoi partner nazionali e locali, ed in particolare alla Protezione Civile in Regione e nella capitale, è imparare e far tesoro di ciò che la volontà di collaborazione e il desiderio comune di risultati concreti hanno permesso di realizzare, fornendo una prova convincente per chiunque abbia a cuore la convivenza pacifica dell uomo e della natura, sottratta alla schizofrenia del tutto evitabile dell altalena tra disinteresse e paura.
16 Un grande intervento nel segno della sicurezza 1 Marioluigi Bruschini Assessore Sicurezza Territoriale, Difesa del Suolo e della Costa, Protezione Civile della Regione Emilia-Romagna dal 2000 al 2010 Da oltre trent anni - con una intensificazione significativa a partire dal 2001, anno in cui lo Stato ha passato la piena giurisdizione alla Regione - l Emilia-Romagna ha prodotto uno sforzo gigantesco (avviato con la legge regionale n. 7/79) per la difesa della costa, culminato nei due megaripascimenti del 2002 e Uno dei punti di maggiore sofferenza dell intero litorale è risultato essere la zona di Cesenatico, caratterizzata negli anni 80 dalla subsidenza più elevata dell intera fascia costiera (circa 4-5 centimetri l anno e oltre un metro in circa cinquanta anni) e da ripetuti fenomeni d allagamento dell abitato dovuti sia a ingressione diretta attraverso la spiaggia durante mareggiate accoppiate ad acqua alta, sia ad esondazioni del Porto Canale. Il grande progetto Leonardo, che vede nella Porta Vinciana a difesa dell abitato il punto strategico, costituisce uno degli esempi più significativi di difesa costiera, unitamente al risezionamento del Canale di Tagliata e ad interventi idraulici imponenti nel forese di Cesenatico e Cervia. Un progetto integrato e complesso che - una volta realizzato nella sua compiutezza - sarà in grado di garantire la sicurezza idraulica nel tratto costiero fra i torrenti Savio e Pisciatello. È quindi con legittimo orgoglio che presentiamo questo studio che ripercorre le tappe progettuali di uno degli interventi più brillanti effettuati sulla nostra costa. 1. Vista aerea della nuova foce a mare del Canale di Tagliata
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18 1 Un impegno corale, per le nostre acque, per il nostro territorio Nivardo Panzavolta Sindaco del Comune di Cesenatico Tra i molti cambiamenti importanti avvenuti in questo primo decennio di secolo, vi è una nuova percezione del problema del rapporto con l ambiente. Oggi la questione ambientale è entrata direttamente nella vita quotidiana dei cittadini e dunque anche nelle scelte che le Amministrazioni sono chiamate a compiere. È il caso del rapporto con l acqua, che per Cesenatico ha una valenza originaria e creatrice: è dal mare che questo insediamento ha avuto origine, è nel mare che ha mantenuto la sua continuità con il trasporto e poi la pesca, ed è infine nel mare che ha trovato la chiave di un nuovo sviluppo e prosperità dopo l invenzione della villeggiatura e poi del turismo come opportunità estesa a tutte le classi sociali. L acqua del mare e dei fiumi non è pero sempre un amichevole alleata: a volte, al contrario, invade con forza distruttiva. Ciò che era ben noto alle generazioni precedenti, per l esperienza di pescatori e naviganti, è stato invece un po dimenticato nel nostro presente tutto terrestre e tecnologico. Oggi ci troviamo sempre più spesso a fare i conti con fenomeni atmosferici estremi, e con cambiamenti progressivi che non è più possibile liquidare solo come eventi eccezionali. Per Cesenatico, il momento della verità è arrivato molto probabilmente allo scorcio del secolo appena trascorso, quando alcune esondazioni e allagamenti hanno costretto tutti a rendersi conto che il mare, oltre che risorsa
19 27 2 economica, poteva diventare un potente nemico, e che le acque dell entroterra non sempre accettavano di essere imbrigliate nei loro canali. I cittadini di Cesenatico e i loro amministratori, non diversamente da come accadde in alcuni momenti passati, sono stati costretti a tornare attori consapevoli e diretti in questo rapporto con l elemento ambientale, e ad accettare questa vicinanza con tutte le scelte che questa comporta, anche se difficili. Da quella esperienza è nato un protocollo d intesa che ha coinvolto la Regione Emilia-Romagna, le Province di Forlì-Cesena e di Ravenna e i Comuni di Cesena, Cervia e Cesenatico dalla quale sono scaturiti alcuni progetti in avanzata fase di realizzazione. La storia di questo progetto e i suoi caratteri tecnici vengono bene illustrati in questo volume. È importante evidenziare come questa realizzazione si sia fondata su un approfondimento culturale del rapporto tra Cesenatico e le sue acque, richiamandosi non a caso alla figura di Leonardo. Anche gli aspetti più propriamente tecnici sono stati affrontati insieme ad un intervento urbanistico e direi anche sociale e culturale, che ha portato alla rinascita di una zona di grande valore paesaggistico e simbolico, come la radice del molo di Ponente, con l apertura della nuova Piazza dedicata alle Spose dei Marinai dove trova posto anche la statua che ricorda le mogli dei pescatori in attesa di scorgere l arrivo della barca del marito. Nella stessa direzione va anche questa pubblicazione, che riprende il lavoro svolto per mantenerne vive le ragioni e la memoria, legandolo alla ricerca in ambito archeologico e storico. Non posso che ringraziare dunque il curatore, insieme a tutti gli autori dei diversi saggi, che con il loro lavoro hanno composto un altro importante tassello che documenta il valore e la ricchezza dell esperienza civile e umana di questa comunità. 1 e 2. Suggestivi scorci del Porto Canale Leonardesco di Cesenatico
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21 Nel cuore dei progetti e delle opere 111
22 1 Gli interventi di messa in sicurezza idrogeologica a difesa dei territori di Cervia e Cesenatico Demetrio Egidi Direttore Agenzia di Protezione Civile Regione Emilia-Romagna La Regione Emilia-Romagna ha fatto negli ultimi anni una scelta innovativa: far seguire agli interventi in emergenza azioni di mitigazione, di riduzione dei rischi, di miglioramento delle condizioni di sicurezza del territorio. L anno di svolta è stato il Le pesanti conseguenze dell alluvione che colpì le province costiere di Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna e Ferrara con 48 comuni gravemente colpiti, persone e edifici direttamente coinvolti, fecero comprendere con chiarezza agli amministratori regionali che bisognava rifondare le politiche di sicurezza per il territorio dell Emilia-Romagna. D intesa con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, è stato adottato lo strumento innovativo dei Piani di interventi urgenti di Protezione Civile di messa in sicurezza, previsti dalle Ordinanze del Presidente del Consiglio dei Ministri che seguono le dichiarazioni di emergenza nazionale e che pongono in capo al Presidente della Regione la responsabilità di effettuare tutti gli interventi necessari a superare l emergenza. I piani, progettati, coordinati e monitorati dall Agenzia Regionale di Protezione Civile, sono realizzati con il concorso di tutte le strutture tecniche interessate, sia regionali sia locali e sono quasi sempre approvati all unanimità da amministrazioni ed enti interessati, finalizzati a rimuovere le situazioni di criticità presenti sul territorio, ovvero realizzare lavori su sponde, argini e versanti franosi, ripristinare le infrastrutture pubbliche e private danneggiate, salvaguardare la costa dall erosione marina. Questa impostazione, tuttora mantenuta con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, è risultata nel tempo efficace perché dove sono stati realizzati interventi di messa in sicurezza del territorio è stato possibile intervenire tempestivamente e ridurre la vulnerabilità e
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