RELAZIONE GEOLOGICA GENERALE
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1 STUDIO GEOLOGICO Dott. Geol. Danilo Baroni Via Emilia n Broni tel/fax COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO RELAZIONE GEOLOGICA GENERALE Il tecnico: Dott. Geologo DANILO BARONI O.G.L. Lombardia n 643
2 2 INDICE 1. PREMESSA pag INQUADRAMENTO TERRITORIALE pag INQUADRAMENTO GEOLOGICO STRUTTURALE pag SUCCESSIONE LITOSTRATIGRAFICA pag ASSETTO STRUTTURALE pag INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO pag FORME E PROCESSI MORFOGENETICI pag SETTORE COLLINARE pag SETTORE DI PIANURA pag ASSETTO IDROGEOLOGICO pag LINEAMENTI IDROGEOLOGIGI DEL SETTORE COLLINARE pag LINEAMENTI IDROGEOLOGICI DEL SETTORE DI PIANURA pag PIEZOMETRIA pag LINEAMENTI GEOPEDOLOGICI pag CLASSIFICAZIONE DEI SUOLI pag CARATTERISTICHE CLIMATICHE DELL AMBITO TERRITORIALE pag CLIMATOLOGIA REGIONALE pag CLIMATOLOGIA E METEOROLOGIA LOCALE pag ANALISI DELLE SERIE STORICHE pag Precipitazioni pag Temperature pag EVENTO METEOROLOGICO APRILE 2009 pag. 53
3 3 9. INDAGINE DI DETTAGLIO pag CARTTERIZZAZIONE GEOLOGICO-TECNICA DEL PRIMO SOTTOSUOLO pag ANALISI E VALUTAZIONI DEGLI EFFETTI SISMICI IN SITO FINALIZZATE ALLA DEFINIZIONE DELL ASPETTO SISMICO NEL PIANO DI GOVENO DEL TERRITORIO pag Premessa pag Pericolosità sismica pag Pericolosità sismica di base pag Pericolosità sismica locale pag VINCOLI pag SINTESI DELLE ANALISI ESEGUITE pag Vulnerabilità dal punto vista idraulico pag Vulnerabilità dal punto vista idrogeologico pag Scadenti o mediocri caratteristiche geotecniche pag Instabilità dei versanti pag BIBLIOGRAFIA pag. 93 ALLEGATI: - Allegato n. 1- Prove penetrometriche statiche - Allegato n. 2- Prove penetrometriche dinamiche - Allegato n. 3- Indagini geognostiche e stratigrafie pozzi
4 4 1. PREMESSA L analisi geologica del territorio comunale di Broni ed il relativo azzonamento è stato svolto facendo riferimento alle seguenti normative: - l.r. 11 marzo 2005 n 12 Legge per il governo del territorio ; - D.G.R. 22 dicembre 2005 N. 8/1566 criteri ed indirizzi per la determinazione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, in attuazione dell art. 57, comma 1, della l.r. 11 marzo 2005 n. 12 ; - D.G.R. 28 maggio 2008 N. 8/7374 Aggiornamento dei criteri ed indirizzi per la determinazione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, in attuazione dell art. 57, comma 1, della l.r. 11 marzo 2005 n. 12, approvati con d.g.r. 22 dicembre 2005, n 8/1566. Con riferimento allo schema metodologico ed alle direttive contenute nella D.G.R. 28 maggio 2008 N. 8/7374, lo studio geologico è stato eseguito secondo le seguenti fasi di lavoro successive: - fase di inquadramento ed analisi delle caratteristiche geologiche, strutturali, geomorfologiche idrogeologiche dell intero territorio comunale, visualizzata nei seguenti elaborati cartografici: TAV. 1 Carta geologica; TAV. 2 Carta geopedologica; TAV. 3 Carta geomorfologica; TAV. 4 Carta idrogeologica e del sistema idrografico; TAV. 5/1 Carta geolitologica applicativa - Nord; TAV. 5/2 Carta geolitologica applicativa - Sud; TAV. 6/1 Carta della pericolosità sismica locale - Nord; TAV. 6/2 Carta della pericolosità sismica locale - Sud; - fase di sintesi/valutazione definita tramite la carta dei vincoli, che individua le limitazioni d uso del territorio derivanti da normative in vigore di contenuto prettamente geologico e la carta di sintesi, che propone una zonazione del territorio in funzione dello stato di pericolosità geologico-geotecnica e della vulnerabilità idraulica e idrogeologica. E sintetizzata nei seguenti elaborati cartografici:
5 5 TAV. 7/1 Carta dei Vincoli - Nord; TAV. 7/2 Carta dei Vincli - Sud; TAV. 8/1 Carta di Sintesi - Nord; TAV. 8/2 Carta di Sintesi - Sud; - fase di proposta definita attraverso la redazione della carta di fattibilità geologica delle azioni di piano e delle norme geologiche di piano e sintetizzata nei seguenti elaborati garfici: TAV. 9/1 Carta di fattibilità delle azioni di piano - Nord; TAV. 9/2 Carta di fattibilità delle azioni di piano Sud.
6 6 2. INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il territorio Comunale di Broni, presenta una superficie totale di 20,87 Kmq ed è compreso nei Fogli B7C5-Mezzanino, B8C1-Stradella Ovest, B8C2-Broni della C.T.R. Lombardia alla scala 1: Come ben si evidenzia nella corografia in scala 1:50.000, esso amministrativamente, è limitato a Nord dai territori dei Comuni di Albaredo Arnaboldi, San Cipriano Po e Campospinoso; ad Ovest dai Comuni di Barbianello e Redavalle; a Sud da Pietra de Giorgi, Cigognola e Canneto Pavese e ad Est dal territorio del Comune di Stradella. L area in oggetto può essere suddivisa in due zone con peculiarità ben distinte: un settore di pianura che comprende circa l 80% dell intera superficie comunale ed un settore collinare comprendente il restante 20%. Quest ultimo presenta una forma vagamente triangolare limitata a Nord dal nucleo abitato di Broni e ad Est dall incisione del Torrente Scuropasso. Il confine Est corre lungo il crinale che da Colombarone raggiunge la insellatura di Monte Ariolo ridiscende lungo la valletta che confluisce in Val Maga, segue questa per circa 550 m per poi risalire lungo una seconda valletta all altezza delle Fonti di Recoaro per tagliare, infine, il versante Ovest del rilievo su cui sorgono Monte Bruciato e Rocca Ticozzi raggiungendo località Molinone. In questa fascia le maggiori elevazioni topografiche sono rappresentate dai Monti Ariolo e San Contardo, alti rispettivamente 241,5 e 214,7 m/s.l.m. Rilevante è anche la presenza della incisione di Val Maga che, con un andamento rettilineo Nord-Sud, si insinua profondamente all interno del rilievo collinare. Essa si presenta come una valle molto stretta, larga in alcuni punti poche decine di metri, e con versanti molto ripidi sede di intensa coltivazioni della vite, anche se è da rimarcare il fatto che, rispetto al passato, numerosi sono i poderi incolti divenuti ormai preda della vegetazione spontanea. Disposte in senso ortogonale Ovest-Est, rispetto alla valle principale, sia in versante orografico sinistro che destro, si sviluppano alcune vallette che prendono origine dalle insellature comprese tra colli successivi. Il settore di pianura comprende una fascia di territorio, disposta parallelamente alla collina, larga circa 2,5 Km e lunga circa 6 Km con un lembo comprenden-
7 7 te la tenuta di C.na Pirocco e la Frazione Casottelli che si insinua a Nord fino all altezza della strada che da Albaredo Arnaboldi conduce a San Cipriano Po. Quest area è caratterizzata da una costante ed uniforme diminuzione delle quote topografiche da Sud verso nord, passando dai c.a. 88,00 m/s.l.m. del centro abitato ai c.a. 61,00 m/s.l.m. della Frazione Casottelli. Un altro importante elemento del territorio è rappresentato dal Torrente Scuropasso che, limitatamente per un tratto di 1600 m segna il confine con l adiacente Comune di Cigognola; per altri 3200 m scorre interamente all interno del territorio comunale, prima di entrare in quello di Barbianello. Il tessuto urbanistico è costituito dal nucleo abitato di Broni, ubicato ai piedi dei versanti dei Monti Ariolo e San Contardo, in sponda orografica destra del Torrente Scuropasso in corrispondenza del suo sbocco nella pianura; numerose sono anche le cascine e le frazioni sparse regolarmente ed efficacemente collegate al capoluogo attraverso una fitta rete viaria. Le principali arterie di comunicazione sono rappresentate dalla S.S. n. 10 Padana Inferiore che, disposta su di un tracciato che si sviluppa poche centinaia di metri a Nord del margine pedecollinare, collega il capoluogo comunale rispettivamente con Voghera ed il Piemonte ad Ovest e con Stradella e l Emilia Romagna ad Est. Pavia ed il Nord della provincia sono raggiunte attraverso la S.S. n. 617 Bronese, mentre il Sud dell Oltrepò è collegato a Broni mediante la S.P. n. 198 Per Zavattarello. Infine è da segnalare l attraversamento, in senso Sud-Ovest Nord-Est, del territorio comunale, dell Autostrada A 21 Dei Vini Torino Piacenza e della linea ferroviaria Piacenza-Alessandria, il cui tracciato parte in rilevato e parte in trincea è compreso tra l autostrada e la S.S n.10. Una seconda linea ferroviaria, la linea Broni-Bottarone-Pavia, attraversa in direzione Sud-Est Nord-Ovest l estremo lembo orientale del territorio comunale.
8 8 3. INQUADRAMENTO GEOLOGICO STRUTTURALE I lineamenti geologico strutturali dell area esaminata, sintetizzati nello sche ma geologico di Fig. 1, tratto da Vercesi & Scagni, 1984, sono caratterizzati da: Fig.1 Schema geologico dell area studiata. 1: Quaternario; 2: Conglomerati di Cassano Spinola (a: Membro dei Conglomerati di Rocca Ticozzi; b: Membro delle Arenarie di Monte Arzolo) Miocene Superiore-Pliocene inferiore; 3: Formazione Gessoso-Solfifera (a: lenti di gesso-areniti) Miocene superiore; 4: Marne di S.Agata Fossili, Tortoniano; 5: giacitura degli strati; 6: faglia e sua probabile prosecuzione (i trattini indicano la parte ribassata) (da Vercesi & Scagni, 1984). una struttura sinclinalica con asse circa E-W secondo la direttrice Broni-Mistà, avente al nucleo la successione del Miocene superiore, marnosa alla base (Formazione Gessoso-Solfifera) e prevalentemente clastica nella porzione medio-superiore (Conglomerati di Cassano Spinola ) un substrato costituito da marne grigio-azzurre talora passanti a giallastre, riferibile alle Marne di S. Agata Fossili del Tortoniano. Le marne tortoniane circondano quelle della sinclinale predetta e, a S, all incirca secondo la congiungente Colombarone-Canneto Pavese-Beria, appaiono conformate ad anticlinale con asse E-W. Lineamenti a direzione N-S ed E-W desunti da fotointerpretazione e riscontrati come corrispondenti a faglie sul terreno.
9 9 La giacitura degli strati è all incirca NE con inclinazione di Il territorio esaminato, come già precedentemente indicato, può essere suddiviso in due distinti settori morfologici con peculiari caratteristiche: uno pianeggiante e l altro collinare. Per quanto attiene il primo, esso è parte della pianura oltrepadana pavese, impostata su depositi alluvionali deposti dal Fiume Po e dai suoi affluenti appenninici direttamente sul substrato marino mio-pliocenico. In generale l evoluzione Plio-Quaternaria della Pianura Padana si può, sintetizzare in tre fasi: - Fase di regressione marina e sedimentazione di depositi continentali fluvio-lacustri, deltizi e di pianura costiera su parte della pianura (Pliocene Superiore - Pleistocene Inferiore) - Fase glaciale comprendente le glaciazioni Gunz, Mindel, Riss e Würm (Pleistocene) - Fase post-glaciale caratterizzata dal succedersi di episodi di sedimentazione ed e- rosione dovuti alle variazioni di portata dei corsi d acqua collegati con i mutamenti climatici succedutisi durante l Olocene. In particolare le fasi di erosione sono da mettere in relazione con i periodi di minore apporto detritico, dovuto a precipitazioni meno intense, le fasi deposizionali si situano invece, in corrispondenza di periodi a piovosità più intensa in cui i fiumi portavano a valle una notevole massa di detriti. Nella porzione di territorio esaminato, procedendo da Nord verso Sud, si incontrano dapprima depositi attribuibili alle Alluvioni Recenti (Olocene), separate dai sedimenti alluvionali più antichi del Fluviale Recente (Pleistocene Superiore - Pleistocene Medio), da una scarpata di altezza variabile da 2 m ad 1 m, talora obliterata dall attività antropica. Questi depositi, che si inoltrano anche all interno della Valle del Torrente Scuropasso, rappresentano la formazione più estesa del territorio comunale e costituiscono la Superficie Principale della pianura oltrepadana o Piano Generale Terrazzato. Più a Sud un ulteriore scarpata di terrazzo, con un altezza medi di circa 10 m, sviluppantesi dal confine orientale comunale fino all altezza di Valle di Cima, all interno della Valle Scuropasso, separa i terreni del Fluviale Recente da quelli più antichi ascrivibili al Fluviale Medio e poggianti direttamente sui sedimenti terziari di origine marina che formano i rilievi pedecollinari. Il settore collinare è parte del rilievo costituente l unità morfologica del cosiddetto Sperone di Stradella delimitato ad Ovest dall incisione valliva del Torrente Scuropasso e ad Est dal Torrente Versa. Esso è caratterizzato dalla presenza di
10 10 successioni di origine marina della serie mio-pliocenica su cui si sono deposti i sedimenti alluvionali. Il contatto fra questi terreni è molto evidente ed è segnato dal margine pedecollinare. La serie Mio-Pliocenica è rappresentata dalle seguenti formazioni: - Marne di Sant Agata Fossili (Tortoniano - Messiniano?) - Formazione Gessoso-Solfifera ( Messiniano) - Arenarie di Monte Arzolo ( Messiniano - Pliocene Inferiore) Le Marne di Sant Agata Fossili rappresentano il termine più antico, stratigraficamente e geometricamente sottostante alle altre formazioni. La formazione Gessoso-Solfifera, stratigraficamente e geometricamente sovrastante le Marne di Sant Agata Fossili, compare solo in un limitato lembo e la sua presenza nell area cartografata corrisponde all ipotetica prosecuzione di una lente riconosciuta essenzialmente su basi micropaleontologiche in una sezione tipo nota in letteratura geologica ubicata in località Rocca Ticozzi. La formazione delle Arenarie di Monte Arzolo rappresenta l areale maggiore. Nel limitrofo Fg Voghera della C.G.I. la formazione in questione viene indicata con il termine di Conglomerati di Cassano Spinola,.più noto in letteratura geologica e più ampiamente utilizzato. 3.1 SUCCESSIONE LITOSTRATIGRAFICA La successione litostratigrafica presente nell ambito indagato trova specifica visualizzazione grafica nell allegata Tav. 1 - Carta geologica. Le informazioni sono state desunte, oltre che dai rilievi effettuati in sito, anche dalle seguenti fonti bibliografiche: -) Carta geologica d Italia alla scala 1: , Fg. 59 Pavia -) Carta geologica della Lombardia alla scala 1: Le formazioni affioranti sono le seguenti: Marne di Sant Agata Fossili (Tortoniano - Messiniano?) La formazione è costituita da marne di colore grigio-azzurro o giallastro con locali intercalazioni di livelli centrimetrici di arenaria poco cementata a grana mediofine di colore giallastro passanti verso l alto a marne argillose. La stratificazione di questa formazione, laddove affiorano le marne argillose, non è evidente, solo local-
11 11 mente dove emergono i livelli sabbioso-arenacei è possibile individuarne le caratteristiche giaciturali e geometriche. Trattandosi della formazione più antica affiorante nel settore studiato, il limite inferiore di questa unità non è visibile. Per quanto riguarda il limite superiore, le risultanze di campagna portano all individuazione sia di rapporti stratigrafici che tettonici. Il passaggio alle sovrastanti Formazione Gessoso-Solfifera e Arenarie di Monte Arzolo avviene in continuità di sedimentazione per quasi tutto l areale di affioramento, solo in corrispondenza della parte meridionale di Val Maga si evidenzia un contatto di tipo tettonico con le Arenarie di Monte Arzolo. La elevata componente argillosa, ha favorito la degradazione dei litotipi marnosi e, la copertura eluvio-colluviale presenta uno spessore che è in funzione dell acclività dei versanti. Formazione Gessoso-Solfifera (Messiniano) La peculiarità di questa formazione è quella di presentarsi con diverse facies litologiche: marne e marne argillose-gessifere, arenarie e conglomerati gessiferi, calcari cariati di colore biancastro e calcari brecciati grigiastri e masse di gesso dai grossi cristalli o granulare. Nell area studiata tale formazione affiora con termini marnoso argilloso gessiferi in corrispondenza del versante Nord di Rocca Ticozzi, interposta fra le sottostanti Marne di Sant Agata Fossili e le soprastanti Arenarie di Monte Arzolo denunciando un limite inferiore e superiore di tipo stratigrafico. Arenarie di Monte Arzolo (Messiniano - Pliocene Inferiore) E costituita da due facies caratteristiche: l arenacea e la conglomeratica. La facies arenacea è costituita da arenarie massive poco cementate a grana media di colore giallastro con locali livelli decimetrici di arenarie compatte a grana fine di colore grigio giallastro. La facies conglomeratica è rappresentata da conglomerati costituiti da ciottoli da centrimetrici a decimetrici di varia natura (calcari di colore grigio nerastro tipo Medolo, diaspri, quarziti, graniti, granuliti) e blocchetti marnoso-argillosi di colore marronegiallastro riferibili alle sottostanti Marne di Sant Agata Fossili immersi in una matrice sabbiosa, più o meno cementata, a grana medio fine di colore da giallastro a grigiastro e rari macrofossili rimaneggiati. Il limite inferiore di questa formazione è di tipo stratigrafico con le sottostanti Marne di Sant Agata Fossili e Formazione Gessoso-Solfifera.
12 12 La copertura eluvio-colluviale è costituita da materiale a prevalente componente sabbio-limosa e presenta spessori che sono in funzione dell acclività del versante. Fluviale medio (Pleistocene Medio?) Si tratta di depositi alluvionali terrazzati, dubitativamente attribuiti al Pleistocene Medio affioranti lungo una striscia continua che borda il versante collinare a Nord sino ad incunearsi all interno della Valle Scuropasso fino all altezza di Valle di Cima, costituiti da limi argillosi, localmente sabbiosi con rari livelli ghiaiosi, notevolmente alterati in superficie. Fluviale recente (Pleistocene Medio - Pleistocene Superiore) Si tratta di depositi alluvionali formanti la Superficie Principale della Pianura e costituiti prevalentemente da terreni argillosi-limosi localmente limosi-sabbiosi attribuibili al Pleistocene Recente. Lungo l asta del torrente Suropasso si rinvengono,invece, depositi prevalentemente ghiaiosi o sabbioso-ghiaiosi in subordine. Alluvioni recenti (Olocene) Si tratta di terreni di età Olocenica affioranti all interno delle aree golenali del F. Po e costiutiti da sabbie e limi mescolate in varie proporzioni, con prevalenza delle prime a Nord-Ovest della direttrice Casanova Lonati - Albaredo Arnaboldi - Boffalora. Alluvioni attuali degli alvei attivi dei corsi d acqua Sono quei materiali che ricoprono il letto del T. Scuropasso, fatta eccezione per quei tratti dove l acqua, incanalata in un alveo stretto, scorrendo veloce, asporta il detrito. Tali alluvioni sono a prevalente componente ciottolosa e sabbioso-limosa in relazione alla capacità di trasporto della corrente. I ciottoli sono in genere di natura calcarea, ben arrotondati e spesso appiattiti, con diametro massimo non oltre i cm. Ciottoli arenacei o conglomeratici sono quasi assenti, in quanto vengono rapidamente disgregati. I depositi limosi sono rari, tranne che nei periodi di magra, e localizzati immediatamente a monte di sbarramenti artificiali o naturali.
13 ASSETTO STRUTTURALE Per quanto concerne l assetto strutturale dell area indgata, è opportuno distinguere la tettonica di superficie, relativamente al settore pedecollinare, da quella profonda, che si può evidenziare dai risultati della prospezione geofisica e dalle perforazioni eseguite quasi esclusivamente dall AGIP Mineraria e note in lettaratura geologica. E comunque opportuno sottolineare come la scarsità di affioramenti e le caratteristiche litologiche delle formazioni presenti, abbiano notevolmente limitato l analisi strutturale. Questa fase di lavoro è stata eseguita con l ausilio della fotointerpretazione, con la quale si sono individuate alcune lineazioni e facendo ricorso a considerazioni di carattere generale, quali, ad esempio, la disposizione complessiva delle formazioni. L assetto strutturale generale dell area risulta essere caratterizzato dalla presenza di una blanda anticlinale con al nucleo la formazione più recente delle Arenarie di Monte Arzolo. Questa struttura plicativa è a sua volta interessata da due famiglie di faglie dirette subvberticali: una caratterizzata da lineazioni disposte in senso circa N-S ed una antiappenninica o giudicariense caratterizzata da lineazioni con direzione WSW-ENE. Nel complesso queste due serie di faglie si intersecano fra di loro suddividendo il margine appenninico in un fitto mosaico di blocchi. Nel dettaglio, alla famiglia con direzione N-S appartiene la faglia dello Scuropasso, disposta longitudinalmete alla Valle e riconoscibile sulla base di elementi morfotettonici (facette triangolari a monte dell area studiata). L analisi strutturale ne rivela le componenti orizzontali e verticali: la prima evidenzia una trascorrenza sinistra, responsabile della posizione dello Sperone di Staradella; la seconda indica invece un abbassamneto del blocco ad Est. Parallelamente a questa, procedendo da Ovest verso Est, si possono individuare altre due lineazioni, una disposta lungo la Val Maga, l altra circa 300 m ad Est, con una componente verticale che indica un abbassamento del blocco ad O- vest. Alla famiglia Giudicariense appartiene la faglia che borda il margine collinare tra Broni e Redavalle, mettendo in contatto la Formazione delle Marne di Sant Agata Fossili con i depositi quaternari. Si tratta questo, di un lineamento molto
14 14 evidente sotto il punto di vista morfotettonico (evidenti faccette triangolari), ma che, a causa dell assenza di affioramenti, non trova riscontri sul terreno. Alla stessa serie appartiene anche una linea passante all altezza delle Fonti di Recoaro, evidenziata morfotettonicamente da alcuni allineamenti di selle e che ha trovato riscontro anche sul terreno, giustapponendo fra loro, alla stessa quota, terreni di età diversa. L analisi fotointerpretativa ed alcuni limitati riscontri sul terreno hanno inoltre messo in evidenza due lineazioni con direzione WNW-ESE: una passante all altezza della ex cava di inerti localizata immediatamente a SW di Rocca Ticozzi, dove si è riscontrata la presenza di un probabile specchio di faglia, l altra passante per l insellatura a Sud di Monte Ariolo. La tettonica del settore di pianura è caratterizzata dalla presenza di strutture sepolte rilevate mediante campagne di prospezioni geofisiche e sondaggi profondi eseguite dall AGIP Mineraria per la ricerca di idrocarburi. In tal senso, nella zona in questione, viene segnalata nel quadrante NW una faglia diretta subverticale avente andamento SW-NE lungo la direttrice Casanova Lonati-Fraz. Moranda di Mezzanino, probabilmente responsabile della scomparsa della scarpata di terrazzo morfologico separante le Alluvioni Recenti dal Fluviale Recente all altezza di Casanova Lonati. Parallelamente al margine appenninico, poche centinaia di metri a Nord viene invece segnalata una struttura anticlinalica con asse avente direzione SW-NE. Neotettonica Nell ambito della neotettonica vengono presi in considerazione tutti quei movimenti tettonici verificatisi nell intervallo di tempo compreso tra 5,2 milioni di anni fa ed oggi. Per poter capire l evoluzione neotettonica dell area presa in esame è necessario considerare un settore appeninico più vasto che interessa parte dei F. 59 e 70, oltre che del 71. L intervallo di tempo che va da 5,2 a 3 milioni di anni fa, individua un sollevamento dell area appenninica con intensità diverse nelle varie zone. In modo particolare si verifica un sollevamento dello sperone di Stradella e di Tortona con un ulteriore deformazione del bacino interposto nel quale si impostano fratture di andamento preferenziale NE - SW, mentre cominciano a delinearsi quelle a direzione Nord (frattura dello Scuropasso).
15 15 Nel periodo di tempo compreso tra 3 a 0,7 milioni di anni fa, mentre si attenua l attività tettonica, pur rimanendo evidenti alcuni riscontri morfottettonici, continua il sollevamento dell Appennino Alessandrino e della placca dell Antola (limitata a Nord dalla linea Villalvernia-Varzi). Per quanto riguarda l Appenino Pavese esso risulta essere delimitato a Nord, verso la pianura, da disturbi perimetrali diretti ENE (frattura o flesura di Casteggio), NNW (linea dello Staffora) e NE. Nel lasso di tempo compreso tra 0,7 a 0,018 milioni di anni fa si assiste a sollevamenti differenziati dell area appenninica, in modo particolare: -un maggiore e relativo innalzamento della dorsale marginale piacentina rispetto all Appenino Vogherese, testimoniata dal riattivarsi di fratture a direttrice NNW, WNW in corrispondenza delle quali si impostano il Torrente Rile, il Torrente Schizzola, il torrente Scuropasso e il Torrente Versa; - innalzamenti relativi all Appenino Vogherese con impostazione di motivi sinclinaloidi ed anticlinaloidi. Da 0,018 milioni di anni fa ad oggi si assiste ad un uniforme sollevamento dell area appeninica anche se di intensità minore rispetto al passato. L attività tettonica va in generale attenunadosi anche se rimangono attive alcune strutture con chiare evidenze morfologiche, quali ad esempio la linea del Versa e dello Suropasso.
16 16 4. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO L area di studio può essere suddivisa in due principali settori con caratteristiche geomorfologiche proprie. Il primo, collinare, comprende la porzione di territorio immediatamente a Sud dell abitato di Broni, il secondo, di pianura, si sviluppa più ampiamente verso Nord, in direzione dell asta fluviale del Fiume Po. 4.1 FORME E PROCESSI MORFOGENETICI L evoluzione nel tempo di un territorio è strettamente legata a processi endogeni ed esogeni (che possono determinare situazioni di rischio) nonchè agli impatti delle attività antropiche; geneticamente a ciascun processo corrispondono delle forme: PROCESSI FORME a) Naturali 1) Endogeni Tettoniche, sismiche,vulcaniche 2) Esogeni Di versante, per acque correnti superficiali, glaciali,crionivali, carsiche, eoliche, marine, lagunari e lacustri. b) Antropici Antropiche In particolare nell ambito del territorio comunale sono state individuate forme tettoniche, di versante, per acque correnti superficiali ed antropiche, distinte in base allo stato di attività (attivo, quiescente, non attivo). In accordo con quanto stabilito dal G.N.G.F.G (1987) per i processi naturali si considerano: - attivi: le forme ed i depositi legati a processi in atto all epoca del rilevamento e/o ricorrenti a ciclo breve (stagionali); - quiescenti: le forme ed i depositi per i quali esistono evidenze geomorfologiche o testimonianze (dirette, storiche ecc.) di funzionamento nell attuale sistema morfoclimatico e morfodinamico e che, non avendo esaurito la loro evoluzione, hanno concreta possibilità di riattivarsi; - non attivi: le forme ed i depositi riferibili a condizioni morfoclimatiche e morfodinamiche diverse dalle attuali e quelli che hanno portato a termine la loro evoluzione o non
17 17 possono più continuare ad evolversi (ad esempio nell attuale sistema morfoclimatico una piana alluvionale non più raggiungibile dalle acque fluviali). In definitiva, a prescindere da quelli attivi, si considerano quiescenti tutte le forme, depositi ed i processi di cui non è dimostrabile la non attività. Per quanto concerne lo stato di attività delle forme dei processi e dei depositi antropici si è ritenuto di distinguerli in due categorie: - Attivi: quelli dove si esplica l attività antropica al momento del rilevamento (ad e- sempio terrazzi antropici coltivati); - Non attivi: quelli dove l attività antropica è cessata (ad esempio terrazzi antropici in abbandono). 4.2 SETTORE COLLINARE Nell ambito comunale di Broni tale settore è rappresentato, in destra del T. Scuropasso, dai primi rilievi appenninici immediatamente a ridosso del nucleo abitato e in sinistra da un ridotto lembo di versante circa compreso tra Case Ramati e Vicomune. In generale esso è caratterizzatoda crinali decisamente stretti e versanti acclivi prevalentemente adibiti a vigneto, bosco e/o incolto. Nelle zone collinari le quote massime, pari a 240 m/s.l.m. ca., si raggiungono in corrispondenza del monte Ariolo; l altezza media si aggira attorno ai 150 m/s.l.m. Il limite tra i rilievi e la pianura è piuttosto brusco e risulta solo parzialmente attenuato dalla presenza, alla base dei versanti, di masse di depositi colluviati, attualmente per lo più stabilizzate. L assetto morfologico del margine collinare, presumibilmente conseguente all influenza di strutture tettoniche, rappresenta un carattere peculiare della zona esaminata, che tende a scomparire nelle zone site ad W di Redavalle. Lungo i versanti più prossimi alla pianura (zona ad Ovest dell abitato di Broni compresa tra Monte Spina e Monte Castello) si riconoscono infatti evidenze morfotettoniche particolarmente rappresentative quali il susseguirsi di faccette triangolari, indicative di una attività tettonica relativamente recente (l allineamento di tali elementi morfologici riproduce verosimilmente l andamento di una linea tettonica subparallela a questo margine collinare, terminazione sudoccidentale dello sperone di Stradella ).
18 18 I rilievi presentano pertanto una acclività estremamente accentuata ed una tipica configurazione triangolare. Tra gli elementi morfologici del margine pedecollinare va inoltre segnalata la presenza di un terrazzo di erosione fluviale ben individuabile in sponda destra del T. Scuropasso, estendentesi all incirca dalla località Valle di Cima fino quasi all altezza dell abitato di Stradella. Si tratta del terrazzo che separa il ripiano delle alluvioni del Fluviale medio Auct. (raccordabile con quello del Colle di S. Colombano, in analoga posizione altimetrica) da quello sottostante delle alluvioni che costituiscono la superficie principale della pianura (Fluviale recente). Il salto morfologico tra le sopracitate unità è rappresentato da una scarpata piuttosto discontinua e localmente erosa, che raggiunge altezze massime di 20 m ca. (zona tra Broni e Stradella), riducendosi progressivamente lungo il fondovalle del T. Scuropasso (settore a S di Broni). La morfologia dei rilievi più elevati altimetricamente risulta strettamente connessa sia alla natura litologica dei terreni affioranti in tali aree che alla attività tettonica e neotettonica che interessa il margine appenninico. In particolare, le colline del Bronese si impostano estesamente su litotipi piuttosto coerenti quali le Arenarie di Monte Arzolo Auct., corrispondenti a corpi a- renacei e conglomeratici generalmente a buon grado di stabilità; a ciò peraltro contribuisce la giacitura di questi terreni, per lo più poco inclinata sull orizzontale. Inoltre la natura litoide di tale formazione giustifica l asperità del rilievo e l accentuata acclività dei versanti. Questi ultimi fattori sono poi accentuati da implicazioni morfotettoniche; infatti la maggior parte delle valli secondarie (soprattutto nella zona di Canneto Pavese), nonché la stessa valle del T. Scuropasso, risultano impostate in corrispondenza di linee tettoniche (faglie) ad andamento circa rettilineo. Solo localmente affiorano terreni con caratteristiche geomeccaniche piuttosto scadenti e pertanto maggiormente disposti al dissesto ( Formazione gessososolfifera Auct., Marne di Sant Agata Fossili ). Ad esse corrisponde una morfologia collinare a acclività generalmente meno pronunciata (margine collinare tra Broni e Stradella e versanti del fondovalle del T. Scuropasso). Le forme ed i processi morfogenetici legati all azione della forza di gravità sono esclusivamente localizzati in questo settore collinare. In particolare sono presenti
19 19 tre aree classificate come area di frana satbilizzata ed alcune aree già censite dall IFFI (inventario dei fenomeni franosi italiani) come Area di frana quiescente. In seguito all evento meteorologico del 27/28 aprile 2009 nel settore collinare bronese si sono verificate 115 frane, con una densità di 48 frane per Km 2, che occupano una superficie di circa 0,9 km 2, pari al 37,5 % dell intera area collinare (2,4 km 2 ). Questi eventi franosi sono classificabili come fenomeni franosi per mobilizzazione della coltre superficiale (superfici di rottura frequentemente ubicate all interfaccia suolo-substrato o al contatto tra orizzonti aventi diverse caratteristiche di permeabilità sabbie/conglomerati-marne). Si tratta di processi controllati dalla quantità e dall intensità delle precipitazioni e che si caratterizzano per l alta densità. Tali fenomeni franosi sono contraddistinti da movimenti schematizzabili in due fasi principali: innesco della frana e mobilizzazione del materiale. La fase di innesco avviene secondo meccanismi di tipo traslativo, talora rotazionale. Nella fase di mobilizzazione la massa spostata percorre rapidamente il versante, conservandosi più o meno integra oppure destrutturandosi completamente (colamento) a seconda delle caratteristiche geotecniche del materiale. Nonostante gli spessori e i volumi modesti la particolare pericolosità di questi fenomeni è da mettere in relazione con la loro rapidità di sviluppo (le frane si sono attivate ed esaurite nello spazio di pochi minuti a volte qualche decina di secondi, con la difficoltà di prevederne l ubicazione, gli indizi premonitori sono praticamente assenti o, in genere, immediatamente precedenti il collasso), ma anche con l elevata densità di distribuzione delle singole frane. In base alle caratteristiche del movimento iniziale, al grado di destrutturazione della massa spostata, della copertura vegetale e delle condizioni topomorfiche del pendio sottostante, le frane superficiali innescate dalle intense precipitazioni di fine aprile 2009 nel territorio collinare di Broni si possono suddividere nelle seguenti tipologie (Regione Piemonte, 1998, Cruden e Varnes, 1996): 1. tipo A: porzioni della coltre di alterazione superficiale che seppur delimitate e scomposte da fratture hanno subito traslazioni di limitata entità tali da non e- sporre la superficie di movimento, mantenendo in definitiva una loro originale integrità, pur evidenziando un incipiente sovrascorrimento del bordo inferiore sul piano campagna. Tali fenomeni in molteplici casi sono allo stato incipiente e si manifestano con fratture nel terreno poco continue, spesso deformando la viabilità e creando deboli disallineamenti dei filari di vite. Fenomeni allo stato incipiente sono visibili nella zona del Monte Ariolo (versante NW); essi si evidenziano attraverso fessurazioni longitudinali aperte nella copertura dei terreni conglomeratici.
20 20 2. tipo B (translational earth slide): porzioni della coltre di alterazione superficiale che hanno subito traslazione di entità tale da esporre la superficie di rottura. La massa spostata, nella sua parte preservata è costituita da zolle disunite che hanno mantenuto singolarmente la loro integrità grazie all effetto coesivo svolto dagli apparati radicali. Questa tipologia di frana si localizza in particolare in corrispondenza di vigneti nelle Marne di S.Agata Fossili nella zona di Colombarone. 3. tipo B2: scivolamenti rotazionali in corrispondenza di scarpate stradali
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