L APPROCCIO ALLA TELEDIDATTICA DELL UNIVERSITÀ DI VERONA. LA TECNOLOGIA NON BASTA.

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1 DiPAV, 2005, n.x, YYY-ZZZ L APPROCCIO ALLA TELEDIDATTICA DELL UNIVERSITÀ DI VERONA. LA TECNOLOGIA NON BASTA. Giovanni M. Bianco * Sommario In questo articolo si descrive l infrastruttura per l erogazione dei servizi di Videoconferenza dell Ateneo di Verona. Ma, la rete, il software e i collegamenti a banda larga da soli non consentono di portare al successo un esperienza di insegnamento di questo tipo. Il vero problema che i tecnici e docenti devono affrontare è come posizionarsi correttamente in questo nuovo contesto. Ambito che tocca profondi aspetti organizzativi e tecnologici, e che è necessario conoscere prima di iniziare a progettare il sistema. Il caso di studio deriva dall esperienza dell Ateneo di Verona. Saranno esaminate l infrastruttura tecnologica e il suo impatto organizzativo sulle strutture. Abstract In this paper the attention is focused on the videoconferencing infrastructure of the University of Verona. It has been recognizing that online and e-learning is not a mere implementation of the technical infrastructure, i.e. the net, the software, the wide-band internet connection. The real problem facing technicians and professors is how to find the right strategies to move in this new context which involves profound organizational and technological aspects that need to be well understood before the system is designed. The case-study is drawn from the experience of the University of Verona, focusing attention on the technical infrastructure and its impact in the University. *Dott. Giovanni Michele Bianco, Servizi Informatici di Ateneo, Università degli Studi di Verona. giovanni.bianco@univr.it 1

2 I.Bianchi, U. Savardi 1. Introduzione Lo scopo di questo articolo consiste nel descrivere l infrastruttura tecnologica che sta alla base dei servizi di videoconferenza dell Ateneo di Verona, riportando considerazioni al contorno e di contesto relativamente alle scelte tecniche e all utilizzo degli strumenti messi a disposizione. Gli informatici, spronati dall esigenza primaria che consisteva nell adozione di strumenti di videoconferenza al fine di evitare la replicazione dei corsi destinati alle varie sedi della Laurea in Infermieristica della Facoltà di Medicina, si sono mossi per far evolvere in modo naturale e continuativo le potenzialità del sistema tecnologico. La fortissima spinta iniziale dei proponenti la Videonferenza si è esaurita subito dopo la presentazione del sistema, primariamente per la delusione dei richiedenti di fronte alle possibilità del servizio offerto. Perché non si è adottato il sistema? Dove sono stati gli errori? E quali erano le aspettative? Dove hanno fallito gli informatici? Per molto tempo vi è stato dibattito su queste, e altre, domande. Per quel che concerne questo articolo, si cercherà di dare una risposta all ultima domanda: dove hanno fallito gli informatici? Sono penetrati in un mondo che ha dimensioni diverse da quelle classiche ormai consolidate: non è solo una questione di tecnologia, è una questione di adozione della tecnologia. Sull argomento, sarebbe bastato leggere la storia di altre rivoluzionarie tecnologie al fine di capire la delicatezza del mondo che si stava approcciando (Cuban, 1986). Il problema di una corretta interpretazione dei servizi informatici per i nuovi ambiti, comunque, tocca gli Atenei di tutto il mondo, e non solo quelli italiani o quello veronese. La letteratura descrive le situazioni consuete di Ateneo ove si innestano le scelte per le infrastrutture di Videoconferenza o e-learning: si assiste ad una presenza di piccoli team di Facoltà e Dipartimento, non interagenti e inconsapevoli l uno degli altri, che portano avanti con decisione, ma limitatamente alle loro esigenze, esperimenti e standardizzazioni informatiche creando i presupposti perché il loro sistema in particolare divenga quello generale (Collis 1999). Più in piccolo, internamente alle Facoltà e ai Dipartimenti, è anche noto l entusiasmo di singoli professori che adottano sperimentazioni sofisticate per i loro corsi, sebbene poi questi docenti generalmente non siano seguiti dai loro stessi colleghi di Facoltà o Dipartimento. 148

3 Le forme minime dell esperienza percettiva Che occorra un approccio standardizzato e integrato per uscire dalle nicchie personali o di team è fuor di dubbio, altrimenti l insieme di iniziative scorrelate avrà un successo parziale e limitato, e a lungo andare non permetterà, se non con difficoltà, una integrazione delle diverse componenti (Jochems, 2004). Ironia del campo dell e-learning, visto come integratore (inteso anche come assimilazione) di diverse modalità comunicative e interattive: l integrazione sembra proprio mancare nel momento in cui si tratta di parlarsi per decidere in modo unitario a livello di Ateneo verso quale strada andare. L e-learning integra diverse modalità comunicative, ma non vi è integrazione preliminare a livello di relazioni tra i gruppi o le persone che lo propongono. Scopo di questo articolo è descrivere le potenzialità che l Ateneo di Verona offre per l infrastruttura di videoconferenza. Le scelte seguite sono allo stato dell arte e in linea con gli attuali standard aperti. Quello che manca, però, è lo sfruttamento della potenzialità del sistema. Verranno analizzati i motivi del mancato utilizzo considerando il punto di vista degli informatici, inserendolo però in un contesto di riferimento più generale. 2. I precursori: dalla radio al Personal Computer nelle classi È intrigante notare come l atteggiamento nei confronti delle modalità di videoconferenza o e-learning sia in continuità tra i tecnici, i professori e gli operatori della formazione fin dall introduzione della radio e dei film nelle classi di studenti. Sebbene sia praticamente impossibile trovare studi italiani o europei sull impatto delle nuove tecnologie nella didattica nel corso dei decenni passati, vi sono interessantissimi spunti di riflessione riportati nel 1986 da Larry Cuban (Cuban 1986) il quale ripercorre, a partire dal 1920, i tentativi di introduzione delle nuove tecnologie e le disillusioni che ne derivarono negli Stati Uniti d America. Questa sezione ne riporta alcune considerazioni. È innanzitutto interessante notare come anche i grandi scienziati furono particolarmente fuorviati dai rivoluzionari sistemi tecnologici delle varie epoche. Scriveva Thomas Edison nel 1922 a proposito dell introduzione del film (muto) nelle classi: Io credo che il film sia destinato a rivoluzionare i nostri sistemi educativi e che in pochi anni soppianterà grandemente, se 149

4 I.Bianchi, U. Savardi non completamente, l uso dei libri di scuola. Gli studenti saranno presto istruiti attraverso l uso dei loro occhi. Ma solo la minoranza dei professori usò materiale didattico sottoforma di film. Varie furono le ragioni, soprattutto legate al costo della tecnologia, alla sua difficoltà d uso o alla scelta del giusto film per la classe. Tuttavia, anche altri sistemi quali la radio, sebbene identificati a metà degli anni 1930 come il mezzo per portare ovunque a basso costo i professori più brillanti e rendere universalmente disponibili le conoscenze del mondo e le opinioni dei grandi scienziati I libri diverranno l aria furono presto dimenticati o relegati a nicchie. Anche qui le ragioni si sprecarono, sebbene si puntasse il dito verso la letargia e l indifferenza dei professori nei confronti di queste novità tecnologiche. Vi fu poco tempo per il dibattito, poiché nel 1953 comparve la televisione. Fu l avvento della nuova era, almeno per chi pensava che quando l occhio e l orecchio si uniranno nella televisione, allora assisteremo alla spalancatura delle porte da parte delle scuole per questo prodigio della tecnica. Tuttavia, nonostante milioni di dollari spesi, e nonostante i proclami rivoluzionari iniziali, la televisione fu presto relegata come mezzo occasionale per la visione di contenuti. Al di là di analoghi aspetti già considerati per il film e la radio (problemi tecnologici, la scelta del materiale, problemi di utilizzo) è quasi goliardico notare come tra i motivi del non uso molti professori sottolineavano che gli studenti spendevano più tempo per l andirivieni dai bagni, piuttosto che per guardare la TV in classe. In ogni modo, anche in questo caso fu un fallimento la promessa iniziale. Finalmente arrivò The man of the Year 1982, cioè il computer e il suo carico di innovazione. Le predizioni sulla rivoluzione digitale si sprecarono da parte di tutti gli scienziati dell epoca: il computer spazzerà via la scuola. Cioè, la scuola concepita come classi, professori, esami e organizzazione non sarà più la stessa, semplicemente perché tutto questo è incompatibile con la presenza del computer. Ma a più di vent anni di distanza, ognuno di noi può tirare le somme. Recentemente, sono stati pubblicati i risultati di una ricerca condotta su tutti i livelli di scolarizzazione negli Stati Uniti d America (Cuban, 2001): i computer, dall Asilo all Università, sono usati come rimpiazzo di altri strumenti domestici quali la macchina da scrivere, lo stereo, il videoregistratore, il lettore di DVD, o come mezzo per navigare in rete. Le scuole pensano di fare informatica quando si somministra agli scolari degli Asili, delle Elementari o delle Medie un percorso didattico sui PC che al 150

5 Le forme minime dell esperienza percettiva massimo dura 30 minuti alla settimana. Semplicemente, lo strumento non è stato capito, e le lezioni si continua a somministrarle nello stesso modo agli alunni, come se il computer non esistesse. Si arriva, infine, all introduzione delle infrastrutture hardware e software per la Videoconferenza e la Teledidattica: sono gli strumenti definitivi per portare ovunque necessario la presenza virtuale del professore. Basta una collegamento a banda larga e il gioco è fatto. Lo studente interagirà con il docente e si rilasseranno i vincoli spazio-temporali. Ma se in ambito italiano nel 2004 solo 5 Università hanno regolari corsi on-line (concetto che spazia dalla trasmissione delle immagini video a sofisticati framework di e- Learning), si può capire quale impatto questa rivoluzionaria metodologia abbia avuto (Liscia, 2004). Insomma, tecnologie super-sofisticate di ogni tempo non sono state usate per come erano state pensate. Qualcosa non è andato per il verso giusto. Ma cosa? Dove sta il denominatore comune tra tutti gli entusiasmi e i fallimenti delle tecnologie? Perché si pensa che tutto ciò sia conservatorismo dei professori? Cosa occorre fare per evitare di ripercorrere gli stessi errori? Sebbene non si possa che condividere in pieno l affermazione di Niels Bohr, premio Nobel della Fisica, quando dice che è difficile fare previsioni, soprattutto riguardanti il futuro qualche suggerimento la storia ce lo può dare. È vero che l adozione a larga scala di una infrastruttura hardware e software per la videoconferenza e/o l e-learning dipende da molti fattori e molti attori, tuttavia l esperienza fin qui accumulata dimostra che non vi è consapevolezza di cosa, quando, perché e come usare questi nuovi strumenti. Anzi. La problematica più sottile, cui gli informatici inciampano, consiste nella credenza che l introduzione di nuovi strumenti di Videoconferenza ed e- Learning sia in continuità con il principio dell informatica che: il sistema evolve e nuove tecnologie devono essere introdotte che rimpiazzano le precedenti. Ma non è così: non si tratta di avere un PC più veloce, o un masterizzatore DVD Double Layer, o una infrastruttura di rete affidabile che consenta quel determinato Quality of Service per veicolare il flusso video. Piuttosto, la rivoluzione della videoconferenza o dell e-learning percorre dimensioni diverse e in aggiunta a quelle tecnologiche. Forse, analizzando i fallimenti, qualche punto di riferimento in questo nuovo spazio si 151

6 I.Bianchi, U. Savardi può ritrovare. Qualche ragione informatica utile per capire queste nuove tecnologie verrà discussa nella Sezione

7 Le forme minime dell esperienza percettiva 3. L architettura di Videoconferenza dell Ateneo veronese I servizi che possono essere offerti dall infrastruttura di videoconferenza dell Ateneo veronese sono molti e molto sofisticati. In questa sezione si illustreranno i componenti principali e alcune importanti possibilità che possono essere fruite (Pistilli, 2002). Tra i moduli hardware e software che compongono il sistema di videoconferenza dell Ateneo veronese, i principali sono i seguenti: > Sottosistema Gatekeeper > Sottosistema di Management ed Amministrazione > Sottosistema di Video Telefonia > Sottosistema Gateway > Sottosistema di Data Collaboration > Sottosistema di Multipoint Video Conferencing 3.1 Sottosistema Gatekeeper Il Gatekeeper è il dispositivo di registrazione di tutti gli elementi centrali o periferici presenti in rete, preposto a sviluppare le fondamentali funzionalità di controllo di accesso e di controllo di chiamata in corrispondenza di ogni istanza di servizio formulata dagli utenti di rete. 3.2 Sottosistema di Management ed Amministrazione Sul livello informativo creato dal Gatekeeper insistono i necessari processi di coordinamento, gestione ed amministrazione della rete multimediale, quali ad esempio la creazione e gestione dei profili di utente singoli o di gruppo, autenticazione, supervisione dello status, allocazione della banda all interno di singole zone H.323. Il modello di riferimento ITU H.323 è l ombrello di tutti gli standard audio, video, e di controllo necessari per veicolare i contenuti audio/video su una rete di protocollo IP. 153

8 I.Bianchi, U. Savardi 3.3 Sottosistema Gateway Il sistema Gateway realizza la traduzione dello standard H.323 ed H.320 (analogo al modello H.323, ma orientato al mondo della telefonia) consentendo l instaurazione di sessioni ibride ISDN-PSTN/IP di tipo punto punto e di tipo multipunto. L ISDN e il PSTN sono protocolli/ambienti telefonici. 3.4 Sottosistema di Data Collaboration Tale sistema consente la condivisione di applicazioni in modalità pienamente interattiva basandosi sul protocollo standard T.120. Il server gestisce un numero variabile di partecipanti e può funzionare in modalità sincrona rispetto ad una sessione Audio/Video di tipo multipunto. Infatti, i punti finali di videoconferenza H.323 possono essere integrati da un servizio T.120 che consente agli utenti di condividere in modo dinamico le proprie visualizzazioni di un'applicazione, come un foglio di calcolo, le pagine di videoscrittura, o qualsiasi altra applicazione operante sukl proprio PC. 3.5 Il Sottosistema di Multipoint Video Conferencing (MCU) Il sistema multifunzionale conforme agli standard H.323 si basa su moduli hardware installati e in particolare il modulo MCU (Multipoint Conference Unit) permette di supportare videoconferenze con più partecipanti contemporanei, disponendo attualmente di una capacità massima di 60 partecipanti simultanei. Il modulo MCU supporta: > Videoconferenze multipunto di alta qualità > Monitoraggio e controllo della conferenza online > Sessioni video ad alta qualità (fino a 2 Mbps) > Modalità di visualizzazione a presenza continua con immagine su schermo suddivisa fino a 16 finestre (layout personalizzabile) o immagine singola con attivazione vocale > Interfaccia Web che consente ai partecipanti di invitare altre persone a partecipare 154

9 Le forme minime dell esperienza percettiva > Gestione della conferenza su Web, inclusi: o Monitoraggio o Blocco dell'immagine su uno speaker o Disconnessione del partecipante o del terminale > Regolazione dinamica in fase di conferenza dell'ampiezza di banda > Collaborazione dati con protocollo T.120 integrata con qualsiasi conferenza multipunto Tramite altri moduli, ad esempio il Video Processing Server (VPS), si risponde alle diverse esigenze di connettività permettendo ai terminali endpoint di partecipare ad una videoconferenza secondo diverse larghezze di banda contemporanee senza deteriorare il collegamento degli altri partecipanti alla conferenza stessa. Il VPS collabora con il modulo MCU installato per adattare in modo ottimale la larghezza di banda durante una videoconferenza multipunto. La figura seguente descrive un esempio di conferenza in Continuous Presence realizzata per mezzo del modulo VPS. Il modulo MCU trasmette le immagini video ricevute da ciascuno degli end-point al modulo VPS. Il modulo VPS elabora il bit rate ricevuto e lo restituisce al video uscente dell'apparato MCU. Questo trasmette l'immagine video ad ogni end-point con il bit rate adatto, secondo la larghezza di banda disponibile. Nella conferenza raffigurata con presenza continua, la qualità dell'immagine inviata a ciascun quadrante dello schermo dipende dalla larghezza di banda disponibile per ciascun end-point. 155

10 I.Bianchi, U. Savardi 3.6 Cos è una Zona H.323 È un insieme di dispositivi controllati da un Gatekeeper, come schematizzato dalla figura seguente. La Zona H.323 è definita attraverso un numero univoco: è in pratica come un prefisso di identificazione vero e proprio. Se per esempio occorre chiamare un utente telefonico a Milano, nel mondo della telefonia si digita il prefisso 02 seguito dal numero telefonico dell abbonato. Nel caso dell infrastruttura di videconferenza, se si intende chiamare un end-point presente in una altra zona si dovrà digitare il numero della zona (per esempio 818) seguito dal numero assegnato all utente dal Gatekeeper dell altra zona. Quindi, concettualmente le due tipologie di chiamata sono pressoché identiche. Ciò anche per rendere naturale l approccio alle chiamate video, nascondendo la tecnologia sottostante. 156

11 Le forme minime dell esperienza percettiva Zona Gateway Gatekeeper Router Router MCU Segment A Segment B Terminal Terminal Terminal Terminal Terminal 3.7 Standard Video e Audio Vari sono gli standard video che possono essere considerati per veicolare l informazione visiva. In particolare nella seguente tabella vengono riportati nella prima colonna l identificativo internazionale dello standard e nella seconda colonna le possibilità di risoluzione video (in pixel): Codifica H.261 H.263 Risoluzione SQCIF (128*96) QCIF (176*144) CIF (352*288) 4CIF (704*576) 16CIF (1408*1152) 157

12 I.Bianchi, U. Savardi Analogamente agli standard video, si possono introdurre gli standard audio, riportati nella seguente tabella: Standard Larghezza di banda Campionamento G kbit/s 3.4 khz G kbit/s 7 khz G.723 6,4 (5,3) kbit/s 3.4 khz G kbit/s 3.4 khz G kbit/s 3.8 Tipologie di connessione offerte dal sistema Molte sono le combinazioni possibili che l infrastruttura di videconferenza in questo momento operante può offrire. Nel prosieguo si riportano quelle che si presumono di maggior interesse. La prima è una configurazione semplice in cui due end-point sono connessi su rete ISDN con 1 (128Kbps), 2 (256Kbps) o 3 (384Kbps) BRI (Borchie ISDN). 158

13 Le forme minime dell esperienza percettiva Configurazione ISDN punto-multipunto VERONA FIRENZE endpoint H.320 ISDN endpoint H.320 NAPOLI TORINO endpoint H.320 MCU ISDN endpoint H.320 Centro Servizi MCU Questa configurazione permette, utilizzando un apposito Centro Servizi in cui è installato un MCU ISDN (analogo al classico MCU, ma operante con linee telefoniche anziché con servizi di rete) di realizzare una multivideoconferenza contemporanea tra varie città sfruttando le linee telefoniche ISDN. Con la successiva configurazione è invece possibile, oltre a realizzare delle videoconferenze punto-punto, realizzare anche delle Videoconferenze Multipunto coinvolgendo più end-point connessi alla rete LAN. Configurazione IP punto-multipunto Endpoint H.323 MCU H 323 Ethernet Endpoint H Endpoint H 323 Endpoint H 323

14 I.Bianchi, U. Savardi Questa configurazione rappresenta generalmente l approccio naturale e più richiesto. La soluzione seguente permette di collegare i mondi LAN basati su protocollo IP, e quello telefonico basato sui protocolli/ambienti ISDN e PSTN. Inserendo un elemento hardware denominato gateway H.323/H.320 è infatti possibile tradurre i protocolli H.323 e H.320, permettendo di fatto il collegamento tra una postazione su rete LAN e una postazione connessa alla rete ISDN/PSTN. È inoltre possibile chiamare un telefono cellulare o un telefono fisso da una postazione LAN e viceversa. Configurazione IP/ISDN punto-multipunto GATEWAY H 323/H 320 Ethernet ISDN PSTN FIRENZE Endpoint H.320 Endpoint H.323 MCU Telefono Mobile o Fisso ROMA Questa architettura ricopre grandi doti di flessibilità. Permette di realizzare multivideo e multiaudio conferenze coinvolgendo endpoint differenti e quindi all occorrenza anche persone raggiungibili solo telefonicamente. Si pensi alle possibilità che potranno emergere con la telefonia di terza generazione (UMTS). 4. Il panorama generale delle Università in Italia Sebbene non con quella spinta che sembrerebbe accompagnare l introduzione tecnologica della videoconferenza o dell e-learning, gli atenei italiani stanno comunque seguendo la strada dell inevitabilità dell adozione di sistemi didattici basati sull on-line, convinti del fatto che la formazione on-line presenti caratteristiche che la possono rendere per 160

15 Le forme minime dell esperienza percettiva certi versi complementare alla modalità didattica standard. Non solo: l adozione di modelli di e-learning è stato anche spinto dall Unione Europea al fine di contribuire alla mobilità, al riconoscimento reciproco, allo sviluppo di nuovi sistemi organizzativi. Tuttavia, nonostante l impulso della nascita delle Università telematiche in Italia (Decreto 17 Aprile 2003 Criteri e procedure di accreditamento dei corsi di studio a distanza delle università statali e non statali e delle istituzioni abilitate a rilasciare titoli accademici ) il quadro emergente nel nostro paese rivela in grande le problematiche riscontrate nell Ateneo di Verona. Nelle prossime sezioni, tratte da e-learning Stato dell arte e prospettive di sviluppo (Liscia, 2004), si riportano i dati statistici più esemplificativi al fine di capire quale possa essere il corretto approccio alla Videoconferenza o all e-learning. Il quadro statistico è molto recente, quindi, per certi versi ancora più utile, visto il grado di dinamicità del settore. 4.1 Il panorama dell adozione di strumenti on-line Circa il 72% degli Atenei (in tutto, 79 tra Università e Istituti parificati di Alta Formazione) è impegnato in iniziative di on-line ma di questo solo il 7% circa (5 Atenei) è caratterizzato da un offerta a regime, mentre il rimanente 65% ha sperimentazioni di nicchia. Il 28% degli Atenei (cioè 22 su 79) non ha mai intrapreso sperimentazioni di on-line. Il modello largamente preferito dalle Università italiane è quello relativo all adozione di tecnologie per arricchire, innovare e aumentare l efficacia della didattica prevalentemente basata sulla presenza fisica, definita come insostituibile. 4.2 Il quadro organizzativo Gli strumenti on-line comportano un forte impatto a livello organizzativo in quanto sono necessarie infrastrutture nuove e figure nuove, ma anche docenti che ripensino il modo di fare didattica. Tuttavia, almeno per quel che concerne la presenza di una struttura tecnica, il 60% degli Atenei dichiara la sua assenza, il 10% si rifà a quella esistente (servizi informatici) e il 16% ha previsto un centro apposito per l e-learning. La casistica rimanente è rappresentata da strutture di ricerca per la sperimentazione degli aspetti di e-learning. 161

16 I.Bianchi, U. Savardi Dunque solo pochi atenei hanno destinato quote di budget per una attività centralizzata, sebbene vi sia una tendenza a considerare la frammentazione come causa di sprechi. L effetto collaterale dell assenza di strutture dedicate è quello relativo alla presenza di materiali didattici non conformi (e non uniformi) all ottica on-line, ma che invece seguono la forma delle comuni dispense che lo studente scarica e stampa. 4.3 L adozione degli strumenti e i fattori di criticità Sono varie le motivazioni che portano l Accademia italiana all adozione degli strumenti on-line, come dimostrano i risultati dei quesiti rivolti ai docenti intervistati: efficacia di apprendimento (73%), flessibilità (66%), esigenze organizzative (38%), acquisizione di nuovi studenti e diminuzione del tasso di abbandono (38%), scelte culturali (18%). Interessante verificare che caratteristiche di competizione tra Atenei siano quasi ignorate (13%). Sono presenti dei forti fattori di criticità nell adozione delle tecnologie. Il primo fattore è la diffidenza dei docenti: il 68% non sono convinti dell uso dell on-line. Ancora lato docente : il 67% dichiara che non intravede riconoscimenti sull impegno con possibili ricadute carrieristiche. Più bassa, il 42%, è la motivazione riguardante l assenza di una strategia di Ateneo. Seguono altre motivazioni quali gli alti costi di gestione (31%), la scarsa formazione dei docenti (27%), la difficoltà di reperimento delle figure professionali (25%), le difficoltà di coinvolgimento degli studenti (22%), la mancanza dei requisiti tecnologici minimi lato utente (11%), la necessità di tenere aggiornati i contenuti (8%), l inadeguatezza di varie discipline (4%) e la minor efficacia rispetto all aula tradizionale (2%). 5. Il caso dell Ateneo veronese Quanto riportato in precedenza può senz altro rappresentare una chiave di lettura dell esperienza dell Ateneo veronese, la quale può essere descritta entrando nel dettaglio. 5.1 Il panorama dell adozione di strumenti on-line a Verona L Ateneo veronese fa senza dubbio parte del 65% che dichiara di avere sperimentazioni di nicchia. A quanto risulta sapere (considerato quanto riportato in Sezione 1 in merito all esistenza di molti gruppi autonomi non 162

17 Le forme minime dell esperienza percettiva interagenti), vi sono vari gruppi di ricerca che stanno sperimentando tecnologie di fruizione on-line nelle varie Facoltà e/o Dipartimento. Tali gruppi di ricerca si interfacciano raramente con l organizzazione centrale (Direzione Servizi Informatici di Ateneo) e solamente quando sono necessari adeguamenti relativi alle protezioni sui firewall (per l apertura di determinate porte ) o particolari riservazioni di banda (al fine di migliorare la qualità del servizio erogato). Da un indagine informale sono presenti gruppi che gestiscono: > strumenti di forum > mailing list > strumenti collaborativi > sperimentazioni sulle modalità di comunicazione/percezione visiva > collegamenti dedicati di fruizione contenuto punto-punto > condivisione basata su T.120 Tali sperimentazioni di nicchia sono state evidenziate a seguito della proposta di adozione a livello di Ateneo dello strumento di videoconferenza. L emersione del sommerso, per parafrase altre realtà, ha in ogni modo portato a galla, almeno a livello informatico, un panorama disomogeneo e indipendente che tende a risolvere problematiche di nicchia. Di converso, la motivazione contemplata a livello centrale per l adozione degli strumenti di fruizione on-line si rifà alla necessità di replicare remotamente e in tempo reale alcune lezioni di corsi di laurea della Facoltà di Medicina, le quali prevedono la contemporanea fruizione in sedi extracittadine. Vari sono stati gli elementi a favore di una proposta di fruizione on-line: in primis quello relativo alla economicità derivante dalla non accensione di contratti di docenza (fino a 4 repliche quasi esatte per ciascuna materia). Il costo dell infrastruttura hardware e software (dell ordine di qualche centinaio di migliaia di Euro) si sarebbe ammortizzato entro un arco temporale di due/quattro anni. Attualmente si è ancora in fase di test senza una data di fruizione a regime. 5.2 Il quadro organizzativo dell Ateneo veronese 163

18 I.Bianchi, U. Savardi La fruizione on-line dei contenuti non necessita solo di una infrastruttura hardware e software, ma anche di un servizio di supporto adeguato. Purtroppo tale necessità si scontra con problemi di bilancio e con i vincoli dettati dalle norme per quanto riguarda l accensione di contratti per l assunzione, anche a tempo determinato, di personale tecnico. Tuttavia, questi vincoli (come spesso accade) non hanno fermato la realizzazione delle infrastrutture, le quali sono state realizzate al meglio dello stato dell arte. In questo senso il peso dell adozione delle tecnologie è ricaduto sull unica struttura centrale (Direzione Servizi Informatici di Ateneo) la quale è stata vista come la responsabile della Videoconferenza. Purtroppo, in questo senso Verona rientra in quel 10% (cioè 7 Atenei i- taliani) in cui si è preferito avvantaggiarsi di una struttura esistente piuttosto che crearne una nuova per le questioni relative alla Teledidattica. 5.3 L adozione degli strumenti e i fattori di criticità nell Ateneo veronese Come già riportato, il motivo primario per l adozione degli strumenti on-line era quello di replicare remotamente e in tempo reale lezioni di alcuni corsi di laurea. Secondariamente, si erano privilegiate considerazioni relative all abbattimento dei costi di missione negli spostamenti dei gruppi di ricerca: costi che si riducono a zero con l uso di strumenti on-line (e di scambio dati interattivo con il T.120). Non vi sono ufficialmente altre motivazioni a parte, ovviamente, gli importanti filoni di ricerca relativi allo studio dell impatto pedagogico/organizzativo di questi nuovi strumenti. Sicuramente quindi l Ateneo veronese rientra tra quelli ove appaiono necessarie la flessibilità (66%), o le esigenze organizzative (38%). Altro scenario, invece, per quel che riguarda i fattori di criticità: considerato lo scarso utilizzo attuale dell on-line, essi devono essere profondamente radicati. Alle caratteristiche riportate nell analoga sezione del panorama generale italiano, si aggiungono le seguenti: > l on-line è una discontinuità nel principio dell evoluzione normale del sistema informatico. Infatti, gli informatici sono stati convinti a far evolvere naturalmente il sistema informativo/co al fine di prevedere l esistenza anche di nuovi servizi on-line. L on-line, invece, rappresenta una discontinuità forte, per il fatto che forza cam- 164

19 Le forme minime dell esperienza percettiva biamenti radicati in un settore considerato non informatico quale è appunto la didattica. > La disillusione dei richiedenti: gli strumenti adottati sono allo stato dell arte, sofisticati, operanti con standard aperti eppure sono apparsi limitati agli stessi richiedenti, una volta che si sono visti in opera. Tra le ragioni, si rileva senz altro quello della distribuzione dei contenuti visivi medici (non ancora paragonabile a quella di una slide ad alta definizione proiettata in classe), le problematiche di sincronismo tra il parlato e le immagini, le problematiche di controllo delle presenze fisiche, per citarne alcune. > La ristrettezza dei vincoli temporali e di budget: la richiesta prevedeva entro pochi mesi di adottare strumenti di videoconferenza senza incidere sui vincoli di bilancio. Questa è una caratteristica onnipresente nei progetti informatici: pochi riconoscono l esigenza di una progettualità standard in cui si identifichino esattamente tramite un processo più o meno complesso i richiedenti, gli stakeholders, il time plan, il budget, le risorse, eccetera. > L induzione d uso: è stata considerata una induzione d uso nel senso che si è data per implicita l adozione a livello di Ateneo di uno strumento nato per una Facoltà. Questo rientra senz altro nell assenza (per i vincoli citati) di progettualità. Le esigenze e le visioni delle Facoltà non sono tutte uguali; chi vive in questo ambiente lo conosce molto bene. > La frammentarietà esclusiva : cioè l esistenza di molti gruppi che hanno introdotto sistemi/strategie di e-learning con eredità che potrebbero essere molto pesanti da integrare ; ogni attore, infatti, potrebbe vedere il proprio strumento come quello essenziale per l e- Learning con probabili ricadute di non accettazione in caso di scelte diverse. 165

20 I.Bianchi, U. Savardi 6. Conclusioni Nel presente articolo è stata esaminata l esperienza informatica dell Università di Verona relativamente agli aspetti della Videoconferenza. Gli informatici hanno probabilmente sottovalutato la profonda influenza che questi nuovi servizi hanno sulle consuete attività di docenza. Ciò ha determinato che la fase progettuale fosse minimale, sufficiente per una evoluzione naturale dei servizi di un sistema informativo universitario, ma non sufficiente per il nuovo mondo dell e-learning. L impressione che i tecnici ne hanno derivato, comunque, è che questa consapevolezza non fosse presente nemmeno nei richiedenti, considerate le disillusioni derivanti dall uso del sistema. Attualmente il sistema è operativo e offre servizi a tutti colori che li richiedono, consentendo all Ateneo di Verona di partecipare con alto livello di interattività audio/video a videconferenze nazionali ed internazionali. Bibliografia Cuban, L. (1986). Teachers and Machines. New York: Teachers College Press. Cuban, L. (2001). Oversold and Undersused: computers in the classroom. Cambridge (Massachusetts): Hardward University Press. Jochems, R., van Merrienboer J., Koper, R. (Ed.) (2004). Integrated E-learning: implications for pedagogy, technology and organization. London: Routledge- Falmer. Liscia, R. (Ed.) (2004). E-learning Stato dell arte e prospettive di sviluppo. Milano: Apogeo. Maragliano, R. (Ed.) (2004). Pedagogie dell e-learning. Roma: Editori Laterza. Pistilli, R. (2002). Esame della architettura di rete per la fruizione dei Servizi di VideoConferenza Università di Verona S.I.A. Verona: Rapporto Interno. 166

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