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1 Consiglio Regionale della Lombardia Realizzazione degli studi e ricerche per le Commissioni consiliari: Studi per la predisposizione di documentazione sulla Lombardia e sulle politiche regionali Rapporto di materia Politiche Agricole IReR

2 Lo studio, affidato all'irer dal Consiglio regionale - IV Commissione "Attività produttive", è stato realizzato da un gruppo di lavoro del Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale dell'università degli Studi di Milano : Roberto Pretolani (Responsabile scientifico della ricerca), Dario Casati (Responsabile scientifico delle ricerche condotte per l'irer e la D.G. Agricoltura della Regione Lombardia), Alessandro Olper. Project leader IReR: Alberto Ceriani Milano, marzo 2005

3 Capitolo 1 La riflessione di sistema di 1.1. Ambito della ricerca I fattori che influenzeranno l'evoluzione dell'agricoltura europea e lombarda fin verso la fine del decennio sono ormai chiari e in gran parte definiti nelle loro forme e tempistiche. Tali fattori sono sostanzialmente riconducibili a tre: 1. il primo è l'allargamento dell'unione europea a 10 nuovi paesi membri, che formalmente è avvenuto il 1 maggio 2004, data di apertura di un lungo periodo di transizione con la progressiva estensione ai nuovi paesi di tutti gli obblighi comunitari e di tutte le forme di sostegno per i mercati agricoli e per lo sviluppo rurale, ma che già da qualche anno è iniziato con la riduzione delle barriere doganali e lo stanziamento di fondi di preadesione (programmi SAPARD); 2. il secondo fattore è l'approvazione nel giugno 2003 della riforma della PAC, che ha introdotto sostanziali novità nel livello e nelle modalità di erogazione dei fondi comunitari (disaccoppiamento degli aiuti, condizionalità degli stessi al rispetto delle norme, modulazione per potenziare le politiche di sviluppo rurale); 3. il terzo fattore è connesso alla evoluzione delle trattative multilaterali sul commercio in ambito WTO, nelle quali l'ue usa come strumento negoziale la riforma appena conclusa per le parti relative al sostegno interno ed alla riduzione dei sussidi all'esportazione e si è impegnata a difendere e tutelare le produzioni tipiche (tra la quali numerose prodotte anche in Lombardia). La riforma della PAC di medio termine coinvolge fortemente la Lombardia, poiché sono state approvate sostanziali modifiche per le OCM dei seminativi (cereali ed oleaginose), del riso, della carne bovina, del latte bovino, produzioni che rappresentano oltre il 50% del valore della produzione agricola regionale. Le ricerche svolte e in corso di svolgimento presso il Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agroalimentare e Ambientale consentono di delineare sia gli impatti di breve-medio periodo a livello di singoli settori o di tipologie aziendali, sia quelli di medio-lungo, relativi alla futura evoluzione dei mercati ed alla redditività delle imprese agricole. Il risultato di tali analisi è sia di tipo quantitativo (imprese coinvolte, variazioni previste dei redditi) sia di tipo qualitativo (analisi secondo la metodologia SWOT dei punti di forza e di debolezza del sistema agroalimentare lombardo nel suo complesso e per i

4 principali comparti produttivi e dei sistemi agricoli in ambito regionale) sia, infine, di suggerimenti di linee di policy e di individuazione di proposte e modalità di intervento. La Regione è molto più coinvolta, rispetto al passato, nell'applicazione delle misure di sostegno ai produttori ed appare fondamentale che il processo amministrativo venga svolto e guidato stabilendo criteri di trasparenza ed equità ed operando nella logica della sussidiarietà, sia di tipo verticale (con il coinvolgimento delle Province e delle Comunità Montane cui sono state trasferite o delegate competenze in materia con la LR 11/1998) sia di tipo orizzontale (con il coinvolgimento delle organizzazioni dei produttori agricoli) Obiettivi e metodologia della ricerca In particolare ci si propone di fornire risposte ad una serie di interrogativi/obiettivi: 1) quali saranno le dinamiche dei prezzi di mercato e dei costi di produzione, alla luce delle modificazione delle OCM; 2) individuare la dinamica strutturale futura delle imprese agricole lombarde, a partire dai recenti dati censuari e le tipologie aziendali maggiormente in grado di competere nei nuovi scenari, per verificare gli interventi in atto e quelli ipotizzabili a sostegno della ristrutturazione delle imprese; 3) quali saranno gli impatti dell'allargamento dell'unione europea sulla localizzazione produttiva e sui flussi di import-export con i nuovi stati membri; 4) valutare le strategie di valorizzazione dei prodotti, in particolare quelle previste dalla riforma PAC, e la convenienza dei diversi sistemi agricoli territoriali regionali a riorientare le produzioni in atto; 5) verificare la rispondenza delle associazioni e degli organismi di prodotto alle nuove esigenze di evoluzione dei mercati; 6) valutare la convenienza e la necessità della creazione di uno o più distretti agroalimentari in ambito regionale.

5 Capitolo 2 Caratteristiche della realtà lombarda di Roberto Pretolani 2.1. Il sistema agroalimentare lombardo Il sistema agroalimentare della regione Lombardia è il principale a livello nazionale ed uno dei più importanti a livello europeo. Il valore della produzione agroindustriale 1 si aggira attorno agli 11 miliardi di euro, con una quota superiore al 15% del totale italiano. Tale valore è pari al 4% del PIL regionale, ma la quota sale al 14% se calcolata al netto dei servizi. Le attività di produzione agricola e di trasformazione alimentare si svolgono in strutture produttive, coinvolgendo circa lavoratori, di cui quasi stabilmente occupati (3,7% delle forze di lavoro lombarde). Per giungere ad una stima più completa del peso del sistema agroalimentare sarebbe necessario aggiungere ai dati sopra ricordati quelli economici e quantitativi delle attività di commercializzazione e dei servizi al sistema, che tuttavia non sono agevolmente determinabili 2. Volendo offrire un quadro di sintesi delle diverse componenti del sistema agroalimentare lombardo, che sono analiticamente e distintamente descritte nei successivi paragrafi, si è scelto di riunire in tabelle omogenee i dati disponibili provenienti da diverse fonti. Tali elementi spesso non sono sommabili, ma nel loro insieme consentono di dare un'idea della complessità del sistema e del peso che la Lombardia ha sul totale nazionale. I gruppi di variabili presi in considerazione sono due, uno di tipo strutturale e l'altro di tipo economico. Tra le caratteristiche strutturali si considerano il numero di imprese e l'occupazione, mentre i dati economici riguardano il valore aggiunto agricolo e dell'industria alimentare, i flussi commerciali e il valore dei consumi agroalimentari. Considerando le caratteristiche strutturali (tab. 2.1) emerge anzitutto, secondo i risultati del V Censimento generale dell'agricoltura, che in Lombardia opera un numero relativamente ridotto di aziende agricole (74.500, pari al 2,9% del totale nazionale) ma con dimensioni notevolmente superiori a quelle della media italiana 1 Calcolato sommando il valore della produzione agricola ai prezzi di base e il valore aggiunto dell'industria alimentare. 2 Nonostante il termine sistema agroalimentare sia entrato ormai da tempo nel linguaggio comune le misure quantitative ed economiche del sistema a livello aggregato non sono diffuse e generalmente imprecise. Ciò è dovuto alle difficoltà, da un lato, di definire con precisione i confini del sistema stesso rispetto agli altri settori dell'economia e, dall'altro, di individuare tutte le relazioni economiche che vi sono tra i diversi aggregati che compongono il sistema. Se già è arduo giungere ad una precisa quantificazione a livello nazionale, ancor più difficile si presenta la quantificazione del sistema agroalimentare a livello regionale, poiché non sono noti i flussi di prodotti, grezzi e trasformati, tra le diverse regioni.

6 (circa 2,5 volte in termini di superficie). Considerando, invece, le sole aziende agricole iscritte al registro delle imprese presso le CCIAA si vede che il numero assoluto è più contenuto rispetto a quello delle aziende censite, ma pari al 6% circa del dato italiano. Pertanto, la maggior parte delle aziende agricole lombarde presenta caratteristiche di professionalità. Analoga osservazione emerge considerando le variabili relative alla manodopera, anche in questo caso desunte da diverse fonti: secondo i risultati del V Censimento, l'attività agricola coinvolge un rilevante numero di persone, a livello sia nazionale (5,7 milioni) sia regionale (158 mila); tuttavia la maggior parte di esse opera part-time in agricoltura: considerando, infatti, il numero di occupati rilevato con le indagini Istat, e paragonando i dati con i precedenti, si può calcolare che a livello nazionale solo il 20% dei lavoratori agricoli è occupato stabilmente nel settore, mentre in Lombardia tale rapporto sale ad oltre il 40%. L'attività agricola in Lombardia presenta, quindi, caratteristiche di maggiore professionalità, ed il volume di lavoro svolto (misurabile tramite le unità di lavoro) è superiore all'8% del totale nazionale, in linea con la percentuale della superficie agricola della regione. Tab Caratteristiche strutturali del sistema agroalimentare lombardo e italiano Unità misura Lombardia Italia Lombardia/ (fonte) Italia 2001 Numero aziende agricole numero (a) ,9% Imprese agricole iscritte registro CCIAA numero (d) ,9% Superficie agraria totale.000 (a) ,1% Superficie agricola utilizzata.000 (a) ,8% Lavoratori nelle aziende agricole.000 (a) 158, ,8% Occupati agricoltura, silvicoltura, pesca.000 (b) 64, ,7% Unità di lavoro agricoltura, silvicoltura, pesca.000 (b) 112, ,4% Numero imprese alimentari numero (c) ,1% - di cui artigiane numero (c) ,6% Unità locali imprese alimentari numero (c) ,1% Addetti industrie alimentari.000 (c) 80,5 446,8 18,0% - di cui artigiane.000 (c) 19,7 164,2 12,0% Addetti alle unità locali.000 (c) 71,2 451,6 15,8% Occupati industria alimentare.000 (b) ,7% Unità di lavoro industria alimentare.000 (b) ,7% Unità locali attività connesse (1) numero (c) ,8% Addetti UL attività connesse (1).000 (c) 9,2 118,6 7,7% (1) Attività dei servizi connesse all'agricoltura e zootecnia non rientranti nel campo di osservazione del censimento dell'agricoltura; caccia e cattura di animali per allevamento e ripopolamento di selvaggina e servizi connessi; aziende di utilizzazione di foreste e di boschi, consorzi di forestazione e rimboschimento; pesca, piscicoltura e servizi connessi Fonti: elaborazioni DEPAAA su dati: (a) ISTAT, V Censimento Generale dell'agricoltura; (b) Istat e Regione Lombardia; (c) VIII Censimento dell'industria e Servizi; (d) Infocamere Il panorama delle imprese alimentari vede un rilevante peso della Lombardia sul dato nazionale (circa l'11%) e ancora superiore è l'incidenza in termini di occupati nelle unità locali operanti nella regione (quasi il 16%). Sottraendo al dato complessivo quello delle unità artigianali si osserva, inoltre, come in Lombardia

7 vi sia una rilevante presenza di medie e grandi imprese alimentari (21% in termini di numero di addetti sul totale italiano). Confrontando i dati dell occupazione in agricoltura e nell'industria alimentare si osserva, quale elemento caratterizzante il sistema agroalimentare lombardo, come il numero di occupati nell'industria alimentare risulti superiore rispetto a quelli in agricoltura; tale situazione è legata sia al tipo di produzioni agricole lombarde, per la maggior parte destinate alla trasformazione, sia alla diffusa attività di trasformazione di materie prime provenienti dall'estero e da altre regioni italiane. D altra parte, va rilevato anche come, prendendo in considerazione i dati relativi alle unità di lavoro, il rapporto anzidetto si rovesci, a motivo della diffusa presenza di lavoratori part-time in agricoltura, permanendo comunque nettamente inferiore rispetto al dato nazionale. Nel contesto del sistema vanno considerati anche gli occupati nelle attività connesse all'agricoltura, alla forestazione ed alla pesca, rilevati in occasione del Censimento dell'industria e dei servizi Le oltre imprese classificate in questo gruppo danno occupazione in regione ad oltre persone. A queste imprese andrebbero sommate quelle operanti nei settori di produzione dei mezzi tecnici per l'agricoltura e nel campo dei servizi diretti ed indiretti, ma tale dato, al pari di quello dei relativi occupati, non può essere individuato agevolmente dalle informazioni rilevate con il censimento. In termini economici la dimensione del sistema agroalimentare è, almeno in parte, misurabile più agevolmente, anche se in modo sempre parziale (tab. 2.2). Il valore della produzione agricola realizzata in Lombardia contribuisce per una quota compresa tra il 13 e il 14% al totale nazionale; la prevalenza di produzioni zootecniche nella regione comporta una quota di consumi intermedi per l'acquisto di materie prime pari al 16%: di conseguenza il peso regionale in termini di valore aggiunto ai prezzi di base si aggira attorno al 12%. Notevolmente superiore è il peso del valore aggiunto dell'industria alimentare lombarda, che supera il 19% del totale italiano. Grazie al maggior peso dell'industria, il contributo regionale alla produzione agroindustriale nazionale risulta così oltrepassare il 15%. Analizzando il contributo economico dei tre settori alla formazione del valore della produzione agroindustriale, si osserva che a livello nazionale predomina il VA agricolo (45% nel 2001) rispetto al VA dell'industria alimentare (33%) ed ai consumi intermedi (22%), mentre a livello regionale il VA dell'industria alimentare è pari al 41% e il VA agricolo contribuisce per il 36%. Il rapporto tra VA industriale e VA agricolo in Lombardia è, dunque, nettamente superiore all unità, situazione riscontrabile in tutti i sistemi agroalimentari più avanzati. Tale dato non significa solamente che i prodotti agricoli lombardi vengono maggiormente valorizzati attraverso la trasformazione, fenomeno comunque noto e connesso alle produzioni tipiche della regione, ma anche che l'industria alimentare lombarda trasforma una quota rilevante di beni agricoli provenienti dall'estero (la relativa quota sull'import nazionale supera il 18%) e da altre regioni italiane (per i quali non esistono stime attendibili). Considerando gli scambi con l'estero dei prodotti agroalimentari, suddivisi tra prodotti agricoli e prodotti alimentari, si vede come vi sia una forte propensione

8 della regione ad importare (circa il 23,5% delle importazioni italiane sono dirette in Lombardia), mentre la propensione all'esportazione si avvicina al dato medio nazionale; tuttavia, anche in questo caso, mentre risultano relativamente scarse le esportazioni di prodotti agricoli (7,5% del totale italiano), l'export di prodotti alimentari raggiunge il 18% circa del dato nazionale. Il valore dei consumi apparenti agroalimentari a livello regionale si avvicina a 14 miliardi di euro, pari al 18,2% del totale nazionale. Tenendo conto che la popolazione lombarda rappresenta il 15,8% di quella italiana, si comprende come il dato regionale dei consumi apparenti agroalimentari sia certamente superiore a quelli reali e che dalla Lombardia si originano importanti flussi di prodotti alimentari verso altre regioni o meglio, che i flussi in uscita sono superiori a quelli in entrata. Tab Principali dati economici del sistema agro-alimentare lombardo e italiano (milioni di euro) Lombardia 2001 Italia 2001 Lombardia/ Italia 2001 Valore produzione agricola (PPB) ,6% - Consumi intermedi ,2% Valore aggiunto ai PB agricoltura ,3% Valore aggiunto ai PB industrie alimentari ,2% Totale produzione agroindustriale (1) ,4% Importazioni agroalimentari ,4% - prodotti agricoli ,8% - prodotti alimentari ,9% Esportazioni agroalimentari ,4% - prodotti agricoli ,2% - prodotti alimentari ,8% Consumi apparenti agroalimentari (2) ,2% Grado di autoapprovvigionamento (prod/consumi) 76,3% 89,8% Propensione a importare (import/consumi) 43,8% 34,0% Propensione a esportare (export/produzione) 26,4% 26,5% Consumi alimentari e bevande non alcoliche (3) ,7% Consumi bevande alcoliche e tabacchi (3) ,5% Consumi alimentari, bevande e tabacchi (3) ,9% Consumi alimentari pro capite (3) (1) Valore produzione agricola + VA industrie alimentari (2) Produzione agroindustriale + Import - export (3) Consumi delle famiglie escluso ristorazione Fonte: elaborazioni DEPAAA su Istat e Banca d'italia D altra parte, la maggiore percentuale di consumi rispetto a quella della popolazione può essere spiegata anche in relazione al reddito della popolazione lombarda, mediamente superiore rispetto al dato nazionale, cui consegue una maggiore propensione all'acquisto di beni di qualità o con più alto tasso di incorporazione di servizi rispetto alla media italiana. Tale considerazione trova,

9 per altro, riscontro nei dati sui consumi derivanti dalla contabilità nazionale, che indicano un valore assoluto della spesa alimentare regionale superiore a 21 miliardi di euro nel 2001, pari al 16,9% del dato nazionale, e una spesa alimentare pro capite annua superiore del 7% al dato medio italiano. L'analisi dei dati mette quindi in luce la presenza nella regione di un sistema agroalimentare avanzato, fortemente interconnesso con i sistemi delle altre regioni italiane ed europee e, al suo interno, tra i diversi segmenti che lo compongono. Un sistema che deve rispondere alle necessità di un consumatore con un'elevata capacità di spesa e in grado di orientare, attraverso il forte potere contrattuale della grande distribuzione, la domanda di prodotti agricoli e alimentari caratterizzati da attributi di qualità e sicurezza. Le politiche agroalimentari ai diversi livelli devono rispondere dunque alle esigenze di un sistema estremamente dinamico ed avanzato e guidarlo negli interessi delle imprese e della collettività Le caratteristiche strutturali delle imprese agricole L'agricoltura lombarda ha subito nel corso degli anni '90 una profonda ristrutturazione, apprezzabile anzitutto dall'osservazione delle caratteristiche aziendali rilevate in occasione dei censimenti generali dell'agricoltura. Nella tab. 2.3 vengono posti a confronto alcuni dati generali desunti dai tre ultimi censimenti dell'agricoltura (1982, 1990 e 2000). La variazione assoluta del numero di aziende agricole nell'ultimo decennio è stata rilevante, percentualmente superiore a quella delle altre regioni. Il confronto tra i tassi annui medi di variazione (TAV%) calcolati per i due periodi intercensuari mostra nell'ultimo decennio una contrazione del numero di aziende lombarde pari al -5,6% annuo, a fronte del -2,6% nel periodo precedente. Le riduzione delle superfici agricole, e in particolare della SAU, è invece proseguita nei due periodi a ritmi paragonabili (-0,6% annuo). Di conseguenza è aumentata la superficie media aziendale, che presenta valori circa doppi rispetto a 20 anni or sono e nettamente superiori alla media italiana. Parallelamente al calo delle aziende è proseguita la contrazione della manodopera, in termini sia di numero di lavoratori sia di giornate di lavoro. Pur non essendosi manifestati fenomeni di estensivazione produttiva, il numero di giornate per ettaro ha subito un consistente calo (quasi il 20% nel decennio), mentre l'incremento delle giornate medie per lavoratore segnala una maggiore presenza di operatori professionali. La riduzione degli allevamenti (tab. 2.4) è stata ancora più evidente rispetto a quella del numero di aziende, segnalando un progressiva concentrazione e specializzazione di questa attività, fondamentale per l'agricoltura regionale. Mentre prosegue la contrazione degli allevamenti e dei capi bovini, per i capi suini vi è stato un rilevante incremento. Le dimensioni medie degli allevamenti superstiti, superiori di gran lunga al dato medio nazionale ed anche a quello

10 comunitario, testimoniano la progressiva specializzazione delle attività zootecniche nella regione. Tab Dinamica delle caratteristiche strutturali delle aziende agricole lombarde Var. % 2000/1990 TAV 2000/90 TAV 1990/82 Numero aziende (.000) ,6% -5,6% -2,6% Superficie (.000 ha) ,6% -1,1% -0,7% SAU (.000 ha) ,2% -0,6% -0,6% - Seminativi (.000 ha) ,9% -0,5% 0,0% - Legnose (.000 ha) ,1% -1,3% -1,9% - Foraggere (.000 ha) ,2% -1,3% -1,9% Superficie media (ha) 10,51 12,17 19,03 56,4% 4,6% 1,8% SAU media (ha) 7,69 8,74 14,37 64,4% 5,1% 1,6% Numero di lavoratori (.000) ,9% -5,6% -1,9% Giornate di lavoro (milioni) 42,2 32,6 22,7-30,3% -3,6% -3,2% Lavoratori per azienda 2,0 2,1 2,1-0,5% 0,0% 0,7% Giornate / lavoratore 128,1 115,7 143,6 24,1% 2,2% -1,3% Giornate / ettaro 24,9 20,4 15,9-22,1% -2,5% -2,5% Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati ISTAT, Censimenti generali dell'agricoltura Tab Dinamica delle caratteristiche degli allevamenti lombardi Var. % 2000/1990 TAV 2000/90 TAV 1990/82 Allevamenti totali (.000) 102,2 72,2 33,8-53,2% -7,3% -4,3% Allevamenti bovini (.000) 49,8 34,9 19,7-43,5% -5,6% -4,3% Allevamenti suini (.000) 28,1 15,9 7,5-52,9% -7,2% -6,9% % Allevamenti / aziende 63% 55% 45% % Allev.bovini / aziende 31% 26% 26% Capi bovini (.000) ,9% -2,0% -0,8% Capi suini (.000) ,3% 2,8% 0,6% Bovini / allevamento 41,8 56,1 81,6 45,3% 3,8% 3,8% Suini / allevamento 97,9 181,3 508,8 180,6% 10,9% 8,0% Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati ISTAT, Censimenti generali dell'agricoltura L'aumento delle dimensioni medie delle aziende è dovuto prevalentemente alla scomparsa delle unità piccole (<5 ha) e medio-piccole (5-20 ha). Negli anni '90 si è assistito anche ad un lieve calo delle aziende medio-grandi (20-50 ha) ed a una rilevante crescita numerica e di superficie delle unità di grandi dimensioni (>50 ha); queste ultime nel 2000 rappresentavano solo il 6% delle aziende totali, concentrando però oltre il 50% della SAU. E' indubbio che il fenomeno della riduzione del numero di unità produttive sia destinato a proseguire nei prossimi anni. Per cogliere alcune indicazioni sull'intensità di tale fenomeno si possono utilizzare i dati congiunturali relativi al numero di imprese agricole attive iscritte ai registri delle Camere di Commercio lombarde. L'iscrizione per le imprese che commercializzano la loro produzione è divenuta obbligatoria nel 1996 e, a partire dal 1997, si può disporre di una serie di

11 dati omogenei e tempestivamente aggiornati. Mentre a livello nazionale solo il 40% circa delle aziende censite è iscritta al registro delle imprese, a livello lombardo tale fenomeno coinvolge oltre l'80% delle aziende censite nell'anno L'analisi dei dati diffusi da Unioncamere consente, pertanto, di ottenere indicazioni tempestive ed aggiornate sulle dinamiche complessive delle aziende operanti in regione. I dati della serie temporale , riportati nella tab. 2.5, mostrano un calo delle imprese agricole lombarde nel 2003 del 3,8% rispetto al Tale calo è nettamente inferiore a quello del triennio precedente ed anche a quello nazionale dell'ultimo periodo. In termini assoluti ogni anno si assiste alla chiusura di circa 700 imprese; ammettendo che la dinamica prosegua con la stessa intensità, si può ipotizzare che nella seconda metà del decennio il numero di imprese lombarde si riduca, quindi, a circa unità. I dati riportati nella tabella con dettaglio provinciale mostrano anche la presenza di dinamiche differenziate in ambito regionale. Mentre nelle province nord occidentali (Varese, Como, Lecco, Milano) le imprese iscritte aumentano, in quelle a maggiore vocazione agricola della parte meridionale ed orientale della regione il calo prosegue ancora a ritmi elevati, sia pure inferiori a quelli della fine degli anni '90. Le differenti dinamiche tra aree sono in parte influenzate dalla iscrizione nel registro anche di imprese affini a quelle agricole, quali quelle di manutenzione del verde ornamentale, particolarmente diffuse nell'area nord-occidentale ma appaiono comunque significative di tendenze contrastanti. Tab Imprese agricole attive iscritte al registro delle CCIAA Var % Var % 2000/ /00 Varese ,0% 6,0% Como ,7% 6,9% Lecco ,3% 3,9% Sondrio ,9% -10,2% Milano ,8% 1,4% Bergamo ,8% 0,1% Brescia ,9% -2,7% Pavia ,3% -7,3% Lodi ,4% -2,6% Cremona ,1% -5,8% Mantova ,7% -8,0% Lombardia ,0% -3,8% Italia ,2% -6,9% Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati Unioncamere 2.3. L'utilizzo del territorio Nel corso degli anni '90 alla forte riduzione del numero di aziende agricole si è accompagnata una rilevante contrazione delle superfici comprese nel loro perimetro. A livello regionale la Superficie agraria e forestale (SAF) si è ridotta in

12 dieci anni di ettari, pari al 12% e, contemporaneamente, la quota della SAF sulla Superficie territoriale (ST) regionale è scesa dal 67,5% del 1990 al 59,5% del La riduzione ha coinvolto in maggiore misura le superfici forestali (93 mila ettari, pari al -28%) e in secondo luogo la superficie agricola utilizzata (SAU), scesa di 68 mila ettari e del 6%. Tale dinamica deriva in parte anche dal cambiamento delle modalità di rilevazione, che hanno portato ad escludere dal censimento alcune attività forestali pubbliche ) Calcolando i tassi medi annui di variazione (TAV%) a livello aggregato regionale, la SAU si contrae dello 0,64% ogni anno, mentre la SAF dell'1,24% medio annuo. Paragonando i TAV% per le diverse zone altimetriche, si osserva che in pianura le riduzioni della SAF e della SAU sono notevolmente inferiori ai dati medi (rispettivamente -0,46% e -0,36%) e sono quasi "fisiologiche", mentre in collina e in montagna l'abbandono delle superfici agricole è molto forte (la SAF cala ogni anno del -1,67% in collina e del -2,33% in montagna). La frazione di territorio "governato" dalle aziende agricole, rappresentata nella fig.2.1, si è ridotta in 10 anni dal 67% al 60% e la SAU è passata dal 47% al 44% del territorio regionale. La riduzione maggiore è avvenuta nelle fasce altimetriche già connotate nel 1990 da percentuali inferiori alla media: la SAF è passata dal 50% al 42% in collina e dal 62% al 49% in montagna. Tali dinamiche rendono necessario interrogarsi sul ruolo delle imprese agricole nel governo del territorio e sulla necessità di sviluppare nuove forme di integrazione tra attività agroforestali e tutela del territorio stesso. Figura 2.1- Composizione percentuale dell'utilizzo della superficie territoriale e 2000 % sulla superficie territoriale 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% Superficie non agricola SAF Non utilizzata SAF Boschi e arboricoltura SAU Prati permanenti SAU Legnose agrarie SAU Seminativi 0% LOMBARDIA MONTAGNA COLLINA PIANURA Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati ISTAT, IV e V Censimento generale dell'agricoltura La dinamica dell'utilizzo della SAU (tab. 2.6) nell'ultimo decennio evidenzia una contrazione relativa degli utilizzi maggiore per le coltivazioni legnose agrarie e le foraggere permanenti, mentre i seminativi si riducono in misura inferiore.

13 Nell'ambito di questi ultimi si è assistito ad una sostituzione delle colture industriali e delle foraggere avvicendate con i cereali. All'interno di quest'ultimo gruppo di colture, vi è stata una sostituzione tra cereali autunno-vernini (frumento, orzo, ecc.) con il granoturco e, in misura minore, con il riso. Queste modifiche sono attribuibili principalmente agli effetti della riforma della PAC del 1992, che ha alterato la convenienza relativa delle colture. L'applicazione di Agenda 2000 e, ancor più, il passaggio al sostegno disaccoppiato dal 2005, stanno tuttavia modificando ulteriormente tale quadro, con un parziale riequilibrio tra destinazioni dei terreni a seminativo. Tab Confronto dell'utilizzo delle superficie agricola utilizzata in Lombardia (.000 ettari) TAV % % 1990 su SAU % 2000 su SAU SEMINATIVI 759,4 731,3-0,38% 69% 70% Cereali 446,2 444,5-0,04% 40% 43% Frumento in complesso 58,0 43,1-2,93% 5% 4% Orzo 75,6 19,1-12,83% 7% 2% Granoturco 219,8 286,0 2,67% 20% 28% Riso 85,6 89,1 0,40% 8% 9% Barbabietola da zucchero 23,8 21,9-0,85% 2% 2% Piante industriali 62,7 50,2-2,19% 6% 5% Legumi secchi, patata e ortaggi 13,5 15,6 1,43% 1% 1% Foraggere avvicendate 207,6 155,9-2,82% 19% 15% COLTIVAZIONI LEGNOSE AGRARIE 36,7 32,5-1,22% 3% 3% Vite 25,9 22,1-1,60% 2% 2% Olivo 1,4 1,3-0,15% 0% 0% Fruttiferi 7,4 5,6-2,72% 1% 1% Vivai 1,7 3,1 6,46% 0% 0% PRATI PERMANENTI E PASCOLI 308,2 276,0-1,10% 28% 27% SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA 1.104, ,8-0,60% 100% Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati ISTAT, IV e V Censimento generale dell'agricoltura 100% 2.4. Il valore della produzione e il valore aggiunto Per comprendere i mutamenti intervenuti nell agricoltura lombarda e poter indirizzare quelli futuri appare utile considerare la dinamica delle quantità e dei prezzi dei prodotti agricoli lombardi, nel confronto con quelli nazionali. Tale analisi può essere svolta, per l ultimo quarto di secolo, a partire dai dati forniti da ISTAT in serie storica dal 1980 al 2003 relativi al Valore della Produzione ai Prezzi di Base (PPB) ed al valore aggiunto ai prezzi di base. Le elaborazioni e le analisi su questi dati consentono, infatti, di comprendere i punti di forza e di debolezza del sistema agricolo regionale. A tale scopo sono stati posti a confronto i dati medi di tre trienni, sia a prezzi correnti e che in euro costanti a prezzi 1995: i tre trienni sono il , il ed il ; è stato volutamente escluso dal paragone il dato del 2003, peraltro ancora provvisorio, poiché l andamento climatico anomalo dell annata ha fortemente

14 ridotto le produzioni e portato ad un incremento altrettanto anomalo dei prezzi, ed entrambi questi elementi potrebbero condurre a risultati fuorvianti. La dinamica del valore aggregato della produzione agricola lombarda ai prezzi di base (PPB) è riportata nella tab. 2.7, mentre per i dati analitici si rimanda alle tab. A.2.1 e A.2.2 riportate in appendice al presente capitolo). I dati, a valori correnti e a prezzi 1995, sono paragonati come medie triennali, per ridurre la presenza di dati anomali. A prezzi correnti la PPB è aumentata da 2,77 miliardi di euro del triennio a quasi 6 miliardi del triennio (+116%), mentre a prezzi 1995 l'incremento è stato del 20%. Grazie al minore incremento dei consumi intermedi a prezzi correnti, ed al calo a prezzi 1995, il Valore aggiunto ai prezzi di base (VA) è cresciuto del 232% a prezzi correnti e del 67% in termini reali. A prezzi correnti l incidenza della PPB lombarda su quella nazionale è passata dal 12,8% del al 13,6% del , per attestarsi al 13,7% nel triennio Grazie alla contemporanea discesa dell incidenza dei consumi intermedi, la frazione di Valore aggiunto ottenuta in Lombardia è passata dall 8,8% dei primi anni 80 al 12,5% dei primi anni duemila. Ancora più vistoso è stato l incremento del peso dell agricoltura lombarda a prezzi costanti (quindi in quantità): per la PPB la quota sul totale nazionale è passata dal 12,0% al 14,1%, mentre per il VA dall 8,6% al 12,8%. Tab Dinamica della produzione e del valore aggiunto dell'agricoltura lombarda (milioni di euro) Prezzi correnti (milioni euro) Prezzi costanti 1995 (milioni euro) Categoria Produzione ai prezzi di base Consumi intermedi Valore aggiunto ai prezzi di base % produzione su Italia 12,8% 13,6% 13,7% 12,0% 13,3% 14,1% % Consumi intermedi su Italia 18,3% 18,1% 16,1% 17,7% 17,5% 16,7% % Valore aggiunto su Italia 8,8% 10,9% 12,5% 8,6% 10,9% 12,8% Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati ISTAT Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati ISTAT La lettura dei dati annuali riportati nella fig. 2.2, evidenzia un netto incremento della PPB a prezzi correnti fino al 1996, un tendenziale calo fino al 2000, seguito da un nuovo incremento nell ultimo triennio. A prezzi costanti, invece, l incremento appare abbastanza lineare, anche se la crescita appare inferiore nel corso degli anni 90 rispetto al decennio precedente. Il contributo della Lombardia alla PPB ed al VA nazionale (fig. 2.3) è cresciuto in misura significativa, sia a valori correnti sia, soprattutto, a prezzi 1995.

15 Figura 2.2 Dinamica della PPB e del VA dell'agricoltura lombarda Milioni di euro PPB prezzi correnti PPB prezzi 1995 VAPB prezzi correnti VAPB prezzi 1995 Figura 2.3 Peso dell'agricoltura lombarda sul totale nazionale 16,0% 15,0% % Lombardia/Italia 14,0% 13,0% 12,0% 11,0% 10,0% 9,0% 8,0% 7,0% PPB prezzi correnti PPB prezzi 1995 VAPB prezzi correnti VAPB prezzi 1995 La chiave di lettura di queste differenti dinamiche è data dal paragone tra le variazioni delle quantità e dei prezzi lombardi e nazionali, riportato nella tab. 2.8 a livello aggregato e in appendice (tab. A.2.3, A.2.4, A.2.5) in termini analitici. Nel ventennio tra il ed il la PPB lombarda a prezzi correnti è cresciuta del 116,5%, a fronte del 102% in media nazionale e del 100% delle altre regioni. Grazie alla variazione più contenuta dei consumi intermedi (41% in

16 Lombardia contro il 65% delle altre regioni), il Valore aggiunto corrente lombardo è aumentato del 232% a fronte del 123% delle altre regioni. Tab Variazioni percentuali dei prezzi e delle quantità nell'agricoltura lombarda e italiana tra il ed il tra il ed il Italia Lombardia Altre regioni Italia Lombardia Altre regioni Variazione Produzione ai PB 102,0% 116,5% 99,9% 21,3% 22,7% 21,0% Variazione Consumi intermedi 60,4% 41,3% 64,7% 10,5% -1,8% 13,3% Variazione Valore aggiunto 132,7% 232,2% 123,1% 27,5% 46,7% 25,2% Variazione Quantità PPB 2,6% 20,3% 0,1% 3,2% 8,8% 2,3% Variazione Quantità Consumi intermed -11,8% -16,9% -10,7% -10,5% -14,8% -9,6% Variazione Prezzi PPB 97,0% 80,0% 99,6% 17,5% 12,8% 18,3% Variazione Prezzi Consumi intermedi 81,9% 70,1% 84,4% 23,5% 15,3% 25,3% Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati ISTAT Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati ISTAT Tale dinamica appare la risultante di due variazioni di segno opposto: mentre la PPB lombarda in quantità è cresciuta in venti anni del 20,3%, quella delle altre regioni è rimasta stabile (+0,1%). Al contrario, i prezzo dei prodotti lombardi sono cresciuti di quasi 20 punti percentuali in meno rispetto a quelli delle altre regioni (80% contro 99,6%). E degno di nota, inoltre, che l incremento di quantità prodotta è avvenuto con una contrazione del 16,9% dei consumi intermedi, dato superiore al 10,7% delle altre regioni, ed anche che i prezzi dei fattori di produzione sono aumentati significativamente meno in Lombardia rispetto alle altre aree del paese. Analoghe differenze si possono riscontrare limitando il confronto all ultimo decennio, i cui dati confermano una maggiore crescita delle quantità lombarde con un incremento dei prezzi più contenuto. L apertura della forbice tra la variazione della PPB e del VA lombardo e di quelli medi italiani è visivamente evidente trasformando i dati in indice, ponendo pari a 100 la media triennale di quantità e prezzi. Sia a valori correnti (fig 2.4) che a prezzi 1995 (fig. 2.5) si vede come gli indici divergano notevolmente. Mentre le quantità di beni agricoli a livello nazionale sono sostanzialmente costanti, in Lombardia vi è un trend di crescita; viceversa vi è una progressiva apertura della forbice tra i prezzi dei prodotti agricoli nazionali e lombardi, a scapito di questi ultimi. Tali differenze dipendono certamente dal tipo di produzioni prevalenti in Lombardia (essenzialmente seminativi Pac e prodotti zootecnici), i cui prezzi sono fortemente influenzati dal sostegno della Pac, e quelle italiane, caratterizzate da un maggiore peso delle produzioni ortofrutticole, della vite e dell'olivo, meno regolamentate in sede comunitaria.

17 Figura Indici della PPB e del VA a prezzi correnti dell'agricoltura lombarda e italiana = Numeri indice PPB prezzi correnti Lombardia PPB prezzi correnti Italia Figura VAPB prezzi correnti Lombardia VAPB prezzi correnti Italia 180 Indici della PPB e del VA a prezzi 1995 dell'agricoltura lombarda e italiana = Numeri indice PPB prezzi 1995 Lombardia PPB prezzi 1995 Italia VAPB prezzi 1995 Lombardia VAPB prezzi 1995 Italia Sembra, tuttavia, di cogliere dai dati anche un diverso modello di sviluppo dell'agricoltura lombarda, che ha perseguito un miglioramento dell'efficienza produttiva di beni assimilabile a commodities (almeno per la parte agricola), rispetto a quella nazionale, che ha puntato alla valorizzazione qualitativa dei beni tipici dell'agricoltura mediterranea, meno soggetti a trasformazione industriale.

18 L agricoltura lombarda conserva negli anni una netta prevalenza delle produzioni zootecniche, il cui peso tende ad aumentare (come si può vedere nella fig.2.6 e dai dati riportati nella tab.2.9) passando dal 57,5% dei primi anni 80 al 61,7% dei primi anni Nell ambito delle coltivazioni cala nettamente il peso delle foraggere, parzialmente compensato da un incremento delle colture erbacee e di quelle legnose. Figura 2.6 Distribuzione della PPB lombarda per categorie 100% Servizi annessi Altri zootecnici 80% Latte 60% 40% 20% Carni Legnose Foraggere Erbacee 0% Dai dati contenuti nella tab. 2.9 si può osservare che, salvo rare eccezioni, le produzioni lombarde di maggiore peso rispetto al corrispondente nazionale sono quelle i cui prezzi sono cresciuto meno rispetto al dato medio. La seconda osservazione deriva dal paragone tra la variazione dei prezzi lombardi e delle altre regioni intervenuta nel ventennio in esame. Per quasi tutte le categorie di prodotti la percentuale di incremento dei prezzi dei prodotti lombardi è superiore rispetto alla corrispondente delle altre regioni: tra le coltivazioni solo le industriali e i prodotti olivicoli registrano in Lombardia incrementi di prezzo inferiori a quelli delle altre regioni, eppure nel complesso i prezzi lombardi delle coltivazioni crescono dell 84%, contro il 104% delle altre regioni; la minore variazione dei prezzi del comparto zootecnico appare invece ascrivibile al minore aumento dei prezzi del latte e delle carni. Pertanto, la differenza di quasi venti punti percentuali nella variazione dei prezzi per il complesso delle produzioni non appare tanto determinata da una scarsa capacità commerciale o da una bassa qualità delle produzioni (che, anzi, appaiono per molti prodotti significativamente migliori) quanto dalle significative differenze tra il mix produttivo lombardo e quello delle altre regioni. Le produzioni agricole lombarde sono in gran parte di tipo continentale e le più stringenti regole delle OCM cereali, carni e latte, il passaggio dal sostegno al

19 prezzo a quello al reddito, la parzialità delle compensazioni, sono tutti fattori che hanno portato ad un minore incremento dei prezzi complessivi, compensata da un incremento produttivo e dal miglioramento dell efficienza nell impiego dei fattori. Tabella 2.9 Distribuzione percentuale della Produzione ai prezzi di base e variazione dei prezzi Lombardia % PPB Altre regioni Var prezzi Prodotti Lombardia Altre regioni Coltivazioni agricole 39,8% 38,0% 34,3% 65,9% 84,4% 104,3% Erbacee 18,4% 21,9% 22,3% 35,0% 81,0% 77,0% - Cereali 12,5% 12,8% 14,6% 11,6% 67,3% 42,0% - Legumi secchi 0,0% 0,0% 0,1% 0,1% 115,9% 82,8% - Patate e ortaggi 3,5% 3,6% 4,2% 16,0% 186,5% 124,2% - Industriali 1,0% 3,5% 1,8% 3,2% 48,8% 63,1% - Fiori e piante da vaso 1,3% 1,9% 1,7% 4,0% 61,5% 61,1% Foraggere 18,3% 12,4% 7,3% 4,1% 67,1% 65,7% Legnose 3,1% 3,7% 4,6% 26,8% 266,1% 165,4% - Prodotti vitivinicoli 1,8% 2,2% 2,3% 9,1% 413,7% 333,4% - Prodotti dell'olivicoltura 0,02% 0,03% 0,03% 5,9% 112,6% 159,2% - Agrumi 0,00% 0,00% 0,00% 2,7% - 60,2% - Frutta 0,7% 0,8% 0,7% 7,3% 118,2% 88,1% - Altre legnose 0,6% 0,7% 1,6% 1,8% 146,5% 139,8% Allevamenti 57,6% 58,6% 61,7% 28,5% 72,6% 80,1% Prodotti zootecnici alimentari 57,6% 58,6% 61,7% 28,4% 72,6% 80,2% - Carni 34,1% 32,4% 35,3% 18,6% 59,4% 71,8% - Latte 20,6% 23,5% 23,7% 7,8% 92,3% 106,7% - Uova 2,9% 2,6% 2,6% 2,0% 93,4% 71,3% - Miele 0,01% 0,03% 0,03% 0,04% 56,7% 54,1% Prodotti zootecnici non alimentari 0,01% 0,00% 0,00% 0,03% 67,4% 57,7% Servizi annessi 2,6% 3,4% 4,1% 5,7% 165,3% 166,1% Totale produzione 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 80,0% 99,6% - Consumi intermedi 60,6% 49,4% 39,6% 32,7% 70,1% 84,4% Valore aggiunto ai prezzi di base 39,4% 50,6% 60,4% 67,3% 99,2% 110,4% Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati ISTAT La variazione dei due fattori appena vista a livello numerico può essere più agevolmente osservata attraverso una rappresentazione grafica. Nelle fig. A.2.1 e A.2.2. sono riportate in sovrapposizione le variazioni dei prezzi delle categorie di prodotti lombardi (area piena) e delle altre regioni (linea spezzata) rispettivamente per l ultimo ventennio e per l ultimo decennio. La sovrapposizione tra l area e la spezzata consente di osservare che nell arco del ventennio i prezzi dei prodotti lombardi sono cresciuti in misura superiore a quelli delle altre regioni per quasi tutte le categorie, mentre nell ultimo decennio i dati sono in larga parte sovrapponibili. L analoga rappresentazione della variazione delle quantità, sempre per categorie e per i due periodi (fig. A.2.3 e A.2.4), mostra, invece, la netta differenziazione tra la dinamica lombarda e quella delle altre regioni. La posizione competitiva delle produzioni lombarde, sia a livello aggregato che per grandi categorie di produzioni, può essere apprezzata analizzando congiuntamente lo scostamento delle variazioni dei prezzi e delle quantità nelle diverse regioni rispetto alla media italiana.

20 Le figure riportate in appendice (fig.a.2.5, A.2.6, A.2.7, A.2.8) sono suddivise in quattro quadranti, tra i quali risultano distribuite le coppie di valori che identificano la variazione dei prezzi e delle quantità di ciascuna regione rispetto alla media nazionale (posta pari a zero). Nel quadrante in basso a sinistra si posizionano le regioni in cui entrambe le variazioni risultano inferiori al dato nazionale, la cui agricoltura si può considerare meno dinamica; all opposto, nel quadrante in alto a destra si posizionano le regioni in cui entrambe le variazioni risultano superiori al dato nazionale, la cui agricoltura si può considerare più dinamica; gli altri due quadranti si caratterizzano per un valore inferiore ed uno superiore alla media nazionale. Un altra possibilità di lettura della posizione delle singole regioni è data dalla diagonale che divide in due l area del grafico: le regioni che sono al di sotto di tale diagonale possono essere considerate meno dinamiche rispetto al dato nazionale, per uno od entrambi i fattori, mentre quelle al di sopra risultano più dinamiche. Osservando con tale chiave di lettura le variazioni tra il ed il per la produzione agricola totale (Fig. A.2.5) si osserva che l agricoltura lombarda risulta leggermente più dinamica rispetto alla media nazionale, come risultato di una crescita della quantità e di una diminuzione dei prezzi. Ben più dinamiche risultano le agricolture di Trentino-Alto Adige, Calabria, Sardegna, Puglia, Liguria, Abruzzo e Toscana, molto diverse per caratteristiche strutturali e produttive, mentre regioni più simili alla Lombardia, quali Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna si trovano al di sotto della diagonale. Poiché la variazione complessiva della produzione agricola dipende, come già osservato, dal mix dei diversi comparti, occorre osservare la posizione lombarda per ciascuno di essi. Nell ambito delle coltivazioni erbacee (Fig. A.2.6) la Lombardia è la regione che nel ventennio considerato ha migliorato maggiormente la propria performance, con un incremento delle quantità di oltre il 30% rispetto al dato nazionale e dei prezzi del 5% circa. Nell ambito delle coltivazioni arboree (Fig. A.2.7) la Lombardia ha avuto una variazione quantitativa lievemente inferiore a quelle media nazionale, ma un incremento di prezzi quasi doppio rispetto alla media, superiore rispetto a tutte le altre regioni. Il miglioramento della posizione competitiva regionale in questo comparto è inferiore solo a quello registrato da Umbria e Friuli Venezia Giulia. Infine, nell ambito degli allevamenti (Fig. A.2.8) la Lombardia si posiziona nel quadrante in basso a destra (incremento dei prezzi di poco inferiore alla media, ma notevole incremento quantitativo) e la performance appare inferiore solo a quella di Molise, Sardegna e Trentino-Alto Adige, ma notevolmente superiore a quella delle altre regioni con forte vocazione zootecnica. Alla luce delle analisi sviluppate, si può affermare che l agricoltura lombarda ha registrato nel tempo ottime performance nei singoli comparti, ma nel dato complessivo risulta penalizzata dalle variazioni più contenute dei prezzi nel comparto zootecnico.

21 Variazione % dei prezzi dei prodotti agricoli tra il e il Servizi annessi Zootecnici non alimentari Miele Uova Cereali 450% 400% 350% 300% 250% 200% 150% 100% 50% 0% Legumi secchi Patate e ortaggi Industriali Fiori e piante da vaso Lombardia 80,0% Altre regioni 99,6% Latte Foraggere Carni Prodotti vitivinicoli Altre legnose Frutta Prodotti dell'olivicoltura Figura A.2.1

22 Variazione % dei prezzi dei prodotti agricoli tra il e il Servizi annessi Zootecnici non alimentari Miele Uova Cereali 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% -10% Legumi secchi Lombardia 12,8% Patate e ortaggi Altre regioni 18,3% Industriali Fiori e piante da vaso Latte Foraggere Carni Prodotti vitivinicoli Altre legnose Frutta Figura A.2.2 Prodotti dell'olivicoltura

23 Variazione % delle quantità dei prodotti agricoli tra il e il Servizi annessi Cereali 250% 200% Legumi secchi Zootecnici non alimentari 150% Patate e ortaggi 100% Lombardia 20,3% Miele 50% 0% Industriali Altre regioni 0,1% -50% Uova -100% Fiori e piante da vaso Latte Foraggere Carni Prodotti vitivinicoli Altre legnose Prodotti dell'olivicoltura Frutta Figura A.2.3

24 Variazione % delle quantità dei prodotti agricoli tra il e il Servizi annessi Cereali 100% 80% Legumi secchi Zootecnici non alimentari 60% Patate e ortaggi 40% 20% Lombardia 8,8% Miele 0% Industriali Altre regioni 3,3% -20% -40% Uova -60% Fiori e piante da vaso Latte Foraggere Carni Prodotti vitivinicoli Altre legnose Prodotti dell'olivicoltura Frutta Figura A.2.4

25 Variazione Prezzi e Quantità 1980/ /02 TOTALE PRODUZIONE AGRICOLA Prezzi rispetto alla media italiana Tos Abr Laz Cam Pie Sic Mar Ero Pug ITA Vda Mol Ven Umb Bas Cal Sar Lom Fvg Lig Taa Quantità rispetto alla media italiana Figura A.2.5

26 Variazione Prezzi e Quantità 1980/ /02 COLTIVAZIONI ERBACEE Prezzi rispetto alla media italiana Laz Tos Abr Mol Sic Pie Cal Pug ITA Mar Ero Bas Ven Umb Lom Quantità rispetto alla media italiana Fvg Figura A.2.6

27 Variazione Prezzi e Quantità 1980/ /02 COLTIVAZIONI ARBOREE Prezzi rispetto alla media italiana Lom Fvg Lig Umb Mar Ven Abr Vda Laz Sar ITA Mol Ero Pug Cal Taa Sic Cam Bas Quantità rispetto alla media italiana Figura A.2.7

28 Variazione Prezzi e Quantità 1980/ /02 ALLEVAMENTI Prezzi rispetto alla media italiana Tos Umb Mar Cal Abr Pug Fvg Lig Ero Laz Cam Pie Bas ITA Sic Ven Vda Sar Taa Lom Mol Quantità rispetto alla media italiana Figura A.2.8

29 Tabella A.2.1 Produzione, consumi intermedi e valore aggiunto ai prezzi di base dell'agricoltura Milioni di euro correnti dal 1999; milioni di eurolire correnti per gli anni precedenti Prodotti ITALIA LOMBARDIA ALTRE REGIONI % LOMBARDIA/ITALIA Coltivazioni agricole ,1% 8,2% 7,6% Erbacee ,0% 8,5% 9,2% - Cereali ,6% 14,3% 16,6% - Legumi secchi ,2% 2,5% 8,0% - Patate e ortaggi ,4% 3,4% 4,0% - Industriali ,7% 11,5% 8,0% - Fiori e piante da vaso ,1% 6,5% 6,4% Foraggere ,2% 25,4% 22,0% Legnose ,0% 2,3% 2,7% - Prodotti vitivinicoli ,0% 4,2% 3,8% - Prodotti dell'olivicoltura ,1% 0,1% 0,1% - Agrumi Frutta ,3% 1,5% 1,6% - Altre legnose ,5% 11,5% 12,4% Allevamenti ,1% 24,6% 25,6% Prodotti zootecnici alimentari ,1% 24,6% 25,6% - Carni ,6% 21,7% 23,2% - Latte ,7% 32,4% 32,7% - Uova ,5% 17,4% 17,2% - Miele ,1% 8,6% 9,4% Prodotti zootecnici non alimentari ,8% 2,2% 1,2% Servizi annessi ,5% 10,1% 10,3% Totale produzione ,8% 13,6% 13,7% - Consumi intermedi ,3% 18,1% 16,1% Valore aggiunto ai prezzi di base ,8% 10,9% 12,5% Fonte: elaborazioni DEPAAA su dati ISTAT

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