AZIONI GESTIONALI E PIANO DI SVILUPPO DELL ATTIVITA DI VENERICOLTURA

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1 CONSORZIO COOPERATIVE PESCATORI DEL POLESINE O.P. Via della Sacca, 11 Scardovari di Porto Tolle (RO) AZIONI GESTIONALI E PIANO DI SVILUPPO DELL ATTIVITA DI VENERICOLTURA Scardovari, marzo 2007 Il presidente Paolo Mancin

2 INDICE 1 Introduzione pag. 2 2 Gestione e programma di massimo sfruttamento delle potenzialità dei siti ora idonei all allevamento pag. 4 3 Gestione e miglioramento dell attività di semina pag. 8 4 Azioni tese all ampliamento delle aree idonee alla venericoltura pag Altre strategie gestionali tese allo sviluppo del settore pag Conclusioni pag. 29 1

3 1 Introduzione Le aree lagunari dove il Consorzio Coop. Pescatori del Polesine O.P. detiene, demandati dalla Provincia di Rovigo, i diritti esclusivi di pesca dei molluschi si sviluppano in un estensione di circa 6000 ettari. Tale area è caratterizzata dall apporto di acque dolci provenienti dai rami del fiume Po: Po di Goro, Po di Gnocca, Po di Tolle, Po di Scirocco, Po di Pila, Po di Tramontana e Po di Maistra. Gli scambi con il mare aperto dipendono esclusivamente dai cicli di marea, e sono fortemente influenzati dagli scanni che separano le varie lagune con il mare stesso. Detti scanni sono in continua evoluzione morfologica dovuta da una parte all erosione marina e dall altra all accrescimento dovuto agli apporti sabbiosi del fiume Po. Nei peculiari ambienti di acque salmastre delle lagune del Delta del Po, così come in vaste aree della laguna Veneta, la specie Tapes philippinarum, immessa agli inizi degli anni 80, ha trovato condizioni estremamente favorevoli sia alla crescita che alla riproduzione e quindi all allevamento. Come sottolineato da Rossi, questa attività ha subito un impulso senza precedenti avendo come risultato lo sviluppo di una economia che localmente si basa, ormai in quota parte rilevante, sullo sfruttamento di questa risorsa. Come accaduto per la vicina Sacca di Goro, nelle lagune in gestione al Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine, è stata quasi da subito abbandonata la semplice pesca e si è ben presto passati alla gestione dei banchi naturali con pratiche di risemina (restocking) e di trasferimento degli individui da zone meno idonee a zone più idonee alla crescita. Nelle lagune in concessione lo sfruttamento della risorsa segue, da oltre un decennio, un programma di allevamento che deve necessariamente essere continuamente migliorato e incentivato. Come descritto da Rossi (2002) nelle lagune del Delta del Po Veneto ed Emiliano- Romagnolo è operante un sistema di gestione della risorsa vongola verace inquadrabile come culture based fishery. Secondo questa metodologia di allevamento sono individuate precise zone lagunari dove, secondo precisi parametri ambientali, si mettono in pratica operazioni di pulizia dei fondali, semina del prodotto sotto taglia recuperato durante la pesca o acquistato da altre marinerie, o ancora eventualmente derivante dallo spostamento dello stesso da zone ritenute meno adatte ad altre più favorevoli. Come è evidente, non tutti i 6000 ettari della superficie lagunare sono ugualmente idonei alla venericoltura. Sulla scorta dei risultati riportati in uno studio promosso dal Consvipo e affidato all Ente Scientifico Istituto Delta, nel 2003 nelle tre lagune la superficie idonea all allevamento è stata stimata in poco più di 300 ettari, ovvero su aree con elevato idrodinamismo, sensibili agli scambi con il mare aperto, quelle dove la tessitura del sedimento 2

4 mostra un equilibrato rapporto e dove i parametri chimico-fisici dell acqua sono favorevoli all allevamento. Sempre l autorevole studio accerta che si è registrata una riduzione di circa il 50% di superficie utile all allevamento rispetto all anno Tale concetto è ribadito anche dagli esperti del Consorzio di Bonifica Delta Po-Adige (che è preposto alla gestione e manutenzione idraulica delle lagune), per i quali le sacche del delta sono aree estremamente instabili, in continuo rimaneggiamento sotto l influenza delle dinamiche ambientali e mutando, mutano anche le potenzialità produttive delle singole zone. Partendo da tali premesse fondamentali, per la gestione della produzione di vongole veraci nelle aree in concessione, viene seguita in modo attento e scrupoloso, la relazione finale, contenente gli indirizzi gestionali, sviluppata ad hoc per la nostra peculiare realtà dal Prof. Rossi dell Università di Ferrara. Occorre anche rilevare come nella nuova Convenzione tra Amministrazione Provinciale e Consorzio Pescatori, all articolo 3, vi è un esplicito impegno da parte della Provincia e del Consorzio di fare proprie ed accettare le indicazioni contenute nel suddetto Studio, considerata la valenza dello stesso e a garanzia della corretta pratica di venericoltura. Nella presente relazione vengono quindi richiamati gli indirizzi gestionali contenuti in tale lavoro scientifico accanto alle iniziative e strategie di sviluppo che lo scrivente ha intrapreso o si accinge a farlo. 3

5 2 Gestione e programma di massimo sfruttamento delle potenzialità dei siti ora idonei all allevamento La gestione delle aree idonee per l allevamento delle vongole parte dalla annuale verifica e ridefinizione dei siti lagunari che vengono individuati come aree destinate ad orti (indirizzo gestionale n 5) ovvero zone lagunari che possiedono caratteristiche adeguate all ingrasso dei molluschi. I criteri per la scelta sono di tipo ambientale ovvero adeguati parametri chimico-fisici dell acqua, corretto idrodinamismo, substrato a tessitura prevalentemente sabbiosa, lontananza da fonti di inquinamento, profondità non elevata, nonché tali siti dovranno permettere le pratiche di guardiania e una relativa facilità di accesso. In queste aree si procederà ad effettuare la semina come descritto oltre, mentre le rimanenti zone meno vocate (come si dirà più avanti) sono oggetto di azioni atte al loro recupero quali pulizia fondali tramite appositi macchinari presenti in natanti opportunamente costruiti, interventi idraulici di ripristino, immissione di sabbia derivante dallo scavo dei canali, di concerto con gli enti preposti. Nella gestione delle aree lagunari si è cercato di instaurare, come indicato dal Professor Rossi dell Università di Ferrara, uno sfruttamento delle aree seminate a rotazione (indirizzo gestionale n 18): si inizia la pesca quando si stima la presenza di almeno uno o due chilogrammi di prodotto vendibile per metro quadrato. Si pratica la politica di gestione tutto pieno tutto vuoto ovvero il prodotto sotto taglia pescato viene immesso in un altro orto mentre i gusci vuoti e lo scarto in genere viene trattenuto ed eliminato contribuendo così al mantenimento della pulizia del fondale all interno dei siti di allevamento. Quando in un vivaio la pesca diviene troppo faticosa (fin quasi all esaurimento del prodotto) si sospende la raccolta spostandola in altre aree di allevamento. Purtroppo come su accennato le zone lagunari da adibire ad orto sono ridotte e il sistema di rotazione trova difficoltà nella sua applicazione per tutto l arco dell anno. Relativamente agli attrezzi utilizzati per la pesca, massima attenzione è sempre stata posta nella valutazione degli impatti che gli stessi hanno sul prodotto e sull ambiente. Sino a tutto il 2003 la raccolta era praticata esclusivamente con la draga manuale localmente chiamata rasca. Essa è costituita essenzialmente da un cestello metallico (in ferro o in acciaio inox) formato da tondini distanziati fra loro di due centimetri, da un asta in legno, di circa due metri da un sacco di rete con maglie di trenta millimetri di apertura circa e da una cinghia. L apertura della rasca va da 50 centimetri a circa 1 metro ed è in genere munita di punte in metallo (diametro 6 millimetri) di 7 centimetri circa ( denti, sporgenti dalla lama) distanziati fra loro 2,5 3,0 centimetri. L azione di pesca si effettua nelle aree con profondità fino a 1,5 metri da pescatori vestiti con salopette stagna. La rasca viene trainata camminando all indietro: una larga cinghia, collegata 4

6 con cime di traino ai lati della rasca, cinge la vita dell operatore che indietreggiando muove ritmicamente il manico del rastrello favorendone la penetrazione nel sedimento. foto n 1: raccolta vongole con rasca a mano L azione dell attrezzo è facilitata dai denti che comunque non penetrano più di centimetri nel fondale. L asta in legno, di circa 2 metri, consente di scuotere l attrezzo e favorire in questo modo il suo avanzamento e la fuoriuscita del sedimento. Questa metodica di pesca determina un basso impatto ambientale sull ecosistema lagunare di granlunga inferiore ad altri strumenti quali le cosiddette rusche, daghe idrauliche o turbosoffianti, rastrelli vibranti. Nel 2004 è stato approvato dall Amministrazione Provinciale, dopo un accurato studio scientifico da parte dei tecnici del CIRSPE, un nuovo tipo di draga manuale dove però vi è la presenza di getti d acqua a bassa pressione che agevolano il pescatore nell affondare e nel trainare l attrezzo nel substrato. Solitamente all interno degli orti da prima viene autorizzata la pesca solo con l attrezzo manuale tradizionale, poi riducendosi il quantitativo pescabile, viene autorizzato l utilizzo della rasca a pompa che favorisce anche la raccolta e l eliminazione del cosiddetto capulerio. 5

7 2 3 foto n 2 e 3: rasca a pompa Più recentemente, nel mese di Novembre 2006, è stata autorizzata dall Amministrazione Provinciale di Rovigo, la cosiddetta rasca a pompa modificata. La principale differenza del nuovo attrezzo rispetto alla rasca a pompa consiste nell essere privato del manico per il governo dello strumento da parte del pescatore sulla barca, e dotato, viceversa, di due slitte laterali che ne rendono possibile il trascinamento: lo strumento viene infatti assicurato alla imbarcazione tramite apposite cime fissate a prua o a poppa e governato dal conducente della barca stessa; e salpato con apposito verricello. La seconda differenza nel nuovo attrezzo è la relativa maggiore profondità della cassa, profondità necessaria per mantenere l equilibrio del nuovo tipo di governo (mediante cime). Tutte le altre caratteristiche tecniche costruttive restano identiche alla rasca a pompa. 4 5 foto n 4: rasca a pompa manico lungo; foto n 5: rasca a pompa modificata In ottemperanza all indirizzo gestionale n 2 è stato chiesto un parere tecnico-scientifico all Università di Ferrara e al responsabile scientifico del CIRSPE, Professor Mario Ferretti, i quali hanno certificato come un impatto della nuova rasca a pompa modificata sia simile all impatto verificato per la rasca a pompa. Un ulteriore elemento a sostegno della utilizzazione del nuovo strumento deriva da considerazioni relative alle misure di sicurezza (si veda un recente report 6

8 dell I.S.P.E.S.L. definizione dei rischi di esposizione e delle misure di sicurezza e tutela della salute nel settore dell acquacoltura, relativamente alle lavorazioni in molluschicoltura e gabbie galleggianti ). Il nuovo attrezzo garantisce maggiore sicurezza agli operatori, riducendo i rischi (cadute fuori bordo) connessi soprattutto alla fase di raccolta del prodotto. Al fine di non immettere sul mercato una eccessiva quantità di prodotto, è stabilita e comunicata (tramite una rete di segreterie telefoniche) giornalmente una quota massima di raccolta fissata per ciascun socio pescatore a seconda sia della domanda del mercato, sia della quantità pescata durante l anno fino a quel momento. In pratica si stabilisce un quantitativo massimo prelevabile annualmente che deve essere tenuto in considerazione e non superato al fine di preservare la risorsa (indirizzo gestionale n 21). È altresì fissato l orario di inizio e fine pesca nonché le zone siti di allevamento dove poter operare la raccolta. È prevista inoltre la identificazione del prodotto: questa avviene attraverso l inserimento di un biglietto all interno del sacco con un codice che viene a specificare il nominativo del pescatore e la pezzatura del prodotto. È regolata anche la consegna dei molluschi che deve avvenire in specifici punti di sbarco dislocati nelle varie lagune. In detti siti si trovano degli incaricati al ricevimento e pesatura che tramite un computer portatile annotano il codice pescatore, il codice cooperativa, il codice prodotto e il quantitativo conferito ed emettono successivamente un buono consegna per il socio. Terminato l orario di pesca delle vongole tutti i mezzi frigo, dai vari punti di sbarco, concentrano interamente il quantitativo raccolto presso l impianto di depurazione di Scardovari. L ufficio vendite provvederà successivamente alla collocazione commerciale del prodotto conferito. 7

9 3 Gestione e miglioramento dell attività di semina L attività e la responsabilità della semina nei siti di allevamento (indirizzo gestionale n 11) è demandata ad un gruppo di persone esperte nominato annualmente dal Consiglio di Amministrazione del Consorzio che è composto da un coordinatore generale alla semina, da dieci esperti pescatori di professione (di solito uno per cooperativa associata), che sono i gestori dei vari siti di allevamento (orti) distribuiti nelle varie lagune e con la consulenza del biologo responsabile sanitario dell impianto di depurazione. Il Presidente del Consorzio rappresenta il coordinatore generale di questo gruppo che fa capo al CdA per le indicazioni strategiche, l approvazione delle scelte operative, la concessione delle risorse finanziarie e la rendicontazione dell operato svolto. Il presidente ha il compito di valutare la disponibilità sul mercato di novellame (prodotto di misura compresa fra 5-25 mm) e di procedere al suo acquisto su indicazione del coordinatore e del gruppo di gestione della produzione. Per far questo ci si serve anche dei dati storici e delle previsioni future (programma di vendita) fatte dal Responsabile Commerciale del Consorzio da un lato; di sopralluoghi e colloqui informali con i pescatori dall altro, per conoscere l eventuale disponibilità di seme naturale nella aree in concessione. Sulla base di queste valutazioni e su indicazioni del biologo, il gruppo elabora annualmente un programma di semina. Tale programma indica le zone da seminare, le quantità da seminare (fino ai 1000 animali per metro quadro), la taglia del seme, il prodotto finale atteso, le giornate di semina ed il personale incaricato (indirizzo gestionale n 8). foto n 6: telemetro, strumento a punteggio laser per la misurazione e delimitazione degli orti L immissione del materiale seminale negli orti viene realizzata da squadre di pescatori organizzate dal gruppo del Consorzio. Si tratta di un attività manuale realizzata con l utilizzo di 8

10 apposite sessole: in particolare, i pescatori distribuiscono le quantità indicate dal gruppo di semina nelle aree da questo delimitate. Almeno un rappresentante del gruppo è presente nel momento della semina e supervisiona lo svolgimento delle attività. Il novellame utilizzato (indirizzo gestionale n 10) per la semina può avere tre distinte origini: 1. spostamento di novellame naturale proveniente dalle lagune in concessione (Scardovari, Canarin, Barbamarco, Basson, ecc ). La pesca del novellame avviene in zone delimitate dal gruppo di semina. I pescatori utilizzano per lo scopo delle rasche con rete fine (6-8 mm). Il novellame viene immesso in sacchi da 20 kg a bordo delle imbarcazioni e da qui caricate su camion per il trasporto nelle lagune di semina (o trasportate direttamente con le imbarcazioni). Oltre a ciò un altra attività che si è particolarmente sostenuta è quella della raccolta della semina di vongola verace dalle stesse aree lagunari ove, per diversi motivi, i molluschi vengono ad essere in grave pericolo di sopravvivenza. Tale prodotto, una volta raccolto, viene reimmesso in aree lagunari preventivamente individuate come idonee ed a densità opportune per il corretto accrescimento. I principali motivi, che talvolta sono contemporaneamente presenti, per i quali la semina viene spostata da una area ad una altra sono: Eccessiva densità di semina di vongole per metro quadrato. In tali situazioni se non si opera una azione di diradamento la concentrazione di seme non consentirebbe una sua crescita accettabile e si potrebbero verificare tassi di mortalità estremamente elevati; Zone lagunari o marine con notevoli quantità di semina che sono esposte all azione di venti e/o correnti. I molluschi di piccole dimensioni vengono ad essere a rischio di moria a seguito di mareggiate per il conseguente accumulo di molluschi e sedimento; Zone lagunari che in particolari periodi dell anno (piene del fiume Po) registrano valori di salinità estremamente bassi e non compatibili (se protratti per più giorni) con la sopravvivenza dei molluschi. 2. Acquisto di novellame naturale proveniente da altre marinerie. I responsabili contattano le altre marinerie per conoscere la disponibilità alla vendita di novellame. In base al prezzo ed alla disponibilità di prodotto decidono se procedere all acquisto. In caso positivo si fa consegnare il primo lotto della fornitura. Viene controllato e se conforme viene siglato l ordine e conferma d acquisto. Su ciascuna consegna viene controllato (su un campione di 3-4 kg prelevati da 10 sacchi diversi ogni 50 quintali) il numero di pezzi al chilo (indicati 9

11 dal fornitore), la vitalità, la pulizia, la presenza di uno scarto inferiore al 5%. Il prodotto che supera il controllo viene destinato alla semina. Va ricordato a tale proposito quanto evidenziato da Rossi, (2004) che afferma che il mercato del seme di vongole è stato fin dall inizio l indecente trionfo del mercato nero. A questa già grave situazione, si è aggiunta per gli operatori del settore al di fuori della laguna veneta, la Determinazione n dell Amministrazione Provinciale di Venezia dell aprile 2001, con la quale si stabilisce che il novellame di vongola non può essere ceduto, trasportato, o immesso al di fuori della laguna di Venezia. La decisione assunta ha gravemente danneggiato tutti gli allevatori polesani ed anche il Consorzio stesso, aumentando le difficoltà di reperimento e acquisto semina. Più volte in questi ultimi due anni si è cercato di ridiscutere questa decisione che ha bloccato la vendita di novellame dall area europea di gran lunga più importante per presenza di semina. Si sono così coinvolte le associazioni di categoria, le amministrazioni provinciali e comunali, ma di fatto non si sono raggiunti risultati positivi e il divieto è tuttora in vigore. 3. Acquisto di novellame prodotto negli schiuditi e nursery (riproduzione artificiale). Il responsabile contatta i fornitori di novellame e ne valuta i preventivi. In base al prezzo ed alla disponibilità di prodotto decide se procedere all acquisto. All arrivo del prodotto preleva un campione di circa 200 individui per verificarne la vitalità. Gli animali vengono osservati allo stereomicroscopio su una petri con acqua salata: se sani e vitali devono filtrare l acqua. Lo scarto (gusci vuoti, non aperti, ecc.) deve essere inferiore al 5%. Se il prodotto supera il controllo il responsabile lo destina alla semina e sigla l ordine: date le ridotte dimensioni del novellame proveniente da schiuditoi (6-8 mm) la semina viene effettuata in zone riparate dai movimenti ondosi che potrebbero seppellire o ammassare gli animali. Ad integrazione di questa attività ed in supporto alla grave crisi di reperimento seme naturale acuitasi negli ultimi anni, a partire dalla fine del 2002 è stato avviato un nuovo centro di svezzamento semina di vongola presso la Val Bonello. foto n 7: sistema di svezzamento in upwelling (progetto finanziato dalla Regione Veneto) 10

12 In tale nursery vengono poste vongole di piccole dimensioni (1 2 mm) acquistate da hatchery straniere, qui, sfruttando la naturale elevata produzione primaria, i molluschi sono svezzati e portati a dimensioni più idonee alla semina in laguna. I cicli di ingrasso durano circa tre mesi e, come detto si sfrutta la presenza naturale di alimento (fitoplancton) da apportare ai piccoli bivalvi. A tale proposito è a disposizione una dettagliata relazione tecnico-scientifica sulle modalità di conduzione e di gestione del centro. 8 9 foto n 8: seme di origine statunitense svezzato nel sistema in upwelling; foto n 9: particolare di contenitore per svezzamento semina Nel dicembre 2004 la Regione Veneto ha approvato un progetto di ricerca innovante proposto dal Consorzio pescatori, relativo allo sviluppo delle tecniche di svezzamento della vongola verace utilizzando metodiche all avanguardia e più precisamente strutture mirate con tecnologia statunitense, le cosiddette FLUPSY, azione questa che verrà intrapresa in collaborazione con i tecnici di Veneto Agricoltura foto n 10: Flupsy, sistema di svezzamento statunitense con piattaforma galleggiante. Foto n 11: particolare dei contenitori per lo svezzamento del seme 11

13 Questo ultimo sistema, operativo dal 2005, sta dando ottimi risultati. È auspicabile quindi un ampliamento della struttura al fine di fronteggiare la grave crisi di reperimento di novellame. Nel corso dell anno 2007 si sta registrando la disponibilità di discrete quantità di seme proveniente da marinerie limitrofe di pezzatura estremamente ridotta (2-3 mm); si pensa di utilizzare tale semina oltre che per l avvio dei preingrassi su descritti, anche per tentare nuove e diverse metodiche di svezzamento. Più in particolare si sta procedendo alla posa di speciali strutture e teli antipredazione in particolari siti lagunari che si ritengono idonei per tale sperimentazione. foto n 12 e 13: moduli di preingrasso seme su fondo lagunare Si predilige comunque lo spostamento di semina naturale proveniente dalle aree lagunari; 12

14 14 15 foto n 14, 15, 16: fasi di trasporto e immissione della semina negli orti di allevamento 16 nel caso di acquisto si valuta il prezzo, la disponibilità del prodotto e la qualità (con particolare attenzione nel caso di novellame di altre marinerie dove il livello qualitativo può essere disomogeneo). Nel caso di acquisto del novellame viene compilato ai sensi del DPR 395/98 apposito documento sanitario di reimmersione ed il previsto registro di carico e scarico. Il gruppo di semina provvede inoltre a delimitare gli orti e le zone di ingrasso (indirizzo gestionale n 6) con appositi pali e li identifica con numerazione e con cartelli di divieto di pesca. Il responsabile avvisa i pescatori (comunicando via fax la zona del divieto di pesca: tali comunicazioni vengono protocollate e conservate a cura dell ufficio amministrativo del Consorzio). Il Responsabile punti di Sbarco e servizio di Vigilanza avvisa il servizio di vigilanza girando lo stesso documento inviato ai pescatori. Il servizio di Vigilanza ha infatti lo scopo di verificare il rispetto di tali divieti. Il gruppo di semina ha il compito di verificare sistematicamente il buono stato del prodotto (indirizzo gestionale n 8). In particolare, con la consulenza del biologo, si eseguono sopralluoghi 13

15 in laguna con una periodicità almeno mensile. Le zone oggetto di verifica sono quelle in cui si sono verificati problemi nel corso degli anni precedenti o quelle che secondo le indicazioni dei pescatori stanno presentando problemi foto 17 e 18: campionamenti effettuati dal biologo del Consorzio per la verifica dell idoneità del novellame foto 19 e 20: misurazioni e verifiche svolte all interno del laboratorio di proprietà del Consorzio La verifica consiste nella pesca di più campioni in proporzione all estensione dell area. Si controlla: - la vitalità del prodotto - densità degli animali - la pezzatura raggiunta - il colore e la forma del guscio (se il colore è brunastro significa che gli animali sono sofferenti perché tendono a venire in superficie anziché restare infossati, mentre se il colore è chiaro significa che gli animali si trovano collocati correttamente nel substrato. Se il guscio è piatto significa che il prodotto è ben infisso, viceversa se bombato e poco allungato il fondale in cui si trovano presenta non ottima tessitura o vi è eccessiva densità di animali). I controlli vengono registrati su apposita modulistica. Il divieto di pesca viene tolto quando il prodotto raggiunge un adeguato accrescimento, normalmente dopo un periodo di 8-12 mesi di ingrasso (partendo da animali di pezzi per chilogrammo che è la taglia ottimale per la semina). 14

16 Un intero capitolo dello studio del Professor Rossi riguarda il reperimento e la gestione del novellame di vongola verace. Si provvede così a censire le aree lagunari dove naturalmente si verifica un elevato reclutamento del seme: sono le così dette aree nursery ove vi è l insediamento costante ed abbondante di novellame che sarà poi raccolto e distribuito in modo corretto nei vivai di allevamento. Quest anno proprio nel mese di marzo è stata promossa, in ottemperanza all indirizzo gestionale n 9 una campagna per la identificazione delle suddette aree nursery: è stata predisposta la mappa delle aree con insediamento naturale di vongola che è stata trasmessa anche all Istituto di Vigilanza per l idonea protezione. A tale proposito si spera di riprendere l importante progetto di ricerca dal titolo mappatura delle aree nursery e studi sulla dinamica di insediamento di Tapes philippinarum nella Sacca di Scardovari, che ha come scopo principale la realizzazione di una mappa georeferenziata delle aree nursery di vongole veraci e capire i meccanismi che governano l insediamento delle larve nonché formulare indicazioni su come gestire la risorsa ed eventualmente favorire l insediamento ed infine contribuire al miglioramento delle conoscenze sull ecologia della specie nell area di studio. Tale progetto, promosso dall Amministrazione Provinciale, è auspicabile venga intrapreso al più presto. Da rilevare che nel corso del 2006 si è verificato un elevato insediamento di novellame di vongola verace presso le foci e i tratti terminali del fiume Po. Di grande estensione e di notevole entità per quantità di semina presente si è rivelato il banco sito in Busa Dritta. Dalle perizie effettuate il novellame selvatico ha colonizzato quasi l intero tratto terminale della foce del Po di Pila (appunto la Busa Dritta) per un estensione stimata complessivamente in ben 60 ettari. Anche la densità, che non si presenta omogenea all interno dell area, ha comunque una media di oltre 300 animali per metro quadrato e il prodotto risulta pulito senza presenza di gusci e altro materiale di scarto. La pesca in tale area è stata ripresa anche in questo mese, poiché probabilmente l area di nursery porta ad un prolungato e continuo nuovo insediamento di molluschi bivalvi. La raccolta di tale semina è gestita (dopo l ottenimento del nulla osta sanitario da parte del Servizio Veterinario, e l autorizzazione alla pesca da parte dell Amministrazione Provinciale di Rovigo) sia utilizzando i due grandi pontoni-natanti denominati Vongola 3 e Vongola 4, progettati e realizzati proprio anche per lo spostamento di grandi quantità di semina naturale e per la pulizia dei fondali lagunari, sia avvalendosi di squadre di pescatori soci che utilizzano, per la raccolta del novellame, la rasca a pompa con manico lungo, la rasca a pompa modificata, entrambe armate con reti a maglia piccola (6-8 mm.). Tali metodi di raccolta seguono scrupolosamente l indirizzo gestionale n

17 foto n 21: imbarcazione Vongola foto n 22 e 23: fasi di raccolta del novellame da area nursery con natante Vongola 4 Sono stati ritrovati banchi di seme selvatico anche nella foce del Po di Gnocca e del Po di Tramontana. Per entrambe le aree (così come per la Busa Dritta) sono state richieste e ottenute, dalle Autorità e Istituzioni competenti, la registrazione sanitaria e la autorizzazione per le pesca e la reimmissione in aree in concessione idonee all allevamento. È stata richiesta e ottenuta la registrazione e autorizzazione alla pesca e alla reimmersione, di un banco naturale di giovanili di vongola verace situato nella zona marino-costiera antistante la laguna del Barbamarco tra le uscite a mare del canale navigabile e del Po di Tramontana. Anche da questa zona il prodotto prelevato sarà immesso in idonei vivai lagunari per il successivo ingrasso. Le aree nursery in Busa Dritta, Po di Tramontana e Po di Gnocca non vengono riconosciute dall Amministrazione Provinciale come zone contemplate nella convenzione con il Consorzio e per 16

18 tale motivo si è proposto un regolamento per la gestione di questi siti sull esperienza similare condotta nella vicina marineria di Goro (indirizzo gestionale n 14). Le esigenze di novellame per la produzione del Consorzio Pescatori sono ingentissime. Annualmente, solo il Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine O.P. commercializza (per uso alimentare) circa mezzo miliardo di individui di vongole adulte ed il fabbisogno di seme per garantire tale produzione può essere stimato in circa un miliardo di esemplari/anno e di questi solo una piccola frazione percentuale (3 4%) deriva da schiuditoi e preingrassi artificiali. Da ciò deriva la necessità del corretto governo delle aree nursery naturali che sono alla base dell intera attività di venericoltura. E pertanto di primaria importanza ed urgenza la predisposizione ed applicazione di piani di gestione di queste zone di attivo reclutamento naturale nonché azioni mirate che possano portare alla conservazione e, se possibile, al miglioramento delle caratteristiche produttive di tale ambienti. E quanto ci si propone di applicare nella maggiore area nursery del Delta Polesano che è collocata in Busa Dritta Il quantitativo di materiale seminale raccolto in tale area durante il 2006 nonché la sua qualità (intesa come pezzatura, assenza di scarto, e sopravvivenza degli animali dopo la reimmersione) si sono rivelati sorprendenti. Da ciò la necessità di attuare azioni di tutela e salvaguardia. foto n 24: fase di scarico del novellame raccolto in area nursery di Busa Dritta 24 L area nursery in Busa Dritta, a differenza di altre aree di reclutamento naturale ubicate in ambiente lagunare, presenta delle caratteristiche assolutamente peculiari andandosi a collocare nel 17

19 tratto terminale di un ramo del fiume Po. Per le sue caratteristiche ambientali e geomorfologiche nonché per il fatto che ricade in una zona che non è sottoposta alla Convenzione tra Provincia di Rovigo e Consorzio Pescatori, l area nursery presenta due principali problematiche: a) l impossibilità di attuare l attività di guardiania da parte delle guardie giurate che operano per il Consorzio e sono numerose le segnalazioni di pesca di frodo con mezzi di raccolta illegali e devastanti sia per gli animali che per l ambiente; b) eventuali persistenti ed eccezionali piene del fiume potrebbero compromettere la sopravvivenza dei giovanili e dei riproduttori essendo il banco collocato proprio all interno dell alveo del fiume. Si auspica per l anno 2007 di arrivare ad attuare la presente modalità di gestione: 1. L ottenimento della concessione della suddetta zona da parte del Consorzio Coop. Pescatori del Polesine O.P. da utilizzarsi come area in concessione finalizzata alla gestione di area nursery per la vongola verace ; 2. Delimitazione dei confini al fine di agevolare la vigilanza e salvaguardare l area mediante servizio di guardiania 24 ore su 24; 3. Definizione di un responsabile o un gruppo ristretto tecnico scientifico che definisca metodi di raccolta, periodi di raccolta, quantità di materiale seminale e dimensioni dei giovanili. Più in dettaglio occorrerà attuare: 3 a) un piano di monitoraggio che descriva con precisione e di continuo la consistenza dello stock per le varie classi di taglia; 3 b) in accordo con la competente U.S.L. locale, mantenere il controllo dell idoneità sanitaria del materiale seminale, rispettare le procedure di tracciabilità del prodotto prelevato con stesura dei D.D.R. sanitari e relativa trascrizione nei registri di carico scarico dei quantitativi reimmessi nei vari ambiti identificati dal settore veterinario; 3 c) definire i sistemi di raccolta che potranno prevedere l utilizzo o dei natanti Vongola 3 o Vongola 4 per profondità da 1 a 4 metri, e l impiego della rasca a pompa modificata per profondità inferiori al metro o superiori a 4 metri. Devono essere vietati tutti gli altri mezzi non autorizzati dall Amministrazione Provinciale di Rovigo (tipo la cassa, la giostra, ostregheri, ecc ); 3 d) È importante stabilire anche il numero di pescatori che potranno effettuare la raccolta non potendo ovviamente inviare contemporaneamente i pescatori associati; 3 f) indicare i periodi di raccolta e reimmersione che saranno stabiliti dal responsabile tecnico scientifico in dipendenza dalla disponibilità effettiva della risorsa; 3 e) La taglia del novellame dovrà essere di almeno 8-10 mm sino ad un massimo di 25 mm. Il prodotto di taglia commerciale dovrà essere reimmesso nel medesimo sito sia al fine di 18

20 salvaguardare i riproduttori, sia per impossibilità di commercializzare il prodotto proveniente da area non classificata. La registrazione sanitaria del banco di giovanili di vongola verace situato alla foce del Po di Pila Busa Dritta è stata ottenuta ed il numero identificativo rilasciato è 19-AI-2006/02 e sono già in possesso del Consorzio i documenti sanitari per la reimmersione al fine di effettuare il trasporto del novellame in zone di produzione adeguatamente identificate situate in aree lagunari in concessione. 19

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Sono affrontati e discussi i principali aspetti della gestione dell allevamento di vongola verace filippina nella sacca di Goro. Università degli Studi di Ferrara Diego Viviani 1, Edoardo Turolla 2, Castaldelli Giuseppe 1, Remigio Rossi 1 1. Dipartimento di Biologia Università di Ferrara 2. Istituto Delta Ecologia Applicata La gestione

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