Monitoraggio dati Programma Nazionale Esiti (PNE) 2015

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1 Monitoraggio dati Programma Nazionale Esiti (PNE) 2015 I dati relativi ai volumi, sotto riportati, in generale mostrano un attività ridotta correlata alle restrizioni economiche e alla riduzione dell attività operatoria. Fanno eccezione pochi casi tra cui i parti, i tumori cerebrali, i casi di ictus e IMA, Intervento chirurgico per TM mammella totale 79 IMA: volume di ricoveri 713 PTCA eseguita per condizione diverse dall'infarto Miocardico Acuto 336 STEMI: volume di ricoveri 373 N-STEMI: volume di ricoveri 334 IMA a sede non specificata: volume di ricoveri 6 PTCA: volume di ricoveri con almeno un intervento di angioplastica 888 Aneurisma aorta addominale rotto: volume di ricoveri 3 Aneurisma aorta addominale non rotto: volume di ricoveri 36 Bypass aortocoronarico: volume di ricoveri 76 Valvuloplastica o sostituzione di valvole cardiache: volume di ricoveri 235 Rivascolarizzazione carotidea: volume di ricoveri 241 Rivascolarizzazione carotidea: stenting e angioplastica 79 Rivascolarizzazione carotidea: endoarterectomia 162 Scompenso cardiaco congestizio: volume di ricoveri 564 Rivascolarizzazione arti inferiori: volume di ricoveri 109 Scompenso cardiaco: volume di ricoveri 659 Ictus ischemico: volume di ricoveri 289 Emorragia sub aracnoidea: volume di ricoveri 45 Aneurisma cerebrale NON rotto: volume di ricoveri 4 Aneurisma cerebrale rotto: volume di ricoveri 14 BPCO: volume di ricoveri 231 Colecistectomia totale: volume di ricoveri 246 Colecistectomia laparoscopica: volume di ricoveri 240 Colecistectomia laparotomica: volume di ricoveri 6 Colecistectomia laparoscopica in regime ordinario: volume di ricoveri 240 Colecistectomia laparoscopica in regime day surgery: volume di ricoveri 15

2 Parti: volume di ricoveri 1397 Frattura del collo del femore: volume di interventi chirurgici 187 Frattura del collo del femore: volume di ricoveri 203 Frattura della Tibia e Perone: volume di ricoveri 44 Sostituzione di ginocchio: volume di ricoveri 118 Artroscopia di ginocchio: volume di ricoveri 74 Intervento chirurgico per TM colon: interventi in laparoscopia 45 Intervento chirurgico per TM retto: interventi in laparoscopia 27 Intervento chirurgico per TM polmone: volume di ricoveri 48 Intervento chirurgico per TM stomaco: volume di ricoveri 10 Intervento chirurgico per TM pancreas: volume di ricoveri 3 Intervento chirurgico per TM colon: volume di ricoveri 70 Intervento chirurgico per TM fegato: volume di ricoveri 9 Intervento chirurgico per TM mammella: volume di ricoveri 79 Intervento chirurgico per TM prostata: volume di ricoveri 37 Intervento chirurgico per TM rene: volume di ricoveri 35 Intervento chirurgico per TM vescica: volume di ricoveri 14 Intervento chirurgico per TM retto: volume di interventi 28 Intervento chirurgico per TM tiroide: volume di ricoveri 24 Intervento chirurgico per TM utero: volume di ricoveri 29 Intervento chirurgico per T cerebrale: volume di craniotomie 107 Tonsillectomia: volume di ricoveri 54 Intervento chirurgico di legatura o stripping di vene: volume di ricoveri 121 Prostatectomia: volume di ricoveri 25 Isterectomia: volume di ricoveri 200 AIDS: volume di ricoveri 6 Intervento chirurgico per seni paranasali: volume di interventi 108 Intervento chirurgico sull'orecchio medio: volume di interventi 28 Intervento chirurgico per impianto cocleare: volume di ricoveri 11 Intervento chirurgico per TM laringe: volume di ricoveri 17

3 INDICATORE N % INTERVENTI Frattura del collo del femore: giorni di attesa per intervento chirurgico MEDIANA GREZZA MEDIANA ADJ Frattura della Tibia e Perone: tempi di attesa per intervento chirurgico Intervento chirurgico per TM colon in laparoscopia: degenza postoperatoria I tempi di attesa sono aumentati rispetto all anno precedente solo per la degenza postoperatoria nel TM colon, probabilmente in seguito alla riorganizzazione che è seguita al pensionamento del Direttore di struttura complessa. In successione sono riportati gli indicatori monitorati in grassetto con il relativo successivo esame dei dati per la nostra Azienda: Infarto Miocardico Acuto: mortalità a 30 giorni Infarto Miocardico Acuto: mortalità a 30 giorni (diagnosi principale) Infarto Miocardico Acuto senza esecuzione di PTCA: mortalità a 30 giorni Infarto Miocardico Acuto: proporzione di trattati con PTCA entro 2 giorni Infarto Miocardico Acuto: proporzione di trattati con PTCA nel ricovero indice o nei successivi entro 7 giorni Infarto Miocardico Acuto con esecuzione di PTCA entro 2 giorni: mortalità a 30 giorni Infarto Miocardico Acuto con esecuzione di PTCA oltre 2 giorni dal ricovero: mortalità a 30 giorni dall'intervento Infarto Miocardico Acuto: proporzione di ricoveri entro 2 giorni Infarto Miocardico Acuto: mortalità Infarto Miocardico Acuto: MACCE STEMI: mortalità a 30 giorni (grezzi) STEMI: proporzione di trattati con PTCA entro 2 giorni (grezzi) N-STEMI:mortalità a 30 giorni(grezzi) N-STEMI: proporzione di trattati con PTCA entro 2 giorni (grezza) Per la cardiopatia ischemica i parametri fondamentali che il PNE prende in esame sono: - l infarto miocardico; - l angioplastica coronarica (PTCA); - la mortalità per infarto. Per quanto riguarda l angioplastica la struttura di cardiologia di Alessandria si distingue nel panorama piemontese per il numero più alto di angioplastiche, 1034 procedure eseguite in un anno (dati GISE). Se invece si guarda il numero di ricoveri di pazienti sottoposti ad angioplastica, 888 casi, essa occupa il quarto posto nel panorama piemontese (dati PNE).L apparente incongruenza tra i due dati si spiega col fatto che, rispetto alle altre strutture cardiologiche piemontesi, nella cardiologia di Alessandria vengono effettuate tutte le angioplastiche, di cui il paziente ha bisogno, all interno dello stesso ricovero.

4 Per quanto riguarda l infarto miocardico il PNE evidenzia che la cardiologia di Alessandria ha il maggior numero di dimissioni in Piemonte per questa patologia, 713 casi in un anno. Ma l angioplastica viene effettuata a due diverse categorie di malati coronarici: quelli con infarto miocardico, che sono i più instabili, e quelli senza infarto, più stabili. Dai dati del PNE risulta che la cardiologia di Alessandria è al primo posto in Piemonte come numero di angioplastiche eseguite su pazienti con infarto mentre è più basso, rispetto alle altre cardiologie piemontesi, il numero di angioplastiche su pazienti senza infarto. Riguardo la mortalità a 30 gg per infarto miocardico la cardiologia di Alessandria presenta una percentuale nettamente inferiore alla media nazionale (6,08 vs 9,19) e la migliore in Piemonte, dopo l Aou Città della Salute di Torino, tra le cardiologie con emodinamica. Anche analizzando tale dato separatamente per i due tipi di infarto esso è migliore della media nazionale: mortalità a 30 gg dello 7,06 (vs 10,99) per lo STEMI e del 3,25 (vs 6,08) per l NSTEMI. Un altro indicatore analizzato dal PNE nell infarto miocardico è la tempestività con cui viene eseguita l angioplastica, in quanto la sua efficacia è tempo dipendente. Riguardo questo indicatore i dati non sono così buoni come quelli appena riportati. Infatti la percentuale di pazienti con infarto che viene sottoposto a PTCA entro due giorni (48 ore) è inferiore sia alla media nazionale che rispetto agli altri centri piemontesi dotati di emodinamica: 41,18% (vs 65,16%) per lo STEMI e 5,69% (vs 25,47%) per l NSTEMI Ciò è confermato dal dato sulle angioplastiche effettuate tra il secondo giorno e il settimo giorno nelle quali la percentuale della cardiologia di Alessandria è nettamente più alta della media nazionale: 78,51% (vs 25,83). Purtroppo in questo caso il PNE fornisce la percentuale per il totale degli infarti ma non il dato per i due sottotipi di infarto, che invece potrebbe essere utile per cercare di interpretare il dato. Questo ci dice che i pazienti della provincia di Alessandria con infarto miocardico vengono sottoposti a PTCA più tardivamente rispetto alla media nazionale. Per ciò che concerne la mortalità a 30 gg nei due gruppi, con PTCA prima e dopo al 2 giorno, il PNE incomprensibilmente fornisce il dato, per l ospedale di Alessandria, solo per il primo gruppo ma non per il secondo, a differenza di tutti gli altri ospedali piemontesi dotati di emodinamica. Il dato per il primo gruppo evidenzia una mortalità a 30 gg peggiore rispetto alla media nazionale: 6,49 vs 4,44. Riguardo alla PTCA eseguita dopo il 2 gg, proprio per la mancanza del dato di mortalità (solo per Alessandria), oltre che per la non disponibilità della proporzione tra STEMI e NSTEMI(per tutti gli ospedali), diventa difficile dare un interpretazione realistica anche se è possibile fare una ipotesi verosimile riportata nelle conclusioni. In conclusione possiamo dire che rispetto all infarto miocardico la cardiologia di Alessandria esprime il più alto volume di pazienti trattati e il più alto numero di angioplastiche rispetto a tutte le altre cardiologie piemontesi.

5 Anche l esito, in termini di mortalità a 30 gg, è buono sia rispetto alla media nazionale che a quella regionale. Come già detto sopra è più difficile dare delle conclusioni sui tempi di esecuzione della PTCA anche perché nello STEMI essa viene effettuata entro il 2 gg nella quasi totalità dei casi. E più probabile invece che il ritardo della PTCA riportato dal PNE sia a carico dell NSTEMI, dovuto sia al numero insufficiente di posti letto della nostra cardiologia sia all attuale organizzazione territoriale per questa tipologia di infarto. Sicuramente vanno portati miglioramenti in termini di risorse e di organizzazione territoriale in quanto il programma dell imminente chiusura di alcune cardiologie dell ASL potrebbe aggravare ulteriormente il ritardo e l efficacia della PTCA in questa tipologia di pazienti. Le colonne dei dati seguenti sono divise per N, % grezza,, % aggiustata, RR aggiustato e significatività (se p<0,05) By-pass Aortocoronarico isolato: mortalità a 30 giorni 164 1,83 0,97 0,42 0,149 Valvuloplastica o sostituzione di valvole cardiache: mortalità 290 2,41 2,33 0,82 0,605 Per la cardiochirurgia si confermano i buoni risultati dello scorso anno, anche rispetto alla media nazionale. Emorragia non varicosa del tratto intestinale superiore: mortalità Colecistectomia in regime ordinario/day surgery: proporzione di colecistectomie laparoscopiche Colecistectomia laparoscopica: proporzione di ricoveri con degenza post-operatoria inferiore a 3 giorni Colecistectomia laparoscopica in regime ordinario: complicanze a 30 giorni Colecistectomia laparoscopica: proporzione di ricoveri in day surgery Colecistectomia laparoscopica in regime ordinario: altro intervento a 30 giorni Intervento chirurgico per TM stomaco: mortalità a 30 giorni Intervento chirurgico per TM colon: mortalità a 30 giorni Intervento chirurgico per TM retto: mortalità a 30 giorni Intervento chirurgico per TM pancreas: mortalità a 30 giorni Intervento chirurgico per TM fegato: mortalità a 30 giorni Colecistectomia laparoscopica: proporzione di interventi eseguiti in reparti con volume di attività superiore ai 90 casi Intervento chirurgico per TM mammella: proporzione di interventi effettuati in reparti con volume di attività superiore ai 135 casi Proporzione di nuovi interventi di resezione entro 120 giorni da un intervento chirurgico conservativo per tumore maligno della mammella Proporzione di interventi chirurgici conservativi per tumore maligno della mammella Proporzione di nuovi interventi di resezione entro 90 giorni da un intervento chirurgico conservativo per tumore maligno della mammella Per quanto riguarda le colecistectomie laparoscopiche, i ricoveri sono stati effettuati nel 99% circa dei casi in regime ordinario (a parte ovviamente i ricoveri ordinari in caso di colecistite acuta in urgenza), e non in

6 regime di day surgery, per scelta del precedente Direttore di Struttura. In precedenza, circa fino al 2012, le colecistectomie laparoscopiche in elezione erano ricoverate in regime di day surgery e da settembre 2014 abbiamo, infatti, ripreso la modalità di ricovero in regime day surgery, fermo restando che a causa della riduzione del numero delle sedute operatorie e dell incremento dei ricoveri in urgenza, le liste d attesa per questo tipo di intervento previsto si sono allungate nostro malgrado ed a discapito dei pazienti. Il dato della degenza postoperatoria delle colecistectomie laparoscopiche inferiore a tre giorni che pare migliore (p=0,0017) rispetto alla media nazionale e che riguarda tutte le tipologie di ricovero (elezione e urgenza), conferma l applicazione di un protocollo standardizzato chirurgico e postoperatorio che risulta efficace anche nei casi il cui la clinica preoperatoria si configura come complessa. La mortalità per intervento demolitivo per tumore del colon-retto nel 2014 è stata dello 0%, dai dati inviati parrebbe invece una mortalità del 5% circa che, pur in trend con la media nazionale, non risulta nella casistica aziendale. Non consideriamo, del resto, la mortalità delle procedure non resettive che non calcoliamo nella nostra casistica, es: laparotomie esplorative in cui c è un riscontro intraoperatorio di non fattibilità di resezione anche solo a scopo palliativo, colostomie senza resezione non seguite da radicalizzazione, protesizzazione non seguita da radicalizzazione, bypass intestinali. In questa tipologia di pazienti il decorso postoperatorio chirurgico non è in genere, caratterizzato da mortalità e la successiva presa in carico avviene da parte dell Oncologia-Cure Palliative successivi alla nostra degenza. Invece, la mortalità operatoria a 30 giorni nel 2014 è nulla e si riferisce a tutti i pazienti sottoposti a trattamento chirurgico resettivo (92 complessivi di cui 83 con chirurgia mininvasiva): nella maggior parte dei casi gli interventi sono resettivi radicali (ovverosia R0 senza malattia residua) tranne che per alcuni pazienti con malattia avanzata in cui l intervento chirurgico è radicale solo relativamente al colon-retto oppure eventualmente con simultanea resezione di metastasi epatiche sincrone. In questi ultimi casi in cui può essere dubbia la radicalità, l indicazione chirurgica per un intervento demolitivo viene posta sempre secondo le linee guida della Rete oncologica e previa discussione al GIC colon-retto aziendale. La mortalità relativa agli interventi per tumore dello stomaco, fegato-vie biliari e pancreas nel 2014 è nulla. E da considerare che per queste patologie tumorali non esiste in azienda una casistica elevata a causa della scarsa numerosità di pazienti che abbiano un indicazione reale chirurgica demolitiva e non palliativa (quindi escludendo i non resecabili per malattia avanzata), situazione tuttora persistente nonostante i PDTA aziendali esistenti dell epatocarcinoma, del carcinoma del pancreas e del carcinoma gastrico. Per quanto riguarda gli interventi per tumore della mammella i tempi di attesa a 90 e 120 giorni rispecchiano il trend nazionale. Il contenimento dei tempi di attesa per il tumore della mammella è sempre stato un obiettivo, infatti, tra gli indicatori di qualità della chirurgia ed è presente il monitoraggio dei tempi intercorrenti tra inserimento in lista d attesa e intervento chirurgico. Questi indicatori sono due e relativi al calcolo di un periodo di attesa di 21 giorni e di un tempo di attesa di 30 giorni. I risultati relativi all osservazione dei tempi di attesa entro i 21 e 30 giorni, invece, potrebbero essere ovviamente migliorabili come si desume dai dati calcolati di questi indicatori (il rispetto dei tempi indicati si verifica nel 60% dei casi osservati nel 2014). E noto che lunghe attese preoperatorie dall indicazione chirurgica sono sempre emotivamente gravose per le pazienti, che per questo motivo possono anche rivolgersi presso altre strutture per effettuare prima l intervento chirurgico. I margini di miglioramento ci sono ma sono limitati sia dal numero delle sedute operatorie disponibili in elezione, sia dall espletamento degli accertamenti preoperatori richiesti in sede di valutazione anestesiologica. Attualmente, per un controllo della spesa economica, uno dei nuovi obiettivi aziendali è quello di ridurre il carico di prestazioni eseguite in regime di prericovero grazie ad una maggiore collaborazione con i MMG, ma questo tipo di gestione causa un ulteriore dilazionamento dei tempi operatori.

7 Insufficienza renale cronica: mortalità a 30 giorni dal ricovero I risultati evidenziano che, nella nostra azienda, la mortalità a 30 giorni dal ricovero per insufficienza renale cronica è inferiore alla media nazionale ed è anche in progressivo calo rispetto a quanto riscontrato negli anni precedenti. Proporzione di parti con taglio cesareo primario ,05 18,31 0,71 0 Parto naturale: proporzione di complicanze durante il parto e il puerperio (struttura di ricovero) ,51 0,36 0,78 0,467 Parto naturale: ricoveri successivi durante il puerperio ,63 0,55 1,01 0,982 Parto cesareo: complicanze durante il parto e il puerperio (struttura di ricovero) 658 0,91 0,62 0,78 0,558 Parto cesareo: ricoveri successivi durante il puerperio 658 1,22 1,02 1,23 0,552 Commentando i dati Agenas possiamo affermare che per quanto riguarda la percentuale dei tagli cesarei primari il 18.31% il punto nascita ASO è nettamente inferiore al 26% nazionale ed è inferiore anche al Per quanto riguarda le complicanze durante il parto e il puerperio sia per il parto naturale che per il parto cesareo il rischio relativo 0.78 non è significativo, pertanto il dato è in media con quello nazionale anche se in peggioramento rispetto al 2013 (in dato assoluto 2 parti naturali e 4 TC). Per quanto riguarda i ricoveri successivi durante il puerperio sia per il parto naturale che per il parto cesareo il dato è leggermente peggiore del nazionale ( ) ma in miglioramento rispetto al Non è significativo il confronto in termini di benchmark in quanto si deve tenere in conto che l ASO è ospedale di terzo livello a cui afferisce patologia ostetrica, per cui i dati potrebbero essere più favorevoli disgiungendo la gravidanza a basso rischio dalla patologia. Questa potrebbe essere anche la motivazione del maggior rientro dopo parto e TC ricordando che le malattie preesistenti la gravidanza o indotte dalla gravidanza così come i parti pretermine iatrogeni comportano sempre un maggior rischio e complicazioni anche tardive. Ictus ischemico: mortalità a 30 giorni ,33 15,23 1,35 0,115 Ictus ischemico: riammissioni ospedaliere a 30 giorni 186 8,06 8,13 1,12 0,658 La mortalità per ictus ischemico è più elevata della media Nazionale (13.3% vs 11.5%). Questo è un dato storico spiegabile soprattutto con il fatto che l ASO, è dotato di Neurochirurgia, e la ns Unità Operativa di Neurologia con la stroke unit che effettuata trombolisi nell ictus acuto attira, tramite il SEST 118, pazienti più gravi e complessi con relativa maggior mortalità. In minor parte incide la maggior anzianità della popolazione piemontese ed alessandrina rispetto al dato Nazionale. Vanno effettuate due considerazioni in positivo: 1) Nel 2014 la mortalità è rimasta pressochè invariata (riduzione di un punto percentuale) rispetto all anno precedente anche se nel 2014 è aumentata la complessità/gravità dei pazienti ricoverati in Neurologia (DRG medio 2013 pari a 1.31, nel 2014 paria 1.51).

8 2) Vi è stata una cospicua riduzione (meno 24%) rispetto al 2013 delle riammissioni ospedaliere dopo 30 gg dalla dimissione del paz con ictus ischemico. Questo dato indica un miglioramento delle procedure diagnostico-terapeutiche e soprattutto una dimissione più attenta e protetta (Riabilitazione, RSA, ADI, Continuità assistenziale, famiglia). Riparazione di aneurisma non rotto dell'aorta addominale: mortalità a 30 giorni La media nazionale dovrebbe essere, secondo i risultati del registro nazionale della società di Chirurgia Vascolare, di poco superiore al 2%. Una recente survey condotta dal servizio sanitario britannico riporta una mortalità media, nel Regno Unito, del 5,6%. I risultati della Chirurgia Vascolare dell Aso sono ancora più apprezzabili se si considera che anche nel 2013 si attestavano allo 0% e che comunque la numerosità di casi è quella per cui, negli Stati Uniti, si definisce un centro ad alto volume. Si aggiunga che non avviene una selezione della casistica, per cui sono compresi anche casi di chirurgia combinata aorto-renale, che dovrebbe avere una mortalità media mondiale attestata intorno al 5%. Due commenti a latere: anzitutto non sarebbe possibile ottenere questi risultati senza un supporto anestesiologico qualificato, per cui parte del merito va sicuramente ascritta al Servizio di anestesia e rianimazione cardiovascolare. In secondo luogo, mantenere un rischio chirurgico così basso permette anche di garantire la sostenibilità economica sui materiali ad alto costo: una protesi convenzionale costa poco più di 200 euro, mentre un endoprotesi ne costa almeno Garantire una mortalità così bassa significa creare i margini economici per procedure molto più costose (ad esempio il trattamento endovascolare degli aneurismi dell aorta toracica), senza sbilanciare ulteriormente l equilibrio economico-finanziario complessivo. Intervento chirurgico per T cerebrale: mortalità 281 3,91 3,76 1,44 0,236 Tali numeri sono oggetto di approfondimento, ma va precisato che il dato non è statisticamente significativo e probabilmente deriva da una certa complessità della patologia tumorale cerebrale affrontata e dal fatto che spesso i pazienti provenienti dal bacino di afferenza dell Aso presentano importanti comorbidita'. Frattura del collo del femore: mortalità a 30 giorni 152 2,63 2,8 0,5 0,171 Frattura del collo del femore: intervento chirurgico entro 2 giorni ,87 57,88 1,16 0,037 Intervento di artroscopia del ginocchio: reintervento entro 6 mesi 150 0,67 0,62 0,48 0,46 Il dato di mortalità è ridotto rispetto alla media nazionale e all anno precedente. La frattura di collo del femore è migliorata, con un 16% rispetto alla media nazionale statisticamente rilevante.

9 Scompenso cardiaco congestizio: mortalità a 30 giorni 475 8,21 7,68 0,75 0,067 Scompenso cardiaco congestizio: riammissioni ospedaliere a 30gg ,25 15,8 1,07 0,604 Volume di ricoveri per S.C. Va premesso che entrambi i dati non presentano una significatività statistica. L Azienda Ospedaliera (A.O.)S.S. Antonio e Biagio-Alessandria considerando solo il presidio Ospedale Civile ha sviluppato un volume di ricoveri per Scompenso Cardiaco (S.C.), nel 2014, di 564 pazienti. Questo dato in Piemonte risulta essere solo secondo alla Città della Salute di Torino che ha avuto 686 pazienti. Se all attività del presidio Ospedale Civile si aggiunge quella del Centro Riabilitativo Polifunzionale Teresio Borsalino, che ha sviluppato un volume di ricoveri per S.C. di 151 pazienti, - l A.O. S.S. Antonio e Biagio Alessandria diventa quella che ha effettuato in Piemonte il maggior numero di ricoveri per questa patologia (Totale: 715 pazienti). Nel confronto con Ospedali Piemontesi di simile capacità recettiva rispetto all ospedale Civile di Alessandria, l A.O. S. Croce e Carle di Cuneo ha effettuato nel 2014 un numero di ricoveri per S.C. sovrapponibile a quello avvenuto presso il nostro ospedale (540 pazienti) ma presso il Policlinico Universitario Maggiore della Carità di Novara nello stesso periodo sono stati ricoverati circa il 41% in meno (330 pazienti). Nella provincia di Alessandria il trend dei ricoveri per S.C. è stato in decremento dal 2008 al 2011 anno in cui il trend è ritornato a salire fino a raggiungere nel 2014 i valori del Mortalità a 30 giorni dalla dimissione per Scompenso Cardiaco (S.C.) La mortalità a 30 giorni per S.C. presso il nostro Ospedale è stata nel 2014 del 7,6% che risulta sensibilmente ridotta rispetto alla media nazionale del 10,3%. Nel confronto con Ospedali Piemontesi di simile capacità recettiva rispetto all ospedale Civile di Alessandria, l A.O. S. Croce e Carle di Cuneo ha avuto nel 2014 una mortalità a 30 giorni per S.C. lievemente inferiore ( 6%) mentre il Policlinico Universitario Maggiore della Carità di Novara nello stesso periodo ha avuto una mortalità a 30 giorni sovrapponibile alla media nazionale(10,3%). Nello stesso periodo gli ospedali dislocati nelle città della provincia di Alessandria (limitatamente a quelli di Acqui, Casale e Tortona) avevano una mortalità a 30 giorni dal ricovero per S.C. variabile tra i vari presidi dal 9% al 25% con una media di circa 15% comunque al disopra della media nazionale. Questi dati possono indicare che l Aso ha mantenuto una buona qualità di assistenza per questa patologia tenuto anche conto del fatto che la Provincia di Alessandria ha una popolazione molto anziana con conseguente maggior rischio di mortalità. Riammissioni ospedaliere a 30 giorni dalla dimissione per ricovero per S.C. Il dato della riammissione a 30 giorni per S.C. viene fornito aggregato per tutta la Provincia di Alessandria (comprendendo quindi anche gli altri ospedali della provincia) e risulta sovrapponibile alla media nazionale del 14,7%. Anche se la percentuale risulta lievemente superiore rispetto alle province di Torino, Cuneo e

10 Novara tale differenza non risulta significativa nonostante la considerazione già esplicitata della elevata anzianità della popolazione della nostra provincia. Ospedalizzazione per S.C. Anche il dato del tasso di ospedalizzazione per S.C. viene fornito aggregato per tutta la Provincia di Alessandria (comprendendo quindi anche gli altri ospedali della provincia) e risulta alto (5,68%) rispetto a quello della media nazionale (3,75%). Questo dato non può essere imputato solo alla presenza di una popolazione molto anziana ma una carenza di misure territoriali efficaci per un trattamento dello scompenso cardiaco alternativo al regime di ricovero sia a livello territoriale che ospedaliero. In sintesi gli elevati volumi di ricovero per l anno 2014 insieme ad un incremento del trend di ricoveri rispetto agli anni precedenti ha visto un ottima capacità di risposta della nostra A.O. alla incrementata domanda di ricoveri per S.C. Il mantenimento di una mortalità a 30 giorni dalla dimissione per S.C. al disotto della media nazionale indica che il nostro Ospedale ha mantenuto una buona qualità di assistenza per questa patologia tenuto anche conto del fatto che la Provincia di Alessandria ha una popolazione molto anziana con conseguente maggior rischio di mortalità. Invece i dati aggregati (Provincia di Alessandria) di riammissione a 30 giorni dalla dimissione, rimasti ancora entro la media nazionale, ed il tasso di ospedalizzazione per S.C., che si trovano molto al di sopra della media nazionale, insieme ad un trend di volumi di ricovero per questa patologia in incremento dal 2011 al 2014 stanno ad indicare una mancanza di misure territoriali efficaci per un trattamento dello scompenso cardiaco alternativo al regime di ricovero anche in relazione alle carenze di risorse disponibili in quei periodi dove venivano applicati i piani di rientro delle Aziende sanitarie della provincia. Pertanto è auspicabile che vengano sviluppati maggior volumi di assistenza per questa patologia in regime di cure diurne e l applicazione del PDTA per lo S.C. all interno della rete assistenziale della nostra Provincia.

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