DOCUMENTO TECNICO DTP 04 Prodotti vegetali agricoli ed agroalimentari ottenuti con Tecniche di Difesa Integrata

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1 Pag. 1 di 12 DOCUMENTO TECNICO Prodotti vegetali agricoli ed agroalimentari ottenuti con CCPB SRL Bologna Italy Via J. Barozzi, 8 tel. 051/ fax 051/ ccpb@ccpb.it Redatto il Verificato il Approvato il Autorizzato all emissione Documento precedentemente redatto, verificato ed approvato dal Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici, ed adottato senza nessuna modifica nei contenuti da CCPB SRL con decisione della CdC del Da: Amministratore Unico

2 Pag. 2 di 12 Sommario 1. INTRODUZIONE SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE VALORE AGGIUNTO RIFERIMENTI NORMATIVI DEFINIZIONI REQUISITI OGGETTO DELLA CERTIFICAZIONE Requisiti di Prodotto Requisiti del sistema di gestione per la qualità Requisiti generali Responsabilità della Direzione Controllo dei documenti e delle registrazioni Approvvigionamenti Identificazione e rintracciabilità Gestione del prodotto non conforme Gestione delle non conformità Azioni correttive e preventive Addestramento Reclami Verifica ispettiva interna e riesame Requisiti dell azienda agricola Requisiti del produttore agricolo Requisiti della struttura aziendale Requisiti del Piano di Difesa Integrata Registrazioni Requisiti della gestione del prodotto e del processo in fase di post-raccolta Protezione post raccolta Stoccaggio, conservazione, trasformazione e confezionamento Piano di autocontrollo Piano dei controlli dell organismo di certificazione Piano delle verifiche ispettive in fase di valutazione iniziale e sorveglianza Piano delle prove di conformità del prodotto in fase di valutazione iniziale e sorveglianza Metodi di campionamento Metodiche utilizzate per le prove, valori di riferimento e tolleranze consentite... 12

3 Pag. 3 di INTRODUZIONE Nel settore agroalimentare molteplici sono le forme di produzione ecosostenibili. Fra queste la Difesa Integrata rappresenta senza dubbio uno fra i modelli più studiati e sperimentati che fin dagli anni 70 del secolo scorso ha saputo coniugare le esigenze quali-quantitative delle produzioni con quelle di ridurre al minimo indispensabile gli input esterni. Il termine Difesa Integrata deriva, infatti, dallo sforzo di integrazione che il sistema produttivo deve fare per combinare input chimici di sintesi con altri mezzi tecnici naturali a bassissimo impatto ambientale cercando di ridurre i primi allo stretto necessario e valorizzando le conoscenze che permettono la sostituzione dei primi con i secondi. La Difesa Integrata, inoltre, agli obiettivi produttivi coniuga l esigenza di rispettare e valorizzare gli equilibri ambientali e, di conseguenza, l ambiente in cui viene praticata. Essa contribuisce a minimizzare l impatto delle tecniche di protezione delle colture sfruttando a proprio favore il mantenimento e la creazione degli equilibri ambientali che sottendono la biodiversità quale obiettivo e strumento, al tempo stesso, per una produzione ecosostenibile. Di qui l esigenza e la volontà da parte del sistema produttivo di disporre di norme tecniche cui fare riferimento per l impostazione dei propri processi produttivi in un ottica di sistema di gestione della qualità e di affidare ad enti terzi il compito di verificare e certificare che il sistema produttivo e, soprattutto, i prodotti che ne derivano sono conformi al Documento Tecnico di riferimento e rispondenti ai requisiti stabiliti. Il presente Documento Tecnico prende in considerazione tutti gli aspetti legati alle tecniche di protezione delle colture adottate, sia nelle fasi di coltivazione agricola che in quelle post raccolta per giungere alla commercializzazione degli stessi. Inoltre il Documento Tecnico definisce i requisiti di processo, di prodotto, di sistema e di controllo che devono essere soddisfatti da coloro che richiedono la certificazione di conformità attraverso il rispetto di Disciplinari Tecnici redatti conformemente alla stessa. 2. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE Il Presente Documento Tecnico definisce i requisiti del prodotto agricolo ed agroalimentare ottenuto con tecniche di difesa integrata. 3. VALORE AGGIUNTO L adozione delle tecniche di Difesa Integrata consente alle aziende agricole di: valorizzare le risorse naturali ed i meccanismi di regolazione degli ecosistemi. La gestione corretta e l'utilizzazione prudente delle risorse naturali sono in grado di sostituire apporti di prodotti fitosanitari. Il minor ricorso a agrofarmaci riduce l'inquinamento e razionalizza costi di produzione migliorando l'economia globale dell'azienda. assicurare un maggiore rispetto ambientale. La qualità non consiste solo nelle caratteristiche interne o esterne del prodotto, ma soprattutto nei metodi di produzione basati sull'uso preferenziale di tecnologie durevoli e rispettose dell'ambiente (la conservazione e il miglioramento della fertilità del suolo, l'incremento della diversità ambientale, la lotta biologica alle avversità delle colture,) e sul ricorso limitato e giudizioso a prodotti chimici di sintesi. ridurre le fonti attuali di inquinamento agricolo dell'ambiente. L applicazione di tecniche di lotta integrata può favorire, inoltre, una riduzione, rispetto al residuo massimo ammesso per legge, del residuo di fitofarmaci sul prodotto finito. 4. RIFERIMENTI NORMATIVI Regolamento (CE) n. 1698/2005 del Consiglio del 20 settembre 2005 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). Disciplinari di Difesa Integrata approvati ed emanati dalle Regioni e/o Province autonome; Regolamenti CE 852/2004 e 853/2004;

4 Pag. 4 di DEFINIZIONI Partita da campionare Campione elementare Campione globale Campione finale Campione di laboratorio Con questo termine si intende un lotto omogeneo dal punto di vista sanitario (stesso calendario dei trattamenti) presente in campo o presso il centro di lavorazione e riferito alla stessa azienda e alla stessa specie. Campione prelevato da un singolo punto della partita (confezione) o da un singolo punto di un appezzamento (pianta). Insieme dei campioni elementari prelevati da una stessa partita o da uno stesso appezzamento. Campione globale, o parte rappresentativa del campione globale, ottenuta mediante riduzione di quest ultimo secondo la regola dei quarti contrapposti. Campione costituito da una aliquota del campione finale. 6. REQUISITI OGGETTO DELLA CERTIFICAZIONE 6.1. Requisiti di Prodotto I prodotti oggetto di certificazione possono contenere esclusivamente residui di agrofarmaci ammessi dal Disciplinare di Difesa Integrata Requisiti del sistema di gestione per la qualità Requisiti generali L organizzazione deve predisporre un Disciplinare Tecnico che soddisfi i requisiti del presente Documento Tecnico. Il Disciplinare Tecnico deve essere approvato dall Organismo di Certificazione e rispettato in ogni sua parte dall Organizzazione ai fini del rilascio ed il mantenimento della certificazione. Lo stesso deve essere corredato di un Disciplinare di Difesa Integrata redatto conformemente al punto del presente Documento Tecnico. Nel caso in cui l Organizzazione richiedente sia un azienda agricola che non condiziona il prodotto oggetto di certificazione o che lo condiziona direttamente in campo, il Disciplinare Tecnico deve soddisfare i seguenti punti del presente Documento Tecnico: 6.2.5, 6.2.6, 6.3.1, 6.3.2, 6.4 e 6.5. Nel caso in cui l Organizzazione richiedente acquisisca materia prima, semilavorato e/o prodotto certificato in base al presente Documento Tecnico, il Disciplinare Tecnico deve essere redatto solo ed esclusivamente in relazione ai processi ed ai prodotti direttamente gestiti dall Organizzazione Responsabilità della Direzione L Organizzazione deve assicurare che le responsabilità e le autorità siano definite e rese note nell ambito dell organizzazione, attraverso la definizione della struttura organizzativa, indicando responsabilità, autorità, interrelazioni e rapporti di collaborazione tra coloro (personale) che contribuiscono alla realizzazione del prodotto oggetto di certificazione. Qualora l organizzazione affidi all esterno processi che abbiano effetti sulla conformità del prodotto ai requisiti oggetto della certificazione, essa deve assicurare il controllo di tali processi, definendone le modalità Controllo dei documenti e delle registrazioni Le registrazioni devono rimanere leggibili, facilmente identificabili e rintracciabili. I tempi minimi di conservazione dei documenti, anche superati, sono pari a tre anni Approvvigionamenti L organizzazione deve assicurare che i prodotti approvvigionati siano conformi ai requisiti di certificazione. L organizzazione deve qualificare i fornitori/subfornitori in base alla loro capacità di fornire prodotti conformi a quanto stabilito dal presente Documento Tecnico. Le registrazioni di tali controlli e di tutte le azioni da essi scaturite devono essere conservate. L Organizzazione deve predisporre e mantenere aggiornato l elenco dei fornitori qualificati di materie prime e/o semilavorati ottenuti in conformità al presente documento Tecnico. Il piano di approvvigionamento può essere aggiornato fino al momento dell inizio della raccolta delle materie prime utilizzate dall Organizzazione per l ottenimento del prodotto oggetto di certificazione. Date le caratteristiche del processo produttivo agricolo, l Organizzazione è tenuta a stilare fin dall inizio della campagna produttiva un piano di approvvigionamento che contenga tutte le informazioni successivamente

5 Pag. 5 di 12 elencate per ogni fornitore che si impegna a rispettare quanto previsto nel Disciplinare Tecnico e nel Disciplinare di Difesa Integrata ad esso allegato. L Organizzazione deve richiedere al fornitore qualificato la sottoscrizione di un accordo di fornitura che includa: l impegno ad applicare nella propria azienda, o nelle aziende agricole collegate, le indicazioni tecniche presenti nel Disciplinare Tecnico e nel Disciplinare di Difesa Integrata allegato; l impegno a registrare, o far registrare quanto previsto nel Disciplinare Tecnico e nel Disciplinare di Difesa Integrata; l impegno a permettere la visione all Organizzazione o all Organismo di Certificazione in qualsiasi momento della suddetta documentazione; l impegno a predisporre il piano di approvvigionamento riportando le indicazioni necessarie a seconda che si tratti di un azienda agricola oppure di un condizionatore/trasformatore; l impegno a comunicare all Organizzazione eventuali variazioni sostanziali delle quantità di produzione previste ad inizio della produzione o all inizio della campagna produttiva; il nominativo del referente per ogni singolo fornitore e del tecnico/i di campagna nel caso di fornitori o subfornitori che siano aziende agricole; l impegno a porre in atto tutte le misure necessarie per evitare la commistione e/o la contaminazione delle materie prime e/o dei prodotti inseriti nel piano di approvvigionamento ed oggetto di certificazione di conformità; il permesso di libero accesso alla/e struttura/e aziendale/i coinvolte nella gestione del prodotto nonchè a quelle delle aziende agricole collegate ed il prelievo di campioni di prodotto, di parti di pianta, di terreno e di mezzi tecnici intermedi da parte di tecnici della Organizzazione richiedente o dell Organismo di Certificazione. In relazione ai prodotti integrati oggetto di certificazione, l Organizzazione deve indicare: quali materie prime vengono acquistate ed acquisite e da quali fornitori; quali sono i metodi adottati per garantire il soddisfacimento degli approvvigionamenti. Le materie prime possono provenire da: aziende agricole; fornitori che condizionano e/o trasformano, anche parzialmente, il prodotto. In funzione della differente tipologia dei fornitori, è prevista l adozione di piani di controllo distinti. L Organizzazione deve predisporre un elenco delle aziende fornitrici di materie prime e/o di semilavorati dalle quali intende approvvigionarsi indicando almeno: la ragione sociale del fornitore; l indirizzo, compreso quello degli stabilimenti di lavorazione; i prodotti che si intendono acquistare od acquisire; il periodo in cui viene gestito il prodotto. Deve inoltre essere predisposta per ogni tipo di materia prima (specie o varietà o gruppo varietale) un Piano di approvvigionamento che indichi almeno: il fornitore (azienda agricola); la località; superficie appezzamento/i, per varietà; materia prima (specie, varietà o gruppo varietale); produzione prevista; periodo presumibile di raccolta. Nel caso in cui il fornitore fosse un centro di condizionamento o una industria di trasformazione, tali informazioni devono riguardare anche i loro sub fornitori e, quindi, dovranno essere redatti analoghi piani di approvvigionamento per ogni fornitore condizionatore e/o trasformatore. L Organizzazione deve distribuire in modo controllato ai fornitori e ai subfornitori il/i Disciplinare/i di Difesa Integrata che intende applicare, approvato/i dal Comitato Tecnico-Scientifico di CCPB. Qualora l Organizzazione si approvvigioni di materie prime, semilavorati e/o prodotti certificati in base al presente Documento Tecnico, il Disciplinare Tecnico non deve necessariamente riportare il piano di

6 Pag. 6 di 12 approvvigionamento e l Organizzazione deve avere i certificati di prodotto rilasciati dall Organismo di certificazione e le dichiarazioni di conformità dei fornitori Identificazione e rintracciabilità L organizzazione deve identificare i prodotti (materie prime, semilavorati, prodotti finiti) e le modalità di identificazione lungo tutte le fasi della filiera al fine di prevenire possibili commistioni e/o contaminazioni derivanti da prodotti non conformi al presente Documento Tecnico. Nella fasi di condizionamento e/o trasformazione dei prodotti ottenuti in conformità al presente Documento Tecnico, l organizzazione deve identificare e rintracciare i prodotti trasformati provenienti da materie prime ottenute conformemente al presente Documento Tecnico. Nello specifico l organizzazione è tenuta a gestire i processi adottati ed i prodotti manipolati dandone evidenza, in modo tale da evitare miscelazioni e/o contaminazioni attraverso una separazione spaziale e/o temporale dei processi in ogni singola fase di trasformazione ed uno stoccaggio dei prodotti oggetto del presente Documento Tecnico (materie prime, semilavorati e/o prodotti finiti) Gestione del prodotto non conforme L organizzazione deve assicurare che i prodotti non conformi al presente Documento Tecnico in attesa di esito di conformità siano identificati, segregati e tenuti sotto controllo al fine di evitare il loro involontario utilizzo o consegna. Deve essere definita una procedura documentata che precisa la responsabilità/autorità, le modalità e conseguenti registrazioni inerenti la gestione dei prodotti non conformi ai requisiti di prodotto stabiliti dal presente Documento tecnico. Il fornitore deve informare l organizzazione in relazione alla fornitura di prodotto non conforme al presente Documento Tecnico Gestione delle non conformità L organizzazione deve indicare come vengono gestite le non conformità rilevate durante le attività legate alla produzione ed alla commercializzazione dei prodotti oggetto del presente Documento Tecnico. La documentazione deve includere le azioni che devono essere intraprese a seguito di risultati non conformi dei controlli, monitoraggi e prove previste nel presente Documento Tecnico Azioni correttive e preventive L organizzazione deve indicare le modalità di registrazione, le modalità di attuazione ed esito delle azioni correttive e preventive individuando il tipo di intervento, le responsabilità dell esecuzione dell intervento, la tempistica, la verifica dell efficacia e la responsabilità della stessa Addestramento Il personale dell organizzazione interessata, che può avere influenza sul sistema di Difesa Integrata, deve essere opportunamente addestrato, sensibilizzato e coinvolto al fine di assicurare una corretta attuazione del sistema stesso. Il personale deve essere reso consapevole dell importanza della propria funzione e delle conseguenze del proprio comportamento Reclami L organizzazione deve avere una procedura per la registrazione e la gestione dei reclami Verifica ispettiva interna e riesame L organizzazione deve effettuare ad intervalli pianificati, almeno ogni 12 mesi, verifiche ispettive interne al fine di valutare l efficacia del sistema di gestione dei prodotti da Difesa Integrata realizzato. Tale verifica deve essere realizzata da personale indipendente rispetto all attività verificata ed estesa a tutto il sistema attuato. L efficacia del sistema di gestione dei prodotti da Difesa Integrata e la relativa documentazione deve essere verificata, quando richiesto, con il coinvolgimento del personale interessato ogni qualvolta si verifichino cambiamenti nelle attività o nel prodotto. In base agli esiti della verifica ispettiva interna, dell autocontrollo, degli eventuali reclami e non conformità, l organizzazione è tenuta ad effettuare un riesame del sistema finalizzato al mantenimento della conformità Requisiti dell azienda agricola Requisiti del produttore agricolo Il produttore agricolo, sia esso direttamente coinvolto o risulti essere fornitore, deve essere professionalmente preparato negli aspetti connessi al metodo della Difesa Integrata così come definita nel presente Documento Tecnico e partecipi ad incontri di formazione ed aggiornamento o iniziative equivalenti predisposte dall organizzazione o da enti ed istituzioni appositamente a ciò preposti. Qualora il produttore non dimostri di avere un esperienza minima triennale o non sia in possesso di almeno uno dei seguenti titoli di studio: diploma di perito agrario o agrotecnico, laurea in scienze agrarie e/o equipollenti, lo stesso deve essere assistito da un tecnico agrario che abbia almeno i titoli poc anzi citati per il produttore agricolo.

7 Pag. 7 di Requisiti della struttura aziendale Nella stessa unità produttiva, la medesima varietà non può essere coltivata adottando metodi di difesa contemporaneamente in modo convenzionale e secondo il presente Documento Tecnico. Gli appezzamenti devono essere sufficientemente accorpati e riconoscibili; fra appezzamenti coltivati secondo il presente Documento Tecnico e quelli contigui condotti secondo metodi convenzionali, vi deve essere una distanza sufficiente o la presenza di barriere tali da evitare rischi di contaminazione dovuti ad effetto deriva causato da interventi eseguiti sulle colture contigue Requisiti del Piano di Difesa Integrata Deve essere definito un Piano di Difesa Integrata, in cui riportare, per ogni coltura, almeno l elenco delle principali avversità, i criteri di intervento, le sostanze attive, gli ausiliari, le loro dosi e le eventuali limitazioni d uso per esempio il numero di trattamenti e le epoche di intervento - con le eventuali annotazioni. La protezione delle colture deve essere attuata impiegando, nella minore quantità possibile gli agrofarmaci a minor impatto verso l uomo, gli animali e l ambiente, scelti fra quelli aventi caratteristiche di efficacia sufficienti ad ottenere la difesa delle produzioni a livelli economicamente accettabili e tenendo conto della loro persistenza. Le strategie di protezione devono essere scelte fra quelle predisposte dall Autorità Pubblica, ove disponibili, ai fini dell applicazione degli interventi di difesa integrata. Il ricorso agli agrofarmaci di sintesi è limitato ai casi dove non siano disponibili alternative agronomiche o biologiche efficaci ed economicamente sostenibili. Gli interventi fitoiatrici devono essere giustificati in funzione della stima del rischio di danno e la valutazione del rischio avviene sulla base di adeguati sistemi di accertamento e monitoraggio che dipendono dalle variabili bio-epidemiologiche e dalla pericolosità degli agenti dannosi. La valutazione del momento ottimale dipende dalla natura e dalle caratteristiche dell avversità da contrastare. Gli interventi fitoiatrici comprendono la difesa dai fitofagi, la difesa dalle malattie e la difesa dagli infestanti. I criteri da prendere in considerazione per la difesa dai fitofagi sono i seguenti: Individuazione per ciascuna coltura sia dei fitofagi più pericolosi che di quelli di minore importanza Valutazione della soglia economica di intervento per ciascun fitofago Valutazione della presenza di antagonisti e loro rapporto con il fitofago Individuazione del momento ottimale di intervento in base a: - andamento delle infestazioni - stadio di sviluppo della specie dannosa e suo grado di pericolosità - presenza di più specie dannose - caratteristiche delle sostanze attive, loro efficacia e meccanismo d azione in relazione agli stadi di sviluppo dei fitofagi - andamento meteorologico e previsioni climatiche. I criteri per la difesa dalle malattie: la pericolosità di alcune malattie rende quasi sempre impossibile subordinare il trattamento all accertamento dei sintomi macroscopici dell avversità ed obbliga alla messa in atto di valutazioni previsionali. Diversi sono quindi gli approcci sulla base dei quali si possono impostare i programmi di difesa: Modelli previsionali: alcuni stimano il livello di rischio ed altri il momento ottimale per l esecuzione dell intervento anticrittogamico. Valutazioni previsionali empiriche: meno puntuali ma sempre imperniate sull influenza che l andamento climatico esercita sull evoluzione della maggior parte delle malattie. Accertamento dei sintomi delle malattie: adottabile per i patogeni caratterizzati da un azione dannosa limitata e non troppo repentina. I criteri da prendere in considerazione per il controllo delle infestanti sono i seguenti: Previsione delle infestanti prevalenti: importante per impostare strategie di diserbo in pre semina e pre emergenza sulla base di osservazioni fatte nelle annate precedenti nella medesima area. Valutazione delle infestanti prevalenti effettivamente presenti per i trattamenti di post emergenza. La scelta e l applicazione dei mezzi di intervento non devono tenere conto solo degli aspetti fitoiatrici ed economici, ma anche dei possibili effetti negativi sull uomo e sugli ecosistemi Selezione dei mezzi di difesa Nella selezione dei mezzi di difesa devono essere privilegiati i seguenti aspetti:

8 Pag. 8 di 12 Scelta di varietà resistenti o tolleranti alle principali avversità e delle varietà maggiormente competitive nei confronti degli infestanti Utilizzazione di materiale di propagazione sano Adozione di pratiche agronomiche in grado di creare condizioni sfavorevoli agli organismi dannosi Mezzi fisici (per esempio solarizzazione, pacciamatura) Mezzi biotecnici (per esempio antagonisti, attrattivi) Agrofarmaci a basso impatto ambientale (per esempio i prodotti per la difesa contemplati nel Reg. CEE 2092/91 a condizione che siano autorizzati dall autorità competente) Per quanto riguarda gli agrofarmaci, la loro selezione ha lo scopo di minimizzare i rischi per la salute dell uomo e dell agroecosistema tenendo conto dell efficacia nei confronti delle avversità e della selettività nei confronti della coltura. I parametri da considerare per raggiungere questo scopo sono i seguenti: tossicità mobilità nel suolo selettività nei confronti degli antagonisti utili, nonché sui pronubi persistenza nell ambiente residualità sulla coltura ed in particolare sulla parte edule insorgenza di resistenza da parte dell avversità trattata. Si deve limitare il ricorso a prodotti molto tossici, tossici, nocivi e le sostanze per le quali sono previste frasi di rischio connesse alla tossicità cronica Distribuzione degli agrofarmaci L azienda agricola deve mantenere le attrezzature di distribuzione in uno stato di funzionamento efficiente e sottoporle a manutenzione annuale. Si raccomanda l utilizzo di attrezzature che prevengano l effetto deriva, per esempio ricorrendo ad ugelli antideriva. L attrezzatura deve essere accuratamente bonificata in ogni sua parte ogniqualvolta ci sia il rischio di possibili contaminazioni con sostanze attive non autorizzate o non ammesse dal piano di difesa. Non è permesso il ricorso a mezzi aerei Registrazioni Presso l azienda agricola devono essere mantenute le registrazioni relative ai trattamenti fitosanitari, così come stabilito dalla normativa vigente (es. quaderno di campagna). Relativamente alle operazioni di vendita dei prodotti oggetto di certificazione di conformità ogni azienda agricola deve conservare ed archiviare le informazioni relative alla vendita desumibili dalle fatture e dai documenti di trasporto. Le registrazioni devono essere leggibili e conservate per almeno 3 anni, fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente Requisiti della gestione del prodotto e del processo in fase di post-raccolta Protezione post raccolta La scelta del sistema di protezione da adottare nella fase post raccolta si riconduce a quanto descritto nel punto Deve essere definito un piano di protezione in cui riportare, per ogni coltura, l elenco delle principali avversità, i criteri di intervento, le sostanze attive e, le loro dosi massime, gli intervalli di sicurezza eventualmente maggiorati e le eventuali limitazioni d uso con le eventuali annotazioni. I lotti di prodotto trattato in post raccolta devono essere chiaramente identificati, al fine di mantenere la rintracciabilità, riportando durante la fase di conservazione le informazioni relative ai trattamenti subiti Stoccaggio, conservazione, trasformazione e confezionamento L Organizzazione deve garantire che in caso di linee parallele di produzione, ovvero di presenza contemporanea di processi produttivi certificati conformemente al presente Documento Tecnico e non, sia evitato qualsiasi rischio di commistione e/o contaminazione mediante la separazione spaziale e/o temporale tra i due processi in ogni singola fase produttiva e mediante un adeguata pulizia e bonifica delle aree e delle attrezzature utilizzate. Le modalità di gestione, le responsabilità, le tecniche adottate le eventuali registrazioni e i documenti di supporto devono essere riportati nel Disciplinare Tecnico. Tutti i processi devono essere gestiti in modo tale da prevenire qualsiasi rischio di potenziale contaminazione chimica del prodotto.

9 Pag. 9 di Piano di autocontrollo L organizzazione è tenuta ad attuare un piano di autocontrollo teso a verificare la corretta applicazione del presente Documento Tecnico. L efficacia del piano di autocontrollo deve essere verificata annualmente. Il Piano di Autocontrollo deve essere esteso a tutte le organizzazioni coinvolte e fasi del processo considerate, e deve stabilire per ogni requisito: Le misure preventive; I limiti di accettabilità o conformità; Le azioni di controllo (monitoraggio); La frequenza dei controlli; La responsabilità dei controlli; Le azioni correttive; Le registrazioni del controllo Piano dei controlli dell organismo di certificazione Piano delle verifiche ispettive in fase di valutazione iniziale e sorveglianza. Le verifiche di cui al presente capitolo sono da intendersi per singolo prodotto oggetto di certificazione ed i requisiti minimi sono elencati nelle seguenti tabelle. Struttura da verificare Luogo da verificare Campione Frequenza Tipo di verifica Azienda agricola richiedente o licenziataria la certificazione Gruppo di aziende agricole richiedente la certificazione Aziende agricole fornitrici e/o subfornitrici di prodotto Azienda agricola - 1/anno Azienda agricola n* Annua Azienda agricola n* Annua Iniziale e sorveglianza Iniziale e di Sorveglianza Iniziale e di Sorveglianza Stabilimenti alimentari di produzione dell Organizzazione Richiedente/Fornitore Stabilimenti alimentari - 1/anno Iniziale e di Sorveglianza Stabilimenti alimentari intermedi Stabilimenti alimentari n Annua Iniziale e di Sorveglianza * Il relativo valore n può anche essere determinato, in alternativa e a scelta dell organismo di certificazione, ponendo n =n, con n dato dalla seguente espressione: dove: n = 1/ D D 1 [ 1 ( 1 a) ] N 2 N = numero totale di siti di produzione primaria (omogenei) compreso nella filiera D = 0.1N a = livello di confidenza N 1000 a = < N < 999 a = 0.85 N 500 a = 0.75 In sede di sorveglianza annuale, viene verificato almeno il 60 % di n. L approssimazione dei valori numerici ottenuti con decimali deve essere fatta per eccesso qualora il primo decimale sia superiore o uguale a 5 o per difetto qualora sia inferiore a 5.

10 Pag. 10 di Piano delle prove di conformità del prodotto in fase di valutazione iniziale e sorveglianza. CCPB predispone per ogni Organizzazione un piano delle prove di conformità del prodotto che contiene le indicazioni relative a: Numero di campioni da prelevare e sottoporre ad analisi, stabilendo il numero di campioni da prelevare durante la verifica iniziale ed il numero di campioni da prelevare durante l attività di sorveglianza; Luoghi di prelievo: Matrici da prelevare; Laboratorio di prova per l esecuzione della medesima; Responsabile dell esecuzione del campionamento. Il piano delle prove di conformità viene predisposto tenendo in considerazione: La criticità del prodotto per il quale viene richiesta la certificazione; Le modalità di ottenimento del prodotto contenute nel disciplinare di produzione integrata; Le caratteristiche peculiari dell areale produttivo; Il piano dei controlli programmato ed eseguito dall Organizzazione; La quantità di prodotto per il quale si chiede la certificazione; Il numero dei fornitori di materia prima; Particolari condizioni fitosanitarie delle colture; Il grado di probabilità di contaminazione; I risultati delle prove eseguite sui prodotti dall Organizzazione. Le aziende su cui effettuare il campionamento per l esecuzione delle prove di conformità viene scelto in base ai seguenti criteri: L estensione dell azienda subfornitrice e del fornitore; I risultati delle attività di verifica precedentemente svolte. Il piano delle prove di conformità di cui al presente capitolo è da intendersi per singolo prodotto oggetto di certificazione ed i suoi requisiti minimi sono elencati nelle seguenti tabelle: VERIFICA INIZIALE N minimo campioni da prelevare 50% delle aziende agricole visitate Luoghi di prelievo Azienda agricola (sulla pianta o dopo la raccolta) Matrici da prelevare Prodotto fresco Ricerche analitiche da effettuare Multiresiduale (all occorrenza ricerche specifiche) 1 campione per ogni stabilimento alimentare intermedio al momento della verifica Stabilimento alimentare intermedio Prodotto fresco e/o semilavorato Multiresiduale (all occorrenza ricerche specifiche) 1 campione per ogni stabilimento alimentare dell Organizzazione al momento della verifica Stabilimento alimentare dell Organizzazione Prodotto finito Multiresiduale (all occorrenza ricerche specifiche)

11 Pag. 11 di 12 VERIFICA DI SORVEGLIANZA N minimo campioni da Luoghi di prelievo prelevare 33 % delle aziende agricole visitate Azienda agricola (sulla pianta o dopo la raccolta) Matrici da prelevare Prodotto fresco Ricerche analitiche da effettuare Multiresiduale (all occorrenza ricerche specifiche) 50% degli stabilimenti alimentari intermedio al momento della verifica Stabilimento alimentare intermedio Prodotto fresco e/o semilavorato Multiresiduale (all occorrenza ricerche specifiche) 50% degli stabilimenti alimentari dell Organizzazione al momento della verifica Stabilimento alimentare dell Organizzazione Prodotto finito Multiresiduale (all occorrenza ricerche specifiche) I requisiti minimi del piano sopra definito presumono il completo rispetto da parte dell Organizzazione dei requisiti relativi al Piano dei Controlli di conformità contenuti nel precedente paragrafo del presente Documento Tecnico. Qualora il numero delle prove sul prodotto oggetto di certificazione eseguite dall Organizzazione non raggiungesse il minimo previsto, CCPB provvede ad eseguire il numero delle prove a carico dell Organizzazione per raggiungere il livello di conformità previsto. Il Piano delle Prove di conformità è incluso nel Piano di Valutazione/Sorveglianza emesso da CCPB e trasmesso in copia all Organizzazione al Responsabile del Gruppo di Verifica Ispettiva ed alla Commissione di Certificazione Metodi di campionamento Per quanto riguarda le modalità di esecuzione del prelievo dei campioni di prodotto negli stabilimenti alimentari e nei centri di raccolta si fa riferimento a quanto stabilito dalla normativa vigente. Per quanto riguarda il campionamento per il controllo dei residui degli agrofarmaci, non esistendo una metodica ufficiale, si sono adattate a questo scopo le disposizioni del Regolamento CE n. 1148/2001 e successive modificazioni (Reg.CE 2379/2001 e 408/2003) e quelle del DM del 20/12/80, pubblicato sulla G.U. N. 8 del 09/01/81, inerenti il campionamento di partite uniformi e già confezionate. In ogni partita da campionare si devono eseguire più campioni elementari seguendo per il campionamento metodologie uniformi e statisticamente rappresentative. Nel caso di campionamento su prodotto confezionato si seguiranno le indicazioni riportate nella normativa per il controllo dei residui, mentre nel caso di campionamento in campo si adotterà uno dei seguenti metodi: campionamento a croce metodo del quadrato latino blocco randomizzato. Il numero di campioni globali da effettuare deve essere stimato in base o al quantitativo di merce che costituisce la partita, o alla superficie dell appezzamento da controllare. Per quanto riguarda le partite confezionate si rimanda alla già citata normativa, mentre per i controlli in campo il numero minimo di campioni globali da realizzare sarà basato sulla superficie dei singoli appezzamenti che costituiscono le partite. Ogni campione globale dovrà essere composto da un minimo di 5 ad un massimo di 10 campioni elementari, prelevati sull intera zona da campionare in base alla metodologia prescelta. Ogni campione elementare dovrà contenere un eguale numero di unità di pezzatura e caratteristiche uniformi. Durante il campionamento in campo, si dovrà aver cura di evitare prelievi in porzioni non omogenee della zona da controllare (file esterne, vicinanze a manufatti, prossimità di fossi, ecc.) che possano interferire sulla distribuzione durante gli interventi fitoiatrici. I campioni elementari saranno poi riuniti in un campione globale. Il campione globale deve essere suddiviso in tre aliquote; una viene lasciata al richiedente/licenziatario, una inviata al Laboratorio di prova e la terza conservata dall Organismo di Certificazione come controcampione. Nel nostro caso il campione globale potrà corrispondere a quello finale e sarà costituito da almeno 30 unità (o da un numero inferiore se il peso complessivo supera 1 kg).

12 Pag. 12 di 12 Nel corso del campionamento e della preparazione dei campioni il tecnico dovrà prendere tutte le precauzioni atte ad evitare ogni modifica che possa influire sul contenuto e sulla degradazione dei residui. Ciascun campione dovrà pertanto essere posto in un contenitore pulito ed inerte, che assicuri un adeguata protezione dai danni del trasporto fino al momento dell analisi che dovrà avvenire in tempi più possibile ravvicinati rispetto al momento del prelievo. Il contenitore deve poi essere etichettato ed accompagnato da una modulistica di identificazione Metodiche utilizzate per le prove, valori di riferimento e tolleranze consentite I laboratori di prova, nell esecuzione delle prove, devono riferirsi al tipo di matrice analizzata ed essere accreditati alla Norma UNI EN ISO/IEC 17025, per le prove commissionate. Tipo di prova di conformità Multiresiduale Multiresiduale Ricerche specifiche Ricerche specifiche Tipologia dei principi attivi ricercati Principi attivi ammessi dal Piano di Difesa Integrata Principi attivi non ammessi dal Piano di Difesa Integrata Principi attivi ammessi dal Piano di Difesa Integrata Principi attivi non ammessi dal Piano di Difesa Integrata Valori di riferimento Residuo Massimo Ammesso dalla legislazione vigente Limite di determinazione analitico Residuo Massimo Ammesso dalla legislazione vigente Limite di determinazione analitico Tolleranze consentite Nessuna 0,01 ppm oltre il limite di determinazione analitico Nessuna 0,01 ppm oltre il limite di determinazione analitico CCPB, in caso di esito non conforme (superamento delle tolleranze consentite) delle prove di conformità comunica al Richiedente il risultato e propone di sottoporre a prova la quota del campione di prodotto in possesso del Richiedente stesso, presso il laboratorio di riferimento del fornitore indicato all atto della domanda di certificazione. In caso di discordanza tra i risultati di laboratorio del Richiedente e del CCPB, le parti medesime si accordano di scegliere un laboratorio accreditato secondo la norma UNI EN ISO/IEC nell ambito del sistema di mutuo riconoscimento per quella prova, diverso da quelli precedentemente utilizzati, il cui risultato analitico verrà accettato da entrambe le parti. Qualora il richiedente non sottoponga la sua quota di campione ad analisi, o il risultato non conforme del CCPB fosse confermato dalla seconda prova, si procede come previsto nel quadro sanzionatorio di CCPB.

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