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1 L Irepa Onlus, Istituto di ricerche economiche per la pesca e l acquacoltura, è un organizzazione non lucrativa di utilità sociale, dotata di personalità giuridica, ed opera in convenzione con l Università di Salerno. È stata fondata nel 1982 con lo scopo di promuovere lo sviluppo della ricerca economica del settore e di svolgere attività di assistenza in favore degli enti pubblici deputati alla gestione delle risorse ittiche e dell acquacoltura. L Irepa Onlus, ente aderente al SISTAN, è responsabile della produzione statistica della pesca i- taliana nel quadro delle attività promosse dal MIPAAF ed è inserito nel Programma Statistico Nazionale dell ISTAT. L istituto svolge un intensa attività a carattere internazionale, sia nel quadro dei programmi di ricerca in collaborazione con altri istituti europei, sia contribuendo alla realizzazione dei programmi di sviluppo in altri paesi. IREPA Onlus, Via S. Leonardo 73, Salerno tel. 089/ fax 089/ irepa@irepa.org - sito web Le pubblicazioni Irepa si propongono quale strumento di diffusione ed informazione per quanti operano nel campo dell economia e della gestione della pesca. Esse accolgono i contributi che l Irepa, autonomamente o in collaborazione con altre sedi di studio e di ricerca, produce nell ambito delle sue attività istituzionali. L obiettivo che l Irepa intende perseguire mediante la realizzazione di queste iniziative editoriali risponde, pertanto, all esigenza di soddisfare la domanda d informazione e documentazione economica e statistica inerente il settore della pesca. È con questo spirito che l Irepa si rivolge ad un pubblico più ampio di quello degli specialisti di settore partecipando i risultati di un impegno che, avviato nei primi anni 80, vede oggi il coinvolgimento di un numero considerevole di enti di studio e ricerca operanti in ambito comunitario ed internazionale. Dal continuo scambio di esperienze e collaborazioni maturate in ambiti disciplinari ed in aree geografiche diversificate, ci auguriamo possa derivare quel processo di continuo arricchimento cui, in ultima analisi, tende questa proposta culturale. Il presente rapporto è realizzato nell ambito del progetto di indagine campionaria per la produzione delle statistiche della pesca in Italia, con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali - Direzione Generale della Pesca Marittima e dell Acquacoltura ed Unione Europea - DG Mare - Reg. n 1198/06 FEP.

2 Irepa Onlus OSSERVATORIO ECONOMICO SULLE STRUTTURE PRODUTTIVE DELLA PESCA MARITTIMA IN ITALIA 2009

3 Indice Introduzione pag Il quadro macroeconomico» 9 2. L andamento dello di pesca» Caratteristiche strutturali della flotta da pesca» L attività di pesca» Gli occupati nel settore della pesca marittima» La produzione della pesca nel Mediterraneo» La produzione per specie» I prezzi alla produzione» La produzione per sistemi di pesca» La redditività delle imprese ittiche» La pesca nel sistema economico nazionale» Il conto economico del comparto ittico» La redditività delle imprese ittiche» 41 Appendici A. Statistiche nazionali» 43 B. Statistiche regionali» 67 5

4 Introduzione Il settore ittico sta attraversando un periodo di transizione da collegare alle nuove politiche gestionali proposte in ambito nazionale e soprattutto comunitario e al delinearsi di nuovi scenari organizzativi che riguardano, in particolar modo, le fasi di vendita e commercializzazione del pescato. Per quanto riguarda il primo aspetto, nel corso del 2010, è entrato pienamente in vigore il Reg.(CE) n.1967/2006 relativo alle misure di gestione per lo sfruttamento sostenibile delle risorse della pesca nel mar Mediterraneo; molte delle restrizioni e delle modifiche introdotte dal regolamento mediterraneo in vigore dal 2006 risultavano, infatti, in deroga transitoria sino al 1 giugno Le misure tecniche previste dal Regolamento produrranno, nel breve periodo, un impatto diretto sulla struttura produttiva nazionale in quanto prevedono l adeguamento della dimensione delle maglie per le reti trainate e le reti a circuizione, il divieto di pesca di diversi organismi marini al di sotto di una taglia minima, la pesca in habitat protetti e in zone di pesca protette. Numerose saranno, inoltre, le restrizioni dettate dal Regolamento mediterraneo che, di fatto, produrranno effetti diretti ed immediati sul segmento del piccolo strascico dell alto Adriatico che, in base all attuale regolamentazione nazionale, pescava entro le tre miglia in presenza di specifica autorizzazione, sulla piccola pesca autorizzata alla pesca speciale e sperimentale del bianchetto, del rossetto e del cicerello con la sciabica da natante, con circuizione senza chiusura e con lo strascico e sulle draghe idrauliche e i rastrelli da natante del Tirreno per la pesca di molluschi bivalvi entro le 0,3 miglia dalla costa. Tutte queste tipologie di pesca, in mancanza di deroghe specifiche, non potranno più essere praticate dal 1 giugno 2010 nonostante si tratti molto spesso di tecniche di pesca tradizionali, legate ad usi locali e socialmente ed economicamente importanti per alcune marinerie italiane. A ciò si aggiunge, l approvazione, alla fine del 2009, del Regolamento 1224/2009 che istituisce un regime di controllo comunitario per garantire il rispetto delle norme della politica comune della pesca; le misure previste dal presente regolamento sono intese ad istituire un regime comunitario di controllo, ispezione ed esecuzione dotato di un approccio globale e integrato conformemente al principio di proporzionalità, volto a garantire il rispetto di tutte le norme della politica comune della pesca al fine di consentire lo sfruttamento sostenibile delle risorse acquatiche viventi nell ambito di una strategia politica globale; il Regolamento introduce, con gradualità, una serie di adempimenti ed oneri aggiuntivi alle imprese ittiche al fine di permettere la piena attuazione delle norme previste. In questo scenario si inseriscono le nuove dinamiche commerciali rappresentate essenzialmente da una domanda stabile, dall aumento delle quote di mercato da parte di canali commerciali alternativi a quelli tradizionali, quali la Grande Distribuzione Organizzata, e da una crescita costante della dipendenza dalle importazioni. Tali tendenze spingono il settore a organizzarsi e promuovere nuovi modelli gestionali basati sulla concentrazione delle vendite, sulla tracciabilità del prodotto, sul miglioramento degli standard qualitativi. 7

5 Osservatorio Nazionale 2009 Alla fine di questo periodo di cruciali cambiamenti, dunque, nel settore ittico nazionale potrebbero acuirsi le differenze già presenti nel tessuto produttivo che vedono contrapposte, da un lato, la pesca a carattere maggiormente industriale in grado adeguarsi ai nuovi scenari e, dall altra, la pesca artigianale, costituita dalle piccole imbarcazioni a conduzione spesso familiare che recepisce passivamente tali mutamenti e che maggiormente ne risentirà dal punto di vista occupazionale e reddituale. L analisi degli indicatori di produzione e delle principali componenti del conto economico per il 2009 evidenziano una leggera ripresa rispetto al 2008, anno particolarmente negativo per il settore a causa dell impennata dei prezzi dei prodotti petroliferi; nonostante ciò, i primi dati riferiti al 2010 denunciano una situazione di forte crisi per alcuni comparti quali lo strascico che opera in Adriatico. Al fine di cogliere le tendenze in atto nel settore ittico, il XVIII Rapporto dell Osservatorio Economico IREPA sulle strutture produttive della pesca marittima in Italia presenta i risultati conseguiti dal settore peschereccio nazionale nel corso del 2009 con l obiettivo di focalizzare l attenzione sui principali andamenti del settore sia a livello nazionale sia a livello regionale, articolati per segmenti di pesca. I dati presentati in questo rapporto rappresentano una sintesi delle informazioni statistiche elaborate dall Irepa, nell ambito del Programma Statistico Nazionale e realizzate con il contributo del Mipaaf. Come di consueto, la presentazione dei risultati è articolata su due livelli; dapprima sono riportate le informazioni statistiche a livello nazionale in modo da fornire un quadro d insieme del settore; di seguito, vengono presentate le statistiche regionali, utili strumenti operativi per un analisi puntuale della realtà produttiva locale. 8

6 Capitolo 1 Il quadro macroeconomico 1. Il quadro macroeconomico Nel 2009, la produzione ittica complessiva ha presentato un inversione di tendenza rispetto all anno precedente, con un aumento della produzione (+7%) e del fatturato (+9%). Il positivo andamento dei quantitativi prodotti è da attribuire al comparto della pesca in mare che, dopo un anno di forte crisi (nel 2008, gli sbarchi erano diminuiti del 18% rispetto all anno precedente), torna a salire sulle 242 mila tonnellate. I livelli produttivi registrati per le attività di allevamento 1 hanno subito un calo a partire dal 2008, dovuto essenzialmente alla crisi che ha colpito il comparto della mitilicoltura. Per quanto riguarda la pesca nel Mediterraneo, la crescita dei livelli produttivi è da porre in relazione alla ripresa dell attività della flotta che segna il ritorno su livelli standard dopo la consistente riduzione dell attività registrata nel 2008 e generata dall aumento del prezzo del carburante; nonostante tale incremento, la produttività media giornaliera non è aumentata rispetto ai due anni precedenti. Stabili i prezzi alla produzione; nel periodo , i prezzi dei prodotti ittici erano cresciuti a ritmi più o meno sostenuti permettendo di recuperare le perdite derivanti da cali di produzione o di compensare, anche se solo parzialmente, gli aumenti dei costi operativi; negli ultimi tre anni, al contrario, i prezzi alla produzione non sono aumentati, penalizzando i ricavi del comparto. Sul fronte della domanda interna, dopo una lunga fase di stagnazione che ha caratterizzato i consumi di prodotti ittici negli ultimi anni, nel 2009, si è registrato un lieve aumento con un consumo pro-capite che passa dai 19,2 kg del 2008 ai 19,6 kg del 2009; in termini complessivi, i consumi apparenti sono cresciuti, nell ultimo anno del 3% in quantità, ma solo dello 0,9% in valore. Nel 2009, gli scambi commerciali con l'estero dei prodotti ittici hanno confermato la posizione deficitaria del nostro paese nei confronti dei mercati stranieri. I conti della bilancia commerciale del settore ittico si sono chiusi nel 2009 con un passivo di 3,1 miliardi di euro, facendo registrare un peggioramento del 2% rispetto all anno precedente. In termini di quantità, la situazione non si è discostata molto da quella descritta per il valore. Infatti, nonostante le esportazioni siano cresciute rispetto al 2008, in concomitanza dell intensificarsi delle importazioni di prodotti ittici, il disavanzo è peggiorato nel 2009, raggiungendo quasi 780 mila tonnellate. In valore, al contrario, le importazioni sono diminuite di circa il 2,5% come conseguenza della sensibile crescita delle uscite per i prodotti freschi e la flessione degli esborsi per i trasformati. 1 I dati statistici riferiti alla produzione in quantità e valore dell acquacoltura sono di fonte Unimar che fornisce i dati ufficiali nazionali per tale comparto. In mancanza dei dati relativi al 2009, per la predisposizione del quadro macroeconomico riferito a 2009, sono stati riproposti i dati dell anno precedente. 9

7 Osservatorio Nazionale 2009 Tab La produzione ittica in Italia Catture (t) Pesca marittima Pesca nel Mediterraneo (a) Pesca oceanica (b) Acquacoltura (c) Totale produzione Ricavi (mln ) Pesca marittima Pesca nel Mediterraneo (a) Pesca oceanica (b) ,05 Acquacoltura (c) Totale produzione Prezzi medi Pesca marittima 4,93 4,87 4,96 ( /kg) Pesca nel Mediterraneo (a) 5,00 5,00 5,04 Pesca oceanica (b) 2,91 2,20 2,76 Acquacoltura (c) 3,21 2,95 2,95 Totale produzione 4,25 4,08 4,17 Fonte: a) Irepa; b) Istat; c) Unimar (per il 2009, in mancanza del dato annuale è stato riportato lo stesso dato del 2008) Tab I principali indicatori economici del settore ittico italiano ( ) Volume Valore Migliaia di tonnellate Milioni di euro Produzione interna (a) Import (b)* Export (b)* Saldo commerciale Movimento Consumi apparenti Consumo pro-capite (kg) 19,2 19,6 - - Saldo normalizzato (%) -50,3-51,3-50,2-54,3 Propensione all'import (%) 77,9 77,3 77,8 75,2 Propensione all'export (%) 34,0 33,1 33,6 29,6 Tasso di autoapprovvigionamento (%) 33,5 33,9 33,4 35,2 *Sono escluse le importazioni e le esportazioni di oli e grassi, farine e altri prodotti non destinati all'alimentazione umana. a) Irepa, Unimar, Istat. b) Istat. Fonte: Elaborazione Irepa su fonti diverse 10

8 Capitolo 1 Il quadro macroeconomico Graf. 1.1 Produzione interna e bilancia commerciale dei prodotti ittici nel 2009 Pesca mediterranea Pesca oceanica t mln t 23 mln Pesca marittima t mln Acquacoltura t 466 mln Produzione ittica totale t mln Import t mln Export t 494 mln Consumo interno totale t mln Consumo pro capite annuo 19,6 kg 11

9 Capitolo 2 L andamento dello di pesca 2. L andamento dello di pesca 2.1 Caratteristiche strutturali della flotta da pesca La flotta da pesca nazionale iscritta nell Archivio Licenze di Pesca a dicembre 2009 è composta da battelli per un tonnellaggio complessivo di Gt ed una potenza motore di kw. Questi totali comprendono sia i battelli che operano oltre gli stretti sia le imbarcazioni temporaneamente in disarmo; entrambe queste categorie sono escluse dall analisi che segue che, invece, è focalizzata sui natanti che svolgono la loro attività all interno delle acque mediterranee battelli, GT e kw - nelle acque costiere che circondano la penisola italiana. Tab Composizione della flotta peschereccia italiana, 2009 N. battelli Gt kw Flotta mediterranea Flotta oceanica Flotta temporaneamente inattiva Totale Anche nel corso dell ultimo anno, si è confermata la tendenza al progressivo ridimensionamento della flotta che caratterizza il settore ormai da un decennio e che risponde alle richieste della Commissione Europea in tema di sostenibilità; in termini percentuali, le variazioni sono state pari a circa l 1% per tutte le variabili considerate. Dall esame della flotta per sistemi di pesca si evidenzia che i due principali segmenti della flotta italiana sono quello della piccola pesca costiera, con imbarcazioni fino a 12 metri che utilizzano attrezzi passivi e il segmento dei pescherecci a strascico. Il primo comprende imbarcazioni, per un tonnellaggio complessivo di poco più di tonnellate lorde e il secondo è composto da battelli per un Gt di oltre 113 mila unità. Insieme i due segmenti rappresentano poco meno del 90% dei battelli e i ¾ del tonnellaggio dell intera struttura produttiva nazionale. Seguono le draghe idrauliche, con 700 imbarcazioni, mentre meno numerosi sono i polivalenti passivi (491 unità), i battelli a circuizione (310), i palangari (192) e le imbarcazioni armate a volante (134). 13

10 Osservatorio Nazionale 2009 Graf Andamento della capacità di pesca, anno base 2004=100 Tab Caratteristiche tecniche della flotta peschereccia italiana per sistemi di pesca, 2009 valori assoluti e incidenza percentuale Sistemi N. battelli Inc. % GT Inc. % kw Inc. % Strascico , , ,9 Volante 134 1, , ,4 Circuizione 310 2, , ,6 Draghe idrauliche 700 5, , ,9 Piccola pesca , , ,3 Polivalenti passivi 491 3, , ,3 Palangari 192 1, , ,5 Totale , , ,0 2.2 L attività di pesca L attività di pesca della flotta nazionale è stata pari, nel corso dell anno, a giorni totali equivalenti ad una media per battello di 133 giorni. Rispetto al precedente anno si è registrata una netta ripresa dell attività della flotta nazionale che è aumentata del 13%, pari, in valore assoluto, a circa 15 giorni per battello. Dopo la consistente riduzione dell attività registrata nel 2008 e generata dall aumento del prezzo del carburante, il 2009 ha segnato il ritorno su livelli standard di attività; dall andamento mensile dei giorni medi di pesca, si evidenzia che l aumento dell attività media si è concentrato soprattutto nel periodo primaverileestivo, nei mesi successivi, invece l attività si è mantenuta sugli stessi livelli degli anni precedenti molto probabilmente a causa dell instabilità dei prezzi petroliferi che nella seconda parte dell anno sono tornati a crescere. 14

11 Capitolo 2 L andamento dello di pesca Graf Giorni medi di attività per sistemi di pesca, Tab Giorni medi di attività per sistemi di pesca, var% Sistemi 09/08 Strascico Volante Circuizione Draghe idrauliche Piccola pesca Polivalenti passivi Palangari Totale Passando a valutazioni meno aggregate si può osservare che la tendenza all incremento dei giorni è comune a tutti i sistemi di pesca con l unica eccezione delle draghe idrauliche. L attività media della flotta operante in prevalenza con reti da traino con divergenti e rapido, si è attestata sui 159 giorni per battello contro i 147 giorni del 2008 ed i 160 di media per gli anni dal 2004 al Tra le aree più importanti per la pesca a strascico, particolarmente consistente è stata la variazione registrata dai natanti dell area pugliese che, nel corso del 2009, hanno effettuato una consistente espansione dell attività (+20%); tale incremento è andato al di là del recupero rispetto al 2008 attestandosi su valori medi di 182 giorni per battello che costituiscono il picco negli ultimi sei anni. Molto debole, invece, l incremento dell attività dei battelli localizzati a Mazara del Vallo che costituiscono il polo principale della pesca italiana, sia in termini strutturali in quanto rappresentano il 20% del tonnellaggio complessivo del sistema a strascico, sia sotto il profilo produttivo in quanto contribuiscono con l 8% al volume degli sbarchi e con l 11% al valore dei ricavi. La flotta a strascico di Mazara del Vallo effettua uscite della durata di 15/20 giorni per raggiungere le aree di pesca localizzate a notevole distanza dalle coste nazionali, al limite delle acque territoriali libiche, tunisine e nel caso della pesca del gambero di profondità, anche nell Egeo e verso l Egitto. 15

12 Osservatorio Nazionale 2009 Nel corso del 2009, l attività del segmento si è mantenuta sui livelli del 2008, al di sotto dei dati registrati fino al 2007: i giorni di pesca per natante si sono attestati a 184 contro i 207 effettuati in media tra il 2004 ed il In effetti, una quota di imprese di questo segmento ha subito significative perdite economiche nel corso del 2008 e ciò ha avuto consistenti riflessi negativi nel 2009 limitando le capacità operative o, in casi limite, costringendo all inattività numerose unità produttive. I battelli armati a volante hanno riportato un rilevante aumento dei giorni di pesca passando dai 124 ai 161 giorni/battello e raggiungendo il livello più elevato di attività degli ultimi quattro anni. Meno consistente, ma pur sempre sostenuto, l incremento registrato per i battelli armati a circuizione che hanno pescato in media per 101 giorni contro gli 83 del precedente anno; in ogni caso, l attività di pesca del 2009 si è attestata su livelli inferiori a quelli registrati negli anni precedenti. L attività delle draghe idrauliche è stata pari a 87 giorni ed ha toccato il livello più basso degli ultimi sei anni; in termini percentuali il calo è quantificabile in -17 %. La motivazione sottostante il pesante rallentamento dei giorni di pesca è da ricercare nel fatto che molte delle aree interessate hanno registrato una riduzione della consistenza dei banchi di vongole o la presenza di prodotto sottomisura che non era possibile pescare; al contrario, invece, l attività dei battelli della OP Fasolari si è svolta normalmente. L attività delle vongolare viene gestita in ambito compartimentale dai Consorzi che decidono i livelli di attività e quelli di produzione in funzione delle condizioni della risorsa e del mercato; nel dettaglio emerge che soltanto a Manfredonia si è registrata una crescita dell attività media dai 68 giorni del 2008 ai 106 del 2009 che sono in linea con i 107 del 2007 e i 100 giorni del Forte calo nei compartimenti marchigiani con i due Consorzi di Ancona i cui battelli hanno dimezzato il livello di attività, e in Veneto, dove la marineria di Chioggia ha segnato una flessione di oltre il 35% e l attività media si è attestata a 82 giorni contro i 130 degli anni precedenti; a Caorle (VE) si sono registrati 60 giorni di pesca, in linea con il 2008 (55) mentre nei precedenti 4 anni la media è stata pari a 121 giorni. In numerosi compartimenti, la riduzione del livello di attività è stata accompagnata anche dal contenimento del prelievo giornaliero, fanno eccezione soltanto Pescara (+11%) ed Ancona (+26%). Per quanto riguarda le poche imbarcazioni operative lungo il versante tirrenico si registra un leggerissimo aumento dei giorni di attività per i battelli laziali e un consistente calo per i natanti campani. Anche le imbarcazioni della piccola pesca sono state caratterizzate da un discreto incremento (17%) dei giorni di pesca che sono passati da 111 a 130, con una crescita in valore assoluto pari a 19 giorni di pesca in più. In alcune aree l incremento registrato è stato di gran lunga superiore: nel caso delle Marche e della Sardegna, ad esempio, l attività della flotta è aumenta di 1/3 per un equivalente pari rispettivamente a 41 e 36 giorni in più; andamento positivo anche per la flotta emiliana, toscana, veneta e siciliana i cui battelli hanno registrato un aumento di oltre 20 giorni di pesca. Anche per la flotta di dimensioni superiori ai 12 metri di lft che esercita l attività di pesca con l ausilio di attrezzi passivi si è registrata una variazione positiva dell attività media che si è attestata sui 135 giorni contro i 123 del precedente anno. Sostanzialmente stabili, invece, i giorni di pesca rilevati per i palangari che nel corso dell anno hanno pescato mediamente per 126 giorni. Come conseguenza della aumento del livello di attività, anche lo di pesca1 ha registrato un incremento pari nel complesso a +5% (tab. 2.5); in controtendenza lo di pesca esercitato dalla draghe idrauliche (-21%) e dai palangari (-14,6%). 1 Lo di pesca esprime sinteticamente l impiego dei fattori produttivi utilizzati nella cattura di specie marine. Sulla base delle indicazioni comunitarie (Reg. CE 2091/1998) lo di pesca è calcolato moltiplicando una misura di capacità media (GT) per i giorni di pesca. 16

13 Capitolo 2 L andamento dello di pesca Tab Andamento dell'attività per compartimenti, draghe idrauliche, giorni medi Var% Compartimento /08 Pescara Ortona Napoli Ravenna Rimini Monfalcone Monfalcone fasolari Roma Ancona Civitanova marche Pesaro San Benedetto del Tronto Molfetta Manfredonia Chioggia Chioggia fasolari Venezia Venezia fasolari Termoli Totale Sistemi Tab Sforzo di pesca per sistemi di pesca var% 09/08 GT*giorni di pesca medi in mln Strascico 21,8 22,5 21,6 20,5 17,6 18,4 4,5 Volante 1,4 1,4 1,6 1,7 1,5 1,7 12,6 Circuizione 1,6 1,6 1,5 1,5 1,2 1,5 19,2 Draghe idrauliche 0,9 0,8 0,9 1,1 1,0 0,8-21,2 Piccola pesca 2,3 2,2 2,5 2,2 1,9 2,2 11,0 Polivalenti passivi 0,6 0,6 0,7 0,7 0,8 0,8 9,4 Palangari 2,0 1,8 1,6 1,2 1,0 0,9-14,6 Totale 31,4 31,5 30,5 29,0 25,1 26,4 5,0 2.3 Gli occupati nel settore della pesca marittima Nel corso del 2009, il numero di occupati nel settore peschereccio nazionale è stato pari a unità. La distribuzione dell equipaggio in base ai sistemi di pesca evidenzia che strascico e piccola pesca sono tra quelli che impiegano più forze lavoro (9.021 unità il primo e il secondo), pari in totale al 78% del totale nazionale. Volanti e draghe idrauliche contribuiscono ciascuno a dare occupazione a circa pescatori professionali ed, infine, la flotta che utilizza attrezzi passivi assorbe in totale circa 14 mila occupati. 17

14 Osservatorio Nazionale 2009 Rispetto all anno precedente gli occupati sono diminuiti del 2% che equivale in valore assoluto a circa 600 imbarcati in meno; ampliando l orizzonte temporale si evidenzia che tra il 2004 e il 2009, il settore peschereccio ha perso circa unità con un decremento medio annuo del 17%. All origine del negativo trend occupazionale del settore vi sono almeno due fattori concomitanti; il primo è rappresentato dalla costante diminuzione dello di pesca, il secondo è rappresentato dalla riduzione della produttività fisica ed economica delle imbarcazioni che ha pregiudicato, anche a seguito dell aumento dei costi di produzione, le condizioni economiche delle imprese di pesca e quindi dei lavoratori. A tal proposito basti considerare che il costo del lavoro per addetto annuo, che corrisponde al compenso lordo percepito dall equipaggio, evidenzia rispetto al 2004, una riduzione di oltre il 20% sia su base annua sia mensile. Tab Gli occupati per sistemi di pesca Sistemi var% 09/04 Strascico Volante Circuizione Draghe idrauliche Piccola pesca Polivalenti passivi Palangari Totale

15 Capitolo 3 La produzione della pesca nel Mediterraneo 3. La produzione della pesca nel Mediterraneo Nel 2009, la produzione della flotta peschereccia italiana che opera nel Mediterraneo è stata di tonnellate per un fatturato di milioni di euro; i dati mostrano una ripresa rispetto ai livelli produttivi del 2008 che, a causa dei bassi livelli di attività dovuti all impennata del prezzo dei prodotti petroliferi, è stato un anno particolarmente negativo per l industria ittica; nonostante ciò, sia le catture sia i ricavi confermano il ridimensionamento produttivo a cui è sottoposto il comparto dal 2000 ad oggi; le quantità sbarcate nel 2009 risultano, infatti, il 12% in meno rispetto al 2007, al pari dei ricavi. La ripresa che ha contraddistinto il comparto nel 2009 ha interessato tutti i segmenti produttivi ad eccezione delle draghe idrauliche e, in minor misura dei palangari; gli strascicanti con una produzione in aumento del 5,6%, hanno parzialmente recuperato il calo subito nel I prezzi alla produzione, dopo le crescite registrate tra 2004 e 2006, sono stabili su una media di 5,00 /kg. Negli ultimi tre anni, nonostante l altalenante andamento dell offerta, la componente recessiva dei consumi interni ed una diversa composizione del pescato, che ha visto una maggiore incidenza di specie meno pregiate (quali pesce azzurro) su quelle a maggiore valore unitario (naselli e gamberi), hanno determinato un livello dei prezzi alla produzione stazionario. Graf Andamento delle catture e dei ricavi, flotta nazionale, tonnellate milioni di Catture Ricavi 500 Il trend appena descritto presenta caratteri comuni a tutte le regioni in quanto la ripresa dei livelli produttivi ha interessato con intensità diverse tutte le aree; nello specifico, aumenti molto consistenti sono stati registrati in Sicilia e in Toscana grazie ai buoni rendimenti della circuizione; cali nelle catture complessive hanno, invece, interessato alcune regioni adriatiche (in particolare, Molise e Marche) a causa dei bassi livelli produttivi delle draghe idrauliche. 19

16 Osservatorio Nazionale 2009 Nonostante la crescita dei livelli produttivi, la perfomance media (catture annue e giornaliere per singolo battello) non ha presentato analoghi incrementi; infatti, le catture giornaliere hanno raggiunto il livello più basso nel periodo , mentre quelle annue per battello, pari a 17,5 ton., sono risultate superiori soltanto a quelle del 2008 (16 kg ton.), ma nettamente inferiori a quelle realizzate tra 2004 e 2007, con una punta di circa 20 ton. realizzata nel Tab Indicatori di produzione, flotta nazionale, Valori assoluti Catture (t) Ricavi (mln ) 1.379, , , , , ,96 Prezzi ( /kg) 4,79 5,17 5,23 5,00 5,00 5,04 Valori medi per battello e giornalieri Catt./batt. (t) 18,5 17,8 19,9 19,4 16,1 17,5 Catt./giorni (kg) 130,7 132,6 144,1 147,7 136,3 131,4 Ricavi/batt. (000 ) 88,43 92,03 104,21 97,3 80,5 88,3 Ricavi/giorni ( ) 625,65 686,01 753,73 738,8 681,3 662,0 Tab Catture, ricavi e prezzi per sistemi di pesca, 2009, valori assoluti e variazione % Catture (tonn.) Ricavi (mln ) Prezzi ( /kg) Sistemi 2009 Var.% 2009 Var.% 2009 Var.% Strascico ,6 585,64 6,6 6,88 1,0 Volante ,7 50,51 12,1 1,26-1,6 Circuizione ,0 71,80-2,1 1,96-21,1 Draghe idrauliche ,7 63,39-3,1 3,22 32,2 Piccola pesca ,0 302,59 17,1 7,88 0,1 Polivalenti passivi ,3 67,62 54,9 7,12-50,4 Palangari ,4 37,41-20,1 8,21-2,0 Totale , ,96 8,9 5,04 0,7 3.1 La produzione per specie La composizione del pescato, come nei precedenti anni, vede prevalere le acciughe con una produzione di circa 54 mila tonnellate, pari al 23,5% del volume complessivo sbarcato, con una crescita del 21% rispetto al 2008; seguono le vongole con tonnellate, il 7,5% del totale in forte calo rispetto al 2008 (7.600 tonnellate meno); tuttavia, il calo dell offerta ha favorito il rialzo del prezzo aumentato del 33% cosicché la flessione dei ricavi è stata contenuta in 8 punti percentuali. Tra le specie principali, si segnalano le sardine, la cui produzione ha superato le 15 mila tonnellate grazie ad un incremento del 27% rispetto al 2008, collocandosi al terzo posto e contribuendo con il 6,6% alle catture complessive; ai primi posti per livelli di cattura, si confermano il nasello con 12 mila tonnellate (il 5,2% del totale) e i gamberi bianchi con 9500 tonnellate (il 4,1% della produzione). Queste sei specie rappresentano il 51% del pescato totale nel 2009, mentre sono 21 le specie necessarie a raggiungere il 75%, tra cui pannocchie, triglie di fango, pesce spada, scampi, moscardini e gamberi rossi. 20

17 Capitolo 3 La produzione della pesca nel Mediterraneo Diversa l importanza dei prodotti se si considera il valore economico; il nasello con una quota del 7,8% del totale è la specie più importante, seguito dalle acciughe il cui contributo è pari al 7,5%; seguono le seppie, i gamberi bianchi, gli scampi e il pesce spada con quote oscillanti tra il 6,4 ed il 5,2%. Delle 130 specie rilevate nel corso dell anno, i 2/3 hanno registrato una variazione di segno positivo degli sbarchi; oltre le specie già menzionate, si segnalano i gamberi bianchi in aumento di 1300 tonnellate (+16%), il pesce spada con 570 tonnellate di variazione (+13%) e la sogliola con una crescita di 465 tonnellate (+28%). Tra le 14 specie demersali selezionate1 in base alla buona diffusione commerciale e ai sostenuti livelli degli sbarchi (rappresentano il 32% delle catture ed il 49% dei ricavi), si registra la consistente crescita dei gamberi rossi (22%) e dei gamberi bianchi (16%); in controtendenza il dato delle due specie di triglie che decresce di circa il 15%. Il volume complessivo degli sbarchi di queste specie è in aumento di quasi 2 punti ed il prezzo risulta in crescita del 3,7% rispetto al dato registrato nel Graf Le principali specie pescate per quantità e incidenza sul totale, 2009 Seppie Gamberi bianchi Naselli Sardine Vongole Acciughe 3,4% 5,1% 5,3% 5,3% 10,8% 22,9% Acciughe Vongole Sardine Naselli Gamberi bianchi o rosa Seppie Catture (ton) Graf Le principali specie pescate per ricavi e incidenza sul totale, 2009 Scampi Pesce spada Gamberi bianchi Seppie Acciughe Naselli 5,8% 6,1% 6,1% 6,3% 7,8% 8,0% Naselli Acciughe Seppie Gamberi bianchi Pesce spada Scampi Ricavi (mln ) 90,56 87,80 69,90 68,18 62,73 61,28 1 Le specie sono: gamberi bianchi, rossi e viola, pannocchie, scampi, calamari, moscardini, polpi, seppie, totani, naselli, rane pescatrici, sugarelli, triglie di scoglio e di fango. 21

18 Osservatorio Nazionale I prezzi alla produzione Nel corso del 2009, il livello dei prezzi alla produzione, pari a 5,04 /kg, è rimasto stabile rispetto ai due anni precedenti; se si escludono le acciughe e le vongole, il cui prezzo presenta una maggiore correlazione rispetto alle quantità pescate, per tutte le altre specie il livello dei prezzi si dimostra indipendente dall offerta che è sempre inferiore alla domanda di prodotti ittici soddisfatta solo per il 20% dal pescato nazionale. La stabilità dei prezzi alla produzione riferiti alla produzione complessiva è la risultante di andamenti contrapposti sia a livello regionale sia per sistemi di pesca. In relazione alle aree geografiche, si evidenziano andamenti discordanti con prezzi in aumento nell area adriatica e in calo lungo il litorale tirrenico e in Sicilia; in queste ultime aree, la maggiore incidenza nel pescato di pesce azzurro ha prodotto un calo del prezzo medio con punte del 27% in Toscana e del 24% in Campania; in diminuzione, anche il prezzo in Liguria (-12%), sebbene esso si confermi il più elevato a livello nazionale (8,92 /kg). Nelle regioni adriatiche, grazie al buon andamento del prezzo delle vongole, si registrano incrementi dei prezzi medi; nelle Marche, in particolare, si è passati da un prezzo medio di 3,75 /kg del 2008 ai 4,61 /kg del Per quanto riguarda i sistemi di pesca, al di là della crescita dei prezzi registrata per la produzione delle draghe idrauliche (+32%) e del calo della circuizione (-21%), non si sono registrate variazioni di rilievo. In particolare, per le draghe idrauliche è necessario sottolineare che l aumento di prezzo registrato nel corso dell anno segue quello registrato nel 2008 e rappresenta un parziale recupero rispetto al calo registrato nel corso del 2007 quando il prezzo è sceso a 2,06 euro/kg. Il dato registrato nel 2009, pari a 3,22 euro/kg rimane, comunque, inferiore al valore relativo al 2004 e al Il prezzo medio dello sbarcato della circuizione ha raggiunto, nel 2009, il valore più basso dal 2004, scendendo al di sotto dei 2,00 /kg; lo sbarcato assume oscillazioni di prezzo molto consistente da regione a regione in funzione dell apprezzamento del prodotto presso il mercato locale e della qualità del prodotto (taglia); nel 2009, tra le regioni più importanti per livelli produttivi si segnala la Toscana che a fronte di una produzione pari a tonnellate (il 17% delle catture complessive della circuizione nazionale) ha fatto registrate un prezzo medio di appena 0,91 /kg. Scendendo ad un maggior livello di dettaglio e prendendo in considerazione il gruppo delle 16 specie demersali selezionate per la buona diffusione commerciale 2, si evidenzia una sostanziale stabilità per 7 specie (sugarelli, gamberi rossi, polpi, rana pescatrice, naselli, triglie di fango e scampi), un aumento per moscardino muschiato (+6%), triglie di scoglio (+10%) e seppie (+13%) e una riduzione per calamari e totani rossi (-22%), moscardino bianco (-9%), pannocchie (-7%) e gamberi bianchi (-6%). 2 Le specie sono: gamberi bianchi, rossi e viola, pannocchie, scampi, calamari, moscardini, polpi, seppie, totani, naselli, rane pescatrici, sugarelli, triglie di scoglio e di fango. 22

19 Capitolo 3 La produzione della pesca nel Mediterraneo Tabella Prezzi per sistema di pesca ( /Kg), Sistemi Strascico 6,10 6,83 7,33 7,16 6,81 6,88 Volante 1,14 1,03 1,37 1,29 1,28 1,26 Circuizione 2,29 2,24 2,20 2,53 2,48 1,96 Draghe idrauliche 3,47 3,48 2,92 2,06 2,44 3,22 Piccola pesca 7,17 7,69 8,42 7,80 7,87 7,88 Polivalenti passivi 6,33 6,19 6,59 8,05 7,55 7,12 Palangari 8,95 8,59 8,03 8,79 8,38 8,21 Totale 4,79 5,17 5,23 5,00 5,00 5,04 Graf Andamento dei prezzi e delle catture, La produzione per sistemi di pesca Strascico La flotta operante in prevalenza con reti da traino con divergenti e rapido, composta da poco meno di 2700 motopesca, costituisce il nucleo principale della pesca italiana. Infatti, pur rappresentando il 20% del numero di battelli, concentra i 2/3 del tonnellaggio, il 37% del volume di prodotto sbarcato ed il 50% dei ricavi complessivi. Dall esame della ripartizione della flotta a strascico per classi dimensionali, emerge che la quota prevalente (53%) dei battelli si concentra tra i 12 e i 18 metri confermando la struttura artigianale e familiare del settore peschereccio italiano. In questo nucleo, si riscontra anche la quota prevalente degli sbarchi e dei ricavi, rispettivamente il 41% ed il 39%. I battelli con dimensioni comprese tra i 18 e i 24 metri costituiscono il 29% del totale ma concentrano la quota prevalente di tonnellaggio (40%) e contribuiscono con il 37% alle catture e ai ricavi. I motopesca dalle dimensioni > 24 metri e con caratteristiche gestionali più prossime alla pesca industriale, sono l 11% dell intera flotta a strascico e racchiudono il 36% del tonnellaggio contribuendo per il 19% alle quantità e con il 22% ai ricavi. 23

20 Osservatorio Nazionale 2009 Marginale la consistenza ed il contributo dei natanti inferiori ai 12 metri, che superano di poco le 200 unità. Nel corso del 2009, l attività media si è attestata sui 159 giorni per battello contro i 147 giorni del 2008 ed i 162 di media per gli anni dal 2004 al Il volume degli sbarchi è aumentato del 5,5%, pari a 4500 tonnellate. In chiaroscuro l andamento commerciale, dal momento che il prezzo resta fermo sui valori del 2008 e questo può essere considerato positivo tenuto conto dell incremento dell offerta. Tuttavia, il dato resta inferiore ai valori registrati nel 2006 e 2007, a testimoniare come ancora non siano stati superati la flessione dei consumi e della domanda conseguenze della crisi economica che ha investito l economia internazionale nel Anche dal punto di vista produttivo, sebbene il 2009 registra una inversione di tendenza rispetto al 2008, con una ripresa delle catture, rimangono lontani i livelli di catture e di ricavi realizzati dalla flotta a strascico prima del 2008; le catture annue per battello mostrano un peggioramento della produttività unitaria; nel 2009, un battello a strascico ha, in media, prelevato 31,8 ton. di prodotto a fronte delle 34 ton. del 2006 e del 2007; analogo andamento si registra per le catture giornaliere. Graf Catture della flotta a strascico ripartite per classi di LFT, anno 2009 L andamento nazionale viene confermato in tutte le aree di pesca. Particolarmente positivo il dato relativo all area adriatica pugliese, dove sbarchi e ricavi sono aumentati del 19%. Nelle regioni tirreniche, la produzione è mediamente aumentate del 10%, mentre, in Sicilia meridionale, la crescita è risultata più modesta (+2%). Il nasello si conferma come specie prevalente nella composizione del pescato della flotta a strascico con un volume di sbarcato prossimo alle 10 mila tonnellate che rappresenta l 82% degli sbarchi totali della specie. Area di produzione per eccellenza del nasello è tutta la fascia adriatica dove il volume di prodotto sbarcato supera le 6 mila tonnellate e in particolare nella GSA 18 la produzione degli ultimi due anni oscilla intorno alle 3500 tonnellate. Buon livello di produzione anche nella Sicilia meridionale con oltre 1500 tonnellate e nel nord Tirreno con 850 tonnellate. Dal confronto con il 2008, emerge una flessione di 6 punti localizzata nel nord adriatico dove il volume di nasello scende a 2500 tonnellate contro le 3 mila del

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