QUALITA DELL ARIA INTERNA E

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1 Impianti di Climatizzazione e Condizionamento QUALITA DELL ARIA INTERNA E SISTEMI DI FILTRAZIONE Prof. Cinzia Buratti

2 DEFINIZIONE INDOOR AIR QUALITY Standard 62/04 ASHRAE Per ambienti ad uso prevalentemente residenziale, la qualità dell aria interna è considerata accettabile quando in essa non sono presenti inquinanti in concentrazioni dannose, secondo quanto stabilito dalle autorità competenti e quando una notevole percentuale di persone ( 80%) non esprime insoddisfazione verso di essa. In generale, l aria deve essere percepita fresca e confortevole dagli occupanti, in modo da rendere minima la percentuale di insoddisfatti, e soprattutto devono essere trascurabili i rischi per la salute che derivano dalla sua respirazione. Implicazioni di carattere soggettivo

3 PRINCIPALI FONTI DI INQUINANTI ESTERNE INTERNE Fonti di inquinamento civili e industriali Traffico veicolare Impianti di riscaldamento Attività produttive Presenza di persone respirazione sudorazione Rilascio di particelle volatili materiali di costruzione componenti di arredo

4 PRINCIPALI FONTI DI INQUINANTI CLASSIFICAZIONE 1_Provenienza 2_Tipo 3_Effetti 1_Provenienza sostanze contaminanti ti prodotte all interno dell ambiente, dovute alla presenza di persone, a processi di combustione o ai materiali; sostanze contaminanti presenti nell aria esterna che confluiscono all interno attraverso i condotti di ventilazione o le aperture.

5 2_Tipo gas o vapori (CO, CO 2, SO X, NO X, VOC, ozono, radon, ammoniaca); inquinanti biologici (microrganismi, materiale organico); solidi, ulteriormente suddivisi in base al diametro in polveri ( < 5 µm) e fumi (diametro 0,1 1 µm); liquidi, distinguibili in nebbie e sospensioni. 3_Effetti inquinanti che producono sollecitazioni sensoriali (odori); inquinanti che producono sollecitazioni fisiologiche (mal di testa, affaticamento); inquinanti che producono sollecitazioni biologiche (irritazioni di occhi e mucose, allergie, effetti mutageni e carcinogeni).

6 Fanger ha proposto due unità di misura per la valutazione della qualità dell'aria interna e gli effetti della presenza di inquinanti sulle condizioni di benessere delle persone: l'olf eildecipol. L'olf (dal latino olfactus) è una grandezza che esprime la capacità inquinante di una sorgente: è definito come la quantità di bioeffluenti emessa da un soggetto che svolge attività sedentaria in condizioni di benessere termico, con uno standard igienico di 0.7 bagni/giorno. (Ogni altra sorgente inquinante può essere espressa in numero di olf che producono una sensazione equivalente). Il decipol (pol dal latino pollutio) è una grandezza che consente di quantificare la percezione degli inquinanti; è l'inquinamento percepito in presenza di un soggetto normale (1 olf) in un ambiente con ventilazione di 10 l/s di aria pulita.

7 Tab. 2.1: Sorgenti di inquinamento (olf). Sorgente olf Sorgente olf/m 2 di pavimento Persona seduta (1 met) 1 Fumatore mediamente 6 Persona in movimento (4 met) 5 Uffici 0.3 Persona in movimento (6 met) 11 Scuole Fumatore quando fuma 25 Sale conferenze 0.5 Tab. 2.2: Valori in decipol dell inquinamento dell aria percepito in alcune situazioni. Ambiente esterno Decipol Aria esterna, in montagna o al mare 0 Aria esterna, in città con aria poco inquinata 0.1 Aria esterna, in città, con aria molto inquinata i Ambiente interno Aria interna, in edifici salubri 1 Aria interna, in edifici insalubri 10 Pannelli in gesso 2.1 Sigillanti 3.0 Fumo da tabacco 14.4

8 Sindrome da edifici insalubri In numerosi edifici, i nonostante t la portata t di ventilazione i sia adeguata a purificare l'aria dagli inquinanti interni, ci sono elevate percentuali di persone che considerano la qualità dell'aria insoddisfacente. Ciò provoca una serie di disturbi quali sonnolenza, mal di testa, irritazione agli occhi e all'apparato respiratorio, ecc. Tale situazione è stata denominata Sick Building Syndrome (S.B.S.) e definita dalla O.M.S. come Building Sickness che si esprime attraverso sintomi di malessere generali e non specifici, accusati da persone situate in determinati ti edifici, i sintomi i che recedono poco dopo l'abbandono degli edifici stessi. Una significativa quota parte delle sostanze é introdotta per mezzo degli stessi sistemi di ventilazione: nei canali spesso transitano polveri, microrganismi, insetti, residui organici di vario tipo che, uniti all'umidità dell'aria, si annidano nei filtri dove si sviluppano funghi e batteri. L'aria che attraversa i filtri per poi essere distribuita in ambiente dà luogo a condizioni di malessere, anche se tutti i parametri termoigrometrici e di ventilazione assumono i valori ottimali.

9 Determinazione portata d aria di ventilazione Un appropriata ventilazione, meccanica o naturale, miscelando l aria interna ad un ambiente e realizzando un indispensabile ridistribuzione, permette di rimuovere e/o diluire i contaminanti generati e di ottenerne la qualità desiderata. CEN Ventilation of buildings - Design criteria for the indoor environment CR 1752 Propone due distinte procedure, che consentono rispettivamente di determinare la portata di ventilazione necessaria per il comfort e quella richiesta per minimizzare il potenziale di rischio di effetti indesiderati sulla salute. Il valore più alto tra i due viene scelto come dato di progetto.

10 A_Individuazione del livello di qualità dell aria interna desiderata Tab. 2.3: Qualità percepita dell aria interna. Categoria % di insoddisfatti (PPD) Qualità dell aria (decipol) Aria esterna (l/s olf) A, ottima qualità B, buona qualità C, scarsa qualità I valori si riferiscono alla prima impressione dei visitatori di un dato ambiente poiché, in pochi minuti, l organismo si adatta ai bioeffluenti umani. Il livello di qualità percepita dell aria interna (C i ), a partire dalla percentuale di insoddisfatti (PPD), può essere anche ricavato dalla seguente relazione di origine sperimentale (fig.2.1): C i = 112 [ ln( PPD) 5,98] 4 [decipol]

11 Fig. 2.1: Relazione tra la qualità percepita dell aria espressa in decipol e la g q p p p p percentuale di insoddisfatti.

12 B_Valutazione della qualità percepita dell aria esterna disponibile Tab. 2.4: Livelli di qualità dell aria esterna. Qualità percepita dell aria (decipol) CO 2 (mg/m 3 ) Inquinanti dell aria CO (mg/m 3 ) NO 2 (mg/m 3 ) SO 2 (mg/m 3 ) Al mare In città, buona qualità < In città, scarsa qualità > C_Valutazione del carico di inquinamento prodotto G tot = Gi [olf] Carico di inquinamento prodotto, valutato come somma dei contributi delle diverse sorgenti inquinanti presenti nell ambiente riportati nelle tabelle 2.5 e 2.6.

13 Tab. 2.5: Carico di inquinamento prodotto dagli occupanti. Sedentari, met 1 Carico prodotto (olf/persona) CO 2 (l/h persona) CO* (l/h persona) H 2 O** (g/h persona) fumatori 0% fumatori 20% * fumatori 40% * fumatori 100% * Esercizio fisico livello basso, 3 met livello medio, 6 met livello alto, 10 met (atleti) Bambini i Asilo, 3-6 anni, 2.7 met Scuola, anni, met * Derivato dal fumo di tabacco. ** Per individui prossimi alla neutralità termica. 1 1 met = 58 W/m2 di pelle, ovvero a circa 100 W per una persona media. 2 In media 1.2 sigarette/ora per fumatore, velocità di emissione pari a 44 ml CO/sigaretta.

14 Tab. 2.6: Carico inquinante prodotto dall edificio completo di mobili e sistemi di ventilazione. Edifici esistenti media Carico prodotto (olf/m 2 pav) range uffici scuole (aule) asili sale riunioni abitazioni 5 Edifici poco inquinanti: valori target Dati relativi a 24 edifici a uso ufficio con ventilazione meccanica. 2 Dati relativi a 6 scuole con ventilazione meccanica. 3 Dati relativi a 9 asili con ventilazione meccanica. 4 Dati relativi a 5 sale riunioni con ventilazione meccanica. 5 Dati relativi a 3 edifici uso abitazione con ventilazione naturale.

15 D_Valutazione dell efficienza di ventilazione (ε v ) Dipende dal sistema di ventilazione i adottato; t esistono due diversi i metodi di diffusione dell aria in ambiente: 1 a completo mescolamento completa diluizione degli inquinanti in ambiente aria immessa da bocchette con velocità notevolmente superiori a quelle ammesse nella zona occupata dalle persone (da 2 m/s a 12 m/s). Svantaggi: possibilità di correnti d aria aria, probabile corto circuitazione dell aria tra immissione ed estrazione, stagnazioni dell aria. 2 a perfetto dislocamento un fronte d aria che avanza da un lato verso l altro dell ambiente e la rimozione costante dei contaminanti durante il suo moto. La concentrazione degli inquinanti varia da un minimo nella zona di immissione ad un massimo nella zona di estrazione. Grandi portate d aria, che implica da un lato piccole differenze di temperatura tra aria immessa e aria ambiente e dall altro una velocità dell aria nella zona occupata dalle persone sicuramente superiore a quelle tradizionali (circa 0,5 m/s).

16 Efficienza di ventilazione (ε v ) ε v = C C e i C C s s dove: C e : concentrazione inquinanti nell'aria in uscita; C s : concentrazione inquinanti nell'aria in ingresso; C i : concentrazione inquinante nella zona occupata dalle persone (zona di respirazione). Nel caso di perfetta miscelazione tra aria ed inquinante il valore sarà pari a 1. Se la concentrazione dell'inquinante è minore nella zona di respirazione rispetto all'aria in uscita, si avrà un valore > 1, il che significa che si potrà avere il livello di qualità desiderato con un flusso di ricambio relativamente contenuto. Se, al contrario, la concentrazione dell'inquinante è minore nell'aria in uscita rispetto alla zona di respirazione, occorrerà un ricambio maggiore.

17 Tab. 2.7: Efficienza di ventilazione con tecniche diverse. Principio di ventilazione Differenza di temperatura tra l aria di immissione e l aria della zona di respirazione, t s-t i ( C) Efficienza di ventilazione Ventilazione per miscelazione < > < > Ventilazione per miscelazione > < Ventilazione a dislocamento

18 E_Determinazione del tasso di ventilazione necessario La capacità di rimozione (CR e ) di sostanze inquinanti da parte di una portata d aria esterna Q, caratterizzata da una concentrazione C 0, si esprime con: CR e = Q ( C C ) 0 [olf] i La capacità di rimozione (CR v ) delle sostanze inquinanti prodotte in ambiente da parte di un sistema di ventilazione, vale: CR (G è la portata di inquinante prodotta). v G = [olf] ε v Uguagliando le due quantità e considerando la definizione di decipol, la portata d aria esterna Q sarà data da: G 1 Q = 10 C i C ε [l/s] C i qualità dell aria interna di progetto; C 0 qualità dell aria (in decipol) a livello della presa esterna. 0 v

19 Tab. 2.8: Concentrazione massima ammissibile per sostanze inquinanti indoor. Sostanza Concentrazione Tempo massimo inquinante limite di esposizione Monossido di carbonio 100 mg/m 3 15 minuti 60 mg/m 3 30 minuti 30 mg/m 3 1 ora 10 mg/m 3 8ore Formaldeide 100 µg/m 3 30 minuti Piombo µg/m 3 1 anno Diossido di azoto Anidride solforosa 400 µg/m 3 1 ora 150 µg/m 3 24 ore 500 µg/m 3 10 minuti 350 µg/m 3 1 ora Vanadio 1 µg/m 3 24 ore

20 Determinazione portata d aria di ventilazione ASHRAE : Ventilation for Acceptable Indoor Air Quality Prevede due possibili procedure per la valutazione dei requisiti di ventilazione, entrambe basate sull approccio tradizionale della diluizione degli inquinanti tramite aria di ricambio esterna, che si differenziano per i diversi approcci utilizzati per la determinazione delle portate d aria di rinnovo: - procedura Ventilation Rate (approccio prescrittivo); - procedura Indoor Air Quality (approccio prestazionale).

21 Approccio prescrittivo La portata necessaria è determinata facendo riferimento ai dati riportati in tabella 2.9 per diverse destinazioni d uso; duso; si hanno a disposizione: portate d aria necessarie per persona G = G p N p (m 3 /h) G= portata totale (m 3 /h); G p = portata per persona (m 3 /h persona); N p = numero di persone. Nel caso in cui non risulta di facile determinazione il numero di persone si ricorre alla formula seguente con A = superficie dei locali in m 2 ; N p = G v A p v

22 portate d aria necessarie per unità di superficie G = G a A (m 3 /h) Tab. 2.9: Alcuni valori delle portate di ventilazione da rispettare nella zona occupata dalle persone. Ambiente G p G v G a m 3 /h *persona n persone/ m 2 m 3 /h* m 2 Aule scolastiche Laboratori informatici Ristoranti Camere da letto Uffici Banche Musei Discoteche Palestre sala aerobica Palestre sala pesi

23 Occorre inoltre considerare l efficienza di ventilazione: la portata d aria di ventilazione effettivamente necessaria (G tot ) è fornita da: G tot = G/ε v (m 3 /h) Tab. 2.10: Alcuni valori di efficienza di ventilazione all interno dell ambiente confinato. Sistema di distribuzione dell aria Mandata di aria calda dal pavimento e ripresa dal pavimento Mandata di aria calda dal pavimento e ripresa dal soffitto 0.7 Mandata di aria calda dal soffitto e ripresa dal pavimento 1.0 Mandata di aria calda (almeno 8 C superiore alla temperatura ambiente) dal soffitto e ripresa dal soffitto Note: 1.soffitto include ogni punto al di sopra della zona occupata dalle persone 2.pavimento include ogni punto al di sotto della zona occupata dalle persone ε v

24 Metodo prescrittivo empirico G tot = β V (m 3 /h) con: β = numero di ricambi/ora (h -1 ), variabile nell intervallo 0.5 2a seconda del grado di purezza richiesto; V = volume dell ambiente (m 3 ). Approccio prestazionale La procedura Indoor air quality è fondata sul controllo di specifici inquinanti, per i quali si presuppongono noti i tassi di emissione da parte dell edificio. Ha per obiettivo la determinazione i della quantità di aria esterna sufficiente i a diluire quella interna fino a raggiungere livelli di concentrazione, per prefissati inquinanti, inferiori ai limiti imposti.

25 SISTEMI DI FILTRAZIONE E PRINCIPI DI FUNZIONAMENTO Nel processo di filtrazione dell aria si deve considerare: -tipologia di inquinante da rimuovere; -forma; - dimensioni; -peso specifico delle particelle; - proprietà elettriche delle polveri; -velocità del flusso di aria. Esistono diversi meccanismi di filtrazione con efficienze differenti. I dispositivi per la depurazione dell aria possono essere inseriti all interno dei canali, oppure consistono in apparecchi indipendenti, da installare all interno dei locali o da appoggiare a terra o su ripiani.

26 Meccanismo di setaccio. Fig. 2.3: Esempio di filtro a sacco (Tiemmefc). Il flusso d aria attraversa le fibre del filtro: -le particelle solide con diametro maggiore della distanza tra le fibre che costituiscono il filtro sono arrestate; - le particelle più grossolane si fermano nei punti di intersezione delle fibre; - le particelle più minute si depositano lungo le fibre stesse per l azione di forze elementari di attrazione elettrostatica (effetto intercettazione). Il meccanismo di setaccio non è influenzato dalla velocità delle particelle ed è il più efficiente per quelle con dimensioni 5 μm; per le particelle tra μm, interviene il meccanismo di intercettazione. tt i

27 Il mezzo filtrante utilizza una carta filtro, costituita per il 95% di microfibre di vetro e per il 5% di leganti sintetici. Esempio di filtro a pieghe. L ampia pieghettatura fa sì che, per una velocità all ingresso che può essere di 2 o 3 m/s, quella di attraversamento del media filtrante si riduca a m/s. La perdita di carico iniziale varia tra 120 e 150 Pa, quella finale tra 350 e 450 Pa.

28 Dello stesso genere dei filtri a pieghe sono i filtri HEPA (High Efficiency Particulate Air). Mezzo filtrante costituito da fibre di solo 0,1 μm. Le perdite di carico di tali filtri sono, inizialmente, di almeno 200 o 250 Pa. Tali filtri trovano impiego in ambienti nei quali debba essere garantita un elevata asetticità (sale operatorie, camere bianche); in particolari lavorazioni o processi si ricorre ai filtri ULPA (Ultra Low Penetration Air), che presentano valori di efficienza ancora più elevati. Esempio di filtro assoluto (Tiemmefc).

29 Esempio di filtro viscoso a rullo (Satrel). Le velocità di attraversamento t vanno da 1.2 a 3.0 m/s e il valore di efficienza, in funzione della velocità, è ottimale nel campo compreso tra 1.5 e 2.5 m/s, mentre decresce per valori minori o maggiori della velocità. L efficienza Lefficienza è mediamente attorno al 75% e pertanto sono spesso utilizzati come prefiltri a quelli di maggiore efficienza. La perdita di carico, alle velocità ottimali, è attorno a Pa a filtro nuovo. I filtri viscosi possono essere di due tipi: -a perdere - rigenerabili,

30 Schema semplificativo del meccanismo di inerzia. Le particelle contenute in un flusso d aria soggetto ad una brusca variazione di direzione seguono una traiettoria generalmente diversa dalle molecole che compongono il gas. L efficienza di questa tipologia di filtri aumenta con la Esempio di separatore inerziale (Satrel). velocità dell aria; attualmente t esistono separatori in grado di far depositare particelle di dimensione minima dell ordine di 1 μm.

31 Il flusso d aria in prossimità delle fibre del filtro tende a seguirne il contorno, trascinando le particelle più fini i e leggere. Se la traiettoria delle particelle passa a una distanza dalla fibra inferiore al raggio delle particelle stesse, esse si fissano per forze elementari di attrazione elettrostatica. L efficienza i di questo meccanismo aumenta con il diametro e la distanza tra le fibre del filtro. La velocità dell aria, entro certi limiti, non ha influenza. Schema semplificativo del meccanismo di intercettazione.

32 Schema semplificativo del meccanismo di diffusione. Le particelle più piccole, in un flusso d aria, sono soggette a moti oscillatori di tipo browniano; nel corso di tali moti, lungo la generale direzione del flusso d aria, daria, esse giungono a contatto con le fibre del filtro. La probabilità bilità che le particelle incontrino i la fibra del filtro aumenta con il diminuire i i del diametro, sia delle particelle che delle fibre, e con il ridursi della velocità dell aria. Anche in questo meccanismo le particelle aderiscono alle fibre per effetto di forze elettriche elementari;

33 Il flusso d aria è fatto passare attraverso un intenso campo elettrico, che ionizza le molecole d aria. Gli ioni colpiscono le particelle sospese, trasferendo loro la propria carica elettrica positiva; successivamente il flusso d aria attraversa un campo elettrico più debole, dove le particelle, cariche positivamente, si depositano su apposite piastre caricate negativamente. Le particelle devono essere periodicamente rimosse attraverso l'azione detergente di un liquido oppure un azione meccanica di percussione o vibrazione. Schema semplificativo di un filtro elettrostatico.

34 Esempi di filtri ad adsorbimento (MCleoDrussel). Utilizzati per l eliminazione di gas e polveri. Sulla base della natura delle forze che impegnano il materiale adsorbente e l inquinante inquinante, cioè la sostanza adsorbita, si possono distinguere l adsorbimento chimico e quello fisico. L adsorbimento chimico i consiste it nella reazione degli inquinantii con opportuni agenti chimici (permanganato di potassio, carbonato di sodio) che li trasformano o fissano definitivamente. Nell adsorbimento fisico, la molecola contaminante contenuta nei vapori è trattenuta sulla superficie esterna del materiale adsorbente da deboli forze elettrostatiche.

35 Caratteristiche funzionali dei filtri: - resistenza; - ritentività; - efficienza. La resistenza di un filtro è rappresentata dalla perdita di carico, cioè dalla caduta di pressione statica del flusso d aria tra le due facce opposte del filtro, per una data portata. La ritentività èlacapacità, espressa come quantità di un certo tipo dipolvere, che il filtro può trattenere dalla messa in funzione al limite massimo di perdita di carico ammissibile. L efficienza è la capacità di un filtro di arrestare, e quindi di separare, le particelle contenute nel flusso di aria che lo attraversa. Il grado di efficienza media nel corso della durata di un filtro è, per molte applicazioni, la caratteristica più significativa ed è in base a tale parametro che è possibile effettuare una ulteriore classificazione dei sistemi di filtrazione.

36 L efficienza può essere determinata in base a tre differenti metodologie di prova adottate dalle norme ASHRAE (Test Standard for Air Cleaning Devices) 1) metodo gravimetrico (o ponderale); 2) metodo opacimetrico (o colorimetrico); 3) metodo DOP (dioptilftalato). 1) Metodo gravimetrico (o ponderale) E anche denominato Synthetic Dust Weight Arrestance Test in quanto si basa sull'aumento di peso del filtro di controllo al termine della prova. Il test può essere schematizzato nel seguente modo a)una portata nota d'aria viene aspirata e filtrata tramite filtri assoluti (A) i quali, come si vedrà successivamente, sono caratterizzati da rendimenti molto più elevati rispetto al filtro in prova; tale operazione permette di garantire una elevata purezza dell aria impiegata nella prova; b) a valle del filtro (A) viene immessa una quantità nota di polveri sintetiche di test, con concentrazione prefissata (70 mg/m 3 ); c) l'aria contenente le polveri attraversa il filtro da testare (B); d) a valle del filtro di prova l'aria laria viene nuovamente filtrata da un filtro assoluto (C), che trattiene le particelle non arrestate da (B).

37 Il filtro (C) viene pesato prima e dopo la prova; la differenza di peso consente di calcolare l efficienza del filtro (B) da testare; maggiore è il peso del filtro (C), minore è l efficienza del filtro (B). L efficienza Lefficienza di filtrazione E è data dalla relazione: W2 E = 1 (%) W W 1 W 1 = peso di polvere sintetica di riferimento; W 2 = peso di polvere sintetica che attraversa il filtro (e che viene arrestata dal filtro C). Schema semplificativo del metodo gravimetrico per la determinazione dell efficienza di filtrazione (Satrel).

38 2) Metodo opacimetrico (o colorimetrico); Sonde con filtri di raffronto Schema semplificativo del metodo opacimetrico i per la determinazione i dell efficienza i di filtrazione i (Satrel). Il metodo opacimetrico è anche denominato Atmospheric Dust Spot Efficency Test in quanto si basa sul grado di annerimento di filtri campione, valutato per mezzo di un colorimetro. Il filtro da testare viene fatto attraversare da aria atmosferica per un periodo variabile di tempo. A monte e a valle del filtro sono collocate due sonde che prelevano l'aria e la filtrano attraverso carte di filtro di raffronto. Al termine della prova si misura il diverso grado di colorazione tra la carta di filtro a valle e quello a monte del filtro da testare tramite un colorimetro: maggiore è la differenza migliore è l efficienza E del filtro.

39 E Q O = 1 (%) 1 2 Q 2 O 1 dove: Q 1, Q 2 = portate totali di aria prelevate dalle sonde, rispettivamente a monte e a valle del filtro di prova; O 1, O 2 = opacità della carta campione a monte e a valle del filtro di prova pari a: O 1 = t u1 t t u1 u2 O 2 = t d1 t t d1 d2 con: t u1, t u2 = coefficienti i di trasmissione i luminosa iniziale i i e finale a monte del filtro t d1, t d2 filtro in in prova; = coefficienti i i di trasmissione i luminosa iniziale i i e finale a valle del prova.

40 3) Metodo DOP (dioptilftalato). E adottata t per valutare la resa di filtri i caratterizzati ti da efficienze i > 98%. Per valutare l'efficacia del filtro, nell'aria, precedentemente filtrata con filtri assoluti, sono immesse goccioline (diametro 0.3 μm) di dioptilftalato, (ottenute per ebollizione e successiva condensazione), con una concentrazione stabile di 80 mg/m 3. Tramite fotometri, misurando la luce diffusa da goccioline presenti in sospensione in aerosol, vengono contate tali goccioline a monte (CM) e a valle del filtro (CV), ottenendo così il rapporto di penetrazione (RC): CV 100 RC = CM dove: CV = numero di goccioline a valle del filtro; CM = numero di goccioline a monte del filtro. (%) L'efficienza di filtrazione (E): E = 100 RC (%)

41 Tabella riepilogativa della classificazione filtri in base all efficienza. EN 779 Arrestanza media A (%) Prefiltri m (con polvere sintetica) Corrispondenza con Norme Eurovent G EU1 Perdita di carico finale G EU2 (massimo 250 Pa) G EU3 Filtri i medi Perdita di carico finale (massimo 450 Pa) G4 > 90 EU4 Efficienza ce media edae m (%) (per particelle di 0.4 μ) F EU5 F EU6 F EU7 F EU8 F9 >95 EU9 EN 1822 Filtri assoluti Efficienza globale MPPS (%) Corrispondenza con Norme Eurovent H10 85 EU10 H11 95 EU11 Hepa H EU12 H EU13 H EU14 Ulpa U EU15 U EU16 U EU17

42 Tab. 2.12: Concentrazione e dimensioni delle polveri in diverse aree [3]. Area Campagna Città Zona Concentrazione Dimensione Dimensione (mg/m 3 ) media (μm) massima (μm) Tempo umido Tempo secco Residenziale Periferia Industriale Industriale Tab. 2.13: Distribuzione delle polveri [3]. Dimensione (μm) Concentrazione (particelle/m 3 ) Percentuale in volume

43 Tab. 2.14: Esempi di applicazione di diversi filtri [3]. Tipologia di filtro FILTRI ASSOLUTI FILTRI AD ALTISSIMA EFFICIENZA FILTRI A MEDIA EFFICIENZA Applicazioni Camere bianche, locali sterili per ospedali e laboratori farmaceutici, industrie elettroniche e fotografiche, industria nucleare arresto della contaminazione Locali per elaboratori, condizionamento dell aria cabine di verniciatura, industria chimica e meccanica di precisione, filtri per motori esotermici Ventilazione locali pubblici ed officine, prefiltri per filtri assoluti, filtri per compressori Tab. 2.15: Tipologie di filtri in funzione della perdita di carico massima [2]. Tipologia di filtro Filtro a grana grossa (diametro particelle captate 1 3 μm) Filtro a grana fine (diametro particelle captate < 1 μm) Filtro assoluto Manutenzione/Sostituzione Incremento della perdita di carico di 100 Pa rispetto al filtro nuovo (50 Pa) PERDITA DI CARICO FINALE 150 Pa Incremento della perdita di carico di Pa rispetto al filtro nuovo ( Pa) PERDITA DI CARICO FINALE 200 Pa Incremento della perdita di carico di 250 Pa rispetto al filtro nuovo (250 Pa) PERDITA DI CARICO FINALE 500 Pa

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