Natalità e mortalità delle imprese italiane

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1 Natalità e mortalità delle imprese italiane Nel 2007 si sono iscritte al Registro delle Imprese gestito dalle Camere di Commercio nuove imprese (record assoluto dal 1993) a fronte di cancellazioni, record anche quest ultimo. Il bilancio dell anagrafe delle imprese si e chiuso con unità (saldo dato dalla differenza tra le nuove imprese iscritte e quelle cancellate nel periodo gennaio/dicembre 2007) e rappresenta il saldo più contenuto degli ultimi sette anni. Il tasso di crescita e stato pari solamente allo 0,75% contro l 1,21% del 2006 e rappresenta il valore più basso degli ultimi sette anni. Le iscrizioni sono state alimentate dalla forte crescita delle società di capitale, dalla dinamicità del Lazio e della Lombardia e dai settori costruzioni e servizi alle imprese. Le cessazioni, il cui tasso di crescita e stato più elevato rispetto a quello delle iscrizioni, sono state favorite dal rallentamento del nord-est e del mezzogiorno, dal calo delle imprese agricole, manifatturiere e dei trasporti nonché delle ditte individuali e delle società di persone. (Grafico 1,2; Tabella 1). Iscrizioni e cessazioni negli anni 2000/ Iscrizioni Cessazioni Grafico 1 SALDO (iscrizioni cessazioni) Tasso di crescita annuale delle imprese Tabella1 1,57% 1,78% 1,55% 1,45% 1,61% 1,21% 1,21% 0,75% Grafico 2 Tasso di crescita 1

2 Nel 2007 tutte le macro aree geografiche hanno registrato un tasso di crescita positivo; il Centro (+1,43%) si e confermato come l area che ha contribuito maggiormente allo sviluppo dell anagrafe delle imprese grazie soprattutto alle regioni Toscana e Lazio che hanno registrato un tasso di crescita rispettivamente dell 1,05% e del 2,19% superiore a quello medio nazionale dello 0,75%. Al di sopra del tasso di crescita medio italiano anche il Nord-Ovest (+0,99%) trainato in modo particolare alla Lombardia (+1,29%). Nel Nord-Est e nel Mezzogiorno le cassazioni hanno quasi raggiunto le nuove iscrizioni, di conseguenza i tassi di crescita sono stati solamente dello 0,20% e dello 0,46%. Le difficoltà del Nord-Est sono legate principalmente alla ristrutturazione di imprese operanti in settori industriali maturi, in primo luogo il tessile e l abbigliamento; nel Mezzogiorno le cessazioni sono in parte dovute alla fragilità del tessuto produttivo e all inasprimento dell imposizione fiscale e delle norme regolamentari che hanno favorito le attività sommerse. (Map.1, Tabella 2). Tasso di crescita delle imprese per macro aree geografiche* 0,99% (1,26%) 0,20% (0,78%) 1,43% (1,67%) 0,46% (1,14%) Map 1 * anno 2007 Saldi (iscrizioni cessazioni) per macro aree geografiche* Macro Aree Saldi Saldi % Nord Ovest ,1% Nord Est ,3% Italia Centrale ,2% Sud e Isole ,4% * anno 2007 Tabella 2 2

3 Osservando i tassi di crescita delle singole province, guida la classifica Enna con +3,44%, seguita da Roma (+2,68%), Prato (+2,19%), Lodi (+2,09%) e Teramo (+2,00%). Su un totale di 103 province 31 hanno registrato un tasso di crescita negativo (contro le 7 del 2006); fanalino di coda Trieste con un tasso di crescita negativo pari a 2,20%, seguita da Reggio Calabria (-1,80%), Macerata (-1,54%), Agrigento (- 1,26%) e Gorizia (-1,07%)(Grafici 3,4). Tassi di sviluppo delle prime cinque province Teramo Lodi 2,00% 2,09% Prato 2,19% Roma 2,68% Enna 3,44% Grafico 3 Tassi di sviluppo delle ultime cinque province -2,20% Trieste -1,80% Reggio Calabria -1,54% Macerata Grafico 4-1,26% -1,07% Agrigento Gorizia 3

4 Nel 2007 prosegue il rafforzamento delle imprese italiane testimoniato dalla crescita sia in termini assoluti che relativi delle società di capitale. Il tasso di crescita di queste ultime e stato pari al 4,61% (5,05% nel 2006); seguono le altre forme giuridiche (cooperative, società consortili, consorzi temporanei di impresa, ecc.) con un tasso del 2,73% (1,91% nel 2006). Le società di persone e le ditte individuali hanno registrato un tasso di crescita negativo pari rispettivamente a 0,03% (0,88% nel 2006) e a 0,39% (0,05% nel 2006). Il contributo delle ditte individuali allo stock complessivo delle imprese e passato dal 57,1% del 2006 al 56,6% del 2007 (nel 2000 il suddetto contributo era stato del 60,9% (Tabella 3). Natalità/mortalità delle imprese per forma giuridica - anno 2007(valori percentuali) Iscrizioni Cessazioni Saldo Tasso di Registrate al Registrate al Forma giuridica crescita Soc. di capitale 21,2% 9,7% 118,9% 4,61% 20,1% 19,3% Soc. di persone 13,9% 15,6% -0,7% -0,03% 20,0% 20,4% Ditte individuali 62,2% 73,1% -30,0% -0,39% 56,6% 57,1% Altre forme 2,7% 1,6% 11,8% 2,73% 3,3% 3,2% Tabella 3 Come nel 2006, anche nel 2007 l agricoltura e il settore che ha registrato la più significativa riduzione di imprese ( ). Negativo anche il saldo delle attività manifatturiere (-4.453) e quello dei trasporti, magazzinaggio e comunicazioni (-2.399). In termini positivi e assoluti il primo posto spetta al settore delle costruzioni con un saldo di unità (+3,58% rispetto al 2006), mentre in termini relativi (tralasciando il settore energia) il record della crescita spetta al settore che comprende le attività immobiliari, il noleggio, l informatica e la ricerca che ha segnato un + 4,07% rispetto all anno precedente che si traduce in unità. Positivo anche il saldo di alberghi e ristoranti ( unità e +2,40% rispetto al 2006). Crescono anche i servizi di intermediazione finanziaria ( unità e +2,72% rispetto al 2006) e va segnalata la tenuta del commercio ( unità e + 0,13% rispetto al 2006) nonostante la forte concorrenza esercitata dalla grande distribuzione, alimentare e non (Tabella 4). 4

5 Saldi (iscrizioni cessazioni) per settore anno 2006 e 2007 Settori Saldi 2007 Saldi 2006 Agricoltura Pesca Estrazione minerali Attività manifatturiere Energia Costruzioni Commercio Alberghi e ristoranti Trasporti,magazzinaggio,comunicazioni Intermediazione monet./finanz Attività immobiliari,noleggio,informatica,ricerca Istruzione Sanità e altri servizi sociali Altri servizi pubblici, sociali e personali Tabella 4 Analizzando i dati forniti dalla Banca mondiale sui giorni, gli adempimenti e i costi che gli imprenditori affrontano per aprire una nuova azienda (tabella 5), risulta che in Italia ci vogliono mediamente 13 gg per aprire una nuova attività: tempi migliori per Danimarca (5 gg), Francia e Portogallo (8 gg), Turchia (9 gg), Olanda (10 gg), Romania (11 gg) e Norvegia (13 gg). Fanalino di coda Spagna e Slovenia rispettivamente con 47 gg e 60 gg. Se consideriamo i costi e gli adempimenti di una start up, il quadro e ancor meno confortante poiché l imprenditore italiano spende mediamente $ per avviare la nuova impresa; solo la Grecia e più onerosa mentre in Danimarca il costo e addirittura nullo. Analoga situazione per gli adempimenti: in Italia ne servono ben 9 contro i 3 della Danimarca, della Svezia e della Finlandia e i 15 della burocratizzata Grecia. 5

6 Tempi, procedure e costi per aprire una nuova impresa Giorni per aprire una nuova impresa N. Adempimenti per aprire una nuova impresa Costi per aprire una nuova impresa Paese Giorni Paese N. Adempimenti Paese Costi in $ Danimarca 5 Danimarca 3 Danimarca 0 Francia 8 Svezia 3 Irlanda 131 Portogallo 8 Finlandia 3 Romania 167 Turchia 9 Irlanda 4 Lettonia 236 Olanda 10 Norvegia 4 Regno Unito 268 Romania 11 Belgio 4 Bulgaria 270 Norvegia 13 Romania 5 Svezia 276 Italia 13 Lettonia 5 Slovacchia 384 Finlandia 14 Regno Unito 6 Francia 391 Lettonia 16 Estonia 6 Finlandia 418 Svezia 16 Ungheria 6 Estonia 462 Regno Unito 18 Olanda 6 Portogallo 692 Irlanda 19 Francia 7 Repubblica Ceca 958 Repubblica Ceca 24 Lituania 7 Turchia Germania 24 Portogallo 8 Norvegia Slovacchia 25 Turchia 8 Polonia Lituania 26 Bulgaria 9 Slovenia Belgio 27 Slovacchia 9 Germania Austria 29 Slovenia 9 Lituania Polonia 31 Germania 9 Austria Bulgaria 32 Austria 9 Belgio Estonia 35 Italia 9 Ungheria Ungheria 38 Repubblica Ceca 10 Olanda Grecia 38 Polonia 10 Spagna Spagna 47 Spagna 10 Italia Slovenia 60 Grecia 15 Grecia Tabella 5 Fonte: Banca Mondiale 6

7 Considerando i dati forniti da Business Europe, l associazione che raccoglie le Confindustrie nazionali e valuta gli sforzi compiuti dalle amministrazioni per creare un ambiente favorevole alla imprese, risulta che su 29 paesi considerati, 8 passano l esame, 8 sono bocciati e 16 paesi (tra cui l Italia) sono giudicati in modo neutro dai propri imprenditori. Da osservare che la Danimarca pur favorendo l apertura di start up con costi prossimi allo zero, tempi ridotti e poca burocrazia ha ottenuto una valutazione tiepida dall associazione dei suoi imprenditori; al contrario la Slovenia, dove ci vogliono ben 60 gg per aprire una impresa con costi non trascurabili, viene promossa per le riforme attuate che creano un ambiente favorevole alle imprese. Insoddisfacente il giudizio espresso dalla Confindustria italiana sul tema delle riforme necessarie per creare un business eviroment favorevole alle piccole e medie imprese. Ambiente favorevole alle imprese: valutazione delle confindustrie nazionali PROMOSSI BOCCIATI NEUTRI Irlanda Germania Belgio Paesi Bassi Grecia Francia Slovenia Spagna Lussemburgo Lettonia Italia Austria Malta Regno Unito Portogallo Slovacchia Ungheria Finlandia Romania Polonia Danimarca Turchia Bulgaria Svezia Repubblica Ceca Estonia Cipro Lituania Norvegia Tabella 6 Fonte: Business Europe Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere-Infocamere, Movimprese (dove non diversamente specificato) Il presente studio viene rivisto ogni qualvolta le fonti ufficiali pubblicano nuovi dati e informazioni. Quanto riportato e quindi da considerarsi aggiornato. 7