Tafter Journal. Esperienze e strumenti per cultura e territorio. Interazioni tra media per un museo virtuale
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- Timoteo Pini
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1 Tafter Journal Esperienze e strumenti per cultura e territorio n.1/2007 Interazioni tra media per un museo virtuale Elisa Giaccardi* Silence of the Lands è un museo virtuale localizzato a Boulder, in Colorado (USA) sul silenzio della natura. Il progetto, basato su tecniche di locative and tangibile computing, promuove un modello di realtà virtuale che rafforza il ruolo attivo e propositivo delle comunità locali nella interpretazione, salvaguardia e rinnovamento della quiete naturale, quale importante fattore del patrimonio ambientale. *Ricercatore Associato presso il Center for LifeLong Learning and Design (L3D)- Department of Computer Science dell'università del Colorado Tutti i diritti riservati. Tutti gli articoli possono essere riprodotti con l'unica condizione di mettere in evidenza che il testo riprodotto è tratto da Registrazione Tribunale di Roma n. 225/2007 del 12 giugno 2007
2 Elisa Giaccardi Silence of the Lands è un museo virtuale localizzato a Boulder, in Colorado (USA) sul silenzio della natura. Il progetto, basato su tecniche di locative and tangibile computing, promuove un modello di realtà virtuale che rafforza il ruolo attivo e propositivo delle comunità locali nella interpretazione, salvaguardia e rinnovamento della quiete naturale, quale importante fattore del patrimonio ambientale. Questo obiettivo può essere perseguito usando i suoni come pezzi di conversazione di un racconto sociale, finalizzato a trasformare un museo virtuale in un organismo intimamente legato alle persone, alle idee e ai valori propri di un determinato contesto ambientale. Il progetto combina molteplici tecnologie con pratiche sociali, attraverso un processo di interazione tra diversi media, che comprende: (a) la raccolta dei dati (salvare i suoni dall ambiente naturale); (b) la descrizione dei dati (realizzare una mappa del paesaggio sonoro sul Web); (c) l interpretazione dei dati (creare un ideale paesaggio sonoro condiviso all interno dello spazio pubblico). Introduzione I significati culturali associati al patrimonio naturalistico rimandano, dal punto di vista evolutivo, alla valenza di un sito naturalistico. Come dimostrato da Kumi Kato nel suo caso di studio sull area di Shirakami sanchi, patrimonio mondiale dell umanità dell Unesco, l impegno per la salvaguardia del proprio ambiente naturale deriva dal senso di appartenenza di una comunità locale alla natura che la circonda, e dalla responsabilità di preservare l integrità di un luogo, di cui essa è parte integrante (Kato 2006, 459). I risultati a cui è pervenuto Kato suggeriscono che, il profondo coinvolgimento per la tutela del proprio ambiente naturale da parte di una comunità locale, è un aspetto rilevante del rapporto che si costituisce, nel corso del tempo, tra una comunità ed un luogo. Proprio come le tradizioni orali, le pratiche sociali e le abilità tradizionali sono espressione del patrimonio culturale intangibile, i significati e i valori culturali associati al patrimonio naturalistico sono, a loro volta, costantemente ri-creati dai gruppi e dalle comunità di individui, come reazione al loro ambiente, alla loro interazione con la natura, e alle condizioni storiche della loro esistenza (UNESCO 2005). Questa analisi solleva molti e importanti interrogativi inerenti il patrimonio naturale: in che modo, oggi, si possono preservare e trasmettere i valori e i significati culturali, che legano una comunità locale alla propria terra? In che modo si possono tramandare le conoscenze e le relazioni sociali, che sono costitutive di questi valori e significati? In che modo si possono accordare i gruppi sociali con punti di vista differenti, e alle volte in competizione tra loro? Dalla prospettiva degli studiosi e dei progettisti di nuovi media, un ulteriore domanda potrebbe essere: in che modo si possono utilizzare i nuovi media per accrescere la sensibilità verso la natura che ci circonda, per sviluppare una cultura ambientalista, per costruire una comunità capace di generare conoscenze condivise? Il modello proposto in questo lavoro di ricerca risponde a queste sfide, ed è focalizzato in particolare sulle problematiche proprie della gestione e protezione di uno spazio aperto, come il parco montano di Boulder, in Colorado. Ricongiungersi alla Natura attraverso i Suoni In collaborazione con il Dipartimento di Open Space and Mountain Parks della città di Boulder, Colorado, ci siamo chiesti se fosse possibile usare i nuovi media per creare e Tafter Journal n. 1/2007 2
3 Interazioni tra media per un museo virtuale mantenere nel tempo un legame tra la comunità di Boulder e il suo territorio. Sulla base di alcuni primi studi ed incontri con i nostri stakeholder, e attraverso una collaborazione internazionale e interdisciplinare con artisti, ricercatori e scienziati, provenienti da Stati Uniti, Gran Bretagna e Italia, abbiamo cominciato a sviluppare Silence of the Lands ( L obiettivo principale di questo progetto è quello di stimolare una coinvolgente modalità di ascolto dell ambiente naturale, e di sostenere un metodo narrativo e specifico per un determinato contesto, in grado di interpretare la quiete della natura, di incentivare la costruzione di una comunità e di contribuire alla diffusione di un educazione all ambiente e allo sviluppo sostenibile. Perché ciò fosse possibile, il progetto Silence of the Lands è stato ideato per coinvolgere i membri della comunità di Boulder nelle fasi di registrazione e mappatura, sotto forma di rappresentazioni digitali, delle proprie esperienze in modo da utilizzarle per esprimere i differenti valori e prospettive. L ipotesi di fondo è che, estraendo i suoni dall ambiente circostante e componendo gli stessi in habitat acustici personalizzati, gli individui siano in grado di produrre paesaggi sonori, che riflettono la loro conoscenza dell ambiente, le loro abitudini e i loro interessi 1. Tutto ciò fornirebbe alla comunità un senso di appartenenza che deriva dalla possibilità di nominare e interpretare la propria terra (Plumwood 2002). Inoltre in questo modo si doterebbero i diversi portatori di interesse di uno strumento attraverso cui monitorare le tendenze sociali, sostenere i programmi educativi, e facilitare i processi partecipativi all interno delle pratiche decisionali. Il progetto Silence of the Lands Il progetto Silence of the Lands si basa sull assunto che lo sviluppo di un supporto tecnologico non sia sufficiente per stimolare la partecipazione della comunità locale e rendere un progetto un risultato di successo. Come dimostrano i casi di studio MUVI (Giaccardi 2006) e Southville Mediascape (Miskelly and Fleuriot 2006), i fattori critici per il successo di un progetto, che interessa un intera comunità e che si serve dei nuovi media, comprendono: la progettazione di un processo aperto per la raccolta dei materiali e l interpretazione dell ambiente; il suo inserimento all interno della struttura delle pratiche sociali e delle attività proprie della comunità locale; l identificazione di meccanismi di supporto sociali ed emozionali; e la collaborazione con gli stakeholder e i gruppi sociali. Sulla base di questa idea, Silence of the Lands rappresenta un ambiente in cui: (a) dare voce ad una vasta gamma di interpretazioni, e non semplicemente archiviare i suoni della natura; (b) innescare una relazione aperta e dinamica con l istruzione e le relazioni esterne; (c) gli stakeholder hanno la possibilità di agire in maniera autonoma come facilitatori all interno della propria comunità, attraverso l uso di strumenti tecnologici messi a loro disposizione. Silence of the Lands è attualmente in via di sviluppo presso il Center for LifeLong Learning & Design (L 3 D), e il Dipartimento di Computer Science della University of Colorado, in Boulder (USA), in collaborazione con l Istituto di Digital Art and Technology (i-dat) della University of Plymouth (UK), e il Pictorial Computing Laboratory, dell Università di Brescia (Italy). Tafter Journal n. 1/2007 3
4 Elisa Giaccardi Verso un Nuovo Tipo di Museo Virtuale I suoni rappresentano un aspetto intimo e personale delle percezioni e delle esperienze dei fruitori del patrimonio naturale. Nel 1994, il National Park Service degli Stati Uniti ha dichiarato il silenzio della natura parte del patrimonio naturale da preservare e di cui godere; i suoni, sono un importante elemento degli spazi naturali da proteggere. Usare i suoni dell ambiente come brani di una conversazione sociale sulla quiete della natura, implica considerare sia gli elementi fisici che rappresentano quello stesso ambiente, che le molteplici prospettive che aiutano a capire come esso era, ed è percepito e compreso dagli altri (cfr Heath et al. (2002) e Giaccardi (2004) 2. Ciò richiede una particolare attenzione rivolta non solo agli archivi digitali per la raccolta dei suoni, ma anche all intero corpo delle conoscenze ambientali e delle relazioni sociali, responsabili dei significati e dei valori culturali associati al patrimonio ambientale. Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso la creazione di un ambiente in cui la quiete ed il silenzio della natura sono compresi ed interpretati per mezzo di un interazione reale e localizzata con i suoni dell ambiente. In questo spazio, il termine virtuale ha a che fare con la modalità di potenziamento della interazione creativa tra le attuali conoscenze sul patrimonio naturale, la sua potenziale interpretazione, e le caratteristiche tangibili dei suoni, a cui è associata l esperienza del patrimonio ambientale (Benedetti 2002). Il modello di museo virtuale proposto qui, non è un mero archivio digitale, per la raccolta e la conservazione, nello spazio e nel tempo, della rappresentazione di uno specifico patrimonio ambientale. Si tratta, piuttosto, di un repertoire volto a supportare l intero sistema delle conoscenze e delle relazioni sociali responsabili della creazione, trasmissione e riproduzione di quel patrimonio come un vero e proprio sistema vivente (Kirshenblatt- Gimblett 2004). E il modello di un museo che, come suggerito da Hugues de Varine- Bohan (1996), prende le sue note principali dalla relazione dialettica tra l uomo e il suo ambiente, e che riflette le domande che gli individui e i gruppi sociali pongono a se stessi. In questo tipo di museo virtuale, il contenuto intangibile delle percezioni uditive, i significati culturali, e i valori associati al patrimonio naturale sono creati, assemblati e riassemblati di volta in volta. Sfide per la partecipazione della comunità Le pratiche e i valori individuali, svolgono un ruolo critico nel supportare le attività di raccolta dei suoni e di mappatura collettiva. Ciononostante, la partecipazione ha dei limiti che dipendono dalla particolare situazione di ciascun individuo e dai processi di accesso forniti dalla tecnologia disponibile (Aria set al., 2000). Scoprire nuovi modi di affrontare queste sfide è la chiave per garantire la sopravvivenza del patrimonio ambientale e dei differenti aspetti, che contribuiscono a costituirlo. Infrastrutture sociali La metodologia adottata per la progettazione e la valutazione di Silence of the Lands è strettamente connessa all idea di breaching experiment, suggerita da Crabtree (2004). Essa considera la combinazione di infrastrutture tecnologiche e sociali come un evento Tafter Journal n. 1/2007 4
5 Interazioni tra media per un museo virtuale sociale teso ad innescare un cambiamento nella relazione vitale tra la comunità locale e le sue abituali pratiche di interazione con l ambiente circostante. Sebbene la componente fisica di supporto per la partecipazione sia una parte fondamentale per l infrastruttura tecnologica, anche le infrastrutture sociali devono essere attivate, per favorire l implementazione delle esperienze user generated e per attivare quelle sinergie sociali e quei meccanismi che sostengono e regolano la partecipazione della comunità (Adams and Goldbard 2001; Giaccardi 2006), nel corso del tempo. Dopo due anni di progettazione, e dopo la costruzione dei primi prototipi, e delle infrastrutture sociali iniziali (Giaccardi et al. 2006; Giaccardi et al. 2005) 4, attualmente il lavoro di ricerca si focalizza sullo sviluppo e sulla valutazione in situ degli strumenti e dei processi per la raccolta e la descrizione dei dati. Passeggiate sonore. Tre passeggiate sonore sono organizzate nel mese di luglio 2007, come parte dell OSMP Natural Selections Hikes. Durante queste lunghe passeggiate, i membri della comunità locale raccolgono i suoni provenienti dall ambiente naturale, usando la strumentazione sperimentale, conosciuta come PDA 5. Il primo percorso si svolge lungo il Boulder Creck Path, che rappresenta un paesaggio sonoro tranquillo e composito ed è sede di molte e differenti pratiche sociali. Gli interpreti naturalisti di OSMP individueranno le altre due passeggiate sonore, per dirigersi progressivamente verso aree più silenziose all interno di spazi aperti e parchi montani. La progressione da zone meno silenziose a zone maggiormente silenziose dovrebbe favorire la valutazione dei processi di apprendimento dei partecipanti, in riferimento alle loro capacità d ascolto. Le passeggiate sonore saranno individuali. In questo modo i partecipanti volontari avranno la possibilità di prendersi tutto il tempo di cui avranno bisogno e di fermarsi quante volte vorranno; un percorso individuale ha, poi, un impatto meno invasivo rispetto ad una passeggiata di gruppo sull ecologia acustica delle aree silenziose 6. Workshop Collettivi. Un workshop collettivo sarà organizzato per facilitare e comprendere meglio la partecipazione della comunità di riferimento. I volontari avranno a disposizione una settimana per la propria passeggiata individuale, e tre settimane in tutto per qualsiasi altro percorso essi desidereranno fare. Dopo la prima passeggiata sonora, a tutti i volontari sarà chiesto di partecipare ad un workshop, durante il quale verrà spiegato loro come caricare i suoni raccolti all interno dell interfaccia Web, realizzeranno i paesaggi sonori e saranno osservati mentre portano avanti la costruzione della mappatura di gruppo. Per le passeggiate successive, ai volontari sarà offerta la possibilità di recarsi presso i laboratori universitari e di potersi avvalere dell assistenza tecnica da parte di personale esperto, nel caso non si sentissero particolarmente avvezzi all uso della tecnologia disponibile. Inoltre i volontari saranno liberi di gestire le loro attività di raccolta dei suoni e di mappatura di gruppo nei tempi, modi, luoghi che essi preferiranno. Tutte queste attività verranno monitorate, attraverso la raccolta di dati sia quantitativi che qualitativi. Conclusioni Silence of the Lands promuove un modello di museo virtuale che potenzia il ruolo attivo e partecipativo delle comunità locali nei confronti dell interpretazione, della conservazione e del rinnovamento del patrimonio naturale. In questo museo la conoscenza condivisa del Tafter Journal n. 1/2007 5
6 Elisa Giaccardi patrimonio naturale è una conseguenza del continuo processo di interazione ed interpretazione, che connette la comunità locale alla sua terra, e che è supportato dall interazione tra media diversi. Ciò che ci auspichiamo è di collegare una comunità locale alla sua terra di appartenenza, e di coltivare le relazioni creative per invogliare gli abitanti e tutti i portatori d interesse a partecipare gli uni alle esperienze degli altri, a creare delle connessioni reciproche tra le differenti percezioni, e a parlare delle proprie azioni attraverso un racconto condiviso che si dipana nel corso del tempo. In questo senso, il modello di museo virtuale proposto non è un archivio digitale, ma un repertoire un mezzo per sostenere l intero sistema delle conoscenze e delle relazioni sociali, responsabili della nascita, trasmissione e riproduzione del patrimonio naturale. Ciò che, infine, questo modello suggerisce ai media designer interessati al patrimonio culturale è che le informazioni e le comunicazioni tecnologiche non sono semplicemente degli strumenti per rappresentare e tutelare il patrimonio nel tempo e nello spazio, ma possono rappresentare una forza ed uno stimolo per la costruzione di una comunità e per lo sviluppo sostenibile della stessa. Insieme con la sensibilità necessaria per sostenere e regolare le pratiche sociali di una comunità, le applicazioni cross-media dei processi di locative and tangibile computing, riprendono le strutture della conservazione e delle relazioni sociali tra gli umani e tra i mondi umano e non-umano, mondi che non sono influenzati dalla fisicità del patrimonio, e possono attribuire a questa componente fisica differenti funzioni e gradi di importanza, in base alle caratteristiche di ciò che deve essere rappresentato. Note 1. Questa ipotesi sul potenziale dei locative media è supportata dai risultati dei progetti di autori pubblici e di archeologia quotidiana, come Social Tapestries ( Murmur ( e Scape the Hood ( Ma gli usi communitybased sono ancora rari e allo stato embrionale; si veda, per esempio, the Southville Mediascape Project, descritto da Miskelly e Fleuriot (2006). 2. La differenza tra i due studi è sul come arricchire le risorse interpretative di un dato oggetto museale in relazione al progetto esposto per migliorare l esperienza del visitatore (Heath et al. 2002; vedi anche Bannon et al. 2005), contrapposto al come far leva sulle risorse interpretative di una comunità per comprendere la produzione e la comunicazione del patrimonio intangibile (Giaccardi 2006; vedi anche Kirshenblatt-Gimblett 2004). 3. Questo significato di realtà virtuale necessita di un differente approccio alle nozioni di spazio interattivo e confini mediatici, generalmente categorizzate all interno di ambienti semi reali (si veda, per esempio, Benford et al. 1998). 4. Si veda, per informazioni maggiormente aggiornate, il sito internet che presenta anche gli studi sull interfaccia web usata dagli utenti e gli studi sull usabilità condotti per la progettazione dei nostri primi prototipi. 5. Sebbene i partecipanti potranno scaricare il software di funzionamento per il PDA direttamente da internet e usare i loro propri computer, i PDAs saranno forniti dal team di ricerca nelle prime fasi di valutazione. 6. Naturalmente, nulla vieta ai partecipanti di recarsi negli spazi aperti in compagnia dei loro amici o dei loro bambini, se lo desiderano. Questa flessibilità permette di Tafter Journal n. 1/2007 6
7 Interazioni tra media per un museo virtuale Bibliografia catturare i differenti punti di vista e le diverse pratiche sociali. Adams, D., and A. Goldbard Creative community: The art of community development. New York: Rockefeller Foundation. Arias, E., H. Eden, G. Fischer, A. Gorman, and E. Scharff Transcending the individual human mind: Creating shared understanding through collaborative design. ACM Transactions on Computer Human-Interaction, 7 (1): Benedetti, B Virtuality and reality in enterprise's museum, art museum, archeological sites. Quaderni della Fondazione Piaggio, Nuova Serie: Cultura Europea e Musei, 6 (1): Crabtree, A Design in the absence of practice: Breaching experiments. In Proceedings of the 5th International Conference on Designing Interactive Systems (DIS 2004): New York: ACM Press. Giaccardi, E Social creativity and collective storytelling in the virtual museum: A case study. Design Issues, 22 (3): Giaccardi, E, H. Eden, and G. Sabena Silence of the Lands: Interactive soundscapes for the continuous rebirth of natural heritage. In Proceedings of CUMULUS 2005 on Pride & Pre-Design: The Cultural Heritage and the Science of Design: Lisbon, Portugal: IADE. Giaccardi, E Memory and territory: New forms of virtuality for the museum. In Proceedings of Museums & the Web Available from Kato, K Community, connection and conservation: Intangible cultural values in natural heritage the case of Shirakami-sanchi World Heritage Area. International Journal of Heritage Studies, 12 (5): Kirshenblatt-Gimblett, B Intangible heritage as metacultural production. Museum International, 56 (1-2): Plumwood, V Environmental culture: The ecological crisis of reason. London: Routledge. UNESCO Report of the expert meeting on inventorying intangible cultural heritage, Paris, March 17-18, Available from de Varine-Bohan, H The museum in the fourth dimension. Nordisk Museologi 96 (2): Tafter Journal n. 1/2007 7
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