Evoluzione storica del patto di stabilità*

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1 Evoluzione storica del patto di stabilità* Per comprendere a fondo il patto di stabilità interno è opportuno fare un breve cenno sulle sue origini. Il rapporto presentato nel 1989 dal Comitato Delors, (composto dai governatori delle banche centrali nazionali e dallo stesso Jacques Delors, Presidente della Commissione europea) prevedeva tre fasi per raggiungere l unione economica e monetaria. La prima fase con gli obiettivi di completare il mercato interno, assicurare l indipendenza della banche centrali e sospendere il finanziamento monetario dei disavanzi pubblici culminò con la stipula del trattato di Maastricht (1992). La seconda fase, quella della convergenza economica, consentì di realizzare quelle condizioni macroeconomiche (deficit non superiore al 3% del PIL, debito pubblico non superiore al 60% del PIL) ed istituzionali necessarie per l avvento della moneta unica. La terza fase iniziò, appunto, con l introduzione dell Euro, prevista per il 1 gennaio 1999, ma poi effettivamente realizzata dal 1 gennaio In prossimità del decollo di questa ultima fase, nel giugno del 1997, con risoluzione del Consiglio europeo di Amsterdam fu adottato il patto di stabilità e crescita volto a garantire l equilibrio delle finanze pubbliche attraverso l obiettivo del saldo di bilancio prossimo al pareggio o positivo. Le motivazioni alla base della risoluzione vanno ricercate nella volontà di proteggere la moneta unica da situazioni di instabilità economica che caratterizzavano alcuni stati membri che si apprestavano ad entrare nell area euro. Tutti gli Stati membri che hanno adottato la moneta unica sono tenuti a presentare programmi di stabilità, mentre gli stati membri che non hanno adottato la moneta unica sono tenuti a presentare programmi di convergenza. Nei programmi di stabilità o di convergenza, gli Stati membri illustrano al Consiglio il percorso di avvicinamento all obiettivo del pareggio di bilancio. Il Consiglio, avvalendosi delle valutazioni della Commissione, verifica l attuazione dei programmi e, nel caso ci siano elementi che possano far prevedere un disavanzo eccessivo, rivolge allo Stato interessato una raccomandazione, assegnando un tempo per adeguarsi alle prescrizioni. Nel caso lo Stato non adempia scattano le sanzioni che sono di natura economica e si sostanziano in depositi infruttiferi versati all Unione Europea, che successivamente possono essere trattenuti come ammenda qualora lo stato membro continui a non adempiere. Per raggiungere gli obiettivi previsti nei programmi di stabilità, gli stati membri coinvolgono gli altri livelli di governo esistenti nei rispettivi paesi. In Italia, a partire dal 1999, lo stato ha coinvolto le regioni e gli enti locali assegnando loro specifici obiettivi attraverso il patto di stabilità interno (Psi).

2 Dopo 10 anni di applicazione del Psi, possiamo osservare come esso sia diventato un elemento imprescindibile nella attività di programmazione degli enti locali. Non va taciuto il fatto che il continuo cambiamento delle regole fa si che non si riesca a dare alla programmazione un respiro che vada oltre l anno, infatti la programmazione triennale, che pure è obbligatoria viene considerata, al momento, come mero adempimento. Fin dalla sua istituzione il Psi è stato criticato dal mondo delle autonomie, perché più che un patto tra i diversi livelli di governo veniva vissuto come una vera e propria imposizione da parte dello stato centrale. Va detto però che negli ultimi anni, attraverso confronti serrati tra il governo e le associazioni degli enti locali, si è cercato di costruire delle regole il più possibile condivise, anche se ciò, in virtù dei diversi interessi in campo, non sempre è possibile. * Tratto dal dossier della Lega per le autonomie, relativo alle norme sul patto di stabilità dell anno 2008

3 L EVOLUZIONE NORMATIVA DEL PATTO DI STABILITA ANNO AMPIEZZA COMUNI INTERESSATI 1999 Oltre Oltre ( trasmissione dati) 2002/ 2004 ( trasmissione dati) 2003/ , compresa trasmissione dati NORMA METODO SANZIONE Art. 28 L.448/1998 Art. 30 L. 488/1999 Art. 53, L.388/2000 Art. 24 L. 448/2001 l , n. 289, art 29 SALDO: disavanzo tra entrate finali e spese correnti, al netto degli interessi. SALDO: disavanzo tra entrate finali e spese di parte corrente, aumentato dello 0,1% SALDO: disavanzo tra entrate finali e spese di parte corrente, aumentato del 3% SALDO: disavanzo tra entrate finali e spese di parte corrente, aumentato del 2,5% rispetto al 2000 VINCOLO SPESE: incremento limite (+ 6%) degli impegni e dei pagamenti per spese correnti al netto di alcune eccezioni SALDO: di competenza e di cassa tra entrate finali e spese correnti non superiore al 2001 In caso di applicazione all'italia della sanzione comunitaria, il conseguente onere sarebbe stato addebitato agli enti inadempienti In luogo di una sanzione, prevedeva per i comparti degli enti o i singoli enti rispettosi dell'obiettivo, il premio di una riduzione del tasso di interesse sui mutui concessi dalla Cassa depositi e prestiti. In luogo di una sanzione, prevedeva per i comparti degli enti o i singoli enti rispettosi dell'obiettivo, il premio di una riduzione del tasso di interesse sui mutui concessi dalla Cassa depositi e prestiti. Riduzione dei trasferimenti in misura pari alla differenza tra gli obiettivi stabiliti per l ente e i risultati. - riduzione almeno del 10%, rispetto al 2001, delle spese per acquisto di beni e servizi.

4 / / / 2010 l , n. 289, art 29 Art. 1, c. da 21 a 41, L , n. 311 L , n. 266, art 1, c. da 138 a 150 art. 1, co. da 676 a 702, L , n. 296 Art. 1, c. 379, 380 e 386 e art. 3, c. 137 L , n Art. 1, co. da 676 a 702, L. SALDO: di competenza e di cassa tra entrate finali e spese correnti non superiore al 2003 LIMITAZIONE SPESA: spese correnti + conto capitale incrementate al massimo del 11,4% o del 10%, rispetto alla media del triennio 2001/2003. LIMITAZIONE SPESA: spese correnti diminuite del 6,5% rispetto al 2004 ; spese in conto capitale, aumentate dell 8,1% rispetto al 2004 LIMITAZIONE SPESA: somma della media triennale dei saldi di cassa (entrate finali meno spese finali) e di competenza della spesa corrente Il patto in bilancio di previsione (art. 1, c. 684, l. 296/ 06) COMPETENZA MISTA: somma algebrica degli importi risultanti dalla differenza tra accertamenti e impegni, per la parte corrente, e dalla differenza tra incassi e pagamenti per la parte in conto capitale, al - riduzione almeno del 10%, rispetto al 2001, delle spese per acquisto di beni e servizi. - riduzione delle spese per acquisto di beni e servizi. - riduzione delle spese per acquisto di beni e servizi. -Diffida del Presidente del Consiglio dei Ministri, agli enti locali ad adottare i necessari provvedimenti; -eventuale nomina del Sindaco a commissario ad acta, -pubblicazione sul sito del Ministero delle finanze dei comuni inadempienti; -applicazione dell addizionale IRPEF allo 0,3%; -Esclusione dalla compartecipazione al maggior gettito IRPEF -riduzione 5% trasferimenti, -divieto di assunzione - divieto di impegnare spese correnti in misura superiore all'importo annuale minimo dei corrispondenti impegni effettuati nell'ultimo triennio;

5 , n. 296 Artt. da 77 a 78, d.l. 25 giugno 2008 n. 112, conv. con l. 6 agosto 2008 n netto delle entrate derivanti dalla riscossione di crediti e delle spese derivanti dalla concessione di crediti -blocco dell incremento del fondo per le risorse decentrate previsto dall art. 8 comma 1 CCNL (vedi anche comma 4 art.76 del 112) -Riduzione trasferimenti per un importo pari alla differenza, se positiva, tra il saldo programmatico e il saldo reale, e comunque per un importo non superiore al 5 per cento; -divieto di impegni in misura superiore all importo annuale minimo dei corrispondenti impegni effettuati nell ultimo triennio; -divieto di ricorrere all indebitamento per gli investimenti -divieto assunzioni di personale ;(art. 76, c. 4) art. 77-bis, comma 15, decreto legge n. 112/2008 e art. 14, comma 3, decreto legge n. 78/2010 Art. 1, c. da 87 a 124, L. -Riduzione trasferimenti in misura pari alla differenza tra il risultato registrato e l'obiettivo programmatico predeterminato; -divieto assunzioni di personale ;(art. 76, c. 4); -divieto di impegni in misura superiore all importo annuale minimo dei corrispondenti impegni effettuati nell ultimo triennio; -divieto di ricorrere all indebitamento per gli investimenti Oltre a quelle previste nell anno precedente:

6 Oltre UNIONI 220/2010 -Riduzione del 30 per cento dell indennità degli amministratori; -Se si ricorre ad artifizi contabili, sanzioni fino a: **10 volte l indennità mensile per gli amministratori; **tre mensilità stipendio responsabile servizio finanziario. (art. 7, c. 2 e seg. D. lgs. 149/2011) Artt. 30, 31 e 32 L , n. 183 Art. 31 L , n. 183 Art. 16, c. 5, d.l.138/2011, conv. L. 148/2011 Come per il 2011

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