IL POPOLO SAHARAWI PONTASSIEVE

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1 COMITATO PER L AMICIZIA CON IL POPOLO SAHARAWI PONTASSIEVE Con il patrocinio di Provincia di Firenze Pontassieve Bagno a Ripoli Dicomano Fiesole Incisa Valdarno Loda Pelago Reggello Rignano sull Arno Rufina San Godenzo Comunità di Vicchio Bussoleno (TO) COMITATO TERRITORIALE DI FIRENZE UNICOOP FIRENZE Sezione Soci VALDISIEVE

2 REGIONE TOSCANA Il Presidente Cari amici, sono contento di avere ancora una volta l occasione per esprimervi, a nome di tutti i toscani, la mia stima e la mia gratitudine per il lavoro che da anni svolgete per la causa della libertà del popolo del deserto. Anche per il 0 il Comitato per l amicizia con il popolo Saharawi di Pontassieve ha realizzato - per i genitori affidatari, per gli amici e i simpatizzanti - un bellissimo calendario che, attraverso il racconto fotografico, ci parla della vita e delle tradizioni di un popolo che da troppi anni vive una situazione ai limiti della sopravvivenza, dipendente in tutto dalla solidarietà internazionale. Il referendum per l autodeterminazione, che fino a pochi anni fa sembrava di imminente celebrazione, è ancora di là da venire, insieme al riconoscimento per un intero popolo del diritto a decidere del proprio futuro. Tutti quanti abbiamo motivo di sperare che, con l ingresso dell Italia nel Consiglio di sicurezza dell Onu, venga dedicata maggiore attenzione alla causa dei Saharawi. Anche per questo motivo è estremamente prezioso il lavoro dei comitati, delle associazioni, dei semplici cittadini che sostengono i Saharawi sia moralmente che economicamente. Oltre a fornire aiuto materiale, è importante tenere viva l attenzione sulla causa dell indipendenza, ed esercitare pressioni politiche sulle autorità che hanno la responsabilità e la competenza per fare finalmente giustizia, restituendo al popolo del deserto la terra e la libertà. Negli ultimi anni, l amicizia fra la nostra regione e il popolo Saharawi si è concretizzata in molti modi, basti pensare ai gemellaggi fra tutte le Province e 0 Comuni toscani con le Province e i villaggi del deserto; oppure alle adozioni a distanza e all accoglienza estiva di bambini Saharawi; o ancora, all invio delle carovane di solidarietà con generi alimentari e di prima necessità, fino alla costruzione di condotti per l acqua e nuovi pozzi. Ma voglio ricordare anche le ultime realizzazioni del vostro Comitato, come l attivazione del servizio postale, l adozione delle 0 cammelle per garantire il latte agli anziani, fino all invio del furgone con il materiale per le attività dell istituto per non vedenti della Provincia di Smara. Tutti progetti accomunati da una caratteristica, quella di non essere semplici azioni di beneficenza, ma iniziative per ridare ai Saharawi l autonomia perduta. Il calendario 0, dedicato alla donna Saharawi, può essere un nuovo, ed utile, metodo per diffondere sempre di più la conoscenza della questione Saharawi, oltre che per far conoscere le attività del Comitato. A quanti lo sfoglieranno, e a chi lo ha realizzato, vanno il mio saluto e il mio ringraziamento. Sono certo che ognuno di voi, come ha fatto in passato, continuerà a dare il proprio prezioso contributo perché, finalmente, i Saharawi possano riacquistare l indipendenza. Provincia di Firenze Claudio Martini REPUBBLICA SAHARAWI FRONTE POLISARIO RAPPRESENTANZA PER L ITALIA Carissimi amici con grande gioia ho accolto la notizia della dedica del calendario 0 del Comitato per l Amicizia con il Popolo Saharawi di Pontassieve alle Donne Saharawi Le Donne saharawi attualmente sono le uniche che veramente reggono egregiamente l organizzazione di base degli accampamenti di rifugiati saharawi; su di loro ricade l organizzazione politica sociale e familiare, un peso non affatto semplice dovuto al prolungamento di una attesa innaturale a cui e stato soggetto il nostro popolo. Sono 0 anni che le donne saharawi lottano per il loro diritto all autodeterminazione, e loro diritto ad una normalità per i propri figli. Il loro contributo alla pace è ammirevole: non hanno mai spinto i propri figli al martirio o alla disperata scelta della violenza. Le donne saharawi hanno sempre scelto la strada del dialogo la loro organizzazione (UNMS) è stata la prima a porgere la mano alle colleghe marocchine per avere un dialogo franco ed amichevole. Se oggi c è un momento di pace, ancorché duro perché vissuto nel mezzo di un deserto, in attesa di una soluzione pacifica, è in gran parte grazie alle donne, per non parlare delle saharawi che vivono sotto l occupazione e con grande coraggio lottano pacificamente pagando un prezzo molto alto. Queste donne hanno scelto di esistere come Nazione, sanno di dover fare i conti con 0 anni di divisioni, di guerra; la ricostruzione della nazione e della società saharawi non sarà facile ma loro sono consapevoli del compito che le aspetta. Speriamo che la Comunità internazionale dia al popolo saharawi l opportunità di costruire un stato laico nel magreb e non getti l esperienza del nostro popolo e delle nostre donne nel dimenticatoio. Grazie alla solidarietà di associazioni come il Comitato per l Amicizia con il Popolo Saharawi di Pontassieve noi Saharawi sentiamo il conforto umano che ci è indispensabile a trovare energie morali e materiali per continuare ad affrontare questo deserto che ci separa dall indipendenza. Presidenza Nazionale La vicenda del popolo Saharawi è un monito per la nostra coscienza democratica, perché, fra tanti conflitti dimenticati dai riflettori dell informazione, la situazione del Sahara occidentale è ancor più rimossa. Un caso emblematico di impotenza e indifferenza da parte della diplomazia e della politica, di vera e propria latitanza della legalità internazionale di fronte alle violazioni dei diritti dei popoli. A nulla sono valse le risoluzioni Onu che sanciscono il diritto all autodeterminazione dei Saharawi o le denunce delle violazioni dei diritti umani attuate dal regno del Marocco. Eppure 0 anni di esilio nel deserto non hanno scalfito la dignità, la resistenza e l identità culturale di un popolo straordinario, pacifico e tollerante, di grande apertura culturale, attento ai diritti umani e alla dignità di ciascuno. Una società che riserva particolare attenzione ai giovani e all istruzione, all emancipazione delle donne, che hanno un ruolo fondamentale nell organizzazione della comunità. I Saharawi rappresentano nel mondo arabo un punto di riferimento prezioso per contribuire al dialogo fra le culture in un momento in cui invece da più parti si agita lo spettro dello scontro di civiltà. In Italia è cresciuto un grande movimento popolare a sostegno del popolo Saharawi, fatto di comunità locali, associazionismo, istituzioni pubbliche. Si batte per ottenere risultati politici e dare al tempo stesso sostegno concreto alla vita delle persone. E fondamentale, perché da un lato dobbiamo sostenere il diritto negato del popolo Saharawi alla sua terra e batterci perché un giorno possa tornarvi, coinvolgendo sempre più cittadini in una campagna di mobilitazione, informazione, pressione politica. Ma contemporaneamente dobbiamo aiutare quel popolo a vivere oggi nelle difficilissime condizioni in cui è costretto. Allora i Saharawi hanno bisogno di aiuti materiali e beni di prima necessità, ma anche di opportunità di incontro, socializzazione, formazione, cultura, che sono strumenti decisivi per un popolo che deve resistere all ingiustizia e costruirsi un futuro. Il sostegno alla causa dei Saharawi e l aiuto alla popolazione dei campi profughi caratterizzano da anni l impegno del Comitato per l amicizia con il popolo Saharawi di Pontassieve. Sono anche gli obbiettivi di una diffusa mobilitazione dei circoli e delle associazioni dell Arci, attivi nell organizzazione di aiuti materiali e in progetti per la cultura e l alfabetizzazione, in particolare per i bambini, i giovani e le donne del campo. Le attività internazionali dell Arci partono infatti dal basso, dalle comunità dei nostri soci, e tengono sempre insieme impegno politico e solidarietà. Pacifismo, sostegno ai popoli in lotta per i propri diritti e aiuto concreto alle società locali possono e devono andare di pari passo. Paolo Beni Presidente nazionale Arci Fatima MahfudOOOOOOOOOOOOO (Membro della Rappresentanza per l Italia del Fronte POLISARIO) arci - Via dei Monti di Pietralata - 00 Roma tel fax. 0.0 e mail: presidenza@arci.it sito internet: Via Principe Eugenio, 1 (int. ) - 00 ROMA - Tel. e Fax 0

3 GENNAIO IMPOSTA DI PUBBLICITÀ A CARICO DI CHI LO ESPONE AL PUBBLICO GENNAIO FEBBRAIO FEBBRAIO

4 MARZO IMPOSTA DI PUBBLICITÀ A CARICO DI CHI LO ESPONE AL PUBBLICO MARZO APRILE APRILE

5 MAGGIO IMPOSTA DI PUBBLICITÀ A CARICO DI CHI LO ESPONE AL PUBBLICO MAGGIO GIUGNO GIUGNO

6 LUGLIO IMPOSTA DI PUBBLICITÀ A CARICO DI CHI LO ESPONE AL PUBBLICO LUGLIO AGOSTO AGOSTO

7 SETTEMBRE IMPOSTA DI PUBBLICITÀ A CARICO DI CHI LO ESPONE AL PUBBLICO SETTEMBRE OTTOBRE OTTOBRE

8 NOVEMBRE IMPOSTA DI PUBBLICITÀ A CARICO DI CHI LO ESPONE AL PUBBLICO NOVEMBRE DICEMBRE DICEMBRE

9 CENNI SULLA STORIA DEL POPOLO SAHARAWI un popolo fiero un popolo dimenticato Legenda Territori occupati dal Marocco Territori liberati dal POLISARIO MURO (.00 Km.) Campi profughi Saharawi I confini del Sahara Occidentale sono stati tracciati dai colonizzatori europei e sanciti dal trattato di Berlino del. Questo territorio, sull Oceano Atlantico, dove vivono i Saharawi, venne occupato dagli spagnoli, mentre gli stati confinanti, Marocco, Mauritania e Algeria divennero colonie francesi. In seguito all indipendenza di molti Stati africani anche i Saharawi si organizzarono per rivendicare il loro diritto all autodeterminazione. Nel nasce il Fronte POLISARIO (Fronte Popolare di Liberazione del Saguiat al Hamra e Rio de Oro dal nome delle due regioni che compongono il Sahara Occidentale) che ha come scopo ottenere l indipendenza del Sahara Occidentale dai colonizzatori spagnoli. Negli stessi anni anche l ONU riconosce al Popolo Saharawi il diritto all autodeterminazione. La Spagna, consapevole del fatto che dovrà lasciare una delle ultime colonie rimaste nel continente africano, organizza un censimento della popolazione al fine di prepararsi alla celebrazione di un referendum. Alla morte del dittatore Franco, i colonizzatori spagnoli preferiscono ritirarsi dal Sahara Occidentale cedendolo a Marocco e Mauritania che nel frattempo si erano accordati per spartirsi le ingenti risorse del territorio (fosfati, uranio e pesce). Nel i Saharawi, invece di giungere finalmente all indipendenza, si trovano ad essere invasi da nord dal Marocco e da sud dalla Mauritania. Il sovrano Hassan II del Marocco cerca di mascherare l invasione con la cosiddetta Marcia Verde attraverso la quale di coloni marocchini varcano la frontiera e si insidiano nel Sahara Occidentale Questa marcia è accompagnata da bombardamenti alla popolazione saharawi che è costretta ad abbandonare le proprie case e fuggire verso l Algeria. Il Fronte POLISARIO organizza la resistenza e protegge la fuga delle migliaia di persone che con ogni mezzo cercano di mettersi in salvo. Nei pressi di Tindouf, in pieno deserto algerino vengono organizzati i campi profughi in immense tendopoli. I Saharawi in esilio proclamano la RASD (Repubblica Araba Saharawi Democratica) che verrà riconosciuta da più di settanta paesi di Africa, Asia e America Latina. Intanto la guerra continua. Nel la Mauritania viene sconfitta ed è costretta a ritirarsi. IL MAROCCO OCCUPA L INTERO TERRITORIO. Parallelamente allo sforzo bellico nei confronti di uno stato assai più potente, i Saharawi si adoperano anche in campo diplomatico. Un importante successo è l ammissione nel all OUA (Organizzazione dell Unità Africana) da cui il Marocco, per protesta si dissocia. Per proteggere dalle incursioni del Fronte POLISARIO i territori utili ovvero quelli più ricchi di minerali e quelli lungo la costa, re Hassan II fa costruire, in tempi successivi, muri, per un totale di.00 Km. dal sud del Marocco fino alla costa atlantica al confine della Mauritania e racchiude circa Kmq. di territorio (tutto il Sahara Occidentale ha un estensione di.000 Kmq.) I muri costruiti con sabbia e pietrame sono circondati da campi minati. La guerra è in una situazione di stallo; è ormai chiaro al Marocco che non potrà eliminare velocemente l esercito di Liberazione Saharawi come aveva pensato in un primo tempo. Anche il POLISARIO sa bene che non potrà essere questa la via per la risoluzione del conflitto. Re Hassan II ha comunque tutto l interesse ad allungare i tempi, intanto i Saharawi sono costretti a sopravvivere in immense tendopoli in mezzo al deserto in condizioni terribili. Nonostante le difficoltà i Saharawi continuano a resistere dando prova anche di un eccezionale capacità organizzativa. Le grandi tendopoli prendono i nomi delle città abbandonate nel Sahara Occidentale. Ognuna delle province (WILAYA) viene dotata di scuole, di un ospedale e di strutture in muratura per ricevere i numerosi ospiti stranieri che si susseguono per manifestare la solidarietà dei comitati sorti spontaneamente in molti stati europei. Nei campi profughi si sopravvive grazie agli aiuti internazionali poiché il deserto non permette nessun tipo di coltivazione o allevamento sufficiente al sostentamento delle centinaia di migliaia di persone. Verso la fine degli anni 0 sembra che qualcosa si muova. Nel con la risoluzione ONU / viene istituita la MINURSO (Missione delle Nazioni Unite per il Referendum del Sahara Occidentale) e stabilito un piano di pace. Il Marocco accettato l idea di un referendum che però considera solo confermativo dello status del Sahara Occidentale. Questo confidando nel fatto che in tutti questi anni avendo attuato una politica di colonizzazione massiccia ha portato la popolazione del Sahara Occidentale ad essere in prevalenza marocchina. Nel 1 Marocco e Fronte POLISARIO accettano una tregua e si fissa il referendum per il gennaio. L accordo prevede che per stabilire gli aventi diritto, il voto avrà come base il censimento effettuato dalla Spagna nel. Già dagli inizi si capisce che il re Hassan II non ha alcuna intenzione di rispettare i patti e di procedere seriamente verso la risoluzione del conflitto. Infatti nell ottobre del 1 organizza una seconda marcia verde che porta altri.000 coloni marocchini nel Sahara occidentale. Questo, insieme ad altri innumerevoli fatti, rendono evidente che si tenta ancora una volta di allungare i tempi, essendo ciò a solo svantaggio dei Saharawi. In effetti il referendum non viene celebrato e, vista anche l incapacità dell ONU di agire in maniera concreta in questo senso, si minaccia ilo ritorno alla guerra. Nel qualcosa cambia; il nuovo Segretario Generale dell ONU, Kofi Annan, nomina inviato speciale per il Sahara Occidentale James Baker, ex segretario di stato americano. Questi nel giro di pochi mesi riesce a far trovare un accordo a Marocco e Fronte POLISARIO ed il piano di pace riprende vigore. Viene stabilito un calendario che, al termine dell identificazione degli aventi diritto al voto avrebbe dovuto portare al referendum nel dicembre. Le prime fasi procedono anche più lentamente del previsto; alla fine del l identificazione è conclusa La data di dicembre non è però stata rispettata. Re Hassan II tergiversa per allontanare una consultazione che potrebbe avere enormi ripercussioni all interno del suo regime e che, nel contempo, sembra al mondo intero l unica via pacifica per consentire ai Saharawi di riappropriarsi dell agognata libertà. Il luglio del muore all età di 0 anni re Hassan II del Marocco che era al potere dal 1, gli succede al trono il figlio SIDI MOHAMMED che sembra avere una visione un po più aperta del potere, ma a tutt oggi il referendum è ancora un miraggio per il Popolo Saharawi che, nonostante tutto, continua a percorrere la strada più difficile per l indipendenza: quella della diplomazia e della non-violenza. Nel Giugno 0, dopo sette anni di mediazioni diplomatiche, James Baker, decide di lasciare l incarico dopo il fallimento della sua ultima proposta, che prevedeva che il Sahara Occidentale conservasse un regime di semiautonomia all interno del Marocco per quattro o cinque anni, nell attesa di poter organizzare un referendum. Il piano è stato accettato dal Polisario, ma rifiutato ancora una volta, dal Marocco. La vita, nei Campi Profughi di Tindouf, procede attualmente, come sempre, tra mille difficoltà, dovute sia alla completa dipendenza per la sopravvivenza dagli aiuti umanitari internazionali sia alla estrema durezza del deserto dove la temperatura in estate sale oltre i 0 all ombra I Saharawi rimasti oltre il muro nei Territori Occupati del Sahara Occidentale, vengono sottoposti alla repressione messa in atto dalle autorità di Rabat, le manifestazioni pacifiche vengono soffocate nel sangue e gli arresti, le torture ed i desaparesidos sono sempre più numerosi; così come lo sono le denunce per il mancato rispetto dei diritti umani di Amnesty International. Le autorità Marocchine hanno negato più volte il permesso ad Osservatori Europei (parlamentari e giornalisti) a recarsi nei Territori Occupati. Il Silenzio che copre, da sempre, la Causa Saharawi è indubbiamente una dei motivi che stanno condannando i Saharawi alla sofferenza ed all esilio. Ali Salem TAMEK (Presidente del Comitato di sostegno alla campagna internazionale per la protezione degli attivisti Saharawi dei diritti umani e premio Sacharov per la difesa dei diritti umani) in occasione della sua visita in Italia ha affermato: Chiedo agli italiani di aiutarci ad abbattere il muro del silenzio. Un muro che è più resistente dei mattoni che spezzano in due il nostro paese e più crudele delle torture che subiamo. Altre notizie La religione dei Saharawi è quella musulmana (sunniti). La lingua parlata è l HASSANYA, un dialetto arabo caratteristico di molte popolazioni nomadi di tutto il Maghreb, soprattutto mauritane. Le risorse del Sahara Occidentale (il territorio rivendicato dal Fronte Polisario) sono: i fosfati (maggiore riserva al mondo dopo il Marocco) il ferro, il vanadio e la pesca. i CAMPI I Campi sono strutturati in provincie (wilayas) e comuni (Dairas) e scuole residenziali. Essendo stati costituiti per ospitare rifugiati da una guerra in atto, risentono, nella dislocazione di considerazioni tattiche oltre che di disponibilità di acqua. La tendopoli più distante è situata a circa 0 Km. dal centro dei campi e le altre sono raggiungibili in un raggio di 0-0 Km. Le Wilayas e le dairas hanno i nomi delle città del Sahara Occidentale, così da far restare ancorate in qualche modo le famiglie ai loro luoghi d origine; ritroviamo, allora, le wilayas di El- Ayun (la capitale), Smara, Ausert, Dakhla. La Provincia di SMARA (nella quale il Comitato per l amicizia con il Popolo Saharawi sta effettuato le adozioni) è suddivisa in dairas: TIFARITI, EGDEIRIA, HAUZA, MAHBES, FARSIA, BIR LAHLU. I Bambini Ogni anno centinaia di bambini Saharawi vengono accolti in Italia nei mesi estivi; possono essere così sottoposti a controlli medici e, in caso di necessità, alle dovute cure. I bambini vengono da tutti chiamati: PICCOLI AMBASCIATORI DI PACE. CuriositA La bandiera Saharawi è costituita da tre strisce orizzontali (in alto una nera, al centro una bianco e una verde in basso) ed un triangolo di colore rosso con il lato maggiore verso l asta; al centro sulla striscia bianca c è la mezzaluna rossa ed una stella rossa a cinque punte. Quando i Saharawi saranno un Popolo Libero ed Indipendente nel loro territorio la Bandiera verrà capovolta: il nero sarà in basso ed il verde in alto.

10 IL POPOLO SAHARAWI un popolo fiero un popolo dimenticato Cos è il COMITATO PER L AMICIZIA CON IL POPOLO SAHARAWI DI PONTASSIEVE? Il Comitato per l Amicizia con il Popolo Saharawi di Pontassieve è costituito da un gruppo di amici che si occupano di SOLIDARIETÀ a favore del Popolo Saharawi. È nato da un nucleo di persone che si sono trovate spontaneamente a collaborare all accoglienza dei bambini Saharawi che ogni anno sono ospitati, dal Pontassieve, nel periodo estivo. Il Pontassieve è gemellato, secondo Comune in Italia, dopo Sesto Fiorentino, fin dal con il comune Saharawi di TIFARITI. I viaggi nei campi profughi di Tindouf hanno accresciuto nel corso degli anni il legame tra Pontassieve ed il territorio circostante con i Saharawi. Le periodiche visite, durante le quali erano portati solo i pochi aiuti alle famiglie dei bambini conosciuti nel periodo estivo, sono divenute più frequenti e nel Marzo del 01 il Comitato ha deciso di dare una svolta al modo di aiutare i Saharawi iniziando a promuovere progetti specifici a favore di tutta la popolazione della Provincia di Smara (prov. a cui appartiene Tifariti). Attualmente due volte l anno i volontari del Comitato si recano nei campi di Tindouf per gestire il progetto di adozioni a distanza UN SORRISO PER LA VITA ; a loro spesso si affiancano gli affidatari che per l occasione collaborano alla realizzazione del progetto ed hanno così la possibilità di incontrare il proprio bambino. Tutte le iniziative a favore del Popolo Saharawi sono il frutto dei frequenti contatti con le autorità Locali (con il Governatore della Provincia di Smara, con i Sindaci dei Comuni della Provincia, con i responsabili degli Istituti), con la gente comune incontrata nel corso delle numerose Assemblee pubbliche nei campi e con Omar Mih, il Rappresentante in Italia della RASD (Repubblica Araba Saharawi Democratica) e del Fronte Polisario (Organizzazione per la Liberazione del Sahara Occidentale). COSA FA E COSA HA FATTO IL COMITATO Il Comitato ha ideato e sta sostenendo il progetto di ADOZIONE A DISTANZA nato nel marzo del 00 denominato: UN SORRISO PER LA PACE Dalle prime adozioni si è raggiunto il traguardo di 0 bambini affidati a distanza; la maggior parte dei quali sono orfani del padre. L obiettivo del progetto è quello di portare un modesto contributo alle famiglie più bisognose, stabilire un legame diretto tra il bambino, la sua famiglia e l affidatario e non per ultimo, promuovere la conoscenza della Causa Saharawi. Il Comitato è impegnato a far si che ogni anno il numero diventi sempre più grande e sempre più affidatari rafforzino il loro legame con il Popolo Saharawi. La caratteristica principale, della quale i Volontari vanno particolarmente fieri, è che i denari relativi alle adozioni sono consegnati, direttamente da loro, nelle mani delle madri dei bambini, senza alcun intermediario. Alcune decine di affidatari nel corso delle periodiche missioni nei Campi Profughi hanno potuto visitare le tendopoli ed incontrare il bambino affidato a distanza. Un forte appoggio al progetto viene da un piccolo Comune della Val di Susa, il COMUNE DI BUSSOLENO che ormai da alcuni anni partecipa ad UN SORRISO PER LA PACE. Il Bussoleno ha stabilito di attivare adozioni a distanza di bambini Saharawi in occasione dei matrimoni civili e, in base ad un accordo con la Parrocchia locale, per i matrimoni religiosi sono attivate adozioni di bimbi in Mongolia o in Etiopia. In sostanza per ogni matrimonio celebrato in Bussoleno è prevista, automaticamente, un adozione a distanza. Se i neo sposi sono d accordo sull iniziativa ne sostengono la spesa, diversamente questa viene posta a carico dell Ente. Per maggiori informazioni in merito o aderire all iniziativa del Bussoleno è possibile inviare una a: bussolenodemografici@tiscali.it Il Comitato, in collaborazione con il Pontassieve e con tanti amici ha realizzato inoltre il progetto UN CAMMELLO PER LA LIBEReTÀ grazie al quale sono state acquistate e quindi donate alla provincia di Smara 0 cammelle da latte. Giornalmente circa 00 anziani possono disporre di 1/ litro di latte fresco. Oggi il numero delle cammelle è più che raddoppiato e progetti simili sono stati realizzati in tutte le altre Province dei campi profughi Altra operazione, che inorgoglisce tutto il Comitato, riguarda la LIBERAZIONE DI UN PRIGIONIERO DI GUERRA MAROCCHINO, che il Comitato è riuscito ad ottenere grazie alla mediazione del Governatore di Smara e alla disponibilità del Presidente della Repubblica Saharawi MOHAMED ABDLELAZIZ al quale il Comitato si è rivolto in occasione della missione nel dicembre 0 per ottenerne la liberazioni. Nel febbraio 0 il prigioniero, ha potuto riabbracciare i propri familiari dopo anni era stato fatto prigioniero durante un azione militare, quando aveva anni ed al momento della liberazione di anni ne aveva!!! L ultimo progetto, in ordine di tempo, che il Comitato ha realizzato è stato l invio di un PULMINO FORD TRANSIT nei Campi dopo che questi, nel febbraio del 0, erano stati colpiti da una disastrosa ALLUVIONE che aveva provocato il crollo della maggior parte delle case (che sono costruite in mattoni di fango cotti al sole) L automezzo, completamente revisionato e disegnato da un giovane artista è stato riempito di materiale destinato all Istituto per non vedenti di Smara. Alla realizzazione del progetto hanno collaborato in tanti, istituzioni e privati, con piccoli e grandi contributi, hanno fatto donazioni tanti amici e sostenitori del Comitato che hanno voluto così ricordare persone care che non ci sono più, sono stati organizzati eventi e cene da Circoli e Associazioni Sportive, Assessori e Consiglieri comunali hanno devoluto il loro gettone di presenza, le scuole del Circolo Didattico di Pontassieve hanno organizzato l iniziativa Un soldino per i Saharawi che ha permesso di raccogliere una cifra importante per sostenere il progetto. Il Comitato per l Amicizia con il Popolo Saharawi di Pontassieve riesce ad aiutare e sostenere il Popolo Saharawi perché in tanti aiutano e sostengono il Comitato. Certi della collaborazione delle Istituzioni del territorio e della generosità dei cittadini i volontari del Comitato hanno allo studio altri progetti che prenderanno vita nei prossimi mesi. È utile ricordare che ogni iniziativa del Comitato viene concordata con le autorità Saharawi. PROVERBI SAHARAWI - Il coraggio è vivere per la libertà. - Prima di ogni oasi c'è un deserto da affrontare. - Chi porta il bastone rischia di essere picchiato. - Scegli bene il tuo compagno prima di intraprendere un viaggio. - Una mano sola non applaude. - Il vero fratello è colui che ti sta sempre vicino. - È cieco chi vede solo con gli occhi. - I sogni della notte sono cancellati dalla realtà del giorno. - Il peso diviso fra tutti diventa piuma. - Se è forte il leone lo è anche la leonessa. - Solo le donne riescono a far fiorire l Hammada.

11 Progetto un sorriso per la pace un popolo fiero un popolo dimenticato Il Comitato per l Amicizia con il Popolo Saharawi di Pontassieve dal mese di marzo 00 è impegnato nella realizzazione del proprio progetto denominato UN SORRISO PER LA PACE. Obiettivi: Il progetto è finalizzato ad effettuare ADOZIONI A DISTANZA di BAMBINI SAHARAWI, rifugiati con le loro famiglie nei campi profughi del deserto di TINDOUF (Sahara algerino). Mediante tali adozioni sarà possibile: - portare un modesto aiuto alle famiglie più bisognose (che potranno decidere in piena autonomia come utilizzarlo) - stabilire un legame diretto tra il bambino, la sua famiglia e l affidatario italiano - promuovere la conoscenza della Causa Saharawi Chi può aderire: Tutti possono aderire al progetto. Modalità di adesione: È possibile aderire al progetto sottoscrivendo una domanda di adesione, mediante la quale ci si impegna moralmente, per la durata minima di un anno, a versare una quota annuale di 0,00 per adozione. Modalità per i versamenti: È possibile effettuare i versamenti mediante bollettino di c/c postale o bonifico bancario: - c/c postale n. - c/c bancario n. della Banca Toscana Ag. di Fiesole ABI 00 CAB I conti sono intestati al Comitato per l Amicizia con il Popolo Saharawi di Pontassieve. Modalità di consegna della quota: Una, se possibile due volte ogni anno, i volontari del Comitato si recheranno nei campi Profughi di Tindouf per effettuare la consegna del contributo direttamente nelle mani della MADRE del bambino/a verranno consegnati un totale di,00. La differenza, ovvero 0,00 -,00 =,00 sarà utilizzata dal Comitato per le spese di gestione del progetto. Documentazione: In occasione delle missioni dei volontari saranno raccolte notizie e scattate foto al bambino ed alla madre; le foto e le notizie saranno consegnate all affidatario italiano. Identificazione dei bambini: Le autorità Saharawi identificheranno le famiglie che più necessitano di aiuti e su tale base presenteranno la lista dei bambini da adottare a distanza ai volontari del Comitato. Scambio di corrispondenza: Gli affidatari italiani, in occasione delle missioni dei volontari, potranno inviare, tramite loro, ai bambini e alle loro famiglie corrispondenza e foto ed altro. Visite ai bambini: Sarà possibile visitare i bambini e le loro famiglie; per farlo è necessario comunicare tale volontà al Comitato che provvederà ad organizzare i contatti con i rappresentanti Saharawi in Italia per le necessarie autorizzazioni e per il visto d ingresso in Algeria. Periodicamente vengono organizzati dall associazione Nazionale voli charter per i campi di Tindouf, è inoltre possibile, e gradito, aggregarsi ai volontari in occasione delle missioni. Risorse per supportare il progetto: Il progetto verrà supportato grazie alla differenza tra il contributo versato dagli affidatari (0.00 ) e la cifra consegnata nelle mani delle madri dei bambini (.00 ). Attualmente le spese del viaggio nei campi sono interamente a carico dei volontari che vi prendono parte.

12 IL POPOLO SAHARAWI un popolo fiero un popolo dimenticato COMITATO PER L AMICIZIA CON IL POPOLO SAHARAWI PONTASSIEVE Comitato per l Amicizia con il Popolo Saharawi di Pontassieve c/o Circolo 1 Maggio via Mascagni, - 00 SIECI (FI) saharawi.pontassieve@virgilio.it Tel. + C/C Postale n. C/C Bancario n. - ABI 00 - CAB c/c Banca Toscana Ag. di Fiesole Codice Fiscale: 00 Il Comitato per l Amicizia con il Popolo Saharawi di Pontassieve DEDICA il CALENDARIO 0 alle DONNE SAHARAWI, a TUTTE le DONNE SAHARAWI, migliaia e migliaia di donne che insieme al loro popolo nell inverno /, sono state costrette ad abbandonare le proprie case e la propria terra: il Sahara Occidentale, cercando rifugio nell Hammada algerino e vivere, da allora, profughe, nel deserto più deserto che si possa immaginare. Le donne Saharawi hanno fatto della memoria, dell accoglienza, della trasmissione dei saperi e delle tradizioni e della tenace difesa dell identità saharawi i valori da mantenere con fierezza e con dignità anche nella loro difficilissima condizione di esuli. Nel deserto dell Hammada è iniziata la costruzione della Società Saharawi, fondata sulla partecipazione di tutti, uomini e donne, ed è anche iniziata, da parte delle donne, la conquista della propria emancipazione. Il compito avviato nel era arduo: da una parte c era e c è da garantire la sopravvivenza di un Popolo, dall altra organizzare una Nazione su base democratica, capace di non perdere la propria identità e la propria cultura e di progettare il ritorno in Patria. Mentre gli uomini, ad esclusione dei vecchi e dei bambini erano e sono occupati nella difesa militare, l organizzazione della vita civile nelle tendopoli è completamente gestita dalle donne. Le donne saharawi si occupano della famiglia, della cura dei figli e degli anziani, di fare il pane e procurarsi l acqua potabile e di tenere viva la cultura insegnando ai figli i canti e le danze della loro tradizioni; alle donne è riservato il compito di conservare e distribuire le derrate alimentari, provenienti dagli aiuti umanitari internazionali; le donne sono i medici e le infermiere negli ospedali e nei dispensari, sono le maestre nelle scuole, dove tutti i bambini e tutte le bambine studiano; le donne saharawi sono le responsabili delle radio nei campi dove leggono gli articoli che loro scrivono, accompagnano in qualità di interpreti i volontari delle organizzazioni umanitarie. Le donne saharawi hanno conquistato il diritto a partecipare alle assemblee pubbliche, hanno conquistato il diritto di voto e quello di essere votate concorrendo alla pari degli uomini a tutte le cariche politiche; sono chiamate ad assumere decisioni importanti ed farsi portavoce della causa del loro Popolo nel mondo. Lottano per il diritto alla loro terra sia nei campi profughi di Tindouf sia nel Sahara Occidentale occupato, al di la di quel muro, che chiamano muro della vergogna, eretto dal Re del Marocco, dove insieme ai loro uomini manifestano per la LIBERTÁ e per l INDIPENDENZA del Sahara Occidentale, dove, insieme ai loro uomini vengono arrestate e torturate, dove insieme ai loro uomini sognano di riunire le loro famiglie divise da troppi anni dove, insieme ai loro uomini sognano di poter crescere i loro figli e seppellire i loro morti nella loro terra, nel loro SAHARA OCCIDENTALE LIBERO ed INDIPENDENTE. Un proverbio Saharawi dice: Solo le donne riescono a far fiorire l'hammada queste donne sono le DONNE SAHARAWI. Il Comitato per l Amicizia con il Popolo Saharawi di Pontassieve ringrazia tutti coloro che collaborano e sostengono l operato del Comitato In particolare ringrazia per la realizzazione di questo calendario: - il Membro della Rappresentanza per l Italia del Fronte Polisario FATIMA MAHFUD - il Presidente della Regione Toscana CLAUDIO MARTINI - il Presidente della Provincia di Firenze MATTEO RENZI - il Presidente Nazionale dell ARCI PAOLO BENI SERGIO STAINO per la copertina i Sindaci dei Comuni di: - PONTASSIEVE - BAGNO A RIPOLI - DICOMANO - FIESOLE - INCISA VALDARNO - LONDA - PELAGO - REGGELLO - RIGNANO SULL ARNO - RUFINA - SAN GODENZO - VICCHIO Il Presidente della COMUNITÁ MONTANA della MONTAGNA FIORENTINA Un grazie particolare agli Amministratori e a tutti gli abitanti del COMUNE di BUSSOLENO (TO) Grazie ai Circoli ARCI del Comitato Territoriale di Firenze Grazie: - all Associazione Valdisieve Terra d Incontri - alla COOP sez. soci Valdisieve Il Comitato ringrazia inoltre: La tipografia STAMPA NOVA per la pazienza e la professionalità nella progettazione grafica e nella stampa del Calendario. Ringrazia naturalmente tutti coloro che collaborano alla diffusione. Un grazie anche a tutti coloro che ogni anno collaborano a vario titolo nell accoglienza dei bambini Saharawi ospitati dal Pontassieve: tutte le associazioni, i circoli delle parrocchie e delle case del popolo ed i tanti volontari che danno una mano e che regalano un sorriso ai bambini Saharawi. Foto: FIRENZEFOTO Piero Taddei Foto: Archivio Fotografico del Comitato

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