Industria e Artigianato. Prof. Davide Castellani Coordinatore del Forum su Industria e Artigianato

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1 Industria e Artigianato Prof. Davide Castellani Coordinatore del Forum su Industria e Artigianato 1

2 Premessa Le osservazioni riportate costituiscono una interpretazione dei principali risultati emersi nel corso del dibattito che si è tenuto il giorno 19 novembre 2010 L incontro ha registrato gli interventi di 10 imprenditori rappresentativi di diversi settori industriali e dell artigianato (industria del legno, ceramica, meccanica, packaging, elettronica, laterizi, abbigliamento) e del mondo bancario 2

3 Premessa Il dibattito è stato incentrato su: 1. Criticità strategiche affrontate dall impresa 2. Rapporti con il territorio 3. Ruolo della politica economica 3

4 Il contesto Cambiamenti strutturali in atto e le peculiarità dell industria in Umbria

5 I cambiamenti strutturali 1. Le tecnologie dell informazione diventano disponibili a costi relativamente contenuti opportunità per rendere più efficiente ed efficace la gestione del rapporto con il mercato, con la catena di fornitura e con l organizzazione interna anche (e forse soprattutto) le PMI possono trarre vantaggio da queste opportunità ma servono investimenti complementari in risorse umane e organizzazione 5

6 I cambiamenti strutturali 2. I paesi emergenti entrano prepotentemente nei mercati internazionali come fornitori di beni e servizi in concorrenza con le nostre produzioni innovare e differenziare i propri prodotti per fronteggiare la concorrenza ma rappresentano anche importanti mercati di sbocco e grandi opportunità per contenere i costi (via acquisto di beni intermedi e/o internazionalizzazione di parte dell attività produttiva) l internazionalizzazione richiede investimenti specifici (per la conoscenza dei mercati e per la gestione della maggiore complessità organizzativa) che possono essere troppo onerosi per le imprese meno efficienti/innovative 6

7 I cambiamenti strutturali 3. La crisi economica ha contratto la domanda nei nostri principali mercati ricercare nuove opportunità in mercati più lontani e meno famigliari ha reso più stringente il vincolo finanziario delle imprese, soprattutto per le difficoltà di accesso al credito necessità di maggiore capitalizzazione 7

8 Identità, peculiarità e debolezze dell Umbria Alcuni dati economici introduttivi: Peso relativamente basso dell industria 16,8% del valore aggiunto (contro, ad esempio, 18,4 in Toscana e 24,9 nelle Marche) 12,3% delle imprese nell industria (contro 14,1 in Toscana e 15,8 nelle Marche) Dimensione media delle imprese ridotta 7,9 addetti nelle imprese dell industria (contro 8,7 nelle Marche, e oltre 9 nelle aree più dinamiche del Paese) Produttività del lavoro inferiore alla media nazionale (oltre il 10% più bassa) Bassa crescita del PIL pre-crisi ( ) e impatto della crisi maggiore della media nazionale -6,6% nel rispetto al -5,4% nazionale 8

9 Identità, peculiarità e debolezze dell Umbria Alcuni dati economici introduttivi (segue): Bassa apertura internazionale Esportazioni su PIL solo 12,5% rispetto al 19,1% nazionale (e il 22,1 della Toscana) Ancora peggio in termini di esportazioni di prodotti high-tech (3,5 rispetto al 8,8 nazionale e e il 10,4 delle Marche), o di investimenti all estero (0,14 rispetto 2,17 nazionale e 0,28 della Toscana) e di incassi della bilancia dei pagamenti tecnologica Buona intensità di R&S del settore pubblico (e di brevetti in high-tech e ICT) la R&S pubblica è al 0,7% del PIL rispetto allo 0,5 della media nazionale (e lo 0,3% delle Marche) L indice del numero di brevetti in high-tech è pari a 5,1 (10,7 nei settori ICT) rispetto ad una media nazionale di 4,2 (8,2 in ICT) ma ritardo nella R&S privata e bassa occupazione nei settori manifatturieri a media e alta tecnologia la R&S privata è pari al 0,18% del PIL rispetto allo 0,61 della media italiana Solo il 2,47 degli occupati lavora in settori ad alta tecnologia rispetto al 3,17 nazionale 9

10 Identità, peculiarità e debolezze dell Umbria Alcuni dati economici introduttivi (segue): Alta diffusione della banda larga nelle imprese, ma limitata diffusione di siti web delle imprese e scarsa presenza di imprese attive nell IT Solo il 52,9% delle imprese ha un sito web (rispetto al 59% nel resto d Italia) L 1,43% delle imprese sono attive in settori legati all IT (rispetto al 1,62 nazionale) Buon profilo delle risorse umane Popolazione istruzione post-secondaria (università e corsi post-diploma) e laureati in materie scientifiche superiore alla media nazionale 8% contro 6% della popolazione con istruzione post-secondaria 12,7% dei laureati in materie tecnico-scientifiche (contro l 11% nazionale) Alta propensione alla formazione permanente 7,2% rispetto al 6% nazionale) 10

11 Identità, peculiarità e debolezze dell Umbria Alcune considerazioni di sintesi: Il sistema delle imprese mostra alcune criticità Bassa produttività, bassa internazionalizzazione e limitata propensione all investimento in R&S ma il contesto sembra offrire condizioni positive per superarle soprattutto in termini di qualità delle risorse umane e di R&S proveniente dal settore pubblico 11

12 Il dibattito Le criticità strategiche percepite dalle imprese e il possibile ruolo della politica pubblica

13 Criticità strategiche e rapporti con il territorio L internazionalizzazione commerciale e produttiva è una opportunità, che non necessariamente si accompagna a riduzione di attività locali Ma ci sono costi specifici che le imprese devono affrontare per internazionalizzarsi e le imprese più piccole o meno competitive non riescono a sopportare L innovazione di prodotto (e di processo) caratterizza tutte le imprese di successo, ma si accompagna sempre ad innovazioni nell organizzazione Ad es. nella organizzazione della produzione (controllo di gestione, informatizzazione) e distribuzione, o nella struttura manageriale/famigliare dell impresa e nella gestione della delega della gestione 13

14 Criticità strategiche e rapporti con il territorio Non esiste un unico modello di impresa di successo Le imprese possono rimanere anche piccole e concentrate su nicchie di mercato, ma devono investire in elevate professionalità (sia attraverso la formazione scolastica/universitaria che mediante la valorizzazione dei saperi artigiani) e puntare ai mercati globali e al rapporto con i clienti Molte imprese hanno rapporti con l Università di Perugia (ma anche con altre in Italia e all estero), mentre emerge una carenza di rapporti tra imprese Esistono punte di eccellenza in determinati settori che appaiono, tranne pochi casi, tra loro poco collegate in rapporti di filiera 14

15 Il ruolo della policy nazionale e regionale Interventi su cui è necessario una politica a livello nazionale Credito di imposta automatico, contrattazione di secondo livello, imposizione fiscale, costo dell energia Importanza del quadro di regole per la certezza degli investimenti (es. incentivi ed efficienza energetica) semplificazione ed efficienza amministrativa (es. tempi e costi associati alle domande per i bandi per l accesso ai fondi) 15

16 Il ruolo della policy nazionale e regionale 1. Supporto all internazionalizzazione L inefficacia del sistema nazionale di supporto all internazionalizzazione lascia spazio per un azione regionale, evitando però duplicazioni di sforzi (anche tra diverse istituzioni locali) Supporto (e non solo rappresentanza) attraverso servizi a monte (ovvero sulle imprese che si apprestano ad internazionalizzarsi) e non solo a valle (ovvero sulle imprese che già operano all estero) Interventi che agiscano sue due livelli: aumentare la produttività delle imprese ad esempio attraverso la crescita dimensionale, oppure azioni sul capitale umano nell impresa e l articolazione della struttura organizzativa (managerializzazione) ridurre i costi dell internazionalizzazione, attraverso condivisione di informazioni, di strutture di rappresentanza, di commercializzazione, ecc. 16

17 Il ruolo della policy nazionale e regionale 2. Favorire l interazione tra Università e industria Dottorandi di ricerca impegnati nelle imprese su progetti specifici Strutture di raccordo (come potrebbero diventare le piattaforme tecnologiche) per definire e coordinare attività in cui imprese e università possono essere complementari 3. Politica orientata all identificazione e supporto delle imprese eccellenti e valutazione ex-post questi interventi selettivi (tra cui rientrano i poli di innovazione) sono tanto più efficaci quanto più fanno leva su competenze esistenti e su una valutazione attenta e continua dell efficacia delle politiche (ovvero dei risultati conseguiti) 17

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