12 Educare all amore adottivo
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- Giancarlo Abbate
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1 Introduzione Le immagini d infanzia sono troppo spesso poco realistiche, edulcorate o leziose, costruite ad arte per piacere o stupire e commuovere, orientate a soddisfare i desideri e i bisogni degli adulti che, in vari ruoli e situazioni, se ne occupano. I mezzi di comunicazione di massa sono inclini, del resto, a soddisfare questo diffuso desiderio di vedere l infanzia con gli occhi degli adulti, di normalizzare situazioni e comportamenti che sempre più appaiono, invece, diversificati e molteplici, assai lontani da schemi e consuetudini consolidate nel tempo. Sono in particolare le immagini dell infanzia dei fenomeni migratori, dei bambini non accompagnati presenti sul territorio italiano, dei bambini adottati e in affido: in tutti questi casi, in modo specialissimo, le immagini normalizzate o standardizzate o politicamente corrette rappresentano una vera offesa alla realtà dei vissuti personali e collettivi, alle sofferenze fisiche e psicologiche. I capitoli di cui è composto questo volume volutamente sintetici e paradigmatici si collocano nei punti nodali del dispositivo dell adozione : un insieme di pratiche e ragionamenti, di norme e vincoli, di pensieri e corporeità, di desideri espressi e di non detto che compone un arcipelago di valori e significati che non è possibile ridurre in pochi, consolatori schemi. Questa attività interpretativa cerca di mettere in luce le caratteristiche di fondo dell amore adottivo, senza indulgere alle visioni pregiudiziali alle quali spesso ci affidiamo con l illusione di poter categorizzare la vita e di prevederne ogni possibile sviluppo. Il desiderio di tratteggiare un immagine realistica dell infanzia adottata non è soltanto un corretto criterio metodologico, al quale le scienze sociali da tempo sono strettamente legate, ma deriva dalla principale norma di riferimento che il Novecento ci ha con-
2 12 Educare all amore adottivo segnato, attraverso una lunga serie di atti internazionali: agire nel superiore interesse del bambino (the best interest of the child). Questo fine non può essere raggiunto se non restiamo aderenti ai vissuti e li carichiamo (e modifichiamo) di finalità di diverso tipo, spesso legate a visioni moralistiche e categorizzanti. Per questo motivo è importante dare voce ai bambini adottati, ascoltare le loro storie, attraverso le testimonianze degli adulti che sono stati loro vicini oppure attraverso la diretta testimonianza di adulti che ricordano la loro personale storia dell adozione. Non è soltanto un doveroso omaggio per il grande e speciale valore di queste esperienze: è soprattutto un modo per riportare alla luce i molti significati dell adozione, così come sono sentiti dalle persone che hanno attraversato questo cammino, cercando di ridurre al minimo giudizi e valutazioni esterne. Confrontarsi con queste voci significa non dare per scontate molte cose: la linearità del percorso adottivo, la facilità dell incontro e dell attaccamento, la costruzione di una identità coesa e strutturata, l inclusione sociale, a partire dalle amicizie familiari e dalla scuola. Nel compiere questa operazione uno dei compiti più importanti consiste non tanto nell elencazione delle tante informazioni di cui oggi disponiamo sul fenomeno adottivo (e che sono reperibili con sempre maggiore facilità), quanto piuttosto nel portare alla luce alcuni nodi irrisolti (o risolti semplificandoli indebitamente). Consiste nell affrontare o, più semplicemente, nel sottoporre all attenzione una serie di questioni che per le loro caratteristiche rischiano di non essere notate o sottovalutate. Fra queste ve ne sono alcune che ancora oggi sono dei veri e propri tabù, come ad esempio la possibile adozione all interno di una coppia omosessuale. Una volta identificati tutti questi elementi non esclusi quelli che il nostro immaginario collettivo relega tra le cose di cui è meglio non parlare si apre la possibilità di effettuare un percorso di riflessione che ha come fine principale quello di accogliere i bambini adottati e le loro famiglie. Ciò è utile e importante per tutti gli adulti, ma per alcuni in modo assai speciale anche perché profondamente legato alla loro professione. Nell ambito scolastico, in modo particolare, si sente la carenza di una capacità di accoglienza che sappia essere autentica e non formale, attenta ai principali bisogni del bambino e non ossessionata dal rispetto dei programmi. Un accoglienza che dovrebbe partire dal presupposto
3 Introduzione 13 che il cammino dei bambini adottati non è per nulla semplice e ha assoluta necessità di adulti affettivamente presenti e emotivamente coinvolti. Il nuovo inizio che i bambini adottati sperimentano ha dentro di sé il ricordo, consapevole o meno, del loro passato. Di questo intreccio tra passato e presente occorre tenere conto, senza indulgere all idea che l atto adottivo possa sanare in modo chirurgico e immediato ciò che è inscritto nella mente e nel corpo dei bambini: chi adotta genitori e parenti, ma in forme diverse anche una più vasta comunità che offre il suo amore non effettua un atto salvifico, né caritatevole o solidaristico. In primo luogo ricerca la soddisfazione del proprio bisogno di genitorialità, secondo una spinta vitale che va riconosciuta in tutta la sua forza e il suo valore. L amore adottivo scaturisce dall incontro fra una coppia che ha una profonda affettività da donare e un bambino che ne è totalmente privo. La specificità dell amore adottivo deve essere oggetto di attenzione e di accurata separazione da altre problematiche che, per quanto simili e con alcuni punti in comune, rischiano di deformare il nostro giudizio, utilizzando chiavi interpretative generiche. Le traiettorie di vita dei bambini in affido non sono inseribili nello stesso alveo concettuale dell adozione e, ancor meno, lo sono le problematiche dei bambini stranieri in Italia. L approccio interculturale è sicuramente molto utile per focalizzare alcune questioni che riguardano la maggior parte dei bambini in adozione, in quanto provenienti da paesi esteri. Tuttavia non riesce a andare in profondità, fino a toccare le speciali caratteristiche che sono proprie dell adozione. Non tutto può essere risolto con un attento e coinvolto sguardo interculturale perché non tutto ha a che fare con provenienze etniche e culturali diverse. Il delicato insieme delle questioni va quindi dipanato con cura e affetto, restando fedeli alla peculiare esperienza di vita di chi nell infanzia ha subito l abbandono, la perdita, frequentemente la violenza. In questo senso la maggiore urgenza dei nostri tempi è quella di colmare la distanza che oggi esiste tra la cultura degli specialisti, quella dei soggetti che hanno vissuto l adozione e quella del vasto immaginario collettivo, veicolato soprattutto dai mezzi di comunicazione di massa. Mettendo al centro i soggetti, ascoltando le loro voci, promuovendo una pubblica visibilità dell amore adottivo possiamo sperare di rendere sempre più ampia, condivisa e praticata
4 14 Educare all amore adottivo una cultura dell adozione che stenta a affermarsi, a diventare patrimonio collettivo e non solo dei diretti interessati. Questo obiettivo potrà effettivamente realizzarsi con l impegno di tutti, ma in modo speciale delle associazioni di volontariato, con l appoggio degli enti pubblici che appaiono particolarmente capaci di mobilitare risorse e coinvolgere la popolazione, a partire da quelle famiglie prosociali che più di altre sono attente ai bisogni delle persone. Questo volume è quindi rivolto, in primo luogo, a tutti coloro che conoscono i bambini adottati, li hanno visti quando sono arrivati in famiglia e poi li hanno seguiti via via nelle loro molte trasformazioni, alla ricerca di una loro identità, della consapevolezza che nel mondo si può amare e essere amati. Ma questo volume è indirizzato soprattutto a tutti coloro che i bambini adottati non li hanno mai visti, non li hanno riconosciuti quando li hanno incontrati per strada o nei luoghi di lavoro; oppure hanno saputo della loro condizione ma senza preoccuparsi di approfondirne le caratteristiche. Negli scaffali delle librerie ci sono molti libri sull argomento, molte guide che indicano i passi da fare e quelli da non fare, elencando attività e procedure. Queste pagine non hanno questa finalità, non danno ricette e non si soffermano sugli aspetti procedurali. Vogliono soltanto condurre il lettore a percepire alcune questioni: questioni, non problemi. Spesso si parla infatti dei problemi dei bambini adottati, mentre invece dovremmo parlare di questioni, di caratteristiche, di speciale condizione di questi bambini. Le difficoltà, è vero, ci sono. Tante sono esattamente le stesse dei bambini biologici. Altre sono particolari, specifiche della condizione di bambino abbandonato e quindi accolto in una famiglia. Molte altre, infine, sono tali soltanto perché noi le facciamo diventare così: perché non abbiamo le competenze, le risorse, il desiderio di accoglierli nel modo giusto. In questa prospettiva, la cosa più importante è ragionare intorno alle nostre difficoltà (prima ancora che dei bambini) cercando di abbandonare il senso comune che talvolta è estremamente fuorviante. Due punti di riferimento sono essenziali: il primo è di carattere metodologico e consiste nella necessità di utilizzare la letteratura scientifica, nazionale e internazionale 1. Una letteratura che sarà tenuta sempre presente e che, se fosse sempre utilizzata, 1 A questo proposito, oltre alle segnalazioni bibliografiche in calce alle sezioni del volume, si consulti la bibliografia finale relativa agli ultimi venti anni della letteratura ISI.
5 Introduzione 15 eviterebbe ai dibattiti attuali di avvitarsi sulle medesime questioni, perdendo di vista i risultati empirici, le evidenze della cultura scientifica, gli aspetti sui quali è poco utile continuare a dividere gli animi con impostazioni ideologiche. Il secondo punto di riferimento è costituito dalle esperienze e dalle testimonianze delle famiglie adottive, ma soprattutto dei bambini adottati. In questo volume queste voci saranno tenute molto presenti, anche se sporadicamente sono arrivate alla pubblicazione a stampa 2. Forse è stato il cinema che ci ha maggiormente aiutato nell avvicinarci al punto di vista interno, di coloro che hanno vissuto l adozione 3. I desideri degli adulti, anche se ispirati a buone intenzioni, rischiano talvolta di prevaricare i desideri e i bisogni profondi dei bambini adottati, così provati dalla vita, duramente e tragicamente fin dall inizio e così desiderosi, invece, di vivere. Purtroppo il loro desiderio è spesso anche una spinta a esercitare una grande forza di adattamento che li costringe ad assecondare certe direzioni che vengono loro impresse. Non dobbiamo rischiare, pur col desiderio del bene, di costringerli entro schemi prefissati, ma semmai sostare e ascoltare: attendere e capire i loro desideri, quelli reali, affinché il loro sviluppo non porti alla creazione di un falso sé, ma di una identità loro propria e unica. Una identità non sempre del tutto coesa, perfetta e gratificante come noi adulti vorremmo. È in questo processo di ricerca delle loro voci e del loro benessere che noi possiamo, e a volte dobbiamo, fare volontariamente dei passi indietro rispetto al nostro desiderio di completezza e di gratificazione, rispettando i tempi e i modi del loro farsi persona. *** Questo volume deve molto a molte persone, in primo luogo alle bambine e ai bambini adottati e alle loro famiglie, a chi ha condiviso con me la propria personale memoria, facendomi parte di un universo di significato che dall esterno potevo soltanto intuire e immaginare. Le parole scritte cercano proprio di ripercorrere questo cammino di ascolto, nella speranza di non sovrapporsi mai ai 2 Cfr. le letture consigliate alla fine dell introduzione. 3 Cfr. Centro nazionale di documentazione e analisi per l infanzia e l adolescenza, Rassegna filmografica. Il cinema e la rappresentazione dell adozione e dell affidamento nella loro evoluzione storica e sociale, 22 luglio 2009,
6 16 Educare all amore adottivo desideri e ai bisogni che le storie narrate esprimono. Desidero rivolgere un forte e caloroso ringraziamento alla professoressa Carmen Betti che mi ha offerto tutta la sua competenza discutendo con me di molti argomenti e mi ha permesso di coltivare nel corso degli anni l interesse per le tematiche adottive, dando fiducia ai miei primi tentativi nell ambito dei corsi di perfezionamento dell Università di Firenze da lei diretti e dedicati alle questioni formative nell adolescenza. Indirizzo un sentito ringraziamento al professor Leonardo Trisciuzzi e alla professoressa Simonetta Ulivieri che hanno pubblicato nel 2007 il volume Adozione e formazione, all interno della collana da loro diretta 4 e hanno favorito in molti modi lo sviluppo della tematica, anche in occasioni di incontri pubblici 5. Un concreto aiuto e uno stimolo al lavoro di ricerca mi è giunto dal prof. Enzo Catarsi che mi ha invitato a tenere una relazione al Convegno Autobiografie genitoriali e educazione familiare 6 e dalla prof.ssa Georgina María Esther Aguirre (Universidad Nacional Autónoma de México, Instituto de Investigaziones Sobre la Universidad y la Educación, Città del Messico) che ha tradotto in spagnolo un mio studio per la rivista Ethos Educativo 7. Testimonianze e esperienze, letture consigliate Aa.Vv., Storie di padri adottivi, Milano, Ancora, Basano G., Nicola, Un adozione coraggiosa. Un bambino handicappato grave conquista una vita adulta autonoma, Torino, Rosenberg & Sellier, Baviati, E.T., Il bambino adottato. Storie vere di affidi e adozioni, Bologna, Cappelli, Bandini, G. (a cura di), Adozione e formazione. Guida pedagogica per genitori, insegnanti e educatori, Pisa, ETS, Seminari di studio promossi dalla Scuola delle donne pedagogiste (Livorno, settembre 2006); testo poi pubblicato col titolo Oltre i luoghi comuni: famiglia e comunità orientate al benessere del bambino adottato, in Contini M.-Ulivieri S. (a cura di), Donne, famiglia, famiglie, Bologna, Guerini, 2010, pp Relazione al Convegno Autobiografie genitoriali e educazione familiare, Firenze novembre 2007; il testo è stato pubblicato col titolo Narrazione e autobiografia nella famiglia adottiva, in Rivista Italiana di educazione familiare, 1, 2008, pp Bandini, G., Para una pedagogía de la escucha y del encuentro, in Ethos Educativo, vol. 45, 2009, pp
7 Introduzione 17 Canova, L., A loro la parola: i figli adottivi del Terzo mondo raccontano la loro esperienza, Casale Monferrato, Piemme, Cavalli, S., Perché mi hai preso? Adolescenti adottivi, Molfetta, Meridiana, Chiodi, M. (a cura di), Storie vere di adozione. Le parole dei genitori, i colori dei figli, Milano, Ancora, Fallaci, N., Di mamma non ce n è una sola, Milano, Rizzoli, Fatigati, A., Genitori si diventa. Riflessioni, esperienze, percorsi per il cammino adottivo, Milano, Franco Angeli, Forcolin, C., Il Gabbianello Marco e altri animali. Raccolta di storie e testimonianze sull adozione difficile, Torino, Piazza Editore, I figli che aspettano. Testimonianze e normative sull adozione, Feltrinelli, Milano Lewis, R., Una mamma di cuore. Storia di un adozione, Milano, Mondadori, La Rosa, M., Ci siamo adottati, ovvero Tre famiglie in una, Roma, Magi, Menicucci, M., Kale kale. Storia di un adozione, Roma, Editori riuniti, Miliotti, A.G., Una famiglia un po diversa, Verona, Positive Press, Quello che non so di me, Fabbri Editori, Miniter, R.F., Le cose che voglio di più, Milano, Corbaccio, Monestier, B., Sono venuti a prendermi la vita. Storia di un adozione, Casale Monferrato, Piemme, Monti, J., L adottato. Una piccola e buffa storia tra realtà e fantasia, Nicola Pesce Editore, Paradiso, L., Raccontarsi l adozione, Roma, Armando Editore, Percoco, R., Nato da un aquilone bianco, Milano, TEA, Ricciardi Ruocco, M.-Corchia, F., Come adottare un bambino e farlo felice, Milano, Giorgio Bernardini, Rovegno, C., Tutto il tempo che vuoi. Una mamma del cuore racconta il suo viaggio nell adozione, Roma, Armando, Saffian, S., Itaca. Ricordi di una figlia ritrovata, Milano, Il Corbaccio, 1999.
8 18 Educare all amore adottivo Sandrucci, B., A loro la parola. Adozione e narrazione autobiografica, in Bandini G. (a cura di), Adozione e formazione. Guida pedagogica per genitori, insegnanti e educatori, Pisa, ETS, Scarpati, M., Adottare un figlio, Milano, Mondadori, Söhl, I., Tadesse, perché? La breve vita di un bambino in un villaggio tedesco, Assisi, Cittadella Editrice, Sposito, E., Un angelo venuto da Kathmandu. L incontro con l adozione, Roma, Armando, Zattoni, Gillini M., Storia di Paquito. Nascita di una madre, Brescia, Queriniana, 1991.
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