Alcune indicazioni per la stesura della tesi di Laurea in: Storia del teatro e dello spettacolo Organizzazione ed economia dello spettacolo

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1 Alcune indicazioni per la stesura della tesi di Laurea in: Storia del teatro e dello spettacolo Organizzazione ed economia dello spettacolo livia.cavaglieri@unige.it versione 23 settembre 2013 La tesi conclude il percorso formativo triennale, che può anche preludere a una futura laurea specialistica oppure a un master di primo livello. Ciò premesso, la prova finale mantiene la struttura di un elaborato fine a se stesso, le cui peculiarità non devono tradire quelle previste dalla tesi intesa come vero e proprio genere letterario che prevede, oltre alla scontata correttezza ortografica, grammaticale e lessicale, anche caratteristiche di uniformità stilistica e redazionale (vedi Indicazioni editoriali nella seconda parte di questo documento). La tesi non serve solo a laurearsi e, se viene vista solo in quest ottica, diventa presto un esperienza noiosa. Scrivere l elaborato finale significa: 1) individuare un argomento preciso; 2) raccogliere documenti su quell argomento; 3) mettere in ordine questi documenti; 4) riesaminare di prima mano l argomento alla luce dei documenti raccolti; 5) dare una forma organica a tutte le riflessioni precedenti; 6) fare in modo che chi legge capisca cosa si voleva dire e sia in grado eventualmente di risalire agli stessi documenti per riprendere l argomento per conto suo. Significa quindi imparare a mettere ordine nelle proprie idee e ordinare dei dati. La tesi di laurea rappresenta insomma un esperienza di lavoro metodico: non importa solo l argomento della tesi, ma anche l esperienza di lavoro che essa comporta. Lo studente deve dimostrare di avere preso criticamente visione della maggior parte della letteratura esistente (cioè degli scritti pubblicati su quell argomento) e di essere capace di esporla in modo chiaro, cercando di collegare i vari punti di vista ed eventualmente provando a esporne uno proprio. Inoltre lo studente può dimostrare di essere stato capace di trovare materiali nuovi, inediti, che possono gettare nuova luce su quell argomento. 1. La ricerca del materiale Le fonti Attraverso l elaborato, lo studente studia e analizza un oggetto (uno spettacolo teatrale, un regista, un attore, un testo, un fenomeno culturale, una categoria estetica ) avvalendosi di determinati strumenti, che chiamiamo fonti. Il concetto di fonte, che in linea di massima indica qualunque testimonianza su un epoca passata, abbraccia una vastissima gamma di realtà. Convenzionalmente, si usa distinguere le fonti in diverse categorie sulla base di differenti criteri. Per prima cosa, distinguiamo tra fonti primarie e fonti secondarie (o letteratura critica). La fonte primaria è l oggetto su cui lavoriamo, con tutto il materiale coevo a esso connesso in maniera stretta (Esempi: se lavoriamo su uno spettacolo teatrale, saranno fonti primarie il copione, la videoregistrazione dello spettacolo, la partitura, i bozzetti della scenografia, le note di regia, il programma di sala ecc.; se lavoriamo su un testo teatrale, la fonte primaria è l edizione originale o un edizione critica dell opera in questione). Le fonti secondarie invece trattano dell oggetto di cui stiamo parlando e sono in genere prodotte successivamente (per esempio: recensioni, ricostruzioni storiografiche, saggi critici, 1

2 interviste ecc.). Spesso la fonte secondaria riporta brani delle nostre fonti primarie, ma queste ultime sono citazioni, cioè fonti di seconda mano. Un altra distinzione per noi utile è fondata sulla forma delle fonti e sulla natura del supporto che veicola le informazioni. Avremo pertanto: Fonti scritte: fonti inedite (carte d archivio, manoscritti, scritture private); fonti a stampa (libri, articoli di giornali e riviste, opuscoli, manifesti, locandine). Fonti digitali: documenti informatici, pagine web. Fonti iconografiche: dipinti, fotografie, disegni, bozzetti. Fonti materiali: spettacoli dal vivo, costumi, scenografie, utensili da lavoro, oggetti di uso quotidiano, edifici. Fonti sonore e audiovisive: videoregistrazioni, film, audioregistrazioni, dischi, fonti orali (interviste audio o videoregistrate). Infine, non dimentichiamo che lo studente stesso può creare delle fonti nuove e originali come, ad esempio, le interviste o le statistiche di dati reperiti originalmente. Le fonti devono essere da noi reperibili, facilmente accessibili e dobbiamo essere in grado di maneggiarle. Da questo problema non si esce decidendo di lavorare solo su quello che si ha, perché bisogna avvicinare direttamente le fonti primarie e della letteratura critica si deve leggere, se non tutto, almeno tutto ciò che conta. Le fonti devono in ogni caso essere sempre di prima mano. Un elaborato serio non dovrebbe mai citare da una citazione, poiché nessuno mi assicura che chi scrive non abbia fatto dei tagli o commesso errori. In particolare, non posso mai citare il mio autore attraverso la citazione fatta da un altro. Se cito da una fonte di seconda mano perché non posso fare altrimenti, non devo mai fingere di citare dall originale: devo fare una citazione indiretta, cioè spiegare che sto citando da una citazione. Lo stesso problema si pone per la bibliografia in appendice. Se, dovendo terminare in fretta la tesi, metto in bibliografia anche cose che non ho letto, rischio di fare figure meschine (magari è lo stesso saggio ripubblicato altrove!). NB: copiare una fonte (cartacea o su internet) senza citarla (cioè far passare per parole proprie parole scritte da un altro) è un plagio. 2. La ricerca bibliografica Ormai quasi ogni singola biblioteca ha il proprio catalogo on-line. Esistono però meta-opac che permettono di ricercare contemporaneamente in più biblioteche. (riunisce le biblioteche di tutto l ateneo e i Sistemi Bibliotecari Integrati del Comune di Genova, cioè le biblioteche civiche della città di Genova. Preferire l accesso con identificazione) (Fa capo alla Biblioteca Universitaria di Genova, via Balbi 3 e riunisce tutte le biblioteche liguri aderenti al Polo Ligure del Servizio Bibliotecario Nazionale (S.B.N.). Permette di accedere ai servizi di consultazione e prestito dei documenti) (riunisce tutte le biblioteche che aderiscono a SBN ed è un ottimo strumento per reperire libri in tutt Italia. Permette l accesso agli OPAC delle singole biblioteche). 2

3 Se il libro o la rivista individuati si trovano in una biblioteca troppo lontana, esiste il servizio di prestito interbibliotecario. Opere di consultazione, libri antichi (prima del 1950) e riviste non vanno generalmente in prestito; sono però ammesse al prestito interbibliotecario e potrete consultarle nella vostra biblioteca. NB: 1) non tutto il patrimonio librario retrospettivo può essere su OPAC, soprattutto nel caso di biblioteche molto grandi e antiche, che hanno in corso progetti di recupero del catalogo cartaceo. Controllate perciò sempre a partire da quale anno la biblioteca assicura la presenza in OPAC dei libri, per evitare di perdere pubblicazioni importanti (per esempio il Museo Biblioteca dell Attore ha messo on-line solo i titoli dal 1995). 2) problema della catalogazione e del diritto d autore: spesso per documenti audio e video esistono cataloghi cartacei separati e non consultabili on-line. 3. La sezione di consultazione In ogni biblioteca c è una sezione o una sala detta di consultazione (cons.), che raccoglie le enciclopedie, le storie generali, i repertori bibliografici, i dizionari tutte opere che generalmente non vanno in prestito. Queste opere mi possono dare le prime informazioni di base e possono contenere bibliografie, che mi possono orientare nella prima ricerca. Se poi, consultando i cataloghi, ho preso nota di un numero molto alto di titoli, le opere generali mi possono orientare in merito a quali opere consultare per prime. Enciclopedia italiana [Treccani], Enciclopedia europea [Garzanti, UTET], Enciclopedie delle varie nazioni AA. VV., Dizionario biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, Le biblioteche digitali Molte biblioteche, soprattutto le nazionali, hanno in corso la digitalizzazione di testi (rari e molto consultati). 5. Google e altri motori di ricerca Alcune cautele: utilizzate gli operatori boleiani, utilizzate la ricerca avanzata. Sappiate distinguere il valore e la credibilità della fonte: in internet si trovano miniere di cose interessanti e valide, ma anche montagne di spazzatura. Se usate fonti da internet: indicate con precisione il sito e la data di accesso; parafrasate, citate, ma non copiate. 6. La bibliografia finale Ogni elaborato deve contenere una bibliografia finale, che rappresenta l elenco (possibilmente ragionato) di tutte le fonti consultate. L impostazione della bibliografia cambia a seconda del tipo di tesi; occorre in ogni modo sapere organizzare una bibliografia che permetta di distinguere fonti primarie e secondarie, studi rigorosi e materiale meno attendibile. I fini della bibliografia sono: 1) rendere riconoscibile l opera a cui ci si riferisce; 2) facilitarne la reperibilità; 3) dimostrare familiarità con gli usi della disciplina in cui ci si laurea. L ordine di elencazione può essere alfabetico o cronologico, a seconda dei casi. È importante che sia rispettato. 3

4 Appunti tratti da: Umberto Eco, Come si fa una tesi di laurea, Milano, Bompiani, 1977 (numerose ristampe e riedizioni fino a oggi); Bruno Bonomo, Voci della memoria. L uso delle fonti orali nella ricerca storica, Roma, Carocci, Indicazioni editoriali Impostazioni tipografiche Impostare e uniformare margini, interlinea, capoversi, font, sia per il testo che per le note. Giustificare sia il testo, che le note. Attenzione a doppi, tripli spazi ecc. Nel caso di capitoli o paragrafi che prevedano un salto alla pagina successiva, sostituire gli a capo ripetuti con una interruzione di pagina o di sezione (a seconda della struttura delle note). In fase di revisione utilizzare il comando che mostra tutti i segni tipografici ( ). Titoli e paragrafi Indicare sempre un titolo per ogni capitolo; non dare titoli a caso, ma fare in modo che essi abbiano un rapporto diretto con quanto analizzato e studiato in quel capitolo. Scrivere i titoli in grassetto tutto maiuscolo e centrato. Dopo il titolo del capitolo o del paragrafo non si mette mai il punto. CAPITOLO I IL TEATRO DI LUIGI PIRANDELLO Ogni capitolo può essere suddiviso a sua volta in una serie di paragrafi. Il titolo dei paragrafi va scritto con il carattere maiuscolo/minuscolo in grassetto. Numerare i paragrafi: 1.1, 1.2., etc. 1.1 Paolo Grassi o il sale della cultura Punteggiatura I puntini di sospensione, se si usano, sono sempre e solo tre ( ). Non mettere mai la virgola prima della parentesi tonda o quadra. I trattini - - hanno lo stesso scopo della parentesi; vanno usati in coppia, lasciando uno spazio prima e dopo il trattino. Usare le virgole in modo appropriato: nelle enumerazioni, dopo un richiamo, prima di un pronome relativo, per introdurre una subordinata, per staccare due frasi tra loro, etc. etc. MAI tra soggetto e verbo. Virgolette si usano per le citazioni brevi e per i titoli di riviste e quotidiani Esempio 1: Come ricorda Benedetto Marcello, i protettori del teatro andranno incontro alle virtuose. Esempio 2: La Perseveranza ; Sipario ; la Repubblica 4

5 si usano quando all'interno di un testo citato vi sia un altra citazione. si usano per sottolineare la valenza particolare che si vuole attribuire a una parola. Pertanto, non si deve utilizzare il corsivo o il sottolineato per mettere in evidenza un termine. In generale, una costante si può cogliere nell uso dell arte nel corso dei secoli. si usano quando dobbiamo completare una citazione introducendo qualche cosa di nostro. Ed ecco tra noi riaprirsi i passaggi pubblici e riaprirsi i teatri. Dopo l I. R. teatro alla Scala, ieri sera si riaperse il R. teatro della Canobbiana e il Carcano. Entrambi erano affollati di ufficiali austriaci malgrado il cattivo tempo. Numeri Citare i secoli per esteso: scrivere l'ottocento (con la maiuscola), non l'800. Citare le date per esteso: scrivere 2 dicembre 1996, non Accenti Attenzione ai due tipi di accento: grave (per esempio: è); acuto (per esempio: affinché, poiché, benché, né). Ricordarsi che alcune voci verbali hanno l accento (dà: III pers. singolare verbo dare) altre no (fa: III persona singolare verbo fare). Indicazioni di atto e scena La cifra romana indica l atto; la cifra in numero arabo indica la scena. Per indicare un verso (solo quando è necessario) si usa ancora la cifra araba. Ogni numero va separato da una virgola. Vittorio Alfieri, Bruto secondo, II, 1, 11 sta a indicare atto II, scena 1, verso 11. Le citazioni Le citazioni devono essere sempre di prima mano e devono essere tratte da edizioni importanti, filologicamente valide, non da edizioni economiche, spesso altrettanto valide, ma meno attendibili. Bisognerà quindi recarsi in biblioteca. Se la citazione non supera le due/tre righe si può inserire nel corpo del testo, mettendola fra virgolette. La Canobbiana necessita e ottiene numerose riparazioni, di cui è difficile precisare l entità, in quanto, genericamente definite, in un documento datato luglio 1852, [ ] opere di riparazione e miglioramento proposte nell I. R. Teatro alla Canobbiana. Quando la citazione è più lunga, essa va a capo, rientrata rispetto al testo a destra e a sinistra e scritta con interlinea e carattere minore. Noi, dunque, giovani studenti eravamo assai male collocati così: fra un teatro, che non ci toccava di entrarci se non cinque o sei sere in tutto il carnovale; fra paggi, che atteso il servizio 5

6 di corte, le cacce, le cavalcate, ci pareano godere di una vita tanto più libera e divagata della nostra. Per citare un testo teatrale: scrivere il nome del personaggio che pronuncia la battuta in tutto maiuscolo, la didascalia va scritta in corsivo fra parentesi tonde (le parentesi non vanno scritte in corsivo), poi scrivere la citazione. NORA (senza lasciarsi interrompere): Voglio dire che dalle mani di mio padre, sono passata nelle tue. Tu hai sistemato tutto secondo i tuoi gusti, e io li condividevo, o almeno facevo finta di accettarli. Non lo so. Forse un po una cosa, e un po l altra. I versi vanno staccati con / senza andare a capo alla fine del verso. MEFISTOFELE: Passato! Che parola sciocca! Perché passato? / Passato e puro nulla: identità completa. / Questo perpetuo creare, allora, perché? / Per travolgere nel nulla quel che è stato creato? / È passato! Come dobbiamo intenderla / questa parola? È come non fosse mai stato / eppure s agita in cerchio, come esistesse. / Preferirei, fossi io, il vuoto eterno. In una citazione si usa [...] quando si omette qualcosa (una parola, una frase) o quando una citazione piuttosto lunga principia con la lettera minuscola perché se ne omette la prima parte. Esempio 1: Peculiare è il modo in cui Kleist tende a cancellare [ ] i confini tra tragedia e commedia nelle sue opere più mature. Esempio 2: Pur ammettendo che [ ] il testo fu di frequente rimaneggiato. Le note a piè di pagina Citazioni e riferimenti necessitano una convalida in nota: la nota a piè pagina permette infatti di legittimare la fondatezza di ciò che si sta scrivendo. L'esponente di nota va messo, senza spazi né prima né dopo, sempre prima del segno di punteggiatura (punto, virgola) e dopo le virgolette e parentesi. L esasperazione lo porta a esclamare: non ce la faccio più, lascio! 1. Verificare che alla fine di ogni nota sia sempre presente la punteggiatura. Esistono vari tipi di note: 1) note esplicative: servono a chiarire qualcosa del testo. Savinio ricorda di avere conosciuto uno degli ultimi esemplari del dotto di stampo antico : il suo professore di latino 1. 1 Savinio si riferisce a Domenico Fava, di cui è allievo nel ) note bibliografiche: indicano la fonte da cui è stata tratta la citazione. Savino afferma: Il Ricordi mi ha promesso di far di tutto per darla alle scene 1. 6

7 1 Sandro Franchi Il compositore quindicenne, in Corriere della Sera, 19 ottobre ) note biografiche: contengono dati biografici o, nel caso di personaggi di grande notorietà, rimandi bibliografici relativi al personaggio in questione. Esempio 1: Ella stessa ammette di essere cresciuta molto in seguito all incontro con Lea Padovani 1. 1 Lea Padovani (Montaldo di Castro 1920 Roma 1991), attrice, esordisce nel 1946, [ ] Esempio 2: Pirandello scopre le grandi capacità di Marta Abba 1 nel Sulla figura artistica di Marta Abba si veda [indicare alcuni rimandi bibliografici]. È inutile raccontare tutta la vita di Marta Abba, in quanto si presume che gli studiosi di teatro la conoscano. È utile indicare anno nascita e morte e gli studi più recenti a lei dedicati. Rimandi bibliografici 1) Per indicare un volume da cui abbiamo tratto una citazione o al quale abbiamo fatto riferimento: 1. nome e cognome dell'autore, 2. titolo completo in corsivo, 3. città di pubblicazione, 4. casa editrice, 5. anno di pubblicazione, 6. numero di pagina o pagine a cui si fa preciso riferimento Il tutto è separato da virgole. Paolo Bosisio, La parola e la scena. Studi sul teatro italiano tra Settecento e Novecento, Roma, Bulzoni, 1987, p. 35. p. 35 per indicare una pagina singola pp se si tratta di più pagine a cui si fa riferimento. Se gli autori sono due o tre, vanno citati tutti. Se gli autori sono numerosi (come nel caso degli atti di un convegno) si usa AA.VV. = Autori vari. Il curatore va sempre indicato. AA.VV., Massimo Castri e il suo teatro, a cura di Isabella Innamorati, Roma, Bulzoni, 1993, p. 76. Per indicare un opera in più volumi: dopo l'anno si indica: vol. IV; se si tratta di più volumi si scriverà: voll. IV-VII. Se l autore si ripete, usare idem al maschile ed eadem al femminile: Eugenio Buonaccorsi, Tommaso Salvini e il Risorgimento, in AA. VV., Tommaso Salvini. Un attore patriota nel teatro italiano dell Ottocento, a cura di Idem, Bari, edizioni di pagina, 2011, p. 15 [non ripetere a cura di Eugenio Buonaccorsi ] 2) Per indicare un saggio, articolo o recensione all interno di volume: 7

8 Mariagabriella Cambiaghi, Le serve di Castri o dell'immaginario femminile, in AA.VV., Massimo Castri e il suo teatro, a cura di Isabella Innamorati, Roma, Bulzoni, 1993, pp ) In dizionari biografici ed enciclopedie, in cui è previsto un ordine alfabetico, è sufficiente indicare il compilatore della voce. Si veda la voce curata da Silvio d Amico per l Enciclopedia dello spettacolo, Roma, Le maschere, 1961, s. v. (s. v. significa sub vocem e va in corsivo perché parola straniera). 4) Se un testo è citato più volte, dopo la prima volta, si può abbreviarne l indicazione: Paolo Bosisio, La parola e la scena. Studi sul teatro italiano tra Settecento e Novecento, cit., p O anche: Paolo Bosisio, La parola e la scena, cit., p ) Per citare un saggio che compare in una rivista: autore, titolo, in "Annali di storia del teatro", anno, numero, data, pp Non si indica editore e luogo di edizione. I titoli delle riviste e dei quotidiani vanno sempre scritti fra virgolette non in corsivo. Per i quotidiani, non si indica il numero della pagina ma la data di pubblicazione. Tommaso Chiaretti, L unico sano è il matto, cioè l attore, in La Repubblica", 27 ottobre ) Ibidem: va scritto in corsivo, significa nello stesso luogo e si usa quando la nota viene dalla stessa fonte della nota immediatamente precedente. Se cambia la pagina, si scrive: Ivi, p Abbreviazioni Cfr. significa confronta, si veda al proposito e va posto davanti all indicazione bibliografica per indicare: sull'argomento si veda anche... Varia I personaggi che via via compaiono nelle pagine della tesi, vanno sempre tutti indicati con il nome e il cognome almeno la prima volta che ricorrono. Non usare il verbo venire come ausiliare, ma usare essere. Non: I testi che vengono presi in esame. Ma: I testi che sono presi in esame. Quando è possibile, non separare il soggetto dal verbo: Esempio 1: Bentoglio, purtroppo, non completa l informazione. Meglio: Purtroppo, Bentoglio non completa l informazione. Esempio 2: Alonge, nel pubblicare le due lettere citate, le accompagna da una nota. Meglio: Nel pubblicare le due lettere citate, Alonge le accompagna da una nota 8

9 9 Infine: 1. Consegnare capitoli completi e redazioni considerate definitive: la lettura e correzione di ogni capitolo, salvo casi eccezionali (= lavori insufficienti), avviene una sola volta. 2. Prima di consegnare il capitolo della tesi, rileggerlo con attenzione, parola per parola. Consegnare una tesi piena di errori di battitura (o, peggio, di ortografia) è segno di mancanza di rispetto verso chi deve leggere e correggere il lavoro. È inoltre una inutile perdita di tempo per tutti. 3. Numerare sempre le pagine e ricordarsi di apporre il proprio nome, cognome e recapito telefonico, sulla prima pagina.

10 Riferimenti bibliografici Enciclopedie e dizionari AA. VV., Enciclopedia dello spettacolo, a cura di SILVIO D AMICO, Roma, Le Maschere, , 11 voll. (con volume Indice-repertorio di titoli citati (con una fitta rete di rimandi). Propone voci circa con ampie bibliografie e ricca documentazione iconografica, relative a persone, generi, città, nazioni AA. VV., Enciclopedia del teatro del 900, a cura di Antonio Attisani, Milano, Feltrinelli, AA. VV., Dizionario dello Spettacolo del 900, a cura di Felice Cappa e Piero Gelli, Baldini e Castoldi: Teatro, Danza, Rivista, Varietà, Musical, Cabaret, Circo, Performance (consultabile on line: Patrice Pavis, Dizionario del teatro; edizione italiana a cura di Paolo Bosisio, Bologna, Zanichelli, 1998 Storie AA. VV., Storia del teatro moderno e contemporaneo, a cura di ROBERTO ALONGE e GUIDO DAVICO BONINO, Torino, Einaudi, , 4 voll. Annuari Il Patalogo (1979-), diretto da Franco Quadri: informa criticamente degli eventi di teatro nel mondo, con materiali documentari, schede critiche, discussioni di problemi, registi. Repertorio di tutto il teatro prodotto in quell anno. Riviste La stampa specializzata sullo spettacolo comprende: le cronache nei giornali, nei mensili, nelle riviste di cultura (imparare a distinguere presentazioni da recensioni); riviste di informazione teatrale: per esempio, Hystrio ; Sipario ; Giornale dello spettacolo ; Teatri delle diversità ; riviste di studi: per esempio, il castello di elsinore ; Teatro e storia ; Biblioteca teatrale ; Culture teatrali ; Prove di drammaturgia ; Acting archives ( Mimesis Journal ( Siti di informazione teatrale

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