Sanità 2.0 Dal welfare al benessere sociale

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1 Sanità 2.0 Dal welfare al benessere sociale Interventi Il senso del progetto nel contesto attuale Domenico Bodega

2 Grazie per questo invito ma non citerò dati né numeri o trend, ma vorrei dare due o tre concetti che hanno a che fare con cosa intendiamo oggi per economia. L'oggetto del dialogare di questo pomeriggio pone l'attenzione a una fondamentale questione economica e sociale che è quella della predisposizione di nuove reti di reciprocità che non si aggiungono all'esterno del mercato e alle istituzioni mondiali ma che lo attraversano. Di fatto l'enfatizzazione del concetto di individuo e di azione individuale nella teoria economica non consente di affrontare le nuove sfide che l'attuale situazione va ponendo con straordinaria forza. La sensazione che sia necessario un cambiamento di rotta ormai non è più un qualcosa di isolato e di alternativo e sono sempre più insistenti le sollecitazioni che derivano soprattutto dalle indagini empiriche oltre che da quelle sperimentali a riconsiderare gli assunti antropologici del discorso economico. Un punto che si tende troppo spesso a dimenticare è che la moderna economia di mercato si costruisce a partire dall'umanesimo durante il quindicesimo secolo. Tre sono i principi regolativi: il primo è quello della divisione del lavoro. Ha lo scopo di consentire a tutti gli esseri umani di partecipare al processo produttivo, anche a coloro meno dotati sia fisicamente che intellettualmente; è dalla divisione del lavoro che nasce la necessità dello scambio sistematico e quindi la presa d'atto dell'inevitabile interdipendenza tra le persone. Il secondo principio è l'idea di sviluppo intesa come sviluppo della generazione presente di provvedere in parte alle necessità delle generazioni future e quindi come necessità di accumulazione. Il terzo principio dell'economia è la libertà di intraprendere e di conseguenza il principio di competizione come metodo per coordinare le decisioni prese da una miriade di soggetti e per favorirne l'emulazione. Questi tre principi sono orientati ad un fine ultimo che è il fine del bene comune. Con l'avvento della rivoluzione industriale in seguito all'affermazione della filosofia utilitaristica, quella di Bentham, l'economia di mercato mentre conserva i tre principi, muta il fine che diventa non tanto il bene comune quanto il bene individuale. La logica del profitto che connota di sé l'economia capitalista non è altro che l'applicazione pratica della logica del bene individuale.

3 L economia di mercato è dunque il genus mentre il capitalimo è una species. I grandi costruttori dell economia di mercato della species civile furono soprattutto i francescani e poi i domenicani mentre la species capitalistica dell'economia di mercato è soprattutto legata alla scuola di pensiero scozzese. E' possibile allora tornare a rendere civile il mercato? Vale a dire: ha senso sforzarsi di prefigurarsi un modello di economia di mercato capace di includere almeno tendenzialmente tutti gli uomini e non solo quelli adeguatamente attrezzati e dotati e di avvalorare nel senso di attribuire valore a entrambe le dimensioni dell'umano sia quella espressiva sia quella acquisitiva e non solamente la dimensione acquisitiva come oggi accade? L'accento cade quindi sul bene comune. Ma cos'è il bene comune di cui stiamo parlando dall'inizio del pomeriggio? Non soltanto un insieme di vantaggi e di utilità ma qualche cosa di più profondo, di più concreto, di più umano. È la somma stessa di ciò che esiste di coscienza civica e di virtù politica, di senso del diritto e della libertà, di tutto ciò che vi è di prosperità materiale e di ricchezza dello spirito, di rettitudine morale e di giustizia. Il famoso detto di Einstein per il quale le cose che contano non si contano rappresenta bene la realtà del metodo scientifico che da Kant in poi ha connotato le ragioni a limitare la propria ricerca al campo dell'osservabile, impedendo allo scienziato di porsi domande più ambiziose. Anche a partire dall'esperienza di questo progetto, del progetto presentato precedentemente, il futuro ci dirà se possiamo azzardarci a cominciare a contare ciò che conta schiudendo nuovi importanti campi di esperienza sociale e riconoscendo alla ragione umana la capacità di esplorare orizzonti più ampi.

4 È per questo che si rende necessario scommettere sui ragazzi, sui giovani, incoraggiandoli ad occuparsi del bene comune, a disporsi con atteggiamento di apertura verso il futuro, ad essere riferimenti affidabili per i loro coetanei e per le giovanissime generazioni, ad imparare a generare un confronto rispettoso e costruttivo, ad opporsi ai compromessi frutto di utilitarismo e debolezza di pensiero, a rafforzare il senso della legalità e delle istituzioni, ad anteporre sempre il progetto culturale e una visione antropologica rispetto agli interessi di parte e di partito, a valorizzare la sussidiarietà e la solidarietà in termini di responsabilità ponendo l attenzione allo sviluppo integrale della persona, a promuovere in tutto e per tutto la libertà intesa come esercizio di doveri oltre che affermazione di diritti. Attenzione, non si tratta di fare operazioni esteriori, di facciata, ma piuttosto di concentrarsi ancora di più sull'essenziale, su ciò che è bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario. In tal modo il progetto di questo pomeriggio è semplice e senza perdere per questo di profondità e di verità e diventa così più convincente ed efficace. Che l'uomo sia un'animale sociale è l affermazione che mai nessuno ha posto in dubbio ma che la socialità della natura umana intesa come orientamento positivo verso gli altri esseri umani, è altra cosa. Come insegnava Aristotele nell'asserto l'uomo nasce per vivere con gli altri questa necessaria affermazione si legge su due elementi entrambi essenziali: il primo, la propensione nostra alla compagnia e alla socialità quindi con i propri simili era anche compreso nella costruzione dell'economia di mercato di Adam Smith. Il secondo è l'utilità che l'uomo trae dalla convivenza con gli altri. Il primo è un elemento che riguarda la dimensione espressiva del soggetto, il secondo (l'utilità) è quello che appartiene invece alla sfera razionale, cioè alla nostra capacità di calcolo. Quando si parla di economia spesso si fa riferimento all'economia della scarsità delle risorse e al comportamento attraverso decisioni razionali; però esistono altri punti di partenza per analizzare le scelte economiche e sono l'impulso della persona a operare in modo creativo e la sua dimensione relazionale, il suo essere scambio tra persone ed attori anche di natura economica.

5 Entrambe le dimensioni, la creatività e la relazionalità, rappresentano oggi dimensioni di primo interesse. I beni relazionali sono tecnicamente beni che rappresentano una caratteristica particolare; l'utilità che conferiscono a chi li consuma dipende dalla particolare relazione che si instaura tra chi offre e chi domanda. Questo vuol dire che nel bene relazionale il modo conta, il modo in cui il bene viene fornito, il modo in cui viene consumato contano ai fini della creazione di utilità. Non cosi nei beni privati la cui utilità intrinseca è legata alla proprietà che essi hanno, indipendentemente dal modo con cui essi vengono forniti. E' un fatto che, quanto più avanza un'economia, tanto più la domanda di beni relazionali diventi importante rispetto alla domanda di beni privati e di beni pubblici. La novità è rappresentata dalla comparsa dei beni relazionali e che all'aumentare dello stadio dello sviluppo di una società, non c'è una variazione soltanto nella composizione della variazione dei beni, ma anche una variazione del modo in cui i bisogni sono soddisfatti. Pensiamo ad esempio ai servizi alla persona, tipico esempio di bene relazionale che abbiamo più volte confermato. La cosa di cui occorre essere consapevoli è che quanto più noi si avanzerà tanto più noi ci libereremo in termini relativi della necessità di beni privati. Infatti se guardiamo le statistiche, la percentuale di reddito destinata ai beni di primaria necessità è molto bassa; diventeremo sempre più esigenti, avremo sempre più bisogno di cementare relazioni e quindi avremo sempre più bisogno di beni relazionali. Come fa notare l'ultimo rapporto sulla situazione del paese del CENSIS è nel binomio più articolazione e più relazione che la società può riprendere un respiro meno attratto dalle ansie quotidiane e più coerente con l'andamento della lunga durata. Le relazioni, le alleanze, i legami che caratterizzano questo nostro territorio; il legame delle famiglie e delle associazioni non sono solo una risorsa su cui appoggiarsi per ridurre i costi della gestione pubblica, ma sono elementi da valorizzare per strutturare nuove forme di vivere comune e sostenibile articolando in modo nuovo prassi consolidate ma non più adeguate alla situazione.

6 In questa luce, affrontare queste situazioni di difficoltà e di crisi non significa mettersi in difesa ma confrontarsi con una prospettiva generativa, come il progetto che abbiamo ascoltato. La generatività, il primear che si contrappone alla stagnazione come possibilità di compiere un energico salto verso la produttività e la creatività al servizio delle generazioni, tiene insieme storia, speranza, sacrifici e legami generazionali e può stimolare tanto l'intelligenza quanto l'affettività. Del resto generare una dinamica umana intrinseca, non è un imperativo estrinseco e per questo risulta un'avventura affascinante, capace di mobilitare e anche, come sanno tutti i volontari di questa Croce Verde, di far affrontare sacrifici senza sentirne il peso. Generare con tutta la fatica che questo comporta, è insieme un comportamento, un valore: la preoccupazione cioè di offrire e trasmettere ciò che di meglio si produce è anche un atteggiamento nei confronti della vita, il riconoscere di essere un anello dell'intera sequenza generazionale e implica la fede nel fatto che l'impresa umana valga la pena di essere vissuta, cosa quanto mai fondamentale nel nostro contesto apparentemente sterile e schiacciato sul presente. L'obiettivo è allora superare la divaricazione tra le reali possibilità del paese e la sterilità delle dinamiche politiche e istituzionali per costruire relazione e trarre ispirazione così da elaborare un metodo processuale-cooperativo un sapere comune, capace di immaginare pratiche e delineare politiche su basi concrete e non ideologiche. La sfida è connettere e ricomporre coloro che sono interessati alla generazione di valore culturale, economico istituzionale, relazionale, sociale, mettendo in relazione le iniziative che vengono dal basso attraverso singoli e attraverso gruppi e superando le contrapposizioni che da tempo ci bloccano tra pubblico e privato, tra cattolici e laici, tra locale e globale, che aprono prospettive nuove che arricchiscono questa riflessione.

7 Il tempo è superiore allo spazio, l'unità prevale sul conflitto, la realtà è più importante dell'idea, il tutto è superiore della parte. Si tratta di prospettive a partire delle quali ripensare all'insieme delle qualità delle relazioni sociali. In realtà osservando con attenzione l'esperienza della Croce Verde di Bosisio non sono pochi i fermenti in questa direzione. Nella storia questa continuità secondo ragione si chiama FUTURUM, è la continuità secondo cui s'incastra armonicamente secondo la logica del prima e del dopo, secondo le categorie di causa ed effetto, secondo gli schemi in cui le voci in uscita si cercano i riscontri corrispondenti alle voci in entrata, finché tutto non quadra Dunque, partiamo dal futuro. I valori che voi testimoniate ce lo dicono; ce lo dicono le tante espressioni, l'impegno civile e la solidarietà, l'associazionismo, molteplici forme di cooperazione disinteressata e generosa. E perché si creino le condizioni per un rinnovato slancio che attraversi la società in uno spirito di operosa sussidiarietà, contiamo anche sulle risorse che scaturiscono dalla costante e fruttuosa ricerca di giuste forme di collaborazione tra la comunità civile e quella religiosa. Portate nel tempo dell'incertezza il vostro anelito di certezza e tutto questo che rappresentate è una risorsa cioè sociale per il nostro territorio. Ebbene fatela valere ancora di più, questo è il mio augurio, questo è il mio incitamento. Grazie

8 Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni Eleanor Roosevelt

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