TESI XV. Nella cristologia di S. Anselmo e di M. Lutero viene fatta emergere la dimensione soteriologica della communicatio idiomatum.

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1 TESI XV Nella cristologia di S. Anselmo e di M. Lutero viene fatta emergere la dimensione soteriologica della communicatio idiomatum. Le riflessioni di G.W.F. Hegel e di L. Feuerbach rappresentano l interpretazione ateistica di una cristologia elaborata in praedicamento substantiae. La critica di K. Barth alla concezione feuerbachiana dell incarnazione di Dio ci permette di comprendere l unione ipostatica come il movimento di Dio costituito di due momenti inscindibili: incarnazione di Dio e divinizzazione dell uomo.

2 S. Anselmo Soteriologia latina Concetto medioevale dell ordo iustitiae. Idea biblica dell alleanza Cur deus homo? Riparazione dell offesa Se da un lato solo Dio poteva ripagare l offesa arrecata a Dio, dall altro lato questo ristabilimento doveva essere compiuta dall uomo stesso; solo così sarebbe stata giustizia dell uomo. Gesù Cristo, in quanto vere deus e vere homo, realizza in se stesso questa duplice esigenza. Nella concezione di S. Anselmo la salvezza non può essere solamente un dono gratuito di Dio che lascia l uomo inattivo. La salvezza non può essere solamente un dono gratuito di Dio che lascia l uomo inattivo, ma Dio rende l uomo attivo ed operante nella salvezza

3 Disputa sulla Divinità e l umanità di Communicatio idiomatum onnipotente onnipresente Natura fa miracoli divina immortale eterna Cristo Persona XXXIII divina del Verbo Argumento: La divinità in Cristo non patisce. Dio è la divinità. Dunque Gesù Cristo, in quanto Dio, non patì sulla croce, e conseguentemente non soffrì. caduca particolare Natura soffre umana mortale temporale Risposta: A casusa della communicazione degli attributi, quelle cose Dio è immortale Communicatio che Cristo soffrì sono Dio naturarum attribuite anche a Dio, muore e soffre perché sono una cosa sola. I nsotri avversari vogliono dividere l unità della persona, ma non glielo permettermo. Noi uniamo le nature distinte in una persona.

4 Martin Lutero «Guardati, guardati ti dico dall alleosi: è la maschera del diavolo. Comunicazione [...] Infatti se credo che reale solo la natura umana abbia sofferto per me, allora il Cristo è un cattivo salvatore per o me. verbale? Anche lui ha bisogno così di un salvatore. [...] Se la vecchia maga ragione, nonna dell alleosi, qui dicesse: La divinità non può né soffrire e né morire. Tu dovresti rispondere: È vero, ma tuttavia perché divinità e umanità sono in Gesù Cristo una sola persona, la Scrittura, a causa di questa unità personale, attribuisce anche alla divinità tutto ciò che succede all umanità, e viceversa» Vom Abebdnahl Christi

5 in praedicamento relationis natura divina persona natura umana

6 G.W.F. Hegel Lezioni sulla filosofia della religione «Dio è morto; questa è la negazione e così è questo il momento della natura divina di Dio stesso. In questa morte Dio è soddisfatto. Dio non può essere soddisfatto da altro, da qualche cosa d altro, ma solo da sé stesso. La soddisfazione è che viene negato il primo, l immediato, poiché Dio giunge solo alla pace con sé stesso quando è solamente posta la spiritualità. Dio è il vero Dio, lo spirito, in ciò che egli non è solo il Padre, per conseguenza chiuso in se stesso; ma in quanto è Figlio, diviene l altro e supera questo altro. Questa negazione è intuita come momento della natura divina. Con ciò tutti sono riconciliati» «Con ciò la negazione è vinta e la negazione della negazione: è quindi il momento della natura divina. Questo Figlio è innalzato alla destra di Dio».

7 Dialettica negativa Infinito non-finito non-finito finito

8 Dio non-uomo morte identità Dio teologica non-dio creato incarnazione uomo

9 L. Feuerbach L essenza del Cristianesimo «Nella religione l uomo opera una frattura nel proprio essere, scinde sé da se stesso ponendo di fronte a sé Dio come un essere antitetico. Nulla è Dio di ciò che è l uomo, nulla è l uomo di ciò che è Dio. Dio è l essere infinito, l uomo l essere finito; Dio perfetto, l uomo imperfetto; Dio eterno, l uomo perituro; Dio onnipotente, l uomo impotente; Dio santo, l uomo peccatore. Dio e l uomo sono due estremi: Dio il polo positivo, assomma in sé tutto ciò che è reale, l uomo il polo negativo, tutto ciò che è nullo».

10 Dio proiezione non-uomo morte identità uomo antropologica non-dio creato uomo

11 Limiti di Hegel e Feuerbach Dialettica solamente negativa Necessità di dialettica relazionale Perdita dell alterità di Dio (Feuerbach) dell uomo (Hegel) Dio e uomo sono confusi e alterati!

12 Da Lutero a Feuerbach K. Barth communicatio idiomatum come reciproca inclusione tra Dio e uomo Dal totalmente Altro (cf Commento alla Lettera ai Romani) all umanità di Dio (1956) communicatio idiomatum come inclusione dell umanità nella divinità Partire solamente ed esclusivamente da Dio! La priorità è sempre di Dio

13 Barth, L umanità di Dio «Dio non ha bisogno che l umanità venga esclusa, non ha bisogno di alcuna non-umanità o addirittura inumanità, per essere veramente Dio. Dio racchiude in Sé l umanità. Senza voler riproporre la fatale dottrina luterana delle due nature e dei loro caratteri, bisogna accettare, non rifiutare la sua istanza fondamentale. Sarebbe una falsa divinità di un falso Dio quella in cui e con cui non ci venisse incontro immediatamente anche la sua umanità. Non che Dio abbia bisogno di un altro e in particolare dell uomo per essere, come suo partner, veramente Dio. Anche senza l uomo, Dio non sarebbe un Dio solitario né egoista, poiché Dio è Padre, Figlio e Spirito Santo. Dio non vuole essere senza l uomo bensì con lui e nella sua stessa libertà non contro di lui bensì per lui, senza il merito umano e contro di esso. Dio decide di essere il suo Dio. In questa sovrana decisione Dio vuole essere Dio umano».

14 La morte di Dio nel Nuovo Testamento Dato scritturistico: (cf Mc 15,39; Rm 1,4; Rm 3,16; Rm 4,17; Se Rm Dio 5,10; è per Rm noi, 8,32; 1Cor 1,25; Gal 2,20; Fil 2,6-11). chi sarà contro di noi? Egli La divinità che non di ha Dio risparmiato include l umanità, il proprio e Figlio, dunque anche la morte di Gesù crocifisso, qualora la ma lo ha dato per tutti noi, divinità venga pensata come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? in maniera relazionale: Dio è originariamente in Rom 8,31b-32 relazione all uomo in maniera trinitaria: natura in divinis ipsa relatio

15 Nuovo Testamento Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. Mc 8,35 Plotino Se Egli si inchinasse al di fuori di Lui andrà perduto senz altro l essere quello che è Enneade 6,16,149 Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà ogni cosa insieme con lui? Rom 8,32 Questi è trasportato nell interno di se stesso, in un atto di amore di sé, amore di puro splendore, poiché Egli è precisamente ciò che ama Enneade 6,16,146)

16 J.Ratzinger «L amore per la creatura appartiene all essenza di Dio, e da questa essenza deriva quell autovincolamento, che arriva fino alla croce». essenza di Dio amore croce

17 E. Jüngel «Con ciò si rivela, come senso autentico del discorso teologico della morte di Dio, l annuncio della più originaria autodeterminazione di Dio all amore, dove questa autodeterminazione di Dio stesso fa parte dell amore. Dio si è definito nella croce di Gesù come amore. Dio è amore (1Gv. 4,8)».