PERCORSO 2 IDENTITÀ, DIFFERENZE E STEREOTIPI: LABORATORI DI EDUCAZIONE AL GENERE PER DOCENTI DELLE SCUOLE SECONDARIE

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1 PERCORSO 2 IDENTITÀ, DIFFERENZE E STEREOTIPI: LABORATORI DI EDUCAZIONE AL GENERE PER DOCENTI DELLE SCUOLE SECONDARIE Elisa Bellè Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell Università di Trento. elisa.belle@unitn.it

2 GENERE E MERCATO DEL LAVORO

3 OBIETTIVI PER LA STRATEGIA EUROPEA PER L'OCCUPAZIONE (EES) Investire sulle persone (migliorare la loro occupabilità). Creare più posti di lavoro (rendere i mercati del lavoro più flessibili e favorire la possibilità di creazione d impresa). Promuovere l occupazione femminile (ridurre i gap di genere e favorire la conciliazione vita privata/lavorativa). Promuovere l occupazione dei lavoratori anziani (allungamento della vita lavorativa). Obiettivi quantitativi per il 2010: tasso di occupazione totale: 70% tasso di occupazione femminile: 60% tasso di occupazione dei lavoratori anziani: 50%

4 EUROPA NUOVA STRATEGIA EUROPEA PER L'OCCUPAZIONE (EES) A partire dal 2010 le nuove linee guida prevedono: Aumentare la partecipazione al mercato del lavoro delle donne e degli uomini, ridurre la disoccupazione strutturale e promuovere la qualità del lavoro. Sviluppare una forza lavoro qualificata in risposta alle esigenze del mercato e favorire l'apprendimento permanente. Migliorare la qualità e le prestazioni dei sistemi di istruzione e formazione a tutti i livelli e promuovere una maggiore partecipazione nell'istruzione superiore o equivalente. Promuovere l'inclusione sociale e la lotta alla povertà

5 PERCHÉ OCCUPARSI DI GENERE E MDL? o Consistente entrata delle donne nel mercato del lavoro o Persistenza di fenomeni di discriminazione (selezioni, pay gap) o Persistenza di forme di segregazione orizzontale (sextyping) o Persistenza di forme di segregazione verticale (glass ceiling) o Persistenza di forme di distribuzione asimmetrica nel lavoro domestico e di cura

6 TENDENZE DI FONDO DELL OCCUPAZIONE FEMMINILE Il tasso di occupazione femminile registra nel lungo periodo un aumento significativo che può essere ricondotto - dal lato dell offerta di lavoro - a due processi tra loro interrelati: innalzamento nel livello d istruzione delle donne modifiche nei comportamenti di vita e di lavoro Maggiore è il titolo di studio per le donne, maggiore è il loro tasso di occupazione. Per gli uomini non si registra la stessa dinamica.

7 L EGUAGLIANZA DI GENERE NEL LAVORO Fattori istituzionali: Il quadro istituzionale (programmi e legislazione europea e nazionale) La contrattazione nazionale Fondi strutturali Fattori organizzativi Reclutamento e selezione Sviluppo professionale Organizzazione del lavoro Il contesto culturale

8 TASSO DI OCCUPAZIONE IN EUROPA, ITALIA, NORD-EST E TRENTINO Fonte: *Eurostat,** Istat, *** OML su dati Rilevazione forze lavoro ISTAT- ISPAT Donne Uomini Donne Uomini *EU28 62,6 74,3 63,5 75,0 **Italia 49,9 69,7 50,3 69,7 **Nord-est 56,6 72,8 56,9 73,1 ***Provincia di Trento 57,6 73,3 58,4 73,4

9 TASSI DI OCCUPAZIONE FEMMINILE IN EUROPA Source of Data: Eurostat Last update: Short Description: The employment rate of the total population is calculated by dividing the number of person aged 20 to 64 in employment by the total population of the same age group. The employment rate of women is calculated by dividing the number of women aged 20 to 64 in employment by the total female population of the same age group. The indicators are based on the EU Labour Force Survey.

10 EU (28 countries) 62,1 62,8 62,3 62,1 62,2 62,4 62,6 63,5 Belgium 60,3 61, ,6 61,5 61,7 62,1 62,9 Bulgaria 63,5 65, ,7 59,8 60,2 60,7 62 Czech Republic 62,4 62,5 61,4 60,9 61,7 62,5 63,8 64,7 Denmark 74,7 75,5 74, ,4 72,2 72,4 72,2 Germany 66,7 67,8 68,7 69,6 71,3 71,6 72,5 73,1 Estonia 72,6 72, ,9 67,8 69,4 70,1 70,6 Ireland 64,5 64,2 61,8 60,2 59,4 59,4 60,3 61,2 Greece 51,7 52,6 52,9 51,8 48,7 45,2 43,3 44,3 Spain 58,6 58,9 56,8 56,3 56,1 54,6 53,8 54,8 France 64,9 65, ,9 64,7 65,1 65,5 66,2 Croatia 55, ,4 53,6 52,6 52,8 54,2 Italy 49,9 50,6 49,7 49,5 49,9 50,5 49,9 50,3 Cyprus 67,7 68,2 68,3 68,8 67,7 64,8 62,2 63,9 Latvia 70,3 71,9 66,5 64,5 65,3 66,4 67,7 68,5 Lithuania 69,1 68,7 67, ,6 67,9 68,6 70,6 Luxembourg 61 60,1 61, ,9 64,1 63,9 65,5 Hungary 55,2 54, ,6 54,7 56,2 56,9 60,2 Malta 37,7 39, ,6 43,8 46,6 49,8 51,9 Netherlands 70,7 72,2 72,7 70,8 70, ,6 69,7 Austria 66,2 67,6 68,2 68,8 69,2 69, ,1 Poland 55,5 57,3 57,6 57,3 57,2 57,5 57,6 59,4 Portugal 66,3 67,1 66,1 65,6 64, ,3 64,2 Romania 57,9 57,3 56,3 56,5 56,2 56,7 56,5 57,3 Slovenia 67,1 68,5 67,9 66,5 64,8 64, ,6 Slovakia 58,7 60,3 58,2 57,4 57,4 57,3 57,8 58,6 Finland 72,5 73,1 72,4 71,5 71,9 72,5 71,9 72,1 Sweden 77,1 77,2 75, ,5 76,8 77,2 77,6

11 GENDER EMPLOYMENT GAP Source of Data: Eurostat Last update: Short Description: The gender employment gap is defined as the difference between the employment rates of men and women aged The indicator is based on the EU Labour Force Survey.

12 EU (28 countries) 15 13, ,8 12,2 11,7 11,5 Belgium 13,4 12,2 11,9 11, ,2 8,7 Bulgaria 10,7 9,8 7,4 6,2 5,6 5,7 6,1 Czech Republic 19,5 18,8 18,7 18,2 17,7 17,2 17,5 Denmark 8,4 6 5,6 6,6 6,4 6,3 7,3 Germany 12,3 10,9 10,5 10,4 10,5 9,6 9,1 Estonia 8,6 2 1,9 5,7 5,7 6,6 7,7 Ireland 16 10,3 8,9 8,8 8,7 10,6 11,8 Greece 27,5 25,6 24,2 22,1 19,8 19,4 18,3 Spain 19 14,2 12,9 11,6 10 9,6 10,2 France 10,1 9,3 9,1 9,3 8,8 8,2 7,5 Croatia 15,9 12,5 11,5 12,5 11,1 8,8 10 Italy 24, ,2 22, ,8 19,4 Cyprus 17 14,5 12,9 11,9 11,3 10,4 7,7 Latvia 7,4 0,3-0,5 2,2 3,6 4,2 4,6 Lithuania 6,9-0,4-1,5 0,6 1,2 2,6 2,5 Luxembourg 17,1 17,5 17,2 16,2 14,4 14,1 12,9 Hungary 13,9 12,5 10,9 11,7 11,1 12,4 13,3 Malta 39,1 37,5 36,6 35,2 32,6 29,6 28,4 Netherlands 13,3 12, ,3 10,5 11,4 Austria 12,5 10,5 10,2 10 9,7 9,1 8,2 Poland 15, ,7 14,5 14,5 14,2 Portugal 12,3 10,3 9,8 8,6 6,8 6,4 7,1 Romania 14,3 14,4 16,6 15,3 16,1 16,3 16,7 Slovenia 8,9 7,7 7,5 7 7,2 8,2 8 Slovakia 17,1 16,4 14,5 15,1 15,5 14,4 14,6 Finland 5,3 2,3 3 3,7 3 2,8 1,9 Sweden 6,3 5,2 6,1 5,6 5,1 5 4,6 Norway 6,2 5,2 5,2 5 5,1 5 4,8 Turkey 47,8 44,6 44,7 45,4 44,1 43,5 43,4 United States 12,4 9,8 9,9 10,7 11,5 11,6 11,8 Japan 23,9 22,4 21,8 21,9 21,3 20,1 19,6

13 LA SEGREGAZIONE OCCUPAZIONALE DI GENERE

14 La concentrazione di donne e uomini in diversi tipi e livelli di attività e occupazione ORIZZONTALE: la concentrazione di donne e uomini in diversi settori e occupazioni VERTICALE: la concentrazione delle donne e degli uomini in diversi gradi, livelli di responsabilità o posizioni

15 OCCUPAZIONE PER SETTORE DI ATTIVITÀ E AREE TERRITORIALI Fonte: OML su dati Rilevazione continua forza lavoro, Servizio Statistica PAT ISTAT

16 L 82,1% delle donne italiane è occupato nei servizi, così come l 84,4% delle europee, un 15,2% impiegato nell industria italiana contro un 11,3% di quella della UE, ed infine, un 2,7% di donne italiane lavora nell agricoltura mentre nell agricoltura europea si riscontra un 4,3%

17 Se osserviamo nello specifico la differenza tra la quota di uomini e donne occupate nel settore dei servizi riscontriamo per l Italia uno scarto di ben 25,6 punti percentuali. Le donne continuano ad essere occupate prevalentemente in questo settore, che comprende anche tutta quella serie di professioni che si connotano come tipicamente femminili (servizi di cura e servizi alla persona, insegnamento ecc.).

18 OCCUPAZIONE PER PROFESSIONE IN PROVINCIA DI TRENTO Donne Uomini Donne Uomini Imprenditori e dirigenti 1,0 3,2 1,6 3,6 Professioni intellettuali 16, ,6 10,6 Professioni tecniche 18,4 19,5 18,1 19,1 Impiegati 21,5 6,5 20,3 7,3 Addetti vendite e servizi alla 27,5 11,1 25,7 10,8 persona Operai specializzati e 2,8 28,2 3,1 27,7 agricoltori Operai semi-qualificati 2,0 12,1 2,4 12,2 Occupazioni elementari 1,0 7,9 10,2 7,6 Forze armate - 1,5-1,0 Totale Fonte: OML su dati Rilevazione forze lavoro ISTAT-ISPAT

19 IL TITOLO DI STUDIO

20 TASSI DI DIS/OCCUPAZIONE PER TITOLO DI STUDIO IN PROVINCIA DI TRENTO

21 Tasso di occupazione dei 25-34enni per sesso e titolo di studio (valori percentuali) Licenza media Qualifica professionale Diploma Laurea Uomini 83,8 91,8 79,9 75,9 Donne 46,1 70,7 64,1 68,3 Totale 67,5 82,3 71,9 71,1 Fonte: Istat 2006

22 Occupazione ad un anno dalla laurea ,3 60,4 61,9 59, ,4 57,1 57, ,6 55,3 53,1 51,2 50,8 50,4 49,2 50, donne uomini Fonte: Almalaurea 2005/2006

23 Evoluzione della condizione occupazionale ad un anno, tre e cinque anni per genere (laureati 2002) ,9 81,9 89, ,8 70, , anno 3 anni 5 anni donne uomini Fonte: AlmaLaurea, 2007

24 Posizione nella professione a cinque anni dalla laurea per genere senza contratto collaboratori altro lav. dip. insegnante impiegato esecutivo 1,7 0,7 2,9 3,3 4,7 5,4 8,3 8, ,2 impiegato alta/media qual dirigente/direttivo 7,6 12,7 altra posizione autonoma lavoratore in proprio libero professionista 1 0,7 3,4 4,6 13,2 19,8 imprenditore 1, maschi femmine Fonte: Almalaurea 2007

25 UNO SGUARDO DI GENERE AL LAVORO FLESSIBILE

26 Le donne, soprattutto nelle fasce più giovani, sono sovrarappresentate in tutti i tipi di lavoro atipico, che spesso rappresenta una forma di esclusione permanente dalle occupazioni garantite. I lavori precari rinforzano la dipendenza economica dal proprio partner (che più spesso ha un contratto di lavoro stabile) e l asimmetria della divisione del lavoro domestico.

27 OCCUPAZIONE TEMPORANEA (DIPENDENTE) PER SETTORE DI ATTIVITÀ E AREE TERRITORIALI Fonte:OML su dati Rilevazione continua forza lavoro, Servizio Statistica PAT ISTAT

28 OCCUPAZIONE TEMPORANEA (DIPENDENTE) PER CLASSI DI ETÀ IN PROVINCIA DI TRENTO Donne Uomini Donne Uomini ,6 45,6 58,4 47, ,0 19,0 26,7 17, ,9 5,9 17,6 11, ,9 4,7 11,1 7,5 55 e oltre 9,0 7,4 12,7 7,3 Totale 17,5 12,1, 18,9 13,2 Fonte: OML su dati Rilevazione continua forza lavoro, Servizio Statistica PAT ISTAT

29 IL GENDER PAY GAP O DIFFERENZIALE RETRIBUTIVO DI GENERE

30 Nonostante un sempre maggiore equilibrio a livello di istruzione e di competenze tra uomini e donne, il differenziale retributivo di genere in Italia oscilla intorno ai 20 punti percentuali (Isfol, 2009). Tra i fattori che contribuiscono a generare tale forbice retributiva: la segregazione orizzontale, che relega le donne in professioni e settori a minore retribuzione; la segregazione verticale o tetto di cristallo, che impedisce alle donne di crescere professionalmente; il fenomeno del pavimento appiccicoso per il quale molte lavoratrici rimangono intrappolate in posizioni lavorative precarie e mal retribuite.

31 REDDITO FAMILIARE NETTO PER SESSO (MEDIANA), 2012 Nord Centro Sud e Isole Italia Uomini Donne Totale Fonte: ISTAT Indagine Reddito e condizioni di vita, 2014

32 REDDITI PER TIPOLOGIA DI LAVORO, ETÀ E TITOLO DI STUDIO IN ITALIA, 2006 Fonte: EU-SILC, in: Istat (2009) Reddito e condizioni di vita nel 2006

33 Reddito medio mensile netto (in euro) dei laureati (a tre anni dalla laurea) che svolgono un lavoro continuativo a tempo pieno, iniziato dopo la laurea, per tipologia di corsi, sesso e gruppo di corsi di laurea (%) Fonte:e Istat 2008

34 DIFFERENZE DI REDDITO TRA DONNE E UOMINI POPOLAZIONE ANNI Paese Anno Sotto istruzione superiore Istruzione secondaria e post Istruzione universitaria Tutti i livelli di istruzione Spagna Regno Unito Irlanda Finlandia Danimarca Francia Portogallo Media OCSE Grecia Italia Germania Fonte: Oecd. Lso Network special data collection on full-time, full-year earnings, Economic Working Group

35 Per le donne dei paesi dell Ocse occupate a tempo pieno, ancora oggi, all aumentare del livello di istruzione non corrisponde un adeguata o paritaria retribuzione. Tali differenze possono essere spiegate dall incidenza di molteplici fattori: la diversa distribuzione tra uomini e donne nelle professioni (le donne lavorano maggiormente in settori professionali con retribuzioni medio basse); le differenze tra uomini e donne nella scelta del settore disciplinare di studio (le donne scelgono studi che hanno sbocchi professionali meno retribuiti); la discontinuità lavorativa maggiormente sperimentata dalle donne (a causa ad esempio della maternità o per necessità di cura), che influenza negativamente la possibilità di avanzare verso scatti di anzianità, aumenti o promozioni di vario tipo.

36 o Per tutti i paesi permane un evidente gap retributivo, a prescindere dal livello di istruzione raggiunto. o Le occupate italiane con titolo di studio di scuola secondaria superiore vengono pagate il 73% degli uomini, mentre quelle con titolo post secondario non universitario arrivano al 75%. o La percentuale scende di 10 punti per le occupate con istruzione universitaria. o Tale dato può essere letto come indicatore di una segregazione verticale che ancora oggi non offre alle donne le stesse opportunità di raggiungere posizioni apicali nei percorsi di carriera.

37 IL LAVORO PART TIME IN EUROPA 2015 Part-time employment as percentage of the total employment by sex (%) Last update Extracted on Source of data Eurostat

38 Paese Totale Uomini Donne European Union (28 countries) 16,7 6,4 29,5 Belgium 21,5 6,5 40,9 Bulgaria 2,7 2,3 3,1 Czech Republic 4,4 1,7 7,9 Denmark 21,9 11,6 33,7 Germany 21,9 5,9 41,3 Estonia 6,9 4,8 9,0 Ireland 16,6 5,6 31,6 Greece 4,5 2,0 8,5 Spain 8,8 2,8 18,0 France 16,9 5,3 30,5 Croatia 6,5 5,1 8,4 Italy 12,4 4,5 24,6 Cyprus 7,5 3,6 12,5 Latvia 10,2 7,5 13,1 Lithuania 8,4 6,7 10,2 Luxembourg 16,3 2,4 36,4 Hungary 4,3 2,9 6,0 Malta 7,8 3,7 17,5 Netherlands 45,2 21,6 74,7 Austria 19,9 4,6 38,2 Poland 9,6 7,1 12,5 Portugal 8,2 3,9 13,1 Romania 9,2 8,9 9,6 Slovenia 8,3 6,3 10,7 Slovakia 2,5 1,3 4,0 Finland 12,8 8,2 17,8 Sweden 23,1 11,2 36,0 United Kingdom 25,1 9,2 43,5 Iceland 19,2 6,8 33,0 Norway 29,1 14,2 45,4 Switzerland 32,0 10,2 58,2

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41 NON SOLO LAVORO IL SISTEMA PENSIONISTICO Le criticità strutturali in termini di genere e MdL non comportano solo un effetto diretto sulla partecipazione o probabilità di partecipazione delle donne al MdL ma anche effetti diretti sul sistema pensionistico. A seguito della riforma del sistema previdenziale (art. 24 Decreto Legge 201/2011, cd. Decreto Salva Italia ), è entrato a regime per la costruzione della pensione il sistema contributivo, in base al quale le modalità e l intensità della partecipazione al mercato del lavoro determineranno esattamente il quantum da versare alla gestione previdenziale. Tale situazione non è gender neutral, in quanto, senza correttivi o ipotesi di riequilibrio, comporta la cristallizzazione delle criticità strutturali della presenza femminile nel mercato.

42 UNO SPETTRO SI AGGIRA PER L ITALIA IL TASSO DI FECONDITÀ!

43 DEFINIZIONE Il tasso di fecondità totale (abbreviato abitualmente con TFT) è un indicatore statistico, chiamato anche più comunemente numero medio di figli per donna. Corrisponde in lingua inglese al Total Fertility Rate (TFR).

44 SIGLE PAESI SE Svezia DK Danimarca NL Olanda FI Finlandia AT Austria EE Estonia UK Inghilterra DE Germania LV Lettonia SI Slovenia CY Cyprus PT Portugal LT Lituania FR Francia LU Lussemburgo ES Spagna SK Slovacchia RO Romania PL Polonia HU Ungheria EL Grecia IT Italia MT Malta IE Irlanda BG Bulgaria CZ Repubblica Ceca BE Belgio

45 ESERCIZIO Leggere e commentare i materiali sul genere e MDL forniti. Metà del gruppo presenta i dati sull Unione europea, metà sull Italia. Organizzare una breve presentazione (5-7 minuti) sui dati, mettendo in risalto gli aspetti salienti. Unione europea- Domande guida: Leggere e commentare i dati sul livello di occupazione femminile anche sulla base degli obiettivi della Strategia europea per l occupazione di Lisbona. Quali sono le principali differenze tra livelli di occupazione di uomini e donne in Europa? Che tipo di divisioni emergono tra diversi Paesi? Che relazione emerge tra genitorialità e presenza nel mercato del lavoro per gli uomini e le donne? Quali modelli culturali sono sottesi a tali differenze? Italia Leggere e commentare i dati sul livello di occupazione femminile anche sulla base degli obiettivi della Strategia europea per l occupazione di Lisbona. Che tipo di differenze emergono tra uomini e donne? E tra generazioni diverse di donne? E tra zone geografiche del Paese? Quali modelli culturali sono sottesi a tali differenze?

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50 RAPPORTO TRA RFECONDITÀ E OCCUPAZIONE (1) L evidenza empirica sulla relazione tra tasso di occupazione femminile e tasso di fecondità non è semplice da analizzare: da un lato tutti i paesi europei mostrano trend decrescenti nei tassi di fecondità e trend crescenti nei tassi di occupazione femminili dall altro lato, i paesi con i più alti tassi di fecondità sono anche quelli che registrano attualmente i più alti tassi di occupazione femminile

51 RAPPORTO TRA FECONDITÀ E OCCUPAZIONE (2) I paesi del Mediterraneo (Italia, Spagna, Grecia) associano a livelli di partecipazione femminile particolarmente bassi tassi di fecondità tra i più bassi al mondo Tra i paesi che registrano attualmente i più alti tassi di fecondità si trovano i paesi con i più alti tassi di attività femminile (Finlandia, Danimarca), così come paesi con tassi più elevati della media Europea (Francia)

52 CONCILIAZIONE E USO DEL TEMPO

53 CONCILIAZIONE: NON SOLO FAMIGLIA La radice etimologica della parola conciliazione rimanda all atto di ricercare un accordo, la composizione, l unione di parti tra di loro in contrasto. Un problema cruciale da affrontare riguarda il modo con cui rendere conciliabili i nuovi ruoli che donne e uomini occupano nel mondo del lavoro (come occupati/e) e le loro aspirazioni in termini di vita privata. Le politiche di conciliazione coinvolgono (o dovrebbero coinvolgere) tutte le sfere di esistenza di un individuo, consentendo l armonizzazione tra tempi di lavoro e tempi di vita complessivamente intesi

54 CONCILIAZIONE: NON SOLO DONNE Conciliazione lavorativa: principio di azione politica la cui finalità è ridisegnare l organizzazione complessiva della società, oltre che del lavoro, offrendo sostengo all affermazione dell equità di genere (Naldini, Saraceno, 2011). Se le politiche di conciliazione vengono impegnate in modo acritico rischiano di diventare un contenitore vuoto, o peggio, ricco di ambivalenze e di risvolti potenzialmente negativi effetto perverso di rinforzo di stereotipi e asimmetrie che si vorrebbero superare (Naldini, Saraceno, 2011) Prerequisito indispensabile: le politiche di conciliazione devono essere rivolte trasversalmente a uomini e donne, favorendo la condivisione delle responsabilità (Poggio, Murgia, De Bon, 2010).

55 CONCILIAZIONE ED UGUAGLIANZA DI GENERE AMBITI DI AZIONE Conciliazione nel suo intreccio indissolubile con la questione dell eguaglianza di genere sul lavoro Ambito delle politiche: quadro istituzionale (programmi e legislazione europea, nazionale, locale) contrattazione nazionale fondi strutturali Ambito dell organizzazione lavorativa: le carriere (reclutamento e selezione; sviluppo professionale) organizzazione del lavoro (orario; servizi aziendali, misure a sostegno della genitorialità) contesto culturale Soggetti coinvolti: individui parti sociali (imprese e sindacati) territorio (istituzioni e soggetti che erogano servizi)

56 LA CONCILIAZIONE E LE SUE DIMENSIONI

57 PERMANE L ASIMMETRIA DEI RUOLI NELLA COPPIA DONNE sovraccariche di lavoro familiare: i tre quarti del tempo dedicato dalla coppia al lavoro familiare è assorbito dalle donne. Per le donne lavoratrici il tempo libero è residuale e il lavoro familiare centrale UOMINI è il tempo per il lavoro familiare ad essere residuale ed il lavoro extradomestico centrale

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59 L ASIMMETRIA DEI RUOLI DIMINUISCE, MA Nell arco degli anni diminuisce, anche se molto lentamente, il numero di ore di lavoro familiare delle coppie assorbito dalle donne più perché le donne scelgono di diminuire il tempo dedicato al lavoro familiare che perché gli uomini sono più coinvolti come numero e come minuti

60 LE DONNE CONTRAGGONO IL LAVORO FAMILIARE E OPERANO UNA REDISTRIBUZIONE INTERNA Più tempo al lavoro di cura dei/lle figli/e e meno tempo al lavoro domestico anche per le occupate Solo per le donne di status sociale più elevato il lavoro familiare cresce ma sempre per il lavoro di cura Quindi: Si rompe lo stereotipo della donna che lavora e si dedica poco ai figli

61 L ASIMMETRIA DEI RUOLI NEL LAVORO DOMESTICO Le donne cucinano e puliscono la casa in misura molto maggiore rispetto agli uomini. Gli uomini: raramente apparecchiano o riordinano la cucina o fanno le pulizie, lavano, stirano (90% del tempo assorbito dalle donne). La condivisione dei ruoli è in crescita più al Nord e nelle coppie giovani. Tra le coppie con donne occupate i tre quarti del tempo dedicato al lavoro familiare è comunque assorbito da donne, solo 10% in meno delle coppie con donna casalinga.

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