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1 DI POSTE ITALIANE S.P.A. - Spedizioni in abbonamento postale - d. l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2001 n. 46) art. 1, comma 1, C. P. Parma ANNO 15 NUMERO marzo 2015 PARMA UMILIATA E TRAVOLTA DAGLI SCANDALI Gaiti come Vanna Marchi: teletruffa lo Stato di 3 milioni ma la gip Sarli gli evita la galera I "braghettoni" alla parmigiana E' lui, Ernesto Monteverdi (la foto in camicia nera e in posa mussoliniana è tratta dall'archivio ed è puramente casuale), il "Braghettone" di Parma. Cioè l'emulo, quasi cinque secoli dopo, di quel Daniele da Volterra, allievo di Michelangelo, che nel 1564 eseguì l'ordine del Papa Pio IV di "coprire le parti pudende" (cioè gli organi genitali) del Giudizio Universale, nella Cappella Sistina, per evitare che le nudità dei personaggi potessero suscitare pensieri immorali. Così il buon Daniele mise le mutande ai nudi di Michelangelo, e per quest impresa è passato alla storia col soprannominato Braghettone. Della serie "in questa città il peggio non tocca mai il fondo", vi devo raccontare, cari lettori, la storia di questo finora a me ignoto signore, il "braghettone" di Parma, appunto, che venerdì scorso ha avuto la fascistissima idea di inviare a tutti gli edicolanti aderenti alla Confesercenti, una mail con l'ordine perentorio ("è necessario rimuovere") di mettere ampie "mutande" (i braghettoni, appunto, di antica memoria) alle nostre locandine, coprendo le "vergogne" in esse rappresentate. E le "parti pudende" della locandina erano rappresentate, per l'occasione dal titolo: "La ricetta Gazzetta per fronteggiare la crisi finanziaria: sostituire i giornalisti con i giornalai". Un titolo ironico che faceva riferimento alla clamorosa notizia contenuta nel nostro settimanale che il foglio mortuario degli industriali, ormai evidentemente ridotto alla canna del gas, aveva inviato una missiva agli edicolanti invitandoli a collaborare, per rendere più completo e interessante il proprio look, utilizzando un numero verde per inoltrare al giornale notizie, spunti per articoli e inchieste. Una iniziativa, questa, che aveva suscitato fra i giornalai - impegnati in una dura vertenza con l'editore gazzettiero - insulti, improperi e proteste il cui eco era giunto sino a noi con la richiesta di rendere pubblica quella missiva, firmata dal direttore Molossi e dall'amministratore delegato Montan, ritenuta dai più niente poco di meno che una provocazione. Provocazione dal sapore addirittura beffardo quando gli edicolanti hanno saputo che l'iniziativa era stata appoggiata dalla stessa associazione dei giornalai aderente alla Confesercenti. Ovviamente noi abbiamo accolto di buon grado la richiesta di aiuto dei nostri amici edicolanti in guerra con il foglio confindustriale accusato di volerli strozzare riconoscendo un margine di guadagno irrisorio sulle vendite, soprattutto di quelle effettuate dietro esibizione della odiatissima card blu. Il nostro intervento a sostegno di Fabrizio Castellini della categoria così pesantemente bistrattata ha però suscitato un putiferio di reazioni. La più scomposta e violenta delle quale è stata appunto l'incredibile fascistissimo diktat di censura preventiva, che ogni addetto ai lavori che opera nel mondo dell'editoria dovrebbe sapere essere vietatissimo dalle norme (anche costituzionali) in vigore in Italia dopo la caduta del ventennio fascista. Una incredibile censura preventiva che, tra l'altro, ha avuto un immediato effetto boomerang, smascherando, come detto, la collusione con il foglio cimiteriale cittadino di questo sindacato degli edicolanti aderente ad una organizzazione di ispirazione sinistrorsa che dovrebbe proteggere gli interessi degli esercizi commerciali. Lo scollamento della "base" da questo sindacato sedicente sinistrorso si è tramutato in un fallimento pressoché totale del sabotaggio di stampo fascista del nostro piccolo grande settimanale. Solo poche edicole, prontamente riprese dal nostro fotografo, hanno aderito in città alla vergognosa illegittima iniziativa che ha portato allo scoperto l'asservimento di questa Confesercenti agli interessi del colosso editoriale dai piedi d'argilla di via Mantova ed a quelli della casa madre confindustriale di via Al Ponte Caprazucca. Un fallimento pressoché totale visto che solo in un'edicola, quella di via Solferino, posta di fronte all'alternativa fra il ripristino della legalità con la riesposizione della locandina oscurata e la inibizione alla vendita della nostra Voce, ha preferito continuare ad obbedire al diktat di stampo squadristico, timorosa, evidentemente, della minaccia di "problematiche future" contenuta nella missiva di Confesercenti sottoscritta dal "brachettone" Ernesto Monteverdi. I nostri lettori che si recavano in questa rivendita a comprare la nostra "Voce", quindi, fin da questa settimana dovranno rivolgersi ad altra edicola perché noi non accettiamo intimidazioni, sabotaggi, boicottaggi, censure di nessun genere e di nessuna provenienza, men che meno se calate dall'alto di quei palazzi che fino a oggi hanno potuto godere di benevolenza e impunità da parte di chi avrebbe dovuto assicurare e garantire a tutti i cittadini il rispetto della legalità e la par condicio di lavoro e di impresa. Questa - quella della inibizione a vendere il nostro giornale a chi lo boicotta - è la nostra sanzione ad esecuzione immediata. Quanto al "braghettone" e alla sua associazione di categoria, sarà inevitabile che rispondano del loro attacco alla libera stampa nelle competenti sedi civili e penali. Pensieri e Parole di Rita Guandalini Pag. 2 Elisabetta Pozzi strepitosa Cassandra Il rischio di Sabrina Ferilli Dante, da Benigni ai soliti idioti SCANDALI PARMIGIANI 1 Pier Gaiti (nella foto) accusato di avere truffato lo Stato con dichiarazioni fasulle sull'impiego del personale e del fatturato per ottenere le sovvenzioni disposte a favore delle emittenti televisive locali. La Gip Artusi ha disposto il sequestro delle frequenze e dei beni di Gaiti, ma non ha accolto la richiesta della Russo di custodia cautelare SCANDALI PARMIGIANI 2 Voleva comprare il MANENTI ARRESTATO Parma Calcio coi soldi procurati dagli hacker. SCANDALI PARMIGIANI 3 INCREDIBILE CENSURA FASCISTA Le locandine della Voce "stuprate"da Confesercenti al servizio della Gazzetta. Denunciato Monteverdi.

2 2 LA VOCE DI PARMA pensieri & parole 24 marzo 2015 LETTERE IN PRIMO PIANO Pd, partito degli scandali Dopo le scandalose telefonate della ndrangheta - scoperte dalla magistratura -, che si chiedeva se alle amministrative di Parma del 2012 fosse meglio votare PD o PDL, ora si palesano nuove ombre sul PD della città. Sotto indagine c è l ex assessore Regionale Alfredo Peri per concorso in tentata induzione indebita, in un contesto ancora più ampio dove si parla di tangenti e grandi opere. Un ombra anche sulla scelta del PD di arruolare Giulio Burchi a collaudatore dell inceneritore: una responsabilità politica su cui chiederemo chiarezza. Un partito che non perde tempo a fare la morale a questa amministrazione, ma che puntualmente si ritrova protagonista dei più grandi scandali politici degli ultimi anni, da mafia Capitale al Mose di Venezia. Ci auguriamo che Peri risulti totalmente estraneo ai fatti imputati, ma il dato politico resta tutto: chi come il Senatore Pagliari perde solo tempo a scrivere comunicati stampa contro la giunta Pizzarotti, invece di lavorare in Parlamento per la città, meglio che si guardi in casa e cominci a farsi qualche domanda. La questione è tutta morale ed etica: dopo le intercettazioni della ndrangheta di poco più di un mese fa, nonostante una nostra sollecitazione a fare chiarezza e a prendere una posizione netta, il Senatore Pagliari non ha mai realmente discusso di questa gravissima onta. Siamo convinti che non ci sarà nessuna coscienza critica nemmeno dopo questo, ennesimo scandalo sulle grandi opere. Invitiamo saggiamente e ancora una volta il Senatore Pagliari, che si ege a questore morale della politica senza che nessuno gli abbia dato tale nomina, a lavorare di più in Parlamento, poiché in due anni non ha prodotto nulla se non solo danni a Parma (20 milioni di euro tagliati ai parmigiani grazie anche al suo voto; declassamento della Palatina grazie anche al suo menefreghismo), e il PD a trovare un minimo d orgoglio ed etica per discutere delle sue problematiche morali che, ripetutamente, diventano un costo per i cittadini: sono troppi ormai gli scandali in cui è coinvolto in tutta Italia. Il Movimento 5 Stelle invece, anche dove governa, si dimostra totalmente estraneo a questi scandali. E tutta qui, Senatore Pagliari, la differenza tra lei e noi. E la differenza che c è tra le parole ed i fatti. Marco Bosi Capogruppo M5S Stupro al centro sociale abbiamo appreso dai media la terribile notizia della violenza sessuale perpetrata ai danni di una giovane donna da 5 uomini (se così posso essere definiti) all'interno del centro sociale antifascista. Non possiamo che inorridire di fronte ad un atto vile ed oltraggioso come lo stupro, che ferisce il corpo e la dignità di una donna, in questo caso appena maggiorenne. Non vogliamo, non avendo a disposizione gli atti che riguardano il tragico avvenimento, entrare nel merito dei fatti, certo è che emergono ogni giorno particolari inquietanti che lasciano intravvedere una storia orrenda, di violenza ma anche di omertà e superficialità. Stupisce infatti che l'episodio venga alla luce a distanza di qualche anno, seppure in difetto di denuncia da parte della vittima, come se la mancanza di LA VOCE DI PARMA Direttore FABRIZIO CASTELLINI EDITORIALE STAMPA LIBERA s.r.l. Registrazione Tribunale di Parma N. 6 del 15 febbraio 2001 Stampa: Stamperia scrl Redazione Abbonamenti Tel Fax Cell lavocediparma@libero.it Esclusivista per la pubblicità V&V - Piazza B. Mora 15/A Tel opposizione da parte della ragazza, che peraltro è accertato si trovasse in condizioni di non lucidità, fosse motivo sufficiente a garantire l'immunità. Non possiamo accettare che la donna si presuma consenziente sempre e a prescindere, e soprattutto che questa visione, che ribadiamo essere deviata, possa favorire la solidarietà del gruppo di appartenenza dei violentatori. La vicenda appare tuttora nebulosa, ma ciò che soprattutto manca è una netta presa di posizione da parte di chi all'epoca dei fatti frequentava quei luoghi, da parte di gruppi che si appellano a valori, come quelli dell'antifascismo, che nulla hanno a che fare con azioni reprovevoli come queste. La strada da intraprendere non ha nulla di politico, si tratta di responsabilità penali che fanno capo a chi ha commesso l'eventuale reato. Attendiamo fiduciosi che la giustizia faccia il suo corso sperando che si arrivi al più presto a stabilire la verità, e in caso di conferma delle accuse auspichiamo che la condanna sia esemplare. Non possiamo tollerare che nella nostra città episodi di questa gravità vengano liquidati come fatti isolati sui quali far presto scendere il velo dell'oblio. A tal proposito, chiediamo ufficialmente che chi ha oggi ed ha avuto in passato incarichi di responsabilità all'interno del circolo che è stato teatro della violenza si impegni a fare onestamente chiarezza, affinchè si arrivi a stabilire la verità su un episodio che rischia di travolgere tutti coloro che credono nei valori dell'antifascismo, nonchè di gettare fango su organizzazioni come i centri che pure hanno una reale funzione di solidarietà sociale. Federica Barbacini Coordinatrice provinciale Sel Parma Pioggia di onorificenze Finalmente una Gran Croce per Azzali Il Prefetto Dr Giuseppe Forlani ha consegnato nei giorni scorsi diciassette onorificenze dell ordine al merito della Repubblica Italiana. Fra esse e la più prestigiosa è toccata al dottor Cesare Azzali, direttore dell Unione Industriali, cui è arrivato il cavalierato di Gran Croce. Per chi non mastica molto di queste benemerenze ne elenchiamo la graduatoria che inizia col titolo di Cavaliere seguito poi da Cavaliere Ufficiale, poi da Commendatore ed infine da Cavaliere di Gran Croce, il riconoscimento al direttore unionale. Si tratta di meritati riconoscimenti a persone meritevoli, anche se gli anarcoidi li considerano la classica fiera delle vanità, ma l importante è non farci caso. Riguardo al dottor Azzali, alcuni commentatori hanno osservato che dopo tante croci con spine piovute addosso al premiato (ricordiamo la mancata elezione a sindaco di Parma del signor Bernazzoli, che il dr. Azzali sponsorizzava e, da ultimo, l impossibilità di salvare il Parma Calcio, nonostante la cena clandestina col Gherandi e soci al Maxim, di cui abbiamo parlato nel numero scorso) finalmente è arrivata una croce luminosa e, aggiungiamo, del tutto meritata al solerte funzionario degli industriali che, riconosciamolo è persona addentro alle segrete stanze della città. Al neo Cavaliere Crociato le felicitazione della Voce. rita.guandalini@libero.it Elisabetta Pozzi strepitosa Cassandra Un palco no. Datemi pochi metri di spazio e guardandovi dritto negli occhi vi faccio vedere la fine del mondo. E se il mondo non ha più speranza, La Fondazione Teatro Due invece sì, visto il tutto esaurito per la rappresentazione di Cassandra o Del Tempo Divorato interpretata da Elisabetta Pozzi Sabato sera ed in replica Domenica con altri due spettacoli. Meravigliosa in assolo anche senza l'ensemble con coro delle Troiane in primis (ormai definitivamente sparite da tutte le rappresentazioni dei classici) in un monologo delirante ed ipnotico Elisabetta Pozzi è apparsa in scena con tuta e cappuccio total black incarnando le pene dell'anima. Quell'anima persa che, vagando fra le rovine della città di Troia distrutta dal fuoco, non riesce a trovare pace nel ricordare gli eventi drammatici che hanno segnato la fine. Ve l'avevo detto! Un classico. E fra i classici Cassandra viene ricordata come portatrice di sventura che tutti hanno deriso fino a che il fato maledetto non si era compiuto. Lei aveva ricevuto l'arte della divinazione dal Dio Apollo che si era invaghito fino al momento del rifiuto di lei per mantenere intatta la sua integrità praticando l'arte del dire in tutta libertà. Per vendicarsi Apollo le sputò in bocca condannandola a non essere creduta nelle sue parole divinatorie formulate per amore della sua città e del suo popolo che invece non ha mai ricambiato. Dopo essere stata stuprata nel tempio e presa da Agamennone come bottino di guerra per farne la schiava preferita, dalla sacerdotessa vergine e pura fuoriesce la strega che sulle rovine di Troia formula le sua maledizione con parole incompprensibili come una sorte di Asvar Atrack Usvan Beton...di memoria Excalibur quando la Fata Morgana le recitava nell'imparare l'arte del fare dal mago Merlino. Tra il dire di Cassandra e il fare di Morgana c'è tutta la storia dell'umanità dai classici al Medio Evo con il Tempo Divorato fino al Rinascimento, la grande speranza della civiltà Occidentale che ha portato all'illuminismo e alle rivoluzioni fino ai giorni nostri con il progresso tecnologico. Poteva bastare, ma la traduzione che di Cassandra ne fa Elisabetta Pozzi (con la collaborazione dell'autore e giornalista Massimo Fini) si spinge oltre divenendo l'emblema della lucidità umana capace di vedere il futuro conoscendo il passato e comprendendo il presente per formulare un vaticinio sul destino di tutta l'umanità. Destino crudele e in affondo che Elisabetta Pozzi racconta in un crescendo di musica in stile Eminem, cadenzando le parole del declino e catastrofe dell'uomo avendo perso la sua identità e dunque un futuro:...perchè ce lo siamo divorato!!! con ritmo sempre più serrato alternato ad un urlo-tormentone agghiacciante: Ma questo è pazzo!!!. Lo stesso urlo che accompagnavano le parole di Cassandra che dal femminile Blog Google: Rita Guandalini quando era sacerdotessa in Troia, si è trasformata nel maschile profeta maledetto dei giorni nostri, passando dalla schiava stuprata sulla cenere che l'aveva fatta rinascere come strega. Magnifica Elisabetta Pozzi nei panni di questa Cassandra personaggio che si fa in tre per divorar il tempo liberandosi alla fine degli stracci per far emergere quella femmina animale da palcoscenico che è: un'attrice matura ancora di grande fisicità potendosi permettere di restare in canotta facendo vedere i seni ed i turgidi capezzoli. Bellissima e imperiosa, nel diventare vecchia si è mangiata l'attrice-fighetta degli esordi. Infatti Elisabetta Pozzi era partita come allieva prediletta di Giorgio Albertazzi che l'aveva scelta, fra migliaia di aspiranti al Fu Mattia Pascal che stava allestendo perchè lei l'aveva steso con un lingua in bocca fulminante facendogli inghiottire la stoffa dell'attrice provocante. La quale è diventata provocatoria quando è sbarcata a Teatro Due dove si è forgiata con il teatro sperimentale che lo caratterizza in un mix esplosivo di grande tradizione e innovazione a dettare il trend del teatro nel futuro. Una lezione che da un mito come Elisabetta Pozzi non può che essere recepita da tutti i giovani che vogliono intraprendere l'arte teatrale. In sala erano tanti, soprattutto ragazze, sedute in prima fila tra i cuscini in terra e a gambe incrociate. E questo ci sta. Ma ora la domande è: raccogliere o no queste provocazioni di Cassandra o Del Tempo Divorato su un'umanità destinata alla grande tribolazione fino alla scomparsa dell'umanità o è meglio sorvolare facendo tesoro delle parole di Cristo: Guardatevi dai falsi Profeti?. In tempo di crisi ne sorgono tanti per seminare paura e odio. Ma siamo a Teatro e tutto quanto fa spettacolo per cui è positivo crearne sempre nuovi attraversando scenari apocallittici per indurci a riflettere, a porci domande, a cercare delle alternative per trovare soluzioni e migliorare sempre le condizioni di vita abbattendo quella cattiva sorte che tanti stanno auspicando con un futuro pieno di disgrazie che sono invece la naturale conseguenza di errori di valutazione per mancanza di guide carismatiche dove quello che dicono e ciò che è. Come lo era Cristo.Per cui dobbiamo essere uomini di buona volontà, con volontà di ricominciare sempre anche quando sarà finito il mondo perchè niente e nessuno mai ci piegherà sicuri che non sia questo il disegno finale di Dio per tutto quello che lui stesso ha creato. Tutto ha una fine ma ci sarà sempre la rinascita in qualche altro posto dell'universo inesplorato che gli scienziati stanno studiando. Il rischio di Sabrina Ferilli Sabrina Ferilli non si vede abbastanza in Tv. Parliamone. Sbirciando tra il suo curriculm la Ferilli è un'attrice di vasta esperienza avendo lavorato, dopo alcune interpretazioni cinematografiche che hanno esaltato il suo fascino naturale ma alquanto procace, soprattutto in Tv tra fiction Rai e Mediaset nelle quali è apparsa in una grande varietà di ruoli di ribelle in primis a cui aggiungere anche una biopic sulla cantante Dalida con Alessandro Gassman. Tutta da dimenticare diciamolo perchè il personaggio della cantante ne usciva malconcio più di tipologia romanesca piuttosto che francoalgerina guest star in Italia. Ma è solo una goccia in un mare di fictions Tv che tanti spettatori non hanno ancora dimenticato, insieme alla sua apparizione a S.Remo in coppia con Valeria Mazza che Pippo Baudo aveva platealmente preferito mettendola sempre in primo piano rispetto alla Ferilli. La quale comunque aveva superato l'imbarazzo facendo qualche battuta sulla situazione che la rendevano molto simpatica: una brande professionista. Grande lavoratrice dello spettacolo Sabrina Ferilli ha macinato fiction dopo fiction sempre in perfetta forma rialzandosi superbamente dopo ogni caduta facendo rinvenire la tetta svenuta, gli zigomi alti e polposi e facendo miracolosi massaggi al punto vita e alla pancia. Sempre dritta sempre piatta tanto che nella Grande Bellezza si è concessa lo sfizio di apparire a 50 anni nuda a bellezza statuaria come ai tempi dello spogliarello al Circo Massimo. Nessun cedimento, come un'ercolina sempre in piedi, la Ferilli ha oltrepassato i confini italiani per sbarcare nella Tv Albanese dove le hanno fatto ponti d'oro per una conduzione salottiera che porta avanti in maniera gagliarda. Così come lei è sempre stata superando ostacoli sentimentali ed impasse con colleghi troppo chiacchieroni su liaison dietro le quinte. Sabrina Ferilli ha una pesante eredità da portare avanti, eredità divisa in due fra Sofia Loren e Anna Magnani. Se Sofia l'ha riconosciuta come sua erede (ma lei sta sempre al gioco, sicura di vincere, avendolo fatto anche con Penelope Cruz e Margaret Madé) facendo una fiction in coppia, qualche dubbio rimane invece con Anna Magnani perchè anche se di egual temperamento romanesco, si differenzia dalla Sabrina per grinta a muso duro che la faccia pacioccosa della Ferilli non riuscirà mai ad eguagliare. Nell'ultima fiction Tv la Ferilli ha fatto coppia anche Virna Lisi in uno scontro suocera-nuora dapprima diffidente per poi finire insieme per combattere la mafia italo-americana in Baciamo Le Mani unite in un abbraccio filiale tanto da sembrare che fosse anche l'erede di Virna Lisi. Purtroppo tutte le tre grandi attrici, a differenza di Sabrina Ferilli sono state chiamate a lavorare anche a Hollywood che ha fatto loro ponti d'oro. Mica come quelli degli Dante, da Benigni ai soliti idioti I comici in Tv non conoscono crisi. La sfilata è incessante a presentarne sempre nuovi e diversi che comunque hanno sempre come modelli di riferimento quelli vecchi e di successo, come Giorgio Panariello, la coppia in panchina Ale e Franz, Ficarra e Picone, Valeria e Katia e così via. Fra i tanti comici che sfilano emergono anche i presentatori come Claudio Bisio che dopo anni di conduzione del mitico Zelig è richiestissimo al cinema, o come Paolo Ruffini conduttore di Colorado Anche le conduttrici si sono distinte fra tanti comici che hanno lanciato soubrette come Michelle Hunziker, Vanessa Incontrada e Teresa Mannino. Su Rai Due piace molto anche la coppia Elisabetta Gregoracci e Fatima Trotta Vs. Gigi e Ross. che viaggiano in sintonia dividendosi i ruoli: quello della soubrette a coscia lunga di Elisabetta e quello tutta pepe di Fatima. Elisabetta Gregoracci è comunque la rivelazione perchè dall'alto del suo ruolo di privilegiata si è impegnata tantissimo nello show Made in Sud facendosi conoscere al grande pubblico per le qualità di simpatia e di un modo di porgersi semplice e alla mano così come sono tante ragazze del sud e del nostro Mediterraneo. Si comprende come possa aver fatto capitolare un imprenditore come Flavio Briatore uomo di mondo abituato a frequentare modelle al Top di fama internazionale. Poi giustamente è cascato con Elisabetta Gregoracci perchè aveva tanta voglia di focolare caldo ed accogliente che Elisabetta ha saputo offrire. E la favola continua... La sfilata dei comici pure. Albanesi. A Hollywood purtroppo Sabrina Ferilli non è stata invitata nemmeno per la presentazione della Grande Bellezza, film di Paolo Sorrentino vincitore dell'oscar al quale ha partecipato il divo Toni Servillo che rimarrà indimenticato per la ruota a sigaro in bocca al ritmo della voce di Raffaella Carrà A Far L'Amore Comincia Tu. Per il resto, come ha detto Virna Lisi poco prima di morire è proprio un brutto film. Al cinema purtroppo funziona così: bastano pochi attimi per decretare il successo di un film. Ad ogni modo la curiosità, a conferma di quanto sopra, consiste nel fatto che anche a seguito della scomparsa di Virna Lisi tutto il mondo l'ha ricordata e rimpianta per quello spot-tormentone Con Quella Bocca Può Dire Ciò che Vuole. Tanti film, tante fiction, tanti interventi mondani, premi e riconoscimenti di una luminosa carriera per Virna Lisi si sono dissolti per metterla in luce in pochi attimi di spot. Quello che sta rischiando anche Sabrina Ferilli con un curriculum ricco e molto fitto come una sorta di piatto ricco mi ci ficco. Sì, su Poltrone e Sofà Artiggiani di qqualità. Questo è il rischio del suo epitaffio sul percorso artistico, calando un velo pietoso su tutte le altre performances...lasciando comunque open air solo le tette. Questo va detto. Come nella fiction tv Cuore di Donna dove faceva la giornalista in Afghanistan un po' sui generis con tanto di velo con il quale si copriva la bocca. Ma le tette no, quelle erano lasciate rigorosamente open air. A sottolineare quanto fosse giornalista di cuore! L'Oriana comunque che era una grande giornalista il velo se l'era tolto per protesta davanti all'ayatollah in Iran. Dalla testa, mica dal seno a sottolineare quanto fosse giornalista di fegato! E non per fiction. Infatti i migliori, perchè più innovativi, si possono trovare solo su Mtv il canale attualmente più trasgressivo e giovane dove imperversano I Soliti Idioti capeggiati da Fabrizio Biggio e Francesco Mandelli. La comicità dei Soliti Idioti è decisamente demenziale ma rispecchia il mondo dei giovani nella loro realtà nuda e cruda trattando temi sociali e sessuali senza far discriminazioni di sorta dissacrando tutte le classi dal clero ai funzionari pubblici, dai gestori di piccole imprese a quelle familiari, passando in rassegna tic e manie dei giovani sportivi e sfaccendati. Sempre comunque con un linguaggio molto veritiero, terra a terra così come diffuso tra i ragazzi con parolacce e vaffan...a gogò. Molte gagg sono già state viste e riviste ma si guardano sempre molto volentieri perchè sempre molto divertenti. Il cinema non poteva che aprir loro le porte ed infatti loro le hanno spalancate alcuni anni fa con il film I Soliti Idioti dove la coppia Biggio- Mandellio ha fatto l'en plain. Prossimamente è in uscita un nuovo film sulla scia di Non ci resta che Piangere (nel quale Roberto Benigni e Massimo Troisi retrocedevano ai tempi di Leonardo da Vinci) ma in senso inverso perchè il protagonista, il Sommo Vate Dante Alighieri, dal periodo rinascimentale viene catapultato ai giorni nostri. La commedia è irriverente e dissacrante come nello stile dei Soliti Idioti e sicuramente piacerà ad un vasto pubblico di giovani e famiglie, dove le parolacce ormai sono d'uso comune. Anche se comunque a diffondere il linguaggio scurrile non sono stati i giovani o i cattivi maestri, ma bensì i Politici. E siccome ogni Paese ha il Governo che si merita ai comici è dato il compito di rispecchiarlo esaltandolo in tutte le sue forme riformate come la Costituzione (meno lavoro più Cabernet) ed i Poemi Danteschi tradotti da Roberto Benigni.. Da qui ai Soliti Idioti il passo è breve. Da ubriacarsi di risate al cinema, prossimamente, con La Solita Commedia-INFERNO.

3 24 marzo 2015 primo piano LA VOCE DI PARMA 3 STRAORDINARIA ESCLUSIVA - L'incredibile diktat agli edicolanti di mutilare le locandine della Voce di Parma Le locandine della Voce "stuprate" per ordine squadristico della "sinistrorsa" Confesercenti CONFESERCENTI, ASSOCIAZIONE ASSER VITA ALLA GAZZETTA E AGLI INDUSTRIALI La pubblicazione la scorsa settimana della lettera con la quale la Gazzetta esortava gli edicolanti ad usare un numero verde per comunicare al giornale notizie, articoli, inchieste, ha suscitato un putiferio in città fino al punto che qualcuno ha letteralmente perso la testa. Come la sinistrorsa Confesercenti che ha inviato a tutti gli edicolanti suoi associati una mail invitandoli a censurare le locandine della Voce, "rimuovendo ogni riferimento alla iniziativa della Gazzetta di Parma". Un diktat inaudito, di stampo fascista, che rivela l'asservimento di questa organizzazione sindacale di categoria, sedicente sinistrorsa, agli interessi gazzettieri e confindustriali. Il casus belli: la lettera della Gazzetta agli edicolanti I "braghettoni" parmigiani e giapponesi Non solo a Parma vi sono dei nostalgici dei regime fascista, fuori dal tempo, che non sanno ancora che la lotta di liberazione dei nostri padri ha travolto leggi illiberali come quelle che permettevano ai potenti del tempo di decidere preventivamente quello che si doveva e non si doveva pubblicare sui giornali. Cioè nostalgici della "censura preventiva" vietata dal nostro ordinamento sia costituzionale che delle leggi ordinarie. Mentre a Parma la sinistrorsa Confesercenti ha ordinato ai suoi associati di mettere i "mutandoni" alle nostre locandine (si veda a lato lo spettacolo da tramandare alle future generazioni che popoleranno questa città che nel 1922 si oppose con le Barricate dell'oltretorrente alle squadracce fasciste di Balbo) in Giappone, rischia di ricevere lo stesso trattamento censorio. Mentre infatti migliaia e migliaia di giapponesi fanno la fila, ogni anno, per entrare alla Galleria dell Accademia, a Firenze, e ammirare la scultura considerata più bella del mondo gli abitanti di Okuizumo, città nipponica nella prefettura occidentale di Shimane, pare si scandalizzino di fronte alle nudità michelangiolesche. Una copia del David di Michelangelo è stata eretta la scorsa estate in quella città in compagnia di una della Venere di Milo. Si tratta del dono di un di un ricco mecenate locale. Le due statue sono state piazzate in un enorme parco pubblico, in cui si trovano anche una pista d atletica, un campo di baseball, uno da tennis, un circuito da mountain bike e un area giochi per bambini. Secondo quanto scrive il quotidiano Yomiuri Shimbun, sarebbero state proprio le mamme di alcuni bambini a denunciare l imbarazzo nel vedere gli attributi del David in bella mostra. Qualcuno ha fatto presente che i più piccoli hanno paura delle due statue che sono enormi e sorte all improvviso quest estate. Sono statue senza veli e tali opere d arte sono molto rare nella zona: secondo taluni, potrebbero non essere adatte alla visione dei più piccoli. Così la proposta delle mamme moralizzatrici pare sia quella di dotare la statua di un bel paio di mutandoni. Seguendo l'esempio di Papa Pio IV che nel 1564 ordinò a Daniele da Volterra, allievo di Michelangelo, di coprire le parti pudende del Giudizio Universale, nella Cappella Sistina, per evitare che le nudità dei personaggi potessero suscitare pensieri immorali. Così il buon Daniele mise le mutande ai nudi di Michelangelo, e per quest impresa venne soprannominato Braghettone. Il diktat fascista di Monteverdi Le locandine "stuprate" Prima della censura LA VOCE DI PARMA ESCLUSIVO - Tutta la verità sull'ex ergastolano al servizio di Banca Monte e di casa nei palazzi parmigiani del potere Le lettere alla Voce che hanno rivelare il suo ruolo nella vendita a Taci del Parma Calcio La cena "clandestina" del 20 Gennaio con Leonardi, Taci e i vertici Upi Figna e Azzali Consulente delle imprese fallite Greci Geremia e Antica Torre dell'avvocato Bocelli ESCLUSIVO - La ricetta Gazzetta per fronteggiare la crisi finanziaria: sostituire i giornalisti con i giornalai FIDENZA - Lo scandalo Coop Di Vittorio alla Corte dei Conti VESCOVI: quando sospendere la teraèia antidepressiva? Via Solferino: edicola più realista del re IL FLOP DELLA CENSURA - Una ricognizione fra sabato e domenica in città ha permesso di constatare che il fascistissimo diktat della Confesercenti locale non aveva ottenuto un grandissimo successo, visto che solo poche edicole avevano sottostato all'ordine di mutilare le nostre locandine censurando il titolo che non piaceva alla Gazzetta di Parma. Quasi tutte poi ripristinavano la legalità dopo essere state da noi ammonite che se avessero mantenuto la censura, avrebbero perso in futuro la possibilità di vendere la nostra Voce. Solo l'edicola di via Solferino ha preferito "perseverare" nel bocottaggio, addirittura totale (eliminata tutta la locandina, non solo la parte gazzettiera) con la inevitabile conseguenza che non riceverà più la fornitura del nostro giornale. e dopo le mutilazioni

4 4 LA VOCE DI PARMA primo piano 24 marzo 2015 SCANDALI ALLA PARMIGIANA 1 - Il patron delle Tv locale avrebbe truffato allo Stato 3 milioni di euro La teletruffa di Teleducato: Gaiti salvato dalla Gip Pier Gaiti (nella foto) accusato di avere truffato lo Stato con dichiarazioni fasulle sull'impiego del personale e del fatturato per ottenere le sovvenzioni disposte a favore delle emittenti televisive locali. La Gip Artusi ha disposto il sequestro delle frequenze e dei beni di Gaiti, ma non ha accolto la richiesta della Russo di custodia cautelare Secondo le accuse della Procura (titolare dell'inchiesta la Pm Lucia Russo) l'amministratore della società proprietaria Telemec Spa, Pier Luigi Gaiti, indagato per truffa aggravata allo Stato e falso, avrebbe presentato autocertificazioni che riportavano dati non veritieri sul l'impiego del personale e del fatturato nei bandi emessi dal Ministero dello Sviluppo Economico dal 2008 al 2013 per il sostegno delle emittenti televisime locali. L'indagine era stata avviata negli scorsi anni dalla Procura e dalla Guardia di Finanza di Piacenza, poi nell'agosto 2013 il fascicolo è stato trasmesso a Parma per competenza. Una truffa da tre milioni di euro: grazie alle carte falsificate la società scalava indebitamente la graduatoria regionale e nazionale. Il perito nominato dalla Procura, Leonardo Poggiali, ha calcolato che dal 2008 al 2013 sono stati erogati finanziamenti in più rispetto a quelli spettanti da un minimo di 678 mila euro a un massimo di 790 mila. Come sanzione è stata disposta la revoca di tutti i contributi statali erogati per un ammontare di euro. Di questi, 2 milioni 250mila erano già stati incassati, altri 67mila erano in fase di erogazione. Per quelli dovuti per il bando 2013, invece, non si è ancora proceduto al riparto delle somme. Secondo le recenti disposizioni del decreto legislativo 231 del 2011 sulla responsabilità amministrativa delle aziende per reati previsti dal codice penale, la Procura ha contestato la responsabilità a Telemec Spa per non aver adottato modelli di organizzazione e gestione che potessero prevenire i reati commessi dall'amministratore unico, con l'aggravante di aver conseguito un profitto rilevante da fatti illeciti. Il gip Paola Artusi, su richiesta del pm Lucia Russo, lo scorso 5 marzo ha disposto il sequestro preventivo di appartamenti e terreni riconducibili all'indagato, oltre a quote societarie, liquidità, titoli di credito nelle disponibilità di Telemec fino a un importo pari a 3 milioni 48mila euro. Sequestrate anche le tre emittenti, che continueranno a trasmettere perché è stato concesso l'uso ma non potranno essere vendute o cedute fino alla fine del procedimento penale. Restrizioni anche per la società: divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, esclusione da agevolazioni e contributi e divieto di pubblicizzare propri beni e servizi. Il Nucleo di polizia tributaria della Finanza ha ricostruito i trucchi su cui si sosteneva il sistema di frode: la società dichiarava falsamente al Comitato regionale per i servizi radiotelevisivi (Corecom) di impiegare la maggior parte dei dipendenti e delle risorse fatturate in una singola emittente e non nelle altre due dove effettivamente lavoravano gli altri giornalisti e impiegati. Per un'emittente non era neppure previsto l'impiego di giornalisti, che invece presentavano regolarmente e quotidianamente il telegiornale. Poi, per raggiungere il numero minimo di impiegati la società aveva persino fatto figurare come giornalista una addetta alle pulizie. Telemec, secondo le accuse, avrebbe attribuito arbitrariamente a Teleducato Piacenza gran parte del fatturato a discapito di Teleducato Parma. SCANDALI ALLA PARMIGIANA 2 Ferraguti l'emilio Fede del ducato Teleducato ha rappresentato per molti anni la seconda emittente cittadina parmigiana, dopo Tv Parma. La trasmissione di punta Parma Europa, condotta dal direttore Adrasto Ferraguti soprattutto al tempo delle amministrazioni ubaldiane si contraddistingueva per una persistente faziosità che aveva fatto guadagnare al conduttore il soprannome di "Emilio Fede parmigiano". Attualmente ospita una passerella di politici vista solo da qualche addetto ai lavori Le telegiornaliste silurate Manenti arrestato Voleva comprare il Parma Calcio coi soldi procurati dagli hacker Servizio a pag. 8

5 24 marzo 2015 cronaca LA VOCE DI PARMA 5 Nel 2014 si sono persi posti di lavoro a Parma - Il commento di Maurizio Vecovi, delegato del Comune presso la provincia Una drammatica emorragia di posti di lavoro L Osservatorio provinciale sul Mercato del Lavoro ha presentato i dati annuali. Il ritardo della ripresa economica a livello nazionale frena la positiva tendenza in atto a livello locale. Probabilmente hanno pesato anche gli effetti del maltempo e dell alluvione. Parma, marzo 2015 Nel Parmense la crescita delle assunzioni, che pareva aver aperto spiragli di ripresa nel primo semestre 2014, si è interrotta ed addirittura invertita nel terzo e nel quarto trimestre 2014, dove probabilmente hanno pesato sul ritmo dell attività economica gli effetti straordinari del maltempo e dell alluvione. L attuale andamento del mercato del lavoro riflette la situazione di una crisi economica che non è ancora finita, neanche a Parma, come già aveva evidenziato il «Rapporto sull economia di Parma nel 2014» della Camera di Commercio, presentato lo scorso 19 febbraio. Il ritardo della ripresa registrato da questi dati trova puntuali corrispondenze nei dati che presenta oggi l OML alla Commissione provinciale di Concertazione sulla condizione del mercato del lavoro. Le assunzioni nel quarto trimestre 2014 stanno calando nel «totale economia» ma stanno invece ancora fortunatamente crescendo nelle attività manifatturiere, soprattutto nei settori in cui è maggiore il c o n t r i b u t o dell'internazionalizzazione commerciale: meccanica strumentale (impiantistica alimentare), industria alimentare e farmaceutica, anche se la crescita in valore dell'export è stata inferiore alle attese e alla media regionale. C è da sperare che si facciano sentire presto gli effetti della nuova politica monetaria e delle riforme sulla domanda interna dell Eurozona ha rilevato Maurizio Vescovi, Consigliere provinciale Delegato a lavoro e Formazione professionale perché il punto più debole è oggi rappresentato dalla perdurante stagnazione dei consumi, un fenomeno fuori dal controllo delle politiche locali, che sta sempre più gravemente impattando sul commercio. Occorre conoscere per agire, e soprattutto per reagire ha ricordato Andrea Censi, Consigliere provinciale Delegato alla Statistica Il rapporto sul mercato del lavoro provinciale si presenta in un nuovo formato, per rispondere proprio alle esigenze di una maggiore tempestività nel rilascio delle informazioni e per fornire, nelle prossime settimane, nuovi approfondimenti a livello territoriale, al servizio dei Comuni. Occorre anche ripartire dai territori per far riprendere il sentiero dello sviluppo alla c o m u n i t à provinciale. Dal rapporto, redatto da Pier G i a c o m o Ghirardini e M o n i c a Pellinghelli dell OML, emerge che in Provincia di Parma il complesso delle assunzioni è cresciuto su base annua del 4,2%, mentre nel 2013 si registrava ancora una flessione (-1,6%); però le cessazioni dei rapporti di lavoro hanno conosciuto un incremento ancor più consistente (5,5%), determinando una perdita complessiva di rapporti di lavoro alle dipendenze, pari a unità. La notevole crescita delle cessazioni dei rapporti di lavoro fa il paio con la rilevante crescita dei licenziamenti attuati in forma collettiva avvenuta nel 2014 (del 66,6% su base annua), come esito finale di numerose crisi aziendali, una volta esauritasi la copertura degli ammortizzatori sociali (le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni sono infatti diminuite del 19,4%). Se le «code» delle precedenti fasi recessive hanno gonfiato le cessazioni dei rapporti di lavoro, il ritardo della ripresa a livello nazionale, insieme agli straordinari effetti del maltempo e dell alluvione del 13 ottobre a livello locale, hanno pesantemente influito sulla seconda metà dell anno, dove si è realizzato un peggioramento inatteso per le assunzioni che è stato particolarmente accentuato nel quarto trimestre 2014, dove sono tornate a diminuire del 3,4% in termini congiunturali e del 6,5% in quelli tendenziali. Nel 2014 si sono persi posti di lavoro alle dipendenze, di cui 108 in agricoltura, 365 nelle attività manifatturiere, 725 nelle costruzioni, 25 nelle restanti attività industriali, 451 nel commercio, 426 negli alberghi ristoranti e 82 nelle altre attività dei servizi. Emerge la novità negativa della consistente perdita di posti di lavoro nel commercio, dove il calo delle vendite al dettaglio ha recentemente raggiunto gli ipermercati e i supermercati. Il segnale più positivo, in un contesto oggettivamente così difficile, è dato dal fatto che le assunzioni nelle attività manifatturiere hanno continuato a crescere anche nel quarto trimestre 2014, con un aumento congiunturale del 2,6% e tendenziale del 15,0%. Una prima ripresa dell occupazione dipendente nelle attività manifatturiere potrebbe verificarsi nei prossimi mesi se le assunzioni nei comparti maggiormente aperti all export, quali quello della meccanica strumentale (impiantistica alimentare), dell industria alimentare e dell industria farmaceutica arriveranno a compensare in modo più sistematico le cessazioni dei rapporti di lavoro. Per le attività manifatturiere la perdita dei posti di lavoro avvenuta nel 2014 è stata comunque inferiore a quella registrata nel Il rapporto OML 2014 riporta anche le nuove stime Istat sulle forze di lavoro 2014, che hanno subito una revisione per effetto di una ricostruzione delle basi di dati relative alla popolazione statistica, e di conseguenza hanno un poco ridimensionato i dati ufficiali sulla disoccupazione anche per la nostra provincia: le persone in cerca di occupazione sarebbero 15 mila, di cui 7 mila maschi e 8 mila femmine; il tasso di disoccupazione totale viene oggi stimato al 7,1% (6,0% quello maschile e 8,5% quello femminile), inferiore al tasso di disoccupazione regionale (8,3%) e a quello nazionale (12,7%). Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) risulta ancora elevato (23,6%) anche se notevolmente inferiore alla media emiliano-romagnola (34,9%) e, soprattutto, a quella italiana (42,7%). Ciò è dovuto al fatto, secondo gli analisti del mercato del lavoro provinciale, che le assunzioni per i giovani non sono ancora ripartite: nel 2014 infatti sono cresciute solo del 2,6% contro una media del 4,2%. La passata esperienza insegna però che in presenza di una effettiva ripresa esse saranno le prime a ripartire in modo più significativo. Vanno in questa direzione anche i dati di forniti dai Centri per l Impiego della Provincia su Garanzia Giovani: sono un migliaio i giovani che hanno già aderito alla nuova opportunità,come ha confermato Rocco Rodolfi. Questa aspettativa è confortata dal fatto che nel 2014 il numero degli utenti dei Centri per l impiego parmense ha smesso di crescere: al 31 dicembre 2014 il numero dei patti di servizio attivi, stipulati a favore dei cittadini disoccupati o precariamente occupati, si è attestato sulle unità, su un livello inferiore rispetto ai valori rilevati nella prima metà dell anno. Il Consigliere Delegato Maurizio Vescovi -anche a nome del Presidente della Provincia Filippo Fritelli ha ringraziato la dirigente Carla Ghirardi e in particolare Piergiacomo Ghirardini e Monica Pellinghelli per l'importante lavoro svolto che ha spessore e valore scientifici. Il commento di Maurizio Vescovi Il numero assoluto di perdita secca dei posti di lavoro alle dipendenze deve fare riflettere sul disagio e sulle sofferenze di molte famiglie nella nostra provincia.anche perchè questo dato và ad assommarsi ai dati già difficili di disoccupazione creatasi negli anni precedenti.e'da subito facile intuire come il disagio sociale sia strettamente correlato al disagio psicologico.questa fotografia scattata dall'oml(piergiacomo Ghirardini e Monica Pellinghelli)è premessa indispensabile per tracciare direttrici future-a breve termine- della politica del Welfare. Di fallimento in fallimento: una città supina come la Russia Ghandi. In una lettera il Mahatma PARMA SOMMERSA DALLA CACCA chiede al grande Il fallimento del Parma calcio scrittore impone alcune profonde riflessioni gli assetti proprietari calcistici che perché i russi subiscano sul calcio e su Parma. Poniamoci soffrono di scarsa trasparenza, a passivamente, senza mai ribellarsi, una domanda: come mai l alta (?) valle il calcio truccato delle sia pure come gli indù, in modo imprenditoria parmense non si è scommesse, della compravendita pacifico. mai impegnata finanziariamente di partite, degli arbitraggi Tolstoj gli spiega che il suo nella gestione della locale squadra addomesticati, in mezzo il popolo può restare sommerso di calcio? In verità per sostenere dispendioso divismo di allenatori, nella merda per cent anni, una simile macchina mangiasoldi giocatori e tifosi. Chissà perché, immobile, sopportando ogni cosa, occorrono, più che degli quando l Italia ha il raffreddore, fino al giorno in cui non ne può imprenditori, dei ricchi epuloni, Parma ha la sinusite. Nella nostra più, si alza in piedi, si scrolla di che possono permettersi di buttare città i mali socio-economici e dosso ciò che lo sporca, i soldi in un pozzo senza fine, per politici diventano clamorosamente schizzando il mondo intero, per il gusto di stare su un palcoscenico gravi, come se funzionassimo da poi rimettersi supini per un altro che garantisce soltanto un forte detonatore per far scoppiare le secolo. Non è quando la Cina si ritorno di immagine. cose che non vanno. Vorrei buttarla sveglierà che il mondo tremerà: Calisto Tanzi rispondeva in matematica: come Calisto Tanzi ciò accadrà quando a svegliarsi perfettamente a questo clichè, i stava a Silvio Berlusconi, (non sarà la Russia. Si può facilmente soldi addirittura, quando non vorrei che) Tommaso Ghirardi immaginare quanto io abbia c erano, li fabbricava truccando i stesse a Claudio Lotito. Come mai immediatamente pensato. bilanci. Silvio Berlusconi i soldi Parma si distingue sempre nel Ho infatti sottolineato queste li ha fatti con la politica, prima, peggio, come mai è leader nei poche righe apponendo una nota durante e dopo il suo diretto fenomeni deleteri della mala a margine: si attaglia perfettamente protagonismo forzitaliota. amministrazione del pubblico e a Parma, a quella degli ultimi A Massimo Moratti, senza del privato? decenni. La nostra città è, da dubbio il più elegante e signore di Prima i finti fasti del regime tempo, governata da élite questi patron, i soldi arrivano in ubaldiano, poi la rovinosa caduta massoniche autoreferenziali: casa, senza problemi, col petrolio: vignaliana degli dei, prima il economia, finanza, magistratura, ultimamente si è stancato dell Inter fantasmagorico impero Parmalat informazione e politica sono,non ho capito se perché gliene poi il suo incredibile crollo, prima basate su una rete di rapporti arrivavano meno o perché ha la società calcistica dei sogni poi opachi e sotterranei; quando la trovato di meglio per spenderli. il fallimento totale del calcio rete si strappa per interferenze Per gli Agnelli la Juventus è parmense, prima il glorioso teatro esterne o per esagerazioni interne, sempre stata il giocattolo di Regio poi un debole teatrino di emerge il marciume, ma è tardi famiglia e conseguentemente di provincia: c è in giro la sensazione per porvi rimedio. Stato, la vera e propria squadra di una città alla deriva, caduta I fermenti esistenti nella nazionale, che deve sempre sempre più in basso, con il nuovo cosiddetta società civile restano vincere. Per i Della Valle la (?) sindaco Pizzarotti sepolto, suo latenti e si avvitano nello snobismo Fiorentina rappresenta il mezzo di malgrado, sotto le macerie e che e nello scetticismo: nessuno si furba e polemica emancipazione sembra gridare non sparate sul mette in gioco, molto meglio industriale, la possibilità di pianista. rifugiarsi nei ricordi o nella accedere al gotha Un declino rovinoso e quasi bisbigliata contestazione globale. dell imprenditoria italiana. inarrestabile. Tante le colpe! E In mezzo il falso benessere Il resto delle squadre mi Parma continua a subire in economico e culturale: a Parma si sembra in mano a personaggi silenzio, dopo essersi affidata a vive bene! Sì, perché si eludono i strani, stravaganti e inaffidabili, personaggi inaffidabili, dopo problemi e le questioni. Si fugge in balia di avventurieri. E forse essersi illusa di rappresentare un dalla città reale e ci si rifugia non può che essere così in una ombelico del mondo, dopo aver vergognosamente in quella gestione in cui i ricavi calano vissuto con la testa sulla luna e i virtuale, una città sostanzialmente vertiginosamente (meno pubblico, piedi su Marte. tradita. meno sponsor) ed i costi restano alti per sostenere un sistema Subire e poi subire. I merdoso idillio. Il professor gonfiato da superstipendi, da All interno di una analisi di Marek Giuliano Tripodi nel 2011 titolava presenze parassitarie e da giochi Halter sulla situazione politica in Parma Copropoli il suo di prestigio. Russia, pubblicata da La aggiornato pamphlet sulla storia repubblica, ho letto di uno della nostra città. Mi permetto di Leader di fallimenti. A monte scambio epistolare tre Tolstoj e riportare testualmente come l autore motiva il titolo: 1. Nei secoli la Beneamata City fu spesso e inconfutabilmente sommersa da escrementi di varia origine e natura, specialmente umana e suina. 2. Regolarmente i parmigiani sogliono darsi arie olezzanti vanità e vacuità; in concreto, merde! 3. I motivi per sventolarsi sotto le narici detti profumi non ci sono, dal momento che il Nobile e il Bello fioriti e radicati in città nei secoli quasi mai furono opera di Parmigiani e che nessuna delle quattro conclamate e straosannate glorie parmensi è nata a Parma. Abbandonando la stupenda verve di questo scrittore a cui giustamente piace sbeffeggiare la sua città quando tutti l incensano, ma mutuandone la rabbia contro il va sempre tutto bene, torno, di mio, al passato recente: siamo rimasti sommersi nella merda per venti anni, immobili, sopportando ruberie, megalomanie, sprechi, mala amministrazione, addirittura trovavamo prestigiosa tutta quella merda, ci piaceva il suo odore. Poi il merdoso idillio si è bruscamente interrotto, c è stato un rigurgito di autocoscienza critica, la misura era colma, ci siamo svegliati, abbiamo mandato a casa il gruppo di potere da tempo spadroneggiante, ci siamo scrollati di dosso ciò che prima ritenevamo un elegante patina, abbiamo fatto parlare il mondo intero mettendo Federico Pizzarotti a capo della città e poi ci stiamo rimettendo supini per un altro lungo ciclo temporale, guardando passivamente il reiterato crollo della nostra città, dalla musica al calcio, dalla socialità al teatro, dalla sporcizia al degrado urbano. Non so se quando ci sveglieremo faremo tremare il mondo: al momento tremiamo noi di paura e di vergogna. Il calcio nel sedere. Si pone per la nostra città il dubbio amletico della politica: i parmigiani si meritano questa penosa, incapace e dannosa classe dirigente? Oppure sono migliori di chi li governa ai vari livelli e nei vari campi? Verrebbe spontaneo dire che Parma, tutto sommato, non merita di essere sottoposta a queste disgraziate vicissitudini. Ma ne siamo proprio sicuri? Quando si perde la bussola è molto difficile ritrovare la strada giusta. Il cambio della guardia a livello pizzarottiano ha sofferto di giustificate ma eccessive improvvisazione e istintività: abbiamo dato un calcio ai partiti che ci hanno messo in bella mostra il proprio invitante deretano, ma temo che la politica si stia vendicando e speriamo di non sprofondare in un altro lungo sonno di conformismo e rassegnazione. Nei cittadini di Parma da troppo tempo prevale un pericoloso misto di presunzione e scetticismo. Galleggiamo su un mare di merda e facciamo finta di niente. Anni e anni di scollamento tra popolo e governanti ci hanno portato all abitudine verso la cattiva amministrazione, quasi fosse un destino ineluttabile. Le finestre aperte. Se dovessimo, per dirla con Tolstoj, rimetterci supini, finiremmo col confermare questa incolore amministrazione comunale, per chiamare un curioso bis a Pizzarotti ed ai suoi nuovi (?) equilibri di potere. Se invece volessimo darci una mossa ben più consistente di quella del 2012, che si sta rivelando un bluff, dovremmo aprire la nostra società chiusa in se stessa. Alle ultime elezioni amministrative ci siamo accorti che l aria era viziata, ma ci siamo limitati a sbattere fuori quanti inquinavano maggiormente l aria della stanza, e non abbiamo avuto il coraggio e la freddezza di aprire le finestre. Non aspettiamo che Renzi ci tolga le castagne dal fuoco, che Grillo ci sforni un sindaco riveduto e (s)corretto. Parma è una città con una popolazione ormai disabituata alla politica, dove la tradizione democratica e partecipativa tendono a spegnersi, dove i partiti non hanno un ruolo dinamico, ma di mera conservazione degli assetti di potere, dove la stampa libera non esiste (Gazzetta docet). Tocca a noi rimettere in moto la macchina, ma sarà il caso di fare un attento collaudo prima di cambiare gli autisti. Mi fermo qui perché non vorrei che il fallimento del calcio mi spostasse su un altro comodo sport: parlar male di Parma. Ennio Mora

6 6 LA VOCE DI PARMA cronaca 24 marzo 2015 Dalla parte del cittadino contro i sopprusi dei poteri forti Diritti calpestati Una pagina dedicata ai cittadini costretti a subire ingiustizie quotidiane, a coloro che, con dignità, cercano di fronteggiare la crisi vedendosi pugnalare alle spalle da chi dovrebbe invece aiutarli. Banche, Equitalia, usura, anatocismo: fatti che segnano la vita di imprenditori e famiglie alla ricerca di una boccata di ossigeno. Mandateci le vostre segnalazioni, raccontateci le vostre esperienze inviando una mail all'indirizzo: redazione@zerosette.it Super interessi, banca condannata. L istituto sommava i tassi trimestrali nelle successive capitalizzazioni del debito. Fioccano casi e ricorsi Esplora il significato del termine: L Italia pagò sull unghia a Morgan Stanley 2 miliardi e mezzo di euro dopo il declassamento subito da Standard & Poor s (S&P) il 19 settembre 2011, come previsto, in caso di downgrade, da una clausola di un contratto di finanziamento della banca d affari statunitense. Malgrado quel declassamento fosse ritenuto dagli esperti ingiusto. Nonostante fossero già iniziate le indagini sui possibili interessi speculativi dell agenzia di rating S&P, finite poi con un rinvio a giudizio di alcuni dirigenti, attualmente sotto processo a Trani. E a dispetto del fatto che Morgan Stanley fosse tra gli azionisti di Mc Graw Hill, gigante dell informazione che controlla proprio Standard Poor s. L Italia pagò sull unghia a Morgan Stanley 2 miliardi e mezzo di euro dopo il declassamento subito da Standard & Poor s (S&P) il 19 settembre 2011, come previsto, in caso di Il giudice del tribunale di Milano, Guido Vannicelli, ha ritenuto illegittimo l articolo 26 del decreto legge 121 con cui, in deroga alla legge del 2002, il governo Monti ha prescritto downgrade, da una clausola di un contratto di finanziamento della banca d affari statunitense. Malgrado quel declassamento fosse ritenuto dagli esperti ingiusto. Nonostante fossero già iniziate le indagini sui possibili interessi speculativi dell agenzia di rating S&P, finite poi con un rinvio a giudizio di alcuni dirigenti, attualmente sotto processo a Trani. E a dispetto del fatto che Morgan Stanley fosse tra gli azionisti di Mc Graw Hill, gigante dell informazione che controlla proprio Standard Poor s. È grave il quadro che emerge dalle carte aggiuntive appena depositate dal pm Michele Ruggiero relative al processo contro le agenzie di rating S&P e Fitch, che il 5 marzo riaprirà i battenti a Trani. In quel dibattimento i due colossi del rating sono accusati di aver manipolato il mercato generando il panico e alimentando speculazioni ai danni del nostro Paese. La procura di Trani, ha dato seguito all esposto presentato in molte procure da Adusbef e Federconsumatori (dopo i declassamenti dell 8 e 11 luglio 2011 che causarono un tonfo in borsa e portarono il differenziale al massimo storico degli spread tra i Btp e i Bund tedeschi). E, in sostanza, ora documenta questa sequenza: S&P ha bocciato l Italia, e proprio in seguito a ciò la banca Morgan Stanley, che in parte la possiede, ha deciso unilateralmente di far valere quella clausola onerosa per il Paese declassato: il nostro. E il Ministero dell Economia non ha ritenuto di chiedere un parere giuridico sulla possibilità di difendersi da quella clausola. O, almeno, di prendere tempo in attesa di capire la legittimità e trasparenza di quei declassamenti. Perché? Esplora il significato del termine: Il capo della direzione debito pubblico del Mef, Maria Cannata, si è - come lei dice al pm il 5 maggio «sciroppata» la questione. Spiega perchè non si chiese una consulenza finanziaria: «Non c è bisogno. Abbiamo dirigenti di altissimo livello». Perchè non rinegoziaste, le chiede il pm? «Il mercato una cosa così non la capirebbe», replica, precisando di aver ottenuto che non tutta la somma dovuta, oltre 3 miliardi, venisse liquidata subito. Perchè non consultare l avvocatura dello Stato vista la somma importante? «Non c erano i tempi tecnici». Avvocati esterni? «Quando una cosa è così chiara e netta lo Stato non può permettersi di dire: «Vabbé, adesso vedo se ti applico la clausola o no. Mario Monti condannato in tribunale ( con decorrenza immediata ) le lire ancora in circolazione a favore dell Erario. In base al dl del 6 dicembre 2001, infatti, il relativo controvalore delle lire è stato versato all entrata del bilancio dello Stato per essere assegnato al fondo per l ammortamento dei titoli di stato. Una mossa architettata ad arte da Monti per anticipare di circa un trimestre la scadenza ultima del cambio lire-euro. Un trucchetto che ha fruttato alle casse dello Stato un bottino di oltre un miliardo e mezzo. Come spiega Vannicelli all Espresso, Monti avrebbe violato il principio di affidamento e di certezza del diritto. Una violazione che il giudice milanese non fatica a identificare come un vero e proprio esproprio ai danni di tutti quei cittadini che tenevano ancora sotto il materasso (per affezione o per sbadataggine) qualche lire. Reputazionalmente sarebbe deleterio. È come se uno ricusasse un giudice». Al pm che le chiede se le risultasse la partecipazione di Morgan Stanley o altre banche controparti del tesoro in agenzie di rating la dirigente risponde: «Non credo proprio». E sul perchè non si aspettò l esito delle indagini sulle agenzie di rating conclude: «Non c è nemmeno una sentenza di primo grado...».il capo della direzione debito pubblico del Mef, Maria Cannata, si è - come lei dice al pm il 5 maggio «sciroppata» la questione. Spiega perchè non si chiese una consulenza finanziaria: «Non c è bisogno. Abbiamo dirigenti di altissimo livello». Perchè non rinegoziaste, le chiede il pm? «Il mercato una cosa così non la capirebbe», replica, precisando di aver ottenuto che non tutta la somma dovuta, oltre 3 miliardi, venisse liquidata subito. Perchè non consultare l avvocatura dello Stato vista la somma importante? «Non c erano i tempi tecnici». Avvocati esterni? «Quando una cosa è così chiara e netta lo Stato non può permettersi di dire: «Vabbé, adesso vedo se ti applico la clausola o no. Reputazionalmente sarebbe deleterio. È come se uno ricusasse un giudice». Al pm che le chiede se le risultasse la partecipazione di Morgan Stanley o altre banche controparti del tesoro in agenzie di rating la dirigente risponde: «Non credo proprio». E sul perchè non si aspettò l esito delle indagini sulle agenzie di rating conclude: «Non c è nemmeno una sentenza di primo grado...». Un esproprio di Stato, per di più, perché il corrispettivo di un miliardo e mezzo di euro è finito dritto dritto nelle fauci fameliche dell Erario. Sulle accuse (pesantissime) mosse da Vannicelli dovrà pronunciarsi la Corte costituzionale. Niente è scontato. Anticipando con una leggina ad hoc i termini dell incasso, il governo italiano ha infatti violato gli articoli 3 e 97 della Costituzione, cioè il principio di affidamento e di certezza del diritto. A questo punto, se i termini del cambio lire-euro dovessero essere rivisti dalla Consulta, il Tesoro dovrà rendere ai contribuenti una discreta sommetta di denaro. A oggi ancora nessuno in galera Eppure la Gazzetta di Parma nonostante tutti questi scandali di cui occuparsi, e ne avrebbe da scovare e da denunciare, ma a corto di giornalisti investigatori si inventa la lettera agli edicolanti col numero verde per denunciare scoop di quartiere. Dai giornalisti ai giornalai per la ricerca di notizie con cui rimpolpare le pagine della Gazzetta, un giornale tutto sommato non fatto male ma privo di mordente, evidentemente poco interessante per i lettori visto la loro continua moria e la scarsità di interesse che sempre più suscita. Ma tutto questo credo sia dovuto non tanto a come è fatto il giornale, ma soprattutto alla mancanza di mordente che solo la verità delle notizie ti può dare. Lo scavare a fondo nel mettere a nudo le cose nell investigare, nel non dover guardare in faccia nessuno, nel dire alla gente le cose come stanno, nello scoprire le notizie non nell ignorarle per favoritismi o altro, la gente vuole sapere come stanno le cose realmente, tutte le cose, non solo alcune. Un giornale ha bisogno di indagare con i suoi giornalisti, di andare in fondo alle notizie e qui a Parma ce ne sono di cose su cui andare a fondo. Se non lo fa il quotidiano più vecchio e longevo di Italia, o quasi, allora i lettori lo abbandonano, a vantaggio di altri che invece cavalcano le inchieste, affondano le lame negli scandali e li portano a galla così come sono, con crude verità, così come vuole la gente che è a ragione assetata di notizie vere e non solo di parziali verità. La gente vuole lo scoop e per questo ci vogliono giornalisti investigatori, giornalisti inchiestori che trovano e scrivono la verità su tutto e non poveri giornalai che per tirare a campare cercano di vendere i giornali che le riportano. Una squadra è vincente se tutti i componenti, dico tutti, giocano per vincere, ma se qualcuno fa autogol c è qualcosa che non va e non si può far altro che perdere. Adesso c è da chiedersi, il Procuratore farà in modo che qualcuno andrà in galera così da poter scoprire chi si nasconde dietro questi scandali che colpiscono Parma a ripetizione? Le domande sono sempre le stesse. Chi sono i colpevoli del buco da 400milioni di euro della banca del Monte di Parma? Chi sono i colpevoli dei 200milioni di euro del Parma calcio? Vuoi vedere che se scavi bene viene fuori dove è sepolto il tesoro (alias i colpevoli)? Nel fallimento dell azienda agricola Antica Torre dell avvocato Bocelli e successivamente della Greci Geremia spa di Gaione c era coinvolto lo stesso personaggio ex ergastolano Eugenio de Paolini del Vecchio, lo stesso che lavorava per Banca Monte Parma ai tempi di Alberto Guareschi ex presidente ai tempi del buco, un ex ergastolano sfuggito alla giustizia in forza ad una banca e forse all unione industriali, implicato in questi casi, ma va che combinazione! E adesso coinvolto anche nel Parma Calcio, scandalo! Fate i giornalisti investigatori, forse scoprirete qualcosa e magari ci guadagnano anche le vendite, altro che numero verde per i giornalai. A ognuno il proprio mestiere e onore e oneri a chi se li guadagna e merita. La paura fa novanta. Quella di sapere che la Parma da bere è sotto attacco e a ragione: novantuno. Venghino, venghino, siamo a Parma gente, serviamo prosciutto, formaggio, e culattello d.o.p. e scandali di primissima qualità, la mafia a noi un baffo ci fa, noi siamo artisti della genuinità, urca Ultimissima, ho saputo da dei giornalai che presto a Parma nascerà un nuovo quotidiano, speriamo! Ma mi sa che è una bufala, appurata la fonte. Marcello Valentino Studio legale CABRINI Parma, via F. Liani n. 11 Tel Fax info@avvcabrini.it - studiolegalecabrini@libero.it (ex art. 17 e s.s. codice deontologico forense)

7 24 marzo 2015 cronaca LA VOCE DI PARMA 7 CASO DI VITTORIO: 45 ANNI DI MALAGESTIONE, INFARCITI DI FALSI IN BILANCIO, IL TUTTO SFOCIATO NEL CLAMOROSO E DOLOROSO FALLIMENTO DEL 29 DICEMBRE Il velo di omertà dietro la Coop Di Vittorio Si è tenuta venerdì 13 marzo, presso il Caffè Vetr'aria di Fidenza, una conferenza stampa organizzata da Francesca Gambarini, consigliere comunale di Forza Italia di Fidenza e da Fratelli d'italia. Era presente il consigliere regionale di Fratelli d'italia Tommaso Foti, il quale si è reso autore recentemente di una interrogazione al Presidente della Regione a tema specifico sul fallimento della cooperativa Di Vittorio, presente anche Gabriele Rigoni, consigliere comunale di Rete Civica Fidenza. La prima cosa appurata, e non è certo da oggi, è il velo di omertà che si sta cercando di calare sullo "scandalo del secolo", almeno per Fidenza. Sicuramente questo crac è interamente di marca PD, che è solo l'ultima sigla della serie PCI, PDS, DS. E' cosa nota infatti che tantissimi sindaci, assessori, consiglieri e rappresentanti di partito, naturalmente tutti "etichettati" con le sigle di cui sopra, siano passati contemporaneamente o in tempi diversi nelle due entità, questo a parere unanime dei relatori odierni. Anche la regione Emilia Romagna è creditrice verso la Di Vittorio, tra l'altro farà parte dei creditori privilegiati, il tutto per , elargiti a titolo vario, dall'entità bolognese alla cooperativa fidentina, i cui debiti ammonterebbero a 67 milioni di euro, a fronte di 4 milioni di crediti Questo a detta del vicepresidente della Regione, come riferito dal consigliere regionale Tommaso Foti, che però insieme agli altri relatori stima tale esposizione di molto maggiore, questo dopo anni di falso in bilancio, come recita uno dei capi d'accusa. Francesca Gambarini e Gabriele Rigoni hanno insistito affinchè vengano tutelati coloro che aderirono nel corso dei 45 anni di storia della Di Vittorio che affidarono alla fallita cooperativa cifre importanti come prestito sociale. Proprio questa è la voce che provoca i maggiori dolori, in quanto ben difficilmente i prestatori-finanziatori riusciranno riavere le loro quote, nemmeno parzialmente. E' stata contestata la cifra dichiarata dal vicepresidente regionale, in quanto si stima che sia di molto superiore, il tutto a totale delle passività sia della Cooperativa Di Vittorio che della controllata Polis spa. "Il fallimento della Di Vittorio - dice Tommaso Foti -rappresenta il fallimento di una sistema creato ad hoc dal PD in tutta la regione attraverso varie cooperative, molte delle quali hanno subìto o stanno subendo la stessa sorte della Di Vittorio". Confermando tutto quanto sostenuto dal consigliere regionale piacentino, Francesca Gambarini ha sottolineato gli "incroci pericolosi" tra il potere del Comune e la gestione della "cooperativa rossa". "La cosa è penalmente rilevante - è di nuovo Foti che parla - grazie a questo sistema di cooperative edilizie, emblema di partito oggi totalmente distrutto, dopo che esse vincevano praticamente tutti gli appalti" E' intervenuto poi anche il consigliere comunale Gabriele Rigoni di Rete Civica Fidenza: <Questo è il fallimento di un Di Lante Boni (lboni2010@libero.it) Elizabeth Taylor, la diva dagli occhi viola Elizabeth Taylor, la diva dagli occhi viola Elizabeth Taylor è un monumento, un patrimonio popolare. Se l Unesco avesse un dipartimento portato a difendere l immagine e la memoria degli attori, lei sarebbe specie protetta. Fu una delle più grandi dive di Hollywood, l ultimo prodotto di quello star System capace di forgiare un attrice e la sua immagine in maniera così dettagliata e penetrante da condizionarne inevitabilmente la vita privata. Infatti i suoi successi come attrice sono stati spesso messi in ombra dalla sua prorompente bellezza e da quei suoi occhi viola. Quei occhi viola che si spensero il 23 marzo 2011 all età di 79 anni. Quel giorno si spense l ultima stella di Hollywood. Era l ultima vera star hollywoodiana e il cinema che l aveva eletta regina, sembra più ricordarne gli eccessi e le cadute, che i meriti e le qualità. Anche se in una carriera che vanta due Oscar e cinque nomination c è molto di notevole artisticamente parlando per equilibrare una vita raccontata soprattutto sui giornali scandalistici e sui bollettini dei divorzi. E infatti adesso che la memoria dello spettatore può ripercorrere i personaggi di tutta una carriera, il valore di Elizabeth Taylor finisce fortunatamente per coprire la marea di pettegolezzi sotto cui spesso era finita. Attrici come Katherine Hepburn e Ingrid Bergman hanno ricevuto più premi e più lodi dai critici, ma nessuna di loro ha saputo occupare un posto paragonabile a quello della Taylor nell immaginario collettivo. Persone come lei non ne esistono più. Con lei è tramontata l immagine di una diva memorabile. Oggi assistiamo ad una caduta verticale del livello della personalità, gente come lei no n se ne trova più, anche perché in quest epoca è più difficile emergere, non si fanno più certi film, non ci sono più le favole. Forse Elizabeth Taylor non è l attrice che ha portato più volte sullo schermo i testi dei drammaturghi americani del dopoguerra, ma sicuramente è quella che ne ha accettato il ruolo con minor difese, identificandosi fino al masochismo con le eroine di una società apparentemente misogina. La simpatia degli autori era tutta verso i complessati personaggi maschili e chi sta al loro fianco non può che accettare più o meno in silenzio il suo destino di sconfitta. Una sconfitta che la bellezza ineguagliabile del volto della Taylor, strano connubio di innocenza e provocazione, rendeva più tragica e disturbante. Anche quando l età e l alcool avevano finito per lasciare segni non cancellabili. Eppure proprio questa specie di rabbia inconscia, contro personaggi che solo dieci anni prima nessuno avrebbe offerto ad una star, finiva per diventare la ragione del suo fascino e del suo successo. E lei mostrava con orgoglio queste cicatrici che, però, non potevano cancellare del tutto la fragilità di chi, sul proprio corpo, portava i segni delle sconfitte subite. L importante è che l elenco dei matrimoni non finisca per essere più importante di quello dei film che ha interpretato. E che il colore dei suoi occhi non ci faccia dimenticare come aveva saputo attraversare a testa alta uno dei periodi più difficili di Hollywood. Elizabeth Taylor fu un grande talento oscurato dalla bellezza. Non ci sarà un altra stella che potrà avvicinarsi alla sua luminosità e generosità, specialmente per la sua lotta contro l Aids. Perché il suo vero Kolossal, fu la sua vita privata. Dietro ai suoi occhi viola sfidava ogni convenzione rivendicando al cinema tutto l anticonformismo di una diva contro. Con lei non morì soltanto l ultima diva. Si era chiuso un libro dell immaginazione collettiva su una donna a cui non s è perdonato di essere stata, per sempre, meravigliosa. L ultimo desiderio di Liz fu quello di essere sepolta vicino a Richard Burton. Io spero che il grande amore della sua vita l abbia aspettata, da qualche parte oltre l arcobaleno e, dopo tanti naufragi del cuore, lei abbia ritrovato il suo porto sicuro. modello cooperativo tenuto in vita solo dall'appoggio dei partiti di sinistra, cercando oltretutto di deresponsabilizzare i Consigli di Amministrazione. Come è possibile - si chiede inoltre Rigoni - che un presidente, lavorando praticamente per intere giornate come un lavoratore dipendente, resti al proprio posto per oltre quarant'anni senza che ufficialmente abbia mai percepito nulla dichiarando un servizio gratuito? Qualcuno mi dimostri che la cosa è stata fatta senza interesse alcuno, oltretutto gestendo un valore di 70 milioni di euro" Altro argomento del pomeriggio è stata la scelta dei curatori fallimentari: uno di provata fede PD, essendone anche iscritto e l'altro stimato anch'egli vicino alla sinistra parmense. Il collegamento con il partito non è mai stato deterrente alla nomina, anche in occasioni simili più o meno recenti, sempre a gestione del partito e con le stesse motivazioni che oggi stanno toccando la cooperativa fidentina Di Vittorio. "Alla luce di tutto questo - sostengono all'unisono Francesca Gambarini, Tommaso Foti e Gabriele Rigoni - quali garanzie hanno i cittadini truffati che tutto venga svolto alla luce del sole e senza manifestare le tendenze politiche?". Altre illazioni sono state fatte durante la conferenza, ad esempio si è auspicato di verificare che amministratori ed ex amministratori della cooperativa vicini al PD non abbiano prelevato, come sostenuto da più parti, quote da loro versate come prestito sociale in tempi più o meno vicini al fatidico 29 dicembre 2014, data del dichiarato fallimento della Cooperativa Di Vittorio e della controllata Polis spa, operazione assolutamente interdetta dalla legge e che è stata negata a vari semplici cittadini, che anch'essi ebbero sentore dell'imminente crac. Si calcola che siano circa duemila i soci che hanno formato le svariate decine di milioni di euro relative al prestito sociale. Era presente anche Gabriella Vaccari, malata di sclerosi multipla e per la quale è stata aperta una sottoscrizione per permetterle di sottoporsi ad un intervento, intervento a cui già doveva essere sottoposta alcuni anni fa, ma che le è stato impedito dalla "volatilizzazione" dei 15 mila euro necessari serviti allo scopo di evitare inflazione e svalutazione, a tal proposito "prestati" alla Di Vittorio e poi spariti. Germano Meletti TANTA GENTE AL CONSORZIO AGRARIO DI PARMA NELLA GIORNATA DI CONSIGLI CON GLI ESPERTI Giornata di domande e consigli pratici all agenzia di strada Mercati del Consorzio Agrario di Parma dove un gruppo di esperti del CAP ha consigliato i numerosi interessati intervenuti fornendo tutte le nozioni utili per le diverse fasi di imbottigliamento del vino. Nel rispetto della tradizione, che vuole la stagione tiepida e il clima mite (Marzo Aprile) insieme alla luna in fase calante, si è dato il via al lavoro di imbottigliamento dei vini più secchi attraverso esempi pratici di come, con tempo sereno e in mancanza di vento, si possa cominciare a fare ciò che facevano i nostri nonni con i vini soprattutto provenienti dal territorio. Tenere il livello del vino a sei-otto centimetri al di sotto del tappo, posare i vini abboccati in vetro con aspetto perfettamente limpido e non in stato di fermentazione, mai bagnare il tappo di sughero con il vino, oliare e ripristinare l oliatura dei tappi 24 ore prima dell utilizzo e non tenere per troppo tempo il vino in damigiana, soprattutto quello dolce, per evitare complicazioni dovute all eccesso di fermentazione. Importante dire anche che per il mantenimento delle caratteristiche qualitative del vino stesso è fondamentale accertarsi dello stato di igiene assoluta e testata dei contenitori in cui viene conservato. Dalle parole degli esperti si è capito in modo chiaro che il periodo per l imbottigliamento migliore sarà proprio quello fino alla settimana della Santa Pasqua, passata la perturbazione prevista per questi giorni. La funzione del CAP ha detto il presidente Giorgio Grenzi-è anche questa, dando consigli utili a tutti gli interessati, creando le migliori condizioni per apprezzare al meglio i nostri prodotti. Visitare la nostra agenzia è immergersi nella qualità del nostro territorio con esperti disponibili, aggiornati e soprattutto informati. LA VITA ETERNA STA DALLA PARTE DEI POVERI Luciano Scaccaglia IV Domenica di Quaresima - Anno B: 15/03/2015 (2 Cronache 36, ; Salmo 136; Efesini 2, 4-10; Giovanni 3, 14-21) Una società corrotta è descritta con toni drammatici nella prima lettura di questa domenica di Quaresima. Così è anche la nostra società, dove e giustamente, con la gioia di tanti, ma non di tutti, è stato dimostrato, con una sentenza, che occorre distinguere tra reato e immoralità. La legge colpisce solo il reato, la moralità sarebbe un fatto personale, di coscienza del singolo e, se questi è un capo, dei suoi seguaci ed estimatori, che ripetono, come una litania: «Il discorso morale è diverso dalla legge». I facili entusiasmi di costoro sono stati raffreddati dal vescovo Galantino, segretario della CEI: quando c è un assoluzione bisogna andare a leggere le motivazioni. Ed ha aggiunto una frase che nessuno può contestare: «Ma se un fatto è legale non è detto che sia morale». Denaro e potere: i segni del nostro tempo «Tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono la loro infedeltà», così afferma l autore della prima lettura. Perfino il tempio viene profanato e contaminato, il tempio che rappresenta il nostro corpo, così caro a Dio da farne dono a suo Figlio; il tempio rappresenta anche il corpo di tutti, degli innocenti in modo particolare. Per questo grida un profeta dei nostri giorni: «Cosa prepari, Iddio, per noi? per noi che dell altro tuo tempio abbiamo fatto mercato e ludibrio? L uomo non vale più nulla, non conta! Denaro e Potere: avere e non essere, questi i segni del tempo che viviamo: Signore, aiutaci a riedificare il tempio che tu più ami» (p. D. M. Turoldo). Vera libertà per vera vita E Dio non abbandona il suo popolo, come testimonia lo scrittore teologo della prima lettura: Dio si serve di Ciro, re di Persia, per liberare il suo popolo in esilio, dopo averlo perdonato. Questo il decreto del re: «Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il suo Dio sia con lui e parta!». Libertà per Israele, ma anche libertà per i Palestinesi e per ogni popolo ma libertà vera, non quella falsata delle cartine geografiche, e libertà dal commercio delle armi, libertà da quelle multinazionali che sfruttano a favore di una ristretta minoranza privilegiata. Solo così alla morte subentrerà la vita, dono di Dio, come ci annuncia l apostolo Paolo nella seconda lettura: «Da morti che eravamo per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere in Cristo». La vita eterna è già quella attuale Il perdono è offerto a tutti, a chi ha sbagliato molto e a chi cade in incoerenze morali. È il messaggio del vangelo di questa domenica. «Dio ha tanto amato il mondo da dare (cioè consegnare alla morte violenta) il Figlio unigenito», così è scritto in riferimento al dialogo notturno tra Nicodemo e Gesù. La vita eterna, espressione proprio di Gesù, non è, come insegnavano i farisei, un premio futuro in Paradiso per la buona condotta tenuta nel presente. La vita eterna, per Giovanni, è già questa, se piena d amore per tutti e di trasparenza morale. La vita eterna non si ottiene, come insegnavano i farisei, osservando la legge, cioè un codice esterno all uomo, ma aderendo a Gesù, vivendo, come Lui, dalla parte dei peccatori e dei poveri, e prendendo le distanze dai disonesti che incantano con i loro banchetti e l abbondanza del loro denaro. Si salva chi ama Ed ora eccoci ad alcune frasi che possono creare perplessità e paura. «Chi non crede in Lui è già condannato»: niente minaccia dell Inferno o castighi divini. Il giudizio di Dio si celebra già in questo mondo (è l escatologia presenziale, tipica del IV vangelo). Chi crede, chi non crede, ma ama, si salva, ora. Chi non crede e non ama vive una non-vita, già ora, e la sua vita immorale ed egoistica odora di morte, di non senso, di inutilità. Ultima battuta: «Perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio». La frase giovannea significa che Dio è colui che fa il bene nell uomo e nella donna, non è estraneo, ma coinvolto nelle nostre scelte; occorre che noi entriamo nel suo dinamismo d amore; in questo e per fare questo Lui è sempre presente come luce e come forza. Occorre però fidarsi (questa è la fede), guardare alla croce e smettere di pensare a Dio come un severo giudice scontroso e bizzarro. Conversione alla giustizia e alla condivisione Ritorno all inizio, sul rapporto tra reato e moralità, con le parole di papa Francesco per far bene la Quaresima. Il destinatario non è uno solo o i pochi che comandano: «Quando il potere, il lusso e i soldi diventano idoli, diventano prioritari oltre il bisogno di una giusta distribuzione delle ricchezze, le nostre coscienze devono essere convertite alla giustizia, all uguaglianza, alla semplicità e alla condivisione». Grazie Francesco per il dono del Giubileo straordinario della misericordia, anno che inizierà l 8 dicembre Viva molti anni papa Francesco!!! Luciano Scaccaglia Teologo e parroco di S. Cristina La frase della settimana «Se un fatto è legale non è detto che sia morale» (Mons. Nunzio Galantino, segretario generale CEI) «Tra i poveri e gli emarginati vediamo il volto di Cristo. Amando e aiutando i poveri amiamo e serviamo Cristo. I nostri sforzi devono essere diretti a porre fine alle violazioni alla dignità umana, contro la discriminazione e l abuso nel mondo, perché queste sono la causa dell indigenza» (papa Francesco)

8 8 LA VOCE DI PARMA 3 febbraio 2015 La Guardia di Finanza romana mette finalmente fine alla truffa del faccendiere lombardo Manenti arrestato: voleva comprare il Parma coi soldi prelevati dagli hacker in banca Il presidente del Parma, Giampietro Manenti è stato arrestato dagli uomini della Guardia di Finanza nell'ambito dell'operazione, coordinata dalla Procura di Roma. L'accusa nei confronti del patron è di reimpiego di capitali illeciti. "CE LO RIPRENDIAMO NOI IL PARMA" - Ottimo dai, praticamente ce lo ricompriamo noi il Parma. Lo dice, in una conversazione intercettata del 13 febbraio, Angelo Augelli parlando col socio Adelio Zangrandi, arrestati assieme al patron del Parma Giampietro Manenti. Dunque i capi della banda a cui si era rivolto Manenti avevano dei progetti a lungo termine per il club.augelli è l uomo che tratta con Manenti per trovargli 4,5 milioni di euro di provenienza illecita per pagare gli stipendi ed evitare il fallimento del Parma. Zangrandi si informa con Augelli sul cash flow, la liquidita della società. Hanno un debito di 100 milioni risponde Augelli -, hanno incassi piu diritti televisivi intorno ai 40 milioni l anno e spese pari grossomodo se non di piu'. Adelio io ti dico che ci sarebbe da divertirsi se fossimo gia a posto osserva ancora Augelli -, ma a prescindere dal pallone, eh. Praticamente ce la mette a disposizione, hai capito?. Ma noi gia solo con un cash flow cosi gli faccio vedere io cosa combiniamo, dice Zangrandi, che ipotizza di rinviare di 30 giorni i pagamenti del club e intanto usare i milioni per il trading finanziario sulla piazza di Londra, aprendo una societa ad hoc. Tre milioni e 800 mila euro il guadagno ipotizzato in un solo mese. Ottimo dai, praticamente ce lo ricompriamo noi il Parma. CONFERENZA STAMPA - I dettagli dell'operazione sono stati illustrati in conferenza stampa a Roma nella sede del Nucleo della Polizia tributaria della Guardia di Finanza. Il colonnello Cosimo Di Gesù ha spiegato in conferenza stampa: "Le indagini hanno avuto diverse complessità nella sua esecuzione, ma contemporaneamente si caratterizzano per l'estrema velocità, visto che sono durate tre mesi e per questo faccio i complimenti ai miei uomini per la velocità con la quale hanno svolto il loro lavoro. "Attraverso le intercettazioni, è emerso un accordo in base al quale il gruppo avrebbe (attraverso l'utilizzazione delle provviste finanziarie caricate su carte di credito clonate) messo a disposizione di Manenti la somma di circa 4 milioni e mezzo di euro per acquistare il Parma. Lo avrebbe fatto attraverso la spendita delle somme caricate sulle carte di credito in operazioni commerciali varie, da acquisti di gadget a sponsorizzazione e acquisti abbonamenti, per far arrivare la somma nella disponibilità di Manenti. Ci sono state difficoltà tecniche a effettuare operazionei di riciclaggio e fino a questo momento non si era creata la disponibilità finanziaria per Manenti. Fino ad ora, poi questa mattina siamo entrati in azione". Il Parma avrebbe dovuto essere comprato con operazioni di hackeraggio. Chi ha operato in maniera associativa era riuscito tra 10 e 13 febbraio ad effettuare due trasferimenti di denaro: oltre 20 milioni di euro sono stati distratti da un fondo pubblico e hanno preso strade diverse da quelle istituzionali per le quali erano state istituite. Attraverso decine di spostamenti e operazioni, ben 13 milioni transitati su conti correnti intestati a persone fisiche, a società, direttamente al commercialista liquidatore. Altri 6 milioni di euro transitati su conti correnti di società intestate a due fratelli, uno funzionario di Ragioneria generale dello Stato e uno consulente finanziario. GDF A COLLECCHIO - Intanto la Guardia di Finanza è tornata a Collecchio. Sia gli uomini del comando di Roma, sia i colleghi parmigiani sono arrivati al centro sportivo del Parma. La visita dovrebbe essere legata all'arresto del presidente Giampietro Manenti. La Voce dei Boys Cari giocatori e tecnici del Parma F. C. : in considerazione del riscontro che hanno avuto le precedenti in considerazione del riscontro che hanno avuto le precedenti in considerazione del riscontro che hanno avuto le precedenti in considerazione del riscontro che hanno avuto le precedenti "lettere" di Sky e Sandro Melli vi scriviamo questa lettera perché abbiamo visto che la corrispondenza epistolare riscuote molta attenzione nell'ambiente crociato. Prima di tutto volevamo ringraziarvi per essere rimasti a condividere una situazione che a dir poco è grottesca, combattere in modo unitario per un ideale, la nostra maglia e cercare di di cambiare in positivo il mondo del calcio. Ed è bello e qualificante poter condividere con voi questo momento e dimostrarvi cosa sia per noi il senso d'appartenenza, amare Parma e la maglia crociata. Nell'ultimo mese ci siamo confrontati a quattr'occhi tutti insieme, parlando in maniera civile e mai a sproposito, e abbiamo dimostrato la nostra solidarietà con i fatti, il sostegno in strada, nello spogliatoio, dentro lo stadio, nelle nostre sedi e a Collecchio. Abbiamo fatto fronte comune schierandoci dalla vostra parte, mostrando ciò che ci distingue: l'orgoglio di esser parmigiani, lo stesso orgoglio che ha permesso a questa città di denunciare un malcostume politico che da anni perseverava nel meandri del potere cittadino. Con lo stesso spirito cerchiamo di gettare le basi per uscire compatti da una situazione che, giorno dopo giorno, prende forme sempre più imprevedibili, mostruose, e questo porta ad aumentare sempre più la rabbia nei confronti di chi ha rovinato il Parma con tacita complicità dei vertici del calcio che hanno permesso quanto sta avvenendo. Il 19 marzo dovrebbe essere la data della morte prematura della società che sosteniamo da sempre; se non fosse per l'intervento, interessato, di Lega e FIGC in una qualsiasi altra situazione la nostra esistenza sportiva avrebbe già cessato di esistere: saremmo usciti dai giochi ed il in collaborazione con stadiotardini.it L OPINIONE DI MAJO DOPO SASSUOLO-PARMA 4-1: SANSONE HA CONSUMATO LA SUA VENDETTA. MA E GIOVEDI, IN TRIBUNALE, LA PARTITA PIU IMPORTANTE. IL TOTO-CURATELLA Stamani, sfogliando gazzettadiparma.it, ho notato che le tre notizie in evidenza nelle finestrelle in aperura erano tutte dedicate al Parma F.C., cosa, in effetti, normale di lunedì mattina, specie se in assenza di più importanti accadimenti di cronaca locale o nazionale o internazionale; tra queste ce n era una dal titolo: 90 di cori: questa curva non retrocede. Al di là di ogni possibile retorica o piaggeria, mi è venuta in mente una frase similare pronunziata, temporibus illis, dal non più amato presidente Tommaso Ghirardi, un celebre Io non retrocedo, che ovviamente non valse da solo la salvezza dei crociati. Peraltro in quella occasione, del resto come ora, il pres non è che fosse esente da colpe, ma tant è Cari miei, siamo realisti, la Curva retrocede, eccome, perché è parte integrante del sistema che ruota attorno alla squadra, per cui se il prossimo campionato di appartenenza dei crociati dovesse essere o la B o la D (o la Lega Pro, che qualche porcata ad personam è sempre possibile) non è che i loro tifosi, magicamente, se ne resteranno in serie A Sfogliando l edizione cartacea, poi, l occhio mi è caduto su questo titolo: La trasferta di Reggio? Un anticipo del clima che vivremo in serie D. L ispirazione a Lupo Bianco Matteo Scipioni l ha suggerita un tifoso, da lui interpellato, che sottolineava come non gli dispiacesse questo clima casalingo. Ed è quello che troveremo l anno prossimo in serie D. Se da un lato è vero che le trasferte nel giro di trenta, cinquanta o cento chilometri possono favorire macchinate come quelle di ieri, dall altro c è da aggiungere che la D non ha certo il fascino della A, sia pure di infimo livello, e soprattutto non tutte le trasferte sono così pregne di significati o tradizioni come quella a Reggio Emilia. E se ieri Oltr Enza sono andati appena in trecento, ho molti dubbi che per viaggi altrettanto corti, ma senza richiami nostalgici di mezzo, si possa mettere insieme un analogo numero di gitanti e soprattutto ricreare il clima di ieri con 90 non tanto di sostegno alla squadra, ma di invasione del reggiano Mapei. Del resto, non ci si fosse trovati in questo contesto, anche gli applausi finali al lancio di maglie magari non si sarebbe materializzato dopo una netta sconfitta, 4-1, ennesima tappa di campionato del Parma si sarebbe concluso con sigilli sui beni immobili e dipendenti collaboratori a spasso. Peccato che qualcuno, firmando un patto con il diavolo (Sky e le altre TV) per evitare spiacevoli e clamorose conseguenze, vuole decidere se e quando far morire la società crociata allungandone la vita sportiva: lo ha fatto usando e sfruttando i soldi incassati come parziale compensazione dei comportamenti scorretti di tifosi e così spera di coprire il comportamento scorretto (e forse fraudolento, ma questo lo accerterà la magistratura) dei dirigenti. fraudolento, ma questo lo accerterà la magistratura) dei dirigenti. fraudolento, ma questo lo accerterà la magistratura) dei dirigenti. Fondi che servivano per sviluppare meglio la cultura sportiva, combattere il razzismo, per progetti sociali e di promozione dello sport (campi in periferie e oratori) che ora invece avranno solo la finalità di pagare, fino a giugno, gli stipendi dei calciatori e dei dipendenti. Dipendenti che in caso di fallimento, per quel che sappiamo, saranno i primi della lista ad essere pagati: nostro malgrado siamo diventati esperti negli ultimi tempi riguardo a vicende fallimentari. Purtroppo, considerato come vanno le cose in vicende fallimentari. Purtroppo, considerato come vanno le cose in Italia negli ultimi anni, questo non riguarda solo il Parma calcio e gli sportivi ma la maggior parte dei nostri connazionali e lo stiamo provando sulla nostra pelle: anche tra noi ci sono ragazzi e padri di famiglia con stipendi da precari o questa via crucis. Sul risultato ha vergognosamente pesato l operato cervellotico dell arbitro Cervellera (nomen omen) autore, assieme agli altri sodali azzurrovestiti, di malefatte assortite ai danni di Cenerentola: robe che fanno (giustamente) inalberare soprattutto i partigiani, ma che provocano sentimenti di sospetto e antipatia anche in chi, come me, per missione, cerca di essere il più possibile obiettivo ed equidistante. Insomma, quel che scriveva nottetempo il Columnist Luca Russo, circa i promessi aiuti di FIGC e Lega Serie A a chiudere la stagione in antitesi ai torti subiti ieri (e da qualche tempo in qua) non è poi così sbagliato Indubbiamente, però, per la dèbacle favorita dalla iniqua cacciata di Mirante (norma, quella sul fallo del portiere, che deve assolutamente esser rivista, al di là del singolo episodio di ieri, poiché estremamente penalizzante sia per il giocatore che per il club) hanno influito anche errori assortiti di squadra ed individuali magari fisiologici in una squadra che ci sta mettendo tanta buona volontà, ma che ha la testa da un altra parte. Nicola Sansone, poi, è stato un inclemente ex: e ha consumato la sua vendetta, neppure troppo fredda, come meglio conviene a un giocatore di calcio, appunto risultando decisivo per la sua nuova squadra, con gol, assist e rigore procurato (lasciamo perdere le complicità arbitrali ). Debbo dire che non ho condiviso le beccate piovute dai supporters gialloblù nei confronti dell italotedesco, reo di aver esultato soprattutto dopo la seconda rete personale. Io penso che quando uno smette di prestare servizio per un determinato club, passando a un altro, abbia tutto il diritto, in caso di soddisfazione personale, di poter esprimere come meglio crede la propria gioia: e questo non deve esser inteso come una mancanza di rispetto per chi c era prima. Quando una storia si chiude, si chiude. Poi che la storia di Sansone a Parma non si fosse conclusa nel migliore dei modi è un altro discorso: perché per Niki, l estate 2013, c era chi avrebbe fatto le barricate (la cessione saltò perché c era il timore di moti di piazza), e costoro è fisiologico ci fossero rimasti male quando a gennaio 2014 passò al Sassuolo. Indubbiamente e il senno di poi lo conferma i quattrini di Squinzi ci fecero respirare (e già a quei tempi ce n era bisogno ), ma non fu bello privarsi del miglior sottopagati che si sono dovuti rimettere in gioco da zero. Molti di questi, spinti da indomabile passione, non vi hanno mai abbandonato, sono sempre al loro posto Tardini e, quando possono, anche in trasferta, pronti a incitarvi e far sentire il loro sostegno. sostegno. Dite di battervi oltre che per i dipendenti anche per il mantenimento della categoria: ma avete chiesto alla piazza se è questo quello che realmente vuole? Siete sicuri che a giugno una volta, "salvato" questo campionato, chi comanda e ha fatto promesse le mantenga e che il calcio italiano non si dimentichi e abbandoni Parma? Noi non vogliamo piaceri, sconti o favoritismi e nemmeno scambi: se finire il campionato è prezzo per avere regalata la serie B (alla faccia dei regolamenti e di altre società che sono fallite senza inediti salvataggi) con chissà quale proprietà, preferiamo ripartire da zero, ripuliti e con una società seria. Vogliamo poter essere orgogliosi della nostra società, non come adesso che proviamo vergogna per aver condiviso sette anni della centenaria storia del Parma con chi ha si è mostrato e ha parlato tanto raccontando più bugie che verità. Volete cambiare il calcio affinché non succeda più un caso Parma? Bene approviamo e ne siamo orgogliosi, quello che non capiamo è: come pensate di farlo fidandovi Tavecchio? Delle sue parole da mercante? Se salta il Parma salta anche lui ed è per questo che, paventando problemi economici per rimborsi e indennizzi specie dalle tv, è riuscito a far leva e convincere le altre società ad accettare il suo piano di sostegno. E' intervenuto quando non ha potuto più fare lo struzzo: per prospetto valorizzato l anno prima da Donadoni, ma poi sacrificato sull altare di Cassano. Lo stesso Sansone, però, in quei giorni avrebbe potuto esser meno egoista, pensando più al noi (le esigenze di squadra) che non all io, anche se penso che ieri nessuno avesse in mente le circostanze del divorzio, quanto, solo l esultanza alla Michael Jackson (peraltro mal riuscita, per stessa ammissione dell attaccante neroverde). Quello di ieri all ex Giglio, come già quello del Tardini di sette giorni prima, è, però, uno strano interludio rispetto alla tragedia crociata che quotidianamente stiamo vivendo e che potrebbe avere nella giornata di giovedì 19 marzo il momento clou. Come osservava ieri Francesca Devincenzi ai nostri microfoni, anche la data del giorno del giudizio potrebbe rivelarsi interlocutoria nel minuto in cui il Tribunale fallimentare dovesse riservarsi qualche ulteriore giorno di tempo per decidere, oppure, come ipotizza stamani la Gazzetta di Parma, ben di più qualora Manenti facesse richiesta di concordato in bianco, poiché il tribunale sarà obbligato per legge a concedergli almeno 60 giorni per la presentazione del piano, ipotesi, peraltro, negata nei giorni scorsi dall interessato, anche se non vuol dire poiché Super Mapi dice tutto e il contrario di tutto. Certo, però, se fosse questa la squadra perseguita subirebbe un duro colpo l iter del fallimento pilotato che vede, sia pure per diversi interessi, schierate insieme le istituzioni locali, sindaco in testa, e quelle del pallone. Quella di ieri a Reggio Emilia potrebbe esser stata persino l ultima partita del Parma, qualora, ad esempio, venisse dichiarato fallimento, e non venisse concesso (o richiesto) l esercizio provvisorio. Stando alle Noif, infatti, dovrebbe seguire immediata revoca dall iscrizione al campionato, con tutte le successive partite vinte per 3-0 dagli avversari (pensa che gioia per l Atalanta che ha pareggiato 0-0 e due punti potrebbero esserle decisivi per non retrocedere ). Mi pare chiaro che se la curatela (o curatella, come la definisce Roberto Giuli) fosse composta dai papabili Angelo Anedda (questi ha persino già parlato dai microfoni di Radio Parma, suscitando un certo sdegno di qualcuno, anche se era stato interpellato come presidente dell Ordine dei Commercialisti, del resto anche quello di Bari era stato nominato curatore della società che fu di Matarrese) e Alberto Guiotto (già curatore speciale di Parmalat e presidente della Commissione nazionale procedure fallimentari del Consiglio Nazionale commercialisti) il rischio non si porrebbe, poiché avrebbero già recepito i desiderata di quelli che io chiamo gli apparecchiatori, ma se il Tribunale mesi ha nascosto la testa sotto la sabbia per non vedere andando avanti come se nulla accadesse nonostante sotto gli occhi di tutti vi fosse una evidente, allarmante, situazione anomala. Perché non rendete pubblico cosa avete discusso, quali sono i punti e le proposte che avete avanzato con il presidente della FIGC? Se e quali scadenze avete dato per il campionato in corso affinché queste proposte vengano accolte e ratificate. Sinceramente non riusciamo a capire come possiate fidarvi di questa gente senza avere garanzie certe e sicure. Ponete delle scadenze prima di alcune partite chiave del torneo in corso: avete la possibilità di tenere sotto scacco Federazione e Lega minacciando di non scendere in campo se non discuteranno le vostre richieste e non avrete la certezza che le vostre proposte siano accolte prima che termini la serie A: sfruttate possibilità di dare degli inderogabili ultimatum per le prossime tre partite chiave del inderogabile ultimatum per le prossime tre partite chiave del inderogabile ultimatum per le prossime tre partite chiave del campionato. Nessuno criticherà la decisione di giocare se questo porterà all'approvazione, se non di tutte, di molte vostre richieste, ma contestiamo la scelta del scendere in campo solo, ed esclusivamente, per far proseguire il carrozzone mediatico che ha permesso a chi ha gestito il Parma di trascinarci e coinvolgerci in una situazione grottesca che non trova riscontri nella storia di uno sport che tutti amiamo. Se non siete in grado di premere optasse per un qualche outsider ci potrebbe anche esser la possibilità o che questi non chieda l esercizio provvisorio (conditio sine qua non per concludere la stagione, come interessa a Lega e FIGC per evitare rogne con i broadcaster, oltre che per tentare l aggiudicazione all asta col salvataggio della categoria professionistica di appartenenza, alias la B, come interessa al sindaco) o che si ponga qualche domanda sulla legittimità della elargizione vincolata al piano predisposto dalla Lega serie A per chiudere l annata, o che cambi la destinazione d uso, dal momento che il primo interesse di un curatore fallimentare non è certo quello di prevenire le grane con le tv della Confindustria del pallone o di garantire la serie B alla società di calcio fallita. Nei giorni scorsi avevo promesso un Toto-Curatella, che poi non ho pubblicato quando ho visto che erano già di dominio pubblico i papabili, alcuni dei quali ci sono stati segnalati da alcuni lettori persino a colloquio col sindaco Ma sì, non perdiamo tempo, apparecchiamo A parte il tempo perso con Ghirardi e Taci Raccapricciante, come ho scritto sabato, che nella stessa settimana in cui emergeva il ruolo del biergastolano mancato De Paolini nella vicenda Parma questi avesse ancora colloqui istituzionali (con Marani) per un eventuale acquisto del Palasport di Parma. Operazione, poi sfumata quando l assessore allo sport si è reso conto che c era ancora dietro il petroliere albanese, cui era stata concessa fiducia, direi vanamente, qualche settimana prima, o quando questi si è accordo (dipende dalle interpretazioni) che il Raschi non era un buon affare. Dicevo del Toto-Curatella: a parte i gettonatissimi Anedda & Guiotto (tra l altro il solo foro di Parma, o pochi altri, è solito affidare i fallimenti a commercialisti e non avvocati) altri professionisti in odore di incarico, anche se un po più distaccati sono l ex assessore al bilancio Gino Capelli, già curatore di Guru e Magic, o Giovanni Massera, presidente del Panathlon e socio di Luigi Bussolati, presidente di Stt: già consulente del Comune di Parma ed ex presidente del Collegio Sindacale di Alfa è appena stato nominato Commissario della Prisma Ascensori, per cui è improbabile che possa vedersi attribuito un incarico altrettanto complesso; altro nome caldo è quello di Vincenzo Piazza, attualmente commissario del Consorzio Agrario, ma che a differenza di Massera non ha ricevuto incarichi onerosi negli ultimi tempi; specializzato in fallimenti di squadre sportive, infine, è Marco Pedretti, curatore dei Crociati Rugby, che vanta trascorsi come ex arbitro di calcio e di dirigente sportivo. e convincere chi avete fronte che deve ufficializzare i cambiamenti, e ciò giustamente richiedete, prima della fine del torneo (dopo, statene certi, del Parma non importerà più niente e tutto passerà nel dimenticatoio con grade respiro di sollievo di chi ha tutto da perdere se non andate in campo) vi chiediamo di fermarvi: ne avete la possibilità ed esistono oggettive condizioni per mettere in atto questa inedita protesta. E' un vostro diritto. Tutti i veri sportivi che amano il Parma e la loro città certo non apprezzerebbero veder prolungare questa agonia assistendo a partite falsate per disparità di forze tecniche, fisiche e mentali. Senza certezze dite stop, mettete fine smettendo di giocare in un campionato falsato che nulla vi può dare se non eventuali, augurabili, infortuni che condizionerebbero e comprometterebbero il vostro futuro: proseguire non è giusto anche nei confronti di tutti i tifosi italiani e delle squadre che in passato sono fallite nei campionati minori senza che qualcuno intervenisse. Siete voi ora che dovete decidere se essere vittime di questo sistema o passare alla storia come quelli che sono riusciti a dare una svolta epocale al calcio italiano modificandone regole e comportamenti. Decidete che ruolo ricoprire: se volete vivere da pecore, o essere, comportandovi da crociati, i protagonisti del cambiamento. A voi la scelta. 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