Da dodici secoli sulla via di Santiago Itinerari dello spirito: l Anno Santo Giacobeo

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1 Abbonnement - Poste - Taxe Perçue - info@frateindovino.eu Poste Italiane SpA Sped. In abb. Post. DL 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N 46) Art. 1, com. 2, DCB PG. Tassa pagata. Mensile di cultura religiosa e popolare Anno 53 - Ottobre 2010 / n. 10 Italia oggi E la nave va in acque paludose di Ulderico Bernardi Da dodici secoli sulla via di Santiago Itinerari dello spirito: l Anno Santo Giacobeo All interno Il Presidente che picconava Ma i messaggi di Cossiga non furono purtroppo raccolti Gino Carrara a pagina 6 Tiriamo l orecchio agli ultimi brontolii (si spera) di una crisi canaglia, scatenata sulle teste di milioni e milioni di innocenti lavoratori del mondo dalla forma più abietta dell economia, la speculazione finanziaria. Indifferente ai bisogni delle comunità e al collasso delle relazioni sociali. Tesa solo a realizzare in fretta il massimo profitto, a danno di chicchessia. Qualcuno sperava che dalla bufera uscisse una luminosa schiarita nei modelli di sviluppo, con stili di vita finalmente improntati alla sobrietà e consapevoli della responsabilità solidale. Forse è presto per abbandonare l illusione. Anche se molti segni avvertono che la svolta fatica a compiersi. Il male, ammonisce la cultura popolare dei proverbi, arriva a chili e se ne va a once. Lo scadimento morale di questi anni è stato impressionante. Quella che Pier Paolo Pasolini chiamava mutazione antropologica, del popolo sembra essersi imposta in modo devastante. Ha investito tutti i campi dell umano vivere: l economia, dove l etica degli affari rimane, più che altro, un richiamo teorico, specie per i grandi capitali; ha sconvolto costumi secolari: basti pensare alla caduta verticale dei matrimoni, sostituiti da unioni precarie, con la crescita precipitosa delle separazioni e dei divorzi, che lasciano figli allo sbando e generano solitudini angosciose. Ma soprattutto ha diffuso tra le giovani generazioni delle visioni del mondo imperniate sull idea di arricchirsi comunque e in fretta. continua a pagina 14 Docente di Sociologia, Università Ca Foscari, Venezia Anna Oliverio Ferraris Come difendersi dalle insidie dei manipolatori Laura Di Teodoro alle pagine 12 e 13 Milioni di pellegrini si riversano ogni anno, da dodici secoli a questa parte, nella città di Santiago di Compostela, in Spagna. Ricorre, in questo 2010, l Anno Santo Giacobeo. È un luogo di memoria e di identità per i cristiani e per le radici dell Europa. Uno scrittore ci fa respirare e assaporare il cammino verso Santiago. Ulderico Bernardi a pagina 3 Da Assisi al cielo Attualità di San Francesco Il nostro tempo ha bisogno di esempi forti di costruttori di fede, speranza e carità, testimoni coerenti del Vangelo. Sentiamo il richiamo alla santità. Dopo più di ottocento anni San Francesco continua a parlare e a commuoverci con le sue parole e la sua vita, ha scritto Susanna Tamaro, celebrando il poverello di Assisi come uno spirito che continua a diffondere le armonie di un inno all amore per Dio, per l uomo e per il creato. Nell immagine il Pianto delle Clarisse (ciclo giottesco). Giuseppe Zois a pagina 4 Figli cresciuti, ruolo ritenuto concluso La crisi dei cinquantenni adolescenti di ritorno La famiglia è un mondo in movimento. Cresce giorno dopo giorno. E, giorno dopo giorno, fa crescere. Non si è mai famiglia una volta per tutte. Ma ogni giorno ci si adegua, ci si aggiusta, ci si misura e ci si confronta. E si cambia. Intorno alla coppia, innamorata, felice, carica di aspettative che ne formano il nocciolo, si tessono, nel tempo, tutta una serie di relazioni che vedono i figli al centro. La loro attesa, la loro mancanza, il loro arrivo, la loro crescita, le malattie, i problemi, la scuola, i parenti, gli amici, la Prima Comunione, le attività del tempo libero... E gli anni procedono veloci e ritmati dall apertura e dalla chiusura delle scuole, dei saggi di fine anno, dalle pagelle e dalle vacanze tutti insieme al mare. Poi all improvviso, senza neppure troppe avvisaglie, i figli Amori usa&getta La ginecologa Vera Spagnoli: sessualità senza riflettere Laura Di Teodoro a pagina 9 Il paese degli strafalcioni Italiano sempre più maltrattato a scuola e non solo Anna Carissoni a pagina 10 Paese che vai TV che trovi La rivoluzione del digitale e i nuovi programmi Gino Carrara a pagina 15 sono cresciti. Tutto ad un tratto hanno 18 anni, degli amici con cui rivendicano di andare in vacanza, un fidanzato con cui vogliono andare a convivere e una vita loro da vivere. E per noi genitori, che per anni abbiano trottato allegri e felici al loro fianco, come instancabili segugi, sempre pronti, sempre fedeli, sempre sul punto di buttare la pasta, si spalanca un tempo diverso. Corinne Zaugg continua a pagina 14 Campo e spalti Per il calcio una medicina di nome fair play Gino Carrara e Enzo Dossico alle pagine 16 e 17

2 2 / Ottobre 2010 Il campione di motociclismo è passato alla Ducati O Valentino vestito di rosso Con lui il made in Italy alla conquista del mondo P er il padre del dottore, Graziano - il quale pure fu un centauro di spicco negli anni 70 del 900 -, si è compiuta una magia. Per Gabriele Del Torchio, presidente della Casa che adesso se ne è assicurata le prestazioni, si è avverato un sogno. Nelle prossime due stagioni, dunque, Valentino Rossi, nel campionato delle moto GP, correrà su una Ducati. In molti lo prefiguravano, in chiusura di carriera, al volante di una rossa a quattroruote di Maranello; lui ha optato, invece, per la rossa a due ruote di Borgo Panigale (Bologna). Dopo sette stagioni, il fenomeno pesarese ha deciso di lasciare la Yamaha, ome e perché sulla quale il fenomeno era salito ha cambiato moto nel Coerente con il suo stile - tendente ai gesti inconsueti - si è congedato (ufficialmente) - in quello che i cronisti hanno definito il D-Day, nello scorso Ferragosto con una lettera d amore scritta a mano: nella missiva ha dato libero sfogo ai sentimenti di gratitudine, ma ha, altresì, rimarcato i propri meriti nel rendere competitiva ai livelli più alti (quattro titoli mondiali) una moto che, quando lui vi salì, tale non era. Perché il funambolico corridore di Tavullia si è orientato a cambiar casacca (pur mantenendo il suo numero 46)? Ho bisogno di nuovi stimoli - ha risposto Valentino Rossi ai curiosi -. Cerco nuove sfide. In realtà ha capito che la Yamaha sta ormai puntando sull asso emergente Jorge Lorenzo (di 8 anni più giovane del dottore ). E forse anche la ventilata riduzione dell ingaggio lo ha convinto a far le valigie in direzione della Ducati, che gli ha garantito un trattamento di 13 milioni annui per due stagioni. Nel 2011 saranno parecchi i cambiamenti nello schieramento delle moto GP (a partire dall ex ducatista Casey Stoner in sella ad una Honda). I fans di questo sport stanno, già da tempo, pensando alle battaglie spericolatissime che si vedranno tra i non pochi giovani e grintosi galli, di recente emersi (Jorge Lorenzo e Casey Stoner, appunto, più i vari Daniel Pedrosa, Andrea Dovizioso e altri) e l ormai vecchio (trentaduenne) Valentino Rossi, determinato però - per molteplici ragioni - a non mollare l osso. Alla Ducati non hanno certo nascosto l intendimento di puntare ai gradini più alti dei podî, per ripetere, almeno in parte, quanto avvenne tra il 1966 e il 1972, allorché, per sette stagioni consecutive Giacomo Agostini. C vinse il mondiale (classe 500) con la MV Augusta, moto nata da un azienda fondata nel 1907, presso la Cascina Costa di Samarate (Varese), inizialmente applicatasi alle costruzioni aeronautiche e, dal 1945, con una fabbrica eretta a Verghera, dedicatasi, anche, alla produzione di veicoli a motore a due ruote. Il doppio inno nazionale italiano dopo una gara mondiale - ha commentato nel D-Day Giacomo Agostini, auspicando che il dottore, con la Ducati, riesca a mettersi sulle sue orme - è un emozione inimmaginabile!. Ago, nato nel 1942 al confine tra le province di Brescia e Bergamo, resta una stella ineguagliata del motociclismo italiano: 360 corse vinte, successi in 123 dei 190 Gran Premi disputati, 15 titoli mondiali (in due classi), 10 Tourist Trophy, 18 titoli italiani. Valentino Rossi per ora è a quota 9 titoli mondiali: tanti quanti ne conquistò negli anni 50, anch egli su una MV Augusta, il bergamasco Carlo Ubbiali, nato nel 1929 e ritiratosi dall attività nel 1960, a 31 anni, quando morì il fratello Maurizio, suo manager e consigliere. Arturo Consoli Valentino Rossi, uomo simbolo del motociclismo che vince, è passato dalla Yamaha alla Ducati: l immagine è assicurata, c è da aspettare che torni il successo. Sogni in sella prestigio da ritrovare La storia del marchio di Borgo Panigale S perano fortemente clamorose affermazioni dal binomio Rossi-Ducati, oltre agli sportivi, tutti coloro che hanno a cuore il made in Italy nel mondo. Il dottore è uno dei pochi nostri connazionali davvero universalmente conosciuti. La Ducati, dal canto suo, è l unica casa motociclistica italiana che (nel 2007, con Casey Stoner, australiano) è riuscita a battere le case giapponesi nel mondiale delle moto GP. Avviata nel 1926 a Bologna dall ingegner Antonio Cavalieri Ducati, l azienda agì inizialmente nel campo delle componenti per telecomunicazioni. Nel 1946 a Borgo Panigale, fu creato il reparto motociclistico e, nelle euforie della ricostruzione postbellica, fece colpo e cospicui affari con il ciclomotore Cucciolo, del quale vendette, rapidamente, più di 250 mila esemplari. La società cambiò più volte proprietà. Arrivarono pure gli americani. Dal 2005 è tornata in mani italiane. Scattò nel l idea di un impegno nella classe più prestigiosa dei mondiali motociclistici. Grazie a Loris Capirossi arrivarono, a partire dal 2003, le prime affermazioni. Non ha avuto fortuna Marco Melandri, ingaggiato dalla Ducati un paio di anni or sono. Adesso scende in campo il dottore. Riuscirà - con un mezzo che già è assai competitivo - a fare quello che dal 2004 in qua ha realizzato con la Yamaha? E magari di più? (a.c.) Esame per tutti Se vogliamo promuovere la scuola È ripartita la macchina della scuola. Un altro anno fra i banchi per allievi, docenti, famiglie. Un problema che non potrà più a lungo essere disatteso e tenuto nei cassetti è quello del calendario scolastico, che pure va riformato e radicalmente. In altri Paesi vi hanno posto mano da tempo e, in qualche nazione vicina a noi, la scuola comincia a inizio agosto. L Italia l è longa, imprecava quasi Gianni Brera, e questo va senz altro tenuto conto: quando a Bolzano si va già ben coperti, a Palermo si fa ancora il bagno al mare. Differenziamo pure, importante è che ci sia volontà di procedere. La globalizzazione, la tecnologia, la mobilità, la comunicazione hanno stravolto, come uno tsunami, un mondo di modalità, abitudini, tradizioni che reggevano da tempo immemorabile. Noi, nell Occidente che continuiamo a ritenere avanzato, andiamo avanti, ancora, con l impostazione della civiltà contadina e relative stagioni. Oggi, per prendere contatto con la civiltà contadina occorre andare al Museo, e i è necessità bambini di città, quando vedo- di rivedere no una mucca il calendario vera al pascolo, chiedono come mai non sia viola come quella della pubblicità di una certa marca di cioccolato! Nel presente, in casa non c è più nessuno, scomparsi anche i nonni e, quindi, molti bambini sono soli e vengono parcheggiati di qua o di là. Per fortuna, ci sono le parrocchie che da anni si fanno benemerite promotrici dei campi ricreativi estivi. Si può riorganizzare, verbo che non significa in alcun modo caricare - prevengo la reazione istintiva di categoria - sulle spalle dei docenti ulteriori gravami. Chi fa seriamente il proprio lavoro, ed è la stragrande maggioranza della classe docente, ha già il suo bel carico. Si consideri, poi, che due o, anche, tre mesi di vacanze, da metà giugno a metà settembre (dipende dalle regioni), sono troppi e controindicati per i ragazzi. Si mantenga pure lo stesso numero di giorni di vacanza, se i responsabili ritengono che sia il caso, ma che questi giorni vengano distribuiti diversamente sul calendario. E in fine, la scuola non è un pianeta a parte, dove ogni giorno si fanno planare i figli, gli studenti, che, poi a sera, riprendono la navicella spaziale per far ritorno sul pianeta casa: la scuola siamo tutti noi e non possiamo consentirci la libertà o il lusso di lasciarla sulle spalle dei dirigenti, dei docenti e degli studenti. Questo è il punto di partenza irrinunciabile per ogni e qualsiasi intervento sulla scuola: la prima autorevolezza incomincia dall assunzione di questa responsabilità. A ciascuno la propria. (e.t.) C

3 3 / Ottobre 2010 Per milioni di pellegrini Santiago memoria e identità Servizio di Ulderico Bernardi Un viaggio all origine dell appartenenza. Passo dopo passo, nel respiro cadenzato della preghiera silenziosa del solitario, o nella recita condivisa, ad alta voce, nella fila pellegrinante. Un modo offerto al cristiano per rinascere alla fede e alla consapevolezza di essere parte d una civiltà orgogliosa di avere diffuso nel mondo la Parola. E uno spiraglio aperto sull Eterno, in fondo al lungo Camino de Santiago, che ha termine nella città di Compostela. L Anno Santo Giacobeo di questo 2010 si va concludendo. Per il prossimo si dovrà attendere il 2021, continuando Fede&Storia Da dodici secoli, milioni di pellegrini hanno indirizzato i loro passi verso la basilica sorta nel campo dove una prodigiosa luce come di stella, nell estate dell 813 fece ritrovare all eremita Pelagio la sepoltura di Giacomo. Di qui il nome della città che vi è sorta attorno: Campus Stellae, nel tempo del passaggio dalla parlata latina al volgare divenuta Compostella. San Giacomo fu il primo, tra gli immediati compagni di Gesù, a subire il martirio in Palestina. Di qui, con un miracoloso trasferimento, la barca dov era stata collocata la venerata spoglia, raggiunse la costa settentrionale della penisola iberica, non lontano dal promontorio che per i latini segnava la fine del mondo conosciuto: Finis terrae, in faccia all Oceano. Con i palmieri, che ritornavano dalla visita al Sepolcro una tradizione nata nove secoli fa, che si ripete per tutti gli anni in cui la festa di San Giacomo, il 25 luglio, cade di domenica. L indulgenza plenaria, offerta al pellegrino che giunge al Santuario galiziano, conferma l importanza straordinaria che questo luogo santo ha avuto, ed ha, attraverso i secoli. La devozione resa alle reliquie dell Apostolo, che con il fratello Giovanni Evangelista, seguì il Cristo per farsi pescatore di uomini, è divenuta parte importante dell identità spagnola ed europea. Il simbolo I pellegrini che raggiungevano Santiago testimoniavano il loro viaggio con la conchiglia che è rimasta icona del santuario. Qui, attorno al Mille, nacque l inno Salve Regina. Sulla via di san Giacomo, popoli alla ricerca dell identità cristiana Da dodici secoli itinerario dello spirito di Cristo in Terra Santa, recando come segno un ramo di palma, e i romei, che scendevano a Roma, centro della cristianità, i pellegrini che in lunghe marce raggiungevano Santiago, testimoniavano il viaggio compiuto recando una conchiglia raccolta sulla spiaggia atlantica. Un simbolo sacro, uno stemma dalla costolatura come raggi del Santuario sorto nel Campo della Stella sole, che irradia santità sul petto del pellegrino. È la coquille Saint Jacques dei francesi, la Capa Santa dei veneti. Che Papa Innocenzo VI volle nel suo stemma. Simbolo, con le sue due valve, dell attaccamento a Dio e dell amore per il prossimo. Un accumulazione di grazie, da quei secoli lontani, ha confermato la luminosa potenza della santa reliquia. Qui, intorno al Mille, il vescovo Pedro de Mezonzo scrisse l inno Salve Regina che ancora rivolgiamo alla Vergine. Alla tomba del Santo, ebbe a ricordare Giovanni Paolo II, convennero Francesco Volge al termine l anno Giacobeo, con il cuore nella città di Santiago de Compostela. Nell estate dell 813, il prodigio di una stella fece ritrovare all eremita Pelagio il luogo galiziano, dov erano sepolti i resti dell Apostolo Giacomo, fratello di Giovanni. d Assisi, Re e Imperatori. L intera Europa - affermò il Papa, nel discorso tenuto a Santiago in occasione del precedente Anno Santo Giacobeo - si è ritrovata intorno alla memoria di Giacomo in quegli stessi secoli nei quali essa si costruiva come continente omogeneo e spiritualmente unito. Per quello, lo stesso Goethe affermerà che la coscienza d Europa è nata pellegrinando. I pellegrini richiedono i timbri che certificano il passaggio, nelle varie tappe lungo il cammino, in attesa di ottenere, una volta giunti alla meta, il diploma che riempie di senso il gesto di abbracciare la statua del Santo, com è consentito al pellegrino. Sulla via di San Giacomo il continente che ha voluto e saputo spingersi oltre quel misterioso oceano su cui si affaccia, portando a tanti popoli il Vangelo di Cristo, può ritrovare la grandezza e la serenità che nessuna abbondanza monetaria e innovazione tecnologica possono assicurare. Una comunità di genti di nuovo in pace col suo Dio. Seguendo di notte la Via Lattea Uomini di fede e persone da ogni dove dei popoli europei è intessuta nel filo L identità prezioso delle visite ai santuari cristiani, piccoli e grandi, presenti ovunque nel continente. I pellegrini di Santiago, lungo le ardue e pericolose strade medievali, seguivano nelle notti stellate la direzione tracciata dalla Via Lattea. Le cronache antiche registrarono la presenza di 74 nazioni cristiane, ma anche di arabi e giudei. Elencando guasconi, bretoni, tedeschi, inglesi, borgognoni, normanni, tolosani, provenzali, lombardi. Anime di un Europa che nella ricchezza della sua diversità vibrava di spiritualità partecipe. Ciò che ora le è venuto a mancare. E ne avverte la sofferenza. Lo dimostra la forte ripresa dei pellegrinaggi a Santiago negli ultimi decenni. Uomini di fede e persone alla ricerca di Dio, in questa età dubbiosa, mortificata dal materialismo, accorrono numerosi alla tomba dell Apostolo cercando di ritrovare la continuità con le generazioni che fondavano il loro vivere sull amore e il timore di Dio. Riaprono le vecchie strade, si restaurano gli ostelli e le chiese romaniche lungo il percorso. Alla tomba dell Apostolo una unità e continuità di generazioni

4 / Ottobre Chiesa, società e bisogno di una nuova evangelizzazione La tentazione di credere di Giuseppe Zois Tempo di camerieri di idee alla moda Una donna che da anni si trova a vivere in una posizione di confine. Una donna che in casa non ha avuto un orientamento religioso, un educazione cattolica: anzi, una donna che proviene da un ambiente ateo, anticlericale, massone. Una donna inquieta che ha fatto un lungo cammino spirituale. In questi pochi tratti, c è un accenno dell identità di Susanna Tamaro, scrittrice famosa per i suoi successi, solida per il suo sentire, delicata nel raccontare l interiorità delle persone, le variegate situazioni del vivere. Susanna Tamaro è colta, ha uno stile di vita ispirato all essenzialità, non fa concessioni al mercato, non frequenta salotti e jet set. Vive la sua vita avvolta nella discrezione in cui ha scelto di stare. Si fa vedere - e notare - con i suoi scritti, i suoi interventi sempre acuti e ricchi di intuizioni, che poi, ciascuno le invidia, soprattutto con i suoi libri, puntualmente densi di momenti, di percorsi, di incontri, in una parola di calda umanità che fa da filigrana preziosa e continua. In un tempo di diffuso qualunquismo, di conformismo e di filosofia del tornaconto, di camerieri delle idee alla moda, questa scrittrice non ha paura di affrontare temi scomodi, anzi ha il coraggio di dire, con chiarezza, Cercatori di infinito come la pensa e di accendere dibattiti e confronti su aspetti scottanti, problemi controversi. Per come vanno le cose, è certo che Susanna rimedia incomprensioni, attacchi, veleni. Non per questo desiste dall affrontare scogli, dal denunciare contraddizioni, incongruenze, assurdità, il velinismo che affligge molte ragazzine, che non sanno niente della vita e dell amore e inseguono il mito abilmente creato da moltiplicati gatti e volpi che popolano il Bussate e vi sarà chiuso Il riaffiorare di questi temi viene fuori dalle esperienze vissute da persone della generazione di Susanna, uscite da sbornie ideologiche, dalla ricerca di autenticità, di sostanza, di fede nel Vangelo. Invece che il padre del figliol prodigo, invece del buon samaritano o del pastore che lascia le 99 pecore per andare in cerca di quella smarrita, questi orfani del Padre hanno trovato porte chiuse, l esatto contrario dell annuncio di Cristo che esorta a chiedere, perché vi sarà dato, a bussare, perché vi sarà aperto. Non trovando quell accoglienza di comprensione e di ascolto che si attendevano, gli ondeggianti se ne sono ripartiti. In queste accuse Susanna è in buona compagnia con robuste figure di teologi, che sono rimasti dissenzienti fedeli - come lo erano Mazzolari, Milani, Turoldo, Fabbretti, Levi, De Piaz Caustica e amara, ma profondamente vera, Susanna quando cita un prete, uno dei sempre più diffusi preti che tuonano il verbo, alla maniera del così è, preti manager, che viaggiano con valigette come se dovessero frequentare consigli di amministrazione piuttosto che banchi di chiese. Dunque: un giorno, la scrittrice spiegava a un prete il sentito e tardivo riavvicinamento alla fede di un amica di cui avrebbe, dopo poco, celebrato il funerale. Gli ultimi mesi non contano niente, bisogna stare da sempre nella Chiesa, obiettò quel sacerdote che aveva ben chiaro - evidentemente - l annuncio evangelico e la confortante assicurazione di Gesù: Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per 99 giusti che non hanno bisogno di conversione. (Lc 15,7) presente. E poi, la bellezza vestita di ossessiva perfezione, la maternità tradita con una pillola, l aborto che diventa un facile e banale contraccettivo Lo stesso ha fatto contro le moderne gogne mediatiche perfide e orrende, che macchiano per sempre - per interesse, calcolo politico, ecc. - le esistenze di persone integre, magari per scusarsi dopo qualche tempo (vedere in proposito il caso Boffo). Con un suo nuovo intervento sul Corriere della Sera, Susanna ha firmato una diagnosi dei mali che affliggono la Chiesa, dall eclisse di Dio alla grave crisi del senso della fede cristiana e dell appartenenza alla Chiesa, per usare le parole del Papa. Susanna ha adoperato la frusta contro la secolarizzazione in atto e, ancor più, contro i pannicelli con cui ci si illude di poter guarire una patologia fattasi ormai grave. Alla base delle sue critiche c è, comunque, un terreno d amore, con il desiderio di una catarsi morale. San Francesco rinuncia al padre. San Bonaventura ha scritto: Francesco restituì al padre ogni cosa, e spogliatosi rinunziò ai beni paterni e terreni, dicendo al padre: D ora in poi posso dire: Padre Nostro che sei nei cieli, poiché Pietro di Bernardone mi ha ripudiato. (Cap II,1043) Davanti alla cosificazione dell uomo Una risposta di santità Sul bisogno di santità e sugli uomini di Chiesa la Tamaro pome amare domande: Chi sono le persone di Chiesa che ci vengono incontro, che parlano dai pulpiti delle parrocchie, in televisione, sui giornali? Hanno sguardi luminosi? Le loro bocche parlano davvero della pienezza del cuore? Sono forze di santità? E se lo sono, perché non arrivano, perché le loro parole lasciano per lo più indifferenti se non irritati? Perché non faccio altro che incontrare persone buone, rette, etiche, che si sono allontanate per sempre dalla Chiesa dopo esperienze deteriori con i suoi rappresentanti?. Ha ragioni da vendere Susanna quando sostiene che l attuale sete di verità e bellezza non può venire soddisfatta né dalla mediocrità delle vite e delle testimonianze, né da una liturgia che ha abbandonato il sacro, diventando sempre più simile a una sorta di intrattenimento televisivo. I tempi nuovi impongono strategie adeguate, che non abbiano paura di andare avanti e che non si accontentino del ricordo. Forse è il momento di capire che non è la quantità dei sacerdoti, ma è la qualità a fare la differenza. E la qualità non dipende dalla preparazione teologica, dai convegni, dai master accumulati, ma dalla purezza dell anima che si arrende alla Grazia. Un anima arresa è un anima che converte, che disseta. Un anima che traffica, organizza, o si assopisce sui suoi privilegi, è un anima che allontana. I nostri tempi hanno bisogno estremo di santità, perché davanti alla cosificazione dell uomo, è l unica condizione che lo riporta alla straordinaria grandezza per cui è nato. Susanna Tamaro Francesco con le parole e la vita algrado tutti i discorsi Msull apertura, sulla nuova evangelizzazione, la Chiesa - annota la Tamaro - continua ad essere una struttura solo apparentemente accogliente, raccoglie giustamente i poveri, si prodiga con generosità per alleviare le sofferenze degli ultimi, ma spesso in questa bulimia di buone azioni, si dimentica delle inquietudini delle persone normali. Poi, ecco un affondo su cui soffermarci tutti: Mancano i padri e le madri spirituali, persone credibili, che abbiano fatto un cammino, che conoscano la complessità e la contraddittorietà della vita e che, con umiltà e pazienza, sappiano accompagnare le persone lungo questa strada, senza giudicare e senza chiedere risultati. Nel padre o nella madre spirituale non c è niente di nuovo, bensì qualcosa di straordinariamente antico: la sete di un anima che incontra un altra anima in grado di aiutarla a cercare l acqua. La realtà è sotto gli occhi di tutti, l appannamento del sacro, i giovani, e non solo loro, sempre più lontani, l indifferenza e il relativismo, il cristianesimo à la carte stanno svuotando le chiese. Mentre il malato si aggrava, più che pensare ad una terapia d urto - ossia al ritorno al Vangelo - si istituiscono nuovi organismi, come il Pontificio Consiglio che ha la missione di promuovere una rinnovata evangelizzazione. In questo momento ci sarebbe bisogno di gente giovane, trascinatrice, con un forte ascendente sulle nuove generazioni, capace di incendiare entusiasmi e passioni. Questa Chiesa, che in passato ha espresso figure gigantesche di profeti e rinnovatori, Sceglie come sua guida un vescovo intellettuale che ha ricevuto il compito di gestire una rivoluzione dei cuori. Perché i carismi ci sono pure per qualcosa! E del resto la Tamaro fa il nome di un uomo e di un santo che ha dato una delle scosse fondamentali per un ritorno alla semplicità, all umiltà, alla povertà: San Francesco d Assisi. È un passaggio di grande forza: il fascino del Poverello è rimasto contagioso. San Francesco da più di 800 anni continua a parlare e a commuoverci con le sue parole e la sua vita. San Francesco infatti era un Santo. E cosa vuol dire Santo? Essere una persona integra, una persona che non ha doppiezze, fraintendimenti, che conosce solo il sì sì e no no di evangelica memoria. Da 800 anni continua a commuoverci

5 5 Uccisi perché sospettati di fede Un attentato in Afghanistan per colpire un gruppo di volontari: massacrati 8 medici, 5 uomini e 3 donne di un organizzazione che opera nel martoriato Paese da 40 anni. / Ottobre 2010 Karen Woo era alla vigilia delle nozze Ho paura ma voglio aiutare chi soffre Le imboscate, gli agguati, gli attentati sono sempre odiosi, perché vili e sferrati a tradimento. Lo sono in misura colossale quando vengono compiuti contro persone in missione umanitaria. Una orrenda strage è stata compiuta a inizio agosto in Afghanistan, nella provincia nord-orientale del Badakhshan. Dieci volontari sono stati uccisi da irriducibili talebani, uomini legati ad Al Qaeda e al clan Haqqani. Terroristi accecati dal fondamentalismo e dall imperativo categorico della guerra di religione in nome dell islam. Le vittime sono sette uomini e 3 donne, 6 americani, un inglese, un tedesco e 2 afghani. Sono stati giustiziati perché Gli aspetti positivi sono la generosità, la capacità di condividere; quelli negativi sono la rigidità del sistema, la sicurezza nel conformismo. Karen Woo sospettati di essere spie e di fare proselitismo per il Dio dei cristiani. Gli 8 medici occidentali e i 2 afghani sono caduti sotto una raffica di colpi: i loro corpi sono stati trovati da un pastore. Il capo del gruppo era l americano Tom Little, in Afghanistan da 30 anni, conosceva e parlava le lingue locali: qui ha cresciuto anche le sue tre figlie. Il capo dell organizzazione IAM (International Assistance Mission), Dirk Frans non sa capacitarsi di questo attacco: Siamo un organizzazione cristiana ma non abbiamo mai fatto proselitismo. È vietato dal nostro statuto. Siamo qui da 40 anni e abbiamo lavorato sotto il re, sotto i russi, sotto i comunisti, sotto i signori della guerra e sotto i talebani. Questo fatto è una tragedia, soprattutto se si pensa agli enormi bisogni di alcune aree. C è ancora posto per il lavoro umanitario? Alberto Cairo Karen Woo si sarebbe dovuta sposare L inglese in settembre e s era fatta preparare l abito nuziale da un afghano. Karen teneva un diario in cui rivela tutto il suo animo, la sua umanità, la sua ansia di solidarietà. Ecco un passaggio che ci dà la misura del suo sentire: Questo è un posto molto diverso dall Inghilterra e le gerarchie sociali e famigliari sono molto forti. Gli aspetti positivi sono la generosità, la capacità di condividere malgrado la mancanza di cibo e spazio e soldi; quelli negativi sono la rigidità del sistema, la sicurezza nel conformismo e quindi la mancanza di coraggio di rompere lo stampino per mostrare la propria individualità. È difficile da spiegare ma tentare di assumere un comportamento diverso dal normale significa venire subito condannati. Così i costumi cambiano davvero lentamente. Ho paura ma voglio comunque aiutare chi soffre. Alberto Cairo, che lavora in Afghanistan per il Progetto ortopedico del Comitato internazionale della Croce Rossa, ha rilasciato un commento molto commosso, ma altrettanto fermo nell analisi e nella condanna di chi vuol promuovere Dio con le bombe e la morte. Dell organizzazione di cui facevano parte le vittime, Cairo ha detto che con mezzi limitati riesce ad ottenere grandi risultati, grazie ad una gestione accorta delle risorse e ad una profonda dedizione. Non trovi mai i suoi volontari a feste o cene sontuose: vivono in case modeste, guidano macchine di terza mano. Trascorrono mesi ad imparare le lingue locali e dichiarano apertamente di ispirarsi a principi cristiani. Mi trovo in Afghanistan da 20 anni. Anni in cui ho assistito a fatti, misfatti, gesta grandiose e meschine. Anni che mi hanno cambiato. Con l esperienza ora accetto cose per le quali un tempo mi indignavo, tollero usanze spesso assurde, aspetto paziente guardando fisso ai risultati. Sono diventato pragmatico. Ma per eventi come questo continuo a urlare. Sono inaccettabili, mostruosi. E viene spontanea la domanda: nell Afghanistan di oggi c è posto per il lavoro umanitario? È ancora possibile? A Kabul rimane relativamente, malgrado si vedano stranieri costretti dalle ambasciate a limitare moltissimo le loro attività sulla base di regole di sicurezza spropositate. Molto più problematico è invece lavorare nelle province dove si combatte. Spesso non è presente neanche un organizzazione non governativa. E del resto: senza sicurezza, come si può lavorare? Questo fatto è una tragedia, soprattutto se si pensa agli enormi bisogni di alcune aree. (e.t.) Non c è solo negatività attorno a noi: la tragica e al tempo stesso edificante storia-testimonianza di Pillon morto da eroe in India Riccardo, il gigante buono che si spendeva per gli altri Nello scorso mese di agosto, durante il maltempo che ha funestato l India e il Pakistan, seminando morte e distruzione fra popolazioni spesso già allo stremo, se n è andato un giovane italiano: Riccardo Pillon. La sua scomparsa nel Kashmir, ha lasciato sconvolta la famiglia e ammutolita una folla di amici. Questo giovane era una bella persona: una di quelle figure miti, generose, solidali, impegnate per il proprio avvenire e attente ai bisogni del prossimo, soprattutto quello in difficoltà. I vari TG, nemmeno dopo che è morto hanno voluto occuparsi di lui andando oltre le poche righe, con un appello commovente della mamma per il recupero della salma. Andare in cerca di buone notizie non è facile: ma, quando i giornali scrivono il profilo e danno la misura della grandezza d animo di una persona, si potrebbe pensare ad un servizio da collocare dentro una palude di degrado della politica, di criminalità crescente, di incidenti e pirateria della strada, di stupri e traffici di droga, cioè l ordinaria filigrana di un TG qualsiasi. I giornali hanno riferito che Riccardo Pillon, 23 anni, è morto da eroe, spingendo un vicino oltre la piena in arrivo e salvandogli la vita. Il ritratto è quello di un giovane d oggi, nella cui esistenza c era posto per tutto. Alto, bello sportivo. Giocava a basket nella Don Bosco Crocetta, sciava, faceva sci alpinismo. Amava la medicina. Era il gigante buono che divorava la vita, ma si distingueva soprattutto per l aiuto che dava a piene mani al prossimo. Ancora dai giornali: Da anni era volontario del Centro culturale Valmiana La sua fede era vissuta ogni giorno in una testimonianza costruita nei corsi di formazione spirituale, nell aiuto elargito agli studenti più giovani. E soprattutto nelle attività estive di volontariato. Gli amici raccontano che risparmiava durante l anno euro su euro per poter andare, a sue spese, in estate in Paesi lontani a costruire quel che mancava. Se ancora non bastasse, ecco altre tessere di un mosaico di umanità davvero splendida: In Nicaragua, qualche anno fa quando era giovanissimo, aveva realizzato servizi igienici in un villaggio e l anno scorso in Romania si era dedicato con alcuni amici alla ristrutturazione di una chiesa del rito greco e di un asilo. Era così Riccardo Pillon; capace di collezionare trenta agli esami e di stupire i docenti. Lo squarcio affettivo per la perdita di un uomo come Riccardo Pillon è molto profondo: al tempo stesso la sua testimonianza circoscritta agli amici e ora rivelata da chi lo conosceva all opinione pubblica è una spinta a demolire il muro di sfiducia che i media ogni giorno innalzano. Da una gioventù tanto sparlata escono ancora, per nostra fortuna, figure di nitida luminosità che rischiarano il cammino di tutti. Non sono casi sporadici o eccezionali: ce ne sono. Dobbiamo solo imparare a guardare oltre la linea nera che ogni TG traccia. Se alziamo di poco lo sguardo vediamo l azzurro e il sole che ora avvolgono del tutto Riccardo Pillon e tutta la scia di bene che ci ha tracciato. (gi. zo.)

6 / Ottobre Quelle picconate finite in niente La morte a 82 anni di Francesco Cossiga di Gino Carrara Se potessi tornare indietro, non impugnerei più il piccone perché la fasulla seconda Repubblica di oggi ha dimostrato che i miei sforzi sono stati inutili ( ). Nessuno volle raccogliere il messaggio. Nessuno capì l allarme ( ). Avevo proposto un salto nel futuro, ma ero troppo in anticipo sui tempi. Queste riflessioni che, Francesco Cossiga fece a voce alta con un giornalista poche settimane prima di morire, vanno lette come un autocritica o come un autodifesa? L interrogativo si aggiunge ai non pochi irrisolti, su eventi clamorosi della più recente storia italiana, che Ceccio da Chiaramonti - come Cossiga una volta si ribattezzò - s è portato nella tomba. Egli si è spento (a 82 anni da poco Clamorose esternazioni a fine mandato compiuti) il 17 agosto, dopo un breve ricovero ospedaliero, imposto da una crisi respiratoria. Ha voluto funerali semplici nella sua terra, la Sardegna. Anche nell ora del trapasso è rimasto coerente con il suo stile, che lo rese straordinario sotto molteplici aspetti. Nato a Sassari nel 1928 da genitori originari di Cheremule, cresciuto in una parrocchia che da ragazzi frequentarono alcuni altri politici illustri (a cominciare da Antonio Segni, Presidente della Repubblica dal 62 al 64), cugino in secondo grado di Enrico Berlinguer, segretario del PCI tra il 1972 e il 1984, conseguì la maturità liceale a 16 anni, ebbe la laurea a 20 e poco dopo prese ad insegnare Diritto Costituzionale all Università. A 17 anni Francesco Cossiga ottenne la tessera della Democrazia Cristiana, primeggiando rapidamente tra i giovani turchi sassaresi. Nel 48 - lo riconobbe egli stesso apertamente - fece parte dell organizzazione ( Gladio ) pronta ad imbracciare le armi qualora i socialcomunisti, perdute le elezioni del 18 aprile, avessero tentato un colpo di stato. A trent anni il futuro Ceccio era deputato a Roma. Nel 1966, come sottosegretario della Difesa con delega per i servizi segreti, cominciò ad impratichirsi nell arte di governare, poi esercitata sino ai gradi più alti. Ad appena 57 anni il 24 giugno 1985, al primo scrutinio, con 752 voti a suo favore su 977, fu eletto Capo dello Stato, ottavo della serie dopo la fine della monarchia in Italia, il meno in età degli approdati al Quirinale. Austero e silenzioso nei primi cinque anni, negli ultimi due (prima delle dimissioni con qualche mese di anticipo sulla scadenza del settennato) inanellò esternazioni e picconate in continuità per denunciare che il sistema non reggeva più e per far capire che, se la classe politica non avesse fatto nulla, sarebbe stata presa a pietrate per strada. Aspro, ironico, sarcastico Giudizi brucianti Al momento della scomparsa di Francesco Cossiga, pressoché unanime è stato il cordoglio, unito al riconoscimento dell acutissima intelligenza, della vasta cultura, della ricchezza umana, del senso dell umorismo, della perspicacia politica che caratterizzavano l insigne uomo di Stato di origine sarda. Eppure, in vita, Francesco Cossiga non fu mai tenero con nessuno. Non di rado pronunciò giudizi e tracciò ritratti brucianti di leaders sulla cresta dell onda. Definì Achille Occhetto, allora segretario del PCI, uno «zombi con i baffi, capace di far rivivere le cose più abiette e più volgari del paleostalinismo». Disse di Romano Prodi: Buon cristiano, ottimo marito e padre di famiglia; ma per governare il Paese non basta. E su Silvio Berlusconi sentenziò: Se lui è il nuovo Alcide De Gasperi, io sono il nuovo Carlo Magno. A proposito delle proprie picconate, quando qualcuno avrebbe voluto bloccarlo dichiarò: Io non sono matto. Io sono un finto matto che dice le cose come stanno!. Disse un giorno Francesco Cossiga: Quello di Presidente della Repubblica è stato per me il lavoro più noioso e ingrato. Quando lo esercitò - tra il 1983 e il gli parve invece divertente il ruolo di Presiedete del Senato. Gli risultò pesante (tra il 1979 e il 1980) il compito di Presidente del Consiglio: tra tante cose gli capitarono addosso infatti il giallo dell aereo colpito ad Ustica e la spaventosa strage alla stazione di Bologna (fatti dei quali, nello scorrere del tempo, egli non mancò di dare sue interpretazioni ). Per Francesco Cossiga fu però particolarmente vero, duro e dolorosissimo il lavoro di ministro degli Interni: lo esercitò nel periodo culminante degli anni di piombo, quando la sinistra extraparlamentare scriveva il suo nome sui muri con la K e la svastica, ma, specialmente, venne rapito e assassinato Aldo Moro (primavera del 1978). Dopo lo sconvolgente epilogo della vicenda, Francesco Cossiga si dimise; cadde in depressione, mentre i capelli gli si facevano, rapidamente, bianchi. Aveva incubi notturni: Mi svegliavo urlando che ero stato io ad ucciderlo - confidò -: ed in effetti ero stato io a rappresentare in prima persona la linea della intransigenza con le Brigate Rosse. Dopo aver lasciato il Quirinale, contrariamente ai suoi ex colleghi, Francesco Cossiga, per Dal telefonino ai trenini Interessi a 360 Francesco Cossiga era uomo dalle mille passioni e dagli interessi infiniti. Sin da ragazzo cominciò a collezionare un po di tutto: bandiere, penne, soldatini di piombo, orologi, cravatte, medaglie. Grandissimo è sempre stato il suo interesse per le conquiste della tecnica, per l elettrotecnica, per l elettronica. Fu tra i primissimi a dotarsi del telefonino ed ha sempre voluto tra le mani gli ultimi modelli di cellulare; idem per il PC. Era anche un incallito radioamatore: nelle sue conversazioni notturne attraverso l etere con il suo codice Iofcg gli capitò di incrociare altri personaggi illustri (come, per esempio, re Juan Carlos di Spagna). Quando diventò ministro e poi capo del governo dovette però lasciar perdere questo suo hobby. Lo scomparso ex Presidente della Repubblica era pure uno sportivo: praticava l alpinismo, era un tifoso della Juventus (e non del Cagliari), ma aveva una speciale attenzione - anche se vi salì poco - per la bicicletta: Il ciclismo - asseriva - mi piace perché è lo sport che più assomiglia alla vita. In sella o hai le gambe buone per pedalare e il fiato o sei morto!. un certo periodo, ha esercitato ancora attività politica, con prese di posizione spesso determinanti ora per il centro-sinistra ora per il centro-destra, ma sempre con una sua tipica caratterizzazione. Scritte sin dal settembre 2007, insieme al testamento personale, nel giorno del decesso, ha lasciato quattro lettere dirette alle quattro più alte cariche dello Stato (Presidente della Repubblica, Presidente del Senato e della Camera, Presidente del Consiglio). L incipit della missiva per il titolare del seggio più importante di Palazzo Madama ha colpito tutti per la sua difformità dal politichese oggi di moda: Nel momento in cui il giudizio sulla mia vita è misurato da Dio Onnipotente - queste le parole scritte da Francesco Cossiga -, professo la mia Fede religiosa nella Santa Chiesa Cattolica e confermo la mia fede civile nella Repubblica. Amico di Joseph Ratzinger sin dai tempi in cui questi era cardinale, andava spesso a trovarlo in Vaticano dopo la sua elezione al soglio di Pietro. Discutevano di tutto. Colpito dalla sua conoscenza dei sacri testi, Benedetto XVI un giorno non si trattenne dal dirgli: Lei è anche un grande teologo!. Non si sa quale sia stato il commento di Ceccio da Chiaramonti. Mondo politico sordo ai suoi messaggi La corte di S. M. Michelle Vacanze regali, in Spagna, per Michelle Obama: corteo di 13 auto per ogni spostamento, servizio segreto alle calcagna, alloggio a Villa Padierna Marbella, tra i 10 hotel più belli al mondo, aereo Air Force Two a Malaga. E gli USA, in grave crisi economica, pagano. Diamanti insanguinati Governava la Liberia con l arma del terrore. Dittatore sanguinario, Charles Taylor è processato per 120 mila morti. Alle belle donne regalava diamanti. A Naomi Campbell, uno enorme. Lei ha sempre negato, poi ha minimizzato. Incastrata da Mia Farrow e Carole White. Bisogna proprio laurearlo? Che Bossi abbia fiuto politico è provato dal Carroccio che ha inventato dal niente. Perché conferirgli una laurea honoris causa in Scienze della comunicazione? Semmai in Scienze politiche. Abbiamo presenti il suo gergo e il suo elegante esprimersi con il dito medio? Salame o ravioli, tutto fa cassetta Siamo usciti dalla solita estate delle solite proposte di intrattenimento. Che noia tutte queste sagre nostrane del cotechino, del raviolo, del pesciolino, del bue A parte il mangiare a qualche modo e con igiene precaria, ogni volta tombola, lotteria e cassetta!

7 7 / Ottobre 2010 Lo spettro del voto Osservatorio di Claudio Bonvecchio* Estate italiana di veleni Se la politica scade e diventa lotta continua Attacchi personali, ricatti, spaccature In questa legislatura, contrariamente alla precedente, c è una solida maggioranza al potere. Ma, s è visto che, anche i numeri, a volte non bastano per tener lontani una crisi e lo spettro ricorrente di elezioni anticipate, antico rimedio all italiana. Pericolo di frana La casa e i politici siamo insensibili al grido di dolore che da tante Non parti d Italia si leva. Con questa frase ad effetto iniziò il processo storico che ha condotto all Unità d Italia: quella che oggi noi celebriamo in sordina e con diffuso disinteresse. Questa stessa frase - sempre oggi - sembra dar conto del profondo disagio del popolo italiano che assiste, attonito, ad un degrado politico che sembra inarrestabile: per non dire, appunto, doloroso. Sembra, infatti, che tutto quanto riguarda la politica stia precipitando in un abisso senza fondo, contrassegnato Gli italiani tengono molto - e giustamente - alla loro casa. Numerosissime sono le poesie e le canzoni che ne parlano: con sentimento, passione, nostalgia e straziante ricordo. Altrettanto costante è il desiderio di poter avere una casa propria: dove poter mettere le radici, dove allevare i figli e dove trascorrere una serena vecchiaia. Tutti ricordiamo l antico e significativo detto popolare: Casa mia, per piccina che tu sia, tu mi sembri una badia (ovvero una abbazia). Ora, la casa, sembra, invece, essere diventata una maledizione: almeno per i politici. Il buon ritiro di Berlusconi - villa Certosa - gli ha procurato noie a non finire; per una casa comperata nel centro di Roma (in buona parte senza che lo sapesse ) il ministro Scaloja ha dovuto dimettersi; per una casa a Montecarlo (tra l altro del fratello della compagna), Fini ha grattacapi a non finire. Cosa sta succedendo? Sono lontani i tempi in cui Cincinnato si ritirava nella casetta in campagna, De Pretis nella modesta casa di Stradella, Garibaldi nella casetta (modestissima) di Caprera. Che sia un problema di location e di metrature? Bisogna che i politici vi riflettano. da una guerra - ora sorda ora esplicita - che coinvolge tutti: senza pietà e senza il dovuto rispetto per i cittadini che, secondo i principi della Democrazia, sono i veri (e gli unici) detentori del potere politico. Cosa, questa, che viene assolutamente scordata dai politici. Alla luce di tutto ciò, diventa assolutamente incomprensibile l assurda personalizzazione politica che contraddistingue lo scontro - mai avvenuto prima nella storia della nostra Repubblica - tra Berlusconi e Fini. Uno scontro che dimentica che gli elettori hanno votato entrambi affinché portassero a termine - insieme - un programma politico preciso e irrinunciabile: e non altro. Vuol dire che i cittadini rifiutano ogni protagonismo - da qualsiasi parte provenga, così come rifiutano che i loro rappresentanti giochino con le istituzioni, sia per mantenere un potere personale sia per aumentarlo. Se questo - in minima parte - può essere fisiologico alle dinamiche del potere e della politica, quando diventa patologico (come sta avvenendo) mette in gioco la tenuta stessa della Democrazia. Perché la Democrazia è una forma di governo fragile, in quanto non si basa su una legittimità che proviene Codice di riferimento dall alto o sull uso della violenza, ma su un bilanciamento dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario. Questo bilanciamento - per delega popolare - deve avvenire in nome della ragione, a sua volta indirizzata al bene comune e al progresso, armonico ed intelligente, della società. Il che non esclude, certo, la passione politica e lo scontro La democrazia è una forma fragile di governo - anche duro, se necessario - ma passione e scontro devono essere sostenuti e motivati da grandi idee, da un rispetto reciproco e dalla convinzione della assoluta intercambiabilità dei soggetti politici (degli uomini politici) in gioco. Quando questo non avviene - e lo scontro tende a diventare una guerra fra bande - allora la Democrazia è in pericolo. Ed è in pericolo non perché congiurano contro di essa poteri forti, servizi segreti deviati, Massoneria e Opus Dei o altre simili fantasie, ma perché viene meno la fiducia nella Democrazia stessa e nella Per chi detiene il potere Sulla politica italiana e il suo preoccupante sfilacciamento in scontri personali e di schieramento, la Chiesa ha preso posizione a più riprese. Lo ha fatto il Papa, quando ha lanciato l appello ai giovani, perché si impegnino e portino il loro contributo ideale alla costruzione di una società cristiana e lo ha fatto il Presidente dei vescovi, il cardinale Angelo Bagnasco che - tenendo l omelia di San Lorenzo (10 agosto) a Genova, nella cattedrale dedicata al martire, ha esortato, senza mezzi termini, alla dimensione etica della vita personale e sociale La Chiesa sa che alla radice di tanti mali e di tante povertà vi è il sottosviluppo morale, come afferma Benedetto XVI. San Lorenzo non esitò ad indicare all imperatore Valeriano la realtà umana che attende soccorso e giustizia ma rivelò un nuovo modo di pensare e quindi di agire. San Lorenzo ricorda a chi detiene il potere un codice morale che nasce dallo spirito e dalla natura stessa di ogni uomo; ricorda la distinzione tra il bene e il male, e che questa non dipende dall arbitrio di nessuno; ricorda che un giorno risponderemo ad una istanza superiore e assoluta che è Dio; ricorda che esistono dei valori per i quali vale la pena non solo di vivere ma anche di morire. sua capacità di essere un collante fra i cittadini. Questo apre la strada alla speranza dell attesa di qualcuno - un mitico salvatore - che costringa, in ogni modo, i contendenti alla pace sociale indipendentemente da qualsiasi regola: o meglio, con le proprie regole. Come è avvenuto troppe volte. Ora, l Italia si sta avvicinando, pericolosamente, a questo punto di non ritorno. Per questo, è necessario che tutti i politici ascoltino il grido di dolore che si leva dalla Democrazia italiana profondamente ferita, ma è anche ora che gli italiani facciano sentire la loro voce dicendo basta! a questo processo degenerativo che ci sta conducendo alla rovina. Ma l ammonimento, solenne, non è diretto solo ad una maggioranza rissosa e che ha perso ogni discernimento politico. È diretto anche ad una opposizione (particolarmente il PD) allo sbando, senza una linea chiara e senza una guida salda, che non può e non deve - pilatescamente e come un avvoltoio - sperare di costruire la propria unità e il proprio successo elettorale sulle disgrazie altrui, evitando ogni iniziativa e ogni proposta, temendo che questo possa aprire al proprio interno un altra guerra fra bande. Altrettanto dicasi per i partiti minori - come quello di Casini o Di Pietro - che, con diverse tattiche, mirano ad accrescere fettine di consenso, sperando di accogliere (per scopi elettorali) i delusi, gli scontenti e gli arrabbiati. Altrettanto dicasi per la Lega che - tenendo, il più possibile, un basso profilo - è praticamente sicura di raccogliere i maggiori vantaggi. Ebbene, cari politici, tutto questo non è quella Democrazia di cui vi riempite, a sproposito, la bocca nei vostri esercizi di retorica. La Democrazia, lo si è già ricordato, è altro. È rispetto, modestia, umiltà, senso del limite, coraggio, fede negli ideali comuni, lotta per il miglioramento, dialettica e servizio. Ricordatevene qualche volta. Finché siete in tempo. *Docente di Filosofia delle Scienze Sociali all Università di Varese

8 Il mio nipotino ha compiuto 6 anni alla fine di agosto, ma i suoi genitori hanno deciso di non mandarlo a scuola: aspetteranno l anno prossimo, con la ferma intenzione di lasciarlo giocare perché si goda ancora un po il tempo privilegiato dell infanzia. Decisione criticata da molti tra i loro amici e conoscenti, ma che hanno mantenuto fermamente, peraltro spalleggiati dalla sottoscritta la quale, da nonna e da vecchia maestra, l approva in pieno. Sono, infatti, convinta - e non da oggi - che i bambini del nostro tempo sono a forte rischio di stress per tutte le cose che devono fare e molto spesso subire. La condizione infantile, nella società occidentale - a parole tanto civile - è, infatti, pesantissima: i piccoli vengono stimolati a vivere come piccoli adulti, cioè sottoposti al rigido schema di giornate piene di impegni e di responsabilità. (Ciò vale, in verità, anche per molti adulti, che pure avrebbero bisogno di uno stile di vita più umano, ma qui bisognerebbe fare un altro lungo discorso). Alle ore già di per sé totalizzanti della giornata scolastica - anche se si tratta di asilo-nido e di scuola materna - si aggiungono quelle dedicate ai corsi più svariati: e non è vero che si tratta sempre e solo di attività divertenti e rilassanti, perché anche i corsi esigono attenzione, concentrazione, competizione, obbedienza agli ordini degli istruttori E così succede che tra scuola, catechismo, karatè, piscina, palestra, danza e quant altro, i nostri bambini di tempo per giocare liberamente, e anche solo per riposare e fantasticare, non ne hanno quasi più. E, per giunta, quel poco tempo davvero libero che gli resta, se resta, deve fare i conti anche con la mancanza di spazi per giocare e di coetanei con cui condividere i momenti di gioco. Insomma, il modo di vivere degli adulti e la strutturazione dei tempi e degli spazi nella nostra società sottraggono ai piccoli ciò che spetterebbe loro di diritto, con la conseguenza che, spesso, i genitori sono costretti a rinunciare ai progetti educativi che l affetto e la responsabilità suggerirebbero per una educazione più attenta ai bisogni dei bambini ed alla crescita armonica della loro personalità. Il tempo di vita quotidiano sia dei genitori che dei bimbi è scandito, infatti, non tanto dalle intenzioni educative, quanto dalle condizioni materiali di vita, / Ottobre Dalla Finestra di Anna Carissoni Bambini o piccoli adulti? determinate, a loro volta, dall organizzazione sociale generale: i tempi di lavoro, i trasporti, i servizi, ecc Eppure, l organizzazione del tempo della giornata è un indicatore fondamentale della qualità della vita! Il mio nipotino ha la fortuna di avere dei genitori molto attenti alla sua crescita ed alla sua educazione, al punto che ogni loro scelta viene presa in quest ottica, compresa quella di non lavorare sempre entrambi fuori casa - pur con i sacrifici economici conseguenti - e di non mandarlo a scuola appena compiuti i sei anni. Più affidabili delle baby-sitter e più autorevoli delle tate e fanno anche risparmiare Nonni: meno male che ci sono 2 ottobre, festa degli Angeli Custodi e Festa dei Nonni. Che, in effetti, svolgono, spesso, il compito di angeli custodi, e di solito egregiamente, se, come dicono le statistiche, sono più affidabili delle baby-sitter e più autorevoli delle tate. Nella sola Milano sono i nonni in servizio permanente attivo, quelli che vanno a prendere TV: c è anche chi giudica 100 mila persone che per 48 ore, dalle 7 di sabato alle 23 della domenica, non guardano la tv e riflettono sull uso e sull abuso della televisione. Sono le cifre dell 11 sciopero dei telespettatori indetto per passaparola sulla Rete ( No tv day ). Certo la cifra appare irrisoria a fronte dei 23/25 milioni di persone che ogni sera vivono davanti al piccolo schermo, ma è comunque un buon segno: le adesioni a questi scioperi sono in continuo aumento e dicono l insoddisfazione di quanti vorrebbero una tv meno lontana dalla realtà e più vicina alla vita. Buon segno anche per smontare il mito dell auditel, che non conta mai i telespettatori disgustati che a un certo punto, spengono la tv, guardano un dvd o prendono in mano un libro. i nipoti a scuola, li fanno studiare, li portano in piscina o a sport, danno loro la cena e li mettono a letto. I più impegnati hanno tra i 55 e i 64 anni, in maggioranza donne, e se i nipoti abitano nei loro stessi paraggi, li portano anche in vacanza. I numeri dicono che, nella sola Milano, il fatto di poter disporre di nonni- babysitter fa risparmiare alle famiglie più Irina che voleva scoprire l Italia di un miliardo di euro all anno. Una vera e propria economia della terza età - commenta Mariolina Moioli, assessore ai Servizi Sociali - contributo impagabile fatto di esperienza e di gioia di vivere I nonni sono un elemento fondamentale della nostra società. Già, senza contare il vantaggio psicologico per una crescita serena: i nipotini, infatti, Irina fa la badante: l anziano che assiste, ex- imprenditore edìle, ricco quanto scorbutico, parla poco con lei, quasi solo per brontolare. Anche i suoi parenti sono un po così e Irina, che pure svolge il suo lavoro con infinita pazienza, non riesce a nascondere la sua delusione. Quando ero studentessa in Ucraina - dice - ero innamorata dell Italia, sognavo di visitarla. Ho letto tanto sul vostro Paese, amo la vostra letteratura, l arte, la musica Pensavo che qui da voi avrei potuto approfondire tutto questo, parlarne con il mio datore di lavoro, i suoi parenti, i suoi amici E invece i miei padroni non sanno nemmeno chi siano Dante Alighieri, il Caravaggio, Giuseppe Verdi. Capisco la delusione di Irina: sta imparando che il solo benessere materiale non rende la gente migliore. Immigrati al museo Yuri è un 40enne che viene dall Est. È laureato ma fa il meccanico in un garage e la domenica, non potendo permettersi vacanze più lunghe, porta i figli di 8 e 10 anni a visitare i Musei: hanno già visitato quello egizio di Torino, quello della Scienza e della Tecnica di Milano, la Pinacoteca di Brera e altri. Voglio che i miei figli conoscano la cultura del Paese che ci ha accolto - dice - voglio che siano cittadini acculturati e consapevoli, anche se dovranno fare un lavoro manuale come me. I genitori italiani, invece, la domenica portano i figli nei centri commerciali, a comprare telefonini di ultima generazione e occhialini ultimo grido. affermano unanimi di amare i nonni perché li ascoltano e li fanno giocare. Perché, in effetti, in tante famiglie sono solo i nonni ad avere il tempo di ascoltare i nipoti e di giocare con loro: provvidenziali, dunque, anche come rifugio psicologico, un cuscinetto che attutisce gli attriti, un punto di riferimento, un aiuto disinteressato su cui si può sempre contare. Schiuma-party all oratorio, che idea! Fossi una mamma con figli in età scolare, mi guarderei bene dal mandarli, l estate prossima, al Centro Ricreativo Estivo dell Oratorio di un paese vicino. Nel luglio scorso, mese canonico dei C.R.E., l ultima trovata dei responsabili, per far divertire - come hanno detto - i bambini e i ragazzi, è stata l organizzazione di uno schiuma-party, in collaborazione con una tv locale che poi ne ha trasmesso le immagini: alcune centinaia di ragazzini che si agitavano come zombie sotto la pioggia di schiuma che fuoriusciva da un cannone al ritmo di un ossessionante musica - si fa per dire - da discoteca. Mi sono indignata e angosciata: di chi possono fidarsi oggi i genitori, se anche l Oratorio si adegua all andazzo diseducativo imperante?

9 9 / Ottobre 2010 L esperienza di vita della ginecologa Vera Spagnoli Primo: educare in casa Sessualità consumata senza riflessione sul significato Missione Una vita trascorsa tra la gente, per la gente. Una vita fatta di ascolto, azioni concrete, aiuto e sostegno a giovani madri, a ragazze alle prese con il tema della sessualità e a madri che vivono nelle zone più povere delle Filippine. Vera Spagnoli non è una semplice ginecologa divisa tra studio e ospedale. Per lei il lavoro è una missione di vita, uno strumento di aiuto per gli altri, per costruire una vita migliore anche in situazioni estreme: dall Italia, in un contesto in cui l educazione ha raggiunto livelli disastrosi e si è perso il vero valore dell essere famiglia, fino alle Filippine dove la ginecologa ha operato in una Missione, a contatto con una mortalità che è un fatto quotidiano. Originaria di Sabaudia, ginecologa dal 1968 e presidente dei Medici Cattolici della diocesi di Anagni- Alatri, Vera Spagnoli tiene corsi di preparazione al matrimonio per informare i futuri sposi sull importanza della vita. Da 10 anni lavora anche al Consultorio multietnico di Frosinone e segue i volontari all ospedale di Alatri. di Laura di Teodoro Come si può impartire un educazione seria e responsabile in un tempo in cui sembrano regnare solo l immagine, il mordi e fuggi e i valori perdono sempre più significato? L educazione oggi è un grave disastro. L origine e la causa di tutto è da ritrovare nell esempio famigliare: le coppie si costituiscono in famiglie senza sottoscrivere l impegno a cui vanno incontro per essere libere da eventuali divorzi o separazioni. E questo già è un primo motivo di destabilizzazione per un figlio che viene turbato nel discorso dell affettività. La vita sfrenata, i ritmi sempre più incalzanti, infatti, sono alla base di una carenza affettiva smisurata diventata, purtroppo, una costante. Insomma ci troviamo a vivere in una realtà dove i genitori non sempre sanno dare il giusto e concreto affetto ai figli. Se mancano queste importanti fondamenta, la famiglia finisce con il costruirsi sul nulla: le coppie separate si dividono i figli, si comprano e accattivano l affetto dei bambini o ragazzi. Siamo arrivati, addirittura, al punto di vedere figli di separati contenti di quella determinata situazione, perché si trovano a ricevere più regali al compleanno o a Natale. È assurdo, ma è un discorso che purtroppo si sente in diverse situazioni. I ragazzi di oggi sono liberi, non hanno vincoli. Non hanno una guida adulta in grado di dare un senso a certi gesti. Prima si consuma solo dopo si pensa E qui si entra nel discorso della sessualità. Alcuni tabù sembrano essere caduti ma si è passati all eccesso. Come è vissuta oggi questa delicata sfera umana? Purtroppo senza la giusta e corretta consapevolezza. La sessualità, oggi, è legata esclusivamente a un fatto meccanico, a un istinto ormonale da assecondare. Tutto è diventato lecito a discapito dei valori su cui al contrario dovrebbe costituirsi una famiglia. Qual è la sua esperienza? Che bilancio fa? Come ginecologa posso dire che la maggior parte delle ragazze prima si approcciano al sesso, poi ne capiscono il significato. Rispetto al passato, in famiglia se ne parla di più, ma si è passati all atteggiamento opposto: mamme che portano le figlie di 14 anni a prendere la pillola, invitandole così ad agire liberamente senza una giusta coscienza e responsabilità individuale, oltre che di coppia. Che angoscia la fame! Quali sono l esperienza e il momento del suo lavoro che si porta dentro, come più profondi e indimenticabili? L immagine di una mamma incinta, che doveva partorire, vicina al penultimo figlio appena morto di fame perché malnutrito. Ricordo anche un episodio curioso di un bambino a cui ero molto affezionata. Ai tempi aveva due anni e stava mangiando un boccone di carne. Il cibo è andato di traverso e lo stava soffocando. L ho aiutato a tirare fuori quel boccone e in quel momento è scoppiato a piangere non tanto per il pericolo corso ma per il fatto che stava rischiando di non mangiare quel pezzo di pane. Una perdita di valore che colpisce la sessualità e la vita di tutti i giorni... Certamente. Vedo mamme che incitano i propri figli a dire le parolacce o a cantare canzoni sporche a due o tre anni. Atteggiamenti che poi diventano abitudini e così non si costruisce il rispetto verso l altro. Persistono i cartoni animati fatti di violenza e botte. Fortunatamente, anche se in minoranza, esistono associazioni laicali e oratori che curano l educazione dei ragazzi, ma il lavoro dei responsabili è veramente duro per il susseguirsi di messaggi negativi di fronte a cui i genitori non fanno nulla se non prendere le difese dei figli, sempre e comunque. Bisogno di cibo e di affetto Filippine, storie di vita elle Filippine ho visto la Nvera povertà: gente che donava il sangue per avere in cambio un paio di calzoncini, una maglietta e qualcosa da mangiare. Dopo quell esperienza, per mesi non sono più riuscita a sedermi a tavole imbandite e ricche. Sapere che io avevo del cibo e loro morivano di fame mi angosciava e continua a tormentarmi. Così ho iniziato a parlare ai giovani di quella realtà e di quel bisogno di cibo e affetto che avevano e continuano ad avere i bambini che vivono in quel Paese. Ho imparato ad essere molto più parsimoniosa nei pasti e nell abbigliamento, lontano da quell abbondanza che purtroppo regna alle nostre latitudini. Ho fatto in modo che venissero adottati 75 bambini da miei conoscenti e persone che ho incontrato negli anni. Personalmente seguo una famiglia avvicinata anni or sono: feci il parto cesareo a una madre all ottavo mese di gravidanza. Era il giorno del mio compleanno, così hanno chiamato la bambina Vera. Non solo, sono stata io a battezzarla. È stata un emozione forte e bellissima. Da allora, ho sempre mandato loro i soldi che hanno permesso di far studiare i 5 figli e di costruirsi una casetta. Non mi stanco di ripetere nei miei incontri, soprattutto con i giovani: ciascuno di noi può essere una goccia nel mare, ciascuno di noi può fare qualcosa per costruire un mondo migliore. Ho imparato ad essere molto frugale nei pasti dopo aver visto morire di fame Nel matrimonio civile nessuna preparazione Come prendere un impegno con nessuno Lei segue anche le coppie che vogliono prepararsi al matrimonio. Come si affronta questo momento? Molti si sposano in chiesa non per convinzione propria, ma perché spesso spinti dalle famiglie. I più coraggiosi rinunciano e vanno a convivere o si sposano in Comune. Ma se per la Chiesa esiste un percorso di preparazione, sul fronte civile, invece, manca questo passaggio: non si fa alcuna riflessione ed è come se si prendesse un impegno con nessuno. Si finisce con il vivere alla giornata e ciò va a discapito delle giovani coppie, spesso, già figlie di famiglie separate. Si viene così a creare un circolo vizioso che crea un danno alla società e alla scuola. E nelle Filippine, rispetto all Occidente evoluto, che situazione ha trovato? Sono tornata nelle Filippine, l ultima volta, nel 2004 e andavo già da dieci anni. Sono stata nelle zone più povere, dove c è la miseria più assoluta. Rispetto a noi, forse, il senso di famiglia è un po più forte anche se non mancano gli estremi: ci sono uomini che abbandonano le mogli o addirittura uomini che si risposano e lasciano morire di fame i figliastri. Per molteplici circostanze, paradossalmente, c è un diffuso individualismo. Chi è cresciuto dalle suore, pur con la nostalgia di casa, della propria mamma e con la costante ricerca del genitore perduto, ha studiato, ha preso il diploma e, in un certo senso, ha avuto la possibilità di recuperare la propria vita. In che considerazione tengono la vita e la famiglia? La vita è un bene che può essere tolto da un momento all altro. La mortalità, infatti, è molto alta. A Manila, i bambini giocano su montagne di spazzatura, prendono quanto riescono a trovare per poi vendere pezzi di plastica o altro. Di contro, ci sono zone con ville grandi, dove si vedono bambini che giocano con le baby sitter.

10 / Ottobre Lingua strumento di cittadinanza e coesione nazionale Il paese degli strafalcioni L insegnamento dell italiano straniero in molte scuole Servizio di Anna Carissoni La locandina della festa in bella vista sul cartello all inizio del paese dice, tra l altro, a caratteri cubitali: A tutti i partecipanti i gnocchi verranno distribuiti a gratis!. È solo l ultimo degli strafalcioni che mi capitano sott occhio, se ne vedono tanti in giro, ma il riflesso condizionato della vecchia maestra mi fa sobbalzare anche stavolta: che diamine, semianalfabeti che scrivete le locandine, si dice gli gnocchi e l avverbio gratis non richiede di essere preceduto dalla a! Ma tant è, pare che con gli strafalcioni si debba ormai convivere, rassegnandosi al pessimo uso della lingua anche da parte di chi la dovrebbe conoscere bene come prerequisito professionale: penso a certi giornalisti e conduttori televisivi, penso a tanti politici, soprattutto padani, che pretendono che gli immigrati imparino la nostra lingua (cosa che spesso fanno meglio di noi, tra parentesi) quando sono loro i primi a dimostrare di non aver dimestichezza, né con la grammatica, né con la sintassi né con un lessico appropriato Quando poi sento qualcuno di loro ironizzare sulle pessime condizioni di salute della lingua nazionale mi arrabbio ancora di più: perché non usano altrettanta ironia con i loro colleghi della Pubblica Istruzione che continuano da decenni a sottrarre alla scuola ore di studio alla lingua ed alla letteratura italiana? Nel triennio degli Istituti Tecnici, per esempio, le ore di italiano sono tre per settimana, le stesse che si dedicano allo studio delle lingue straniere; nelle facoltà di Lettere non ci sono esami di grammatica né di sintassi nemmeno per chi proviene da scuole dove non si è studiato il latino, lingua che invece è indispensabile per chi voglia insegnare consapevolmente la nostra lingua. E i risultati si vedono e si sentono: édile invece di edìle, uténsile invece di utensìle, cosmopòlita invece di cosmopolìta, e così via Ma, anche a livello di scuola elementare le cose non vanno molto meglio: a parte l esiguità del tempo da dedicare all italiano, è invalsa la pessima abitudine di verificare le conoscenze e le competenze via via raggiunte dagli scolari con domande a mo di quiz: gli alunni devono solo crocettare le risposte giuste: il che, se fa risparmiare tempo, si rivela poi un disastro per la capacità di espressione, perché i ragazzi non si abituano né a parlare né a correggere il Maturità, 58% bocciato Più della metà degli studenti italiani sarebbero da bocciare in italiano. Lo ha appurato un indagine congiunta dell Invalsi e dell Accademia della Crusca che ha analizzato 6000 prove dell esame di maturità del 2007, bocciandone il 58 % per l insufficiente padronanza della lingua italiana rivelando, sottoforma di errori di ortografia, un uso inappropriato della punteggiatura e di periodi senza senso. Davvero un misero risultato, se si considera che gli autori delle prove hanno alle spalle un percorso scolastico durato 13 anni, e tanto più preoccupante se confrontato con la valutazione ufficiale, quella dei commissari della maturità, che invece hanno assegnato punteggi bassi solo al 20% dei candidati. Dimmi come parli e ti dirò come hai imparato l italiano: si abbassa inequivocabilmente il livello di padronanza della nostra lingua e ne abbiamo prova ascoltando radio-tv e leggendo giornali loro modo di parlare con la guida dell insegnante che fa domande e chiede risposte chiare e coerenti. Ha ragione la professoressa Paola Mastrocola: la lingua nazionale bisogna impararla bene fin dai primi anni di scuola, perché la conoscenza dell italiano è la prima arma per emanciparsi, o per farsi strada nel Paese in cui si è venuti a vivere. La scuola che non insegna presto e bene l italiano perpetua le ingiustizie e l esclusione dalle opportunità: lo diceva don Milani e lo ripete da decenni Tullio De Mauro, mentre anche l Unione Europea ravvisa nella buona conoscenza della lingua uno strumento di cittadinanza e di coesione sociale. Nei banchi 13 anni spesi male Una professoressa dell Invalsi, Elena Ugolini, commentando un tema scritto alla maturità, ha parlato non solo di errori ortografici e sintattici, ma anche di un organizzazione logica delle frasi che evidenzia un livello linguistico da terza elementare e del non possesso degli strumenti linguistici essenziali, per chiedersi amaramente, in conclusione, che cosa è stato insegnato, in 13 anni di scuola, a un ragazzo che scrive così, e quale potrà essere il suo futuro. Tra le prove prese in considerazione, i temi ben scritti rappresentavano il 13%: segno che la prova di italiano della maturità, quella cui nella nostra tradizione scolastica viene attribuito un significato culturale fondamentale, non gode affatto di buona salute. Un amara esperienza vissuta Se l esame diventa un quiz accordo, il nostro è un Paese D in cui le regole e i limiti sono spariti da un pezzo non solo dalla scuola, i tagli alla scuola pubblica certo non aiutano e la tv, che una volta portava l italiano dappertutto si è trasformata nella peggiore delle maestre Ma questi non sono buoni motivi per non fare nulla. Come scrive Marco Rossi- Doria, bisogna tornare ad un test prima del biennio delle superiori e, affinché questo funzioni, ci vuole un esame ancora prima: l esame di quinta elementare per tutti, italiani e stranieri. L ultima grossa discussione che, quando facevo la maestra, mi contrappose ai colleghi ed alla direttrice didattica verteva proprio su questo argomento: mi rifiutai, infatti, di adottare la prova - standard d italiano dell esame di quinta elementare predisposta dalle altre maestre, la solita scheda con il solito quiz per verificare la comprensione di un testo scritto, un breve racconto. Dissi che, a 10 anni, gli scolari non vanno trattati come dei poveri minorati mentali, perché, se gli insegnanti hanno fatto il loro dovere, i ragazzi di quell età sono perfettamente in grado di riassumere un racconto con parole loro, di indicarne i personaggi e i protagonisti, di individuarne e sintetizzarne gli eventuali messaggi e così via Di fronte alla mia ostinazione la direttrice dichiarò che avrebbe chiuso un occhio e mi lasciò fare, con la mia classe, a modo mio, limitandosi a sorridere di quella che definì la mia solita fissa della lingua italiana. I docenti devono essere esigenti se vogliono istruire davvero Troppi ragazzi leggono e ascoltano spesso senza capire. Frasi stereotipate Un esame da ripristinare urlarlo perché è uno scandalo Bisognerebbe insopportabile che non si impari più la nostra lingua a scuola. È la denuncia, sacrosanta, della professoressa Paola Mastrocola (foto qui a lato): i nostri ragazzi usano male le parole e ne utilizzano sempre di meno. Leggono e ascoltano spesso senza capire, come dimostrano anche le periodiche prove a livello nazionale dell Invalsi. Usano per lo più frasi fatte, tratte dagli stereotipi della tv. Non conoscono le basi della sintassi: il che è diventato una parola tuttofare usata, indifferentemente, al posto di a cui, in cui, di cui, ma anche al posto di quando e dove Non è una questione da poco, perché se una persona perde la lingua, perde anche la logica, cioè il pensiero. Se muore il congiuntivo, muore la capacità di costruire ipotesi; se muoiono i connettivi fondamentali ( infatti, mentre, tuttavia, ecc ), muore la capacità di argomentare. Se muoiono la punteggiatura e l ortografia, la capacità di fare ordine nella mente per esprimersi poi con chiarezza si impoverisce in modo impressionante. In Cina i bimbi di sei anni devono saper leggere e scrivere almeno 300 ideogrammi, da noi i quindicenni usano normalmente, in media, 300 parole; in Francia il dettato si fa fino al Liceo, da noi non lo si fa più nemmeno nei primi anni di elementari. Ma come mai si è arrivati a questo punto, se i programmi nazionali - che adesso si chiamano indicazioni - dicono chiaro e tondo che alla scuola materna, elementare e media bisogna insegnare innanzitutto l italiano, cioè proprio la sintassi, la grammatica, il lessico, la punteggiatura? E come mai, allora, gli insegnanti che non lo fanno non vengono mandati a casa, dal momento che i programmi sono vincolanti per i docenti e i traguardi fissati sono irrinunciabili? La libertà di metodo non può essere una scusa, perché il modo di insegnare è giustamente a discrezione del docente, ma il contenuto dell insegnamento deve essere verificabile e verificato.

11 11 / Ottobre 2010 Comune stile digitale di vita Dai ragazzini alla fascia anagrafica medio-alta ecco il rapporto con il virtuale di Adolfo Celli Come sempre è avvenuto nella rivoluzione mediatica, tra fasi di stanca e momenti frenetici, anche nella temperie attuale, i mezzi audiovisivi emergenti si sono, progressivamente, affiancati e con crescente capillarità continuano a combinarsi con quelli in uso da più o meno lunga data, senza dunque scalzare del tutto quest ultimi. I giovani e i ragazzi, nati e cresciuti con il computer e gli aggeggi affini sotto il naso, li utilizzano con maggior naturalezza rispetto agli adulti. Sono pure più versatili, nel senso che si muovono agevolmente fra tutti i mezzi a disposizione, con una marcia in più nel trarre tutti gli apporti possibili dagli strumenti Statistiche e prospettive sul futuro che avanza di più aggiornata concezione. Tuttavia non si può dire che gli adulti e gli anziani siano in massa rimasti ancorati al passato e continuino a restarvi legati; in un numero via via più consistente - per libera scelta o per sempre più ineludibile necessità - essi si preoccupano di mettersi al passo con l era Come si è radicato e con quale ritmo sta diffondendosi tra la gente quello che viene definito lo stile digitale della vita quotidiana? Tra cambiamenti continui che corre e di porsi nelle condizioni necessarie per usufruire del futuro che avanza. Lo dimostrano le statistiche. Da una ricerca effettuata recentemente negli Stati Uniti - e dati non molto differenti sono stati colti pure in Italia - è emerso che coloro che in un mese dedicano più tempo ad internet Analisi della propensione diversa nelle varie fasce d età verso le nuove situazioni determinate dagli strumenti audiovisivi. Gli esiti dei rilevamenti e dei sondaggi appositamente condotti un po ovunque, rendono le risposte abbastanza complesse. (per motivi e con finalità varie) sono i 35-44enni; accanto alle loro 42 ore e 35 minuti (di navigazione mensile media) si collocano le 39 ore e 27 minuti (di navigazione mensile media) dei 45-54enni, le 35 ore e 49 minuti dei 55-64enni, le 31 ore e 37 minuti dei 25-34enni, le 28 ore e 34 minuti degli ultra 65enni, le 14 ore e 19 minuti dei 18-24enni. E poi: le 11 ore e 32 minuti dei 12-17enni e le 5 ore e 21 minuti (di navigazione mensile media in internet) degli 11enni. Nella valutazione comparata delle cifre qui esposte vanno tenute presenti le chances (quanto a tempo, intendimenti, occasioni ed altro) concesse o connesse ad ogni singola categoria. Grazie ad un analisi più mirata si è constatato che se i 12-17enni, di solito, passano, in media mensilmente, 3 ore 5 e 57 guardando video on line, i 18-24enni trascorrono, dal canto loro, nella medesima maniera 5 ore 35 58, i 25-34enni 4 ore 44 13, i 34-44enni 3 ore 30 33, i 45-54enni 2 ore 5 33, under 11enni un ora e gli ultra 65enni un ora Come possiamo difenderci? Internet: alleato o nemico? Le più recenti statistiche rivelano la ricchezza della dotazione tecnologica delle case italiane e la supremazia indiscussa di computer e internet: il 76% degli italiani possiede un computer e il 65% una connessione Siamo un popolo sempre più in rete, il 65% possiede connessione internet internet veloce. Gli scettici che mostrano una certa resistenza all innovazione tecnologica e che non credono che essa migliori la qualità della vita sono solo il 9% (solo il 13% degli over 50). Siamo sempre più un popolo in rete, dunque, ma di fronte agli indubbi vantaggi, molti sono anche i pericoli che internet nasconde: virus, spyware, dialer, spam, phishing e keylogger sono alcuni nomi per indicare diversi tipi di attacco ai computer. Con la trappola di richiedere di scaricare qualcosa di particolarmente attraente, per esempio, si installano i cosiddetti cavalli di Troia (trojan) che consentono ai malintenzionati di usare il computer dell ignaro utente per scopi illegali e immorali, come spam (il trojan prende il controllo dei vostri contatti di posta elettronica e li utilizza a suo piacimento per inviare mail di ogni genere), truffe, ricatti. Computer Sicuro con Daniela Baiguini Massima attenzione ai pericolosi cavalli di Troia Come possiamo difenderci? Naturalmente è bene essere dotati di un buon antivirus che di solito è compreso nel pacchetto al momento dell acquisto del Pc. Ma se non ne avete già uno, ne trovate di gratuiti ed efficaci in: programmigratis.org/ AntivirusFree.aspx. Nell elenco troverete molti prodotti che ottengono un buon risultato su computer dotati dei principali sistemi operativi (Windows XP, Vista o Windows 7). Vi basterà scaricarli, cliccando sulla dicitura download e salvare il file sul desktop del computer. Indirizzi per l uso Una volta chiuso internet, dovrete cliccare sulla nuova icona del programma scaricato: si aprirà una finestra e voi sceglierete esegui. Quest operazione installa automaticamente l antivirus sul computer (dovrete solamente eseguire le istruzioni) e può richiedere qualche minuto. Al termine, in alcuni casi, vi viene richiesto di riavviare il computer per completare l installazione. Una volta riacceso, sarà sufficiente avviare il programma e il computer sarà analizzato, ripulito e protetto. 1. continua Antivirus d emergenza Se avete bisogno di un Antivirus di emergenza è ottimo (e gratuito) Kaspersky Rescue Disk ( devbuilds.kaspersky-labs.com/ devbuilds/rescuedisk/) da scaricare in un cd per poi far ripartire il computer con il cd inserito per ripulire i virus più tenaci. Conviene, inoltre, leggere quanto Microsoft scrive sulla sicurezza di un computer in famiglia ( Il PC di un ignaro utente può essere usato per scopi illegali e immorali com/italy/athome/security/) e, soprattutto, tenere sempre aggiornato il sistema operativo di sicurezza, impostando l aggiornamento e l installazione automatici dal pannello di controllo Centro sicurezza Pc. È molto utile anche la guida di Adiconsum ( e Anssaif ( sul furto di identità e su come tutelare i propri dati personali in internet. Strategie in continuo aggiornamento Rivoluzione in corso di Arturo Consoli Genitori (giovani, di mezza età e oltre) e figli (adolescenti o bamboccioni) frequentano pressoché gli stessi siti; i teenagers mostrano però una spiccata predilezione per i social network, trovandoli luoghi di esperienze e conoscenze notevolmente desiderate alla loro età: essi (consapevolmente o inconsapevolmente) vanno così incontro a forti rischi. La passione per i videogiochi pare che sempre meno sia peculiare degli under 20; al contrario, essa sta coinvolgendo un po tutti, madri di famiglia comprese. Sembra abbia poco fondamento l opinione circa uno scarso interesse da parte degli under 20 per i giornali e per i libri in generale; essi li tengono d occhio, con chiara predilezione per determinate testate loro congeniali, ma contemporaneamente, cercano notizie e nozioni, si aggiornano pure lungo altre vie. Non snobbano la vecchia radio; tuttavia la musica, in parecchie occasioni, preferiscono ascoltarla attraverso l mp3. Ritengono un residuato d altri tempi il televisore; ma badano - per certi aspetti persino più degli adulti - alla televisione; la consumano a modo loro, con i mezzi e nelle modalità più gradite. Un autorevole critico televisivo ha detto che - in virtù dell attuale ricchezza tecnologica e sovrabbondanza di offerta (quanto a programmi e reti) - i teenagers, non di rado, si accostano alla televisione come in altre epoche le avanguardie artistiche osservavano il cinema tramite l estetica del frammento. Le nuove generazioni consumano musica soprattutto con l mp3, in ogni momento e in ogni situazione, su bus come negli spostamenti a piedi. Pare allentarsi, purtroppo il rapporto con la lettura. Ai cari vecchi libri si preferiscono la facilità e l approssimazione via internet.

12 / Ottobre Comportamenti a rischio Attenti a quei manipolatori Le insidie della modernità Servizio di Laura Di Teodoro Una mente umana catturata dalla retorica, da immagini e informazioni che persuadono e seducono, privando la coscienza di un proprio spirito critico e togliendo la voglia di scoprire e approfondire. Una mente umana che Anna Oliverio Ferraris definisce, in maniera schietta e senza giri di parole, manipolata. Da chi, o meglio da cosa? Dall evoluzione mediatica, dalla comunicazione multimediale (comunicazione ridotta a diffusione), dalla voglia di ciascuno di noi di farsi convincere, dalla pubblicità (dichiarata o meno), dalla politica e dalla schiera di sofisti del Duemila che si avvalgono delle più moderne tecnologie di comunicazione per entrare capillarmente nelle case. Insomma, un intero mondo virtuale che, neanche troppo lentamente, si sta sovrapponendo a quello reale. Nel suo più recente libro Chi manipola la tua mente? l autrice si sofferma sulla facilità di strumentalizzare e influenzare comportamenti, inclinazioni naturali, indirizzando così ciascuno di noi verso stili di vita e consumi scelti da altri: Autoanalisi, osservazione e riflessione sono gli strumenti cognitivi a nostra disposizione che ci consentono di Capire e reagire Messaggi Messaggi mediatici fatti di suggestioni, seduzioni e persuasioni sottili, occulte in cui si nascondono raffinate tecniche di manipolazioni che spingono i ragazzi verso scelte inconsapevoli. Strade pericolose Come fare quando ci si trova in determinate situazioni e non si sa quale strada non pericolosa prendere. Nero su bianco ecco tecniche e modalità di manipolazione per aiutare il lettore a capire e reagire. Volpi d oggi Anna Oliverio Ferraris svela, nel suo ultimo libro, i trucchi per difendersi dai manipolatori moderni, volpi sempre più astute e affamate, e come difendere o riacquistare una propria coscienza critica. Anna Oliverio Ferraris, psicologa e psicoterapeuta, mette in guardia i giovani dalle insidie di comportamenti orientati. prendere le distanze dai messaggi che ci raggiungono e di valutarli. Anna Oliverio Ferrarsi, perché l idea di scrivere questo libro? Mi occupo di questi argomenti da parecchi anni: nel 2004 ho scritto Tv per un figlio in cui sottolineavo gli effetti deleteri della televisione sui bambini, e nel 2008 Sindrome Lolita in merito ai condizionamenti sul mondo infantile e alla iper-sessualizzazione, argomenti che ritengo essere di estrema attualità. Il tema della manipolazione della mente risale ai greci e non è sicuramente un invenzione moderna; in passato, però, si trattava di una manipolazione verbale, oggi invece, ci sono le numerose immagini che provocano suggestioni e reazioni diverse, colpendo in maniera più incisiva la sfera emotiva e quindi la mente. Ci sono le pubblicità di tipo indiretto e diretto, c è la comunicazione televisiva, politica ecc. Nel Ventesimo secolo gli studi sulla suggestionabilità sono aumentati, a dimostrazione che le menti di tutti sono molto influenzate e influenzabili. Al contrario invece, chi ha figli o alunni, vorrebbe che i propri ragazzi fossero consapevoli e autonomi nelle scelte. Il libro è stato scritto proprio per questo: per continuare a coltivare il senso critico più che mai in un epoca in cui tutti cercano di vendere il proprio punto di vista agendo sulle emozioni. Si guarda senza osservare Imparare esige applicazione Cosa differenzia i ragazzi di oggi rispetto a quelli di 20 anni fa? I giovani d oggi vanno molto su internet e sono vittime della velocità. L eccesso dei messaggi porta a una superficialità dell informazione a cui ci si tende ad abituare. Non si approfondisce più nulla e il rischio, oggi, è proprio questo: conoscere senza capire, guardare senza osservare nel dettaglio, nel profondo delle cose non comprendendo, quindi, certi aspetti importanti della vita. Ci sono nozioni difficili da imparare, prima a scuola e poi nel lavoro e questo richiede un applicazione e un impegno che tendono ad affievolirsi. Ciascuno di noi deve avere una propria griglia di valutazione, una propria coscienza critica per capire quello che succede altrimenti si rischia di avere un unica cultura popolare, ma non una propria identità. A discapito della fantasia Certamente. La fantasia, soprattutto nell infanzia, ha un ruolo fondamentale. Se una persona si abitua a consumare prodotti fatti da altri perde confidenza con la propria immaginazione. Per questo i giochi classici infantili hanno un loro grande valore che sicuramente la televisione non può sostituire. Sono troppe le imboscate della TV contro bimbi indifesi Tutto avviene velocemente con poche possibilità di filtro La rapidità dei messaggi nel tempo presente, praticamente un bombardamento continuo, non permette al bambino di riflettere Tutti possiamo essere e siamo manipolati. Ma come può nascere un adeguata coscienza critica, come è possibile costruirsi un muro di difesa contro questi attacchi? Riflettendo sulle strategie che vengono usate dai manipolatori. Proprio per questo motivo, nei vari capitoli, del libro passo in rassegna le tecniche utilizzate per manipolare la mente in televisione, nella politica, nella vita di tutti i giorni e lo faccio utilizzando un linguaggio semplice e una forma scientifico-divulgativa. La fascia più sensibile è sicuramente quella dei bambini e dei ragazzi. Quale può e deve essere il ruolo della scuola? La scuola deve affrontare una grande sfida soprattutto nei confronti della televisione e internet che rappresentano le minacce più serie. Sul fronte televisivo, la concorrenza, la guerra dell audience e la ricerca di quella seduzione perenne hanno portato ad un azzeramento dei valori e alla diffusione di messaggi semplici costruiti sempre sulla sessualità, sulla superficialità e su tutto ciò che suscita emozioni forti nello spettatore. Il tutto Su centinaia di siti internet va in scena la oggettivazione del corpo femminile: la donna usata nel peggiore dei modi succede velocemente e questo rende ancora più difficile bloccare o filtrare quanto viene trasmesso e, soprattutto, non permette al bambino di riflettere su quanto vede. Qual è la minaccia che la spaventa, soprattutto in merito alla sfera infantile? Sicuramente l ambito sessuale, dove stiamo assistendo a una deriva preoccupante: ci Nell ambito sessuale assistiamo a una deriva preoccupante e rischiosa per i bambini di 11 o 12 anni sono ragazzini di 11 o 12 anni che già vedono scene hard e questo deve farci riflettere sulle conseguenze. Alcuni studi sostengono che bambini che consumano prodotti pornografici prima dei 14 anni sviluppano nel corso degli anni una sessualità deviata. E questo è il futuro che molti si stanno costruendo. Ora basta premere dei tasti per trovare decine, centinaia di siti internet dove va in scena una certa oggettivazione del corpo e dove la donna viene usata nel peggior modo possibile. C è un eccessiva attenzione al look già in tenera età e questo, per molti, diventa il pensiero dominante a scapito della testa, della propria cultura e di tutto quanto si dovrebbe imparare per vivere.

13 13 / Ottobre 2010 Copertina In TV messaggi stupidi e ad effetto Imparare a distinguere il vero dal verosimile E dobbiamo affidarci a noi stessi Gabbia dorata Pubblicità seduttiva Un esposizione regolare alla TV nei primi tre anni di vita interferisce negativamente con lo sviluppo del linguaggio e dell intelligenza senso motoria, quella forma di intelligenza che caratterizza le prime fasi dello sviluppo, che presiede alla formazione dello schema corporeo e all acquisizione di tutte quelle abilità che si apprendono attraverso i giochi e le attività di movimento. La comunicazione multimediale ha la caratteristica di catturare la mente umana e di ridurre il processo di comunicazione alla sua fase di diffusione: una comunicazione a senso unico e incompleta. Pubblicità emotiva, pubblicità seduttiva, fiction ingannevole, informazioni addomesticate o profondamente modificate stanno disegnando, tutte insieme, i contorni di una società manipolatrice che alla fine crea una sorta di gabbia dorata che valorizza coloro che riescono a dare agli altri la sensazione di essere liberi nelle proprie scelte e nei loro atti, quando invece costoro fanno esattamente ciò che viene loro imposto. Il flusso ininterrotto delle immagini sul piccolo schermo trascina l attenzione del bambino, anche quando lui/lei non è ancora in grado di distinguerle e comprenderne il valore rappresentativo. Bruno Bozzetto e una vignetta molto critica sulle notizie che passano in tv Anna Oliverio Ferraris è professore ordinario di Psicologia dello Sviluppo all Università La Sapienza di Roma dal 1980 ed è sposata con il professor Alberto Oliverio Mass-media e noi Tutto - o comunque sempre di più - nel vivere d oggi è dominato dalla comunicazione. Incide in una maniera che non riusciamo neppure a pesare personalmente sui nostri comportamenti. Abbiamo riflessi condizionati dalla pubblicità e da tanti criteri abilmente studiati dagli specialisti e fatti viaggiare a fini meramente consumistici. Professoressa Anna Oliverio Ferraris, nel suo libro sottolinea che la Comunicazione, quella vera, ormai si è persa. Il messaggio che si vuole mandare deve sedurre, persuadere e suggestionare, il tutto a discapito del contenuto reale. Che fine ha Dove finisce la famiglia in tutto questo terremoto di valori educativi? La famiglia deve essere ancora più impegnata perché il mondo è sempre più complesso e soprattutto esiste un mondo virtuale, quello della televisione e internet, con cui fare i conti. Tutti noi dobbiamo imparare a distinguere il vero dal verosimile, Scienza in famiglia le cose serie dalle invenzioni e possiamo farlo affidandoci a noi stessi, alla nostra coscienza critica che dobbiamo coltivare e aiutare a prendere il sopravvento. Purtroppo, la televisione ci presenta programmi tutti uguali, studiati per colpire il pubblico con messaggi stupidi e superficiali. L obiettivo per tutti è il Anna Oliverio Ferraris è autrice di saggi divulgativi, articoli scientifici e testi scolastici in cui affronta i temi dello sviluppo normale e patologico, dell educazione, della famiglia, della scuola, delle emozioni della comunicazione e del rapporto con i media. È stata membro della Consulta Qualità della Rai e del Comitato Nazionale per la Bioetica. Dirige Psicologia Contemporanea e collabora con Mente e Cervello, La scuola dell infanzia, Prometeo. Il marito, Alberto, insegna pure all Università La Sapienza, dove è docente di Psicobiologia, Dipartimento Genetica e Biologia Molecolare. profitto, la pubblicità e non certo l educazione e l arricchimento culturale di chi guarda. La televisione va smitizzata. L etica in televisione è un miraggio quindi? Purtroppo sì. In molti casi le reti si sono commercializzate troppo perdendo la missione originaria che era l etica appunto. Ora, invece, bisogna reggere la concorrenza inseguendo, spesso, notizie false e presentando alla gente un mondo non vero, fatto di storie spesso inventate e personaggi finti. La mia speranza è che la gente prenda coscienza prima possibile di quanto li circonda. Finché ci sarà un pubblico che guarda certe trasmissioni non possiamo sperare che queste chiudano. Io mi affido all intelligenza e al buon senso delle persone e spero. L opinione pubblica italiana purtroppo risente di questo clima inquinato Troppi intellettuali hanno perso grinta fatto la comunicazione? Purtroppo molti intellettuali hanno perso la loro grinta e sono diventati poco incisivi nei confronti del pubblico. Al contrario, in Francia, gli intellettuali Più combattivi in altre realtà sono molto più combattivi ed effettivamente, anche di fronte a certi scandali, vediamo un opinione pubblica più preparata e attenta. Lei sta girando le scuole per far conoscere ai ragazzi il suo libro e per consapevolizzarli sui rischi ai quali vanno incontro. Che risposta sta trovando? La risposta è molto buona. I giovani delle scuole superiori Cinema Humphrey Bogart divenne famoso per una battuta passata alla storia: È la stampa bellezza, un riconoiscimento in anticipo del peso del mass-media. Sopra Rita Hayworth e Orson Welles. Disse di lui: Vuole essere applaudito. che ho incontrato hanno fatto lavori molto interessanti su questo tema, dimostrando di aver capito. Non è impossibile portarli sulla giusta strada, ci vuole molta forza di volontà da parte di chi educa e da parte dei ragazzi stessi. Professoressa, scrittrice e dal 2008 direttrice di Psicologia Contemporanea, storica rivista del settore. Come ha intrapreso questa avventura? Con la volontà di trattare e approfondire gli argomenti di attualità e di allargare la rivista anche alle scienze umane in generale, senza naturalmente tralasciare il cuore della pubblicazione e quindi le tematiche psicologiche. Deve essere insomma sempre più uno strumento di formazione e di lavoro che lasci il segno e un certo impatto.

14 / Ottobre E la nave va in acque paludose segue dalla prima Ragazze dimentiche del pudore e della dignità si vendono con leggerezza sotto la sigla anonima di escort, ma continuando il mestiere più antico del mondo. E giovanotti che si sono liberati, senza rimpianti, dei problemi di coscienza si buttano, nella loro scia, proponendosi come gigolò. Ma quel che è peggio, il nerbo dell homo faber, l asse portante della società che produce, quella figura d imprenditore chiamato artigiano, per la quale lavoro e famiglia sono una cosa sola, è stato messo ai margini, umiliato sotto ogni profilo. La sua era la condizione aurorale del lavoratore autonomo, il protagonista dell industrializzazione diffusa, cui l Italia deve la grande trasformazione del suo vivere, l emancipazione dalla povertà di intere regioni del Paese. Da questi uomini e donne venivano quel fervore operativo e quella creatività che ci hanno attirato le simpatie e l attenzione del mondo intero, affascinato dal made in Italy. Un potenziale prezioso per ogni regione italiana, che le vecchie Scuole di Arti e Mestieri avevano messo nelle condizioni di dare il Il divorzio tra Fini e Berlusconi è l origine dell attuale crisi politica italiana. meglio di sé, fornendo l istruzione professionale capace di accendere le vocazioni. Ora, tra sindacati imbalsamati guidati da burocrati dello sciopero, incapaci di fornire sostegni in positivo, arroccati solo sull assistenzialismo, e governanti troppo occupati nelle interminabili scaramucce partitiche piuttosto che nei progetti di vasto respiro, quella che risalta nella sua cruda essenza è la brutale lacerazione subìta dal tessuto sociale. Una ferita profonda, che toglie ogni forza alla vita di relazione, ormai quasi priva di orgoglio, di senso della nazione, di voglia di sfida e di confronto. Proprio nel momento in cui maggiore sarebbe la necessità di contare sulla coscienza collettiva per superare le difficoltà del ciclo economico e per gestire con efficacia l integrazione di tante nuove culture trapiantate nel territorio. La Chiesa, unica provvidenziale istituzione che, nelle opere e nell indirizzo dottrinale richiama ai veri ideali e conforta, è per questo aspramente attaccata. Ogni giorno, il Papa, i consacrati e i credenti, sono aggrediti sul piano nazionale ed europeo, in un intreccio di complicità tra poteri forti, spesso subdolamente capaci di mettere insieme supposti progressisti e veri speculatori. Tutti interessati a cancellare dalla faccia della contemporaneità ogni traccia di legge morale. Un momento drammatico, che richiama a uno sforzo collettivo famiglie e persone di buona volontà per raddrizzare l asse morale del mondo, come scriveva in un epoca altrettanto in pericolo il sociologo e Servo di Dio Giuseppe Toniolo. Pochi anni dopo l Europa e gli altri continenti avrebbero conosciuto gli orrori della Grande Guerra. Ulderico Bernardi Uno studio americano non lascia dubbi: da campioni di giustizia a protagonisti di violenza Supereroi? Macché, pessimi maestri della denuncia Stiamo assistendo alla caduta di molti valori e di molti modelli. Era inevitabile che nella frana venissero travolti anche quelli che erano campioni di positività. Al loro posto, come brutto segno dei tempi, ecco che arrivano i sostituti: nuovi supereroi, diseducativi ed egoisti, violenti e maschilisti, uno peggio dell altro e tutti un pessimo esempio per i ragazzi. Non è un impressione soggettiva o il giudizio di qualche maestro o professore o educatore deluso dai miti delle nuove generazioni. C è uno studio dell Università del Massachussets, negli Stati Uniti e Sharon Lamb, presentando la ricerca al congresso dell American Psycho-logical Association è molto esplicita in materia: «C è una grande differenza tra i supereroi dei fumetti di ieri e quelli che vediamo sugli schermi al giorno d oggi. Quello attuale è un eroe dedito alla violenza non stop, sarcastico e che raramente parla delle virtù dell aiutare il prossimo». Quello che manca agli eroi moderni, è una dimensione «umana»: «quelli di una volta combattevano sì i criminali, ma nella vita di tutti i giorni erano persone comuni, da cui i ragazzi potevano prendere esempio». Dall inchiesta è emerso che i comics di oggi offrono solo due tipi di modelli, il player, cioè il supereroe «24 ore su 24» come gli X-Men, con pochissimo senso della solidarietà e della giustizia, ma animato da desideri di violenza e vendetta, o lo slacker (non motivato), un personaggio, cioè, disinteressato a qualunque tipo di coinvolgimento o responsabilità. Figli cresciuti, ruolo ritenuto concluso La crisi dei 50enni adolescenti di ritorno segue dalla prima Nuovo. Settembre è passato e non c è stato nessuno che ha ripreso la scuola. Nessun tour de force presso le librerie per i libri di testo. Nessuna polemica sulla formazione delle classi. Nessuna lagnanza per i professori toccati in sorte. La sveglia è rimasta puntata sulle sette, anche se non c è più nessuno che prende l autobus al volo, la brioche in piedi e che dimentica il diario a casa. Dalla mattina alla sera 15 anni sono passati. Quindici anni che pensavo durassero per sempre. Quattro figli sono passati, trascorsi da questa casa come in un sogno. E oggi nella stanzetta accanto alla nostra, dorme la nonna. Certo, gli affetti sono rimasti. Come pure le preoccupazioni per questi quattro futuri appena intrapresi. Ma la presenza, le piccole abitudini, il cesto della biancheria straripante, il tema centrale dei discorsi col marito, non ci sono più. Quel tempo che una volta si invocava per sé, che sempre mancava e che era divenuto poco più di un irraggiungibile miraggio, ora improvvisamente ci si spalanca davanti. Si fa fatica a riempirlo. Come si fa fatica a rimettere la relazione coniugale al centro dei propri interessi. Le mille e un esigenza del quotidiano ci avevano abituati a non avere mai tempo l uno per l altro. I pigri indugi della domenica mattina a letto, il lusso di una cena fuori, la gratuità di una serata al cinema, sono momenti dimenticati di cui, forse, si è persa persino l esigenza. Così come, forse, per anni ci si è dimenticati di guardarsi l uno negli occhi dell altro, per cercarvi la complice intesa che aveva innescato tutta la nostra storia d amore. Siamo di nuovo in due. Circondati, certo, da un corollario di persone, di affetti, di relazioni, ma sostanzialmente, siamo di nuovo in due. Che fare di questa relazione? La domanda non è obsoleta. Molti sono i matrimoni che dopo venti-venticinque anni, si sfasciano. Attraversate tutte le tappe descritte sopra, alla fine, la valutazione risulta negativa. La volontà di stare insieme si è persa per strada. Il collante dei figli non c è più. E allora, succede che si decide, di andare ciascuno per la sua strada. Una strada nuova. Una strada tutta da inventare. Dopo una vita di regole e inevitabili sacrifici, è come se si spalancassero all improvviso le porte di una nuova adolescenza. Finalmente Sono già passati 15, 18, 20 anni e non ce ne siamo nemmeno accorti. In passato l uscita di casa dei figli, rendeva nonni, oggi fa tornare adolescenti. Siamo tra le prime generazioni ad attraversare questo passaggio di crisi. Tutti inseguono quella grande ricercata che è la felicità. Barbara De Rossi, interprete di Un ciclone in famiglia ha lasciato il marito: colpo di fulmine per uno più giovane di 21 anni. liberi di innamorarsi di nuovo. Di sentirsi giovani. Di vivere la propria vita. Succede. Succede agli uomini e alle donne. Alle madri e ai padri. Vent anni di vita in comune vengono stralciati. Case costruite con i sacrifici di una vita in comune, vendute. Principi difesi da sempre, abbandonati. All improvviso sbucano grandi amori, passioni travolgenti, amici d infanzia e l irrazionale voglia di vivere il sogno si fa gesto concreto. In passato, l uscita di casa dei figli rendeva nonni, oggi, fa tornare adolescenti. E i ruoli si invertono. I figli cercano di far ragionare genitori fuori di testa, prospettando loro il futuro, la vecchiaia, la necessità di guardare avanti, di costruire sulla certezza. Ma i genitori non ascoltano. E fanno il salto nel vuoto. Come va a finire? Difficile dirlo. Forse è presto. Siamo tra le prime generazioni a comportarci così. Ci vorranno anni, ci vorrà la vecchiaia, che prima o poi, ci raggiungerà anche se abbiamo una relazione con chi ha la metà dei nostri anni, o se ci illudiamo di procrastinarla vivendo alla giornata. Non so proprio come andranno a finire queste storie. Chi, alla fine, avrà raggiunto quella a cui tutti, in modi infinitamente diversi, tendiamo: la felicità. La mia scelta è di innamorarmi da capo. Non di un amore nuovo. Ma di chi mi accompagna da più della metà della mia vita lungo il su e giù che la vita ci ha preparato. Di chi mi ha conosciuta giovane, innamorandosi anche dei miei sogni, delle mie ingenuità, dei miei progetti di vita. Di chi mi è stato accanto per uno, due, tre, quattro parti, condividendone ansie e gioie. Di chi mi ha permesso di crescere e diventare quello che sono. Di mio marito. Corinne Zaugg

15 15 / Ottobre 2010 La nuova stagione con notevoli cambiamenti tecnologici e di contenuto Paese che vai, televisione che trovi La rivoluzione dall analogico al digitale Gabriella Carlucci, Jerry Scotti, Paolo Bonolis e Simona Ventura. di Gino Carrara Si sta entrando a gonfie vele nella nuova stagione televisiva, caratterizzata assai più delle precedenti da significativi cambiamenti. È in corso (e dovrà concludersi a livello nazionale entro il 2012, secondo i progetti) la rivoluzione tecnologica del passaggio dalla forma analogica al cosiddetto digitale terrestre. Quando non ci sono motivi o mezzi per acquisire televisori della più aggiornata generazione (con incorporati i nuovi necessari meccanismi), nelle case entrano (e in moltissime case sono già entrati) i decoder del tipo zapper (i più economici), che permettono di continuare a vedere i canali gratuiti, oppure i decoder più sofisticati che aprono la strada pure ai canali pay. In virtù dell impostazione che va diffondendosi, si è enormemente accresciuta l offerta dei programmi (anche di libero accesso). L emittente di stato (la Rai), in particolare, nell ammodernare il proprio look e nell attuare parecchi avvicendamenti nei cast di alcuni degli appuntamenti storici dei suoi palinsesti, ha deciso di affiancare alle tre consolidatissime reti generaliste una serie di canali monotematici (dedicati al cinema, ai cartoni animati, all intrattenimento e all approfondimento, allo sport, maggiore o minore ) destinati a trovare un audience via via più esteso. Mentre in Italia si vive questa fase di transizione, può essere interessante una rapida panoramica su quello che va in onda in altri Paesi. Ormai da tempo, è risaputo che, anche per il piccolo schermo, è scattata la globalizzazione: quello che fa colpo in un certo Paese, di solito, viene acquistato (come format o schema di trasmissione) in altri Paesi. L autore inglese Simon Cowell ha visto il suo X-Factor, lanciato in terra britannica nel 2004, dilagare in 24 Stati (Italia compresa) e il suo Got talent (solo di recente acquisito dalle nostre parti) approdare in una quarantina di Paesi. In Inghilterra, nel 1998 ha visto la luce anche Chi vuol essere milionario, ormai proposto in 108 Paesi più o meno nelle modalità nelle quali in Italia viene condotto da Gerry Scotti. Ha il marchio della britannica BBC (dal 2004) il Ballando con le stelle, esportato in una trentina di Paesi e da noi diventato il successo del sabato sera, gestito da Gabriella Carlucci. Sulle rive del Tamigi (nel 2002) è sbocciata persino l idea matrice di Affari tuoi, rapidamente sviluppata in una sessantina di Paesi. Dagli Stati Uniti (dove è la trasmissione più seguita) è arrivato in più di 40 Paesi di tutti i continenti Pop Idol, il talent show musicale pensato da Simon Fuller, il produttore degli spettacoli delle Spice Girls. È, ovviamente, Il grande fratello (Big brother nella denominazione originaria) il responsabile dei reality che, con le più disparate strutture e tematiche, hanno invaso tutti i continenti. Gli autori delle singole aree hanno puntato ora sul serio ora sul faceto. In Lelio Luttazzi, pianista, compositore, attore, ma soprattutto Il discobolo dei successi musicali Era un pianista, abilissimo nelle improvvisazioni e nell infondere un certo spirito italiano nello swing americano; sapeva dirigere orchestre con molta verve; aveva firmato le colonne sonore di un infinità di film e di riviste teatrali allestite da autori di grido; si era proposto abilmente come attore cinematografico e come conduttore di memorabili varietà televisivi (quali Studio Uno con la partecipazione di Mina e delle gemelle Alice e Helen Kassler); proprio lui aveva messo sul pentagramma le note di pezzi popolari come Giovanotto matto, Una zebra à pois (a lungo cavallo di battaglia della tigre di Cremona ), Vecchia America (cara al Quartetto Cetra), Souvenir d Italie. Lelio Luttazzi però è sempre rimasto nella mente di quelli di una certa età principal-mente per un grido: quell Hiiiiit Parade! con il quale ogni venerdì, tra il 1967 e il 1976, davanti ai microfoni dell emittente radiofonica di Stato (a quell epoca le private non esistevano) iniziava e chiudeva la presentazione (scandita dalle rispettive esecuzioni) dei dischi più venduti della settimana. In un tempo Francesco Facchinetti presentatore di X Factor. Lelio Luttazzi un signore dello spettacolo ingiustamente messo ai margini nel quale non esistevano vie per anticipazioni e fughe di notizie e nessuno si azzardava a imbarcarsi in iniziative alternative autonome, quella graduatoria era attesa dai fans della musica leggera (che erano un infinità) al pari dei risultati delle partite di calcio della domenica pomeriggio sospirati dagli scommettitori del Totocalcio in un mondo non ancora invaso dalla spezzatino footbaliero televisivo. L artista triestino scomparso l 8 luglio scorso all età di 87 anni fu, in sostanza, il discobolo di tutti i successi musicali degli anni 60 e 70. Coinvolto, a torto, nel periodo della sua massima notorietà, in una vicenda giudiziaria con di mezzo la droga, benché totalmente e pienamente scagionato, non ebbe più la forza di riprendersi. Si autoemarginò; e solo in pochissime occasioni (nel con Gigliola Cinguetti in Festa di compleanno ; nel 2006 con Fiorello a Radiodue; nel 2009 al Festival di Sanremo come padrino di Arisa) accettò di tornare alla ribalta. All origine dei suoi guai ci fu l intercettazione di una telefonata di Walter Chiari. Certi problemi, davvero, non si risolvono mai. Finlandia, per esempio, con il titolo Progetto felicità si sono messe a fuoco le problematiche della solitudine; in Inghilterra l attenzione è stata invece rivolta alle situazioni create dalla recessione economica che ha investito tanta parte del pianeta Terra. In parecchi Paesi arabi ha provocato dure reazioni una realistica pièce basata su stili di vita giudicati eccessivamente emancipati. In aggiunta ai format di portata internazionale, ogni Paese, naturalmente, ha creazioni tipiche proprie, studiate in risposta alle attese del pubblico locale: nel Belgio, per esempio, piacciono molto le trasmissioni di tipo culinario; i norvegesi amano il proprio folklore e l esplorazione della loro patria; in Svezia - dove, per via del rispetto della parità dei sessi, sono mal tollerate le trasmissioni con donne scollacciate così di moda dalle nostre parti - fanno il pieno le gare di bande musicali e di cori; i tedeschi si entusiasmano per i game show ; in Malesia, con un talent show che mette in palio pellegrinaggi alla Mecca e borse di studio universitarie, si cercano nuovi leader religiosi; in Brasile e in Argentina continuano a spopolare le telenovelas a tinte forti; in Cina, sotto la spinta delle esigenze commerciali alimentate dalla crescente pubblicità, anche a dispetto dei controlli del regime, si è imposto il programma Se tu sei quello giusto, nel quale gruppi di 24 ragazze si scelgono il marito. Ovviamente c è pure la versione opposta (giovanotti che identificano la futura moglie). Nell area di Shanghai, il comico Zhou Libo ottiene ascolti record con due trucchi: fa satira politico-sociale su questioni generali (senza dunque colpire direttamente i capi ) e usa, prevalentemente, un dialetto locale (che a Pechino non tutti capiscono). Il gran ritorno di Lorella Cuccarini, nozze d argento con la TV Nel battâge mediatico per la presentazione della stagione televisiva 2010/2011 ha avuto la parte del leone il rientro sul video (dopo un lunghissimo periodo di panchina) di Lorella Cuccarini. È stata chiamata (sulla soglia dei suoi 45 anni, madre di quattro figli, sposata col produttore Silvio Testi) a prendere, su Raiuno, il timone di Domenica in, per molto tempo rimasto nelle mani di Pippo Baudo, ossia di colui che la scoprì tra le ballerine di fila di una manifestazione pubblicitaria e la lanciò, nel 1985, in alcune delle più seguite edizioni di Fantastico. Con l attuale rentrée, Lorella Cuccarini festeggia, dunque, anche il quarto di secolo di attività (purtroppo con un notevole, non desiderato riposo) sul piccolo schermo. All inizio degli anni 90, Lorella Cuccarini, insieme a Marco Columbro, guidò Buona Domenica su Canale 5. Apprezzata soprattutto come showgirl (cantante e ballerina), ha saputo però farsi valere pure come attrice di prosa; ed è stata, spesso, una convincente testimonial di Tèlethon (la manifestazione annualmente proposta per la lotta contro la distrofia muscolare).

16 / Ottobre Mondiali 2010: cronaca di una Waterloo annunciata Tutto era stato ampiamente previsto mai così giù dalla Corea in poi di Enzo Dossico Una novità c è, si chiama Cesare Prandelli. È l allenatore che dovrà traghettare la nazionale italiana di calcio nella ricostruzione da uno dei crolli più disastrosi degli ultimi trent anni. Subentra a Marcello Lippi che ha perso l occasione di passare alla storia come un trionfatore d eccezione, timoniere travolto insieme a tutta la squadra nel naufragio sudafricano. Prandelli ha esordito in luglio, dopo il giugno della Waterloo. Da tempo si sussurrava il suo nome, poi le voci si sono intensificate, fino alla conferma. Non è per altro casuale lo sfaldamento della Fiorentina, dopo le notizie che lo davano partente. L allenatore bresciano, che fece notizia quando lasciò la guida della Roma per stare vicino alla moglie colpita dal cancro, è di sicuro un campione di umanità. Su questo è imbattibile: non c è partita con il suo precedessore di Viareggio, che si è sempre distinto, anche nelle ultime esibizioni, per la sua arroganza e la sua supponenza nel rapportarsi con i giornalisti e in generale con tutti, smentito Donadoni era stato fatto fuori nel peggiore dei modi con il rientrante Lippi Nel 1962 in Cile Ricordiamo gli oriundi? Italia è stata patria degli oriundi; qualcuno L si ricorda della disastrosa avventura cilena con Maschio, Sivori, Sormani e Altafini? E a quei tempi potevamo permetterci nomi come Buffon e Albertosi in porta; Losi, David, Trapattoni, Maldini, Salvadore in difesa; Bulgarelli, Janich, Rivera a centrocampo Ora le frontiere sono state aperte. La Germania, tra naturalizzati e stranieri nati in Germania aveva nei suoi ranghi 7 giocatori Dopo il naufragio sudafricano Prandelli nuovo timoniere azzurro poi dal campo. Prandelli ha il vantaggio di partire da sottozero: e quindi il tutto che farà, poco o molto, si noterà subito. Sarebbe stato più arduo il compito se la nazionale si fosse piazzata bene. Ma non c era proprio alcuna possibilità che una squadra così mal messa, male assortita, peggio ancora schierata, potesse andare lontano. Il naufragio annunciato è stato più veloce di quanto si ipotizzasse. Si era sostituito il mite Roberto Donadoni nel modo peggiore e più sgradevole che si potesse immaginare, sul piano umano prima ancora che sportivo. E si è fatto subito un erroraccio da dilettanti: quello di ingaggiare il rientrante CT vincitore in Germania fino ai mondiali sudafricani. Un ambiente, quindi, che respirava l aria di smobilitazione generale. Siamo non a caso la terra del Gattopardo assunto ad icona nazionale. Tutto cambi purché resti tutto come prima o quasi. Il rinnovamento riguarda sempre qualche vittima sacrificale designata o annunciata, come nel caso degli allenatori: il resto rimane quasi sempre immutato, intoccabile. Prendiamo il vertice della Federcalcio. Via via se ne sono andati, con alterne vicende, quasi tutti in fase discendente o da giubilati, Bearzot, Vicini, Sacchi, Maldini, Zoff e siamo già a Lippi-Donadoni-Lippi. Gli allenatori passano, i vertici rimangono, per cui il presidente Giancarlo Abete non si fa neppure sfiorare dall idea che sarebbe moralmente decente farsi da parte dopo un tonfo di cui è, comunque, tra i responsabili primari. A prescindere dai risultati, questo signore del calcio è nella stanza dei bottoni da temporibus illis. Nel 1990, cioè vent anni or sono, sedeva già nel consiglio federale della Senza appello Figc, come presidente delegato del settore tecnico. È stata una scalata inarrestabile fino alla sommità. Suoi buoni amici e compagni di strada, quindi vecchie conoscenze e vecchie poltrone sono Mariano Delogu, consigliere e commissario dell Interregionale; Carlo Tavecchio, vicepresidente vicario della Figc; Azeglio Vicini, 77 anni, presidente del settore tecnico, che sarà ora sostituito da Roberto Baggio (scelto guarda un po da Abete); Mario Macalli, guida della serie C e altri ancora. Ha pienamente ragione chi dice che nei palazzi del pallone ci sono sempre le stesse facce: i risultati si vedono. Ora tocca a Cesare Prandelli salire sul carro e guidarlo, prima agli Europei e poi ai mondiali. Contratto di 4 anni, con l augurio di buona fortuna e di resistenza nel Esami subito infuocati Il rilancio sarà facilitato dal fatto che si parte, mare tempestoso praticamente, da zero del calcio. Dovrà riabilitare l immagine offuscata dell Italia e, soprattutto, dovrà rifare i ranghi, con pochi residui pilastri dell avventura tedesca: Buffon, Pirlo, Gilardino e pochi altri. E dovrà, anche, confrontarsi con convocazioni scomode ed improcrastinabili, tipo Cassano e Balotelli, ora accasatosi in Inghilterra, dove, forse, potrà esprimersi più tranquillo. Prandelli dovrà dimostrare nello spogliatoio e sul campo il suo valore. E alla testa della nazionale, non ci saranno esami di riparazione: non ce ne sono mai stati e non si farà eccezione nemmeno per questo condottiero dal volto umano. La storia insegna: restano i capitani, saltano gli allenatori. I mondiali hanno consacrato chi ha innovato e hanno bocciato nomi sacri che parevano inaffondabili, vedi Maradona e Domenech, entrambi silurati. Partite disputate senza la minima assistenza video. Errori clamorosi, ancora una volta, sui campi sudafricani Potremo finalmente uscire dalla preistoria di Blatter? Sarà la volta buona? Chissà! Forse, dopo le scuse per le ripetute clamorose figuracce globali degli arbitri ai mondiali sudafricani, Sua Maestà Joseph Blatter si deciderà a qualche apertura. Lo esigono i tempi, lo esigono gli interessi colossali che si muovono attorno al rettangolo verde del calcio. Dopo gli scivoloni globali visti in sudafrica, la Fifa ha deciso: un fischietto in più in ogni area di rigore nelle competizioni europee e in alcuni campionati (Francia, Messico e Brasile). Esclusa la serie A italiana, si è espulsa la moviola per evitare i processi. Un po come chiudere le banche, perché ci possono essere le rapine. Oggi, finalmente, altri sport hanno introdotto supporti tecnici per una disputa più corretta della gara: rugby, tennis, basket, hockey Il presidentissimo si è affrettato a dire che la perfezione non è di questo mondo e non appartiene neppure alla tecnologia più sofisticata. Può essere, ma è, in ogni modo, preferibile il rischio minimo rispetto a errori ripetuti, grandi come il Duomo di Milano. Il tiro di Lampard durante la partita Inghilterra- Germania l hanno potuto vedere e rivedere ovunque, da Tokyo (un peccato l eliminazione dei giapponesi ai rigori) alle favelas brasiliane. Un pallone che varca la linea bianca di 20 cm si vede a occhio nudo, senza neppure bisogno di occhiali: basta essere attenti. Se uno non lo è, e può accadere, con le telecamere si rimedia quasi scientificamente. E si evita un ingiustizia clamorosa. Monumentale anche la mano di Henry nel gol che ha estromesso l Irlanda di mister Trapattoni dal mondiale sudafricano. Il tempo è galantuomo, la Francia è stata subito eliminata, ma chi ripaga gli irlandesi ieri o gli inglesi oggi oppure, ancora, i messicani che nella partita contro l Argentina hanno subito un gol in netto fuorigioco? (e.d.)

17 17 / Ottobre 2010 La più urgente delle riforme Un adeguata cultura ad ogni livello di Gino Carrara Non spendere più di quanto si guadagna: si basa su questo principio il fair play finanziario che Michel Platini, ex bandiera della Juventus ed ora presidente dell Uefa (la massima organizzazione del football del vecchio continente), nel maggio scorso è riuscito a varare, nell intento di mettere un freno alle follie non di rado affioranti dal mondo del pallone, determinate dalla smania di questo o quel sodalizio di vincere tutto e di più. Il nuovo regolamento prevede deroghe per gli investimenti destinati alle costruzioni di stadi, alla valorizzazione dei vivai giovanili, alle iniziative socio-culturali; ma è assai rigoroso nell esigere un appropriato equilibrio tra incassi provenienti dalle normali attività e spese per ingaggi di campioni (autentici e presunti) e stipendi corrisposti ai medesimi. Alcuni dati aiutano a capire le ragioni della normativa ora introdotta (ragioni riassumibili nella volontà di evitare l autodistruzione, in una colossale bancarotta delle sue massime espressioni, di uno degli sport più belli e seguiti nel mondo): negli ultimi dieci anni, nel tentativo di rafforzarsi, il Real Madrid ha speso mille milioni di euro, il Barcellona oltre 700; il londinese Chelsea circa 600. In base al fair play finanziario di recente conio, tra il 2011 e il 2017 tutti i bilanci malati dovranno essere risanati, gradualmente, nelle fasi e Norme cambiate per tenere sotto controllo i bilanci Medicina di nome fair play Riuscirà a curare i molti e gravi mali del calcio? nelle modalità che sono state accuratamente stabilite. Chi non si adeguerà, incorrerà in sanzioni, in penalizzazioni sino all esclusione da ogni competizione. Gli osservatori hanno indicato in questa spada di Damocle profilatasi all orizzonte il motivo principale della fiacchezza del mercato (acquisti e cessioni dei cartellini dei giocatori) che in tutta Europa ha preceduto la stagione calcistica 2010/2011 ormai avviatasi. È la stagione che vedrà anche le nazionali correre per qualificarsi ai prossimi campionati europei che si disputeranno nel La macchina del calcio, come si sa e come si vede, è sempre in corsa e non concede arresti, perché non può concedersi il lusso di rinunciare all introito di soldi, tanti soldi. La giovane Italia (e l immagine ci sta proprio tutta nell anno in cui si ricordano i 150 anni dell Unità d Italia, con i grandi che la fecero, da Camillo Benso di Cavour a Giuseppe Mazzini, ecc ) ha ricominciato la sua corsa. Nell esordio amichevole con la Costa d Avorio a Londra, gli azzurri del nuovo corso sono stati sconfitti per 1 a 0. E già sui giornali c è stata Cifre da capogiro Nel 2008 i 732 più importanti club europei hanno pagato ai loro calciatori stipendi pari a 7,1 miliardi di euro; il 47 per cento di tali club hanno chiuso i conti in perdita; i debiti delle società calcistiche impegnate nei cinque più importanti campionati europei (inglese, spagnolo, italiano, tedesco, francese) sono ammontati complessivamente a 5,5 miliardi di euro. Nel mondo del calcio si viaggia ormai senza più freni: una spirale perversa dove si spendono cifre pazzesche sperando di introitare cifre ancora più alte con i diritti tv, abbonamenti, biglietti d ingresso, ecc Ma il più delle volte questo meccanismo funziona solo sulla carta. Le Roi, il re Michel Platini riuscirà a varare una riforma in profondità di quel grande malato che è il calcio? Balotelli e Cassano riusciranno a maturare e a far diventare matura la nazionale? una raffica di critiche, come se fosse possibile fare dei miracoli in pochi giorni e, soprattutto, all indomani dei Mondiali e in piena estate, quando molti giocatori sono ancora al primo riacclimatarsi con il pallone. La buona volontà è importante, lo stimolo delle novità offre il suo contributo, la voglia di ben figurare da parte dei nuovi convocati è pure un buon viatico, ma c è un tempo per tutto e occorre anche saper attendere. Non si cominci con i processi alle intenzioni già alla prima partita, per un cambiamento che dovrebbe rivelarsi come svolta storica per una nazionale lasciata invecchiare dai responsabili. Fuoricampo Esame di maturità Mario Balotelli, un italiano di colore, ha compiuto 20 anni e, dopo essere stato un sistematico, regolare, puntuale protagonista sui campi di calcio e anche fuori, è approdato in Inghilterra al Manchester City di Mancini. Speriamo che la lontananza dal pubblico italiano lo aiuti a ritrovare la necessaria serenità. Il pubblico londinese, in genere più freddo e controllato (ma non sempre) dovrebbe aiutarlo su questa strada. Ma la prima mossa, quella decisiva sarà la sua, evitando le chiassate e gli atteggiamenti plateali di cui si è reso protagonista in Italia fino al momento di imbarcarsi con le valigie ed anche oltre. Il Balotelli calciatore ha dimostrato di saperci fare, sorretto anche da un forte fisico. Il Balotelli uomo, che prenderà 3,5 milioni di euro a stagione per 5 anni, ne ha ancora, e molta, di strada da percorrere. Il nuovo campionato di serie A in Italia si è presentato con nuovi titolari di ben 11 panchine su 20. Sono cambiati i mister di tre delle squadre più seguite: all Inter Rafa Benitez ha rimpiazzato il superdiscusso ma pure plurivincitore José Mourinho; al Milan, tra una dissertazione/ sfuriata e l altra di Silvio Berlusconi, si è insediato Massimiliano Allegri (in arrivo da Cagliari); alla Juventus con Gigi Delneri e Beppe Marotta - e il ritorno di un Agnelli alla presidenza - si è inaugurato un nuovo corso. Pure Sampdoria, Fiorentina, Parma, Udinese hanno sostituito i rispettivi tecnici. Ma si sa che, pur appassionanti e coinvolgenti, quelli legati agli schemi tattici, ai moduli schierati sul rettangolo verde e alla scalata della classifica, non sono - anche altrove, ma in particolare nel nostro Paese - i problemi più assillanti e rilevanti connessi al mondo del calcio organizzato. Se dal fair play finanziario adesso escogitato può scaturire (sia pure nel tempo) una migliore (e più etica) configurazione del giro di denaro che il gioco del pallone alimenta, restano comunque aperte molteplici altre questioni: quelle che vanno dall urgenza di adeguate strutture logistiche, per un ordinato svolgimento delle partite, alla necessità della promozione di una nuova cultura sportiva che crei davvero attorno ai 22 atleti in campo non una infernale bolgia di fanatici schierati in fazioni contrapposte, ma semplicemente uno stadio colmo di gente in festa. Una festa: così dovrebbe essere lo stadio per i giocatori e per il pubblico Rivive sullo schermo il mito di Koblet, grande protagonista del ciclismo Hugo, il pedalatore che si pettinava all arrivo Lo chiamavano Falco biondo ; passando vittorioso sotto lo striscione dell arrivo di una corsa - gli capitava spesso - di solito si pettinava per risultare inappuntabile pure dopo un enorme fatica. Era un bel ragazzo, alto e slanciato; gli era facile presentarsi elegante anche nei panni più dimessi. Soprattutto però, in bicicletta, era un campione completo, specialista delle competizioni a tappe, forte in salita e sul passo, abile in pista in tutte le specialità. Non a caso fu il primo straniero a far scrivere il proprio nome nell albo d oro del Giro d Italia: nel Anno Santo-, nell assalto alla maglia rosa ebbe la meglio su Gino Bartali. L anno dopo vinse il Giro di Francia. Nel 53, lottò, spalla a spalla (sulle rampe dello Stelvio), sino alla fine con Fausto Coppi (che nel 50 era a casa per le conseguenze della caduta di Primolano). In quell occasione dovette arrendersi; nel 1951 invece era stato il campionissimo di Castellania ad inchinarsi davanti alla sua superiorità nel Gran Premio delle Nazioni, una delle più prestigiose prove a cronometro. Hugo Koblet - è di lui che si sta parlando - ha di recente fatto di nuovo parlare di sé in virtù di un film-documentario sulla sua vita che è stato proiettato con successo, al Festival di Locarno con il titolo Pédaleur de charme (Manuel Lowensberg ha incarnato l atleta nell opera di Daniel van Aarburg). Nato nel 1925 a Zurigo, corridore professionista dal 46 al 58, trionfatore anche in tre Giri della Svizzera ( 50, 53, 55) oltre che per 9 anni campione elvetico nell inseguimento, storico antagonista in patria di Ferdi Kübler, Hugo Koblet alimentò parecchio pure le cronache rosa; sposò la fotomodella Sonja Buhl. Nella quotidianità non fu bravo e fortunato come nello sport. Appesa la bici al chiodo, tra il 58 e il 61 andò in Venezuela per coltivare nuovi progetti. Tornato in Europa, gli fu affidata dall Agip la stazione di benzina nei pressi di quel Velodromo di Oerlikon, nel quale in anni precedenti aveva, ripetutamente, raccolto allori. Incappò anche in malattie. Il 6 novembre quando non aveva ancora quarant anni - in auto si schiantò contro un albero e morì. Per molti commentatori non fu una disgrazia accidentale. Uno dei big del ciclismo epico da allora cominciò ad essere ricordato come il James Dean della bici.

18 / Ottobre Amarcord Carosello i segni dei tempi di Nazzareno Capodicasa Se lo dice la televisione... C era una volta la televisione Ieri, programmi più seri e misurati Oggi prevalgono volgarità ed insulti L inizio della storia della televisione può essere fatto risalire al 25 marzo 1925, quando l ingegnere scozzese John Logie Baird ne diede dimostrazione nel centro commerciale Selfridges di Londra. Il termine televisione venne stabilito il 10 marzo 1947 durante la conferenza mondiale delle radiocomunicazioni di Atlantic City dai delegati di 60 nazioni che, altresì, stabilirono di adottare come abbreviazione la sigla TV. (Fonte Wikipedia) L ha detto la televisione!, si esclamava trenta-quarant anni fa. E tutti pensavamo: Ma allora è vero. Ora, più prudentemente si domanda: Quale canale?. È proprio così, siamo lontanissimi dai primi anni, quando entrò nelle nostre case L ha detto la tv! Ma allora è vero Non è più così Se non vedo, non credo. Così il diffidente apostolo Tommaso si rivolse agli altri discepoli che affermavano di aver visto il Maestro risorto. Ai nostri giorni non c è notizia o informazione che assuma il marchio di verità, se non appare in video. Una volta si immortalava il momento sulle tele e successivamente sul rullino fotografico. Ora nei video. Qualche decennio fa, Renzo Arbore e la sua band cantavano: La vita è tutto un quiz. Non è più vero. La vita è tutta un video e se non c è video, non c è vita. Ne siamo ormai diventati quasi schiavi. Schiavi dell immagine il piccolo schermo. Una graduale e, lì per lì, impercettibile e lenta trasformazione ha modificato tante, forse troppe cose. Nel passato si mettevano in onda film, sceneggiati tratti da opere classiche, spettacoli teatrali di scrittori celebri. Ora si trasmette pubblicità con intermezzi di spezzoni di film. Cercava di educare, insomma, la vecchia televisione. Ora influenza, rubandoci anima, cervello, cultura e libertà. Nei quiz televisivi c era una proporzione tra la difficoltà della domanda e l entità del premio in palio. Adesso basta telefonare e rispondere che il nome di Garibaldi era Giuseppe e piovono dal cielo qualche migliaio di euro. Una volta le persone parlavano, educatamente e una alla volta. Ora urlano, sbraitano tutte insieme, si interrompono a vicenda, si insultano, sono sul punto di venire alle mani. Invece di affinare i comportamenti e la sensibilità dei cittadini, ne assecondano gli atteggiamenti più triviali. Prima, nei salotti televisivi, si poteva dire: Domani sarà sabato. Ai nostri giorni, da quando è in vigore la par condicio, occorre invitare altrettanti ospiti, per quanti sono i giorni della settimana. Se non c è video e tecnologia, non c è vita! Ed ognuno sceglierà liberamente il giorno per il quale nutre maggiore simpatia. C erano, una volta, le tribune politiche televisive. Con un personaggio politico ed una schiera di giornalisti, i quali, a turno, ponevano la domanda. Il politico rispondeva e tutti ascoltavano. Adesso, nelle tribune politiche televisive, ci sono un giornalista ed una schiera di politici. Il giornalista prova a fare la domanda e, ancor prima che l abbia terminata, scoppia la gazzarra. Con volute interruzioni per impedire agli altri di esprimere le proprie opinioni. Ai tempi di Mike Bongiorno in bianco e nero, c erano le vallette. Mute. Dopo decenni dall onda delle giuste rivendicazioni dei diritti femminili, sono ancora mute. L unica novità sta nell abbigliamento, di cui sono quasi prive le attuali vallette. Prima, nello sventurato caso di omicidi e tragedie, si dava la notizia. Adesso, per dovere d informazione, si dice che la persona è stata dilaniata, crivellata di colpi d arma da fuoco, sbrindellata con un Schiavi di un mondo digitale in movimento e schiavi della tecnologia. Non sappiamo fare più un addizione senza calcolatrice, non possiamo più vivere senza parabole. Intese come antenne. Quelle evangeliche le abbiamo dimenticate da tempo, purtroppo! E chi non ha un telefonino o due, alzi un dito. Veniamo considerati trogloditi senza un televisore d ultima generazione, senza decoder per la tv satellitare. E ci hanno convinto che la vita è tutta lì dentro e se non è lì, non è vita. La Tv è il nostro oppio. Pensa per noi, sceglie per noi, decide per noi. Al massimo possiamo decidere l ora: un ora prima, un ora dopo, dopo la doccia, prima o dopo i pasti. Il cellulare è diventata la nostra sveglia (ma non sa fare il caffè!) ed è il termometro dei nostri rapporti interpersonali. Quanto squilla, non squilla mai, nessuno mi vuole o tutti mi vogliono e nessuno mi si piglia! E via in auto col nostro fido navigatore, in modalità autostrada o in modalità notturna come cala il tramonto, gira a destra, no per di là, ma ti sei scordato dove abiti? Ma attenzione. Se dimenticate una s finale, invece che al Santuario di Lourdes, vi ritroverete a Lourde, uno sconosciuto paesino dei Pirenei. Il navigatore, infatti, non prevede l errore ortografico e non capisce le vostre intenzioni. Nazzareno Capodicasa Rimpiangere la televisione del passato? No, ma quella di oggi è sempre più urlata e volgare, che ci ruba l anima e il cervello. Pubblicità sempre più invadente e cronaca nera truce. machete, decapitata o fatta a pezzi. E la telecamera rincorre ogni particolare, ogni minima traccia del fattaccio, con ingrandimenti, zummate, fermo-immagine sulle pozze di sangue e su ogni truce particolare. Se poi gettiamo uno sguardo alla pubblicità, il quadro è quasi completo ed ancor più sconfortante. Ve li ricordate Calimero, il commissario calvo per non aver usato una certa brillantina, quel simpatico topastro di nome Gigio? Beh, siamo lontani anni luce! Allusioni solleticanti istinti mandrilleschi e volgarità per colpire la fantasia e indurre all acquisto di cose inutili: è questa la regola. E sembra che scelgano, con scientifica crudeltà, le ore dei pasti, prima dei telegiornali. E per stuzzicare l appetito, ti sbattono in faccia pannolini, dentiere, assorbenti per giovani ed anziane, rimedi per diarree e perdite organiche. Il loro modo per dirvi: Buon appetito! Come per le altre grandi ondate innovative che hanno costituito lo spartiacque tra passato e futuro, ondate portate da una nuova tecnologia, come la macchina a vapore o l elettricità, oggi le tecnologie digitali costituiscono un potente motore d innovazione e gli stessi progressi della ricerca sarebbero impensabili senza l uso intensivo di queste tecnologie. (UfficioStudi del Ministro per l Innovazionee letecnologie)

19 19 / Ottobre 2010 Il lago Trasimeno, non vanta solo acque pulite, perché, secondo il rapporto di Legambiente, il suo territorio eccelle anche nel trattamento dei rifiuti e delle acque reflue, nei consumi idrici e nella tutela del paesaggio delle aree costiere e dell entroterra. Laghi italiani sotto controllo Garda, Maggiore, Como, Iseo i più inquinati per Legambiente Unica eccezione il Trasimeno con le sue acque perfettamente a norma La Goletta dei Laghi di Legambiente, con il contributo del partner principale COOU (Consorzio Obbligatorio Oli Usati) e dei partner tecnici Novamont, Posta Pronta e Pirelli Ambiente, tra luglio e agosto di quest anno, ha monitorato lo stato di salute dei più importanti laghi italiani. Le regioni coinvolte nella ricerca sono sei (Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Piemonte, Umbria e Lazio), i laghi ispezionati sono, invece, otto (Garda, Maggiore, Como, Iseo, Bolsena, Trasimeno Bracciano, Albano). I responsi sono stati, purtroppo, deludenti, tranne per il lago Trasimeno, che è l unico ad aver superato i test d inquinamento a pieni voti. I campioni prelevati sono stati, in tutto, 58 di cui ben 46 sono risultati aventi una concentrazione di batteri fecali praticamente doppia di quella consentita dalla legge, mentre sono 38 le foci dei fiumi e dei torrenti considerate fuori norma. Quest ultimo dato conferma che, tra le cause d inquinamento più rilevanti, ci sono quelle da attribuire agli scarichi fognari non depurati che vengono convogliati direttamente negli affluenti dei laghi. I laghi lombardi sono i più inquinati, sia il lago di Como (altrimenti detto Lario) che quello di Iseo si sono aggiudicati il primato negativo, infatti, sono stati relegati negli ultimi due posti della graduatoria. Ma, anche i prelievi effettuati sul più esteso specchio d acqua italiano, il lago di Garda, una volta analizzati, In troppi scaricano nei laghi hanno rivelato pericolose concentrazioni di coliformi fecali e streptococchi. Molto probabilmente, una parte di responsabilità di questo grave danno ambientale va attribuita alla nuova normativa sulla balneazione, molto più permissiva, a detta di Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente, della precedente. Se la cavano meglio i 200 milioni in fuga dalle loro terre nel 2050 L esodo ambientale Le cause potrebbero essere diverse, ma, nel 2050, il mondo potrebbe trovarsi di fronte ad un emergenza enorme, quella dei cosiddetti rifugiati climatici. Secondo una stima dell Organizzazione per le Migrazioni (Iom, International organization for migration), la cifra totale di questi rifugiati potrebbe raggiungere i 200 milioni. Già, oggi, la stessa agenzia internazionale, ha calcolato che il fattore clima coinvolgerebbe circa 50 milioni di individui in movimento verso nuove sitemazioni territoriali. Le cause prevalenti sono state individuate nei disastri ambientali: uragani, alluvioni, desertificazioni, guerre per il controllo dell acqua ed altro ancora. Tutte cause, insomma, determinate, perlopiù, dal cambiamento climatico in atto, che, rendendo invivibili alcune aree del mondo, ne causa, necessariamente, lo spopolamento. Uno spopolamento che assume, il più delle volte, le tinte tragiche di un disperato esodo di massa verso territori già abitati, dove l integrazione dei nuovi arrivati è, quasi sempre, laghi laziali, che hanno presentato una minore criticità rispetto allo scorso anno. Il primo posto, comunque, spetta al lago Trasimeno, l unico trovato a norma nei campionamenti effettuati, ma non solo per questo. Infatti, la valutazione positiva riguarda anche la mobilità, l energia, il trattamento dei rifiuti, i consumi idrici, le acque reflue, i servizi per i disabili, il suolo, la tutela del paesaggio delle aree costiere e dell entroterra. Nessun luogo è lontano di Bruno Del Frate osteggiata, anche con violenza, dalle popolazioni residenti. Anche l Ipcc (Intergovernmental panel on climate change), un team di autorevoli ricercatori che, su mandato Onu, sta studiando i cambiamenti climatici, è arrivato alla conclusione che i flussi migratori, intensificatisi negli ultimi tempi, sono uno degli effetti più evidenti dell impatto disatroso sulle popolazioni provocato dal surriscaldamento della terra. Il clima, dunque, è ritenuto dallo stesso gruppo di studiosi uno dei fattori più importanti nel processo decisionale che porta allo spostamento di intere comunità. Secondo il rapporto della IOM, attualmente, assommerebbero Acque dolci... si fa per dire Non è facile stabilire quali sono i laghi e i fiumi più inquinati del mondo, di certo, quelli che enumeriamo di seguito non godono di buona salute. Il lago Vittoria (Kenya, Tanzania e Uganda), ha un alto tasso d inquinamento dovuto, prevalentemente, agli scarichi fognari delle città che sono situate lungo le sue sponde. Chi si bagna in questo stupendo specchio d acqua rischia di ammalarsi seriamente. Il fiume indonesiano Citarum, raccoglie gli scarichi di oltre 500 industrie e, molto probabilmente, è il fiume più inquinato del mondo. L immondizia che galleggia sulla sua superficie non permette alle acque fluviali di essere visibili. La regione dei Grandi Laghi, tra Stati Uniti e Canada, ha un tasso di inquinamento in costante crescita, dovuto agli scarichi industriali. Il Fiume Giallo, a causa delle tante industrie chimiche, che scaricano le proprie scorie lungo il suo percorso, il più delle volte, per lunghi tratti, si colora di rosso. Il fiume Matanza-Riachuela che attraversa Buenos Aires, è stato definito la più grande latrina del mondo, nelle sue acque vengono riversate ogni giorno oltre tonnellate di liquami. Il fiume italiano Sarno, è considerato, da molte fonti, il più inquinato d Europa. Il Sarno molto spesso esonda e contamina i campi adiacenti, mettendo così a grosso rischio la popolazione locale. Il lago Karachay, in Russia, è contaminato da scorie radioattive provenienti dal deposito di Mayak. Il fiume indiano Yumana, affluente del fiume Gange, è talmente invaso da escrementi che la fauna ittica e la flora fluviale non riescono a sopravvivere. Il terzo lago della Cina, il Tai, ha assunto una colorazione verde molto intensa dovuta alla proliferazione delle alghe, favorita dal massiccio inquinamento di oltre 2800 industrie. In Cina, l altissimo inquinamento del fiume Yangtze è ritenuto ormai irreversibile. Il fiume australiano più inquinato è il King River. Scorre in una regione mineraria, si considera che, in circa 150 anni, sono finite nel fiume ben 1,5 milioni di tonnellate di scarti di lavorazione. L immenso Mississippi, attraversa dieci stati americani, scaricando nel Golfo del Messico tonnellate e tonnellate di agenti inquinanti e formando, così, una zona morta, dove l acqua è talmente compromessa da non permettere una qualsiasi forma di vita. (BDF) a 192 milioni le persone, pari a circa il 3% della popolazione mondiale, che hanno abbandonato il loro luogo di nascita alla ricerca di nuovi spazi di sopravvivenza. Quattro, infine, sono i punti principali, indicati dalla IOM, per liberare questi prigionieri del clima: riconoscimento ufficiale, da parte della comunità internazionale, del problema, politiche contro la vulnerabilità, mantenimento alto del livello della ricerca e aiuti consistenti ai Paesi in via di sviluppo per contrastare gli effetti del clima, partendo dall emergenza acqua e, di conseguenza, rendere possibile la coltivazione delle terre abbandonate.

20 / Ottobre Simbolo di pace universale Assisi, Basilica Patriarcale di San Francesco. Sono milioni i pellegrini che, ogni anno, si recano sulla tomba del Santo per pregare, lasciandosi catturare dalla straordinaria spiritualità cristiana che qui regna sovrana. Lo scrigno di Francesco Due magnifiche chiese sovrapposte e una cripta dove è sepolto il Santo Un luogo sacro che conserva in sé tesori d arte incomparabili La Basilica Patriarcale di San Francesco d Assisi, formata da due chiese sovrapposte, costituisce, nel suo insieme, un singolare monumento di pietra lavorata ad arte: la Basilica Inferiore secondo lo stile romanico, mentre quella Superiore secondo gli stilemi del gotico. Folle di pellegrini, da secoli, arrivano ad Assisi per pregare sulla tomba del Santo con immutata fede: un tributo d amore e di religiosità verso chi è stato definito l altro Cristo ed è uno dei santi più celebrati ed amati della Cristianità. Una volta lì, i pellegrini rimangono incantati non solo dalle superbe architetture delle due basiliche, ma, anche, dai capolavori contenuti all interno, di indubbia rilevanza artistica. Vi si possono ammirare opere di Giotto, Cimabue, Dono Doni, Simone Martini, Andrea da Bologna, Pietro Lorenzetti ed altri maestri, alcuni rimasti anonimi. La Basilica Inferiore fu voluta da Gregorio IX, due anni dopo la morte del Santo (4 ottobre 1926). Il Papa affidò la direzione dei lavori a Frate Elia da Cortona, Ministro Generale dell Ordine dei Frati Minori ( ). Il 17 luglio 1228, subito dopo la canonizzazione di Francesco, il Santo Padre pose la prima pietra della chiesa sepolcrale e dell annesso Sacro Convento. Alla Basilica Inferiore, scavata nella viva roccia e completata nel 1230, si accede da piazza San Francesco. Al suo interno, soprattutto nelle cappelle laterali, trovano alloggio alcune delle reliquie del Santo. Sotto l Altare Maggiore, il 12 dicembre del 1818 furono ritrovate le spoglie mortali di san Francesco. L attuale sistemazione della cripta venne realizzata successivamente. La tomba si presenta come semplice urna di pietra sgrossata ed è internata nel pilastro centrale che sostiene l altare. Una griglia di ferro la protegge ed è la stessa che vi era in origine. All interno della Basilica Inferiore, dedicata a san Francesco, le quattro vele della volta sopra l Altare Maggiore, sono state per secoli attribuite a Giotto; oggi è invece di Fratemarco Quello che, nell ambito biblico, diversifica Gesù da tutti i profeti e, nell ambito di tutte le religioni, lo rende diverso da ciascuna di esse, sta nel fatto che ogni altra forma di culto mette sempre al centro qualcuno o qualcosa, mentre egli, come valore primario di culto, mette se stesso. Tutto il resto: dottrina, riti e morale sono di ordine riflesso, tanto che alla domanda rivolta da un Rabbi ebreo a Benedetto XVI su che cosa Gesù abbia aggiunto alla legge mosaica, la risposta è stata che Egli ha messo, come valore essenziale, se stesso! E come tale Gesù diffusa l opinione che l autore sia stato un suo seguace, non meglio identificato. Fra i cicli di affreschi più importanti ci sono quelli di Simone Martini. Ancora più ricca di tesori d arte è la Basilica Superiore, ultimata nel Cimabue affrescò nell abside il ciclo della «Storia di Maria» e nel braccio di destra i «Fatti della vita di san Pietro». Ma l opera che, normalmente, più colpisce i visitatori è il grande ciclo dei 28 affreschi con i quali Giotto narrò la vita di san Francesco. La consacrazione degli altari delle due chiese, ad opera di Innocenzo IV, risale al Per ciò che riguarda l area conventuale, c è da dire che le prime celle furono ricavate dalle celle di Teobaldo Ricci Logica dell impossibile vuole essere identificato. A questo fine domanda che cosa la gente pensa di Lui, e quando gli rispondono che è considerato uno dei tanti profeti, si sente, completamente, incompreso e chiede agli intimi se hanno una risposta diversa, conducendoli a identificarlo come Figlio di Dio della natura stessa del Padre, di cui è Figlio e senza il quale Dio non sarebbe Padre, qualifica essenziale alla stessa sua natura divina. Ma a questa sconcertante affermazione che lo innalza a livelli mai prima immaginati dal pensiero umano ne segue, a completamento della sua figura, nella viva roccia. Il nucleo originario del convento viene detto Palazzo papale o gregoriano, fu portato a termine intorno al Ma quale intimo significato risiede in questo singolare Santuario? Nulla di più di ciò che frate Elia e Gregorio IX avevano concepito nel progettarlo: un santuario ad imitazione del Santo Sepolcro di Gesù Cristo a Gerusalemme, che contenesse degnamente le spoglie di san Francesco, altro Cristo. La Basilica è stata riconosciuta dall Unesco patrimonio dell umanità ed è sempre stata considerata patria dello spirito e simbolo di pace non solo da tutto il mondo cristiano. un altra più imbarazzante della prima, tutto il rovescio di essa, e tale da suscitare incredulità e proteste dagli stessi intimi coi quali sta parlando. Questo accade quando, appena riconosciuto come Figlio di Dio, si dice incamminato verso un tremendo fallimento con umiliazioni di ogni genere e morte sulla croce. E questo non basta ancora. Chi vuole seguirlo deve accogliere questo totale sradicamento dal modo comune di concepire l esistenza umana: Poi, a tutti, diceva: Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà (Lc 9,23-24). Questo l inconcepibile gioco col quale egli si presenta. SottoVoce Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli In quel tempo, Gesù disse: Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio carico leggero (Mt 11,25-30). San Francesco ha veramente realizzato il Vangelo che la liturgia ci fa proclamare nella sua festa: ha ricevuto la rivelazione di Gesù con il cuore semplice di un bambino, prendendo alla lettera tutte le Sue parole. Ascoltando il passo evangelico, sentì rivolte a sé quelle parole, che diventarono la regola della sua vita. Ed anche a quelli che lo seguirono egli non voleva dare altra regola se non le parole del Vangelo, perché per lui tutto era contenuto nel rapporto con Gesù, nel suo Amore. Le stimmate che ricevette verso la fine della sua vita sono proprio il segno di questo intensissimo rapporto che lo identificava con Cristo. Francesco fu sempre piccolo, volle rimanere piccolo davanti a Dio e non accettò neppure il sacerdozio per rimanere un semplice fratello, il più piccolo di tutti, per amore del Signore. Per lui si sono realizzate in pieno le parole di Gesù: Il mio giogo è dolce e il mio carico leggero. Quanta gioia nell anima di Francesco, povero di tutto e ricco di tutto, che accoglieva tutte le creature con cuore di fratello, che nell Amore del Signore sentiva dolci anche le pene! Nazzareno Capodicasa E, con la serie dei paradossi non ancora conclusa, accadrà poi che, nonostante queste in apparenza inaccetatibli proposte, sarà creduto e seguito, e quanto più creduto e seguito tanto più si rivelerà capace di dare successo all umana esistenza come, per fare un esempio, si vede in Francesco di Assisi, concreta dimostrazione come perdere la propria vita per causa sua (di Cristo) sarà un trovarla al di là di ogni previsione. E, infine, anche chi non accetta Gesù come Figlio di Dio è, non si sa come, impedito di tacciarlo come irragionevole o megalomane, anzi, quasi costretto a riconoscerlo meritevole di sommo rispetto. Ultimo paradosso, questo, della serie sopra elencata.

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