Anno IV - Numero Giovedì 9 luglio 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40

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1 Anno IV - Numero Giovedì 9 luglio 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Il processo Compravendita, tre anni al Cav a pag. 2 Il caso Formaggi italiani: chi li tutela? a pag. 3 La scelta Comune di Roma: ora decide Alfano a pag. 7 REGIONE LAZIO NEL MARASMA, CON GLI STESSI DIRIGENTI INDAGATI CHE RISCHIANO DI METTERE NEI GUAI IL PRESIDENTE ZINGARETTI di Francesco Storace Guarda chi si vede. L avevano nascosta nei meandri delle gazzette ufficiali, non se ne aveva notizia. Ma - senza neppure il preavviso dei consueti comunicati stampa inondanti le redazioni di mezzo mondo - è spuntata improvvisamente qualche giorno fa, il 26 giugno, la mitica gara bis per il Cup del Lazio, dopo che la prima era stata sequestrata a causa degli appetiti famelici di Mafia capitale. Stranamente, Zingaretti e compagnia non hanno pubblicizzato il nuovo bando. E per un consumatore abituale di notizie su se stesso la cosa è abbastanza inusuale, diciamo. Poi, leggendo leggendo tra una riga e l altra, si viene a capire che è meglio non far circolare troppo la notizia in giro. Anche perché se il nuovo bando va tra le mani di Pignatone si ha il dubbio che quello vecchio meriti un ulteriore approfondimento, una sorta di inchiesta bis. Che porterebbe dritta dritta nel palazzo della Regione a via Cristoforo Colombo. In queste ore stiamo sfogliando pagina dopo pagina tutta la nuova documentazione ed entro domani ci presenteremo all ufficio che raccoglie le interrogazioni alla Pisana per depositarne una con richiesta di risposta immediata, nella prossima seduta di consiglio. Suggerirei a Zingaretti di presentarsi personalmente, senza delegare assessori a leggerci numeri di protocollo in aula. Magari ci spiega, il governatore, quali differenze trova tra la prima e la seconda gara; e se nel caso sono quelle suggerite dell autorità anticorruzione. A proposito, vi siete scritti corrispondenza con Cantone il 23 febbraio, il 25 febbraio e infine l 8 aprile. Siccome le prime modifiche che vediamo noi sono sostanziali, cominciate a rendere pubbliche le note che vi siete scambiati con l Anac. Poi, chiarite bene il ruolo di Elisabetta Longo, direttore della centrale acquisti della Regione Lazio, CI RIPROVANO Spunta senza annunci la nuova gara Cup che faceva gola a Mafia capitale. Anomalie curiose, domani nuova interrogazione. Materiale per Pignatone indagata con Giovanna Agostinelli, sua sottoposta, per false dichiarazioni al pm e favoreggiamento nell ambito dell inchiesta sulla prima gara Cup a cui teneva tanto Salvatore Buzzi e che è costata il posto a Maurizio Venafro, ex capo di gabinetto di Zingaretti. La Longo firmò la determina che fissava a 61 milioni a base d asta la gara di allora, per i servizi da erogare a 15 aziende sanitarie del Lazio. Ora, anche grazie a quello che denunciammo noi nella nostra interrogazione di ottobre 2014, entrano pure le Asl di Viterbo e Roma G. Aumentano i servizi, ora per 17 aziende e non più 15, ma magicamente diminuisce il costo dell appalto: 58 milioni. La determina che fissa la nuova cifra non è firmata dal mago Silvan, ma - ahimé - dalla stessa Longo, quella che dovrebbe per mestiere evitare sprechi. Altre prime anomalie riguardano la diminuzione del fatturato che bisogna dimostrare per partecipare alla gara; e curiosità desta il dettaglio dei criteri che incidono sulla qualità della prestazione offerta, che balzano miracolosamente da 16 a 42. Presidente, si faccia spiegare bene dalla Longo che ha combinato prima delle dritte di Cantone. Sbagliava prima o sbaglia adesso? E poi le chieda anche quanto è opportuno autonominarsi responsabile unico del procedimento di gara; nella prima lo fece la dottoressa Agostinelli, mentre la Longo si conferì la medaglia di presidente della commissione aggiudicatrice. Ora invertiranno i ruoli tra indagate di corte? Poi c è altro, a partire dal personale. Ma ve lo scriviamo nell interrogazione di domani e ve lo diciamo nella prossima seduta di consiglio regionale. A piazzale Clodio non hanno fretta. ALLA FINE TSIPRAS SI METTE NELLE MANI DELLA TROIKA Compromesso alla greca a pag. 5 IL SISTEMA DELLA BORSA DI NEW YORK VA IN TILT PROPRIO MENTRE STA PER SCOPPIARE LA BOLLA CINESE Wall Street, provvidenziale black out Una strana giornata di guasti sulla sponda americana del Pacifico, proprio nella giornata in cui, nella sponda asiatica, le borse affondavano per il timore dello scoppio di una bolla cinese. Ci sono volute quattro ore per rimettere in piedi gli affari a Wall Street, mentre per un ora e mezza è stata la United Airlines a dover sospendere il traffico aereo. Non solo: perché gli stessi problemi tecnici si sono registrati anche alla rete informatica del Wall Street Journal. Tutto ha fatto pensare ad un attacco hacker di amoie proporzioni, ma la circostanza è stata smentita, dapprima dal Dipartimento di sicurezza interna ( non ci sono segnali di attività nocive in corso, ha fatto dire alla Cnn), poi dalla Casa Bianca stessa, che ha ribadito che non ci sono indicazioni di azioni dolose nei problemi tecnici che hanno bloccato Wall Street, la United Airlines e il Wall Street Journal. Fatto sta che i disagi sono stati straordinari. La borsa di New York ha sospeso temporaneamente le contrattazioni poco dopo l apertura, che si preannunciava assai caotica per le pessime notizie che arrivavano dalla chiusura dei mercati asiatici, tirati giù dal 30% di perdite accumulato dalle tre principali borse cinesi in tre settimane. Quando la piazza ha riaperto, mancava un ora alla fine delle contrattazioni. Se non c era il black out informatico, bisognava inventarselo insomma: secondo il New York Times, che ha citato un trader, il disservizio sarebbe stato causato da un aggiornamento del sistema introdotto poco prima l apertura. Per quanto riguarda la United Airlines, prima compagnia aerea Usa, è stata invece costretta a sospendere i voli per un ora e 21 minuti, dalle alle locali. I dispositivi di sicurezza non funzionavano a dovere e i vertici hanno preferito non correre rischi. Lo stesso problema si era verificato anche sei settimane fa, all inizio di giugno: in quell occasione la compagnia fu costretta a sospendere tutti i voli negli Usa e il problema durò 40 minuti. Robert Vignola

2 2 PRIMO PIANO PER I GIUDICI DI NAPOLI NEL 2008 CI FU COMPRAVENDITA: INFLITTI TRE ANNI IN PRIMO GRADO Berlusconi: ecco un altra condanna Prodi adesso fa la vittima, ma dimentica che se cadde lo deve alla vicenda Mastella Il Cav: processo politico. Storace: denunciare tutti i parlamentari che cambiano casacca di Robert Vignola La storia va riscritta. Insieme alla sentenza che è arrivata ieri sera e che condanna Silvio Berlusconi. Questa volta si tratta del processo per la cosiddetta compravendita di senatori, vale a dire per l uscita di alcuni esponenti parlamentari dalla maggioranza che sosteneva il governo Prodi, che ne ha poi causato la caduta. Il Tribunale di Napoli, con sentenza di primo grado, ha riconosciuto colpevole Silvio Berlusconi, soprattutto sulla base delle tesi dell accusa che volevano il senatore De Gregorio convinto ad abbandonare la coalizione di centro-sinistra dietro il pagamento di ingenti somme di denaro. Al leader di Forza Italia è stata quindi inflitta una pena di tre anni. Stessa sorte per Valter Lavitola, direttore de L Avanti, considerato il mediatore utilizzato per l affare. La storia va riscritta, si diceva. Perché in questa maniera il governo Prodi, uno degli esecutivi più zoppicanti che la pur difficile storia dell Italia repubblicana ha mai avuto, viene fatto passare per vittima. Anche se De Gregorio abbandonò la maggioranza nel 2006, e non nel 2008 cioè quando Prodi cadde rovinosamente sulle macerie del suo governo. Non fu insomma l affaire Mastella (guarda caso: un certo magistrato De Magistris è stato reinsediato a sindaco di Napoli proprio dal tribunale che ieri ha condannato Berlusconi) a inghiottire il centro-sinistra di lotta e di governo, ma un losco giro di milioni, sulla cui esistenza però ben poche prove sono state portate dall accusa. C erano delle voci, ma, come dissi al giudice, non ne sapevo nulla. Se lo avessi saputo sarei ancora presidente del Consiglio, può così dire Prodi, certo evidentemente che sarebbe stato rieletto dagli italiani, che sarebbero corsi a benedire le gesta del suo centrosinistra. Peccato che non fu per niente così, che alle elezioni successive fu proprio Berlusconi a trionfare e che (guarda caso, ancora una volta) fu poi defenestrato tre anni dopo con un golpe morbido ordinato dall Europa. E lo dicono fonti di sinistra spagnole come dell amministrazione Usa di allora. Ma tant è. Inevitabile il turbinio di reazioni che vi sono state, a partire da quella dura del diretto interessato. Prendo atto di una assurda sentenza politica al termine di un processo solo politico costruito su un teorema accusatorio risibile, ha commentato Berlusconi appena appreso della sentenza, aggiungendo: Resto sereno, certo di aver sempre agito nell'interesse del mio Paese e nel pieno rispetto delle regole e delle leggi, così come continuerò a fare. E il legale del Cav, Nicolò Ghedini, ha rincarato la dose: E' una sentenza ingiusta e ingiustificata, ha detto, ricordando che il processo si prescriverà il 6 novembre: non ci saranno quindi ripercussioni sull attività politica del suo cliente. Anche a livello politico sono arrivati numerosi commenti. Tra i primi quello di Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra. Da oggi in poi vanno denunciati tutti i parlamentari che cambiano schieramento. O vale solo se passano con Berlusconi?. IL SENATORE SI ERA DIMESSO NEL POMERIGGIO DA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE BILANCIO Azzollini toglie il disturbo: ok all arresto In serata pollice verso di Pd, M5S e Lega in giunta per le autorizzazioni a procedere Altro esponente del Ncd nel tritacarne. La giunta per le immunità parlamentari ha dato l ok all arresto del senatore Antonio Azzollini, coinvolto nell inchiesta sul crac della casa si cura Divina Provvidenza, richiesto dalla Procura di Trani. I voti favorevoli all arresto sono stati 12 (quelli del Pd, del M5s e della Lega Nord), 7 invece i voti contrari (Forza Italia, Ncd e Gal). Adesso spetterà al Senato esprimersi sulla vicenda. Poche ore prima il senatore Azzollini si era dimesso dalla presidenza della commissione Bilancio di Palazzo Madama. "La commissione che ho l'onore di presiedere ha bisogno di decisioni che richiedono dedizione assoluta e tempo pieno", ha detto nella sua lettera di dimissioni, ribadendo la "totale infondatezza dei fatti giudiziari" che lo vedono coinvolto. La scelta del passo indietro, a lungo invocato da più parti, è stata accolta con diversi stati d animo: il Pd con Andrea Marcucci, a sua volta presidente della commissione Istruzione del Senato, apprezza il rispetto istituzionale e a prescindere dalla vicenda che riguarda il senatore Ncd invita il Parlamento a riconoscerne il valore. Non così il M5S, per cui le dimissioni sono il minimo sindacale. Il Movimento di Grillo al Senato sottolinea di aver chiesto le dimissioni di Azzollini già dal Non è la prima volta che M5S chiede le dimissioni da una carica istituzionale di esponenti Ncd. Fatto sta che a guadagnarci è sempre il partito di Renzi. APPROVATO IL CALENDARIO DEL DDL, PROVE TECNICHE DI ACCORDO TRA MAGGIORANZA E FORZA ITALIA Riforme, in Senato il voto è a settembre Riforme avanti adagio, con maggioranze rigorosamente da tenere d occhio. Ieri si votava in commissione Affari costituzionali al Senato il calendario dei lavori sul disegno: il via libera è arrivato a larga maggioranza. Solo il Movimento 5 Stelle e il senatore Mario Mauro hanno votato contro il calendario che prevede l inizio della discussione generale sul provvedimento martedì prossimo. Ovviamente, l iter parlamentare non sarà breve, come da tradizione italica. Dopo due settimane di dibattito, che saranno sicuramente seguite da audizioni di esperti, cominceranno le votazioni sugli emendamenti che potranno essere presentati fino al 31 luglio. I primi voti in commissione li avremo nella prima settimana di agosto, quindi salvo miracoli il ddl arriverà nell Aula del Senato a settembre, afferma la presidente della commissione Anna Finocchiaro (Pd) che auspica una soluzione ampiamente condivisa alla fine del percorso. La Finocchiaro risulta anche la relatrice del provvedimento, ma non esclude novità. Domani prenderò una decisione finale, ha annunciato ieri al termine dei lavori della commissione. Negli stessi minuti prendeva quota la voce di un impegno anche da parte del presidente dei senatori di Forza Italia, Paolo Romani, ad affiancare la presidente nel ruolo. Il gruppo azzurro si è precipitato a definire le voci prive di fondamento, tuttavia resta lo spiraglio lasciato aperto da Forza Italia sulle riforme negli ultimi giorni e il fatto che ieri la calendarizzazione abbia ricevuto il placet anche dai senatori azzurri. Un nuovo Nazareno o un accordo contingente su una serie di provvedimenti che possono essere sottoscritti anche dal centrodestra? Domande che restano sospese nell aria di Palazzo Madama. Fatto sta che la Finocchiaro auspica che alla fine del percorso si arrivi a una soluzione ampiamente condivisa. Abbiamo già dato un ottima prova nella prima lettura decidendo proprio qui al Sarà infatti il vice presidente vicario della commissione Bilancio, Giancarlo Sangalli, esponente del Pd, a sostituire il dimissionario Antonio Azzollini alla guida della commissione Bilancio di palazzo Madama. Attualmente Sangalli è vice presidente vicario della commissione in questione. Si tratta di una procedura automatica. La presidenza del Senato comunicherà alla commissione Bilancio le dimissioni rassegnate da Antonio Azzollini, i commissari ne prenderanno atto e il ruolo di presidente passa automaticamente al vicario. A Palazzo Madama, si sottolinea però che questo caso rappresenta un unicum perché le altre volte in cui i presidenti della commissione si sono dimessi lo hanno fatto prevalentemente per ragioni Senato il superamento del bicameralismo perfetto e vorrei che restassimo all altezza delle nostre capacità. R.V. politiche, con dimissioni respinte e a volte anche rientrate. Via Giovanni Paisiello n Roma Tel Fax redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d Italia Sito web Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel mail: daniele.belli@hotmail.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n 286 del

3 3 ATTUALITA PROTESTA A MONTECITORIO CONTRO L ASSURDA NORMA EUROPEA DI PRODURRE FORMAGGI SENZA MATERIA PRIMA Il latte italiano finisce in polvere Allevatori e casari contestano l asse franco-tedesco, coalizzatosi contro i nostri prodotti di Robert Vignola Migliaia gli allevatori e casari, ma anche comuni cittadini giunti da tutte le regioni, si sono ritrovati a Roma per manifestare in piazza Montecitorio a difesa del Made in Italy e impedire il via libera in Italia al formaggio e allo yogurt senza latte, imposto dall'unione Europea. Una norma scriteriata, che danneggia e inganna i consumatori, mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con gravi effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale. Davanti a Montecitorio i maestri casari hanno acceso la caldaia per mostrare a cittadini e parlamentari come si produce il vero formaggio Made in Italy, sfidando così l'imposizione di Bruxelles. Intorno a loro amministratori, cittadini e allevatori con striscioni con vari slogan "Oggi mandano in polvere il latte, domani il Paese", "No a formaggi e yogurt senza latte, difendiamo il Made in Italy" e "Mamme, attente alle schifezze". Sotto accusa, in particolare, l'asse franco tedesco che condiziona le politiche europee. Non a caso i principali produttori ed esportatori europei di latte in polvere sono proprio Germania e Francia, come denunciati dagli allevatori della Coldiretti. Ma sui cartelli di protesta sono comparse anche altre accuse specifiche, del tipo: "Dai regolamenti comunitari alibi per industriali nemici del Made in Italy" e "Gli industriali che vogliono fare il formaggio senza latte sono gli stessi che sottopagano il latte italiano", per ricordare che la lettera di diffida inviata all'italia dalla Commissione Europea è stata sollecitata proprio dall'associazione italiana delle Industrie lattiero casearie. Per ricordare qual è la posta in gioco, la Coldiretti ha allestito per l'occasione una maxi esposizione delle eccellenze lattiero-casearie I NUMERI DELLA CRISI IN ARRIVO Un tracollo economico grazie a Bruxelles italiane, con i prodotti più noti, ma anche quelli più curiosi, come il Bastardo del Grappa o il formaggio Imbriago, provenienti da tutte le regioni, ma anche sacchi interi di polvere di latte che rischiano di contaminare queste specialità. Gli allevatori della Coldiretti hanno anche portato in piazza i principali trucchi che mettono a rischio il loro lavoro e la qualità dei prodotti acquistati dai consumatori, dalla stessa polvere di latte, che l'italia ha vietato oltre quarant'anni fa e che Ue e industriali vorrebbero riportare sulle nostre tavole, alle cagliate, importate per fare finte mozzarelle Made in Italy, fino alle caseine e agli altri semilavorati industriali provenienti dall''estero che entrano in Italia per preparare formaggi poi rivenduti come tricolori. Con i manifestanti c era anche il presidente nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo e parlamentari di diversi schieramenti e i rappresentanti delle Istituzioni che Il via libera alla polvere di latte farà sparire 487 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni italiane ottenuti secondo metodi mantenuti inalterati nel tempo da generazioni. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione della mobilitazione di allevatori, casari e consumatori in piazza Montecitorio a difesa del Made in Italy. "Con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro - sottolinea la Coldiretti- è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt e tutto con lo stesso identico sapore perché viene a mancare quella distintività che viene solo dal latte fresco dei diversi territori. Il pressing esercitato dalla Commissione Europea sull''italia ha già stimolato gli interessi degli speculatori con le importazioni di latte e crema in polvere che sono aumentate del 16 per cento nel primo trimestre 2015 rispetto allo scorso anno, secondo una analisi della Coldiretti. E non è certo casuale che i 2/3 delle importazioni provengano da Francia e Germania, l''asse che detta la linea politica dell''unione Europea". "E'' in corso - sottolinea la Coldiretti - un pericoloso braccio di ferro che potrebbe portare alla chiusura delle stalle, alla perdita di posti di lavoro, all''omologazione e all'appiattimento qualitativo della produzione nazionale dopo la lettera di diffida inviata all'italia dalla Commissione Europea. intendono sostenere la battaglia per il Made in Italy (si sono visti tra gli altri il ministro Galletti e il presidente di Fratelli d Italia Meloni) con una apposita sollecitazione al Parlamento per la difesa della qualità del sistema lattiero caseario italiano. A sostegno dell'iniziativa è stato lanciato su twitter l'hashtag #formaggisenzalatte. PROCESSO MAUGERI - L EX GOVERNATORE SI AVVALE DELLA FACOLTÀ DI NON RISPONDERE MA RILASCIA DICHIARAZIONI SPONTANEE Formigoni rompe il silenzio: Vittima di uno scenario kafkiano Le verità del Celeste: Non ho favorito nessuno con delibere, i pm mi accusano di amicizie Processo Maugeri, Roberto Formigoni rompe il silenzio e per la prima volta da quando è scattata l inchiesta, decide di presentarsi davanti ai giudici milanesi. Decidendo come suo diritto, di avvalersi della facoltà di non rispondere. Ottenendo, come previsto dalla legge, di rilasciare alcune dichiarazioni spontanee. Alla sbarra per associazione a delinquere e corruzione assieme, tra gli altri, all ex assessore regionale Antonio Simone e al faccendiere Pierangelo Daccò, il senatore Ncd prova a difendersi. Spiegando di aver scelto questa strategia difensiva per fornire una descrizione più ampia, completa ed esauriente rispetto agli addebiti che mi vengono contestati. Evitando il rischio che con l interrogatorio ci si concentri su particolari distorcenti. Secondo l ipotesi accusatoria, dalle casse della fondazione Maugeri, con Formigoni alla guida della Regione Lombardia, sarebbero usciti circa 61 milioni di euro in 10 anni. Soldi da cui sarebbe stata creata la provvista per concedere benefit di lusso all ex governatore per circa 8 milioni. Tra cui viaggi aerei, vacanze ai Caraibi, l uso esclusivo di uno yacht e un presunto, forte sconto sull acquisto di una villa in Sardegna (sequestrata lo scorso anno). In cambio, attraverso l opera di Simone e Daccò, la fondazione avrebbe ottenuto delibere di Giunta favorevoli, circa 200 milioni di euro di rimborsi indebiti. Con Formigoni che, per la pubblica accusa, avrebbe promosso un associazione per delinquere per 14 anni tra il 1997 e il Una tesi respinta con forza dal principale imputato, che ha spiegato di non aver mai emanato atti in favore di alcuno. Non si tratta s è difeso di utilità, ma di scambi tra persone che sono amiche. Tutte le delibere regionali in materia di sanità, inoltre, sono state sottoposte a plurimi controlli da parte del Tar, del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti. Magistrature che hanno sempre dato sostanzialmente ragione alla Regione Lombardia. La mia unica colpa è quella di aver accettato un invito da un mio amico, Daccò. Le barche erano sue, non le ha comprate per me. Ma per sé. Sono al centro di uno scenario kafkiano, di totale fantasia. Il processo Maugeri entra in una fase cruciale. Formigoni si difende, la pubblica accusa prende nota e prepara una nuova offensiva. Marco Zappa NEI PRIMI 5 MESI DEL 2015, LE DOMANDE NEL VECCHIO CONTINENTE SONO CRESCIUTE DEL 68% Europa e Italia, boom di richieste di asilo politico Non è un paese per italiani. Mentre i nostri giovani migliori, pieni di iniziativa e con il classico foglio di carta in tasca (inteso come laurea) lasciano il Paese perché hanno voglia di mettersi in vetrina per mostrare tutte le loro capacità, quelli che arrivano sono sempre e solo extracomunitari che chiedono asilo politico. Nei primi 5 mesi del 2015 le domande nell Ue sono cresciute del 68%, con l Italia a farla praticamente da padrone. Persone poco fortunate che scappano dalla guerra e dalla miseria. Senza un euro in tasca e bisognosi di cure e sussidi. La maggior parte degli immigrati che richiede protezione nel Vecchio Continente è oggi rappresentata da siriani, eritrei, kosovari e afghani. Da noi ammontano a persone, una quota che vale il podio in tutta Europa. Inarrivabili Germania e Svezia, con l Italia davanti a Francia e Ungheria. Solo una piccola parte di queste domande si traducono nella concessione dello status di rifugiato. Il rapporto annuale dell agenzia europea Easo, presentato a Bruxelles, evidenzia numeri a dir poco preoccupanti. Per un problema non più rinviabile. Il ministro dell Interno Angelino Alfano, che ieri ha riferito in Senato sulla vicenda del centro di accoglienza Cara Mineo e sugli affari legati alle cooperative rosse coinvolte nell inchiesta Mafia capitale, ha preferito non concentrarsi su questi dati tremendamente allarmanti. Spiegando che il dicastero da lui diretto è organo garante della trasparenza e della legalità, come dimostrato dal ruolo incisivo giocato dai prefetti di Roma e Catania attraverso il commissariamento di due società coinvolte nella gestione dell impianto. Con il leader di Ncd che ha auspicato tutto il suo interesse perché si faccia luce su questa vicenda, ricostruendo il quadro delle responsabilità. Nessuna reazione su una ricerca che fotografa un aumento degli arrivi da parte di immigrati che non si vedeva dagli anni 90. Con l Italia che più che un ponte, si conferma un approdo. Marcello Calvo

4 4 ATTUALITA NEL VOLUME DI MEMORIE DEDICATO ALLA SIGNORA DEI LIBRI, UN BEL TRIBUTO ANCHE A BUONTEMPO Teodoro, quel gentleman che affascinò la Sellerio Santo Piazzese, scrittore sessantottino: Pregiudizi e stereotipi erano categorie estranee ad Elvira di Igor Traboni Elvira Sellerio è stata una delle grandi protagoniste dell editoria italiana a cavallo di questi due secoli. Anzi, senza timor di smentita, possiamo definirla la Signora per eccellenza dei libri. E bene ha fatto la sua Sellerio editore a dedicarle il numero mille della prestigiosa collana La memoria, delizioso scrigno di ricordi realizzato con i contributi di 23 tra amici e autori della casa palermitana, a cesellare le mille sfaccettature di Elvira Giorgianni Sellerio. Una vita, un epoca, mille libri e altrettanti e ancor di più incontri, pagina dopo pagina, con sorprese notevoli. Una delle quali riguarda Teodoro Buontempo, del cui ricordo va dato atto all onestà intellettuale di Santo Piazzese, scrittore - per sua stessa ammissione di estrazione sessantottina, e dunque niente affatto sospettabile di una sintonia col mondo della destra. Ma ecco cosa scrive Piazzese in questo libro: Mi aveva parlato (Elvira Sellerio, ndr) con una certa stima del deputato Teodoro Buontempo, noto con il soprannome di er pecora, personaggio non certo santificato dal popolo di sinistra. Un uomo che, a dire della Signora, era in grado di passare istantaneamente, in funzione degli interlocutori del momento, dal vernacolo borgataro più greve ai modi di un gentleman inglese, con tanto di baciamano eseguito con gran classe. Due universi, quello della Signora e il suo, che si sarebbero detti a prova di relazioni reciproche ( ) Ma credo che il pregiudizio e lo stereotipo fossero categorie del tutto estranee all universo di Elvira Sellerio. Altrimenti non avrebbe potuto pubblicare certe opere non allineate e non politicamente corrette, in tempi in cui sarebbe stato sconsigliabile farlo. Come ricorda e sottolinea Giuseppe Scaraffia, uno degli scrittori più raffinati e autenticamente colti del panorama culturale contemporaneo (e che per questo forse non vince certi premi anche se i suoi libri sono adorabili, ma questo è un altro discorso ): Da sempre di sinistra, ma superiore agli schieramenti e per questo più vulnerabile, era amata e stimata dalla destra. Che poi ricorda una frase della Signora, solo apparentemente banale: Non esiste destra e sinistra nella cultura. Esiste la libertà d espressione. Certo, poi il mondo che ruotava attorno alla signora Elvira era quello che era, ma s è ben capito che le cadute di stile, i paraocchi, erano di altri. E che invece la barra della casa editrice era rivolta solo e sempre verso l arcipelago della cultura: tante isole, tantissimi mondi. Lo ricorda in uno ei contributi di questo libro che francamente meno c è piaciuto, accanto a quello di Andrea Camilleri - Adriano Sofri, anche se pare quasi dolersi di come siano andate le cose: L impegno civile (della Sellerio, ndr) fu consacrato nel 1978 dall Affaire Moro e mai disertato, senza tuttavia fare della casa editrice un impresa militante. D altro canto, Elvira Sellerio visse in simbiosi con la sua casa-azienda e i suoi autori, capace di pochi consigli per arrivare ad un libro, cambiarlo se non andava bene, intuire che avrebbe funzionato dopo averlo compulsato per bene da lettrice onnivora e quindi dato il via alla pubblicazione. Ricorda Alessandra Lavagnino, il cui Le bibliotecarie di Alessandria è stato uno dei tanti successi della Sellerio, quello che proprio la signora Elvira le consigliò a proposito del metodo di scrittura: A volte bastano poche, pochissime parole. E: bada che non è proibito dire la verità: non sempre. Questo nessuno lo capisce. Prendono la vita per menzogna e viceversa. Confusione che la Signora dei Libri, Elvira Sellerio, non fece mai. Come dimostra (anche) il suo rispetto per Teodoro Buontempo. NOVITÀ DALLE INDAGINI SUL MASSACRO DEI SETTE RELIGIOSI FRANCESI AVVENUTO NEL 1996 A TIBHIRINE Monaci uccisi dagli islamici, nuove verità Nuovi risvolti nelle indagini sul massacro dei sette monaci del monastero di Tibhirine, in Algeria avvenuto nel 1996 ad opera di un gruppo islamico. Una vicenda peraltro resa molto bene dal film Uomini di Dio, uscito cinque anni fa per la regia di Xavier Beauvois. Ma torniamo alle possibili novità sulla vicenda, resocontate in un dettagliato articolo di Luciano Ardesi sull ultimo numero di Nigrizia. Ebbene: i risultati delle analisi condotte sui resti esumati dei sette monaci fanno sorgere dubbi sulla data della loro morte e su come realmente andarono le cose. Un n primo rapporto sui risultati dell esumazione dei sette monaci, che ora riposano nel piccolo cimitero proprio a fianco del monastero di Tibhirine, è stato rivelato dall agenzia stampa francese Afp e ripreso dai principali quotidiani francesi. Secondo l analisi effettuata sulle foto scattate al momento della scoperta delle teste dei monaci, il 23 maggio 1996, lo stato di decomposizione dei resti lascia pensare che l uccisione sia in realtà avvenuta tra il 25 e il 27 aprile, prima dunque di quel 21 maggio indicata in un comunicato attribuito al Gruppo islamico armato, lo stesso che aveva rivendicato il sequestro dei monaci avvenuto nel marzo 1996, e prima del 30 aprile, data alla quale il Gia affermava che i monaci erano ancora in vita. Non una semplice ricostruzione delle date, quindi, ma la messa in dubbio della versione ufficiale fornita dal governo algerino. Le prime analisi compiute sui reperti, inoltre, fanno ipotizzare che i monaci siano stati decapitati dopo la loro morte. Le tracce di terra e gli elementi botanici trovati sui crani non collimano infatti con quelli presenti nel cimitero del monastero. Difficile invece avanzare ipotesi sulle cause della morte, visto che i corpi non sono mai stati ritrovati. Tuttavia scrive Nigrizia - come era già risultato evidente al momento dell esumazione, l assenza di colpi d arma da fuoco sui crani dei monaci demolisce una delle tesi a suo tempo avanzate, quella dell uccisione accidentale dei monaci da parte dell esercito algerino nel corso di un attacco con elicotteri contro una cellula terroristica. In queste condizioni le due tesi sopravvissute a) l assassinio da parte dei terroristi del Gia; b) la manipolazione dei servizi segreti algerini che avrebbero ucciso i monaci per addossarne la responsabilità ai terroristi sono destinate a contrapporsi ancora a lungo e ad alimentare il contenzioso e la polemica tra Francia e Algeria. Alcuni commentatori algerini fanno notare che chi oggi sostiene ancora la tesi della responsabilità dei servizi algerini sono gli stessi che negli anni 90 in Europa presentavano il terrorismo islamico come un invenzione dell esercito algerino per coprire i suoi crimini. Gli ultimi vent anni hanno tragicamente dimostrato la falsità di questa supposizione, e l enorme ritardo di certi ambienti europei a cogliere la realtà del terrorismo, conclude Ardesi.

5 5 LE TRATTATIVE CON L EUROGRUPPO ALLA SVOLTA, ENTRO DOMENICA ATTESO L ACCORDO ESTERI Con l Esm Tsipras si consegna alla Troika La richiesta di accesso al fondo salva-stati comporterà un doppio esame di riforme e conti da parte di Commissione Ue, Bce e Fmi. Grexit più lontana, ma si moltiplicano le voci su una valuta parallela di Robert Vignola Nelle braccia della Troika? Sì. Ma tanto quella sarebbe stata inevitabilmente la conclusione della vicenda. Tsipras ha scelto di farlo partendo dal potere contrattuale che gli ha concesso il referendum di domenica scorsa. E ora, con tempi strettissimi, cercherà di forzare le resistenze di Germania e Paesi baltici dentro l Eurogruppo per piazzare un accordo (la base dovrebbe essere di tre anni) che vada a interessare la leva dell Esm, le misure di stabilità economica volute da Draghi nel Un aiuto che, manco a dirlo, può essere concesso solo a condizione che sia rispettato un piano di risanamento economico elaborato sulla base di un analisi di sostenibilità del debito pubblico compiuta dalla Commissione europea insieme al Fondo monetario internazionale e alla Banca centrale europea. In una parola: dalla Troika. E dopo che la richiesta formale e volontaria è stata avanzata dallo Stato che ne ha bisogno, verrà valutata. Da chi? Commissione Europea, Bce e se necessario Fmi. Cioè, di nuovo, la Troika. Tsipras spera di ottenere insomma entro domenica un accordo migliore di quelli finora offerti, facendo parallelamente leva sulla disponibilità del Fmi a ristrutturare del 50% il debito (180% del Pil) accumulato. L Europa dal canto suo non sembra voler perdere tempo: sa che la scadenza del 20 luglio (con un default tecnico certo, senza accordo) è assai vicina e per questo il presidente del Consiglio d Europa Donald Tusk ha indicato in domenica la dead line, fermo restando che il piano dettagliato è previsto per oggi. La Grecia pensa di farcela, il Grexit è sostanzialmente più lontano, ma l esperienza di queste settimane ha insegnato che dotarsi di un piano B (e non citarlo solo a parole) magari è meglio. Non è un caso se ieri l edizione online del quotidiano Kathimerini, citando fonti del ministero delle Finanze, ha reso noto che è cominciata la valutazione dell introduzione di una nuova valuta nazionale: se sarà impossibile per le casse dello Stato riuscire a pagare stipendi e pensioni alla fine del mese, la prima metà degli stipendi dei dipendenti pubblici (circa 300 milioni di euro), dovuta la prossima settimana, potrà essere pagata in euro. Il vice ministro delle Finanze Dimitris Mardas, da parte sua, ha confermato che il pagamento per la prima metà del mese è garantito. E proprio qui sta il punto: stante la ormai nota carenza di liquidità, la seconda parte sarebbe pagata in una divisa parallela. Sarebbe un portafoglio equivalente ai due miliardi di euro che entrerebbero massicciamente nell economia nazionale, sottoforma di stipendi, pensioni e oneri sociali dovuti alla fine di luglio. Non solo, però. Le autorità elleniche hanno anche elaborato un progetto di amnistia fiscale che il Parlamento dovrebbe approvare prima della fine del mese e che è volto a favorire il rientro del denaro che facoltosi evasori potrebbero aver depositato all estero. La fonte stavolta è ufficiale: è il ministro Panagiotis Nikoludis, responsabile della lotta alla corruzione, intervistato dal quotidiano svizzero di lingua romanda Le Temps. I detentori di conti che decidessero di autodenunciarsi verserebbero una tassa del 21% sul capitale, invece del 20 previsto in patria, una penalità minima. Ma sarà difficile che in questo clima chi, tra i greci, ha un conto in banca, lo riporti indietro. Come dire: la sinistra greca non sarà la sinistra italiana, ma sempre sinistra è PUNTO E A CAPO Atene adesso assaggia la violenza del danaro Dopo la mazzata del referendum e la vittoria dei no, era lecito aspettarsi una reazione tipica dei dittatori: cioè l'isterismo di chi crede che il pensiero unico non debba essere scalfito da nessuna obiezione, peggio se popolare. È cosi che finte democrazie, come quella tedesca, si affidano, soprattutto, a quello che storicamente sanno far bene, cioè la rappresaglia. La violenza del danaro, ci ricorda Papa Francesco, è quella più subdola perché si ammanta della giustificazione di quello che Heidegger, che i tedeschi li conosceva bene, chiama pensiero calcolante. L'Europa è ridotta a questo ormai. Dei bambini, degli anziani, degli statali di Atene, e in genere dei miserabili del mondo, non gliene importa nulla. L'ideologia mercatista vuole che lo 'scarto', come lo chiama Bergoglio, vada all'ammasso. Certo con giustificazioni di giornalisti, professori della Bocconi, intellettuali, tutti a caro prezzo. Tutti con tesi paludate di cifre, tassi, rating, cioè di tutto quello che ha sostituito in modo 'borghese la rozzezza delle deportazioni e della pulizia etnica di nazista memoria. Ma l'atteggiamento è simile. Si accusano i greci di essere 'fannulloni', di essersi permessi di vivere al di sopra delle loro possibilità (cioè di avere pensioni sociali, stipendi e salari quasi normali). Di aver, in pratica, utilizzato l'unione europea per vivere e non per morire, come avrebbero dovuto fare per la Troika. Ma ai paesi dell'egoismo istituzionalizzato ciò interessa molto poco. Sono le banche, infatti, il motore di un'europa senza anima. Sono loro che sanno benissimo che nessun credito, in realtà, può essere rimborsato. Infatti i crediti si danno solo per incassare interessi usurai che piegano, con la scusa dei conti a posto, ogni funzione dello stato sociale. Lo stesso stato per cui generazioni di ragazzi si sono fatti ammazzare a milioni nelle guerre che hanno sconvolto negli ultimi cento anni il mondo. Per questo fanno la faccia feroce, alla Schultz, come i kapò dei vecchi campi di concentramento. Paradossalmente con la stessa filosofia che troneggiava bene in vista a Auschwitz, il lavoro (degli schiavi) rende liberi. Biagio Cacciola UNA BARRIERA IN FUNZIONE ANTI-TERRORISMO PER CONTROLLARE MEGLIO LA FRONTIERA CON LA LIBIA La Tunisia si fa il suo muro di gente dalla Libia e il moltiplicarsi di minacce per L andirivieni uno Stato già messo in crisi dalle stragi del Bardo e di Soussa devono essere fermati. Anche fisicamente. E cioè con un muro che servirà a proteggere da infiltrazioni i 168 chilometri di confine più difficili da controllare. Il premier tunisino Habib Essid ha annunciato l inizio dei lavori per la costruzione del muro di separazione lungo la frontiera, con l obiettivo di impedire l infiltrazione nel nostro territorio di terroristi libici. Una decisione che non ha attirato su Tunisi le ire delle anime belle, scattate con un riflesso pavloviano contro l Ungheria nei giorni scorsi. Comunque sia, sarebbe tardi: il portavoce del governo di Tunisi Zafer Naji ha già dato per iniziati i lavori per la realizzazione della barriera di sabbia che dovrà impedire il passaggio di terroristi e miliziani dalla Libia, Paese in balia del caos dalla fine dell era di Muammar Gheddafi. L operazione in sé e per sé non è particolarmente complessa, comunque la Tunisia vi sta mettendo tutte le forze e dovrebbe quindi concludersi prima della fine del La barriera, tra i transiti di Ras Jedir e Dhehiba, sarà alta due metri e si estenderà per 168 dei 461 chilometri del confine tra i due Paesi, come ha spiegato Naji, ammettendo comunque che sarà difficile mettere in sicurezza l intera frontiera. Ci saranno centri di controllo di sicurezza lungo il confine, con pattuglie e sorvoli per garantire la piena sorveglianza, ha detto. La notizia arriva dopo il sanguinoso attacco dello scorso 26 giugno sulla spiaggia tunisina di Susa, in cui sono rimasti uccisi 38 turisti, per la maggior parte britannici. A marzo era finito nel mirino il Museo del Bardo di Tunisi, con un bilancio di 21 turisti morti, compresi quattro italiani. Entrambi gli attentati sono stati rivendicati dal sedicente Stato Islamico. Dopo l attacco di Susa, il presidente tunisino Beji Caid Essebsi ha dichiarato lo stato d emergenza. Una misura che era rimasta in vigore per tre anni dopo la primavera araba scoppiata nel Paese nordafricano nel A distanza di appena un anno, è stato necessario istituirla di nuovo. Di provvedimenti simili, per evitare analoghe infiltrazioni sui barconi (che sempre dalla Libia partono) l Italia non sente il bisogno. E le nostre coste continuano ad essere il terminale europeo di una staffetta navale alla quale partecipano i mezzi delle più disparate marine del mondo. R.V. IL VALORE DELLE BORSE ESTREMORIENTALE SI È RIDOTTO DEL 30% IN TRE SETTIMANE. PURGHE IN VISTA Preoccupa la bolla cinese Tutti a parlare di Grecia, anche se il peso economico di questa nazione è alla fine relativo. Ma quel che preoccupa i mercati davvero è invece la Cina: il traino della produzione a livello mondiale, il Paese più abitato del mondo, quello che detiene in pancia praticamente l intero debito pubblico statunitense. Qualcosa oltre la Muraglia è avvenuta e i lontano echi, i rombi di tuono che si avvertono potrebbero essere quelli dello scoppio di una bolla che potrebbe risolversi in un nonnulla come travolgere l intero pianeta. Tutte le Borse cinesi, compresa quella di Hong Kong, contagiata dal panico che ha travolto Shanghai e Shenzhen, hanno chiuso in ribasso nonostante gli interventi e le promesse delle autorità, che hanno cercato di sostenere il mercato. Shanghai ha chiuso con un -5,9 %, Shenzhen con un -2,9% e Hong Kong con -5,8%. L indice Hang Seng di Hong Kong ha toccato punte di ribasso dell'8% nel corso della giornata. I timori che la sfiducia si trasferisca dagli operatori di Borsa ai consumatori cinesi ha spinto verso il basso anche il mercato di Tokyo, che ha fatto registrare un calo del 3,1%. Non c entra la Grecia: quello che preoccupa sono i tentativi di raffreddamento da parte del governo di Pechino che sono andati a vuoto. L ordine arrivato alle compagnie statali di comprare azioni, l aumento della quantità di azioni che le compagnie di assicurazioni possono acquistare, la promessa di fornire altra liquidità a credito agli investitori non è bastata: gran parte delle imprese quotate a Shanghai e Shenzhen hanno chiesto la sospensione della vendita delle loro azioni nel tentativo di fermare le perdite. Articoli comparsi su molti media vicini al governo, come la rivista Caixin e il quotidiano Global Times, accusano l agenzia responsabile del controllo del mercato, la China Securities Regulatory Commission (Csrc) di aver gestito nel modo sbagliato la crisi del mercato azionario, ingannando gli operatori che avrebbero concesso una fiducia eccessiva agli interventi correttivi delle autorità. Ovvio che la crisi abbia insomma acquisito connotati anche politici, mettendo in imbarazzo il premier Li Keqiang, massimo responsabile dell economia: a rimetterci, pochi hanno dubbi, sarà il presidente della Csrc, Xiao Gang. Ma queste alla fine sono dinamiche cinesi. È l andamento che preoccupa: gli indici di Shanghai e di Shenzhen hanno registrato una crescita del 150% a partire dal giugno del 2014, ma da tre settimane hanno cominciato la discesa che ancora non è finita e che ha visto il valore complessivo delle Borse ridursi di oltre il 30%. Il chiaro annunciarsi di una bolla che sta per scoppiare, secondo alcuni analisti. Ma, in un mondo globalizzato, sapere a cosa porterebbe è praticamente impossibile. R.V.

6 6 STORIA NELL ARTICOLO TEMPO DI ATTESA PARLA DI TATTICA INSURREZIONALISTICA E DI PAZIENZA RIVOLUZIONARIA Benito e il socialismo a Losanna Si iscrive al sindacato Manovali e Muratori e il 30 agosto 1902 ne diviene il segretario di Emma Moriconi Quanto agli scritti per L'Avvenire del Lavoratore, Yvon de Begnac cita un articolo di Mussolini dal titolo "Tempo di attesa", in cui riassume "la situazione sentimentale delle masse rivoluzionarie costrette alla quiete da una saggia tattica insurrezionalistica. A questo articolo - dice de Begnac - ne seguirono altri; occorre dinamicizzare l'ebdomadario socialista, dargli una forma che entusiasmi la massa; ed allora egli scrive una serie di mirabili articoli sulle rivoluzioni in ogni paese". Pini e Susmel precisano che"al primo articolo sulla persecuzione contro gli armeni, fece seguire 'La virtù dell'attesa', in cui presentava la seguente visione storica: 'La civiltà capitalista è la trasformazione operatasi coll'89 della civiltà medievale, come questa è la trasformazione compiutasi col cristianesimo della vecchia società pagana. La borghesia è sorta sulle rovine del blasone della parte più attiva del terzo Stato, come il socialismo è sorto e sorge dalla maggioranza immensa degli espropriati rappresentanti il lavoro, sulle rovine - sino ad oggi teoriche - degli ordinamenti politico-sociali fondati sulla proprietà individualista. Rovine teoriche ho detto poiché la critica ha precorso e precorre sempre l'azione demolitrice'. Aggiungeva che un sistema sociale così profondamente radicato come quello capitalista non può essere distrutto in breve. Donde la necessità di possedere la virtù dei forti: la pazienza dell'attesa, non nella passiva sopportazione di soprusi e sofferenze, bensì organizzandosi e preparando la lotta. In altro articolo - continuano - sosteneva che oggi, con mezzi onesti, non è dato conseguire l'agiatezza. L'assimilazione dei testi del socialismo ortodosso gli ispirava l'affermazione che alla base dei fattori politici e morali della vita sociale sta il fattore economico, ragion per cui gli idealisti debbono persuadersi che nel sistema borghese il regno della morale è impossibile". Pini e Susmel riassumono poi i concetti che emergono dagli articoli di quel periodo rinvenendo tra l'altro in alcuni passi "la direttiva intransigente della sua azione politica futura". Un esempio: "Ci auguriamo - scriveva Mussolini - che il partito ritorni ai suoi metodi antichi di lotta, incalzi con una combattività implacabile i poteri costituiti senza mai discendere - in barba ai deliberati dei congressi - a patti e mercature". Il 30 agosto 1902 Benito Mussolini viene nominato segretario del Sindacato Manovali e Muratori. In questo periodo fa lavori di ogni sorta, trova un'occupazione anche presso un pittore e scultore di nome Cholusson, aiutato, in caso di necessità, dai compagni. "Il gestore del caffè Torlaschi, Guelpa, provvedeva alla sua biancheria - scrivono Pini e Susmel - brontolando di essere diventato una seconda Madame San Gene: 'Lei lavava la biancheria di Napoleone e io quella di Mussolini'. La sua prima conferenza la tenne a Montreux il 24 agosto, dopo aver ricevuto da un tal Paffoni un paio di pantaloni e un cappello per potersi presentare". "Inscrittomi al sindacato Manuali e Muratori di Losanna- dice lo steso Benito - composto nella sua stragrande maggioranza di operai italiani, ne divenni segretario, retribuito con cinque lire mensili e le consumazioni gratis durante le assemblee che si tenevano nella sala superiore del caffè Bock, in prossimità della piazza delle Rissonne. Il mio compito era quello di compilare i verbali. Il 26 agosto scrive all'amico Bedeschi una cartolina, ne riferisce Rino Alessi nel suo "Il giovane Mussolini: "Ruelle du Grand Pont 7-26 Aout - Carissimo. Prima di spendere 25 cent in una lettera ti prevengo con una cartolina. È ora di darti mie notizie. Ma dove sei? Che fai? In qualunque luogo tu sia, qualunque cosa tu faccia, forse avrai tempo di scrivere e di pensare. In Italia si può esser poeti, in Isvizzera no. C'è del prosaico nell'elemento italiano e la miseria, le assidue cure giornaliere non ti fanno ammirare la linea purissima che il Lemano disegna colle sue La vetrina del negozio dove Mussolini lavorò come garzone, in Svizzera acque turchine a' pi' dei monti altissimi di Savoia, e le guglie nevose de la Dent du Midi. Vivo come vivo. Quando avrò tue notizie ti scriverò tutte le mie avventure del suolo repubblicano. Sono interessanti. Aspetto e aspetta. Addio: tuo sempre. Benito". Nel frattempo legge, scrive, lavora, e tiene anche un corso di francese per italiani presso la Casa del Popolo. Ne riferiscono ancora Pini e Susmel: alcuni "appunti inediti" furono inviati da un certo Corte - che fu allievo di Mussolini - ad Alfredo Coppola, il quale poi li trasmise a Giorgio Pini. Per inciso: Goffredo Coppola fu un letterato e un soldato, poi un ufficiale pluridecorato nella Grande Guerra, fu vice segretario della Federazione Fascista del Pnf di Bologna e nell'agosto del 1943 fu arrestato per apologia di fascismo e disfattismo politico, venne liberato dai tedeschi il 9 settembre e nella Repubblica Sociale divenne presidente dell'istituto Nazionale di Cultura Fascista. Venne fucilato a Dongo. UNA CARTOLINA ALL AMICO BEDESCHI RIVELA UNO STATO D ANIMO DI GRANDE SOFFERENZA E TORMENTO INTERIORE Un quadro desolante del soggiorno svizzero Le lezioni dell economista e sociologo Vilfredo Pareto e il periodo da garzone in un negozio di vini Ma torniamo ora a quel 1902 Il 3 settembre Benito scrive ancora a Bedeschi: riferisce ancora Alessi che si tratta di "un quadro desolante del soggiorno svizzero, forse il più duro della sua tempestosa giovinezza". E aggiunge: "Anche giovanissimo Mussolini fu un personaggio di forti ambizioni e non lo nascose. Mai però conobbe la vanità. È stato fatto persino il processo al suo modo di camminare - dice ancora l'amico di gioventù - di portare la cravatta, di erigersi capo nel ristretto ambiente scolastico per voler essere ad ogni costo qualcuno. Lo era, si, ma per spontaneità di temperamento: e in questo era soprattutto figlio di suo padre, di quell'alessandro che ferrava i muli e batteva il ferro sull'incudine con la stessa solerzia e convinzione di un dovere sociale insito nella sua personalità di capo famiglia e di socialista rivoluzionario. Alessi riporta il testo integrale della lunga lettera che Benito scrive a Bedeschi, ne abbiamo già riportati alcuni tratti, vediamo qui il resto: "Mio amico. Queste che sto per scriverti sono memorie. Tristi memorie di una gioventù disperata che vede svanire tutto - fin l'ideale. Quello che conterranno le pagine seguenti tu non lo dirai a nessuno: solo una donna sa i miei dolori e quando avrai letto, tu. [La donna di cui parla Benito è Giulia, la giovane sposa di Gualtieri con la quale rimase a lungo in contatto epistolare, ndr]. Ti maledirò - continua Benito - se ne farai oggetto di chiacchiere. Non ti deve parere inspiegabile questa mia pretesa al segreto. E comincio". Qui Benito prosegue narrando - lo abbiamo visto - il viaggio in treno, la notizia appresa dal Secolo dell'arresto del padre Alessandro, il lavoro da manovale con le sue 11 ore al giorno di lavoro a 32 centesimi l'ora, la rabbia, le scarpe lacerate dai sassi, la fame. Poi riferisce dei compagni socialisti de L'Avvenire del Lavoratore e conclude: "Ti parrà un romanzo e fu ed è realtà. Ho ricevuto la tua cartolina. Mandami l'ode e notizie degli amici. Tuo amico Benito Mussolini". In questo periodo Alessi è malato e sembra non dover mai guarire. Bedeschi è preso dai concorsi per diventare segretario comunale, così le risposte latitano. Benito se ne cruccerà, ne parleremo. Passa l'estate. La scrittrice Marga prosegue: "[A Losanna] un oste lo prese per portare le provviste a casa dei clienti. Benito partiva di buon mattino a piedi, testa e braccia nude, spingendo avanti un carrettino colmo di vettovaglie. A Losanna frequentò le belle lezioni universitarie di Vilfredo Pareto (appena salito al Governo lo nominò senatore!), fece amicizia con studenti e studentesse russe e ne studiò la lingua, mentre imparava il tedesco e parlava francese. Più tardi si dedicò allo studio dell'inglese e dello spagnuolo". Sempre di questo parla anche Margherita Sarfatti: "L'inverno svizzero è lungo, e sotto la neve il muratore non costruisce; mangiare, invece, bisogna lo stesso: e di più! Per fortuna, trovò da alloggiarsi come fattorino presso un vinaio italiano, nella Rue du Pré, con poca paga, ma un piatto di minestra e del pane due volte al giorno; e una soffitta per la notte, dove dormire al gelo; ma dormire da solo. 'Come mangia!' diceva, disgustata, la padrona. 'Mangia troppo, questo garzone'. Il garzone ha vent0anni, e nelle gambe dodici ore di lavoro quotidiano. Di quell'esoso, mortificante contargli il boccone in bocca, si vendica come può, rifacendosi sulla botticella di vino puro, di vino schietto, quando procede, in cantina, ai misteri del 'taglio'. E ne trae qualche conforto". A questo proposito va detto che Benito bevve solo in gioventù: da adulto quasi non toccò quasi vino né liquori. Proseguiamo: "Completamente scalzo, a testa nuda - scrive ancora la Safatti - vestito solo di un paio di calzoni e di una vecchia maglia, traversava il mattino presto la Grand Rue, spingendo a mano il carrettello dei fiaschi. Dalle case linde, dalle pensioncine per forestieri e studenti uscivano le massaie svizzere, contavano, ritiravano e pagavano, aggiungendo i cinquanta centesimi della rituale mancia, per il servitorello che si ritirava compunto, con un bell'inchino e un 'Merci, madame!'. Io credo, che rimanessero intimidite loro". emoriconi@ilgiornaleditalia.org

7 7 DA ROMA E DAL LAZIO IL PREFETTO GABRIELLI HA CONSEGNATO IL LAVORO SVOLTO DALLA COMMISSIONE D INCHIESTA Mafia capitale, la relazione nelle mani di Alfano Il commissariamento sarebbe più lontano. Pronto il salvagente dal governo? È guerra aperta nel Pd: Orfini-Migliore chiedono le dimissioni del minisindaco del Municipio VI Èarrivata. La relazione del prefetto Franco Gabrielli è giunta sulla scrivania di Angelino Alfano, ministro dell Interno, che ora sarà chiamato a decidere sul futuro del Comune di Roma. Non ci sono decisioni preconfezionate o precostituite e occorrerà che formi il convincimento in base al lavoro svolto dal prefetto di Roma, ha precisato il capo del Viminale sulla relazione stilata dalla commissione d inchiesta sull eventuale scioglimento del Campidoglio per infiltrazione mafiosa. Sui tempi per lo studio dell incartamento e della decisione in merito, il titolare dell Interno ha detto: La legge da tre mesi di tempo, ma io non credo che li userò tutti. Il conto alla rovescia è iniziato, insomma. C è chi parla di almeno 4 dipartimenti del Campidoglio e tre municipi verso il commissariamento dopo la relazione dei commissari ed esposta martedì dal prefetto durante il comitato per l ordine e la sicurezza pubblica. I dipartimenti sarebbero Lavori Pubblici, Verde, Sociale e Scuola. I municipi nei quali i commissari avrebbero evidenziato illegalità e corruzione sarebbero il VI, Tor Bella Monaca, il III, alla periferia nord, e quello di Ostia, già commissariato dopo le dimissioni del presidente Andrea Tassone, riporta l Ansa. Lo scioglimento, secondo alcuni, sarebbe più lontano. La strategia di uscita sarebbe infatti un tutor per la legalità, nonostante la durezza della relazione stilata dai membri della commissione d inchiesta istituita dall ex prefetto Pecoraro, che non aveva dubbi al riguardo: Roma va commissariata. Non è da escludere, inoltre, l ipotesi di una legge speciale che conceda poteri straordinari a dei commissari governativi di garanzia. Il che eviterebbe una figuraccia mondiale al centrosinistra, in cui orbita il 70% degli indagati dell inchiesta Mondo di mezzo. E salverebbe Ignazio Marino, che ne uscirebbe comunque azzoppato dopo la bocciatura sul Giubileo. Pesa come un macigno, però, l impianto accusatorio confermato dal tribunale del Riesame, che ha ritenuto fondata la matrice mafiosa. La decisione spetta ora ad Alfano, cui dovrà tenere conto del parere del prefetto Gabrielli, che sta tenendo con il fiato sospeso la politica nazionale e romana. Nel Pd romano è ormai guerra aperta. Il commissario del partito, Matteo Orfini, e quello del Municipio VI, Gennaro Migliore, hanno chiesto le dimissioni del minisindaco Marco Scipioni, perché non ci sono più le condizione affinché il presidente rappresenti la nostra organizzazione al vertice dell istituzione municipale. QUANDO UNA SCELTA POLITICA DIVENTA OGGETTO DI INDAGINE SOLO PER ALCUNI La Roma-Latina? Un danno inesistente Francesco Storace, allora governatore del Lazio, non ci sta e ribatte alle accuse Ilavori per la Roma-Latina non sono mai iniziati. Ma non per colpa di chi volle fortemente quel progetto. La procura della Corte dei conti, però, ha quantificato il danno del mancato risparmio, pari a 19 milioni di euro. E punta il dito contro Francesco Storace, presidente della Regione dal 2000 al 2005, e altre 11 persone, chiedendone la condanna. Piero Marrazzo, successore dell allora governatore di An, è stato invece assolto dalle sue responsabilità di controllo e invece Storace no, ha fatto notare l avvocato Francesco Scacchi, difensore del segretario nazionale de La Destra. Storace, però, non ci sta e passa all attacco, scrollandosi di dosso ogni accusa. Nella mia vita mi sono ogni tanto imbattuto in qualche magistrato. Nei casi più gravi - Laziogate e poi finanziamenti alla ricerca - è finita, dopo tanti anni ogni volta, con assoluzioni e proscioglimenti. L unica condanna, nel caso Napolitano. Potrei accontentarmi. Ora tocca alla procura della Corte dei Conti, che si è convinta di un danno erariale di 19 milioni di euro, al quale dovrei contribuire per il risarcimento anche io, se dovessi esserne giudicato corresponsabile. La vicenda riguarda l autostrada Roma Latina, che la mia amministrazione voleva realizzare come da programma elettorale e con i finanziamenti deliberati allo scopo dallo Stato attraverso il Cipe. Per il magistrato che sostiene l accusa contabile, si tratta di un operazione scandalosa come il Mose. Se fosse vero, prima considerazione, ci sarebbero state mazzette e arresti. Nulla di tutto questo, ha chiarito Storace, che ha poi rivendicato la sua scelta amministrativa, puntando il dito contro il suo successore, Piero Marrazzo: Ci fu solo la scelta politica di realizzare una autostrada per far viaggiare meglio merci e persone. Se non fu realizzata va chiesto a chi si è fermato dopo: anche perché è difficile aprire un autostrada in due anni e mezzo, ha fatto notare ancora l attuale vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, aggiungendo: Se una scelta politica è danno erariale mi chiedo per analogia a chi va chiesto il conto dei miliardi che buttiamo salva stati incluso, salva Grecia compreso - per restare in Europa. Ricordando che è talmente limpida la nostra posizione che persino l amministrazione che venne dopo di noi, quella Marrazzo, varò una leggina chiesta dall Europa sanando le spese per la progettazione dell opera in questione. Il magistrato ci rimprovera di non aver fatto noi quella legge. A febbraio 2004 l Europa avviò la procedura di infrazione. Col mandato a scadenza aprile 2005 in dodici mesi a fine legislatura non fu possibile. Tanto è vero che Marrazzo, in carica dal maggio 2005 approvò col suo consiglio regionale la legge a ottobre 2006, diciassette mesi dopo l insediamento e a inizio legislatura. Ma lui e i suoi assessori vengono prosciolti..., ha ribadito Storace, sottolineando: Con un dettaglio: la determina per finanziare la progettazione venne firmata quando io avevo appena lasciato la regione. I soldi li spese Marrazzo, ma dovrei pagare io?, si è chiesto l ex governatore. Pazienza, aspetteremo la sentenza - ha continuato il segretario nazionale de La Destra - che porrà la parola fine con lo stesso atteggiamento rispettoso della magistratura e fiducioso della giustizia che ci ha caratterizzato in diverse altre vicende di vita. Anche se sul banco dei chiamati a rispondere non ci sono il governo che finanziò l opera e l amministrazione successiva che quei soldi li spese, sanando il tutto con la leggina..., ha rimarcato. Verso la conclusione, Storace si è tolto qualche sassolino dalla scarpa: In fondo, quelli di Mafia capitale, che di soldi ne hanno buttati davvero a iosa - ora si parla di un indagine per le assunzioni del valore di 340 milioni di euro... - stanno peggio. Giornalisti compresi. Trovo solo molto curioso - ha spiegato ancora Storace - che ci si svegli la bellezza di dodici anni dopo. Prostituzione: Marino rispolvera la zoning, dimenticando la Merlin La sinistra tenta di sostituirsi al Parlamento, incapace di emanare una legge che trovi il giusto equilibrio tra legalità, sicurezza urbana e igiene Ci riprovano. Ora il Campidoglio si dice pronto a varare la cosiddetta zonizzazione della prostituzione. Marino l aveva già proposto, salvo poi tornare sui suoi passi vista la reazione sui quartieri a luci rosse. Al dire il vero ci aveva pensato anche Andrea Santoro, presidente del Municipio IX, che aveva stilato addirittura il regolamento della zonizzazione dell Eur. Era tutto pronto. Ma IL CAMPIDOGLIO HA PREVISTO MAXIMULTE ANCHE PER I CLIENTI FINO A 400 EURO pure in quella occasione finì con un nulla di fatto. Anche alla luce del richiamo dell ex prefetto Pecoraro: Significherebbe ammettere la prostituzione, cioè dire che la prostituzione è lecita e quindi chi utilizza la donna per la prostituzione non sarebbe passibile di sanzione. Pecoraro era stato categorico: La legge Merlin è ancora in vigore, quindi il cliente o lo sfruttatore sarebbero comunque puniti e nel momento in cui si indicano delle zone questo significa favoreggiamento. Pecoraro non c è più e il centrosinistra torna alla ribalta. La nuova proposta consiste nel divieto di prostituirsi in alcune aree. In particolare, nelle zone di grande viabilità e tenerla lontana dalle case, ha chiarito il vicecapo di Gabinetto del sindaco, Rossella Matarazzo. Non solo, da Palazzo Senatorio sono state previste tre tipi di multe, di cui una salata per il cliente fino a 400 euro. Per chi esercita, invece, ci sarà una sanzione inferiore. E stata ideata un ammenda anche per i conducenti che effettueranno manovre pericolose in prossimità di situazioni del genere, ha precisato ancora Matarazzo. I proventi delle multe andrebbero poi a finanziare il progetto Roxanne, attento al reinserimento sociale per le vittime di tratta sessuale. Un iniziativa condivisibile, per carità. Ma la zoning è comunque vietata dalla legge Merlin, in vigore dal 58 - con il voto contrario del Partito monarchico e del Movimento sociale italiano - che ha disposto sanzioni nei confronti dello sfruttamento della prostituzione e ha abolito la regolamentazione statale in vigore in quegli anni. L attuale prefetto Franco Gabrielli non si è sbilanciato, anche se ha detto la sua: Credo in ordinanze che vietino la prostituzione ma questo lo si fa colpendo i clienti, perché dove c è un offerta ma non una domanda il mercato si comprime. Ma la legge non ammette ignoranza. La Merlin non permette la zonizzazione, bisogna combattere il mestiere più antico del mondo senza se, senza ma. Sulla stessa lunghezza d onda dei matrimoni gay celebrati all estero, il Comune di Roma tenta di sostituirsi al Parlamento, incapace di legiferare una norma che trovi il giusto equilibrio tra la legalità, il piacere e la sicurezza urbana, nel pieno rispetto delle misure igieniche. Una legge che stroncherebbe anche lo sfruttamento. Se fosse vero che bisogna imparare dagli errori commessi, non sarebbe più facile e sbrigativo tassare la prostituzione con la reintroduzione delle case chiuse?

8 8 ECONOMIA DAL RAPPORTO 2014 DELL ISTITUTO PREVIDENZIALE EMERGE UN QUADRO CRITICO E IRREVERSIBILE Le pensioni (da fame) degli italiani Boom dei poveri. A pagare il prezzo più salato della crisi sono le fasce meno abbienti e i cinquantenni di Giuseppe Sarra Una pensione da fame per il 42,5% degli aventi diritto. Balza subito agli occhi lo status di 6,6 milioni di italiani, che ricevono una o più pensioni d importo medio mensile inferiore a 707 euro lordi mensili. Tra questi, il 12,1% (1,9 mln di persone) è addirittura al di sotto dei 300 euro. E l agghiacciante verità resa nota dall Inps nel rapporto Solo 3,6 milioni di italiani (23,5%) campano con una pensione dignitosa, che si aggira tra i e euro, ma anche loro sono costretti a tirare la cinghia, mentre solo 2,7 mln di cittadini (17,2%) può contare su redditi compresi tra e euro mensili. Sull Olimpo dei pensionati c è solo il 4,6% del totale, che riscuote un importo medio mensile di euro lordi, pari a soggetti. E così la spesa lorda complessiva ha raggiunto i 269,6 miliardi di euro nel 2014, con un incremento di quasi un punto percentuale (0,9%) rispetto a 267,1 mld dei dodici mesi precedenti. Una spesa, finanziata principalmente dai contributi versati dai lavoratori e dai datori di lavoro, che incide sul prodotto interno lordo per il 15,3% nel 2014 e per 16,1% ove si comprende anche la spesa erogata per conto dello Stato, escludendo però le erogazioni delle indennità di accompagnamento a favore degli invalidi civili. A proposito, l erogazione di pensioni assistenziali e per l invalidità civile rappresenta il 9,7% della spesa pensionistica lorda, la cui sfiora nel complesso i 26,2 mld di euro, con un balzo del 4% rispetto a 25,2 mld dell anno precedente. In soldoni, pari a un miliardo di euro in valore assoluto. Ma dal rapporto dell Istituto emerge un altro quadro critico del Paese, ossia l aumento della povertà. Un disagio che sta crescendo esponenzialmente soprattutto tra i 50enni. I poveri sono quindi passati dal 18 al 25 per cento della popolazione, raggiungendo ben 15 milioni di persone sugli 11 iniziali. Un ceto, già in difficoltà, a cui la crisi ha spazzato via quasi il 30% del proprio reddito tra il 2008 e il Un trend negativo che aumenterà anche alla luce dei pessimi risultati sia del 2014 che, sin qui, del Quindi un inversione di rotta è difficilmente prevedibile, soprattutto per la continua perdita di posti di lavoro e la mancanza, si legge nel rapporto, di una vigorosa ripresa economica, mentre stanno aumentando i tassi di povertà anche tra quei gruppi solitamente poco esposti a tale rischio. Come, ad esempio, le coppie senza figli, le persone tra i 40 e 59 anni e i nuclei del Nord Italia, decisamente più ricchi rispetto a quelli del Mezzogiorno. Analizzando la soglia di povertà, emergono vari tipi di difficoltà: dal mantenere l abitazione sufficientemente calda (+12% dal 2008) a un alimentazione adeguata (+10,4%), così come è in forte aumento la quota di persone povere che non riesce più a far fronte a spese impreviste anche di piccola entità. Inevitabilmente la distanza tra i tassi di povertà tra Nord e Sud è aumentata. Tra il 2008 e il 2013, tale divario è ulteriormente cresciuto, arrivando a circa 30 punti percentuali, rispettivamente: 14% al Nord e 43% al Sud. Sono i 50enni, invece, a pagare il prezzo più alto tra i senza lavoro, in termini di povertà e di disoccupazione. La variazione del tasso di disoccupazione nell arco dei sette anni è pari al 250% per i 55-59enni e a quasi il 300% per i 50-54enni. Sale, ovviamente, anche la media del pensionamento: 60,3 anni se dipendenti ENTRATE E USCITE Inps in profondo rosso L Inps rischia il crack. L istituto ha chiuso il 2014 con un disavanzo di 7,8 miliardi di euro, nonostante qualche aggiustamento rispetto ai 8,72 mld del Anche se l ente previdenziale ha chiarito: Il deficit annuale del bilancio e lo squilibrio strutturale delle singole gestioni previdenziali non mettono a rischio la sostenibilità dell intero sistema di sicurezza sociale. Ancora un rosso, dovuto al saldo tra i 436,5 mld di entrate e i 444,4 miliardi di uscite. In passivo per 6 mld il comparto ex Inpdap, per 5-6 mld la gestione previdenza degli artigiani e per 1 mld quella dei commercianti. Il risultato di bilancio è infatti dovuto all andamento di segno diverso delle diverse gestioni: il deficit del comparto ex Inpdad, con la Cassa pensioni dipendenti Enti locali, quello relativo alla gestione della previdenza degli artigiani e quello denunciato dai commercianti, è controbilanciato dall avanzo dei lavoratori parasubordinati per 7-8 miliardi e dal sostanziale equilibrio dei lavoratori dipendenti privati grazie alla gestione delle prestazioni temporanee. Migliora, invece, il patrimonio netto che passa dai 9 mld del 2013 agli oltre 17 del 2014 grazie alla legge con cui è stato disposto il ripianamento dei debiti verso lo Stato dell ex Inpdap per 21,6 mld, al netto del risultato economico negativo dell esercizio pari a milioni. privati e circa 61 se autonomi; nel 2014 si accede alla quiescenza all incirca a 62 anni, mentre quasi a 64 primavere se autonomi. Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l Innovazione dell Agricoltura del Lazio

9 9 BOLOGNA - ENNESIMA VITTIMA DELLA CRISI ECONOMICA DALL ITALIA Sotto sfratto, si toglie la vita L uomo ha atteso che la madre e la compagna uscissero per fare la spesa prima di impiccarsi. La loro casa era stata venduta all asta dopo il fallimento della ditta di Barbara Fruch Stava per essere sfrattato di casa. Ma prima dell arrivo dell ufficiale giudiziario ha deciso di farla finita. È l ennesima vittima della crisi un agente di commercio di 53 anni. La tragedia è avvenuta ieri a Casalecchio Di Reno, vicino Bologna, proprio in quell abitazione al terzo piano di una palazzina che la vittima avrebbe dovuto abbandonare. Secondo quanto riporta Il Resto del Carlino, il dramma è iniziato dopo il fallimento della attività economica dell uomo, che si occupava della gestione di una rete di distributori automatici di acqua ed alimenti. A quel punto la casa dove da due anni il 53enne, separato e padre di una figlia piccola, era tornato a vivere con una nuova compagna insieme alla madre di 81 anni, era stata venduta ad un asta giudiziaria e l esecuzione dello sfratto era prevista proprio nella giornata di ieri. La vittima ieri ha atteso che la mamma e la compagna uscissero per fare la spesa e poi si è suicidato. La prima ad accorgersi del gesto è stata proprio la madre che al rientro ha trovato il figlio impiccato ad una robusta corda legata alla parte più alta del montante di un letto a castello presente nella sua stanza. Ogni soccorso è stato inutile. I sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso mentre la madre in stato di shock è stata ascoltata dai Carabinieri così come la compagna. Ed è stata proprio quest ultima a confessare la sua paura che in tale situazione potesse maturare questo gesto estremo. Un vicino ha inoltre raccontato che l uomo aveva passato lunghi periodi in cui non tornava a casa. Aveva la residenza qui, ma spesso era fuori. Negli ultimi tempi lo incontravo meno spesso: forse usciva meno, o era via. Si vedeva di più la mamma. Mi avevano detto che la casa era andata all asta, ma non so chi l abbia comprata. Da quanto trapelato il fallimento economico aveva fatto cadere l uomo in depressione, tanto da ricorrere alle cure del Servizio di igiene mentale della Usl locale, inoltre prendeva regolarmente farmaci antidepressivi. Non risulta invece che abbia chiesto aiuto ai servizi sociali. È il secondo dramma in poche settimane che si consuma nel bolognese. Il 23 giugno a Ponte Ronca di Zola Predosa una donna di 41 anni, separata dal marito e madre di due figli si era impiccata per la paura di perdere la casa e una serie di gravi problemi economici. Alla famiglia era da qualche tempo stato staccato il gas, per morosità, e per la prima settimana di luglio era in programma il terzo tentativo di sfratto. A trovare il corpo senza vita, appeso alla grata di una delle finestre di casa, era stato il nuovo compagno della donna, rientrando dopo un paio d'ore di assenza. Prima di togliersi la vita, la donna aveva messo a letto i figli, una bambina di 11 anni e un maschio di 10, che al momento della scoperta dormivano. Una morte che aveva sollevato numerosi interrogativi e recriminazioni: sul tema si era espresso anche il segretario della Lega sbottando Stato dove sei?. COME STRUMENTALIZZARE GRAVIDANZA E BAMBINI PER RUBARE Borseggiatrici seriali libere. Sono rom con figli Fermate già 78 volte. Ma in cinque hanno 25 bambini e il codice le tutela in quanto madri Quasi duecento denunce, 192 per l esattezza, arrestate 78 volte, ma sono tutte libere. Sono cinque donne rom, borseggiatrici professioniste che popolano la metropolitana milanese rubando. La loro storia era emersa già la scorsa settimana quando erano state beccate dopo l ennesimo colpo. Per loro nessun arresto, neppure i domiciliari ma il semplice divieto di soggiornare nelle città italiane dove passa una metropolitana: ovvero Milano, Roma, Napoli, Bologna, Firenze, Genova, Torino, Brescia, Venezia e Catania. E ora, il Corriere di Milano spiega il motivo. Sono madri di bambini, spesso piccoli. E quindi tutelate (e chi tutela le vittime?) Nonostante siano state beccate numerossissime volte con le mani nel sacco, anzi nel portafoglio, quindi, puntualmente vengono incriminate per furto, ma poi restano in libertà. Le ladre professioniste agiscono tra Roma, Milano e la Toscana, sono tutte rom, due bosniache e tre italiane, e sono di fatto libere di delinquere: le forze dell ordine le individuano, le arrestano. E poco dopo vengono rilasciate. Sono Alessia A., 29 anni, 9 figli, 115 identificazioni delle forze dell ordine, 49 denunce, 16 arresti. Marta S., 21 anni, 4 figli, 152 identificazioni, 24 denunce, 25 arresti. Fanisa H., 29 anni, 5 figli, 24 denunce, 8 arresti. Serya O., 23 anni, 4 figli, 68 denunce, 22 arresti. E poi Debora H., 20 anni, 3 figli, 27 denunce e 7 arresti. L ultimo fermo risale al 27 giugno: erano nella fermata del metrò della stazione Centrale e stavano rubando il portafogli a una turista asiatica. Una di loro, durante il colpo, aveva al collo il suo piccolo di soli tre mesi. Processata per direttissima al Tribunale di Milano, pochi giorni fa, Alessia ha detto al giudice: "Sono analfabeta, non lavoro, ho nove bambini e un marito. Viviamo in camper. Rubiamo agli stranieri e non agli italiani, perché hanno meno capacità di reazione. Anche Marta vive in un camper ed è incinta. Siamo entrate nel metrò con l intenzione di rubare dice ma non abbiamo fatto niente. C erano solo italiani. Ancora, Fanisa H.: Vivo in un camper, ho 5 figli. Stavamo andando a rubare, ma non abbiamo fatto niente perché gli agenti in borghese ci hanno fermato. Per loro la condanna è un anno e otto mesi. Subito libere, ovviamente, con il solo divieto di dimora in tutte le città con la metropolitana. Inutile probabilmente chiedersi cosa continueranno a fare per vivere. D altronde lo hanno confessato loro stesse. Rubano. E il sistema evidentemente le lascia fare. D altronde c'è il codice penale: donne incinte o madri di figli sotto i 6 anni non possono andare in carcere, salvo esigenze di eccezionale rilevanza. Nel caos è l assessore alla Sicurezza di Milano, Marco Granelli, a pensare all inasprimento delle pene per situazioni specifiche come i borseggi reiterati. D altronde non sempre le borseggiatrici di professione con figli vengono lasciate libere. Il 4 luglio quattro ragazze bosniache (2 hanno 6 figli, 2 sono incinte) con in totale, 73 denunce e 50 arresti, sono state fermate dopo aver derubato un turista russo. Il giudice le ha lasciate in carcere nonostante gravidanza e figli per strumentalizzazione in attesa dell udienza di domani. La prima volta che accade? Pare di sì. Ma evidentemente il passo da fare sarebbe proprio quello di inchiodare sistematicamente anche chi, per l appunto, strumentalizza la gravidanza o i figli per commettere i reati. B.F. FOGGIA Abbandona la piccola: Non ho i soldi Sarebbero stati motivi economici a spingerla ad abbandonare la sua bambina di appena 5 mesi sabato pomeriggio in un corridoio degli ambulatori dell'ospedale Masselli - Mascia a San Severo, in provincia di Foggia. La mamma della neonata, che è stata chiamata Elisabetta dai sanitari, è stata rintracciata dagli agenti del commissariato locale in collaborazione con la polizia municipale: si tratta di una polacca di 33 anni raggiunta mentre si trovava nella sua abitazione insieme al convivente, anch'egli di nazionalità polacca. I due sono stati accompagnati in commissariato dove sono stati interrogati e dove la donna ha ammesso di essere la mamma della bimba. La 33enne, pentitasi, ha spiegato di aver abbandonato la piccola per motivi economici, perché non riusciva a garantirle una vita sicura e sperava che qualcuno potesse adottarla e farla vivere e crescere bene. La donna dice però di averci ripensato e assicura che adesso vorrebbe riprendere con sé sua figlia. Saranno ora la Procura di Foggia e il Tribunale dei minori di Bari a decidere a chi affidare Elisabetta. PALERMO Permessi dal lavoro per ballare: nessuna multa Usufruiva dei permessi della legge 104 per andare a ballare il tango ma non sarà multata. Secondo il gip di Palermo non avrebbe commesso alcun reato Claudia Sortino, la prof ballerina pizzicata ad Amsterdam a frequentare un corso di ballo mentre usufruiva delle autorizzazioni per assistere il padre malato. La sua assenza dalla scuola per sette giorni sarebbe costata allo Stato solo 400 euro. Troppo poco per essere considerata una truffa, visto che il danno erariale risulta inferiore ai euro previsti dalla legge. Durante il suo soggiorno olandese la docente con la passione per il ballo pubblicò su Youtube un video delle sue esibizioni di tango. Una leggerezza che gli costò una denuncia per truffa aggravata e continuata in danno dello Stato e falsità ideologica. Ma anche se ha beneficiato indebitamente di un permesso, il danno alle casse pubbliche secondo il giudice è troppo limitato. E la prof ballerina se la caverà senza nessuna sanzione. B.F.

10 810 DALL ITALIA NEL GRAN CALDO DI FLEGETONTE, IMPROVVISA ONDATA DI MALTEMPO Tromba d aria in Veneto: due morti Quindici i feriti, un paio gravi, ma il bilancio sembra destinato ad aggravarsi. Ingenti i danni. Colpita da un fulmine una bambina anche in provincia di Udine di Barbara Fruch Improvvisa ondata di maltempo, nel gran caldo provocato da Flegetonte e il risultato sono due morti nella Riviera del Brenta. Una tromba d aria si è abbattuta sulla cittadina di Dolo e nei comuni limitrofi. La situazione più preoccupante è quella in atto nell area di Pianiga (Venezia). Due i decessi e quindici i feriti di cui un paio in modo grave. Ma il numero potrebbe essere più elevato, visto che in molti hanno raggiunto in maniera autonoma l'ospedale. Sul posto oltre alle forze dell ordine, sono giunti gli equipaggi del Suem 118. Un elicottero inoltre sorvola le zone colpite per verificare dall alto la situazione. Ingenti i danni. L inferno si è scatenato in pochi minuti. La tromba d aria, violentissima, ha travolto tutto e sradicato alberi. Sono stati anche divelti, come fossero di cartone, una cinquantina di tetti delle case. Un auto, con una persona alla guida, è stata sollevata dall asfalto ed è poi precipitata a terra. L uomo al volante, di cui non sono ancora state rese le generalità, è morto sul colpo. Altre auto sono finite nei canali, ma secondo quanto accertato dai carabinieri non c era nessuno all interno. La seconda persona è morta invece sepolta da un crollo nella zona di Sambruson di Dolo. Si registrano anche molti danni ai tetti delle abitazioni e l'abbattimento di numerosi alberi. Danneggiamenti anche alle attività commerciali. Il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia sta seguendo l'evolversi della situazione. Le due sale operative di Protezione Civile della Regione sono attive e lo rimarranno fino a cessate esigenze. Abbiamo un sistema d intervento ben collaudato dai purtroppo numerosi eventi calamitosi accaduti negli ultimi anni dice Zaia e tutti i nostri uomini, sanitari, volontari, e tecnici stanno ancora una volta gettando il cuore oltre l ostacolo. Già stata avviata una seppur inevitabilmente sommaria conta dei danni, che appaiono comunque ingenti. Temporali anche in Friuli. Una bambina di 8 anni è stata colpita da un fulmine mentre si trovava in casa di alcuni parenti a Ovaro (Udine). La piccola è stata soccorsa da un elicottero del 118 e dai vigili del fuoco, che l hanno portata all Ospedale di Tolmezzo dove è stata ricoverata. Le sue condizioni non sono molto gravi, la bambina non ha riportato ustioni. Il processo per la morte di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli accoltellato un anno fa, a poche ore dalla finale di Coppa Italia, è stato rinviato al 7 ottobre. Ieri mattina si è svolta la prima udienza nell'aula bunker di Rebibbia al processo a carico di Daniele De Santis (che deve rispondere di omicidio volontario, lesioni e porto abusivo d'arma), dove era presente anche la mamma del supporter partenopeo. Sotto processo anche, per rissa, un tifoso partenopeo, Gennaro Fioretti, il quale faceva parte del gruppo che IN AULA Ciro Esposito, processo rinviato ad ottobre con Esposito si avventò contro Gastone dopo il suo assalto ad un pullman di tifosi nella zona di viale Tor di Quinto. Finalmente inizia il processo, anche se per me dovrebbe finire oggi - ha commentato la mamma di Esposito - Ormai i fatti sono evidenti: sono certa che la giustizia trionferà. Non mi importa degli striscioni apparsi contro di me allo stadio, sono una mamma che sta facendo di tutto per eliminare la violenza negli stadi, queste persone devono solo vergognarsi. Il legale della famiglia Esposito, Angelo Pisani, ha annunciato che presenterà la richiesta di costituzione di parte civile della Municipalità di Scampia, quartiere di Napoli dove Ciro viveva. Il comune partenopeo è già parte civile, rappresentato l'avvocato Alfredo Avella. Credo che sia la prima volta che il comune di Napoli si costituisce parte civile in un procedimento che si tiene al di fuori del suo territorio. Si tratta di rappresentare il tifo buono, anche per rappresentare una parte sana della città di Napoli. SAVONA Lite in famiglia: uccide il padre Tragedia familiare a Savona. Un uomo, Lugi Frumento, di 44 anni, è stato arrestato per l'omicidio del padre, Mario. Ha ucciso il 79enne a coltellate al culmine di una lite, poi ha chiamato un amico dicendogli di aver fatto una cazzata. Subito dopo è intervenuta la squadra mobile che lo ha fermato per omicidio volontario aggravato. La vittima è morta sul colpo a causa delle molteplici ferite riportate. L'omicidio è avvenuto nella casa di Luigi Frumento dove il padre era andato a trovarlo. Il cadavere è stato trovato in una pozza di sangue sulle scale. Da quanto è stato ricostruito Luigi avrebbe accoltellato il padre Mario all'interno dell'appartamento del quarto piano, tentando poi di disfarsene trascinandolo al di fuori dell'abitazione aiutandosi con un tappeto. Accortosi della gravità del fatto, in preda al panico, l'omicida è uscito fuori dalla palazzina e ha chiesto aiuto ad un commerciante della zona, che ha poi chiamato le forze dell'ordine. L'arrestato, che soffre di esaurimento nervoso, avrebbe detto agli agenti che si è trattato di un incidente. Secondo le testimonianze dei vicini, capitava spesso che i due litigassero. Luigi era una persona buona, ma aveva tanti problemi. Sembra impossibile che abbia ucciso suo padre spiegano i vicini. Sul caso la Procura della Repubblica di Savona ha aperto un fascicolo per omicidio volontario. A coordinare le indagini il pubblico ministero Vincenzo Carusi. Luigi Frumento ora si trova in carcere in attesa dell'interrogatorio di convalida di fronte al giudice per le indagini preliminari. Si erano avvicinati ad alcune associazione antiracket, denunciando piccole estorsioni. E lo avrebbero fatto solamente per camuffarsi. In realtà infatti avrebbero beneficiato del determinante appoggio di Cosa Nostra per l aggiudicazione di lavori e di appalti pubblici nel settore dell edilizia. Ed è per questo che nel confronti della famiglia Virga, imprenditori di Marineo attivi nel settore della produzione di calcestruzzo, è stato eseguito un sequestro di beni per oltre un miliardo e 600 milioni di euro. L operazione, condotta nelle prime ore di ieri, ha coinvolto i fratelli Virga Carmelo, padre di Gaetano (simbolo dell antiracket vicino ad Addiopizzo), Vincenzo, Anna, Francesco e Rosa, ed è stata effettuata dagli investigatori della Dia palermitana in LA DIA DI PALERMO HA MESSO I SIGILLI A BENI PER OLTRE UN MILIARDO E MEZZO ALLE AZIENDE DEI FRATELLI VIRGA Mafia, sequestro record al simbolo dell antiracket Avevano denunciato estorsori per cercare di ripulirsi dopo essere stati indagati Grazie a Cosa Nostra si aggiudicavano lavori e appalti pubblici nel settore dell edilizia collaborazione con il procuratore aggiunto Bernardo Petralia, coordinatore del gruppo misure di prevenzione della procura distrettuale antimafia. I re del calcestruzzo - secondo gli inquirenti, organici alla famiglia mafiosa di Marineo legata al mandamento di Corleone - proprio grazie all appoggio della mafia sarebbero riusciti ad aggiudicarsi lavori e appalti pubblici nel settore edile. Sarebbero inoltre riusciti a sviluppare e a imporre il loro gruppo di imprese anche attraverso il cosiddetto metodo Siino, organizzando cartelli tra imprenditori per l aggiudicazione pilotata degli appalti pubblici. La scalata al potere iniziò negli anni 80, quando la famiglia era composta da braccianti agricoli, allevatori e casalinghe. Dopo 35 anni grazie ai rapporti con la cosca di Totò Riina e Bernardo Provenzano, i Virga hanno accumulato un vero e proprio impero: 33 aziende, 700 tra case, ville e immobili, 80 rapporti bancari, 40 assicurativi e oltre 40 mezzi. Il sequestro di ieri rappresenta, per valore complessivo, uno dei più ingenti mai eseguiti. L antiracket per strategia - I Virga avevano presentato numerose denunce contro il racket delle estorsioni. Le testimonianze avevano consentito di arrestare cinque persone ritenute i capimafia e gli esattori di Misilmeri. L'operazione dei carabinieri - nel corso della quale finirono in manette Francesco Lo Gerfo ritenuto il capomafia di Misilmeri, e Stefano Polizzi, presunto estorsore sul quale si sono concentrate le testimonianze - portò anche allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Comune di Misilmeri. Secondo quanto riferirono all epoca dai Virga, tra maggio e novembre del 2010 Polizzi chiese il pizzo in un cantiere nella zona di Marineo, minacciando i titolari. Ricordati che hai dei figli, mi hanno detto - raccontò Gaetano Virga - Quando Polizzi è venuto nei nostri uffici ha affrontato mio zio molto animatamente. Li ho visti discutere da una finestra all'interno della nostra azienda. Nella zona tutti sapevano quello che faceva Polizzi. Mio zio l ha mandato via dicendogli che non avrebbe avuto un centesimo, ma si è ripresentato successivamente. Virga da quel momento era diventato un simbolo. Uno degli imprenditori antiracket che aveva avuto il sostegno delle associazioni Addiopizzo, Libero Futuro e Fai. Come mai lo avrebbero fatto? Per pura strategia. Gaetano Virga con il padre Carmelo, le menti della famiglia, aveva pensato di avvicinarsi alle associazioni antiracket per cercare di ripulirsi dopo essere stati indagati- ha detto Riccardo Sciuto, capo operativo della Dia di Palermo - Ci sono alcune attività tecniche che hanno segnalato la scelta precisa di avvicinarsi all'antiracket anche con denunce nei confronti di presunti esattori. Le indagini stanno dimostrando che più che una estorsione era una dazione quella che i Virga versavano alla famiglia di Misilmeri. Sulla vicenda è intervenuta anche l'associazione Addiopizzo, precisando che da anni aveva ritenuto non opportuno includere nella rete di consumo critico antiracket le società. Una scelta, spiegano, compiuta in tempi non sospetti e nonostante gli operatori economici avessero sporto delle denunce per degli episodi estorsivi. Come dimostra la storia odierna, l'attività di assistenza alla denuncia è un terreno di lotta molto duro e delicato su cui è possibile imbattersi in storie difficili, scomode, paradossali e borderline. Ciò non toglie però che sia comunque cruciale prestare assistenza nei processi a chi decide di denunciare, affinché non sia esposto a rischi di isolamento e ritorsioni, senza illudersi nei confronti di tali soggetti che per diverso tempo hanno condiviso relazioni ed interessi con le organizzazioni mafiose. B.F.

11 11 SOCIETA ALLA PINETA DI GUIDONIA, FINO A DOMENICA, L UNDICESIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL Fairylands, fascinazioni celtiche Gastronomia e artigianato, danze e intrattenimento all insegna del folklore del profondo ovest europeo. E ogni sera una raffica di esibizioni sul palco. L ingresso è gratuito di Robert Vignola Un bosco, ghirlande di fieno e fiori, un falò. Questi, insieme alla convivialità, erano i maggiori ingredienti delle feste del raccolto nel mondo celtico, che trovavano nella ricorrenza di Lunasa il clou. Per provare a respirare quel clima non occorre tuttavia sobbarcarsi un viaggio all estero. A Guidonia, da ormai undici anni, il Fairylands in luglio richiama pubblico di ogni genere, dai giovani alle famiglie, con un turbinio di appuntamenti capaci di portare una ventata di freschezza in queste torride giornate. Quartier generale del festival, rigorosamente ad ingresso gratuito, è la Pineta al centro della cittadina tiburtina. È qui che, da ieri e fino a domenica, musica, arte e sapori si alterneranno in un fitto programma. Protagonista la tradizione celtica, con artisti internazionali ma anche con il mondo dell artigianato italiano che ha messo volentieri, e con ottimi risultati, la sua creatività alla prova. Senza tralasciare comunque la possibilità di rifocillarsi adeguatamente, con alcune preziosità gastronomiche irlandesi o scozzesi, da annaffiare con buona birra di ogni tipo. È comunque bene che sia il palco centrale ad attirare l attenzione di tutti. Perché il programma è all altezza di una undicesima edizione. Ogni sera lo spettacolo è assicurato: dopo la scoppiettante serata di ieri, oggi dalle 21 si alterneranno ad allietare il pubblico i Finnegan s Wake, un classico gruppo folk di musicisti italiani innamorati delle sonorità irlandesi. A seguire spazio ai Mortimer McGrave, destinati invece a strappare più i un sorriso, insieme agli applausi. Domani, venerdì, ad aprire la pagina degli spettacoli dal vivo saranno le Green Clouds, gruppo tutto al femminile capace di unire le influenze della musica celtica all elettronica sulle note delle canzoni popolari. La scena sarà poi rubata da Losnafire, ragazza piemontese capace di creare incredibili suggestioni mescolando sapientemente danza e arte di strada in un tripudio di luci e fuochi. Il finale spetta agli Uncle Bard & Dirty Bastards, con un ballate impostate su un sound decisamente più rock. Stile non dissimile a quello della Fragment Band che aprirà le danze, nel vero senso della parola, sabato. Attesa anche la successiva esibizione dei piemontesi Folkamiseria, mentre a chiudere sarà l esibizione dei Gens d Ys, la più importante Accademia di danze irlandesi e scozzesi composta da italiani! Gran chiusura domenica: i primi a salire sul palco per l appuntamento finale di Guidonia, per questo 2015, i Keily s Folk, capaci di far muovere i piedi anche ai più riluttanti. Là Nua saranno capaci invece di dimostrare il fortunato matrimonio tra sonorità del Nord e Sud Europa, mentre a chiudere il sipario torneranno i City of Rome Pipe Band, una formazione che con le sue cornamuse ha saputo dimostrare l eccellenza italiana anche in un campo straniero. Durante tutta la manifestazione, inoltre, gli stand dell Aidan Pub e del Garden Bar Lanciani offriranno intrattenimento per tutti i gusti. Un tuffo in una dimensione capace di risvegliare ogni senso emozionale. È quella che si svolge da mercoledì 15 a domenica 19 luglio 2015 nella cornice del borgo medievale di Certaldo (Firenze) Mercantia, ventottesimo Festival internazionale del teatro di strada, che con oltre 100 spettacoli per sera (varie fasce di prezzo per il biglietto di ingresso) è in assoluto uno dei più grandi e prestigiosi Festival di teatro di strada. Mercantia ha quest'anno come tema le dieci direzioni, concetto poetico-filosofico che fa perno sul valore della ricerca, artistica e intellettuale, attraverso i generi e i luoghi, fisici e mentali. Direzioni variamente declinate nei principali progetti artistici presenti. Il direttore artistico Alessandro Gigli spiega che non ci siamo mai fermati a valorizzare solo il teatro di strada, a guardare in quell unica direzione TORNA A CERTALDO LA PROSSIMA SETTIMANA LA KERMESSE DI ARTE DI STRADA, TRA LE PIÙ LONGEVE D ITALIA Mercantia 2015: un viaggio in dieci direzioni ma abbiamo sperimentato nuovi percorsi, nuovi punti di vista. In alcuni scritti filosofici orientali si parla di dieci direzioni vitali: i quattro punti cardinali, le quattro vie di mezzo (nord-est, nord-ovest, sudest, sud-ovest), e infine sopra e sotto. Tutto questo si specchia nell'approccio di Mercantia al teatro: qui lo spettacolo è in ogni luogo, dalla cima delle torri alle cripte sotteranee, e di ogni genere: strada, prosa, improvvisazione, sperimentazioni. Siamo un teatro necessario o, come direbbe il nostro amico Guido Ceronetti, un teatro di soccorso! Perché non c è teatro a Mercantia, ma c è vita, il teatro è solo una esplosione dell energia vitale che scorre nelle arterie e nelle strade del Festival, grazie anche allo spettatore, anch egli attore necessario. E ora uno sguardo al programma. Con Alice nessuna direzione, a cura de I La lotta tra bene e male. In un festival Macelli No Theater, Attivisti della danza, Simona Rossi, Zaches Teatro e altri indagano su lo smarrimento delle coordinate, della razionalità, ispirandosi ad Alice nel Uccidere il drago? È possibile solo in Germania. A Furth im Wald, più precisamente, dove Wald sta per la Foresta Bavarese, un angolo incontaminato eppure un paesaggio dai toni dolci, che rappresenta uno degli ultimi luoghi d Europa dove la primigenia foresta continentale continua a vivere, così com era decine di migliaia d anni fa. Se cercate la località sulla cartina, puntate tra due siti Unesco unanimemente riconosciuti: Ratisbona (in tedesco Regensburg) e Praga, capitale ceca. È qui che, dal 31 luglio al 16 agosto, si rinnoverà la tradizione del Drachenstich: appunto, uccisione del drago. Si tratta di un appuntamento amatissimo dai bambini, ma apprezzabile non solo da un pubblico di giovanissimi per le suggestioni che sa creare. Oltre figuranti, più di 200 cavalli e tanti gruppi musicali partecipano al grande corteo storico. Il protagonista assoluto è però il Drago, appunto: è il più grande robot ambulante a quattro zampe del mondo. In effetti vanta dimensioni enormi: alto cinque metri, ne conta ben sedici di lunghezza: e all interno dell Arena del Drachenstich gli occhi sono tutti per lui. Con i suoi movimenti naturali (gli ingegneri hanno saputo ricostruire persino la mimica facciale), con la ovvia capacità di sparare lingue di fuoco dalle fauci, rappresenta a ben vedere la principale attrazione. Si tratta di un capolavoro della tecnologia, messo a punto dagli stessi specialisti che ad Hollywood danno vita ai mostri della più fortunata produzione cinematografica, paese delle meraviglie di Lewis Carrol. In direzione del recupero della memoria vanno invece Eviolins e Miosotys Dans Academy, con una performance di teatro e danza che celebra i 100 anni di Spoon River su un'isolata e buia collina fuori delle mura. In sospensione tra terra e cielo, troviamo poi la compagnia di danza verticale Cafelulè, con Mannequin, nuova produzione che gioca sul legame tra corpo e abito, con danzatrici che volano sopra le teste del pubblico tra le torri medievali di Certaldo. Nella direzione che segue l'istinto ritmico e musicale dell'uomo va la musica con sei tra le migliori street band italiane che muoveranno il pubblico tra piazze e vicoli come fossero pifferai magici. In direzione della riscoperta delle radici con uno sguardo irriverente alla realtà, sguardo tipico di queste terre e apprezzato in tutta Italia, va la rassegna i toscanacci con la comicità di Gatti Mezzi (che celebrano i 10 anni di carriera e la candidatura di un loro brano ai Nastri d'argento ), Katia Beni, Anna Meacci e altri ancora; andranno infine a sfidare l'equilibrio e la forza di gravità le performance del circo. DA FINE MESE TORNA IL DRACHENSTICH: TRA MEDIOEVO E ALLESTIMENTI ALTAMENTE SPETTACOLARI NELLA FORESTA BAVARESE attingendo a piene mani dalla ricerca spaziale e mettendo insieme la famigerata maestria dei costruttori tedeschi di robot. Non tutto si svolge tuttavia nell arena, dove viene rinnovata l eterna lotta tra il Bene e il Male. Per il Drachenfest, tutta la città si mobilita. D altronde, si tratta del Festival più antico d Europa (così assicurano gli orgogliosi bavaresi) e vanta radici profonde, di ben cinque secoli. Prima la manifestazione faceva parte della processione del Corpus Domini. Oggi rappresenta un momento d attrazione turistica tra i più seguiti, grazie alla fiera che fa da contorno, a momenti quali feste in costume, rappresentazioni teatrali, tornei equestri, giochi di piazza, concerti all aria aperta e l immancabile opportunità di abbracciare la ricca enogastronomia di quest angolo d Europa. R.V.

12 12 SPORT UN GIOIELLO ALL AVANGUARDIA PER STILE E DESIGN TRA NEGOZI, ALBERGHI, RISTORANTI E (FORSE) UN MUSEO La nuova arena del Milan, che adesso sogna in grande Lo stadio verrà finanziato da Emirates, partner principale, e da altre aziende di primo piano di Federico Colosimo Dopo due stagioni deprimenti dal punto di vista sportivo, il Milan può finalmente tornare a pensare in grande. Con l ingresso in società di Mr.Bee e la costruzione del nuovo stadio, i rossoneri vogliono tornare a dominare la scena mondiale. Fra 3 anni la nuova arena aprirà ufficialmente i battenti. A partire dalla stagione , quando saranno completati (secondo i piani) i progetti di riqualificazione e riedificazione dell area del Portello. La nuova casa occuperà un area di metri quadrati e avrà una capienza di spettatori. Un vero e proprio gioiello, all avanguardia per stile e design. Più piccolo, più rispettoso dell ambiente. A misura di tifoso. Richiederà un investimento importante, di circa 300 milioni di euro. Di questi, 22,5 andranno a coprire solo i costi di affitto del terreno per il quale il Diavolo s è assicurato i diritti per 50 anni. Che sorgerà di fronte alla nuova sede della società e nel cuore della città. Si tratta di una vittoria di Barbara Berlusconi, che ha creduto fortemente in un progetto difficile e affascinante. In un sogno ora trasformatosi in realtà. Il progetto, elaborato da Arup (società ingegneristica che ha realizzato tra gli altri lo stadio del Bayern Monaco e quello di Pechino), prevede che all interno sorgeranno pure un albergo, un liceo a indirizzo sportivo, ristoranti, parchi giochi, percorsi immersi nel verde e, forse, un museo. Stile Juventus Stadium. L obiettivo è dare vita a un luogo che sia pieno e frequentato 7 giorni su 7, e non soltanto in occasione delle partite. Aperto a tutti, tifosi e turisti. Visitatori. Appassionati. Ma come sarà battezzata quest arena? Sui social network s è scatenato un vero e proprio tam tam. Il nome più accreditato per il nuovo stadio è: Milan Arena. C è poi chi, tra il serio e il faceto, propone: Berlusconi Square Garden. Il presidentissimo del Milan è galvanizzato. Sta costruendo una squadra importante per la prossima stagione (dopo l attacco ora vanno puntellate difesa e centrocampo, in attesa della ciliegina sulla torta chiamata Ibrahimovic) e vuole tornare a vincere. La sua intenzione è quella di costruire una struttura capace di far innamorare l intera città. Con la speranza di poter recuperare il grande investimento economico in pochi anni, dato che tutte le attività dello stadio si calcola siano in grado di portare introiti per milioni l anno. Da investire in parte sul mercato. L impianto sarà incastonato in un area verde servita da metro e tram. Avrà un parcheggio sotterraneo e un tetto mobile per proteggere gli spettatori in caso di pioggia. Pianta rettangolare, conterà 2 anelli. E non 3. Una spesa tutta a carico dei privati, con Emirates partner principale e una trentina di aziende importanti pronte a chiudere accordi di sponsorizzazione per sostenere l opera. Servirà solo pazienza. Ma una cosa è certa: il nuovo stadio del Milan ora è realtà. APPALTO ALLA SALINI IMPREGILO Tecnologia italiana per i Mondiali in Qatar Il Gruppo Salini Impregilo si è aggiudicato il contratto per la realizzazione dello stadio Al Bayt ad Al Khor in Qatar, a nord della capitale Doha. Il contratto, del valore di 770 milioni di euro, di cui circa 716 per la costruzione e oltre 53 per operation & maintenance, prevede la progettazione e la costruzione di uno dei complessi sportivi nei quali sarà giocata la Coppa del Mondo Fifa Salini Impregilo, in consorzio con Galfar e Cimolai, ha battuto come si legge in una nota - quasi una decina di concorrenti, fra imprese francesi, austriache, indiane e asiatiche, in una gara internazionale durata diversi mesi prima di arrivare alla short list e alla scelta finale. Il progetto, assegnato dalla fondazione governativa Aspire Zone, incaricata dello sviluppo delle infrastrutture sportive del Paese, riguarda la costruzione di uno stadio in grado di accogliere spettatori, con una superficie di 200mila metri quadrati; di un edificio ausiliario per la sicurezza e la parte amministrativa dell'impianto, e del centro che ospiterà gli impianti elettromeccanici e distributivi. Lo stadio, che sarà realizzato entro il settembre 2018, avrà un disegno unico e inconfondibile: il progetto è, infatti, dichiaratamente ispirato alla Bayt Al Sháar, la tenda nera e bianca usata tradizionalmente dalla popolazione nomade nel territorio del Qatar, intesa come simbolo di ospitalità dai viaggiatori del deserto. Il design risponde al "Qatari concept", per rimarcare la cultura e il patrimonio storico del Paese con risvolti tecnici e progettuali altamente innovativi. Di particolare rilevanza, tra l'altro, le soluzioni adottate per offrire condizioni climatiche ideali sia per i giocatori, sia per gli spettatori in un ambiente che presenta temperature elevate e forti escursioni termiche giornaliere e stagionali. Il progetto si pone, inoltre, come il piú ecosostenibile, grazie a moderne tecniche di costruzione e all'impiego di materiali all'avanguardia nel rispetto dell'ambiente e del consumo energetico.

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