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1 inchiesta elettronica digitale di consumo di Andrea Lawendel e Marzio Molinari A ciascuno il suo gadget Non c è crisi o momento di apprensione che tenga. L elettronica di consumo digitale è un mercato di vorticose novità e continua pressione all acquisto. Ricompensato dall interesse di un pubblico che sembra non stancarsi mai. Ecco cosa aspettarsi dalla stagione dei regali. 32 Settembre 2007 Che cosa bolle nel grande pentolone dell elettronica di consumo ultradigitalizzata dell era di Internet? Con la fine di agosto e l inaugurazione del grande salone specializzato berlinese Ifa, inizia per l Europa la stagione che culminerà - almeno è questa la speranza di negozianti e grandi catene di vendita al dettaglio - nella kermesse delle compere natalizie. Il ciclo mondiale riprenderà nei primi giorni di gennaio del 2008, con Consumer Electronics Show di Las Vegas, vetrina ufficiale di tutte le novità che caratterizzeranno i mesi futuri di un mercato che tendenzialmente, mediando tra le varie dichiarazioni delle associazioni di categoria e gli studi degli analisti, vale 160 miliardi di dollari e rappresenta per molte economie mondiali, in particolare per il Sud-est asiatico, un motore di primaria importanza. Quello dell elettronica digitale è un mercato sempre più pervasivo e totalizzante in termini di diversità di applicazioni e capacità di soddisfare i gusti e le tasche di ogni singolo individuo, dalla famiglia più culturalizzata e abbiente al giovane squattrinato, dall impiegato di banca al lavoratore immigrato. Con la miniaturizzazione della componentistica, l elettronica digitale è entrata letteralmente ovunque, persino in ambienti tradizionalmente estranei all elettronica intesa come capacità di elaborazione, come l automobile o l elettrodomestico. L enorme crescita delle infrastrutture di telecomunicazione come Internet e le reti di telefonia mobile hanno addirittura estremizzato questa pervasività. Il risultato è un mondo di prodotti, accessori e servizi che possono arrivare a livelli di inquietante complessità, dove l aspetto fondamentale continua a essere la cosiddetta interfaccia utente, cioè la combinazione di tasti, pulsanti, levette, manopole e comandi su schermo che permettono al consumatore di controllare i ricchi insiemi di funzionalità di ogni singolo apparecchio. Tanto più questa interfaccia è intuitiva, ben ordinata ed ergonomicamente accessibile, tanto maggiore sarà il gradimento e il successo commerciale di un prodotto, tanto più graduale sarà la curva di apprendimento e la capacità di affermarsi come tendenza sul mercato. Fin dai lontani giorni della guerra tra i due primi standard di videoregistrazione (analogica) Vhs e Betamax, l industria dell elettronica di consumo è costellata di esempi di prodotti tecnologicamente molto validi, sfuggiti al prevedibile successo per colpa di una eccessiva complessità. È una lezione che progettisti e costruttori dimostrano di aver imparato in questi anni, ma il cammino verso la piena ergonomia è ancora lungo: questa è una industria animata da un ritmo di rinnovamento forsennato e per quanto possano essere preparati i suoi clienti, ormai assuefatti a questo clima da innovazione costante, c è sempre la forte tentazione, negli ingegneri che inventano e perfezionano i dispositivi, di farsi prendere la mano. Da laboratori e fabbriche continuano a uscire apparecchi capaci di fare troppe cose, prodotti che sfuggono a qualsiasi tentativo di semplificazione. D altro

2 canto, troppa semplicità può infondere negli acquirenti una sensazione di inadeguatezza. La ricerca del giusto equilibrio tra mix funzionale e manovrabilità resta il sacro Graal di un industria così matura. Un altra importante tendenza vede l intero comparto dell elettronica digitale sempre più svincolato da precise linee di demarcazione tra impiego professionale e uso nel tempo libero. Lavoro e svago finiscono per intrecciarsi in un universo di tecnologie che coniuga potenza di calcolo digitale, da un lato, e tradizionali capacità di ripresa e riproduzione analogica di suoni e immagini, dall altro. Nel tempo libero utilizziamo più o meno gli stessi strumenti un tempo confinati in uffici e aziende. E addirittura lo spazio delle tecnologie di infotainment comincia a influire prepotentemente sull evoluzione delle tecnologie aziendali, in una fase di consumerizzazione dell informatica che vede l elettronica più commerciale, quella dei singoli utenti e del mass market, prendere spesso il posto di quella professionale, progettata per l azienda e finanziata dagli uffici acquisti delle grandi corporation. Un esempio su tutti? Il telefonino, che somiglia sempre più a un computer da tasca e spesso e volentieri diventa un surrogato più leggero, maneggevole ed economico, del computer portatile. Ma che al tempo stesso è sempre più un tipo di apparecchio scelto e acquistato dal singolo dipendente, fuori dai normali ambiti decisionali delle politiche informatiche dell azienda. Con questa cover story Ticino Management cerca di fare il punto sulle più recenti evoluzioni del mercato dell elettronica di consumo e sulle opportunità di acquisto più interessanti. Questo 2007 non ha visto l uscita di novità assolute (con l eccezione di quelle che riguardano il comparto delle console per videogiochi, dove la concorrenza tra Sony, Nintendo e Microsoft si fa sempre più interessante e agguerrita), ma resta pur sempre connotato dal tentativo di consolidamento di una evoluzione importante chiamata Alta Definizione (Hd, high definition). In questa rassegna verranno presentati i segmenti di mercato in maggior fermento, con un unico vero obiettivo: spiegare al lettore quali sono le tendenze, le tecnologie e i prodotti da tenere sott occhio e quali opportunità di fruizione sono possibili con l acquisto di un apparato. Non sarà una panoramica completamente esaustiva, ma la speranza è riuscire a dare un contributo di chiarezza e orientamento, che possa tradursi in acquisti il più possibile informati. Prossimamente, sul grande schermo L evoluzione della tecnologia degli schermi a cristalli liquidi è un ottimo esempio di come l elettronica del silicio sia riuscita ad accelerare i normali ritmi di rinnovamento di un prodotto. Per quasi mezzo secolo siamo stati abituati all idea del tubo a raggi catodici come strumento per la visualizzazione delle immagini televisive prima e delle informazioni numeriche e multimediali del computer. Nell industria del televisore, lo schermo in vetro e fosfori luminescenti ha mantenuto il suo ruolo esclusivo per un tempo addirittura superiore. In un periodo molto più breve, il cristallo liquido, una sorta di minuscolo regolatore elettronico dell intensità luminosa concentrata in un singolo punto, è riuscito a infrangere il primato del tubo catodico, rivitalizzando un mercato che era ormai basato più sulla semplice sostituzione che sul nuovo acquisto. Grazie a una strategia di prezzo sempre più aggressiva, il televisore Lcd non è un costoso status symbol, ma un prodotto preso in considerazione da tutte le famiglie. E grazie all estro dell industria manifatturiera, le dimensioni dei pannelli allo stato solido superano ormai quelle del più grande dei televisori tradizionali, offrendo in più il grande vantaggio dello spessore ridotto, compatibile con il montaggio a parete dello schermo. Ripensando oggi ai primi modelli di computer portatili con schermo Lcd della fine degli anni Ottanta, così pesanti, di dimensioni molto ridotte e incapaci di visualizzare immagini cromaticamente ricche e ad alta definizione, il confronto con gli attuali schermi con diagonale superiore ai 40 pollici (un metro!) sembrerebbe davvero impossibile, ma la tecnologia di base rimane quella. È un mercato dominato dai costruttori giapponesi e coreani, quello della televisione piatta ma dai colori brillanti e realistici. Due dei brand più noti sono in Giappone Sharp, forse il costruttore più evoluto in questo campo, e in Corea Samsung, ma evidentemente altri marchi famosi, da Sony a Philips, da Lg a Thomson, passando per una pletora di marchi specializzati nei singoli mercati nazionali ma tutti originari dell ambiente manifatturiero cinese e asiatico, sono rappresentati nella corsa alla futura televisione digitale. Quali sono le caratteristiche su cui focalizzarsi per evitare di ritrovarsi con un apparecchio non aggiornato? Innanzitutto, una prima distinzione sulla tecnologia utilizzata. In questi ultimi due o tre anni gli schermi Lcd sembrano essersi definitivamente imposti su quelli realizzati con la tecnologia alternativa del plasma, anche se quest ultima continua a essere disponibile a livello commerciale. Stiamo parlando di due diversi sistemi di visualizzazione. Nello schermo Lcd il cristallo liquido modula, come l otturatore di una fotocamera, la visibilità di una luce prodotta da un reticolo di minuscoli diodi luminosi retrostante la matrice di cristalli controllati elettronicamente. Per questo il cristallo liquido viene definito una tecnologia passiva, che non produce direttamente la luminosità dell immagine televisiva. Per contro, nello schermo al plasma i singoli elementi di immagine, i pixel, corrispondono a piccole nuvolette di gas racchiuse Settembre

3 34 Settembre 2007 A sinistra, il televisore Lcd BeoVision 8 di Bang & Olufsen. Qui sotto, un Lcd serie 86 della Samsung. In basso, un Lcd Aquos della Sharp. in un reticolo tra due strati di vetro. Una sorta di matrice di microscopiche lampade al neon nei tre colori fondamentali - rosso, verde e blu - dei fosfori televisivi. Da un punto di vista costruttivo fino a poco tempo fa sembrava che il plasma si sarebbe imposto negli schermi di dimensioni superiori ai 40 pollici. Oggi sappiamo che con gli Lcd, una tecnologia più economica, si possono raggiungere diagonali di ben 100 pollici (due metri e mezzo) alla definizione degli standard Hd e il plasma, che pure continua a offrire interessanti vantaggi qualitativi, rischia di diventare una tecnologia di nicchia. Il secondo parametro di giudizio di un grande schermo è ovviamente la dimensione. Il mercato offre ogni possibile variazione, a partire dai piccoli schermi da 15 o 17 pollici fino agli sterminati pannelli da 65 pollici e più. Molto chiaramente dipende dallo spazio di cui si dispone in salotto e dalle situazioni in cui il televisore verrà utilizzato. Sarebbe però sbagliato valutare le dimensioni dello schermo da portarsi in casa in base alle normali considerazioni sul rapporto tra distanza e angolo di osservazione e sgranatura e distorsione delle immagini. La vera ragion d essere di un televisore completamente digitale è la sua capacità di visualizzare immagini a risoluzioni nettamente superiori a quelle cui ci ha abituati la televisione analogica convenzionale, figure che risultano molto più dettagliate e realistiche, con un autentico effetto-cinema. E tutta l industria della produzione e della visualizzazione delle immagini elettroniche si sta adeguando a questa capacità con il fenomeno della High Definition, la televisione e il film digitale a 1080 linee di risoluzione verticale. A questi livelli di dettaglio l immagine sullo schermo assume una pienezza simile alla migliore qualità cinematografica. E soprattutto consente di ammirare immagini non sgranate anche quando si osserva lo schermo a breve distanza. In altre parole: non bisogna disperare se il salotto di casa è di proporzioni minuscole, come avviene sempre più spesso specie per chi abita in città. Il grande schermo si adatta più facilmente al piccolo ambiente domestico, giustificando l acquisto di apparecchi da 30, 35 pollici o più (per avere un idea degli ultimi modelli, Sharp Aquos da 42 pollici Hd-Ready costa sul mercato europeo euro tasse incluse). Non dimenticate di informarvi su parametri qualitativi come il contrasto, la luminosità, l angolo di visuale (i migliori schermi si possono osservare anche di sghembo, fino a 176 gradi di campo di visuale), la rapidità di rinfresco dell immagine (una velocità tra i 4 e i 6 millisecondi garantisce immagini prive del fastidioso effetto scia che penalizzava i primi schermi Lcd). Inoltre è bene assicurarsi che il televisore sia regolarmente equipaggiato con una sezione di sintonia (tuner) possibilmente compatibile con la tv analogica terrestre o via cavo e con il digitale televisivo terrestre, entrato ormai definitivamente in funzione sul territorio elvetico. I modelli di fascia più elevata possono integrare il decoder satellitare e perfino un disco magnetico fisso che permette di videoregistrare i programmi. Ma le questioni importanti non si fermano qui. La prima decisione da prendere riguarda proprio la risoluzione del vostro nuovo apparecchio televisivo ultrapiatto. Qui la distinzione avviene tra modelli convenzionali, a risoluzione tradizionale, e schermi ad alta risoluzione Hd, ma quest ultima categoria non è così netta. Sul mercato si trovano infatti schermi definiti Hd-Ready, in grado di visualizzare immagini a 1080 punti con eventuali schede aggiuntive, e modelli Full Hd direttamente compatibili con la vera alta definizione, quella dei 1080p. La p che segue il valore di definizione verticale significa scansione progressiva e indica una immagine che il televisore ricostruisce progressivamente, dal primo all ultimo di oltre due milioni di pixel (per l esattezza i 1.980x1.080 punti di uno schermo Hd che visualizza una immagine in cui la lunghezza della base e l altezza hanno un rapporto proporzionale di 16 a 9). Negli schermi non Full Hd la risoluzione può essere elevata, ma l immagine è di tipo 1080i. Invece di essere progressiva,

4 l immagine è interlacciata, viene cioè tracciata in un tempo più lungo, alternando il semiquadro costituito dalle righe dispari al semiquadro corrispondente alle righe pari. Una soluzione di compromesso che riduce la potenza di calcolo e controllo richiesta dai 1080p e permette di ottenere immagini ben definite a un costo più accettabile. Risolto l eventuale dubbio tra alta definizione Ready e Full, rimane ancora la scelta del sistema di connessione. Gli schermi e i televisori Lcd parlano il linguaggio multimediale dei computer e utilizzano le interfacce dei computer quando devono essere collegati al pc, ai lettori/registratori di Dvd, alle videocamere, ai tuner e ad apparati come i personal video recorder, videoregistratori che usano il disco fisso al posto della videocassetta. Ci sono due sistemi di connessione, il maturo Dvi (digital visual interface) e il recente Hdmi (high definition multimedia interface), ciascuno dei quali caratterizzato da famiglie di connettori di diverso tipo e dimensioni. Per la televisione digitale Hd, lo standard di riferimento comincia a essere l Hdmi, progettato da un consorzio di sette costruttori di schermi ed è possibile che il Dvi, presente su molti dispositivi multimediali, venga gradualmente abbandonato. Rispetto al Dvi, che è solo per i segnali video, l Hdmi è per esempio in grado di trasportare anche i canali audio digitali. Il tipo di connettore da scegliere dipende dal numero e dalla tipologia di periferiche che graviteranno intorno al televisore. Una piccola complicazione ulteriore si chiama Hdcp (high bandwidth digital content protection), un sistema, ideato da Intel, per la protezione dei contenuti digitali tutelati da diritto d autore. Hdcp non si limita a codificare i contenuti trasferiti da un apparecchio digitale a un altro, ma si integra con le interfacce di connessione per implementare in modo ancora più efficace la protezione. Con Hdcp, per esempio, il contenuto di un Dvd protetto non può neppure essere visualizzato sullo schermo collegato al lettore se il proprietario del Dvd non ha le autorizzazioni necessarie. Una copia pirata del disco risulterebbe inutilizzabile, o sarebbe impossibile copiare il disco registrando le componenti video. Per essere davvero preparati a tutto, forse è opportuno fare shopping tra i televisori Hd che incorporano già la tecnologia Hdcp a livello di interfacce Hdmi o Dvi. A sinistra, un altro televisore Lcd Aquos della Sharp. A destra, in alto, un lettore Hd-Dvd della Toshiba, e, in basso, un lettore Blu-Ray della Sony. Nel Blu dipinto di Hd La ricetta della torta dell alta definizione funzionerà solo se insieme all ingrediente schermo (grandi dimensioni, forti luminosità e contrasto, colori brillanti, geometrie precise ed elevatissimo livello di dettaglio), il pubblico potrà contare sui contenuti da visualizzare. Ma qui lo scenario del mercato della consumer electronics si complica per davvero. Le informazioni che servono per ricostruire l immagine ad alta risoluzione sono moltissime e questo significa che per trasmettere via etere/cavo/satellite la cosiddetta Hd- Tv o per distribuire film e programmi su disco ottico occorrono banda e capacità di memoria adeguate. Una delle principali motivazioni degli inventori della tecnologia Hd è il potenziale di rinnovamento del mercato del cosiddetto home video, il fiorente commercio di titoli cinematografici disponibili su Digital Video Disc, supporto che ha saputo in pochi anni affermarsi accanto alla tradizionale videocassetta Vhs, offrendo una qualità nettamente superiore e vantaggi come l interattività dei contenuti e la possibilità di combinare diverse edizioni nazionali di uno stesso film. Per quanto capiente possa essere, il Dvd convenzionale non supera i 4,7 gigabyte di memoria per strato e su un singolo disco si possono incidere due

5 strati diversi per una capacità totale di 8,5 gigabyte. Oltre alla memoria i supporti per le immagini Hd devono supportare anche una certa velocità di trasferimento delle informazioni dalla superficie del supporto al lettore. Due requisiti che gli attuali Dvd non riuscirebbero a soddisfare. I colossi dell elettronica si sono dati da fare per rispondere a questa nuova esigenza. E a dire il vero si sono dati da fare anche troppo. Malgrado le negative esperienze della guerra tra Vhs e Betamax, sul mercato sono arrivate due tecnologie per dischi ottici ad altissima capacità e velocità di trasferimento che non sono compatibili tra loro. Entrambe sfruttano per la lettura dei dati dalla superficie ottica un laser azzurro, a lunghezza d onda inferiore al tradizionale laser rosso di Cd e Dvd. Ma un lettore di dischi Blu-Ray, la tecnologia guidata da Sony seguita da marchi come Panasonic, Pioneer, Samsung, Lg e Philips, non può leggere dischi realizzati in Hd-Dvd, il superdisco brevettato da Toshiba e Nec. Le caratteristiche sono abbastanza simili, con un leggero margine di vantaggio per Blu-Ray, che vanta per esempio una capacità per strato di 25 gigabyte contro i 15 di Hd-Dvd. In un disco a due strati tutto questo si traduce nella possibilità di memorizzare 8 ore e mezza di film per il Blu-Ray e oltre 5 ore per i dischi Hd-Dvd. Come ci si deve orientare sul punto vendita? Quale player conviene acquistare? Un lettore di superdischi ottici è per il momento l accessorio più indicato per chi acquista un televisore o uno schermo piatto Full Hd. Come vedremo tra poco l offerta ad alta definizione dei broadcaster televisivi è ancora molto limitata. Purtroppo, la relativa immaturità di questa tecnologia fa sì che anche i lettori Blu-Ray o Hd-Dvd presenti sul mercato si possano a stento contare sulle dita di due mani. E per buona misura, l industria del cinema non ha ancora risposto con un catalogo di titoli particolarmente corposo (bisogna anche considerare che solo i film più recenti sono stati prodotti con tecniche compatibili con l alta definizione e che molti dei titoli Hd usciti sono semplici rielaborazioni di film convenzionali) e assume una posizione attendista nei confronti dei due standard. La situazione al momento sembra essere più o meno questa. Sul mercato americano sono disponibili, per entrambi i formati di disco, circa 300 titoli. Sony, Buenavista, Mgm e 20th Century (queste ultime due, tuttavia, non rilasciano titoli da marzo) supportano Blu-Ray. Nbc Universal supporta Hd-Dvd. Paramount/Dreamworks e Warner sono uscite con titoli per entrambi i formati, anche se più recentemente il loro catalogo sembra aver abbandonato il formato Hd- Dvd a favore del Blu-Ray. Il gruppo Time Warner aveva annunciato nei mesi scorsi di avere nei cassetti una tecnologia che gli consentirà di produrre superdischi in formato ibrido, con uno strato Blu-Ray e uno Hd-Dvd, ma non ci sono state ulteriori notizie al riguardo. Sul versante dei costruttori di player, ci sono annunci di lettori multiformato, in grado di leggere entrambi i tipi di disco. Una grossa spinta a favore del formato Blu-Ray è arrivata quest anno con l uscita di PlayStation 3, la nota console per videogiochi della Sony. Ps3 è in grado di riprodurre dischi Hd Blu-Ray. Microsoft ha risposto a Sony sviluppando un lettore Hd-Dvd per la console Xbox 360 (il connettore Hdmi è però presente solo nel caso della Xbox 360 Elite). La disponibilità di Ps3 sembra aver giovato molto alle vendite di titoli cinematografici Blu-Ray, che in questo momento rappresentano i due terzi del mercato totale. È ragionevole ipotizzare che questo trend possa consolidarsi e che Blu-Ray assuma una posizione dominante nel segmento dell home video lasciando forse ad Hd-Dvd un primato come supporto ad altissima capacità per personal computer. Ma il vero punto è che forse non è ancora deciso il vincitore di questa nuova guerra tra formati. Toshiba è al momento un fornitore pressoché esclusivo di lettori Hd-Dvd, con costi che scendono anche sotto i 300 dollari nel caso del modello Hd-A2. Sul versante Blu-Disc troviamo una scelta più variegata, con lettori firmati Sony, Panasonic, Pioneer, Philips, Denon, Samsung, ma anche una fascia di prezzo più alta, generalmente non inferiore ai 500 dollari. Lg sta cercando la quadratura del

6 cerchio con un lettore di alto prezzo (900 dollari su strada) ma compatibile con tutti e due i formati. Gulp, è esplosa la tv Se Hollywood sembra essere ancora piuttosto indecisa sul sistema più opportuno per la distribuzione off-line dei nuovi contenuti ad alta definizione, il mondo dei contenuti on-line, dalle emittenti televisive tradizionali ai loro concorrenti sulle reti cablate, herziane e satellitari, è proprio deciso a tutto. Purché la televisione possa essere consumata ovunque, chi la trasmette è pronto ad adattare immagini e format televisivi al grande pannello del televisore come al piccolo display del telefono cellulare. Forse è proprio questa la conseguenza più importante della rivoluzione digitale, il consumo televisivo, il nostro rapporto con il mezzo di comunicazione di massa più importante e potente, non è più legato a una scatola cubica dotata di una presa per l antenna esterna, terrestre o satellitare che sia, o per il coassiale della tv via cavo analogica. Molte cose, nel mondo della vecchia, cara tv, stanno letteralmente esplodendo, a incominciare dal televisore che un tempo era indissolubilmente legato con i circuiti per la ricezione dei programmi diffusi dalle antenne più vicine a casa. I programmi continuano a viaggiare nell etere, ma non sono proprio la stessa cosa: la tv digitale ha sempre bisogno di un sistema di ricezione particolare e può essere trasmessa in modalità e attraverso infrastrutture di rete fisse e mobili. Il vantaggio è che il sistema di ricezione non è necessariamente integrato nel televisore, come accadeva in passato. Come abbiamo visto nel caso dei nuovi televisori Lcd, il ricevitore per la televisione digitale terrestre può essere incorporato. Ma con il moltiplicarsi delle modalità di distribuzione dei segnali, che oggi viaggiano via etere o via satellite, ma anche attraverso i cavi coassiali di società come Sopra, un decoder per la televisione digitale della Cablecom. 38 Settembre 2007 Cablecom e le linee fisse, in rame e fibra ottica, di operatori telefonici come Swisscom, l industria dell elettronica ha creato un nuovo segmento di apparecchi periferici - chiamati set-top box perché in genere vengono sistemati sopra o comunque nelle vicinanze del televisore - che rendono assai più flessibile il consumo domestico dei contenuti video. Con il set-top box, l accesso alle varie offerte televisive è diventato molto più semplice e i costi per il passaggio a una tv innovativa sono molto contenuti grazie alla possibilità di continuare a utilizzare, come nudo schermo, anche un televisore di vecchissima generazione. Parallelamente, il forte sviluppo delle reti per la telefonia cellulare e il futuro potenziamento dell accessibilità a Internet attraverso connessioni senza-filo, ha portato con sé un nuovo mercato di dispositivi portatili, telefonini inclusi, che diventano ogni giorno più versatili. Nasce così una possibilità di fruizione della tv in mobilità che affianca la convenzionale metafora del consumo centrato intorno al televisore (con il suo codazzo di apparati periferici per la ricezione e l archiviazione dei contenuti video). Il consumatore ha in serbo per lo svago di tutta la famiglia una quantità di benefici, ma deve anche rassegnarsi alla gestione di un portafoglio di opzioni che può essere molto complicato. Cerchiamo di capire meglio dove - e come - possiamo guardare la televisione e ascoltare la radio oggi. Quella che fino ad anni molto recenti è stata l offerta televisiva analogica herziana dell ente nazionale Srg-Ssr, oggi viene gradualmente sostituita in Svizzera (ma in Ticino gli impianti analogici sono già stati spenti) dalla televisione digitale a standard Dvb- T. Formalmente cambiano poche cose per lo spettatore, ma il sistema digitale consente di trasmettere un maggior numero di programmi a parità di frequenze televisive impegnate, con una qualità molto migliore (a patto di avere una buona copertura del segnale). Ricevere il Dvb- T comporta il modesto investimento in un set-top box compatibile, che non solo offre la possibilità di usufruire di numerosi canali televisivi e radiofonici, ma consente anche di apprezzare servizi e contenuti interattivi molto utili, come i teletext multimediali, le guide elettroniche dei programmi, i servizi informativi interattivi associati ai diversi canali e l accesso a contenuti speciali a pagamento come la programmazione sportiva e i film. In questo senso la tv digitale terrestre è molto simile alla sua omologa satellitare a standard Dvb-S, già disponibile commercialmente da diversi anni. Il sistema digitale Dvb prevede anche una estensione Dvb-C (cable) che viene gradualmente adottata dagli operatori di tv via cavo (coassiale). Cablecom, per esempio, offre già un bouquet di una ottantina di programmi digitali e sfruttando la doppia direzionalità del filo può permettersi il lusso di rimpolpare questa offerta con servizi di contenuti video on demand e a valore aggiunto. La televisione on-demand permette all abbonato di costruire i propri palinsesti à la carte, ordinando il film, il serial o il documentario preferiti, in qualsiasi momento, direttamente dai computer dell operatore. La rete via cavo supporta anche la possibilità di registrare i contenuti dei canali televisivi in tempo reale, rimandandone la visione al momento più opportuno. Infine, solo con il sistema Dvb è possibile diffondere contenuti televisivi ad alta definizione, compatibili con gli schermi Lcd di grandi dimensioni. Per il momento l offerta è limitata al Dvb satellitare, ma a partire dal primo ottobre Cablecom diffonderà ai suoi abbonati digitali tre canali Hd (Pro7Hd, Sat 1 Hd e Anixe Hd) con un ulteriore canale Srg Hd Suisse a partire dal primo dicembre (il set-top box compatibile, Mediabox Hd, costerà 15 franchi al mese). Tramite operatori come BluewinTv di Swisscom Fixnet e diversi altri operatori locali spesso legati alle società di erogazione dell energia (tra i pionieri in Svizzera, c è VarioTv di Sierre-Energie), anche nella Confederazione è disponibile la televisione interattiva basata sul protocollo Ip, il linguaggio di trasmissione di Internet. La flessibilità della rete telematica permette anzi di realizzare, sulle connessioni a larga banda in rame/xdsl o in fibra ottica, pac-

7 chetti di servizio che comprendono, oltre alla televisione, la navigazione su Web e la telefonia, il cosiddetto Triple Play. Anche qui i contenuti video comprendono i normali canali televisivi, il video on demand e una interattività ancora più spinta. In genere, la possibilità di abbonarsi a uno di questi pacchetti, a costi di solito compresi intorno a qualche decina di franchi al mese, è vincolata alla pervasività della rete di distribuzione. L operatore provvede di solito a fornire un set-top box specifico per la propria piattaforma di Ip-Tv, senza che il cliente debba preoccuparsi di quale modello acquistare. Per quanto concerne la televisione mobile, l Europa sta sperimentando da pochi anni lo standard Dvb-H (handheld). La sperimentazione e i primi servizi commerciali (disponibili per esempio in Italia con operatori di terza generazione Umts come 3) sono pilotati dagli operatori cellulari e in genere prevedono la concessione di licenze specifiche. Il regolatore elvetico Ufcom dovrebbe concedere presto una licenza nazionale, dopo che la televisione sul telefonino è già stata sperimentata congiuntamente da Swisscom Mobile, Sunrise e Orange nell area di Berna. Il Dvb-H utilizza le frequenze della tv digitale terrestre e prevede l impiego di terminali portatili multifunzione o dedicati. In Italia, per esempio, il catalogo dell operatore 3 comprende alcuni modelli di telefoni cellulari con ricezione Dvb-H integrata, ma anche un 40 Settembre 2007 A centro pagina, il sistema operativo Windows Media Center. In basso, un media server della Kaleidescape. televisore mobile che non funge da telefonino. La multimedialità mobile si articola poi anche sul versante radiofonico, con diversi sistemi di radiofonia interamente digitale. La Svizzera ha recentemente confermato il suo impegno con il sistema Dab, Digital Audio Broadcasting, e poche settimane fa Srg ha annunciato che nel quadro della ristrutturazione del primo canale radiofonico in lingua tedesca Dsr1, destinato a diventare all-news, molti dei contenuti musicali verranno trasferiti su Dsr Musikwelle, che a partire dal prossimo anno si potrà ascoltare solo via Dab. Quali sono i vantaggi di questa ennesima tecnologia digitale? Il Dab riesce ad assicurare, soprattutto nell ascolto in automobile, una qualità audio mediamente superiore, senza i disturbi e le evanescenze tipici della modulazione di frequenza. Il mercato propone un discreto numero di radio ricevitori Dab da tavolo, per auto e tascabili. Molti di questi apparecchi sono stati sviluppati per il mercato britannico, dove il Dab ha conquistato una discreta quota di ascoltatori (il 7% di un pubblico di 45 milioni di individui, secondo le statistiche Rajar, l organo che misura l audience radiofonica pubblica e commerciale nel Regno Unito). Ma la scelta di questo standard è un po controversa perché il Dab è una tecnologia relativamente vecchia, evolutasi in nuovi sistemi di radiofonia digitale come il Dab+ e il Dmb, Digital Multimedia Boradcasting (una variante del Dab sperimentata con successo in Corea). Sia il Dab+, sia il Dmb, permettono di trasmettere un audio digitale di maggior qualità, grazie a sistemi di codifica più aggiornati. A parità di occupazione di banda il numero di programmi separati che è possibile trasmettere è maggiore. E il Dmb è ancora più flessibile, perché può servire per trasmettere anche contenuti televisivi. In Italia, dove il Dab ha avuto ben poco seguito e vanta una copertura territoriale assai limitata, il Dmb viene sperimentato dalla Rai e il Dab+ da un consorzio di radio private. L altro lato della medaglia è la scarsa disponibilità di apparecchi compatibili e questa carenza può giustificare la strategia adottata in Svizzera da Ssr Srg Idée Suisse: ricorrere al Dab per rafforzare il consumo di radio digitale, in attesa di una eventuale evoluzione come il Dmb (che può veicolare anche flussi Dab, per una compatibilità con ricevitori di vecchio tipo). Personal entertainment network Uno degli effetti collaterali della convergenza digitale è l innesto di una mentalità industriale tipica del mondo degli elettrodomestici (il televisore, dopotutto, appartiene a questa categoria di prodotti e precede di parecchio il personal computer), nella cultura del computer. In realtà non è facile decidere quale delle due industrie abbia maggiormente influito sull altra, ma il risultato è che l elettronica di consumo ha ormai una definitiva impronta informatica. E che viceversa il comparto che produce software e computer ha adottato molte delle strategie da mercato di massa, dove i clienti non devono necessariamente avere una buona preparazione tecnica. Questa innovativa forma di ibridizzazione comincia a essere nettamente percepibile proprio nell ambiente domestico, dove le famiglie si abituano a utilizzare una quantità di dispositivi multimediali e avvertono sempre più l esigenza di far dialogare tra loro questi strumenti, in modo da consentire lo scambio e la condivisione dei contenuti. Le foto e i film delle vacanze vengono salvati sul personal computer, ma in molti casi vengono anche visualizzati direttamente sul televisore. La musica Mp3 scaricata via Internet finisce nel lettore Apple ipod, che viene collegato all impianto stereo in sostituzione della vecchia e ingombrante discoteca di vinili e Compact Disc. Non sempre è un dialogo facile, a volte bisogna rassegnarsi

8 a intricati sistemi di cavi e connettori, a misteriosi software di conversione. Ma il contributo tecnico e culturale di Internet si fa sentire anche in questo caso. E se le prime reti locali per uso casalingo servivano a condividere tra più persone l uso di una stampante o l accesso al modem telefonico, proprio grazie alla convergenza queste semplici reti abbracciano senza difficoltà molti dei dispositivi di cui abbiamo già parlato, dal set top box alla stampante fotografica, dalla fotocamera allo scanner, dal videorecorder al ricevitore satellitare. In queste abitazioni digitali l esperienza degli utenti delle tecnologie multimediali si arricchisce enormemente e le possibilità si moltiplicano all infinito. Tanto che un crescente numero di persone, a incominciare da molti giovani, comincia a rinunciare al tradizionale consumo di contenuti importati attraverso canali esterni (la programmazione televisiva o radiofonica, le videocassette e i Dvd, i compact disc), a favore di una modalità del tutto personale di organizzazione, centrata su Internet e sulla produzione di contenuti audiovisivi in proprio. C è da scommettere che la prossima stagione delle feste registrerà un forte aumento delle vendite di strumenti che rendono possibile tale organizzazione, agendo da intermediatori tra dispositivi e contenuti di vario tipo. Un tipo di evoluzione abbastanza inattesa, che le grandi catene commerciali dovranno imparare a gestire in previsione di un flusso di acquirenti oggi ridotto a una piccola nicchia di consumatori molto preparati, capaci di arrangiarsi da soli. Tra le componenti principali di queste reti di intrattenimento domestico dai risvolti ancora molto incerti (quale sarà per esempio l impatto della multimedialità fai-da-te sul tempo dedicato alla televisione tradizionale e, di conseguenza, sul valore pubblicitario di quest ultima?) troviamo i cosiddetti media gateway o media server, computer dedicati in grado di gestire vasti archivi di file musicali, grafici e video per ridistribuirli tra i dispositivi usati per la loro riproduzione, inclusi i televisori e gli amplificatori stereo, che normalmente non sono dotati di funzioni particolarmente intelligenti. Fondamentale importanza assumono in questo contesto i dischi che memorizzano questi contenuti e possono essere direttamente connessi alla rete domestica, senza coinvolgere il personal computer. Finora dispositivi di archiviazione come questi, i network attached device, erano stati utilizzati esclusivamente nelle reti aziendali più complesse ed erano molto costosi. Oggi si trovano facilmente nei computer shop, per poche decine di franchi: hard disk di dimensioni molto compatte ma di discreta capacità, due o trecento gigabyte in cui riversare le fotografie digitali, i film, i documenti importanti. Il disco non va collegato al personal computer, ma direttamente alla rete; il suo contenuto risulterà immediatamente visibile al pc, ma anche al media server. Con un investimento minimo la rete casalinga potrà custodire facilmente tutti i file prodotti in famiglia. Un terzo elemento di quello che promette di essere un fiorente mercato di soluzioni per l intrattenimento digitale è l intelligenza per la gestione e la rielaborazione dei contenuti convergenti. La speranza di un colosso dell informatica come

9 Microsoft è che questa intelligenza resti in qualche modo legata alla piattaforma pc e da questa speranza nasce la recente strategia di Windows Media Center, il sistema operativo per pc visti come hub, snodo centrale della multimedialità domestica. Sul piano commerciale Media Center non sembra incontrare il successo sperato. In compenso, su Internet fioriscono iniziative basate su software aperti e hardware molto più snelli del pc, ispirati al concetto di set-top box e concepiti per una flessibile convivenza accanto a televisori, impianti stereo, dischi di rete e gli altri dispositivi, tutti interconnessi tra loro. Difficile prevedere l evoluzione di queste tecnologie e il loro eventuale successo fuori dalle loro iniziali nicchie di riferimento, ma è molto interessante osservare che le tecnologie per la gestione dei contenuti autoprodotti nascono dal basso, dagli stessi utilizzatori, senza l intervento dei grandi marchi dell informatica o dell elettronica di consumo. Una possibile terza via all elettronica di intrattenimento che in questa fase embrionale passa per Internet come laboratorio di progettazione e canale di distribuzione esclusivo. Un segnale che il resto dell industria farà bene a non trascurare. Tutti Francis Ford Coppola In questa fase di crescente fortuna dei contenuti autoprodotti, l alta definizione degli schermi e della televisione servirebbe a poco se i consumatori non avessero la possibilità di creare immagini e filmati a un livello di dettaglio adeguato agli attuali sistemi di visualizzazione. È però opportuno 42 Settembre 2007 A destra, una fotocamera compatta digitale della Canon. Sotto, una videocamera AvcHd della Panasonic e, in basso, una videocamera Hdv della Sony. chiarire subito alcuni punti. Nei negozi specializzati le videocamere in grado di effettuare riprese alle risoluzioni della televisione Hd - in particolare a 720 linee verticali progressive e 1080 interlacciate (non tutte le videocamere supportano entrambe le risoluzioni, alcune ne supportano solo una) - sono già piuttosto numerose. Ma non si deve confondere la qualità complessiva di una immagine con l elevato livello di dettaglio. Una videocamera Sd (standard definition) con una buona ottica e una elettronica di cattura delle immagini avanzate può produrre risultati di qualità migliore, senza contare che oggi molte videocamere Sd sono in grado di generare filmati 16:9, perfettamente compatibili con gli schermi di grandi dimensioni che lavorano con questo rapporto. Il rapporto tra la dimensione orizzontale e verticale dell immagine, che in inglese viene chiamato aspect ratio e in questo modo viene indicato su molti cataloghi e brochure, è una variabile molto importante nelle videocamere ad alta definizione e dev essere messo in relazione alla risoluzione totale del componente che, all interno della videocamera, provvede alla digitalizzazione della scena catturata dall obiettivo, il Ccd (charge coupled device). La geometria del Ccd dev essere a 16:9, ma anche la sua risoluzione complessiva dev essere adeguata per una vera alta definizione. Nel caso di una definizione da 1080 punti interlacciata bisogna che il sensore Ccd abbia un numero complessivo di punti superiore al megapixel, considerando una definizione orizzontale di 1920 punti e una definizione verticale del semiquadro pari a 540 punti ( uguale 1080 di risoluzione interlacciata). Un secondo parametro da considerare è la modalità di connessione della videocamera allo schermo o al computer per il riversamento del film. Non occorre dire che l interfaccia più indicata è la porta Hdmi, che ovviamente dev essere presente anche sullo schermo o sul computer. Utilizzare altri canali per il trasferimento delle immagini risulta di solito in un netto calo qualitativo. Ricordate infatti che nell alta definizione conta anche la velocità di trasferimento dei dati e le tradizionali interfacce del computer come la porta FireWire, che con la risoluzione Sd funziona benissimo, nel caso delle videocamere Hd determina un trasferimento di dati a risoluzione inferiore. Gran parte dei modelli di videocamere Hd per il mercato consumer vengono dagli stessi produttori che servono anche il segmento professionale, l unico che da qualche anno lavora con questo formato. Anche sui set cinematografici ormai vengono utilizzati sistemi di ripresa elettronici al posto della tradizionale pellicola. Attualmente il rapporto di prezzo è di circa uno a dieci. Se una videocamera Hd Sony, Panasonic o Jvc può costare tra i mille e i millecinquecento dollari (Canon per esempio è uno dei produttori dai prezzi più aggressivi), i corrispettivi professionali costano sedicimila dollari. Come avviene per le videocamere Sd, anche per l alta definizione assistiamo a una compresenza di diversi formati di registrazione e di diversi supporti su cui i dispositivi salvano

10 le loro riprese. Purtroppo questa situazione produce una vera giungla di possibilità. Le videocamere utilizzano infatti cassette di nastro, schede di memoria flash convenzionali o specializzate, Dvd riscrivibili e dischi fissi magnetici (una scelta interessante per chi pensa di lavorare parecchio con i software di post-produzione video, ma meno indicata per l archiviazione di lungo termine dei film). Solo due, invece, i formati di registrazione in voga: l affermato Hdv, che utilizza cassette analoghe al minidv, e l astro nascente AvcHd, Advanced Video Codec High Definition, di Sony e Panasonic. Sul versante professionale due formati di registrazione molto diffusi sono il DvcPro Hd di Panasonic e il Pro Hd di Jvc. Forse è opportuno spendere qualche parola anche sull attuale offerta di fotocamere digitali, dove la corsa al dettaglio dell immagine sta arrivando a traguardi inattesi. Il sito Web di Cnet, autorevole fonte per recensioni e notizie sui prodotti della consumer electronics digitale, recensisce 194 modelli di fotocamere con risoluzione superiore agli 8 megapixel. La cifra comprende anche i modelli disponibili in chassis di diverso colore e rifinitura, ma è più che sufficiente a dare l idea di un mercato estremamente variegato. Nell arco di poco più di un anno sono apparse macchine fotografiche da 10, 12, persino 14 megapixel. Ma la risoluzione ha davvero tutta questa importanza? Secondo gli stessi costruttori l evoluzione del mercato viene dettata dal passo di avanzamento dei componenti Ccd, i sensori che appunto catturano le immagini. Se il numero di pixel concentrati su questi minuscoli dispositivi cresce, i costruttori si devono necessariamente adeguare. Per il consumatore non ci sono traumi eccessivi, l elettronica ci ha ormai abituati a prodotti che nel giro di pochi mesi possono offrire di più a un prezzo sostanzialmente identico alle precedenti versioni. L unico problema è come e soprattutto quando scegliere. Acquistare oggi una fotocamera da 10 megapixel quando domani allo stesso prezzo ce ne sarà una da 16? È opinione piuttosto diffusa che oltre gli 8 megapixel di risoluzione il risultato finale è comunque eccellente. La super risoluzione può essere giustificata se chi acquista è molto interessato alla stampa su grandissimi formati, dove la bassa risoluzione rischia di essere troppo sgranata. Considerando che il prezzo attuale di una fotocamera da 12 megapixel può essere inferiore ai 400 dollari, ci si può anche fermare su questa soglia: come nel caso delle videocamere, la cosa che conta veramente in una macchina fotografica è l ottica e a bassa risoluzione una buona lente e una resa cromatica realistica valgono più di una mediocre camera ad altissima risoluzione. Un ultima osservazione riguarda la tipologia di macchina da scegliere. Accanto a una vera marea di soluzioni compatte o supercompatte, tascabili e maneggevoli e molto comode per effettuare scatti in qualunque situazione, per gli impieghi semiprofessionali il mercato offre anche fotocamere full body e diversi modelli reflex, evidentemente più costosi. Bisogna fare attenzione perché full body non significa reflex. Nel primo caso la fotocamera lavora con lo stesso principio di una compatta e le dif-

11 ferenze riguardano la maneggevolezza dell apparecchio o il modo di effettuare certe regolazioni. Nelle single-lens reflex, l ottica interna lavora proprio come in una reflex analogica, per attirare anche i fotografi professionali. Cervelli da tasca Una rassegna delle tendenze che connotano la stagione dei prodotti di elettronica di consumo non sarebbe completa senza uno sguardo al dispositivo che più di tutti è il simbolo delle trasformazioni di questi ultimi anni. Da oggetto professionale e di élite, il telefonino ha dato vita a un mercato di massa di dimensioni planetarie e la sua capacità di adattamento e crescita qualitativa e funzionale non smette ancora di stupire. Malgrado un inevitabile consolidamento, è ancora un mercato molto variegato in termini di offerta, con un certo spazio concesso anche a brand nazionali, nuovi entranti e prodotti di nicchia. Per chi vuole comunicare in mobilità non ci sono praticamente barriere di prezzo. Anche nei casi in cui gli operatori non sussidiano in alcun modo l acquisto del terminale, vincolandolo alla sottoscrizione degli abbonamenti, l industria è in grado di offrire telefoni da 50 dollari particolarmente adatti ai cosiddetti green market africani e asiatici. Geografie che in pratica non conoscevano neppure il telefono fisso, comunicano grazie a infrastrutture cellulari realizzate negli ultimi cinque anni. I problemi riguardano semmai i mercati maturi, dove le infrastrutture soffrono di problemi di sovraccarico, gli operatori faticano a conquistare nuovi utenti e i margini di ricavo vengono erosi da tariffe sempre più convenienti. I terminali si devono adattare a un regime di impiego in cui la componente del traffico voce e Sms, finora predominante, è affiancata da altre tipologie di servizio. Sono le reti stesse a 44 Settembre 2007 favorire uno stile di consumo della telefonia mobile in cui la classica conversazione telefonica è solo una delle tante possibilità di un ambiente sempre più simile al World Wide Web. E il telefonino diventa inevitabilmente sempre più simile a un computer, non solo per la notevole potenza dei suoi processori interni e per la capacità di memoria che la presenza dell obiettivo della fotocamera ha reso necessaria, ma anche dal punto di vista applicativo. A bordo dei cellulari scopriamo una quantità di funzioni multimediali inattese, come i controlli di fotoritocco che Sony Ericsson mette a disposizione nei suoi modelli rivolti agli appassionati di fotografia digitale. E parallelamente cresce l interesse nei confronti dei programmi di produttività personale: rubriche, calendari, agende, versioni tascabili di Word ed Excel, in un tripudio di telefonini sempre più smart. Questo è stato sicuramente l anno di svolta del telefoninocomputer, lo smartphone, un accessorio che suscita ormai interesse anche in coloro che non hanno bisogno di uno strumento del genere per gestire meglio una attività professionale. Un anno che sicuramente verrà ricordato per il chiacchieratissimo lancio di Apple iphone, il telefonino intelligente col sistema operativo del computer Macintosh. Certo, la motivazione professionale tende a privilegiare la scelta di uno smartphone vero e proprio, ma il successo delle funzionalità che vanno ben oltre il normale corredo di capacità telefoniche spinge i costruttori a moltiplicare le doti di intelligenza dei loro terminali. Quasi tutti i modelli non smart di medio prezzo sono ormai in grado di gestire A fianco, l iphone della Apple, con sistema operativo Macintosh. Sotto, il telefono cellulare professionale Communicator della Nokia e, in basso, BlackBerry, a tutt oggi il più apprezzato strumento per l accesso alla posta elettronica di Internet in piena mobilità. la multimedialità, la navigazione su Web, la messaggistica evoluta, l accesso ai documenti e l agenda. Mentre sul versante opposto, una piattaforma smartphone specializzata come Blackberry, a tutt oggi il più apprezzato strumento per l accesso alla posta elettronica di Internet in piena mobilità, comincia a corteggiare il mercato di massa con il modello Pearl, uno smartphone che somiglia molto a un cellulare convenzionale. Il trapianto di funzioni tipicamente informatiche in un contesto telefonico è talmente diffuso che comincia a essere difficile delimitare con precisione la categoria degli smartphone. Blackberry è sicuramente una piattaforma smart, così come l ambiente PalmOs del telefonino intelligente Palm Treo (Palm ha recentemente aggiunto anche la piattaforma smart di Microsoft alla sua linea di palmari telefonici). Mentre con il suo sistema operativo Symbian, Nokia ha un approccio a tenaglia, con versioni più in linea con le caratteristiche di un telefonino normale e altre che sono in diretta competizione sul mercato dei dispositivi intelligenti. Dove tanto per cambiare sembra molto ben posizionata Microsoft con il suo Windows Mobile. L ultima versione, la sesta, è stata prontamente adottata da una quantità di costruttori, alcuni di origine telefonica, come Motorola o Samsung, altri più specializzati o radicati dai segmenti di mercato dell informatica, come Htc, i-mate o Acer. Con la discesa in campo di Apple col suo iphone, è ragionevole ipotizzare un forte aumento della concorrenzialità nel settore, dove da tempo sono in fase

12 di progettazione altri smartphone basati su derivati del sistema operativo Unix. Restano alcune non trascurabili questioni di fondo. Con il suo agile fattore di forma e la sua versatilità, ma con le altrettanto evidenti limitazioni nelle dimensioni dello schermo e delle tastiere, lo smartphone può davvero sostituire il personal computer portatile? Gli operatori telefonici riusciranno a far quadrare il difficile bilancio tra infrastrutture che richiedono continui investimenti e la domanda di servizi non-voce da parte degli abbonati? Non è facile rispondere a nessuno dei due quesiti. Il successo dello smartphone integrato sull uso abbinato di telefoni cellulari e computer palmari (meglio noti come Pda, personal digital assistant) come dispositivi separati, sembra ormai sempre più probabile. Non foss altro perché con l avvento della telefonia via Internet anche un computer palmare puro, non dotato cioè di funzionalità e circuiti telefonici, può fungere da telefono portatile attraverso la connettività Wi-Fi. Ma è proprio la grande flesssibilità dello smartphone sul piano delle connessioni supportate a renderlo sempre più appetibile rispetto ai personal digital assistant non telefonici. Un dispositivo capace di dialogare con infrastrutture mobili di seconda e terza generazione, con microreti locali come Bluetooth e sempre più spesso anche con le stazioni base Wi-Fi (già presente, per esempio, su alcuni smartphone di ultima generazione di Nokia e altri costruttori), è sicuramente più interessante. Più arduo è il confronto tra la tastiera o lo schermo a sfioramento del telefonino e la tastiera con mouse integrato e l ampio schermo dei computer notebook. Funzionalità come la creazione o l immissione di testi, il trattamento multimediale e la navigazione su Web continuano a essere fuori dalla portata di smartphone e Pda. Ma le infrastrutture e i servizi erogati continueranno, si spera, a evolversi e gli ingegneri puntano lo sguardo su nuovi tipi di interazione - come i comandi e la trasformazione automatica della voce in testo - che possano aiutare a superare i limiti di spazio di tastiere e schermi. Un popolo di navigatori Nelle foto in questa pagina, tre tipi di navigatori per auto (dall alto in basso i marchi sono quelli di Garmin, Mio e TomTom). Per certi versi la fortuna dei sistemi di car navigation è la più sorprendente nel panorama delle storie di successo dell elettronica di consumo digitale. Tipico prodotto della convergenza, i navigatori per auto mescolano diversi ingredienti tecnologici - il calcolo della posizione geografica attraverso i satelliti Gps, la cartografia digitale, le informazioni turistico-pratiche georeferenziate, la sintesi vocale delle istruzioni di guida - in un prodotto pensato per aiutare l automobilista a individuare il percorso migliore, anche su strade e verso destinazioni del tutto ignote. Senza la tecnologia milioni di automobilisti avrebbero continuato a fare affidamento sugli atlanti stradali e sulle indicazioni chieste ai passanti. Ma è fuori di dubbio che un buon car navigator, facendo leva sulla facilità di aggiornamento delle mappe elaborate direttamente dal computer e sulla comodità di informazioni fornite mentre si guida, è molto più pratico e affidabile. Per molto tempo questi sistemi hanno fatto parte del corredo di accessori integrati a bordo di veicoli di fascia alta. Poi, grazie alla riduzione dei costi della tecnologia e all iniziativa di aziende come TomTom, con il loro marketing accattivante e aggressivo, la car navigation è diventata una funzionalità nice to have prima e un must quasi assoluto oggi. Secondo la società di ricerche Frost & Sullivan, dieci milioni di europei hanno acquistato un sistema di car navigation nel 2005, ma nel 2010 i pezzi venduti saranno 35 milioni. Quel che più conta, per i costruttori, è che il 60% dei guidatori che ancora sono sprovvisti di navigatore sono interessati all acquisto. Il mercato più difficile, scrivono gli analisti di Frost & Sullivan, è la Gran Bretagna, dove gli automobilisti nutrono maggiore fiducia nelle cartine. Non sorprende il fatto che il marchio più noto a livello europeo sia proprio TomTom, seguito da Sony, Blaupunkt, Navman, Garmin e Acer. Anche qui la vita dell acquirente non è semplice come sembra. I sistemi di car navigation sono reperibili in versioni integrabili nel cruscotto e questa tipologia di apparati è quella più frequente nelle vetture di pregio, spesso in base a precisi accordi tra le rispettive case costruttrici. In questi casi la navigazione diventa parte integrante del menu di opzioni proposte al guidatore. Ma il vero successo commerciale riguarda i dispositivi non fissi, così ben rappresentati da TomTom nei suoi primi modelli bombati e nelle attuali versioni più piatte. La scatola del navigatore viene di solito montata su una 46 Settembre 2007

13 staffa che può essere fissata al cruscotto o attaccata al vetro con una grossa ventosa. Uno spinotto per la presa accendisigari collega alla sorgente di alimentazione elettrica l apparecchio, quando la batteria ricaricabile al suo interno è esaurita. Arrivati a destinazione il navigatore viene sganciato dal suo supporto e può essere nascosto in borsa, nel vano portaoggetti. Le dimensioni estremamente ridotte dei modelli di ultima generazione consentono di utilizzare il navigatore anche all esterno dell auto, durante le escursioni e le visite alle città turistiche. La precisione e lo stato di aggiornamento della cartografia digitale sono ovviamente il punto di forza delle soluzioni migliori. A parità di qualità cartografica, possono entrare in gioco l efficacia dell interfaccia utente e la generale usabilità del dispositivo, per esempio la facilità nelle impostazioni o la comprensibilità o leggibilità delle istruzioni vocali e grafiche fornite. Un terzo parametro che può influire sulle decisioni di acquisto è l insieme delle informazioni e i servizi che i costruttori di questi apparati insieme ai loro partner dispongono intorno al set di funzionalità di base. Ancora una volta TomTom è un esempio da seguire, con una serie di servizi gratuiti o in abbonamento come l aggiornamento automatico dei punti di interesse turistico e professionale riportati sulle cartine, il flusso di dati relativi al traffico sulle strade e così via. Il vero concorrente dei sistemi di car navigation dedicati è il computer palmare. Che come abbiamo visto oggi è una categoria di prodotto sovrapponibile agli smartphone. Dopotutto il navigatore non è altro che un piccolo computer con uno schermo e un antenna ricevente Gps. È piuttosto semplice impiantare questa antenna su uno smartphone o un Pda: oggi è sufficiente acquistare un minuscolo ricevitore Gps con interfaccia Bluetooth per trasformare in car navigator anche un telefonino non particolarmente smart (molti modelli Symbian lo consentono) o un Pda Windows Mobile o PalmOs. I costi del ricevitore Gps e della cartografia da installare sul palmare sono interessanti e questa alternativa è sicuramente indicata per chi ha già investito una certa somma nell acquisto di un telefono cellulare di fascia medio-alta o di un palmare non ancora dotato di funzionalità di navigazione. Una ulteriore possibillità consiste nel puntare su smartphone con funzionalità Gps integrate. Una soluzione molto interessante è per esempio il telefonino quadriband con sistema Windows Mobile Mio A501, che in Europa ha un prezzo di 500 euro. Mio, sussidiaria della taiwanese Mitac (specializzata in notebook computer) ha la sua sede europea in Belgio e oltre a questo Gps Pda ha in catalogo altri smartphone direttamente utilizzabili per la navigazione. Finale di partita Se la linea di confine tra svago e lavoro si fa particolarmente confusa quando si tratta di elettronica digitale, su un punto tutti sono d accordo: il (video)gioco è l applicazione più seria. Nella lunga fase di passaggio tra la vecchia e la nuova elettronica di consumo, un colosso come Sony aveva saputo far leva sulla sua console Play Station per compensare il calo di vendite di televisori catodici e altri dispositivi entrati in crisi, senile, di identità. La prima versione di Play Station, più di dieci anni fa,

14 aveva voltato pagina su un era di pionieristiche piattaforme di videogame che hanno avuto il merito di creare una cultura del terminale da gioco domestico ispirata alla tradizione dei sistemi dedicati per gli arcade, le sale da gioco nate con i flipper e i biliardini. Dal primo, artigianale ping pong elettronico, alla grafica avanzatissima di Play Station 3 molta acqua è passata sotto i ponti. Ma il mercato delle console dedicate ha saputo rinnovarsi e resistere validamente alla pressione competitiva esercitata dal personal computer e dal suo software ludico. Nella loro veste di computer dedicati, le console possono permettersi di focalizzare tutta la loro potenza sulla grafica e gli effetti sonori. Ma sarebbe sbagliato giudicarle dei computer di serie B. Nel loro lavoro, si tratta anzi di piattaforme di calcolo estremamente avanzate, che hanno avuto il merito aggiuntivo di stimolare la nascita di un ramo molto redditizio dell industria del software. Dopo il ciclone Play Station One, il mercato delle console ha finito per concentrarsi prima in un sostanziale duopolio delle due case giapponesi Sony e Nintendo. Ma pochi anni fa Microsoft ha deciso di aprire una nuova linea di confronto lanciando Xbox ed entrando in competizione diretta con gli altri produtto di console. Tra il 2006 e il 2007 i tre concorrenti hanno dato vita a una nuova campagna, schierando sul mercato le piattaforme Xbox 360 (Microsoft), Play Station 3 (Sony) e Wii (pronunciato Uii, Nintendo). Intorno a queste tre piattaforme per salotti trasformati in sale gioco, una nutrita batteria di accessori come joystick, cloche, volanti, telecamere e microfoni; e soprattutto una ricca corte di console portatili, graditissime dal pubblico più giovane. La convergenza ha voluto che una console che si rispetti non si limiti a svolgere la sua funzione di terminale dedicato ai videogiochi, ma rappresenti sempre più uno strumento per l accesso a un ampio universo di contenuti multimediali. E possa ovviamente essere collegata a Internet. Detto, fatto: Play Station 3 ha rappresen- Nelle foto, alcune console presenti sul mercato. In alto, la Play Station 3 della Sony; a sinistra, la Ds della Nintendo; nella pagina a fianco, l Xbox 360 della Microsoft.

15 tato la prima opportunità di accesso ai super Dvd Blu-Ray, mentre Xbox, con un opportuno lettore, può essere utilizzata per riprodurre i titoli in formato Hd Dvd. Tutte e tre le console dispongono di interfacce di rete, permettendo così di giocare la propria partita con avversari raggiunti via Internet. Play Station Portable funge anche da player per numerosi contenuti multimediali, inclusi i film riversati dai Dvd nell apposito formato della sua memoria flash. Insomma, parlare di videogame è ormai riduttivo nei confronti di una famiglia di dispositivi che ha diritto a una sua precisa collocazione, accanto a categorie di prodotto come il computer, il computer palmare, il telefono cellulare (a sua volta molto utilizzato, nelle pause di lavoro e nei viaggi, per distrarsi con un videogioco Java). Uno dei fattori primari nel successo commerciale delle console è una complessiva strategia di marketing che ha promosso il videogioco a ingrediente chiave di quello stile di vita digitale che i marchi dell informatica e dell elettronica di consumo cercano di stimolare con i loro prodotti. Il gioco sul computer, sulla console o sul telefonino, è appunto una cosa seria, non una stupidata per ragazzini. Gli sviluppatori di videogame si rivolgono a fasce di età molto estese, prendono spunto dalla letteratura e dal cinema, a volte costruiscono situazioni e personaggi originali che, come Lara Croft, vengono poi ripresi in altri supporti, in altri contesti narrativi. La recente campagna pubblicitaria di Ds, nuova console portatile di Nintendo, fa esplicitamente leva sul concetto di gioco come palestra intellettiva per gli adulti oltre i 45 anni, età un tempo considerata limite. Anche con la console fissa, la Wii, Nintendo ha centrato l importante bersaglio di una interfaccia utente estremamente avveniristica. Al posto del tradizionale pad collegato con un cavetto, lo strumento di controllo del gioco nella Wii è una sorte di scettro digitale senza fili, dotato di sensori che percepiscono gli spostamenti e permettono di utilizzare il joystick come una spada, una racchetta da tennis, una mazza da baseball e altri strumenti per giochi sempre più immersivi. Con la stagione delle feste che sta per approssimarsi e la politica di continui ribassi di prezzo che i costruttori applicano alle rispettive creature ludiche per invitare all acquisto, la battaglia tra i tre big del videogioco si sta facendo aspra e avvincente.

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