II Edizione giugno 2015

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2 II Edizione giugno 2015 Il progetto di questo ebook nasce da alcune precedenti pubblicazioni dell'autore su lecosecambiano.org/blog Pubblicazione non a scopo di lucro. In copertina: foto di proprietà dell'autore.

3 Ringraziamenti: Ringrazio tutte le persone, le associazioni e le testate che hanno supportato #RightsAddict. Alcune di loro sono citate più avanti nel libro. Ringrazio il progetto Le Cose Cambiano che mi ha dato modo di misurarmi con queste importanti tematiche, sia attraverso il blog, sia attraverso gli incontri nelle scuole per LeCoseCambiano@Roma. Da questi testi, grazie al sostegno dell' Assessorato alla Scuola, Infanzia, Giovani, e Pari Opportunità del Comune di Roma e alla collaborazione con l'associazione I Mondi Diversi è nato lo spettacolo #RightsAddict Show Libertà di essere. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione del progetto.

4 Non fare agli altri quello che vorresti fosse fatto a te. I loro gusti potrebbero essere diversi. George Bernard Shaw

5 Indice I diritti sono troppo belli per non condividerli Munch Hetero initiative for equal rights [1/5] Ricomincio dal tre Dalla parte dei diritti Non esistono vie di mezzo Due chiacchiere con Lez Pop Magazine Hetero initiative for equal rights [2/5] Un sogno di mondo Più torte per tutti! Cake Pride Famiglia e basta Due chiacchiere con Queerblog Hetero initiative for equal rights [3/5] Diventa chi sei Degas Rimani chi sei Monet Per ogni santo diritto Due chiacchiere con I Mondi Diversi Hetero initiative for equal rights [4/5] Supereroi Per cosa lottare Il mondo si ricorderà Anticorpi Due chiacchiere con Di'Gay Project Hetero initiative for equal rights [5/5] Fobia Gradienti Unidiverso Multiverso Renoir Quarta di copertina

6 I diritti sono troppo belli per non condividerli I diritti fondamentali appartengono alle persone, tutte, non a dei sottoinsiemi, per quanto grandi possano essere. Uomini e donne sono sottoinsiemi. Bianchi, neri, gialli sono sottoinsiemi. Etero, gay, lesbiche, transessuali: sottoinsiemi. Nessuno di questi sottoinsiemi può avere più diritti degli altri. I diritti o sono di tutti o non sono diritti. Se mancano a qualcuno, di fatto non ce li ha nessuno. Perché chi li ha, in realtà ha dei privilegi. I diritti sono la cosa più bella che gli esseri umani abbiano inventato e conquistato. Ma se sono negati a qualcuno perdono la loro essenza, e diventano qualcosa di arido, sterile. Se volete avere la soddisfazione di chiamarli diritti, se volete godere della loro forza e della loro bellezza, dovete essere disposti a condividerli. ^

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9 Ricomincio dal tre Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. [Costituzione della Repubblica Italiana, Articolo 3, 1947] Pieno sviluppo della persona umana : è un concetto di un'ampiezza disarmante. Poetico. Persona umana: significa che nessuno è tagliato fuori. Significa che non c'è alcuna scusa lecita per negare un diritto a un altro essere umano. Anche perché, se oggi accetti un motivo qualunque per escludere qualcuno da un diritto della persona, accetti anche che domani l'escluso potresti essere tu. ^

10 Dalla parte dei diritti I diritti, se non sono di tutti, sono privilegi. Finché ci saranno persone alle quali vengono negati diritti a me concessi, perché sono uomo, eterosessuale, bianco, comunitario, io sarò ingiustamente un privilegiato. Qui non si tratta di essere dalla parte di una categoria o l altra. Ma di essere dalla parte dei diritti. Sempre. Volerne sempre di più, per tutti. Non saziarsi mai. Essere drogati di diritti. Andare in overdose. Anche perché questi diritti non sono a edizione limitata, non sono contati. Si possono moltiplicare all'infinito. Ed estenderli non li toglie a chi già li ha. Possiamo farlo, nessuno ce lo può impedire. Li abbiamo inventati noi i diritti! Il matrimonio, per esempio, è un istituto inventato dall'uomo. Non è qualcosa di dato che esiste da sempre. Non è una legge fisica. Non cresce sugli alberi, non esce dall'acqua. E così come lo abbiamo creato, possiamo modificarlo. Se domani due donne si sposassero, non ve ne accorgereste nemmeno. A meno che non vi invitino al matrimonio, certo. ^

11 Non esistono vie di mezzo Se è vero che non possiamo cambiare le leggi degli altri Paesi, abbiamo almeno il dovere di aumentare sempre di più la distanza tra noi e certe visioni del mondo. Non si può reagire con le mezze misure, con i compromessi. Bisogna andare in direzione diametralmente opposta. Perché se accetti un compromesso in materia di diritti, finisci sulla stessa scala di chi i diritti li nega ferocemente. Non possiamo stare sulla stessa scala di un Paese dove se ami qualcuno del tuo stesso sesso finisci in carcere. Anche fossimo posizionati su un gradino lontanissimo. Dobbiamo stare proprio su un'altra scala. Se esistono luoghi dove un omosessuale rischia l'ergastolo, noi qui non possiamo più permetterci di discutere se accettare o no i matrimoni tra persone dello steso sesso, se accettare o meno le famiglie omogenitoriali. Dobbiamo farlo e basta. Quello che non si può accettare non è tanto che qualcuno abbia un ritardo culturale, quanto che ce lo abbia lo Stato e le leggi. Non si può essere moderati in materia di diritti. Bisogna andare in all in, per usare una metafora del poker. Giocarsi tutto, per vincere tutto: cioè la parità totale. Un paese che si definisce avanzato dovrebbe essere baluardo dei diritti, di tutti i diritti, dei diritti di tutti.

12 Bisogna mostrare un'alternativa netta a certe idee di mondo. Altrimenti, anche se molto lontani, finiamo sulla stessa scala di chi commette crimini contro l'umanità Faccio un esempio blando: se butti una bottiglia di plastica in spiaggia, sei sulla stessa scala di chi nasconde rifiuti tossici sottoterra. Molto lontano, d'accordo, ma la scala è la stessa. L'ambiente o lo rispetti o non lo rispetti. Non esistono vie di mezzo. Gli esseri umani, o li rispetti o non li rispetti. Non esistono vie di mezzo. ^

13 Due chiacchiere con Lez Pop Magazine - L'Italia è l'unico paese dell'europa occidentale che non ha alcun tipo di riconoscimento per le coppie omosessuali, e per le loro famiglie. Secondo te perché? Si potrebbe liquidare l'argomento dicendo che siamo un Paese culturalmente più arretrato di altri. O più ipocrita. Ma credo che la maggior parte delle persone sia molto più avanti di quello che ci vogliono far credere nei dibattiti politici. O se non altro, più menefreghista: se domani approvano i matrimoni omosessuali, non ci sarà la rivoluzione. Tutti si accorgerebbero il giorno dopo che nella loro vita non è cambiato nulla. Però alle forze politiche interessa farci sentire fortemente divisi sui temi sociali ed etici. Poi certo, i bigotti esistono davvero e sempre esisteranno. Ma non è questo il problema, non dobbiamo cambiare loro. Solo la legge! È inammissibile vivere in un paese dove un omofobo ha più diritti di un omosessuale. Devono avere quantomeno pari diritti. Poi frequentare locali diversi. - Anche se la politica italiana resta ferma, secondo te le cose stanno cambiando rispetto alla questione dei diritti LGBT? Stanno cambiando nel senso che ormai il tema è all'ordine del giorno. Se ne parla in tv, al bar, a cena.

14 Non sono più argomenti trattati come se non esistessero. Ai politici oggi è richiesto di schierarsi chiaramente: pro o contro la parità dei diritti. C'è chi parla di parità totale, chi di compromessi, chi di mantenere la disparità (sì, succede anche questo!). E quando di un tema non si può più fare a meno di parlare, prima o poi bisogna affrontarlo davvero. ^ [Le domande sono di Milena Cannavacciuolo lezpop.it]

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16 Un sogno di mondo Nel mio sogno di mondo, due bambini che si conoscono a scuola, si fanno tranquillamente domande tipo: quanti anni hanno i tuoi genitori? da che Paese vengono? di che sesso sono?. Nel mio sogno di mondo, immagini diverse raccontano la stessa identica cosa... Un uomo e una donna passeggiano nel parco mano nella mano. Due uomini si baciano teneramente, interrompendo la camminata. Una ragazza corre incontro al suo ragazzo che scende dal treno. Due donne col velo bianco avanzano raggianti sotto una pioggia di riso. Un bambino all'uscita di scuola corre incontro ai suoi genitori. Due vecchi nonni sposati da quarant'anni, uomini entrambi, si passano il vino al pranzo di Natale, con attorno tutta la famiglia. Nel mio sogno di mondo, il matrimonio lo può celebrare anche una suora. Lesbica. Nel mio sogno di mondo, dovreste pensare che ho scritto tutta una serie di ovvietà: Le sappiamo già queste cose! Le sanno anche i bambini! Nel mio sogno di mondo, questo libro non dovrebbe esistere.^

17 Più torte per tutti! La parità totale ci sarà solo quando il matrimonio avrà lo stesso nome per tutti, indipendentemente da chi si sposi. Naturalmente non si parla di matrimonio in senso religioso. Nessuno ha la pretesa che si accetti l'omosessualità in un mondo dove non si accetta ancora nemmeno la donna. Cercando di essere un po' più realistici, mi riferisco ovviamente al matrimonio civile, perché siamo tutti uguali davanti al Sindaco e ai testimoni. La paura di molti è che il matrimonio egualitario porti poi alle adozioni: bambini cresciuti da genitori dello stesso sesso... Omosessuali che educano figli! Ma perché l'omosessualità è così determinante? Cioè, a nessuno importa nulla della mia eterosessualità, perché invece l'omosessualità diventa la variabile più importante di una persona? Ci sono madri iperprotettive, padri immaturi, genitori assenti, genitori troppo esigenti, genitori cattivi, violenti, alcolizzati, disonesti e criminali. Perché l'unica cosa dalla quale vi interessa tutelare i bambini è l'omosessualità? È una fobia! Che poi quale sarebbe il trauma specifico che solo due genitori dello stesso sesso possono generare in un figlio? Cosa lo differenzia da tutti gli altri danni che i genitori da

18 sempre fanno coi figli? Non fatevi illusioni su questo: se vostro figlio vi considera due stronzi, che siate gay o etero conta davvero poco. Se creiamo un matrimonio apposito per gli omosessuali, la discriminazione resta. Le parole sono la prima arma di discriminazione. I cambiamenti culturali perciò partono proprio dalle parole, dai simboli, dalle immagini. Si ha paura solo di ciò che non si incontra tutti i giorni. Dobbiamo rendere ovvie quelle immagini che molti oggi respingono. Devono diventare familiari, scontate. Perfino banali. È il primo passo per farle accettare. I cake topper per esempio, quei pupazzetti in cima alle torte: quando entro in un negozio di bomboniere, accanto alle coppie di sposini uomo-donna, dobbiamo trovare anche quelli donna-donna e uomo-uomo. Perché tutti hanno diritto alla torta nuziale! ^

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20 Famiglia e basta Genitori divorziati, genitori single, genitori vedovi, genitori dello stesso sesso, ragazza madre, ragazzo padre, figli adottivi, figli illegittimi, figli nati in provetta, fecondazione assistita, fecondazione eterologa, utero in affitto, figli cresciuti coi nonni, figli nati da genitori over 50, coppie senza figli... Quante sono le famiglie non-tradizionali? Quante realtà si possono discriminare con il concetto di famiglia tradizionale? Propongo di eliminarlo e sostituirlo con un concetto rivoluzionario, più aperto, più solido e più bello: famiglia. E basta. Da sola, così, senza aggettivi in più, è una parola meravigliosa che comprende tutti i nuclei affettivi esistenti al mondo. Non discrimina nessuno. Non fa sentire inadeguato nessun genitore. Non fa sentire emarginato nessun bambino. Non porta nessun adolescente al suicidio. La famiglia è una comunità di affetti, non un'ideologia. Se la famiglia è il fondamento della società deve seguirne i cambiamenti nel tempo. Altrimenti le resta indietro, diventa inadeguato a sostenerla e sospingerla. Se la società cambia, anche la famiglia cambia. E se cambia la famiglia, cambia anche la società. Sono due realtà interconnesse, che si specchiano l'una nell'altra. Non è possibile che di fronte ai molteplici e continui

21 mutamenti sociali, si risponda mantenendo un concetto immobile di famiglia. È una storia antica, si sa... C'è sempre chi prova a opporsi al movimento. Quando si scoprì che la terra girava intorno al sole, c'era chi la voleva ancora ferma... Ma a tutti quelli che non si arrendono all'evoluzione, va spiegato un concetto importante: l'unica cosa davvero contro natura, è l'immobilità. ^

22 Due chiacchiere con Queerblog - Come nasce un tuo video per la campagna #RightsAddict? In base a cosa scegli il tema? Mi sono sorbito una quantità estenuante di discorsi di politici e di gente che conosco. Mi hanno regalato una quantità preziosa di argomentazioni da smontare. Sono partito con un caposaldo, come la natura e sono andato poi a sbobinare le registrazioni nella mia testa per cercare tutte le argomentazioni vuote che avevo memorizzato. Nei video attacco quelle che considero più illogiche. La facilità con cui riesco a smontarle è disarmante. Quando discuti con qualcuno che la pensa diversamente da te, speri almeno di trovare una controparte stimolante. Su questi temi, le argomentazioni contrarie sono solo deprimenti. - Puoi raccontarci di qualche reazione particolare ai tuoi video? Un mio amico mi ha raccontato di averli fatti vedere a sua suocera, una persona molto molto bigotta. Lei non ha riso, ovviamente. Ma neanche sapeva come obiettare. É andata via turbata. E credo che turbare un po' le rassicuranti certezze di un bigotto, sia una grande vittoria. ^ [Le domande sono di Roberto Russo queerblog.it]

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24 Diventa chi sei L'identità è un concetto sfuggente. In evoluzione o involuzione. Può arricchirsi o impoverirsi. Occorre una quantità enorme di anni per costruirsene una. C'è chi ci mette una vita intera. Comunque, presto o tardi, arriva un momento in cui l'identità si può dire formata. Diventiamo chi siamo. Nel bene e nel male. È come se avessimo messo una bandierina, una sorta di punto di non ritorno. Volendo poi possiamo continuare a cambiare, crescere ed evolverci ancora. O di nuovo involverci. Ma una volta che sei te stesso, non puoi più tornare a non esserlo. Tutto il resto della vita lo affronterai da te. L'identità diverrà la bussola per il resto delle tue scelte, azioni, errori, successi. Tutti hanno diritto a raggiungere se stessi, a diventare chi sono, a mettere quella bandierina. Poter compiere questo cammino è un diritto della persona. Di conseguenza, impedire a qualcuno di raggiungere il proprio sé è un crimine contro la persona. Perché se ti viene impedito questo cammino, di fatto, ti viene impedito di esistere. Se non puoi essere chi sei, semplicemente non sei. E se non sei non esisti. In senso fisico sì: cammini, respiri. Ma chi sei? Immaginate di avere la testa interamente coperta da una maschera senza espressione, senza occhi, né bocca, né naso. Immaginate che la vostra voce venga

25 sostituita da un rumore atono. Alle mani avete dei guanti. Il vostro corpo è avvolto da un abito senza colori, né forme. Ora immaginate di dover andare così a fare la spesa, uscire la sera, andare in palestra, a scuola, a lavoro. Non avete volto, né sesso, né età, né voce, né nome. Nessuno sa chi siete. Nessuno vi può conoscere o riconoscere. Eppure voi dentro sapete chi c'è sotto quella maschera asettica. Sapete chi siete. Sapete come vi chiamate, quanti anni avete, cosa amate e cosa odiate. Ma non potete condividerlo con nessuno. Siete imprigionati. Dentro voi stessi. Impedire a qualcuno di poter essere chi è, equivale a ucciderlo, ogni giorno, lasciandolo in vita. Se non è un crimine questo... ^

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27 Rimani chi sei Il problema non sei tu, non è chi sei. Ma il contesto in cui vivi. Non sei tu che ti devi adattare. É il contesto che dovrebbe rendersi pronto ad accoglierti. Un sistema che funziona è in grado di far coesistere tutti. É chiaro che questa appare come la via più difficile e molti preferiscono fare il contrario: nascondere chi sono dentro, e mostrare all'esterno una versione omologabile di sé. Ma la lotta per i diritti va fatta proprio per ribaltare questo meccanismo. La violenza che la società fa sui singoli, va fermata. E non solo per difendere alcuni dei singoli, ma proprio per difendere il sistema intero. Perché la società è formata dai singoli, esiste perché esistono coloro che la compongono. Per questo il sopruso fatto a uno, mina l'organismo intero. Il benessere del sistema coincide con il benessere di ognuno. Così come il benessere di un corpo coincide con il benessere di ognuno degli organi che lo compongono. Se ti prendono a calci sullo stomaco, ne risente tutto il corpo. Il dolore non resta circoscritto, come se non riguardasse anche gli altri punti non colpiti. Non puoi isolare il dolore allo stomaco e per il resto sentirti bene, camminare, sorridere. Non puoi più fare niente finché non passa il dolore. Quel dolore ti tiene piegato

28 a terra, senza fiato. La società è come un corpo vivente. Il male fatto a uno, mina l'organismo intero. La mancanza di un diritto anche a una sola persona, è una ferita per tutti. Noi non siamo un corpo sano: ci sono persone che soffrono, ignorate dal diritto, che subiscono abusi e ingiustizie. E il loro dolore non può essere isolato come se non riguardasse anche le persone non colpite direttamente. Certi dolori sono e devono essere collettivi. Non possiamo isolare il dolore di chi non viene integrato, di chi viene additato, di chi viene considerato un errore. Ognuno di questi dolori tiene il corpo intero piegato a terra. ^

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30 Per ogni santo diritto «Voi scindete i diritti civili e politici dal diritto umano, ma uno solo è il diritto di ciascuno e di tutti: di essere considerato persona e di esercitarne tutte le funzioni rispondenti alle sue facoltà.» Queste parole sono estratte dall'intervento di Anna Maria Mozzoni all'assemblea della Democrazia, a Roma... per chiedere l'estensione del diritto di voto alle donne. Data: La lotta per i diritti è sempre la stessa: qualunque sia il diritto negato è un diritto negato alla persona. Ma possibile che per ogni santo diritto dobbiamo rifare lo stesso estenuante imperverso, perverso cammino? La strada per il diritto di voto alle donne è stata lunghissima ed è passata attraverso mille inutili compromessi. Concedere solo il voto amministrativo, e non quello politico; concedere di poter votare, ma non di essere votata; e così via, fino all'ottenimento totale nel Stessi problemi per l'accesso delle donne alle professioni pubbliche: prima nessun accesso, poi qualcuno. Poi tutti tranne uno: la magistratura (diritto concesso solo nel 1963). A cosa sono servite tutte le opposizioni se non a ritardare qualcosa che era comunque inevitabile e giusto? Se fossimo stati presenti ai dibattiti dell'epoca,

31 avremmo sentito persone pro voto alle donne, e persone contro. Persone contrarie all'accesso delle donne agli impieghi pubblici e persone a favore. Quelle a favore avrebbero usato concetti semplici e banali, come diritti della persona o uguaglianza di fronte al diritto. Quelle contro avrebbero messo in piedi, con maggior creatività, contorte argomentazioni allo scopo di mantenere quello che di fatto era un privilegio. Ecco un esempio di cosa sosteneva chi si opponeva all'accesso delle donne in magistratura: On. Cappi: «nella donna prevale il sentimento sul raziocinio, mentre nella funzione del giudice deve prevalere il raziocinio sul sentimento»; On. Molè: «non si intende affermare una inferiorità nella donna; però da studi specifici sulla funzione intellettuale in rapporto alle necessità fisiologiche dell'uomo e della donna risultano certe diversità, specialmente in determinati periodi della vita femminile». Oppure, sentite quali potevano essere i problemi nel far votare le donne: "Siccome la scheda deve essere incollata e non deve avere alcun segno di riconoscimento, le donne nell'umettare con le labbra il lembo da incollare potrebbero, senza volerlo, lasciarvi un po' di rossetto e in questo caso rendere nullo il loro voto. Dunque, il rossetto lo si porti con sé, per ravvivare le labbra fuori dal seggio." (dal Corriere della Sera, 1946).

32 Se fossi stato vivo all'epoca, avrei preso queste fantastiche argomentazioni e ci avrei tirato su una bella serie #RightsAddict per l'estensione dei diritti alle donne. Senza webcam, certo. Avrei usato la radio! ^

33 Due chiacchiere con I Mondi Diversi - Per definire un certo tipo di mentalità, hai coniato il neologismo veterosessuale, ci spieghi cosa significa? Vetero significa vecchio, superato. Perciò i veterosessuali sono coloro che hanno una concezione vecchia, superata, della sessualità. Ma anche dell'essere umano e delle innumerevoli variabili che, per fortuna, lo costituiscono. Variabili che sono la nostra più grande ricchezza e che sono tutte dentro la natura. La natura non è in grado di generare qualcosa contronatura. Tutto ciò che nasce, in qualunque modo nasce, è natura. La natura è un insieme infinito che si espande ogni qual volta genera qualcosa che prima non c'era. - Ultimamente si torna a parlare di "soluzioni di compromesso". Secondo te si deve provare ad andare per gradi oppure bisogna puntare da subito alla completa equiparazione dei diritti? Ecco un altro grande dilemma. Se non puoi ottenere tutto, parti da qualcosa e poi continui un passo alla volta. Questo sembra logico. Meglio qualcosa che niente, sembra logico: ovvio che chi non ha niente si può accontentare di qualcosa. Il problema è che se ad esempio noi creiamo un matrimonio beta, resterebbe il matrimonio alfa esclusivo per gli eterosessuali. La discriminazione quindi resta. Faccio

34 un esempio: immaginate una città dove, che so, gli albini non possano circolare liberamente (mi scuso con gli albini per il pessimo esempio). Si instaura il nuovo Consiglio Comunale e decide che è ora di concedere diritti anche a loro. Come soluzione si decide di creare un nuovo quartiere solo per gli albini, poco fuori città, dove finalmente possono circolare liberi. Ebbene, quel quartiere sarebbe un ghetto, e la città resterebbe una città razzista. Uno Stato che crea un'unione apposita per gli omosessuali, salva un po' le apparenze, forse, concede senz'altro dei diritti in più. Ma rimane uno Stato un po' razzista. ^ [Le domande sono di Leonardo Pace imondidiversi.org]

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36 Supereroi Hulk è verde, Mystica è blu, Superman è un alieno, Spiderman un freak, Batman ama i pipistrelli. I supereroi sono dei diversi, e per integrarsi hanno bisogno di una doppia identità, di una versione normalizzata di sé. L'accettazione passa sempre attraverso la mimetizzazione. La paura del diverso detta regole sociali ipocrite e meschine. Amalgama e allo stesso tempo isola. Accoglie e allo stesso tempo separa. Non puoi essere diverso e pretendere di fare le cose che fanno tutti. Il prezzo da pagare per essere se stessi, spesso è l'emarginazione. I supereroi sono soli. La paura del diverso si propaga, cerca vittime, genera diffidenza, trova capri espiatori. Il vicino diventa improvvisamente sospetto. Non è più come te, non potete più fare parte della stessa cerchia. E cominci a escludere invece che includere. Il tuo mondo diventa sempre più stretto. Gli impostori invece si espandono. E allora c'è bisogno di barricarsi. Di disegnare confini immaginari. Esci dall'europa, poi esci dall'italia, dichiari l'indipendenza della regione. Ma poi? I vicini sono ancora lì. Sono una razza inestinguibile. Esci dalla regione, dichiari l'indipendenza della provincia,

37 poi del comune dalla provincia. Circondi di mura la tua città, chiudi le porte, organizzi ronde e turni di guardia. Ora ti senti sicuro, forse... Ma è un'illusione, dura un attimo: i vicini sono ancora lì, ti guardano dalle tapparelle semi abbassate. Occhi ti spiano nel buio della notte... La paura del diverso non ti abbandona mai. Ora avresti davvero bisogno di supereroi. Mantelli, maschere, tute stravaganti, bizzarri travestimenti, la pelle verde di Hulk, la pelle blu di Mystica... Ma non li puoi invocare. Non puoi ammettere che la tua salvezza sta proprio nella diversità. Rientri a casa col fiato corto, cerchi di escogitare un piano. Sbarrare porte e finestre è inutile, prima o poi dovrai uscire per procurarti del cibo. Allora raduni le tue cose in fretta e salti in macchina: l'unica soluzione rimasta è la fuga. Tra le montagne, un vecchio rifugio segreto... Lontano da tutto, lontano da tutti. Niente più vicini. Niente più paura. Finalmente. Ora quello solo sei tu. Mentre io stasera esco a cena con Catwoman: «Ti donano i baffi, lo sai?» ^

38 Per cosa lottare Se scendi in piazza perché ti negano un diritto, lo capisco. Capisco che vuoi invadere le strade e gridare. Ma scendere in piazza perché sei contrario al fatto che qualcun altro ottenga un diritto, non lo capisco. Lo trovo assurdo e inquietante. É come se degli studenti universitari scendessero in piazza perché non vogliono che altri possano laurearsi. Ve lo immaginate? Cartelli del tipo: Mai più lauree dopo la mia!. O come se, non so, delle famiglie scendessero in piazza perché non vogliono che si formino famiglie diverse dalla loro. O come se delle persone formassero un gruppo di sentinelle per difendere il Paese dal pericolo dell'estensione dei diritti. Io non lo capisco. Lo trovo assurdo. E inquietante. A me sembra un tremendo spreco di energie. Dobbiamo scegliere bene per cosa lottare. Perché quando saremo morti, la nostra battaglia potrebbe sopravviverci. Diventerà la nostra eredità. Non sarebbe quindi meglio usare le proprie risorse per qualcosa di positivo? La forza interiore, l'energia o l'anima - a seconda di cosa crediate è il dono più grande che abbiamo, dobbiamo essere sicuri di non sprecarlo. Ne sei sicuro tu che lotti per impedire l'allargamento di un diritto? O tu che scrivi insulti sui muri, che stendi striscioni avvelenati, che gridi slogan di chiusura? Tutta

39 quella rabbia, quell'odio... Sei sicuro che non sia energia sprecata? Se riesci a impedire un giorno in più che qualcun altro abbia qualcosa in meno, cosa porti a casa? Io non ti capisco. Vorrei parlarti. Vorrei ascoltarti. Vorrei conoscere il sentimento che ti muove. O la paura che ti blocca. Vorrei chiederti: cosa ottieni schierandoti contro l'apertura, la condivisione, la parità, la solidarietà, la varietà, la bellezza, i colori, la gioia? Vorrei sapere: quando la sera ti metti a letto, spegni la luce, chiudi gli occhi... cosa hai portato di più nel tuo mondo? ^

40 Il mondo si ricorderà Voglio dire una cosa a voi che scegliete di schierarvi contro l estensione dei diritti. Una cosa che mi riempie di gioia. Ma una gioia crudele. Che nasce dalla consapevolezza che la vostra battaglia, non solo è infima e disumana, ma è anche e soprattutto vana. Perché alla fine, la storia vi supererà. Prima o poi i diritti si conquistano. L unica cosa che potete fare durante la vostra piccola piccola vita, è ritardare quel momento. Non avete altro scopo, non avete altro destino. Siete come una brutta squadra di calcio senza fantasisti, incapace di costruire un gioco, che sta lì chiusa a difendere la porta, a ritardare l arrivo dell inevitabile gol. Ma è solo questione di tempo. Il gol arriverà, la partita finirà, e voi con lei. Nessuno si ricorderà del vostro passaggio. Non scriveranno libri, non gireranno film su di voi. Il mondo si ricorderà di Rosa Parks che non ha ceduto il posto sull autobus a un bianco, del sogno di Martin Luther King e della folla a Lincoln Memorial. Di Nelson Mandela, della sua elezione a presidente, della fine dell apartheid. Il mondo si ricorderà di Harvey Milk e del movimento di liberazione omosessuale, di Emmeline Pankhurst e delle suffragette, delle lotte operaie, di quelle studentesche. Nessuno si ricorderà di quella moltitudine sterile di persone che, nella lotta per

41 l estensione dei diritti, stanno sempre dalla parte sbagliata della barricata. Il mondo ricorderà solo il giorno in cui nuovi diritti sono stati conquistati. Tutto il tempo che avete sprecato a rallentare la storia, verrà dimenticato in quel giorno. ^

42 Anticorpi I pregiudizi sociali sono come un virus. Si propagano di persona in persona. Si replicano di generazione in generazione. Diventando sempre più resistenti. Il modo migliore di combatterli è isolarli, metterli in quarantena e fare in modo che non si riproducano più. E trovare un vaccino. Per farlo occorre lavorare soprattutto su chi ha ancora la possibilità di formare gli anticorpi. Qualcuno che sta ancora inseguendo e cercando modelli, simboli, punti di riferimento. Qualcuno come gli adolescenti: il target perfetto per la crescita culturale di un paese. A quell'età si è ancora mentalmente predisposti all'apertura, all'arricchimento, alla crescita. Se impediamo ai modelli culturali arretrati di chiudere le menti dei più giovani, in futuro saranno adulti aperti, pronti alla condivisione. Se li spingiamo a empatizzare con chi subisce o ha subito, si creeranno gli anticorpi contro il virus. E saranno loro la cura. ^

43 Due chiacchiere con Di'Gay Project - Nell Italia di oggi, quale pensi che sia il messaggio più importante da far arrivare agli adolescenti e di cosa, secondo te, hanno più bisogno? Hanno bisogno di fiducia. Fiducia nel prossimo, nel futuro. Il messaggio più importante è la collaborazione, la coesistenza, la condivisione. Siamo troppo soli nelle società odierne. Non c'è l'abitudine a considerarsi un insieme, un gruppo. Io sono a favore delle singolarità, dello sviluppo delle differenze, dei talenti. L'espressione dell'individuo per me è al di sopra di ogni altro concetto. Ma il singolo, da solo, non è niente. Non ha scopo, non ha senso. Ed è povero. Io cresco perché incontro gli altri. Crescere insieme, questo forse è il messaggio più importante. Solo accettando le infinite sfumature dell'umano, solo accogliendole, cercandole, si può crescere come individuo e quindi come società. - Per quale motivo hai scelto di specificare che si tratta di un iniziativa "etero" per i diritti gay? Perché mi premeva far capire subito che non stessi lottando per qualcosa di mio. Qualcosa che manca a me. Se non avessi detto nulla, probabilmente la maggior parte degli etero avrebbe pensato che fossi omosessuale, e che stessi lottando per i miei diritti. Il

44 che sarebbe sembrato lecito, magari anche giusto, ma troppo ovvio. Lo scatto, nella mente di chi guarda i video, arriva proprio perché mi sto interessando di argomenti che non mi riguardano. Ma la verità è che invece mi riguardano, anche se in un senso più ampio. Io sono per la parità dei diritti. E deve essere chiaro che se sei contrario ad esempio ai matrimoni gay, sei contrario alla parità di diritti. La battaglia è per una società migliore. Sento una mancanza nello spazio nel quale vivo. E colmando questa mancanza, migliora lo spazio, la vita di tutti e quindi anche la mia. Perciò, ci sono anche io, in ultimo passaggio, tra i beneficiari di questa campagna. Ci siamo tutti. ^ [Le domande sono di Barbara Ballerio digayproject.org]

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46 Fobia La fobia è una paura o repulsione irrazionale, illogica per qualcosa che non rappresenta realmente un pericolo. Il claustrofobico ha paura di entrare in ascensore. Chi soffre di agorafobia ha il terrore dei concerti negli stadi. L'acrofobico ha paura del vuoto. Poi ci sono fobie stranissime come la belonefobia, la paura degli aghi e degli spilli. L'elenco delle fobie è in continua evoluzione. Teoricamente si può essere fobici di qualsiasi cosa. Di solito il fobico, che si rende conto dell'irrazionalità della sua repulsione, si limita a evitare l'oggetto della sua fobia. Un fobico non pretende che si facciano leggi contro ciò per cui è fobico. Nessuno pretende che si costruiscano ascensori grandi come una salotto, che si vietino i concerti con più di dieci persone, che si puntino i fucili contro il vuoto. O che si smetta di produrre aghi e spilli! Poi c'è il soggetto omofobico. A differenza di altri fobici lui cerca di eliminare l'oggetto della sua fobia. E così l'omofobia non è più solo un disagio per la persona che la vive, ma è un pericolo per gli altri e per la società. L'omofobia sfocia in comportamenti violenti di vario genere e livello. Un omofobo non vuole che gli omosessuali si mostrino in pubblico, non

47 vuole che si integrino nella società, che abbiano i suoi stessi diritti. Non vuole che possano realizzarsi come le altre persone, amarsi, sposarsi, mettere su famiglia. Non vuole che si faccia informazione contro l'omofobia o che si leggano libri con storie d'amore tra persone dello stesso sesso. Si unisce con altri che hanno la sua stessa fobia, manifesta, crea organizzazioni e associazioni. L'unione fa la forza e insieme arrivano ad assalire, bullizzare, picchiare. Picchiare a sangue. Stuprare. Uccidere. Avete mai visto tutta questa violenza contro gli aghi e gli spilli? ^

48 Gradienti Il problema non è che ci sono diverse identità sessuali o diverse colorazioni di pelle. Il problema è che ce ne sono poche! Se ognuno di noi potesse nascere di un colore diverso, come fosse pescato dalla tabella dei 16 milioni di colori di photoshop, il razzismo non esisterebbe più. Il problema nasce quando le categorie sono poche e le distinzioni facili. Però, sono poche e facili anche per colpa di chi guarda e non solo della povera realtà. Perché anche se purtroppo siamo lontani dal meraviglioso mondo di Guerre Stellari, dove si va da Harrison Ford a Jabba the Hutt, se guardiamo bene, la natura ci offre una varietà sufficiente per essere un po' meno stronzi. Per esempio, i bianchi e i neri non esistono: io sono una specie di beige e Will Smith un qualche marrone. E siamo sullo stesso gradiente di colori: se ci mettiamo tutti in fila, i beige e i marroni, seguendo la gradazione di colore, dal più chiaro al più scuro, non è possibile trovare il punto preciso nel quale si passa dai bianchi ai neri. Perciò la chiusura mentale e culturale si combatte offrendo ancora più diversità, ancora più varianti: di etnia, di sesso, di sangue, di credo... Rendendo sempre più difficile capire in quale punto si passa da una categoria all'altra.^

49 Unidiverso Ci sono persone che hanno un valore chiamato normalità. E si sentono protette dentro quel valore, dentro quel recinto. In quel recinto ci possono stare solo le persone normali. Normali dal punto di vista di chi si sente normale, ovviamente. Se in quel recinto facciamo entrare la diversità, quella cioè che gli abitanti del recinto considerano anormalità, il loro valore della normalità viene intaccato. Il recinto perde i confini. Gli occupanti perdono le loro sicurezze. Sentono di perdere addirittura l'identità: Perché se la normalità comprende qualunque variabile pensano, cosa ci rende normali, allora? Se non è il colore della pelle, se non è il sangue, se non è l'orientamento religioso, né l'identità sessuale, cos'è che ci rende normali? Quel valore, quella parola, perderebbe di senso. E gli inquilini del recinto andrebbero nel panico. Perché hanno bisogno di sapersi normali. Di sapere di aver avuto la fortuna, se non addirittura la capacità, di essere normali. Gli abitanti del recinto credono che ci sia gente all'esterno che vuole occupare la loro terra. Rubargli il sudato raccolto. Lo spazio è poco, le risorse scarseggiano... Quello che dobbiamo far capire loro è che, in realtà,

50 non si sta cercando di far entrare gli altri dentro il recinto. No, al contrario: vogliamo liberare loro. Aprire i cancelli. Farli vivere liberi in uno spazio più grande. Aperto. Dove c'è più terra, più raccolto, più ricchezza. Dove è la diversità a essere un valore, perché la diversità è senza confini, non ha recinti, comprende tutti. Perché ciò che ci rende davvero uguali è che siamo tutti diversi. Diversi allo stesso modo: unidiversi. ^

51 Multiverso Dentro ognuno di noi c'è un universo. Per certi aspetti più complicato dell'universo intero. Sappiamo molto di più di cosa è accaduto da poco dopo il Big Bang in poi, miliardi e miliardi di anni, di quello che accade nella mente di un singolo individuo nell'arco della sua breve vita. O a volte perfino nell'arco di un giorno solo. Quel giorno in cui la tua migliore amica di colpo ti bacia e ribalta tutto. Quel giorno in cui tuo marito, con cui stai da vent'anni, ti molla per un altro. Quel giorno in cui il tuo compagno ti chiede finalmente di sposarlo. Quel giorno in cui la persona di cui ti fidavi di più ti volta le spalle per opportunismo. Quel giorno in cui tuo padre ti telefona dopo anni di silenzi. Quel giorno in cui tuo figlio adolescente sente che il mondo non lo accoglie più, e decide di togliersi la vita... Quel che accade nella mente di una persona in un istante, può essere più complesso di quello che nello stesso istante accade nel resto dell'universo. Come si fa a ignorare tutto questo? E allora: a tutti quelli che credono nello standard, che combattono la varietà; a tutti quelli che chiedono omologazione, che dividono tutto per categorie e

52 stereotipi; a tutti quelli che non accettano l'altro, che si raggruppano per colori, forme e gusti; a tutti quelli che chiudono i confini, che chiudono le porte, che chiudono la mente; a tutti voi, io dico: «NON SAPETE COSA VI STATE PERDENDO!» ^

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