RASSEGNA STAMPA RASSEGNA STAMPA 11 aprile 2014

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1 RASSEGNASTAMPA 11 aprile 2014

2 E' vietata la riproduzione. Tutti i diritti sono riservati. ANNO 13 - N. 100 e 1,20 Direzione e Redazioni: POTENZA, via Nazario Sauro 102, cap 85100, tel , fax ; MATERA, Piazza Mulino 15, cap 75100, tel , fax DELITTO GIANFREDI Nuovo ordine di arresto Il Riesame crede agli indizi a carico del quarto uomo E il 63enne Angelo Nolè. Per la Dda avrebbe partecipato ai sopralluoghi AMATO a pagina 12 #EUROPEE2014 Emiliano rinuncia a candidarsi Si rafforza la posizione di Pittella IL PROBLEMA NON È MORIRE PITTELLIANI di VINCENZO VITI a pagina 6 Petrolio, la Corte dei Conti contribuisce a infiammare il dibattito di questi giorni: amministrazioni sotto accusa, inadeguate a investire «Royalty spese male dai comuni» A giorni la decisione della sezione di controllo con i rilievi da inviare anche in Parlamento Fondi Ue: lucani in ritardo, entro luglio la Regione dovrà presentare la programmazione SANTORO alle pagine 6 e7 { Un calcio al Consiglio Il pallone passione bipartisan di chi ci governa SCOGNAMIGLIO a pagina 15 DUE GIORNI A MATERA La tecnologia? Deve avere una finalità pratica Intervista al professore Ricardo Pietrobon di SILVIA DELL ORCO a pagina 16 IL CASO A CORLETO Il furto del medagliere a Palazzo Lacava: le suore non se n erano accorte BERNALDA TITO POTENZA AMATO e LABANCA alle pagine 8,9, 10 e11 Il centrosinistra trova la quadra: c è l accordo CORRADO a pagina31 Furto alla Daramic, bottino ritrovato Asi-Comune e il passaggio delle aree S P O RT Medaglia di bronzo alla potentina Palumbo Paolo Mieli OGGI a Latronico a pagina 21 a pagina 19 Parte del medagliere di Lacava PANETTIERI a pagina 13 a pagina 43 MENONNA a pagina

3 TESTATA INDIPENDENTE CHE NON PERCEPISCE I CONTRIBUTI PUBBLICI PREVISTI DALLA LEGGE N 250/90 La Gazzetta del Mezzogiorno A 1,20 Edisud S.p.A. - Redazione, Amministrazione, Tipografia e Stampa: Viale Scipione l Africano Bari. Sede centrale di Bari (prefisso 080): Informazioni Direzione Generale Direzione Politica (direzione politica@gazzettamezzogiorno.it) - Segreteria di Redazione (segreteria.redazione@gazzettamezzogiorno.it) - Cronaca di Bari (cronaca.bari@gazzettamezzogiorno.it) - Cronache italiane (cronaca.it@gazzettamezzogiorno.it) - Economia LA GAZZETTA DI PUGLIA - CORRIERE DELLE PUGLIE Quotidiano fondato nel 1887 B A S I L I C ATA ' %%#'"! (economia@gazzettamezzogiorno.it) - Esteri (esteri@gazzettamezzogiorno.it) - Interni (politica.int@gazzettamezzogiorno.it) - Regioni (cronache.regionali@gazzettamezzogiorno.it) - Spettacoli (cultura.e.spettacoli@gazzettamezzogiorni,it) - Speciali (iniziative.speciali@gazzettamezzogiorno.it) - Sport (sport@gazzettamezzogiorno.it) - Vita Culturale (cultura.e.spettacoli@gazzettamezzogiorno.it). w w w. l a g a z z e t t a d e l m e z z o g i o r n o. i t "" Abb. Post. - 45% - Art. 2 C 20/B L. 662/96 - Filiale Bari - tassa pagata - *promozioni valide solo in Puglia e Basilicata - Anno 127 Numero 100 OLTRE UN MILIARDO DI FONDI FRA 2001 E 2012 Basilicata, sulle royalty la Corte dei Conti fa le pulci agli enti locali LAGUARDIA IN GAZZETTA DI BASILICATA A PAGINA II >> PETROLIO Il Centro oli di Viggiano UNIVERSITÀ IL FATTO DI BARI DIVENTA UN CASO NAZIONALE. ANNUNCIATI RICORSI Medicina, doppia indagine sul plico mancante ai test In campo la Digos. Il rettore ordina accertamenti amministrativi. Gli studenti: «Prova da annullare» BARILE A PAGINA 18 >> IL CASO TRA 5-15 GIORNI LA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA. IL GOVERNO: LA SENTENZA NON INFLUENZERÀ I RAPPORTI CON NOI Berlusconi evita il peggio Verso i servizi sociali: sì della procura alla richiesta della difesa Potrà fare campagna elettorale. Maxisequestro per Formigoni D IL VERDETTO D E F I N I T I VO ALLE EUROPEE DI MAGGIO di XXX ifficilmente il tribunale di sorveglianza potrà rovesciare il parere favorevole espresso dalla procura sulla richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali presentata dalla difesa di Silvio Berlusconi. Si profila meno drammatica del previsto, per il Cavaliere, la fase successiva alla condanna (4 anni) inflittagli dai giudici del processo Mediaset. Nei mesi scorsi l ex premier aveva sollecitato la grazia da parte di Giorgio Napolitano. Ma dal Quirinale non sono mai sopraggiunti messaggi confortanti in tal senso. Poi Berlusconi ha invocato l «a gibilità» politica in vista delle elezioni europee. Staremo a vedere cosa deciderà, in dettaglio, il tribunale di sorveglianza. Ma l «agibilità» politica sembra scontata. Tra l altro, a Berlusconi gliel avevano già concessa due personaggi assai distanti tra loro e distanti anche dal leader forzista: Antonio Padellaro, direttore del Fatto Quot i d i a n o, che ha auspicato la partecipazione del Cavaliere alla campagna elettorale; e Matteo Renzi, premier, che ha rieletto Silvio interlocutore privilegiato in materia di riforme. Se il numero uno del giornale più antiberlusconiano in circolazione e il numero uno dell esecutivo non chiedono l emarginazione di Berlusconi, qualcosa significa. Il Cav resta pur sempre il leader di un partito di milioni di voti. Eigiudici non sono insensibili al Contesto. Ma il vero responso sul futuro politico di Silvio «socialmente utile» lo daranno gli italiani con le europee di maggio. Se va male, addio. Se va bene, risorge.( g. d. t.) ED ECCO A VOI LE ULTIME DUE BUGIE SUL SUD di LINO PATRUNO N IN ATTESA L ex premier Berlusconi rivendica «agibilità politica» SERVIZI ALLE PAGINE 2, 3, 4, 5, 8 E 9 >> uovo attacco sul fronte meridionale. Si pubblica la mappa della pericolosità fiscale, già inquietante nel termine. E nell Italia a totale rischio di evasione viene compreso più o meno tutto il Sud. SEGUE A PAGINA 25 >> CANDIDATO, ANZI NO Emiliano SERVIZI ALLE PAGINE 6 E 7 >> OGGI L ASSEMBLEA NE DECIDE LA SORTE. DEBITI A 25 MILIONI Fiera del Levante i soci in «conclave» SCAGLIARINI A PAGINA 12 >> N FIERA L assemblea dei soci dell ente decide oggi sui 45 esuberi e sull attuazione del piano di ristrutturazione richiesto dalla Regione Puglia. Sul tavolo i dati di bilancio E T E RO L O G I NELLA TESTA di FABIANO AMATI Nel Paese di Galilei, Copernico si insegna a correnti alternate. La Corte costituzionale ha dato via libera alla fecondazione assistita eterologa. Il seme o l'ovulo potranno essere donati da persone esterne alla coppia. Servirà qualche adeguamento legislativo, ma il più è fatto e la decisione pare quadrata. SEGUE IN 24, SERVIZI IN 11 >> EUROPEE «GIRAVO COME CAPOLISTA, POI UN SMS...». «TI STIMO MOLTO» Emiliano si ritira ma Renzi se ne fa sùbito una ragione A GROSSETO «Nozze gay, tutto ok» Procura contro Tribunale SERVIZIO A PAGINA 20 >> MORTI A MOLFETTA Padre e figlio sono annegati nei liquami BALSAMO E NORSCIA A PAGINA 15 >> NICHI E MICHI TEMPO DI GELATE PER LA PRIMAVERA PUGLIESE di BEPI MARTELLOTTA A scesa e declino di Nichi e Michi. Era il 2009, cinque anni fa, quando il magistrato prestato alla politica Michele Emiliano riconquistava a suon di preferenze la città più a destra d Italia, Bari, confermandosi uno dei sindaci più suffragati del Belpaese. Ed era il 2010, quattro anni fa, quando l unico governatore comunista d Italia, Nichi Vendola, riconquistava la Regione più a destra d Italia, la Puglia. Entrambi, punto più punto meno, con migliaia di consensi in più rispetto ad una coalizione, il centrosinistra, risultata vincente - a Bari come in Puglia - solo grazie a loro, i campioni della sinistra nazionale. Di anni in realtà ne sembrano passati molti di più. E di quegli ultimi fasti della «primavera pugliese» pare non ve ne sia più traccia. SEGUE A PAGINA 25 >>

4 LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 w w w. l a g a z z e t t a d e l m e z z o g i o r n o. i t LA GA Z Z E T TA DI POT E N Z A - LA GA Z Z E T TA DI MAT E R A Redazione Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/ Fax: 080/ redazione.potenza@gazzettamezzogiorno.it Redazione Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/ Fax: 080/ redazione.matera@gazzettamezzogiorno.it Pubblicità-Publikompass. Potenza: piazza Mario Pagano, 18 - Tel. 0971/ Fax: 0971/274883; Matera: via Cappelluti, 4/b - Tel. 0835/ Fax: 0835/ Necrologie: - Gazzetta Affari: LE ALTRE REDAZIONI Bari: 080/ Foggia: 0881/ Lecce: 0832/ Barletta: 0883/ Brindisi: 0831/ Taranto: 099/ ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/ , dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/ , commerciale@gazzettamezzogiorno.it. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/ POTENZA IL REFERTO DEL TRIBUNALE CONTABILE RIGUARDA I SOLDI ARRIVATI NELL ARCO DEGLI ANNI DAL 2001 AL 2012 Oltre un miliardo di royalty I conti in tasca agli enti locali Adunanza pubblica della Corte dei Conti sui fondi del petrolio IMPARA L A RT E E POI RESTA COLTO E DISOCCUPATO CON LIGA O SENZA di MIMMO SAMMARTINO I mpara l arte e mettila da parte. Deve pensarla così chi, da anni, ha indetto nuovi concorsi pubblici per i quali gli aspiranti occupati si sono ripiegati. Hanno studiato sperando di vincere la selezione e guadagnarsi un lavoro. Ma, complice il blocco imposto dall alto (Europa, Italia), molti sono stati i chiamati (preparati), pochi (nessuno) gli eletti. Risultato: sono senza lavoro, ma che erudizione... Impara l arte e mettila da parte deve preoccupare anche Roberto Falotico, Luigi Padula e Maria Luisa Cantisani. Il pezzo di centrosinistra in procinto di sfidarsi alle primarie dopo aver declinato la proposta di Pd, Sel, Pu, Cd, Sc di puntare direttamente su Luigi Petrone come candidato sindaco di Potenza. Competitore del duo lanciato dalle destre (Michele Cannizzaro e Dario De Luca), di Savino Giannizzari, M5S, e di qualche candidato civico (circola l ipo - tesi di Dino De Angelis). Ma perché Falotico, Padula e Cantisani dovrebbero temere l ar - te? Perché domenica 13, giorno delle primarie, sono previste file estenuanti per conquistarsi il biglietto per il concerto di Ligabue. È proprio il buon Liga a dispensare pillole di saggezza: «E si può restare soli / certe notti qui / che chi s'accontenta gode / così così...». Ma il dilemma resta: che faranno i fan fra i «primaristi» o il rocker di Correggio? E chi lo sa. Di sicuro «certe notti la macchina è calda / e dove ti porta lo decide lei»... In alcuni casi è mancato «il passaggio dagli obiettivi di massima alla concretezza dell azione» ldal 2001 al 2012 sono arrivati agli enti locali della Basilicata qualcosa come un miliardo e più di royalty petrolifere, secondo i risultati del referto sull'utilizzo delle risorse generate dall estrazione petrolifera in Basilicata, illustrato ieri mattina a Potenza, nel corso di un adunanza pubblica della Corte dei Conti. Ma in alcuni casi è mancato «il passaggio dagli obiettivi di massima alla concretezza dell azione». LAGUARDIA A PAGINA II >> REGIONE: BANDITO NEL 2009, FERMO ALLE PRE-SELEZIONI Il concorso fantasma BASILICATA, UNA REGIONE ANCORA SENZA UN PROGETTO MINISTRO Federica Guidi H di LORENZO ROTA * o apprezzato moltissimo il fondo «Petrolio, bene ridiscutere le intese, ma per fare cosa?», perché coglie nel cuore i termini della questione risorse energetiche. La riapertura del tavolo istituzionale mette brutalmente in piena luce l impreparazione di una Regione che non è in grado di presentarsi nei luoghi ove si decide il proprio destino. [* presidente Inu Basilicata] l Tra patto di stabilità e parametri del turn over, la Regione ha pochi margini di manovra per assumere nuovo personale. In questo contesto s inserisce il blocco del concorso del 2009 per la copertura di 78 posti e la mancata assunzione di vincitori di concorso negli enti strumentali. BRANCATI A PAGINA III >> IMPRENDITORIA A MATERA LA FASE FINALE DI «TECHGARAGE» Dieci idee innovative per creare nuove aziende INCONTRO La manifestazione di ieri che si è svolta a Matera. Sono stati proclamati i progetti vincitori [foto Antonio Genovese]. CONTINUA A PAGINA II >> SERVIZIO A PAGINA IV >> POTENZA AL VOTO DOMENICA PRIMARIE DELL ALTRO CENTROSINISTRA Falotico e la città «La prima cosa è evitare il dissesto del Municipio» Se accadesse, un terzo dei 530 dipendenti comunali si troverebbe in «mobilità» S I N DAC AT I Ammortizzatori sociali in deroga «È allarme rosso» l Ammortizzatori sociali in deroga, una situazione insostenibile per migliaia di lavoratori e disoccupati lucani. I segretari delle organizzazioni sindacali, Alessandro Genovesi, Nino Falotico e Carmine Vaccaro tuonano: «Dobbiamo avviare azioni risolutive anche di mobilitazione, in ragione dei ritardi nell'erogazione dei sussidi fermi ad ottobre 2013 e della insufficienza ed inconsistenza delle risorse finanziarie stanziate per il 2014». I sindacalisti ricordano di aver più volte sollecitato il Ministero del Lavoro a reperire un ulteriore miliardo di euro per dare piena copertura al fabbisogno dell anno. Nella maggioranza delle Regioni si sta arrivando al blocco di nuove autorizzazioni per la cassa integrazione. Nonostante tutto i sindacati hanno ieri rinnovato l accordo per gli ammortizzatori sociali in deroga per ulteriori tre mesi con l obiettivo di evitare che le aziende avviino le procedure di licenziamento, consapevoli però che tale accordo deve ora diventare esecutivo con l assegnazione delle risorse sia da parte dello Stato, per le prime mensilità 2014, sia da parte della Regione che si è impegnata ad anticipare le mensilità restanti del 2013 con l approvazione della legge regionale finanziaria. Cgil, Cisl e Uil chiedono un forte impulso alle politiche attive del lavoro, sperimentando anche soluzioni innovative. l Domenica le primarie dell altro centrosinistra fra i candidati Roberto Falotico, Luigi Padula e Maria Luisa Cantisani. Oggi ci occupiamo del piano programmatico di Falotico. L INTERVISTA A PAGINA V >> L AG O N E G R O Altri 2 indagati per l omicidio di Pasqualino VITTIMA Pasqualino Di Salvio SERVIZIO A PAGINA IV >> CORLETO P. Rubato il prezioso medagliere di Lacava SERVIZIO A PAGINA VIII >> P OT E N Z A Viaggio nelle parrocchie la realtà di Santa Cecilia VIGGIANO A PAGINA XII >>

5 Anno 91 n. 99 1,30 Venerdì 11 Aprile 2014 Il rigore e la passione di Garboli Ferrari pag. 18 Come battere il «Food divide» Moro pag. 17 È un grande momento per il Paese. Ma la parola torni al legislatore perché affronti il tema fecondazione senza alcun approccio ideologico, come purtroppo abbiamo visto troppo spesso accadere su argomenti bioetici. Umberto Veronesi Simeone «killer» del tiki-taka De Marzi pag. 23 U: Formigoni, bloccati 50 milioni Sequestrati all ex presidente della Regione Lombardia una villa in Sardegna e i conti correnti Nell inchiesta sul caso Maugeri-San Raffaele è accusato di corruzione La difesa: «Non ho quei beni» Una villa sequestrata in Sardegna, altre proprietà immobiliari a Lecco e a Sanremo. Il blocco dei conti correnti. Valore complessivo: 50 milioni. Per il gup milanese Paolo Guidi che ha ha disposto i provvedimenti è il prezzo della corruzione contestata a Roberto Formigoni ed altri impuutati nell ambito dell inchiesta Daccò-San Raffaele. VESPO A PAG. 2 Quel celeste tesoretto ORESTE PIVETTA «NON VI FATE TESORI SULLA TERRA, OVE LA TIGNOLA E LA RUGGINE CON- SUMANO, E DOVE I LADRI SCONFICCANO E RUBANO; MA FATEVI TESORI IN CIELO» Grillo insulta le capoliste Pd alle europee: (Matteo 6:19-20). Non ha letto il Vangelo veline. È rivolta contro le offese il senatore Roberto Formigoni, che del capo M5S: ha paura del voto. Renzi: probabilmente ignora anche l esistenza lui offende, noi pensiamo a cambia- della tignola, perfido insetto che divora re il Paese. Intervista a Alessia Mosca. le cortecce di viti e ulivi, mentre Emiliano e Giusy Nicolini ritirano le lore non ignora i benefici che l amicizia con ro candidature. i ladri può recare. ANDRIOLO CARUGATI FRULLETTI SEGUE A PAG. 2 RobertoFormigoni, senatoredi NcdedexpresidentedellaRegioneLombardia A PAG. 4-5 Berlusconi a un passo dai servizi sociali È una stangata uscire dall euro IL COMMENTO NICOLA CACACE In queste elezioni europee si fronteggiano due linee, «Si euro ma con più Europa» e «No euro e quindi No Europa». Mentre per i primi l euro doveva essere il viatico per l unione politica, come testimonia il motto «money first» lanciato da Jenkins e Delors a sostegno del progetto euro, per i secondi si invoca sovranità monetaria e quindi l uscita dall euro e dall Europa. SEGUE A PAG. 15 Il Pg chiede l affidamento in prova per l ex Cavaliere così come sollecitato dagli stessi difensori In Forza Italia cresce l allarme elettorale Il sostituto procuratore generale, Antonio Lamanna, ha dato parere favorevole alla richiesta di affidamento in prova dopo la condanna di Silvio Berlusconiper frode fiscale al processo Mediaset. Per l ex Cavaliere sembrano dunque avvicinarsi i servizi sociali. Il Tribunale deciderà nei prossimi giorni. FANTOZZI FUSANI A PAG. 3 LA POLEMICA «Nozze gay subito la legge Il governo si muova» Mobilitazione dopo la sentenza di Grosseto COMASCHI A PAG. 9 Staino FRONTE DEL VIDEO D Alema per interposto cane MASSIMO D ALEMA NON È IL TIPO DA FARE IL PIACIONE NEI TALK SHOW. Anzi,si ricordano vari episodidi indisponenza,chehanno fattodi lui unodei politici meno compiacenti e presi a simbolo di «politica politicante» e altre invenzioni lessicali di stampo populista. Invece l altra sera, intervistato da Daria Bignardi, appariva particolarmente spiritoso e quasi (e sottolineo quasi) accattivante. Particolarmente quando ha parlato dellaroma, rinunciando comunque ad arruffianarsi la grande maggioranza del MARIA NOVELLA OPPO pubblico, che non è romanista. Mentreè rimasto piuttostourtato dalla proiezione del filmato «privato», che lo vedeva in campagna, tra i suoi cani. E siccome l autore della registrazione, Alan Friedman, gli aveva in qualche modo estorto quelle immagini bucoliche, D Alema ha sostenuto che i due animali, di solito buonissimi, hanno ringhiato il giornalista, avendo percepito la trappola contro il loro padrone troppo ingenuo (figurarsi!).cosìun vero politicosi vendicaancheperinterposto cane. IL CASO Grillo insulta le donne Pd «Maschilista che ha paura» Per il capo dei 5 Stelle le capolista alle Europee sono «veline» Emiliano e Giusy Nicolini si ritirano in polemica con le scelte Pd IL DEF Per gli statali contratti congelati fino al 2020 Rinviato l adeguamento I sindacati: i lavoratori non sono un bancomat BONZI A PAG. 12

6 2 PRIMO PIANO POLITICA E GIUSTIZIA DOPO LA CONDANNA Da quanto si è saputo, ci sarebbe il parere favorevole - non è vincolante ma non nei termini proposti dal leader di FI Il destino di Berlusconi approda ai servizi sociali Il pg favorevole all affidamento. La decisione tra pochi giorni l M I L A N O. Si saprà al massimo entro due settimane quale sarà il «destino» di Silvio Berlusconi e in che modo dovrà espiare quell'anno di pena che gli rimane dopo la condanna definitiva a quattro anni di carcere, di cui tre condonati. Il giudice del Tribunale di Sorveglianza Beatrice Crosti, al termine dell udienza per discutere la richiesta di affidamento ai servizi sociali avanzata dal leader di Forza Italia e nella quale il pg ha dato parere favorevole alla proposta MILANO La ressa al Tribunale LE UDIENZE Il nome del Cav dell Ufficio esecuzione penale esterna di un eventuale attività ha dato il parere favorevole - una volta alla settimana. di volontariato presso non è vincolante all af fi- U n attività, quindi, ben di- una struttura per anziani disabili, damento in prova ma non nei versa da quella messa nero su si è preso da un mi- termini proposti dall ex Ca- bianco dall ex capo del godamento nimo di cinque giorni a un valiere, bensì con le modalità verno in una memoria depositata massimo di quindici per depositare del progetto di riparazione nei giorni scorsi con il provvedimento. che, su input dei magistrati la quale, oltre ad assicurare Non si era ancora visto che di Sorveglianza, ha presentato che gli attacchi alla magi- u n udienza davanti al Tribunale nei giorni scorsi l Ue pe, stratura avrebbero solo mo- di Sorveglianza su l Ufficio Esecuzione penale tivazioni politiche, si sarebbe una richiesta di misura alternativa esterna, diretto da Severina proposto come «motivatore» alla detenzione du- Panarello: assistere gli an- in un «centro terapeutico rasse circa un ora e mezza. ziani, anche disabili, in una ospedalizzato» ancora da costruire Eppure è quel che è accaduto struttura dell hinterland milanese, nel milanese per di- nel pomeriggio quando, dopo non molto lontano da sabili mentali e fisici con lo aver trattato i casi di altri 58 Arcore, per mezza giornata scopo di aiutarli a sviluppare «condannati», tra cui quello di un boss della «ndrangheta, il Tribunale di Sorveglianza ha affrontato il fascicolo intestato al leader di Forza Italia. Cominciata un poco prima dell orario previsto, le 17, in aula, oltre al Presidente Pasquale Nobile De Santis, al giudice Crosti e a Federica Brunelli e Silvia Guidali, i due esperti esterni, c'erano il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna e i due legali dell ex premier, il prof. Franco Coppi e l'avvocato Niccolò Ghedini i quali arrivati prima del tempo, alla fine della discussione, per dribblare i giornalisti, sono usciti da una porta secondaria. Il pg, da quanto si è saputo, l M I L A N O. Un centro di assistenza per anziani vicino ad Arcore o una cascina nell hinterland milanese gestita da un as - sociazione che si occupa di disabili. In una di queste due strutture Silvio Berlusconi potrebbe andare a svolgere il suo «programma riparatorio» nel caso in cui i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano accogliessero la sua richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali. Il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna nell udienza ieri pomeriggio ha dato l ok all affidamento e, da quanto si è saputo, avrebbe dato parere favorevole alla proposta dell Ufficio esecuzione penale esterna che è pervenuta nelle scorse settimane sul tavolo dei giudici della Sorveglianza: Berlusconi dovrebbe assistere Assistenza agli anziani nel futuro di Silvio Sono due i centri in lista. Ma ci sono altre ipotesi «nuovi stimoli». Un piano riparatorio caldeggiato oggi dai suoi difensori assieme a prescrizioni non troppo rigide, per consentire al leader di Forza Italia di essere in prima linea nella campagna elettorale per le Europee. Certo è che, comunque vada, per Berlusconi è fondamentale ottenere l af fidamento ai servizi sociali: in questo modo si vedrebbe estinguere anche la pena accessoria dei due anni di interdizione dai pubblici uffici. Cosa che non accadrebbe se la decisione fosse la detenzione domiciliare. Dunque ora, come ha detto a udienza conclusa Nobile De Santis, "la decisione verrà depositata tra un minimo di cinque giorni a un massimo di 15 giorni", il tempo tecnico affinchè il giudice Crosti scriva il provvedimento. E, poi, dopo il deposito e la notifica alle parti della decisione, per la stampa, «verrà fatto un comunicato e lo farò io». Francesca Brunati gli anziani, anche disabili, in una struttura non molto distante da Villa San Martino per mezza giornata una volta alla settimana, se i giudici seguiranno le indicazioni dell Ue pe. In una memoria di una decina di pagine depositata a inizio settimana dalla difesa, però, l ormai ex Cavaliere ha segnalato u n altra «strada»: fare il «motivatore» e fornire nuovi «stimoli» a persone con problemi di disabilità fisica e psichica in un centro terapeutico nel Milanese, anche questo non distante da Arcore, che un as - sociazione benefica sta realizzando. Una proposta che, verosimilmente, è stata illustrata anche in udienza dai legali Niccolò Ghedini e Franco Coppi. Anche l ex premier pare essersi speso, in prima persona, per avere una decisione favorevole da parte della Sorveglianza. Punterebbe Che cosa è l affidamento Con l ordinanza fissati orari e possibili movimentị E' considerato la misura alternativa alla detenzione più ampia, l affidamento in prova ai servizi sociali, che Silvio Berlusconi ha chiesto al tribunale di sorveglianza di Milano. Disciplinato dall articolo 47 dell ordinamento penitenziario, ha l obiettivo di evitare alla persona condannata i danni derivanti dal contatto con l ambiente penitenziario e consiste nel suo affidamento al Servizio sociale per un periodo uguale a quello della pena da scontare. Può essere concesso solo a chi deve scontare una condanna, anche come residuo di pena, non superiore ai tre anni di reclusione (ma questi limiti non valgono se il reo è un malato affetto da Aids conclamata) a condizione che il suo comportamento faccia ritenere che questa misura possa avere per lui effetti rieducativi. Se il condannato è in libertà, come nel caso di Berlusconi, la richiesta va presentata al pm. La decisione spetta però al tribunale di sorveglianza competente, che provvede con un ordinanza, dopo aver valutato se ricorrono i presupposti necessari e se non c'è pericolo di fuga. Con l ordinanza vengono anche fissate le prescrizioni che il condannato dovrà seguire: sul lavoro e sui rapporti con il Centro di Servizio Sociale, innanzitutto, ma anche sulla sua stessa libertà di movimento; obblighi che possono arrivare sino al divieto di frequentare determinati posti o di svolgere attività o avere rapporti personali che possono portare al compimento di altri reati. Se il condannato rispetta quanto gli è stato prescritto, per il periodo corrispondente alla condanna da scontare, la pena ed ogni altro effetto penale si estinguono. anche a prescrizioni più blande per conservare quella agibilità politica utile per la compagna elettorale in vista delle Europee. Berlusconi, infatti, avrebbe giustificato i suoi attacchi nei confronti dei magistrati spiegando che sarebbe stato mosso solo da finalità elettorali e non da un odio personale nei confronti delle toghe. C'è da considerare che non sarebbero del tutto tramontate altre due soluzioni per far scontare la pena al leader di Forza Italia. Per evitare, infatti, l assedio mediatico alle strutture, l affidamento in prova potrebbe anche risolversi in colloqui nella sua residenza con un assistente sociale. Ma c'è chi parla anche dell ipotesi della detenzione domiciliare ma senza eccessive limitazioni negli orari e negli spostamenti. Tutti i personaggi dell udienza Il presidente del collegio esperto in terrorismo. Difesa affidata agli immancabili Ghedini e Coppi IL DIFENSORE Il professor Franco Coppi uno dei legali del Cav l M I L A N O. Ecco chi sono i personaggi che hanno discusso, in un udienza a porte chiuse, la richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali di Silvio Berlusconi. I GIUDICI - Il collegio è presieduto dallo stesso presidente del Tribunale di Sorveglianza di Milano, Pasquale Nobile De Santis, 67 anni, di origini campane. E' stato nominato responsabile dell Ufficio milanese alla fine del gennaio Negli anni precedenti, a partire dal 2000, è stato in forza, come giudice penale, al Tribunale milanese ed è stato alla guida della quarta sezione penale. Come presidente della seconda Corte d Assise, invece, condannò 11 persone, tra cui l'ex imam di Milano Abu Imad accusato di associazione per delinquere aggravata dalla finalità di terrorismo. Nel capoluogo Valtellinese, invece, nell 89, fu giudice a latere al processo che si concluse con 5 condanne per la morte di 7 operai travolti da una frana in Val Pola. Il giudice relatore è Beatrice Crosti, 52 anni, milanese. Nella sua carriera di magistrato è stato pm alla Procura di Siracusa fino al 1994, per poi passare alla Procura presso la Pretura di Milano dove ha coordinato inchieste sugli infortuni sul lavoro e sui reati in famiglia. Dal 2007 è uno dei 15 magistrati di Sorveglianza. A lei sono stati assegnati i casi di Fabrizio Corona, di Massimo Tartaglia (che nel 2009 colpì al volto Berlusconi con una statuetta del Duomo) e di Ruggero Jucker, l imprenditore che a luglio 2002 uccise a coltellate la fidanzata Alenya Bortol o t t o. Meno si sa, infine, dei due esperti esterni, cioè non togati che fanno parte del collegio che deciderà se accogliere la richiesta di Berlusconi o disporre la detenzione domiciliare. Si tratta di Silvia Guidali, 33 anni di Varese, avvocato dal 2010, laureata in Criminologia all U n ive r s i t à dell Insubria, ateneo dove lavora come ricercatrice, e di Federica Brunelli, milanese, 43 anni, tutor alla facoltà di Sociologia dell Uni - versità Bicocca e coordinatrice del Centro per la Mediazione dei conflitti di Pavia. PROCURA GENERALE -Prenderà la parola anche il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna, 60 anni, milanese e in magistratura da 33 anni. Ha sempre lavorato negli uffici giudiziari di Milano e da un paio di anni è passato in Procura generale. GLI AVVOCATI - Per Berlusconi ci saranno Niccolò Ghedini, difensore del Cav in quasi tutti i processi, e il professor Franco Coppi, legale di fiducia di innumerevoli imputati eccellenti, da Giulio Andreotti all ex Governatore di Bankitalia Fazio, all ex capo del Sismi Nicolò Pollari, passando per Sabrina Misseri.

7 PRIMO PIANO 3 «Sto pagando per qualcosa che non ho commesso è lo sfogo vista la mia storia non meritavo questa umiliazione» Le liste sono oggetto di discussione in una serie di riunioni in corso al partito e che proseguiranno anche oggi L EX PREMIER Silvio Berlusconi: sale l attesa per la decisione sul suo futuro. Le reazioni dei partiti Alfano: giusto sentire la sua voce Guerini (Pd): contiamo su clima serenọ Reazioni contrastanti all ipotesi di affidamento di Berlusconi ai servizi sociali: «Berlusconi è un simbolo - dice Brunetta e i simboli non si impediscono, non si imbavagliano, non si bloccano. I simboli (pensi ad Aung San Suu Kyi, era bloccata a casa sua ed è diventata un simbolo mondiale) quando si tenta di zittirli e bloccarli, diventano ancora più forti». Il paragone tra Silvio Berlusconi e il Nobel per la pace Aung San Suu Kyi è del capogruppo Fi alla Camera, Renatop Brunetta. Parole che hanno subito fatto scattare la polemica. "Ancora una volta Brunetta sbalordisce per l assurdità delle sue parole. Quando dice che Berlusconi è un simbolo come Aung San Suu Kyi o non conosce Berlusconi, o non conosce Aung San Suu Kyi. Il mondo intero sa chi sono e le parole di Brunetta coprono ancora una volta di ridicolo il nostro Paese", dice Sandra Zampa, vicepresidente dell assemblea del Pd. Afano dice che sarebbe bene che la sua voce si potesse sentire durante la campagna elettorale per le Europee. Non ho apprezzato le scelte recenti di Forza Italia, ma ritengo giusto possa fare campagna elettorale. Mentre il vicesegretario Guerini auspica che le decisioni del Tribunale di Milano siano assunte all interno di un clima politico sereno. Serve da parte di tutti grande serenità e mi sembra che per ora le dichiarazioni del presidente Berlusconi vadano in questa direzione». «A noi - dice - interessa dialogare con un importante forza politica presente in Parlamento e vorremmo continuare a discutere con loro. Non abbiamo quindi nulla in contrario a fare un incontro anche se al momento non è necessario. L incontro, ha continuato si fa quando serve e ora non c'è necessità". Il Cav allontana l incubo degli arresti domiciliari E Toti incalza: i giudici gli permettano di fare la campagna elettorale l ROMA. «Cosa volete che vi dica? Sono e rimarrò un innocente condannato ingiustamente». Silvio Berlusconi lo ripetere ai pochi fedelissimi che riescono a parlargli al termine dell udien - za del tribunale di Milano che, ascoltate le ragioni dell accusa e degli avvocati difensori, dovrà ora decidere il suo futuro. Ad Arcore l aria è meno cupa dei giorni scorsi perchè il via libera del procuratore generale alla richiesta dei legali di affidare il Cavaliere ai servizi sociali ha l effetto di scacciare dalla mente dell ex premier l'incubo dei domiciliari, o peggio, del carcere. Impossibile parlare di soddisfazione ovviamente: Sto pagando per qualcosa che non ho commesso è lo sfogo vista la mia storia non meritavo una simile umiliazione. Parole però che l ex capo del governo tiene all inter - no delle mura domestiche dove ha trascorso la giornata insieme ai figli ed in contatto continuo con i suoi legali. La strategia infatti rimane, almeno stando ai consigli dei suoi avvocati, quella del «low profile». Nessuna dichiarazione o uscita pubblica prima che i giudici depositino la VILLA SAN MARTINO Alcuni militanti di Forza Italia in attesa della decisione del Tribunale di sorveglianza di Milano sentenza. La diffidenza ed il rischio di qualche sorpresa impone all ex premier prudenza. Silenzio forzato per lui e sordina anche al partito per evitare di alzare la tensione. L unica voce ufficiale a spiegare gli umori di Fi è quella di Giovanni Toti, consigliere politico del Cavaliere: «Non facciamo nessuna previsione. Speriamo che i giudici si rendano conto della persona, del suo valore umano e politico per milioni di moderati e non vogliano con una decisione incidere sulla vita del paese. Stiamo per entrare in campagna elettorale speriamo che possa avere tutta l'agibilità politica per farla». Le liste sono ancora oggetto di discussione in una serie di riunioni in corso al partito e che proseguiranno anche oggi. Una bozza poi verrà inviata ad Arcore per l approvazione del Cavaliere che ha già convocato per il week end lo stato maggiore azzurro. Fosse stato per il Cavaliere il verdetto sarebbe dovuto arrivare ieri stesso: vogliono tenermi sulle spine fino alla fine prolungando l agonia, è stato uno dei commenti fatti dall ex capo del governo con alcuni uomini di fiducia. Già perchè l in - tenzione di dover aspettare anche 15 giorni prima di conoscere il verdetto dei magistrati rischia di avere pesanti ricadute anche in termini di consensi. La campagna elettorale per le europee entra nel vivo, le liste devono essere presentate e Berlusconi rischia di dover rimanere nell angolo peggio di com'è ora. Nei piani dell ex capo del governo infatti rimane l'idea di poter continuare a fare politica anche se in modo più limitato: la legge va rispettata avrebbe sostenuto per cui ad una persona, anche ai servizi sociali, non può essere impedito di svolgere il proprio lavoro ed il mio è quello di fare politica. Nessuna voglia di scomparire insomma per evitare che il partito vada nel caos e rischi di spaccarsi senza una guida riconosciuta ma soprattutto Matteo Renzi occupi tutta la scena: Non pensi di trattarmi come uno già estinto av re bb e detto nei suoi discorsi io farò sentire il mio peso a partire dal giro delle future nomine. Yasmin Inangiray

8 4 PRIMO PIANO POLITICA E ECONOMIA I PROVVEDIMENTI IN ESAME LE LINEE Ipotizzato un «piano di rientro di consolidamento tra i 3,5 e i 4,9 miliardi» per avvicinarsi al pareggio di bilancio il prossimo anno Padoan: «Conti sostenibili» Ma si rischia una «manovrina» Il governo stringe sulle nomine e apre a «persone nuove e competenti» l ROMA. «Sono contento di poter dire che l'italia è uno dei sistemi fiscali più sostenibili fra le economie avanzate». Il ministro dell Economia porta il Def a Washington dove parteciperà alle riunioni del Fmi. Ed evidenzia la solidità dei conti indicati nelle ultime previsioni programmatiche. Il governo punta ad una crescita più sostanziosa dello 0,8% indicato «prudenzialmente» nel documento di economia e finanza. Ed esclude che il principale stimolo all economia, gli 80 euro in più in busta paga dal 27 maggio, possa essere «mangiato» dall aumento dell imposizione sulla casa. Ma tiene anche alta la guardia sui conti pubblici. E ipotizza un «piano di rientro» definito «manovra di consolidamento» per avvicinarsi al pareggio di bilancio a valere sul 2015 tra i 3,5 e i 4,9 miliardi. C'è poi un dato confortante (già scontato sul bilancio): il risparmio dalla spesa per interessi calcolato con il criterio di competenza per l anno in corso di ben 3,5 miliardi e per il 2015 di 6,7 miliardi. Non a caso il premier Matteo Renzi è esplicito: «Lo spread più basso libera possibilità di fare credito e le banche se vogliono risparmiare possono stare più attenti a risparmiare sui super stipendi degli Ad. Sulla demagogia li sfidiamo a viso aperto. È giusto che anche le banche paghino come i cittadini in questo periodo svantaggiato». Non solo, ribadisce, «Siamo in grado di dire ai profeti di sventura che non è così, il taglio sarà confermato nei prossimi anni». Quindi il governo spera su un effetto «propulsivo» sia dello sconto Irpef, sia delle altre riforme, ma si lascia anche le mani libere per eventuali interventi agg i u n t iv i. Il piano si sostanzierebbe per il 2015 in «una manovra di consolidamento interamente finanziata da riduzioni di spesa per 0,3 punti percentuali di Pil», pari quindi a 4,9 miliardi. E questo con l obiettivo di ridurre il deficit strutturale. Un piano di rientro che però, secondo alcune fonti, potrebbe ridursi a 0,2 punti (3,2 miliardi). Mentre per il 2015 l ammontare, in termini di Pil, viene quantificato espressamente, per il 2016 l intervento emerge dalla differenza tra il Pil tendenziale e quello programmatico, che vede proprio uno scostamento di 0,6 punti: chiaramente se la manovra dell anno precedente è strutturale l'ulteriore correzione cala a 0,3 punti. L indicazione è quella di agire solo sul fronte della spending review che dovrebbe garantire fino a 17 miliardi nel 2015 e fino a 32 nel Il nodo è rappresentato dal fatto che parte di queste risorse sarebbero già impegnate. In ogni caso ulteriori chiarimenti arriveranno tra lunedì e martedì quando prima Carlo Cottarelli e poi Pier Carlo Padoan saranno ascoltati in Commissione Bilancio alla Camera. Padoan ha poi fatto riferimento alle nomine. «Persone competenti e in alcuni casi nuove». Ma non si è sbilanciato mentre manca soltanto una manciata di giorni per mettere a punto le liste di nomi scelti da presentare prima dell apertura dei mercati di lunedì. Col Renzi che a Palazzo Chigi Renzi ha ricevuto Angelino Alfano e Maurizio Lupi e il leader dell Udc Pier Ferdinando Casini per una consultazione, mentre fonti vicine alle trattative hanno ribadito che non verranno considerate le candidature dei manager che hanno accumulato più di tre incarichi consecutivi come Paolo Scaroni (Eni) e Fulvio Conti (Enel). Il momento decisivo per chiudere la partita sarà tra sabato e domenica, ovvero al ritorno di Padoan da Oltreoceano previsto per sabato. E l attesa maggiore è per l Eni. I nomi che circolano sono quelli di Claudio Descalzi, Stefano Cao e Lorenzo Maugeri. Mentre per la presidenza, scontato l addio di Giuseppe Recchi prossimo in Telecom, vengano indicati Lorenzo Bini Smaghi, Domenico Siniscalco e Claudio Costamagna anche se non si esclude una sorpresa dell ultima ora con la candidatura di una donna. Gli statali annunciano la controffensiva anti-def Bocciato un nuovo blocco dei contratti pubblici l ROMA. «Inaccettabile», «aberrante», «ingiusto»: i sindacati bocciano senza appello l ipotesi di un nuovo blocco dei contratti pubblici, l ultima volta rinnovati nella parte economica per il biennio E, al contrario, chiedono al governo di trovare subito le risorse necessarie per rinnovarli. Il Def indica fino al 2020 il pagamento dell indennità di vacanza contrattuale (dello 0,3% per il triennio ) per i dipendenti della Pubblica amministrazione. Il fatto che si faccia riferimento solo all indennità di vacanza contrattuale, che viene corrisposta quando i contratti sono scaduti, senza che al momento siano previsti stanziamenti per il rinnovo, allarma i sindacati. L effetto del blocco dei contratti è chiaro se si guarda alle tabelle del Def. Nel 2011 l ammontare pagato per le retribuzioni dei dipendenti pubblici è diminuito del 2,1% sull'anno precedente, nel 2012 dell 1,9%, nel 2013 di un ulteriore 0,7%. Quest anno la contrazione sarà ancora dello 0,7% scendendo a 162,8 miliardi. Nelle previsioni del governo il triennio successivo la spesa si stabilizzerà per poi crescere dello 0,3% nel 2018, appunto per il pagamento dell indennità di vacanza contrattuale. «Un ulteriore blocco sarebbe inaccettabile e la nostra risposta non si farebbe attendere», attaccano i segretari generali di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, Rossana Dettori, Giovanni Faverin, Giovanni Torluccio e Benedetto Attili. I lavoratori delle P:A: «hanno già subito una lunga pausa e perso una parte consistente del loro potere d acquisto»: i contratti del pubblico impiego sono già bloccati da cinque anni viene ricordato con una perdita media mensile di 250 euro a testa. È «aberrante spostare in avanti il contratto dei dipendenti pubblici. Questo significa mettere a terra la pubblica amministrazione», avverte Bonanni.

9 PRIMO PIANO 5 FIOM IN AGRODOLCE Landini: «Gli 80 euro una cosa positiva» ma anche un bell'avvertimento, confezionato sotto forma di hashtag: «Matteo non stare sereno» IL GIUDIZIO COMPLESSIVO «Alcuni provvedimenti sono accettabili ma se guardo alle questioni economiche e alle politiche industriali, tutti quei cambiamenti annunciati non li vedo» L Italicum entro settembre il nuovo Senato a fine 2015 Le nuove scadenze per attuare le riforme inserite nel programma nazionale ECONOMIA Il commissario Cottarelli e in alto Padoan l ROMA. L'ultima ad emergere è la stretta su tutti i dipendenti pubblici, non solo dunque sugli stipendi dei manager di prima fascia. Tra calo Irpef, riforme istituzionali, pagamento dei debiti p.a., spending review e privatizzazioni, il Def presentato martedì in consiglio dei ministri prevede anche il blocco dei contratti del pubblico impiego, misura contro cui si sono già scagliati i sindacati. Sulle riforme istituzionali l obiettivo è una nuova legge elettorale (da approvare entro settembre 2014) capace di garantire governabilità, l abolizione delle Province, la revisione delle funzioni del Senato e l abolizione del Titolo V (entro dicembre 2015). Dal fronte sindacale, un giudizio agrodolce da parte della Fiom: un buffetto, con quegli 80 euro in più in busta paga definiti «una cosa positiva» ma anche solo «un primo passo» e un bell'avvertimento, confezionato sotto forma di hashtag: «Matteo non stare sereno». Nella sala anfiteatro del Palacongressi di Rimini in cui trovano posto anche l ex presidente della Camera Fausto Bertinotti e il leader di Sel, Nichi Vendola il presidente del Consiglio non c'è ma dal palco del Congresso della Fiom, il segretario generale, Maurizio Landini, non pare farci caso: è a lui che dedica un bel pezzo di una relazione durata oltre due ore. «Dare dei soldi a chi ha redditi bassi, 80 euro netti - scandisce prima di presentarsi alla platea dei delegati è di per sè una cosa positiva: il problema vero degli 80 euro - aggiunge riferendosi alla riduzione Irpef contenuta nel Def è che non vengono dati ai pensionati e ai giovani precari che prendono meno di 25mila euro». Quindi, concede, «penso che debba essere un primo passo» di un percorso che al mondo sindacale pare ancora tutto da delineare. «Al presidente del Consiglio attacca rifacendosi alla passione renziana per Twitter sarei per dire: hashtag Matteo non stare sereno perchè noi alle nostre richieste non rinunciamo e non ce ne faremo una ragione». D a l t ro n d e, sottolinea Landini strappando il plauso dei 700 delegati giunti in IL CASO IL DIRETTORE GENERALE LAGARDE CHIEDE UNA SVOLTA PER AIUTARE I GIOVANI E FAVORIRE L O C C U PA Z I O N E Il Fondo monetario: riforma del mercato del lavoro l WA S H I N GTO N. L'Italia ha bisogno di una riforma del mercato del lavoro inclusiva, una riforma che aiuti soprattutto i giovani. Il suggerimento arriva dal direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde, che lamenta a cinque anni dalla crisi ancora milioni di disoccupati nel mondo. Per Eurolandia «il peggio è alle spalle»: il mercato del lavoro mostra «primi segnali di miglioramento» afferma la Banca Centrale Europea. E proprio alla Bce Lagarde in toni più morbidi rispetto a quelli della ultime settimane torna a dire: servirebbe un allentamento m o n e t a r i o. «Ovviamente sono sulla stessa linea del mio capo economista», Olivier Blanchard, sul fatto che un azione della Bce «è meglio prima che dopo. Ma afferma Lagarde abbiamo un dialogo in corso con le autorità europee e rispettiamo la valutazione della Bce, che ha il polso della situazione. Siamo incoraggiati dall aver visto nell ultima riunione del board e nella seguente conferenza stampa che la Bce considera ogni strumento per rispondere alla situazione. Ritengo che il fatto ora sia solo la tempistica». Una «tregua» quella della Lagarde, che incontrerà il presidente della Bce Mario Draghi nelle prossime ore a Washington per i lavoro del Fmi. Romagna, «dico con molta sincerità che ci sono alcune delle cose annunciate" nei giorni scorsi dall Esecutivo "che, in sè, sono positive. Alcuni provvedimenti non sono accettabili affonda - ma, complessivamente, se guardo alle questioni economiche e alle politiche industriali, tutti quei cambiamenti annunciati non li vedo e vedo il rischio che si continui con le scelte sbagliate del passato». Insomma, taglia corto, «non c'è niente di nuovo». Frasi secche che sembrano stridere con le congetture di chi aveva individuato nella Fiom e nella sua guida una sorta di 'spondà, per il premier, nell universo del sindacato. «Il problema riflette Landini è capire che il governo Renzi è lo specchio delle nostre difficoltà: a cosa è servita la concertazione in questi anni? Il problema non è chi sta con Renzi o no ma cosa fa la Cgil, quali proposte». Organizzazione, a Congresso ai primi di maggio a Rimini, cui Landini invia il suo messaggio. «Facciamo una discussione vera e non delle caricature osserva -: non prendiamoci in giro e accettiamo un confronto democratico vero». gia.ang

10 PRIMO PIANO 11 FECONDAZIONE DOPO LA SENTENZA DELLA CONSULTA IL NO DI RODOTÀ E SANTOSUOSSO Il primo sostiene che vi sia «già un insieme di garanzie per il nascituro». Per il secondo «ora il regime giuridico è perfetto» Eterologa, la nuova legge divide le forze politiche Prestigiacomo a Lorenzin: il ministro eviti di perseverare nell e r ro re B I O LO G A Estrae embrioni congelati da un contenitore di azoto liquido l ROMA. L ipotesi di intervenire con una nuova legge invocata da alcune parti subito dopo la sentenza della Consulta che ha abbattuto il divieto alla eterologa, ultimo caposaldo della ormai smontata legge 40, divide il Parlamento e le coscienze. La decisione della Corte Costituzionale, secondo la Conferenza Episcopale Italiana, lascia «alcuni nodi problematici che suscitano dubbi e preoccupazioni». In particolare «viene affermato un non meglio precisato diritto al figlio o diritto alla genitorialità, col rischio di confondere o, peggio, identificare il piano dei desideri con il piano dei diritti, sottacendo che il figlio è una persona da accogliere e non l o ggetto di una pretesa resa possibile dal progresso scientifico». Ma mentre i centri in tutta Italia si dicono già pronti a praticare l ete - rologa, cioè utilizzando «materiale genetico» come seme e ovuli di donatori esterni alle coppie, si solleva il dubbio di un vuoto normativo. Per il ministro della Salute Beatrice Lorenzin servirà capire se toccherà al Parlamento occuparsi di aspetti come l eventuale anonimato di chi cede i gameti. «Come ci comporteremo con i figli dell eterologa? In certi Paesi spediscono una lettera a casa il giorno del diciottesimo compleanno per comunicare l identità del padre, ad esempio. Poi c'è da risolvere il problema dei fratelli naturali. Ci vorrà una norma, non credo che bastino i decreti». In sostanza viene ipotizzata una situazione giuridica negata però dal giurista Stefano Rodotà così come da Amedeo Santosuoss o. Per il primo non c'è bisogno di una legge che regolamenti la fecondazione eterologa, come invece paventato dal ministro. «C'è già un insieme di garanzie per il nascituro dettate da diverse norme esistenti, italiane ed europee, che tutelano ad esempio il diritto all anonimato del donatore pur permettendo di accedere ai suoi dati genetici» ha sottolineato. «Nessun vuoto normativo» anche secondo il giudizio di Santosuosso, bioeticista e consigliere di Corte d Appello a Milano. «Ora il regime giuridico è perfetto», ha detto. E anche la ex collega di partito di Lorenzin, la parlamentare di Fi Stefania Prestigiacomo, prende le distanze dalla posizione del ministro. «Ci sono voluti 10 La procreazione assistita in Italia Centri procreazione medicalmente assistita (PMA) 350 Totale Cicli di PMA nel 2009* 130 Pubblici 27 Convenzionati 193 Privati *anno in cui la Corte Costituzionale emette una sentenza che elimina l'articolo della legge 40 che consentiva la produzione di un massimo di tre embrioni da impiantare contestualmente Embrioni crioconservati ,3% da ovociti scongelati 81% trasferito 18,5% dei casi hanno dato luogo a gravidanze * Relazione al Parlamento del 2011 Ovociti congelati (% prelievi in cui si congela parte degli ovociti) 12% 9,9% * 24,7% da embrioni scongelati Embrioni formati 19% non sopravvissuto Centri già bersagliati dalle richieste Coccia (Cecos Italia): «Soprattutto per l utilizzo di ovociti e, dunque, per la ovodonazione» ANSA anni perché la Corte Costituzionale demolisse la legge 40 sulla fecondazione assistita, legge sbagliata e inumana, che offendeva le donne e il desiderio di tante coppie di avere un figlio. Non è bastato il caos in cui una normativa ideolo gica ha gettato migliaia di famiglie per 10 anni? Eviti un ministro giovane e donna di perseverare nell errore e lasci ai medici, alla scienza e alle coppie la responsabilità di decidere». Ora si guarda agli effetti post sentenza: migliaia di coppie danneggiate dalle norme della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, cancellate dalla Corte Costituzionale, potrebbero chiedere un risarcimento allo Stato. A valutare l'ipotesi sono ora gli avvocati dell associazione Coscioni, che hanno seguito buona parte dei procedimenti contro la legge. E si guarda anche al futuro, dove l oncologo Umberto Veronesi vede coppie gay e i single che possano avere accesso alla fecondazione assistita mentre conferma la sua preoccupazione Carlo Giovanardi che parla di follia eugenetica e arroganza delle toghe. Maria Emilia Bonaccorso NAPOLI U n operatrice del Centro Mediterraneo l ROMA. All indomani delle sentenza della Consulta che ha bocciato il divieto di fecondazione eterologa previsto dalla Legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, i centri per la fecondazione sono già «bersagliati da richieste da parte di coppie che chiedono l accesso alla tecnica». Ad affermarlo è Elisabetta Coccia, presidente del Cecos Italia, l associazione che riunisce i Centri di Studio e Conservazione Ovociti e Sperma Umani privati e conve n z i o n at i. «Da ieri (mercoledì, ndr) i nostri Centri per le tecniche di fecondazione - ha sottolineato Coccia stanno ricevendo moltissime richieste da parte di coppie che chiedono di poter effettuare la fecondazione eterologa. La richiesta è soprattutto per l utilizzo di ovociti e, dunque, per la ovodonazione. Oggi, infatti, sono sufficienti anche pochissimi spermatozoi nell uomo perché sia possibile dare luogo alle tecniche di procreazione assistita, mentre il problema insormontabile è, appunto, l'assenza di ovociti nella donna, tanto che ben il 65% delle donne italiane che attualmente si recano in Spagna per avere l'eterologa fa appunto richiesta di ovo d o n a z i o n e». Ma i Centri sono pronti ad effettuare gli interventi? «In termini tecnologici lo siamo sicuramente risponde Coccia - anche perché da anni è attiva in Italia la normativa Ue che identifica i Centri di fecondazione come banche di tessuti, autorizzati alla conservazione di gameti, maschili e femminili, ed embrioni». I gameti conservati nei centri non possono però essere ovviamente utilizzati per l etero - loga: «Ciò che ora urge - spiega Coccia è dunque una normativa o delle linee guida per attivare un percorso per la donazione dei gameti. Occorre cioè un tavolo tecnico, con la partecipazione di ministero, Centri ed associazioni, per attivare e normare l aspetto relativo al reclutamento dei donatori, insieme ad esempio alla possibilità di utilizzare per la fecondazione eterologa i gameti abbandonati dalle coppie nelle banche dei centri». Ma per fare ciò, precisa l'esperta, «non c è bisogno di un intervento parlamentare, che allungherebbe enormemente i tempi e non risulta necessario perché la legge è già esecutiva». Restano ovviamente da regolamentare anche altri importanti aspetti, come quello relativo all anonimato dei donatori, «ma anche questi punti - conclude potrebbero essere affrontati nell ambito di un tavolo tecnico». SCOPRI IL MARTA E GLI ORI DI TARANTO APERTO ANCHE A PASQUA DIREZIONE REGIONALE PER I BENI CULTURALI E PAESAGGISTICI DELLA PUGLIA SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELLA PUGLIA

11 . RASSEGNASTAMPA 21 Alitalia-Etihad il sigillo di Renzi Il premier incontra l a.d. Hogan a Palazzo Chigi ECONOMIA&F I NA N Z A l Matteo Renzi scende in campo per Alitalia e stringe sull'accordo con Etihad. Il premier, insieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, ha infatti ricevuto a Palazzo Chigi l amministratore delegato di Etihad James Hogan. Un incontro che sembrerebbe preludere ad un annuncio positivo nelle prossime ore e che arriva dopo giorni di attesa per la lettera di intenti che fisserebbe le condizioni della compagnia emiratina per investire nel vettore italiano. L'annuncio di Etihad potrebbe arrivare dunque prestissimo, tempistica che fa supporre che siano stati sciolti anche gli ultimi nodi che, 3 giorni fa, lo stesso Hogan aveva spiegato riguardare soprattutto aspetti commerciali. Hogan, nei giorni scorsi, aveva infatti ricevuto mandato di proseguire la trattativa dal board di Etihad, dopo una prima fase di vera e propria due diligence che ha riguardato i conti. E aveva fatto capire che, dopo un primo passaggio in cda, l esito di questa prima fase di negoziato era stato positivo. Poi il focus si sarebbe spostato sugli aspetti commerciali: "il mandato che abbiamo avuto dagli azionisti, dal board, è che se riusciamo a raggiungere un accordo che soddisfi il mandato commerciale allora torneremo al cda e glielo presenteremo. Al momento questo è lo stato cui siamo arrivati con le discussioni", aveva detto. Ma a preoccupare il Governo e le organizzazioni sindacali italiane sono soprattutto gli aspetti più industriali del possibile accordo. In particolare la questione occupazionale (nei giorni scorsi si è parlato di una richiesta che avrebbe riguardato unità lavorative), ma anche la riqualificazione e la centralità dell hub Fiumicino e il rilancio dello scalo di Malpensa, che recentemente il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha ribadito debba essere "strategico" nei piani della compagnia di Abu Dhabi. Ora, dopo l incontro con il premier, l attesa è dunque tutta rivolta al numero dei tagli occupazionali che Etihad indicherebbe. Nello specifico si è era parlato di esuberi (convertendo la cig a rotazione o la solidarietà in cig a zero ore) da un minino di ad un massimo di circa 3.100, coinvolgendo i circa 900 dipendenti che stanno facendo la cig a zero ore su base volontaria e quelli coinvolti dall ultimo accordo di febbraio (1.437 con cig a rotazione nel personale di terra e 800 contratti di solidarietà nel personale di volo). Ma sul fronte dei tagli al costo del lavoro potrebbe arrivare anche una richiesta di riduzione degli stipendi. Tutte ipotesi che erano state rigettate dalle organizzazioni sindacali. Tra le altre possibili condizioni del gruppo emiratino per decidere di investire milioni in Alitalia (ma la cifra, nei rumors, è arrivata anche a 500), c'è poi la questione del debito della compagnia italiana, di cui Etihad sembrerebbe volere una ristrutturazione per almeno 400 milioni. Nelle richieste di Abu Dhabi ci potrebbero essere anche il collegamento ad alta velocità con Fiumicino e la liberalizzazione degli slot di Linate. L I N I Z I AT I VA PRESENTAZIONE CON IL SEGRETARIO NAZIONALE CNA SILVESTRINI E IL PRESIDENTE DI COFIDI PUGLIA, LUCA CELI Il Cofidi Puglia in Calabria con la Cna offre nuovi servizi alle imprese l C'e' bisogno di una sferzata in Calabria come nel Paese e i confidi italiani in questi anni hanno dato esempio di politica economica efficiente. Così il segretario nazionale CNA, Sergio Silvestrini, ha concluso il convegno Lo sviluppo delle imprese con il COFIDI del sistema CNA che si e svolto a Rende (Cs), organizzato da CNA Calabria e da COFIDI Puglia per aprire le porte del sistema del credito e delle garanzie del consorzio fidi, oltre la Puglia, anche alla imprese calabresi. Gli fa eco il presidente di COFIDI Puglia, Luca Celi: dei nostri soci gia' quasi 500 sono fuori dalla Puglia, questo perché stiamo facendo un opera - zione di allargamento, di espansione territoriale. Un confidi non puo' andare solo se il sistema va male, quindi anche la sinergia e' impor tante, con la CNA, in Puglia come in Calabria e in altri territori. Secondo Silvestrini, c'e' crisi ma ha sottolineato - stiamo rispondendo alla crisi, anche con l attivismo dell Asso - ciazione e delle sue imprese. Su questa base si innesta l interven - to proficuo di COFIDI che interviene a sostegno delle imprese per agevolare l accesso al credito bancario. L'erogazione del credito bancario si è ridotta dell'8% nel 2013, le somme a garanzia delle imprese pugliesi da parte di COFIDI sono aumentate del 20% rispetto al Un risultato, quello di COFIDI, che si ritrova facilmente nei numeri: oltre 64 milioni di euro di finanziamenti erogati nel 2013, che hanno generato il 55% di investimenti. Sono gli imprenditori che oggi fanno il futuro ha ricordato il presidente CNA Puglia, Francesca Soardi - i mattoni dell'economia siamo sempre stati noi artigiani e gli artigiani servono ai grandi imprenditori. CNA Calabria, CNA Puglia e il sistema della garanzia lanciano, così una sfida a se stessi e alla Calabria, che riguarda la necessità di stare insieme ha detto il segretario CNA Calabria Vincenzo Pepparelli - il credito e' fondamentale per la crescita e per la sopravvivenza delle imprese. Quale migliore fusione se non con un confidi della CNA ha affermato Vincenzo Pepparelli - perche' vogliamo stare nella cornice della CNA, con cui condividiamo i valori fondanti; lo facciamo in un momento di forte crisi ed e' una risposta sia alla crisi economica che della rappresentanza, perche' le nostre imprese insistono sui territori e se crescono loro cresce il territorio. Per il segretario CNA Bari, Giuseppe Ricc a rd i, l Organizzazione e Cofidi Puglia non sono due cose diverse; il confidi del sistema CNA e la OPERAZIONE AL DECOLLO La compagnia di bandiera di Abu Dhabi pronta al salvataggio di Alitalia. Attesa per i programmi su esuberi e sviluppo delle linee. Nella foto a sinistra l amministratore delegato di Etihad, James Hogan capacità di dare ulteriore servizio alle imprese: noi diamo risposte alle imprese. Per COFIDI, imprese e territorio sono il perno attorno a cui svolgere al meglio la funzione di intermediario finanziario vigilato da Banca d Italia: una garanzia in più per le imprese, anche quelle calabresi. Sono intervenuti, tra gli altri, il Presidente Provinciale di CNA Cosenza, Francesco Rosa, il Presidente Regionale di CNA Calabria, Mauro Zumpano, ha moderato Valerio Caparelli. ECONOMIA I PARLAMENTARI PUGLIESI DEL MOVIMENTO 5 STELLE Il decreto su Bankitalia ha sottratto quattrini agli italiani l Alla luce dell articolo di Antonio Dell Atti Nessun regalo alle banche, solo sana economia, a beneficio di tutti i lettori pugliesi, ci preme chiarire qual è la reale situazione del Decreto IMU-Bankitalia. Innanzitutto, nelle società private (SpA-Srl), il valore delle quote di mercato è stabilito dal patrimonio netto, rappresentato dal capitale sociale e dalle riserve. Le riserve sono generalmente costituite da accantonamenti di utili non distribuiti. Dal valore del patrimonio netto dipende la redditività attesa della società e, quindi, il valore di mercato della partecipazione al capitale. Trattare Bankitalia come se fosse una normalissima impresa che costituisce riserve al fine di autofinanziarsi non solo è sbagliato, ma chi insiste a sostenere questa tesi, oltre a fare la lezioncina da quattro soldi, è in malafede se non dice come si producono gli utili in una normale impresa, i rischi correlati a tale attività commerciale e il modo con cui Bankitalia (istituto di diritto pubblico) ha costituito le sue riserve tra cui anche quella aurea. Vale la pena ricordare che la Banca d Italia è un ente di diritto pubblico dal 1936 e tale è rimasta anche dopo la privatizzazione delle banche dei primi anni '90. In tutti i Paesi, le banche centrali hanno il monopolio della creazione della moneta, il che fornisce loro risorse denominate con il termine di signora g gio. Fino a prima dell'emanazione del decreto, non essendo le quote di Bankitalia commerciabili, il valore nominale delle stesse era rimasto arbitrario. Dato che le banche centrali hanno il monopolio della produzione di moneta (solo esse producono signoraggio) per mantenere la gran parte degli introiti di tale attività al Tesoro il valore nominale del capitale sociale di Bankitalia era stato mantenuto a soli euro, tenuto conto che vi era un limite del 4% ai dividendi pagabili ai soci fon - datori (non più di 4% delle riserve). Anche il controllo della governance della Banca d Italia era di fatto e sostanzialmente lasciato a Tesoro e Parlamento, i soci : anche se partecipavano formalmente a definire i soggetti che controllavano e vigilavano sulla gestione amministrativa della banca, non avevano voce in capitolo nella definizione delle funzioni istituzionali della Banca. Insomma, i soci fondatori di Banca d Italia, fino all'emanazione del decreto, non controllavano Bankitalia, non potevano vendere le proprie quote e da esse ricevevano dividendi minimi ed indipendenti dagli introiti del signoraggio, che restavano nelle casse dello Stato. Con l'entrata in vigore del decreto Imu - Bankitalia le cose sono cambiate, naturalmente in peggio per gli italiani. Il valore delle quote azionarie passa a 7,5 miliardi di euro. Questa ricapitalizzazione avviene a fronte delle riserve statutarie della Banca. Al , il patrimonio netto (capitale+riserve) di Bankitalia ammontava a circa 23 miliardi di euro. Da un punto di vista sostanziale questo patrimonio è pubblico e appartiene al Tesoro, perché è stato accumulato grazie al potere di monopolio fornito dalla legge a chi emette moneta e non attraverso l attività e gli investimenti dei soci, come avviene per una qualsiasi azienda privata, quindi ogni similitudine è fuori luogo. Le quote sono rese trasferibili, si dice, al fine di permettere ai soci di rispettare un limite massimo del 3% per la quota di partecipazione. Essendo trasferibili, il loro valore non è più arbitrario ma determinato dal mercato. Semplificando, il valore delle quote di Bankitalia sarebbe il valore scontato dei dividendi previsti futuri. Le quote riceveranno una remunerazione massima pari al 6% del loro (nuovo) valore nominale, portando il valore dei dividendi distribuiti ad un massimo di 450 milioni di euro (contro i 70 milioni di utile attribuiti nel 2012). Il 6% è un dividendo eccessivo per un investimento senza rischio. Molto più appropriati sarebbero 70 milioni, l 1% circa anziché il 6%. Si noti che anche 70 milioni di dividendi annuali sono un regalo alle banche (che hanno investito un capitale minimo un secolo e passa fa e che, soprattutto, non contribuiscono affatto a generare i rendimenti che vengono dal signora g gio). Qualche professorone, con l'obiettivo di dare lezioni, sostiene che l'operazione Bankitalia va vista come un'attività dinamica produttrice di ricchezza per effetto dei maggiori finanziamenti concedibili alle imprese, specie in questi periodi di forte necessità. Ci si dimentica di dire che la Bce tra il 2011 e il febbraio del 2012 ha prestato alle banche europee circa mille miliardi di euro al tasso agevolato dell'1%. Di questi, 250 miliardi sono finiti nelle casse delle banche italiane e con essi, le stesse, anziché promuovere una politica espansiva che avrebbe permesso un rilancio dell'economia finanziando famiglie e imprese, hanno ben pensato di comprare titoli del debito pubblico (BTp) per 163 miliardi di euro conseguendo lauti guadagni senza rischiare nulla. Un altro aspetto che non viene citato, quando si parla di banche, è che la Banca d'italia, alla fine degli anni ottanta, ha tentato di imporre alle banche un limite minimo tra capitale (soldi che dovrebbero tirar fuori i soci di tasca propria) e attivo patrimoniale. Il Comitato di Basilea ha cercato di alzare tale limite ad un misero 3% (la gran parte degli analisti sostiene che tale limite dovrebbe essere almeno del 10%), ma come al solito, grazie alle forti pressioni delle grandi banche, tutto è stato rinviato al Insomma, quando alle banche si chiede di fare la loro parte e mettere soldi di tasca propria, i banchieri hanno sempre qualcosa da ridire e soprattutto impegni da spostare. Preferiscono lavorare senza rischiare nulla, esclusivamente con i soldi degli altri e, magari, con qualche regalone concesso dal governo per patrimonializzarsi e fare aff ari. Barbara Lezzi Giuseppe Brescia Giuseppe D Ambrosio Francesco Cariello Emanuele Scagliusi Giuseppe L A bb at e Diego De Lorenzis Maurizio Buccarella Daniela Donno Lello Ciampolillo

12 25 PAT R U N O Le ultime due bugie sul Sud Q >> CONTINUA DALLA PRIMA ualche zona simile qua e là nelle otto Italie della mappa. Ma Centro Nord quasi al completo con l e t i ch e t t a stanno tutti bene, come la solitamente grigia Agenzia delle entrate l ha definito prendendo a prestito titoli di film. Ovvio il dito sùbito puntato sul solito Sud, non c è classifica che non lo confermi brutto, sporco e c at t ivo. Tanta la soddisfazione di potersi assolvere trovando il consueto colpevole di tutti i mali del Paese, che nessuno stavolta ha obiettato: con l at - tuale livello di tasse, l evasione potrebbe essere legittima difesa. Ma le tasse sono tanto più alte quanto più le si evade. Per la verità sono tanto più alte quanto più uno Stato inqualificabile continua a spendere. Però senza tasse, niente servizi pubblici, anche se con quel bassissimo livello di servizi pubblici a Sud lo Stato bara e pretende ugualmente. Così restiamo nella tenaglia di uno Stato dissennato e di una evasione altrettanto. La certezza resta però sempre quella: Sud più evasore del Nord. Quindi palla al piede eccetera eccetera. Vai però oltre le apparenze e le convenienze del partito preso, e fai qualche scoperta. Anzi è lo stesso Stefano Pisani, responsabile della mappatura, a spiegare. Al Sud è più alto il numero degli evasori, al Nord è incommensurabilmente più alta la quantità evasa. Logico se non ci fossero preconcetti: non si sono mai visti poveri che maneggiano somme più alte dei ricchi. Allora si può continuare a dire Sud più evasore del Nord, sia pure in una poco edificante gara? Fatto è che il Pisani è stato molto snobbato dai giornali. E poco diffusa è stata quindi anche la sua definizione di evasione di s o p r av v ive n z a per il Sud e di evasione di ar ricchimento per il Nord. Traduzione: al Sud un sommerso spesso d obbligo per non morire, al Nord astuzie e costosi commercialisti per nascondere i grandi capitali esentasse. Nessuno innocente, ma almeno la verità. Ma siccome non è la prima volta che si è tentato di spacciare la bugia, si dovrebbe fare solo qualche cenno ai precedenti. Tipo il famigerato federalismo, quello che avrebbe dovuto ridurre le tasse di tutti e costringere il Sud a gestirsi da solo e ad essere più responsabile e meno sprecone. Conclusione: tasse di tutti aumentate, ma aumentate addirittura del 130 per cento al Sud, pur non essendo più sprecone in un Paese in cui il più virtuoso si dovrebbe fare l ergastolo. Come dire: sempre peggio per chi sta pegg i o. Né in precedenza il signor Fisco si era dimostrato meno ingiusto fra Nord e Sud. Vedi le due tenaglie del governo Letta (e tali rimaste anche dopo): il prelievo sugli immobili, l au - mento dell Iva e delle accise (alcolici e sigarette elettroniche). La stessa percentuale incide in maniera diversa sulla cosiddetta base imponibile: una cosa è imporla su chi ha 50 (il Sud), u n altra è imporla su chi ha 100 (il Nord). Invece di essere progressiva, diventa regressiva, cioè colpisce di più chi ha meno. E così l Iva aumentata sui consumi: più pesante per chi compra pane che per chi compra caviale. Anche qui regressiva, al contrario di quanto prevede la Costituzione (questa Chi l ha vista? ). Stessa cosa l imposta di registro e dintorni. Così il Sud si vede definire fiscalmente più pericoloso, quando è fiscalmente più massacrato. Chissà se anche stavolta i puri e duri del meridionalismo accusatorio, quelli dell è tutta colpa nostra, considereranno sudismo denunciare qualcosa che va anche a loro danno. Magari è colpa del Sud tenersele tutte, con i suoi politici ciechi, sordi, muti. Se è per questo, nessuna buona notizia dal fronte meridionale neanche per quanto riguarda la mitica Banca del Mezzogiorno, quella che fece dire al suo papà Tremonti: ecco cosa serve al Sud. Una banca che avrebbe dovuto sostenere le piccole e medie imprese, come se per questo il Sud fosse un deserto. Tre anni dopo la sua nascita, la doccia gelata solo per chi si illudeva del contrario: respinto l 87 per cento delle richieste di credito, appunto, delle piccole e medie imprese. E soldi dati soprattutto a grandi imprese, dalla Fiat all Enel, dall E n av all Ansaldo. Per non dire di quelli ai postini dietro cessione del quinto dello s t i p e n d i o. Ma non doveva essere Banca del Mezzogiorno? Si è dimenticato sempre che azionista di maggioranza è Poste Italiane, che un po di attenzione ai postini deve concederla. Il problema è che azionista delle Poste sono le maggiori fondazioni bancarie del Nord, e un po di attenzione alle aziende del Nord si deve parimenti concederla. Di concessione in concessione, è andata a finire che l at - tenzione è mancata solo al Sud. Da parte della Banca del Mezzogiorno. Per la serie: nulla di nuovo sotto il s o l e. Lino Patruno M A R T E L LOT TA Nichi e Michi, tempo di gelate V >> CONTINUA DALLA PRIMA endola, ancora nel 2011, contava su un largo consenso nel Paese e sfondava anche nella sinistra di un partito, il Pd, che lo aveva sempre visto come un «pericolo». Fino al punto da diventare il candidato-premier in pectore del centrosinistra che si armava a guerreggiare con Berlusconi. Sappiamo com è andata a finire: quel «treno» per Roma ha deragliato dinanzi alla resistenza prima del Cavaliere e poi del governo dei tecnici. E ha finito per fermarsi nella «stazione» meno auspicabile: la «non vittoria» del duo Bersani-Vendola, dopo che i due si erano misurati nei gazebo delle primarie, alle urne vere del Altro che «cantiere della sinistra», come annunciava l allora ferreo sodalizio: lo tsunami Grillo e, subito dopo, «l onda anomala» di Renzi hanno travolto tutto ciò che restava di quella (vecchia?) guardia che presidiava il cantiere. Ed oggi - sembra passata u n epoca - per loro c è a malapena spazio nel «palazzo». Sel, il partito Vendola, vola basso nei sondaggi e finan che sotto il fatidico 4% delle Europee: lui, il leader del partito, non vi correrà e, ogni giorno che passa, pare intenzionato a mollare i remi dalla «fatica della politica». C è chi è pronto a scommettere che risorgerà al momento opportuno, quando si dovrà andare alla conta e lui vorrà dimostrare a tutti di essere in grado, dopo il bis, di fare anche il tris alla guida della Puglia. Ma chi gli è più vicino parla di un Vendola intenzionato a ritirarsi a vita privata, sfiancato sia nell immagine (dagli schizzi di fango dell inchiesta Ilva) sia nel proscenio della politica, con il Matteo nazionale che gli ha sbarrato la strada. Ma non se la passa bene, a quanto pare, anche l a l t ro campione delle primavere pugliesi, Emiliano. Le quotazioni di Michi, come quelle di Nichi, appaiono in discesa se non in Puglia - dove i due continuano ad essere amati a sinistra - almeno sul fronte nazionale. Il Gladiatore, cominciata con largo e precipitoso anticipo la corsa alla successione di Nichi, ha perso fiato lungo il tragitto e ha, invano, sperato che il primo sindaco-premier Matteo Renzi (suo ex «nemico» alle nomine dell Anci, dove spinse per Delrio e lasciò indietro il sindaco di Bari) lo rilanciasse verso quel trampolino chiamandoselo a Roma come ministro. Le speranze s infransero nel giro di 24 ore e ce ne vollero altre 48 per capire che, anche nelle fila dei sottosegretari, non c era posto per lui. L appeal del sindaco uscente di Bari, conservato con cura nelle comparsate sulle tv nazionali, sembra meno scoppiettante e nel partito, che pure ne aveva subite di intemperanze quando lo volle segretario regionale in Puglia, la «vecchia guardia» che ora lo vezzeggiava e ora lo coccolava, sembra messa nell angolo: ci sono i Renzi-boys a tirare le fila, gente che - un po come i movimentisti di Grillo - non ci sta alle mediazioni e va dritta per la sua strada. Michi, però, non molla: comincia a fare pressing su Nichi perché gli dia la sua benedizione alla successione sul trono da governatore nel 2015 e, nel frattempo, guadagna a Roma u n altra promessa: non uscirai dal Comune di Bari senza un paracadute, sarai capolista per il Sud alle Europee. Ecco arrivare lo sperato «risarcimento» per la mancata nomina del campione delle urne. Ed ecco, ancora una volta, arrivare nel giro di pochi giorni la «doccia gelata»: i capilista saranno tutte donne, anche il «Gladiatore» del Sud deve far posto a loro. Anche il terzo paracadute, quello che gli avrebbe consentito di restare lontano dalla Magistratura (da cui è in aspettativa) senza perdere un posto nelle istituzioni, è bell e sfumato. E a Michi non resta che riprendere da zero la corsa verso la Regione, sperando che il «nuovo corso» del Pd non gli crei nuovi problemi di qui a un anno. Tempi bui per la sinistra «made in Puglia», quel laboratorio che l ingegnoso D Alema aveva accarezzato nei primi anni Duemila e col quale, complici gli eserciti romani e pugliesi, aveva espugnato la roccaforte del centrodestra. Gli attaccanti rischiano di tornare in panchina e la nuova «squadra» lanciata dal ct Renzi corre senza pietà. S LETTERE E COMMENTI FINE DI UN DOMINIO C ERA UNA VOLTA L INVENZIONE DEI SESSI i sono tenuti a Bari nei giorni scorsi gli Stati generali delle donne: un i n i z i at iva volta a discutere del ruolo della donna nelle istituzioni e nella politica, a promuoverne una sempre maggiore partecipazione. È un evento a cui è seguita l approvazione in via definitiva da parte del Parlamento delle norme che sanciscono la presenza paritaria di uomini e donne nelle liste per le elezioni europee, anche se soltanto a partire dal Un precedente che si spera possa orientare anche il cammino della legge elettorale, il c.d. Italicum, dopo il recente, contrastato affossamento alla Camera delle quote rosa. S VO LTA -È il segno di un cambiamento, di una svolta: l abbandono di una mentalità arcaica, di una concezione della donna che affonda le sue radici in un passato ormai remoto, risalente alla cultura maschilista del mondo antico, in Grecia come a Roma. In Grecia Aristotele ne è uno dei rappresentanti più accaniti: come emerge dalla Politica, dove ricorrono numerosi squarci dedicati al potere dell uomo sulla donna (I,2,1252b; I, 12-13, 1259b; I, 13, 1260a), ridotta ad un ruolo subalterno e marginale anche nella comunità domestica ( casa nella sua essenza è la donna e il bove che ara, come Aristotele ricorda citando Esiodo; l uo - mo esercita la sua autorità sulla moglie e sui figli, rammenta con Omero; alla donna il silenzio reca grazia, riferisce insieme a Sofocle), e assegna al maschio la virtù del comando, alla donna quella della su - bordinazione, giudicando assurdo trarre esempi dagli animali per dimostrare che le donne devono avere le stesse occupazioni degli uomini. Anche a Roma si registra una tradizione volta a discriminare la donna, ad escluderla da tutte le funzioni pubbliche e civili, di giudice, magistrato, rappresentante in giudizio, garante, procuratore, come si legge nella sequenza di un passo del Digesto di Giustiniano ( ), collocato fra le regole del diritto, che fornisce un elenco, e neppure completo, di preclusioni: un catalogo delle incapacità femminili. Sono compiti considerati prerogativa dei maschi, munus masculorum, come si ricava ancora dal Digesto ( ), e questa volta a proposito di un altro divieto per la donna, quello di diventare tutrice. L idea dell inferiorità femminile si lega ad una presunta debolezza fisica, ad una maior vis (maggiore forza) del maschio: di qui l etimologia, tramandata da Varrone (De lingua latina) e Lattanzio (De opificio Dei), di vir (uomo) da virtus (vi - gore), e di mulier (donna) da mollities (debolezza). Il maschio e la femmina finiscono così col diventare termini di una polarità, di una opposizione di genere. Non mancano però, anche se rare in uno scenario decisamente maschilista, voci controcorrente. In Grecia spicca la parola di Platone, il quale, nell opera che contiene la summa della sua teoria politica, La Re pubblica, pur ammettendo la diversità dei corpi, non esita a sostenere la parità di genere nelle funzioni pubbliche, spingendosi ad affermare che molte donne per molti aspetti sono superiori a molti uomini, e che nel governo dello Stato di RENATO QUADRATO non c è nessuna funzione propria dell uomo o della donna in quanto tali, ma le inclinazioni sono casuali in entrambi (V, 455d). A Roma risaltano le voci di un filosofo e di un giurista: Musonio Rufo e Gaio, vissuti rispettivamente nel primo e secondo secolo d. C. Due intellettuali che avevano trovato nello stoicismo le ragioni di un etica nuova, attenta anche alla emancipazione femminile. Ebbene, nelle sue Diatribe il Socrate romano, come Musonio viene reputato, pur riconoscendo che, a causa della specificità biologica dei sessi, alcuni lavori si addicono più all uomo che alla donna e sono perciò considerati maschili o femminili, esclude tuttavia che certe attività possano ritenersi di pertinenza esclusiva di un sesso: tutti i lavori umani, afferma, sono comuni all uomo e alla donna e nessuno è di necessità riservato all uno o all a l t ro, tant è che talora, in determinate circostanze, cer ti uomini potrebbero a buon diritto sbrigare lavori leggeri e che sembrano donneschi mentre le donne potrebbero fare lavori più pesanti e che sembrano adattarsi di più agli uomini. Nel suo pensiero, insomma, la biologia non si trasforma in ideologia. TUTELA -Dal canto suo il giurista, esaltato da Giustiniano come il no - stro Gaio, si batte, e lo si evince dal suo Manuale di diritto privato, contro la regola che condanna la donna ad essere sottoposta ad una tutela a vita, a differenza del maschio che, invece, raggiunta la pubertà, cessa di avere il tutore (Inst ); e giudica più pretestuosa che vera (ma gis speciosa quam vera) la ragione secondo cui le donne, per occuparsi delle loro cose avrebbero bisogno di una guida, asserendo, contro un radicato stereotipo, la loro capacità di trattare da sole i propri affari (ip - sae sibi negotia tractant: Inst ). Ora, tornando all oggi, a distanza di quasi duemila anni, sembra essere arrivato finalmente nel nostro Paese il momento di decidersi a riconoscere e garantire alla donna un ruolo davvero paritario nella società. La nostra Costituzione, la quale, già nella prima formulazione dell art. 51 disponeva che Tutti i cittadini dell uno o dell altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, si è poi arricchita nel 2003 di un comma, il secondo, in cui si afferma che A tal fine la Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini. È una disposizione che ha eliminato quelle remore derivanti dalla sentenza della Corte Costituzionale, la n. 422 del 1995, dove si legge che le quote di genere vanno contro gli articoli 3, 49 e 51 della Costituzione. Ebbene, fugati i rischi di incostituzionalità, è ormai spalancata la via per assicurare la giusta presenza femminile nella vita politica. C è, dunque, da augurarsi che cessi del tutto quello che il sociologo Pierre Bourdieu chiamava in un saggio del 1998 il dominio maschile. La ra t i o s e x u s, argomento a lungo usato per giustificare la disparità di trattamento tra uomo e donna, non esiste. È solo un pretesto, una invenzione: l invenzione dei sessi, per dirla con J. Lorber (1995).

13 2 venerdì 11 aprile 2014 POLITICA Formigoni, blocco per 50 milioni I giudici di Milano dispongono il sequestro della villa in Sardegna e dei conti correnti dell ex presidente della Lombardia Per il gup «è il prezzo della corruzione» La difesa: «Non ho quei beni» GIUSEPPE VESPO MILANO E pensare che quella splendida villa con vista su Cala di Volpe, in Costa Smeralda, sarebbe solo una piccolissima parte di un «tesoretto» nascosto chissà dove. Per anni gli amici di Roberto Formigoni che con lui sono finiti nell inchiesta Maugeri, che ipotizza a vario titolo i reati di associazione a delinquere e corruzione, avrebbero messo da parte ricchezze per oltre 61 milioni di euro. La procura di Milano ne cerca 49,8 milioni. Sono «le somme complessivamente trasferite, successivamente al 12 aprile 2006, dalle casse della Fondazione Maugeri alle società di Daccò e Simone e destinate alla remunerazione di questi ultimi e di Formigoni ed alla sopportazione di tutti i relativi costi». Dal Prima la legge non permette di andare. Ottenuto l ok del giudice, i pm del pool guidato da Francesco Greco hanno spedito ieri i finanzieri del nucleo tributario a caccia di quella montagna di soldi, o di quello che ne resta. Il decreto di sequestro preventivo, in attesa che il sei maggio cominci il processo, ha portato la polizia giudiziaria a mettereisigilli sulla villa insardegna. Tredici vani con vista sul mare, per un valore di circa tre milioni di euro, acquistati dal coindagato e amico di Formigoni, Alberto Perego, grazie ad un maxi sconto concesso dal lobbista Pierangelo Daccò. Secondo l inchiesta, anche quello sconto rientrerebbe nei famosi «benefit» con i quali Formigoni sarebbe stato ricompensato per la «protezione globale» garantita alla fondazione che gestiva le cliniche Maugeri. Unocchio di riguardo, quellodell ex governatore lombardo, che in una quindicina d anni avrebbe «assicurato» alle cliniche con sede a Pavia «provvedimenti di favore dagli organi della Regione Lombardia», che «riconoscevano erogazioni in danaro e altri indebiti vantaggi per un importo pari a circa duecento milioni di euro». Da questi soldi, poi, i lobbisti e amici di Formigoni, Daccò e Antonio Simone, avrebbero stornato 61 milioni di euro che in parte sarebbero serviti a ricompensare l ex Celeste. Secondo i pm, l ammontare dei «benefit» percepiti da Formigoni sarebbe di circa otto milioni di euro. «NON POSSEGGO QUEI SOLDI» Per conoscere il valore di quanto effettivamente sequestrato dai finanzieri, bisogneràaspettare unpo. Il decreto del giudice Paolo Guidi è stato emesso nei confronti di Formigoni, Perego, Daccò, Simone e Costantino Passerino. Il documento indica complessivamente in 49,883 milioni di euro il «frutto» della presunta corruzione, ma sembra improbabile che si possa trovare quella cifra. D altra parte non è la prima volta che scattano i sigilli sulle ricchezze dell affaire Maugeri. Tempo fa era stato disposto un altro sequestro preventivo - non nei confronti di Formigoni e Perego - per complessivi 53,2 milioni di euro. Di questi solo 20,9 sono stati effettivamente scovati dai finanzieri e messi da parte. Lo stesso Formigoni ha voluto precisare che nelle sue disponibilità... Il provvedimento è stato deciso nell ambito dell inchiesta sul caso Maugeri-San Raffaele IL COMMENTO ORESTE PIVETTA non ci sono cifre di tali portate. Anzi. «Suunodeimieidue conticorrenti - ha detto - figura un attivo di 18,20 euro, sull altro un passivo di 75 mila euro. Le mie tre auto sono: una Alfa Mito del 2012 per uso personale, una Panda del 2009 e una Multipla del 2008 in dotazione ai miei collaboratori». Quanto agli immobili, l ex governatore dichiara di non aver «mai posseduto ne posseggo una casa in Sardegna. Le proprietà immobiliari sono: un micro appartamento nella periferia di Sanremo di 36 metri quadrati e tre appartamenti in Lecco di 400 metri quadrati complessivi, che sono stati ereditati dai miei genitori. Di tutti questi immobili condivido la proprietà con i miei due fratelli». Al senatore dell Ncd sono state bloccate tutte le disponibilità salvo il conto corrente nel quale gli viene versato lo stipendio da parlamentare. Formigoni ha detto anche di sentirsi sotto attacco, e di subire «l ennesima calunnia». Ma per il giudice Guidi l ex numero uno della Lombardia «ha avuto la disponibilità di ingenti somme di denaro in contante non giustificate dai suoi legittimi introiti». E né lui né l amico Perego «hanno prodotto indagini difensive o indicato fonti di prova o dati indiziari che portino ad una lettura di segno opposto o anche solo diverso» rispetto alle accuse contestate. Piuttosto, rileva il giudice, «Formigoni non ha contestato il fatto materiale di aver ricevuto tutto una serie di utilità da Daccò e Simone», come i viaggi e le vacanze sugli yacht, «limitandosi a sostenere che si trattava di somme e utilità erogate per mera stima ed amicizia». Un atteggiamento legittimo. C è però chi,come l ex patron della Fondazione, Umberto Maugeri, e il consulente Gianfranco Mozzali ha «confermato in sede di incidente probatorio il sistemadipagamento delletangenti - e la connessa ed articolata struttura societaria e contrattuale di supporto in Italia e all estero, con la compiacenza di numerosi professionisti - che hanno concorsoa mettere inpiedi nelrapporto tra Fondazione Maugeri e Regione Lombardia». SEGUE DALLA PRIMA Avrà in gioventù fatto voto di castità, come fino a un certo punto della propria esistenza ha sempre dichiarato, ma di sicuro non ha mai fatto voto di povertà. Ha seguito le orme di Don Giussani, l ispiratore di Comunione e liberazione, ma non al cento per cento: non risulta che il Gius sia morto ricco. Di sicuro non ha mai rivolto un pensiero a Francesco, il santo dei poveri, e neppure, per stare ai nostri tempi e alle buone pratiche comunitarie, a don Bosco e, tanto meno, per non allontanarsi troppo da casa, a don Colmegna o a don Gino Rigoldi, che pure gli abitano vicino, in periferia, a Milano. Non possiamo però rimproverare all eterno ragazzone, avvicinatosi ormai ai settanta, d aver coltivato l amore per il denaro più ancora che quello per Dio e per gli uomini. Non si fa peccato arricchendosi, come spiega anche la Chiesa. Ogni persona normale ci prova, i più, usando mezzi leciti, senza riuscirci. Con quali mezzi il nostro Roby sia invece riuscito ad accumulare quattrini e beni per quasi cinquanta milioni di lire non lo sappiamo. Deciderà la magistratura. Certo custodendo tutti gli stipendi incassati in mezzo secolo di poltrone, scommettendo sulla sua precocità nel sacrificio e nella dedizione, ammesso che mai una lira o un euro siano stati attinti a quei risparmi, per una giacca o per un flacone di sciroppo, per una insalatina e una manciata di riso, l indispensabile insomma per sopravvivere, non si arriva a tanto, neanche si sfiora l entità del tesoretto scoperto: otto nove milioni (consideriamoli esentasse) che cosa sarebbero mai al confronto? Peraltro la somma matematica sarebbe impossibile, a giudizio dello stesso ex governatore. Quando gli si chiese dei suoi viaggi e dei suoi soggiorni al mare o a bordo di un lussuoso yacht con l amico Daccò (condannato in appello a nove anni per associazione a delinquere e bancarotta), lui rispose d aver sempre pagato tutto: purtroppo non aveva conservato gli scontrini, neppure quello del caffè. Lo mise anche per iscritto, rivolgendosi ai giornalisti strumenti del complotto accusatorio, plotone d esecuzione al soldo della parte politicamente avversa: Le spese delle carte di credito di Daccò sono elevate perché si riferiscono a conti collettivi. E se ci sono biglietti aerei e una settimana di vacanza alle Antille con cifre importanti, scusate tanto, non sono Brad Pitt ma me le posso pagare, me le sono pagate col mio stipendio. Le ricevute dei rimborsi delle spese anticipate da Daccò? Non le ho tenute, le ho buttate. Scusate, è un reato?. «ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE» Rinviati a giudizio Mastella e la moglie Clemente Mastella, in qualità di leader dell Udeur, la moglie Sandra Lonardo e altre 17 persone sono state rinviate a giudizio per associazione a delinquere. A decidere è stato il gup del Tribunale di Napoli Maurizio Conte. Il processo inizia il 18 giugno. Per i pm napoletani, l Udeur era «un associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati Il tesoretto di mance e favori del ciellino insaziabile Tra l eterna presidenza della Lombardia, Cl, San Raffaele, Compagnia delle opere, Formigoni è riuscito a costruirsi anche un piccolo regime Che cosa si inventerà ora Formigoni?Qualche eredità, una cassa stracolma d oro nel giardino di casa, una vincita al superenalotto? Mostrerà la fronte imperlata di sudore, segno di tanto lavoro e di tante fatiche e quindi di sacrosante ricompense? Si parerà dietro la buona abitudine di tanti manager di incassare, alle dimissioni per cattiva gestione, premi da nababbi in fondo solo pochi mesi fa l amministratore delegato di uno dei più cospicui gruppi bancari se ne andò licenziato con una buona uscita di 39 milioni più uno, pattuito per la beneficienza. Formigoni, con un salario di consigliere lombardo o di parlamentare della repubblica, si è sempre dovuto accontentare e dovrebbe ancora accontentarsi di quel tanto che gli bastava e gli basta per superare quella soglia di povertà, al di sotto della quale starebbe una decina di milioni di concittadini Italiani che vivono con sei o settecento euro al mese (una notizia confortante: al sequestro è sfuggito il modesto stipendio elargito dal Senato della Repubblica). Niente fantasie. Come era prevedibile, Formigoni non ha cercato scuse, non si è giustificato. È nello stile,arrogante, dell uomo. Semplicemente ha negato: Tranquillizzo tutti, non ho mai posseduto nemmeno la centesima parte di 49 milioni di euro. Allora, si chiede inquieto, tutt altro che tranquillo, il cittadino qualunque, a chi saranno mai stati sequestrati quei soldi e quelle ville? Possibile che la Guardia di Finanza o i Carabinieri girino in Sardegna o in Brianza e sequestrino una casa qui e un altra là, come capita capita? Vuoi che un giorno succeda anche a me Ma non abbiamo nulla da dichiarare e solo una infinità di ricevute da mostrare. La verità è che a suo modo, tra l eterna presidenza della regione Lombardia, Comunione Liberazione, Compagnia delle opere, San Raffaele, Fondazione Maugeri, Daccò e Memores Domini (la comunità in cui vive in compagnia del Perego, titolare della villa in Sardegna) Formigoni è riuscito a costruirsi oltre che un tesoretto anche un piccolo regime, che qui e là mostra le sue crepe, ma regge anche perché il successore Maroni non ha alcuna voglia di mandare a monte una vecchia alleanza per smontare un sistema di potere e di affari: si accontenta di rosicchiare la sua parte. Formigoni che nega tutto, le ville e gli scontrini, fa la parte di Berlusconi che nega ancora di più dopo la triplice condanna e tira fuori dal cappello le carte americane, sempre quelle: l uno e l altro, nelle dovute proporzioni, saldamente convinti di essere immutabili, indispensabili, insaziabili.

14 venerdì 11 aprile Roberto Formigoni invacanzain Sardegna abordodel suo yacht FOTO LAPRESSE contro la pubblica amministrazione connessi con nomine e assunzioni illegali e soprattutto all acquisizione del controllo delle attività pubbliche di concorso per il reclutamento di personale e gare pubbliche per appalti ed acquisizioni di beni e servizi bandite da Enti territoriali campani, Aziende sanitarie e Agenzie regionali, attraverso la realizzazione di numerosi reati». L indagine riguarda anche un presunto episodio di concussione ai danni dell'allora presidente della Regione Campania Antonio Bassolino. Ma l ex Cav ora teme i tempi lunghi: così ci paralizzano na dose di ottimismo per il parere favorevole della procura IL RETROSCENA U all affidamentoai servizisociali, che lascia presagire che il peggio sia scongiurato. Un sospiro di sollievo. Ma resta l amarezza per questo passaggio, e soprattutto per i tempi che si allungano: da 5 a 15 giorni. Sulla carta, fino a due settimane di apnea che rischiano davvero di tagliare le gambe alla campagna elettorale di Forza Italia. Che già si troverà a chiudere e liste praticamente al buio: martedì 15 la scadenza. Silvio Berlusconi è chiuso ad Arcore, nella villa che ama e considera il principale rifugio dalle intemperie della vita. Con lui la fidanzata Francesca Pascale, l assistente Maria Rosaria Rossi, tutti e cinque i figli. E ovviamente Dudù. Sepolte ambizioni divergenti, rivalità e frizioni caratteriali, la famiglia è unita intorno al padre. In quello che i giornali con parecchia retorica hanno chiamato «il giorno del giudizio» ma che resta per lui l ora più difficile. Secondo la linea con concordata con i legali Ghedini e Coppi, il leader azzurro è stato alla larga dall udienza, che peraltrosi ètenuta rigorosamentea porte chiuse. Per evitaremanifestazioni diinsofferenza o di nervosismo, ma anche per non fornire a fotografi e cronisti assiepati nei corridoi del tribunale l immagine di un uomo che vive quella che considera «un umiliazione ingiusta». Con il Berlusconi, la Procura dice sì ai servizi sociali Idoneo all affidamento in prova ai servizi sociali», considerata l età (78 anni), l entità della pena da scontare (un anno già ridotti a dieci mesi), il profilo della persona, sia per i ruoli pubblici assunti in passato e in quanto incensurato (quella per frode fiscale è la prima condanna definitiva). Il procuratore generale Antonio Lamanna dà parere favorevole a che il condannato Silvio Berlusconi sconti la pena e affronti un percorsoriabilitativo inaffidamentoai servizi sociali. La decisione trapela dopo circa due ore di udienza al primo piano del palazzo di giustizia di Milano. Sono le 18 e trenta del pomeriggio. iltribunale di sorveglianzasi era riunito dalle 16 e 30. Gli avvocati Niccolò Ghedinie ilprofessorfrancocoppi lasciano il tribunale senza fare dichiarazioni. Scappano ad Arcore, a villa S. Martino dove il loro assistito aspetta da ore, da giorni e da mesi questa notizia. Non siamo ancora a nulla. Il tribunale - il presidente Pasquale Nobile de Santis, la relatrice Beatrice Crosti, la psicologa Federica Bruschi e la criminologa Silvia Guidoli - ha solo finito di mettere le carte in tavola. Da ieri sera è in camera di consiglio e ilverdetto può arrivare entro cinque giorni (termine nonperentorio) ma anchemoltodopo. «Fino a giorni, dopo Pasqua» correva voce a palazzo di giustizia. Ma il passaggio stretto, quello più decisivo di altri, che doveva dare un segno o il suo opposto alla vicenda umana di Silvio Berlusconi ma anche a tutto il paese e al suo equilibrio politico, è arrivato quando il pg ha espresso parere favorevole ai servizi sociali. Quando ha detto, cioè, che l ex premier può «percorrere un percorso di ravvedimento e di risarcimento nei confronti del patto sociale da lui violato con il reato di frode fiscale offrendo servizi alla società». Attenzione, però: non alla proposta un po surreale avanzata dai legali dell ex Cavaliere ma a quella dell Ufficio esecuzione penale esterna. Il pg, infatti, ha ritenuto «non valida» l offerta di dare «assistenza psicologica ai disabili fisici e mentali che hanno perso ogni motivazione e hanno bisogno di nuovi stimoli» in una struttura FEDERICA FANTOZZI L ex premier è chiuso ad Arcore con la famiglia Cauto ottimismo ma pesa l «umiliazione». Restano ora tutte le incognite sulla campagna elettorale L UDIENZA CLAUDIA FUSANI MILANO Il verdetto entro cinque giorni. Il parere del Pg non è vincolante per i giudici e potrebbe anche essere ribaltato in camera di consiglio che però, purtroppo, è in fase di costruzione e sorgerà nel parco di villa San Martino ad Arcore oppure in quello di Macherio. Restaquindilaproposta giàavanzata nel programma dell Ufficio esecuzione penale esterna, ovvero dedicare mezza giornata a scelta nell arco della settimana a un istituto per anziani e disabilinell hinterland milanese. Se sarà questa la conclusione della vicenda, bisogna vedere come reagirà Berlusconi. In questi mesi non ha perso occasione per dire che non avrebbe mai accettato questa «umiliazione». Intenso è stato, inquestadirezione, illavorodicoppi e Ghedini. La cronaca dell udienza si ferma qua.rigorosamente a porte chiuse, dopo due ore di contraddittorio, nessuno deiprotagonistiha voluto rilasciaredichiarazioni. Come è giusto che sia visto che si tratta di una camera di consiglio. Si sa anche il giudice Crosti nella sua relazione ha preso in esame tutte le possibilità, anche gli arresti domiciliari visto che il condannato non ha mai mostrato né durante il processo né dopo alcun segno di pentimento o di ravvedimento. Che sono la condizione imprescindibileper accedere albeneficio dei servizi sociali. E però la condanna lieve e l età fanno pendere la decisione verso la pena più tenue. Di questa ennesima giornata di attesa al palazzo di giustizia di Milano meritano la citazione alcuni dettagli. Il luogo dove di è celebrata l udienza, ad esempio: in quell ala del palazzo che si chiama Corridoio Lisistrata, dal nome della protagonista della commedia di Aristofane che proclamò il primo sciopero delle donne nell Atene del IV sec AC, simbolo, quindi del primo femminismo. La causa di Silvio Berlusconi «libero» era la numero 9 di una lista di 59, Ilquotidiano britannico Guardian halanciatoil gioco on-line: «Scegli lapena perberlusconi»... Si lavora alle liste, pronte per lunedì. Toti: «I giudici tengano conto che è il leader dei moderati» tra il marocchino Badri Sadik e il boss Giuseppe Nirta. I fogli con il ruolo di giornata sono stati appesi tutta la mattina sulla porta e, tra una chiamata e l altra delle cause - tutte all altoparlante come al supermercato - molti di quelli in attesa si sono messi in posa per una foto ricordo accanto al nome dell ex premier. Ora comincia l attesa per il verdetto finale. Che potrebbe anche essere ribaltato nella camera di consiglio dove i quattro giudici, due togati e due popolari, voteranno la proposta finale del presidentepasqualedesantis ilcuivoto vale doppio. Ma sarebbe veramente clamoroso. La sensazione forte nel palazzo di giustizia milanese è quella di levarsi di torno il prima possibile e senza polemiche questa patata bollente. I servizi sociali sono «il male minore», una decisione che terrebbe conto «del profilo politico» di un condannato molto speciale e gli darebbe ampi margini di movimento. La tanto inseguita «agibilità politica». A quel punto, infatti, Berlusconi dovrebbe rispettare solo l obbligo di stare a casa tra le 22 e le 7 del mattino e il divieto di incontrare pregiudicati o tossicodipendenti. A parte l impegno settimanale di sei orenella casa di cura, potrebbe continuare ad esercitare la leadership politica ma non potrà fare campagna elettorale. Sarà interessante qui vedere come i giudici scriveranno i divieti. E come delimiteranno il confine del tutto inedito e labile tra leadership politica (lecita perché un partito è un ente di diritto privato) e la campagna elettorale che invece, investendo la sfera pubblica, dovrebbeessere interdetta dalla penaaccessoria. paradosso di un condannato che vive come un offesa l idea di «riabilitazione» e per non fare cattiva impressione sui giudici preferisce non presentarsi. L ex Cavaliere è stato di umore nero per tre quarti della giornata. Sospettoso, sfiduciato, negativo verso quelli che «sono pur sempre giudici di Milano». Intorno a lui, un irreale clima sospeso. Con il partito raggelato nel silenzio e nell attesa. Fino al momento in cui il procuratore generale Lamanna ha aperto alla tesi della difesa, ha accolto la richiesta dell affidamento in prova. Luce verde a quel mezzo pomeriggio a settimana nel centro anziani non distante da casa. Sia pure con la massima cautela l orizzonte mostra uno spiraglio di ragguardevoli dimensioni. «Una decisione positiva e coerente» apprezza subito la fedelissima Michaela Biancofiore. «Berlusconi non è abbattuto. Prendiamo atto delparerefavorevole - commenta il consigliere politico Giovanni Toti - sull`affidamento. Restiamo fiduciosi che il tribunale di sorveglianza saprà giudicare tenendo ben presente la statura umana e politica della persona che ha di fronte e soprattutto la responsabilità verso i milioni di moderati che si riconoscono in lui». Fiducia e speranza, appunto: «A questo punto sarebbe bizzarro che i giudici non si uniformassero a questa richiesta - ragiona un dirigente vicino a Berlusconi - Ma quando c è in gioco Silvio la cautela non è mai troppa...». E difatti la parola d ordine nel partito è: prudenza. Nessuno scopre il fianco. «Resta comunque un giorno infausto per la democrazia, stiamo vivendo un ingiustizia» commenta Mariastella Gelmini. Troppe le incognite. A partire dal tempo di attesa. Berlusconi e i suoi sperano che la decisione arrivi tra cinque giorni e non tra due settimane. Segnali in questo senso, secondo alcuni, ce ne sono. E già questa road map complica le cose. Nel fine settimana è prevista la riunione decisiva per le candidature alle Europee - la deadline è appunto martedì 15 - con Toti e Verdini in udienza dal leader. Ultima grana, il caso Mastella. «Le liste saranno pronte entro lunedì» ha annunciato l ex direttore di Tgcom. L auspicio è che possa presentarle proprio Berlusconi. Già, perché la domanda resta eternamente quella: che tipo di «agibilità politica» avrà Berlusconi nell immediato futuro? E quindi in che forme, con quali limitazioni e fino a che punto potrà partecipare alla campagna elettorale? Un quadro che verrà chiarito soltanto dalla decisione finale dei magistrati. E che per Forza Italia - oltre che per la serenità personale di Berlusconi - è cruciale. Nessuno, da Toti a Verdini in giù, nutre dubbi sul fatto che con Silvio fuori dal campo la partita delle Europee si fa difficilissima. Nonostante i video e gli appelli già registrati che Mediaset è pronta a diffondere fino al 25 maggio. Del resto, lo si è visto con le telefonate seriali ai vari club Forza Silvio: l effetto galvanizzante sui sondaggi è stato minimo. «Se a questa tornata c è il tracollo - spiega sconfortata una parlamentare - non ci riprenderemo. Alfano ci sta con il fiato sul collo e perdiamo pezzi...». Berlusconi aspetta. Pronto a chiedere - se ne avrà la possibilità - tutti i permessi necessari per comizi, interviste e incontri. Quel «la giustizia deve fare il suo corso» lanciato da Renzi è stato interpretato come una frase di maniera. L ex Cavaliere non ha deposto le armi: appena il suo destino sarà certo, tornerà a battere il chiodo dell incontro con il premier sulle riforme. Pronto a interpretare il doppio ruolo di padre nobile delle riforme e volonteroso assistente degli anziani a beneficio dei media. Quello di cui ha bisogno, è il tempo necessario per risollevare il partito di piazza in Lucina. Che nei sondaggi continua a calare.

15 4 venerdì 11 aprile 2014 POLITICA Michele Emiliano sindaco di Bari FOTO RAVAGLI/INFOPHOTO Liste Pd, Emiliano e Giusi Nicolini non si candidano La sindaca: «Prevalse altre logiche» Domani a Torino Renzi apre la campagna elettorale Cuperlo a Roma VLADIMIRO FRULLETTI vfrulletti@unita.it In Transatlantico Fausto Raciti, assieme a Matteo Orfini, distribuisce a deputate e giornaliste dolcetti di pasta di mandorle arrivati direttamente da Acireale. Buonissimi ma probabilmente insufficienti a far scomparire nel segretario regionale del Pd siciliano l amaro in bocca che gli ha lasciato lo scontro col presidente della Sicilia Rosario Crocetta alla direzione di mercoledì sulle liste perle europee. Anche perché dall Isola intanto la sindaca di Lampedusa, Giusi Nicolini, ha già fatto sapere che non si candiderà. Aveva accettato l offerta per guidare la lista (dopo parecchie insistenze),ma poi, fa notare, «sono prevalse altre logiche». Cioè la scelta del partito siciliano, confermata dalla segreteria nazionale e quindi dalla direzione di mettere come capolista Caterina Chinnici, figlia del magistrato Rocco ucciso dalla mafia. Una rinuncia che il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, spiega come frutto «di una situazione prettamente regionale». Insomma questioni siciliane. E più precisamente lo scontro fra il presidente Crocetta e l ex parlamentare Beppe Lumia da una parte e il segretario regionale Raciti dall altra. Risultato? Lumia che non viene proposto dal partito siciliano e il consigliere regionale Antonello Cracolici che pur proposto dalla direzione regionale esce dalla lista: «sono stato vittima della vendetta di Crocetta» spiega. Fratture profonde che rischiano di far affondare la nave guidata da Crocetta (con Cracolici stanno 9 consiglieri regionali su 18). La listadel Sud comunqueandrà ritoccata perché oltre a ricoprire (con una donna) il terzo posto lasciato libero da Nicolini, c è anche la questione Raciti che considera la propria candidatura come «figurativa». Stessa operazione dovrà essere fatta anche sulla lista per la circoscrizione Sud da dove s è tolto il sindaco di Bari Michele Emiliano, colpito, come dice lui «dall elettroshock» di Renzi. Emiliano al telefono ha spiegato (e «concordato») con Renzi il proprio passo indietro. «Avevo accettato la proposta di fare il capolista - spiega - perchémi sembrava un occasione per mostrare che c è un altro Sud in grado di essere protagonista in Europa. È stata fatta poi un altra scelta politica, che condivido, di candidare capolista 5 donne, e quindi è venuta meno la motivazione della mia candidatura». Certo non si dice felice ma assicura che non tirerà i remi in barca. Anzi. Ieri ha fatto 4 comizi in Salento e da oggi e fino a domenica sarà in Abruzzo: «Farò campagna come se fossi candidato e per dare una mano alla capolista Picierno». Restano due rinunce pesanti, ma del resto lo stesso Renzi aveva messo inconto che qualche scossone «fisiologico» la sua scelta di candidare 5 capolista donne l avrebbe provocata. E Guerini non si mostra particolarmente preoccupato. A margine dellaconferenzastampa colsegretario del Psi Riccardo Nencini per presentare il patto federativo fra i due partiti (il Psi ha un proprio candidato in ogni circoscrizione) per le europee del 25 maggio, il vicesegretario democratico fa notare come le liste siano state approvate all unanimità dalla direzione e che comunque «c è tempo fino al 15 aprile» per aggiustamenti e che «se qualcuno si ritira verrà sostituito». Quello che conta insomma è il «messaggio politico» voluto lanciare da Renzi con le 5 capolista donne. Messaggio che domani il Pd rilancerà da Torino (appuntamento al PalaOlimpico dalle 10,30) per l avvio della propria campagna elettorale quando sul palco saliranno proprio le cinque capolista alle europee: Alessia Mosca, Alessandra Moretti, Simona Bonafè, Pina Picierno e Caterina Chinnici. L appuntamento, che servirà anche a far partire la corsa di Sergio Chiamparino vero la guida della Regione Piemonte, vedrà la presenza di trecento candidati sindaci provenienti da tutt Italia (il 25 maggio si vota anche in oltre 4mila comuni) e sarà chiuso dallo stesso Renzi che poi nel pomeriggio sarà a Lucca al festival del volontariato. E domani quasi nelle stesse ore (dalle 10) andrà in scena al teatro Ghione, di via delle Fornaci a Roma, la convention della minoranza interna del Pd convocata da Gianni Cuperlo. All iniziativa, tra gli altri, parteciperanno Don Massimo Mapelli, della Caritas di Milano, Pietro Crosta, Direttore di Banca Etica, Lorenzo Guerini, vice segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, Massimo D'Alema, Guglielmo Epifani, Andrea Orlando, Roberto Speranza, Pippo Civati, Carla Cantone, Francesco Boccia. Insulti alle donne Pd Rivolta contro Grillo Il leader M5S: «Le cinque capolista sono veline» Il premier: «Lui pensa solo a come insultarci Vuol dire che ha paura» Da Sel a Forza Italia attacchi al «maschilista» ANDREA CARUGATI ROMA «Quattro veline e un Gabibbo», titola Beppe Grillo, con un poco garbato fotomontaggio in cui le capolista del Pd alle europee vengono raffigurate come le veline di Striscia. Grillo le definisce paracadutate, ricordache «esseredonna, diper sé, non éun valore eoffende: «Sono donne usate a fini di marketing secondo la migliore tradizione berlusconiana: quattro veline e Renzie a fare il Gabibbo. Una presa per il culo, ma tinta di rosa. Chi occupa una carica elettiva non dovrebbe concorrere per un altra fino alla scadenza del mandato, come fanno gli eletti del M5s». «Perdere contro questa armata Brancaleone è impossibile, auspica il leader dei 5 stelle. La reazione dei democratici questa volta è durissima: «Grillo tutte le mattine si sveglia e pensa: Come posso attaccare il Pd. Io mi alzo e penso: Come posso oggi cambiare l Italia?», dice il premier Renzi. «Le parole di Grillo dimostrano che ha sempre più paura: l aver presentato cinque donne alla testa delle liste è una cosa che evidentemente lo ha spiazzato» e in fin dei conti «le sue parole dimostrano la considerazione che ha delle donne», dice il vicesegretario Lorenzo Guerini. Sulla stessa linea la presidente della commissione Affari costituzionali Anna Finocchiaro: «Grillo nonhadavveropiùpallottole in canna, è preoccupato per le elezioni e il nervosismo gli gioca brutti scherzi. Cadere nel più becero maschilismo, al quale peraltro non è nuovo, non fa onore alla sua intelligenza e impoverisce il dibattito politico». «Bombassei sbaglia, Scelta civica non è diventata di sinistra» FEDERICA FANTOZZI Twitter@Federicafan Domani a Milano Scelta Civica avvia con una convention di presentazione delle candidature la campagna elettorale per le Europee. Un rassemblement nel segno dell Alde insieme a Bruno Tabacci e Michele Boldrin. «Saremo i più europeisti di tutti. È il primo passo verso un nuovo e più ampio soggetto liberal-democratico» dice il capogruppo alla Camera Andrea Romano. Maaguastarein partelafesta èarrivata la notizia delle dimissioni dell industrialealberto Bombasseidapresidente del partito, dopo appena cinque mesi dalla nomina. Bombassei si è appena dimesso perché nonriconoscepiùlo«spirito»el «identità» di Sc e, con l Italicum ritiene che la «terzietà» non sarà più possibile. Anche se resterà nel partito. Lascia la presidenzaperchévisieteschieraticonilcentrosinistra? L accusa di maschilismo riecheggia in tutte le dichiarazioni: «La paura delle elezioni fa straparlare. Grillo insulta le donne nella migliore tradizione maschilista e sessista», commenta il capogruppo Pd alla Camera Roberto Speranza, ma anche fuori dal Pd c è chi attacca duramente il comico genovese: «Penso che liquidare con il titolo di veline le donne scelte dal Pd come capilista alle europee sia quasi un atto razzista più che maschilista e cafone», dice Guido Crosetto, coordinatore nazionale di Fratelli d'italia-alleanza Nazionale. Tra le protagoniste dell attacco del leadercinquestelle a rispondere alle offese sono Pina Picierno, Alessandra Moretti e Alessia Mosca, che ribalta l accusa rivolta al suo partito e dichiara: «Grillo, vergogna! Offende le donne per fini di marketing elettorale. Il 25 maggio merita una lezione da tutte le donne italiane e il 26 di maggio ci vedrà a rappresentare l Italia, con piena competenza, in Europa». «È un comico che non fa nemmeno più ridere», dice Moretti. Picierno invecesi affida atwitter e cinguetta: «Ci sentiamo il 26 maggio Beppe Grillo. E l unica (carta) velina che riconoscerai sarà quella utile a asciugarti i lacrimoni». Contro il leader LEGA NORD Bossi a giudizio per gli insulti a Napolitano Offesa all onore e al prestigio del Capo dello Stato e vilipendio alle istituzioni con l aggravante della discriminazione etnica i capi d accusa per Umberto Bossi rinviato a giudizio. Era il 29 dicembre del 2011 quando, partecipando alla Berghem Frecc di Albino, l ex segretario della Lega affermò dal palco esibendo le corna: «Mandiamo un saluto al presidente della Repubblica. Napolitano, Napolitano, nomen omen, non sapevo fosse un terùn». Dal Parlamento nessuna risposta sul possibile conflitto di poteri sollevato dalla difesa. Quindi rinvio a giudizio per un processo il cui inizio è stato fissato per il 3 febbraio. L INTERVISTA Andrea Romano Ilcapogruppo parladopo le dimissioni del presidente Domanialviala campagna per le Europee: «Primo passo verso un contenitore piùampiocon Tabacci» 5 stelle anche la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, Emanuele Fiano, Dario Ginefra, Roberta Agostini e Isabella De Monte. Attacchi all ex comico anche da Sel: «Le battaglie politiche non si fanno con gli insulti. Quello di velina poi è particolarmente irritante e rivela una cultura politica medievale, un linguaggio sessista e misogino», dice la vicepresidente dei deputati Titti Di Salvo. Che chiude con una domanda: «Ma le donne del Movimento5stellenonhannonulla da dire?».certo che no, visto che le uniche due che si erano schierate a difesa di Laura Boldrini, chiedendo di mettere uno stop agli insulti, Laura Bignami e Monica Casaletto, sono state espulse con un post sul medesimo blog. Anzi, la deputata Giulia Sarti interviene in difesa del Capo: «Sono d accordo con Grillo, per noi candidare deputate che già stanno svolgendo il loro lavoro in Parlamento significa tradire il mandato degli elettori. Il Pd si serve di quattro visi che piacciono e tradisce il mandato degli elettori. È marketing». «Commenti ignobili, Grillo dovrebbe vergognarsi», dice Valentina VezzalidiSceltaCivica. «Piena solidarietàalle brave e valide colleghe del Pd, che Grillo ha cercato di sminuire con attacchi sessisti e con la pochezza tipica del più becero maschilismo», attacca Elena Centemero di Forza Italia. TENSIONE CON PIZZAROTTI Non si placa lo scontro tra Grillo e il sindacodiparma, che avevachiestoun incontro: ieri il Capo ha risposto citando Guccini e pubblicando il video di una presentazione a Milano con Pizzarotti, Civati e Pisapia. «È difficile spiegare, è difficile capire, se non hai capito già». Dal quartier generale di Milano spiegano alla AdnKronos che, in quell occasione, il «Pizza» non sarebbe passato neppure per un saluto a Casaleggio. Preferendo presentare il suo libro con due nemici del M5s. Poi c è la questione inceneritore. «Avrebbe dovuto incatenarsi, magari dimettersi», dicono da Milano. Ieri la telefonata con Beppe, non risolutiva. «Io gli ho citato una canzone di Leonard Cohen, C è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce», dice Pizzarotti. «Il dialogoserve atutti...». Traidissidenti della Camera il nervosismo cresce. E c è chi ipotizza nuove uscite dopo le europee. «Noncredosiaquestoilmotivo. La sua scelta, che mi addolora, la vedo come presad attoche l ipotesi centristaclassica è in crisi. Ma questo riguarda tutti: piaccia o no, ci muoviamo in un contesto bipolare. In questo senso, la scommessa iniziale di Scelta Civica di mettere in crisi il bipolarismo non ha funzionato». Senzail fondatoremario Monti, senzail presidente, provati da una scissione. C è ancora un ruolo per Scelta Civica? «Sì. Non diventeremo un partito di sinistra. Siamo già il soggetto più riformista che pungola Renzi verso scelte più avanzate. Una funzione più importante del passato». Bombassei critica anche l aver accettato il ministero dell Istruzione anziché dicasterieconomici.vieranostatefatteofferte su Lavoro e Sviluppo Economico? «Ovviamente no, ha deciso Renzi. Ma la scuola è tema fondamentale per il Paese e le nostre ambizioni politiche». Domani parte la campagna di Scelta Eu-

16 venerdì 11 aprile «Offese sessiste che fanno orrore La nostra è una scelta coraggiosa» Il premier Matteo Renzi FOTO LAPRESSE ropea, il rassemblement liberale con GuyVerhofstadt(chesaràprsenteaMilano)candidatopresidentedellaCommissione Europea. Quale sarà il messaggio che lancerete? «Nella prima elezione che vede l europeismo messo in discussione, diciamo con chiarezza che serve più Europa. Finora regnava un europeismo di maniera, Bruxelles come una mamma a cui non si poteva non voler bene. Oggi sono esplosi anti-europeismidiversi: Grillo, Lega, Forza Italia, la lista Tsipras». Non sarà una campagna facile di questi tempi. Bruxelles non è un tema popolare... «Avremo l onere di spiegare che dire sì all Europa significa servizi pubblici di qualità, università e riforma del lavoro adeguate. Mentre uscire dall euro sarebbe catastrofico per la quotidianitàdegli italiani, dai mutuiaiservizi. Siamo il partito più europeista». Più del Pd di Renzi? «Beh, tra i Democratici c è un ambiguità. L idea di mettere in discussione quella che è stata l Europa degli ultimi 15 anni c è. Per noi, invece, la competizione è al rialzo: riforme più coraggiose della Germania, liberalizzazioni più avanzate del Regno Unito». All inizio volevate denunciare Bruno Tabacci per aver lanciatoscelta Europea, adesso marciate insieme nel segno dell Alde. Tutte le divergenze sono state appianate? «È stata una trattativa complicata come sempre accade quando si definiscono le alleanze elettorali. Ma ora facciamo il primo passo per la costituzione di un nuovo soggetto liberal-democratico con Fare di Michele Boldrin, il Partito liberale, il Partito repubblicano, Ali di Oscar Giannino». Si va verso il superamento di Scelta Civica? «Saremo il perno della costruzione di un contenitore più ampio». SulleriformemontaunafrondatrasversalecontroilSenatodisegnatodaRenzi e dal ministro Maria Elena Boschi. Da ChitiaMinzolinisimoltiplicanoitestialternativi. La battaglia sarà sugli emendamenti. Voi da che parte state? «Da quella di una democrazia decidente. La vera minaccia alla democrazia non è quella temuta da Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky, è se resta tutto come è oggi. Il testo si può migliorare, ma un Senato non elettivo potrà compensare i conflitti tra Stato e Regioni che oggi ingolfano la Corte Costituzionale. Così comeil job act vanella giusta direzione, ma mi auguro che ne seguano altri due o tre. La riforma del mercato del lavoro è solo iniziata». NINNI ANDRIOLO ROMA «Doppiamente sgradevoli gli insulti di Grillo...». Trentotto anni, a Montecitorio dal 2008, Alessia Mosca guiderà il Pd nel Nordovest alle Europee del 25 maggio. «È stata una sorpresa - spiega - Non mi aspettavo di essere capolista e mi ha piacevolmente stupita la scelta al femminile compiuta dalla direzione». Immaginava una candidatura la deputata lombarda del Pd. «La mia storia politica e personale, come la mia formazione, sono indissolubilmente legate all Europa - spiega - Molti mi chiedono: Ma come, lasci Roma per Strasburgo?. Vorrei ricordare che il 70% della legislazione nazionale è di derivazione europea...». Nata a Monza, tesi di dottorato sul Parlamento europeo, Alessia Mosca è espressione della prima generazione Erasmus. Poche settimane fa ha pubblicato un instant book - «l Unione in pratica, un Europa a misura d Italia» - che racconta la sua concezione dell Ue. Nell Università prima, l attuale capolista Pd nel Nordovest si è impegnata successivamente nell Arel di Enrico Letta. Durante il governo dell ex premier ha lavorato nello staff tecnico della presidenza del Consiglio. «La più grande soddisfazione da parlamentare è stata l approvazione della legge sulle quotefemminili nei consigli d amministrazione delle società quotate, la cosiddetta Golfo-Mosca - ricorda - E il fatto che io sia capolista Pd, con le altre capolista, mette insieme due grandi pezzi della mia vita: l impegno per le donne e quello per l Europa». Cinque «veline» alla guida delle liste Pd, secondo il solito Grillo... «Gli insulti di Grillo hanno un duplice effetto di cui mi vergogno. Da un lato viene fuori l aspetto più gretto della nostra cultura, quello che ricade nell offesa sessista e che mi fa orrore. Pensiamo di essere un Paese moderno e poi emergono i rigurgiti di vecchie abitudini che non vengono superate. Dall altro lato fa tristezza il fatto che un leader politico ricorra a questi strumenti per celare un evidente carenza di argomenti. ll Partito democratico ha compiuto una scelta politica di grandissimo coraggio, ed è questo che ha spiazzato Grillo...». C è chi ipotizza liste Pd guidate da donne per bilanciare il no alla parità di generenell Italicumcheavrebbeminatoilpatto Berlusconi-Renzi... «Si tratta di una falsa polemica. Vorrei L INTERVISTA Alessia Mosca «TristecheGrillo ricorra aquesti strumentiper celareun evidente carenza di argomenti. L Europa devetornarea esserevista come un opportunità» ricordare che il 25 maggio, esprimendo le preferenze, per la prima volta ogni elettore sceglierà almeno un candidato di genere diverso. Un passo avanti normativo importante frutto dell iniziativa del Pd. Dello stesso partito, cioè, che decide cinque donne capolista. Per quanto riguarda l Italicum, poi, noi abbiamo fatto la battaglia e la direzione ha preso l impegno di modificare la legge in Senato. Una conferma dell ispirazione fondativa del Partito democratico» Un altra donna, il sindaco di Lampedusa GiusiNicolini,rifiutalacandidaturainpolemica con le scelte del Pd... «Non voglio entrare in vicende che mi sembrano legate a fatti regionali che non conosco a sufficienza. Non mi sento di esprimere commenti. A me sembra che le elezioni europee rappresentino un momento in cui tutto il partito deve lavorare unito, in cui finalmente si determini una volontà di investire molto forte. In Europa, ancora più che in Italia, è necessario esprimere grande compattezza, sia come delegazione Voto di scambio, rissa sfiorata al Senato italiana sia come Partito democratico che ne costituirà sicuramente la maggioranza e che dovrà far valere la propria idea di Unione europea» Qual è la sua idea di Europa, e di Italia in Europa, onorevole Mosca? «Non abbiamo sufficientemente utilizzato le opportunità messe a disposizione dall Unione, poco sfruttate perché poco conosciute. Un esempio? Abbiamoutilizzato appenail45% dellerisorse che possono essere spese dai Comuni, dagli enti o dalle associazioni per fornire servizi ed essere più efficienti. Io appartengo a quella generazione che ha visto nell Europa un sogno e un opportunità. Questo sogno è stato tradito negli ultimi anni perché ci si è arroccati dentro l idea di un Europa di pochi Stati e di pochi interessi economici. Il nostro impegno deve essere quellodi andare versol Europadi tutti. Per tutti i cittadini, per tutti i diritti, un Unione accessibile in cui si stia meglio tutti». Il socialisti europei e il Pd dentro il Pse puntanosuun altraeuropachepromuova lavoro e crescita. «L Europa deve garantire crescita, lavoro, benessere. Questa Ue non ha semplificato la vita ai cittadini, ai lavoratori, alle imprese. Serve più Europa, ma un altra Europa. Non temiamo che gli Stati perdano un pezzo di sovranità, non ha sensoche ci siano ventotto normative diverse sul lavoro o ventotto tipi diversi di welfare. Il sogno grande è quello degli Stati Uniti d Europa». Lei propone più Europa, ma c è il rischio che alle prossime elezioni si affermino le listeantieuropeeel astensionismo.l austerità esasperata ha fatto crescere l idea di un Europa nemica causa di crisi. UnondalungacheinItaliapuòavvantaggiare Grillo. «Il rischio vero è che vadano a votare solo gli arrabbiati. Ma c è la gran parte, soprattutto del nostro mondo di riferimento, che chiede paradossalmente più Europa e non meno Europa. Ho incontrato molte persone, molti gruppi, molte associazioni in questi mesi. Il filo rosso che lega tutti non è usciamo dall Europa. Si scorgono ancora le potenzialità enormi dell Unione. Si chiede un altra Europa, certamente. Un Europa diversa che vuol dire anche di più. Il tema quindi non è andare controcorrente rispetto a un sentimento diffusoche chiede, adesempio, l uscita dall euro. Questo elementonon è maggioritario. Può non diventarlo se rilanciamo la grande Europa dei popoli e dei cittadini» Nuova giornata ad alta tensione nell aula di Palazzo Madama. Dopo la bagarre di mercoledì sulla Tav, ieri in Senato il Movimento Cinque Stelle ha protestato in modo plateale contro la legge che vieta il voto di scambio politico mafioso, sfiorando la rissa con un senatore di Gal. Visto il caos in aula la discussione generale è stata sospesa (prima lo ha annunciato il presidente di turno Roberto Calderoli, poi è stato decisoconilvotodi Pd, Ncd, Fie Sc) e i grillinihanno urlato alla «ghigliottina» sul dibattito. Ora si passa direttamente alla discussione del testo, martedì 15. Cosa è successo? I senatori 5 Stelle avevavo avviato l ostruzionismo (iscrittia parlarein 27) per fartornarelalegge in commissione. Proposta bocciata dalvoto. Allorahanno ritmatocori, come in un corteo, «fuori la mafia dello Stato», puntandoildito sullariduzione delle pene per l art. 416 ter. Il capogruppo M5S Vincenzo Santangelo, appena incaricato, insulta i colleghi: «Siete ben poco onorevoli e non degni di essere parlamentari» urla tra le proteste degli altri gruppi, «vi accompagneremo fuori uno a uno, anche alla luce della vostra età avanzata. Andrete tutti a casa». Va avanti così, tra battibecchi con il forzista Nitto Palma e un pelo dallo scontro con Vincenzo D Anna: il senatore di Gal si è diretto verso i banchi grillini con un sarcastico saluto romano per dire che sono «i nuovi squadristi». A difenderli, solo Scilipoti. Grillo sul blog ha rilanciato: «Ghigliottina contro il M5S, i mafiosi ringraziano». Insomma, alla fine il voto slitta a martedìconilpentastellato Buccarella che promette «quattro giorni di fuoco» anche in piazza. Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari Costituzionali, Pd, ritiene «inspiegabile e inaccettabile il comportamento dei senatoridelm5s, comenonè piùtollerabile l atteggiamento di Beppe Grillo» perché, se pure l iter della legge è stato controverso, il Pd vuole approvarlo prima delle elezioni per evitare altri scambi, e aggiunge che «si tratta di una legge che Raffaele Cantone, presidente dell'authority Anticorruzione, e Franco Roberti, procuratore nazionale Antimafia, hanno definito equilibrata e perfetta. Perché i senatori del M5S vogliono bloccare questo provvedimento?», chiede Finocchiaro. E, secondo DonatellaFerranti, Pd, presidente della commissione Giustizia alla Camera «il grande risultato dell ostruzionismo a 5 stelle èl aver ritardato ancora una volta l approvazione di una legge attesa da 20 anni» con critiche «immotivate e strumentali» e un atteggiamento «cinico e vergognoso». PerFelice Casson, senatorepd, iltesto tornato dalla Camera è «un compromessoalribasso», maè«meglioquesto che le norme di vent anni fa», perché se a Montecitorio le pene sono state abbassate, è stata vietata la promessa di unvoto di scambiotra mafioso e politico. Mercoledì sera Casson e il Pd in commissionegiustizia si sono astenuti su alcuni emendamenti (al Senato è come votare contro); quelli del Pd erano «uguali a quelli dei 5 stelle», prosegue, ma sconfessa i grillini quando dicono che «è stato costretto a ritirarli»: «No, li ho ritirati perché la legge sarebbe tornata alla Camera e non si finiva più». NATALIA LOMBARDO

17 6 venerdì 11 aprile 2014 POLITICA ANDREA CARUGATI ROMA Un governo «più semplice e meno costoso rafforzerebbe la fiducia fra gli italiani e gli investitori». E «non a caso le riformeistituzionalisono uno dei punti centrali» del governo Renzi, spiega daglistatiunitiil ministrodell Economia Pier Carlo Padoan. Il cronoprogramma delle riforme è stato inserito nel Def, Documento di economia e finanza varato martedì dal Consiglio dei ministri. Per l Italicum, l approvazione definitiva è prevista a settembre 2014, mentre l ok «finale» alle riforme costituzionali arriverà «entro dicembre 2015». Il timing ristretto è stato ribadito ieri anche dal ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, che è intervenuta a un convegno di costituzionalisti liberal in Senato. Boschi ha allontanato le polemiche con i «professoroni» dei giorni scorsi, si è detta pronta ad ascoltare ancora proposte e suggerimenti e a «migliorare» il testo partorito dal governo. «Ma c è anche l esigenza di mettere dei punti fermi e di decidere». Alcuni dei promotori del convegno, tra cui Stefano Ceccanti, Michele Salvati, e Paolo Segattihannoconsegnatoa Boschiundocumento che dà un sostanziale via libera al ddl del governo, chiedendo però chela componente regionale sia prevalente rispetto ai sindaci e che il collegio chiamato a eleggere il presidente della Repubblica sia allargato, in modo da evitare che la maggioranza della Camera sia il dominus assoluto della scelta. Nessun dubbio invece sull elezione indiretta dei senatori e una critica ai colleghi Rodotà e Zagrebelsky, che avevano evidenziato rischi per gli equilibri democratici nella bozza del governo: «Critiche frutto di un antistorico complesso del tiranno, per fortuna ormai ampiamente minoritario», dicono Ceccanti e gli altri. Michele Ainis, invece, ha proposto di eliminare i 21 senatori scelti dal Quirinale e ha evidenziato la necessità di arrivare in ogni caso a un referendum confermativo sulla riforma. InSenato resta alta la tensione per il ddl Chiti, che prevede l elezione diretta di 106 senatori, e che ieri è stato rilanciato con Forza da Pippo Civati, che ha auspicato la convergenza su questa base di un ampia maggioranza con Fi e M5S e ribadito che quel ddl «non sarà ritirato». Un gruppo di una trentina di senatori di Fi e Ncd guidati da Augusto Minzolini ha infatti presentato una propostasull elezione diretta. Il testo Chiti è stato firmato ieri da 12 senatori ex M5s, ma due firmatari del Pd, Claudio Broglia e Giuseppe Cucca, si sono detti pronti a ritirare la firma. «Pronti a discutere su un testo comune alternativo a quello del governo», ha fatto sponda a Civati il coordinatore di Sel Fratoianni. Mentre Gaetano Quagliariello di Ncd spiega che «è possibile trovare una mediazione tra Boschi e Chiti, potenziando le funzioni di garanzie e controllo della seconda camera». Una linea su cui converge anche il gruppo dei 25 Pd guidati da Francesco Russo, che si candidano a fare da «facilitatori» per recuperare l unità del gruppo in Senato». L aula di Palazzo Madama Riforme, Renzi striglia i ribelli Pd: «Adeguatevi» Il premier alla minoranza: «Si discute e poi si fa quanto deciso dalla maggioranza» Il timing inserito nel Def Emendamenti dalle Regioni Renzi però tira dritto e striglia i ribelli Pd. «Ci chiamiamo Partito democratico, e ne siamo orgogliosi. Significa che la minoranza non va per i fatti suoi, si discute e poi si fa quello che ha deciso la maggioranza». E il ddl Chiti? «Un ipotesi da sventolare sui giornali per tre giorni non ha alcuna possibilità di passare», ribadisce il premier. «Il Pd manterrà il suo impegno». Quanto al possibile nuovo incontro con Berlusconi, dice Renzi: «Per ora non è previsto, ma è un bene che Forza Italia resti al tavolo delle riforme». Nella ex area Cuperlo cresce il ENTI LOCALI Salva-Roma, la Camera vota sì alla fiducia L aula della Camera, con 325 sì e 176 no, ha approvato la fiducia chiesta dal governo Renzi sul cosiddetto Salva-Roma ter, il decreto legge in materia di finanza locale e misure volte a garantire la funzionalità dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche. Il provvedimento sulla finanza degli enti locali approvato ieri è l ultimo dei tre decreti originati dallo «spacchettamento» delle misure contenute nell ex Salva Roma all esame del Parlamento, richiesto dal presidente della Repubblica per l eterogeneità delle misure contenute nel testo originario. Il Senato avrà ora tempo fino al 5 maggio per convertirlo definitivamente in legge. Le modalità di applicazione della nuova Tasi si accompagnano nel testo con una serie di stanziamenti dello Stato a sostegno dei bilanci di Comuni e Provincie. Tra le novità è previsto che per l anno 2014 le aliquote Tasi possono essere incrementate dello 0,8 per mille a condizione che siano finanziate detrazioni d'imposta o altre misure tali numero dei pontieri. La neonata area riformista di Epifani e Fassina ha ribadito, nell incontro di mercoledì sera, di non voler ostacolare la riforma del Senato, ma di puntare a radicali modifiche dell Italicum. «Giusto partire dal testo del governo, ma il Pd deve ancora discutere», ha detto Cuperlo. Ieri alcuni firmatari del ddl Chiti si sono ritrovati a un convegno del Centro per la riforma dello Stato di Mario Tronti, con molti esperti come Stefano Rodotà e Massimo Luciani. «Il mio giudizio severo sul ddl del governo non era sbagliato», ha chiosato Rodotà, dopo una sfilza di interventi molto critici, tra cui Carlo Galli e Mario Dogliani, che hanno parlato di «populismo» in relazione all impianto di riforma del governo. I governatori annunciano un pacchetto di emendamenti su Senato e Titolo V. A partire dalla richiesta di un numero di senatori proporzionale agli abitanti delle varie regioni: dai 16 della Lombardia giù fino al minimo per la Valle d Aosta. E dalla richiesta di chiarire per legge «in modo più rigoroso» i confini delle competenze tra centro e periferia. da generare un carico d'imposta equivalente a quelli determinatosi con l'imu. Il versamento della Tasi dovuta può essere effettuata al comune per l'anno in corso in due rate di pari importo, la prima il 16 giugno e la seconda il 16 dicembre. Sono esenti dal tributo per i servizi indivisibili gli immobili posseduti dallo Stato dalle regioni, dalle province, dai comuni, dalle comunità montane, dai consorzi fra questi enti, dagli enti del servizio sanitario nazionale, destinati esclusivamente ai compiti istituzionali. Il Dg Rai: resto ma va cambiata la governance Bene il bilancio NATALIA Conclude tre ore di presentazione del piano industriale ai giornalisti con lo scorrere di 200 slide («le uso dall 86», scherza) e con un significativo spezzone di Good Night e Gook Luck, il film di Clooney sulla libertà d informazione ai tempi del maccartismo, Luigi Gubitosi, per dire che resterà direttore generale della Rai: «Credo che il governo abbia espresso fiducia su di me, io e la presidente Tarantola abbiamo un commitment e vogliamo portarlo avanti», ha detto il dg a viale Mazzini. Il suo mandato scade a giugno 2015 e ora non è entrato nel giro di nomine sulle società, come ha detto ieri Antonello Giacomelli, il viceministro allo Sviluppo con delega alle Telecomunicazioni, Pd: «Io non credo che siano prevedibili cambi al vertice della Rai, francamente non me lo auguro nemmeno». Gubitosi ieri ha illustrato anche la chiusura del bilancio 2013 con un utile netto di 5,3 milioni (approvato dal Cda all unanimità). «Avrei vinto la scommessa con chi - Grillo - diceva che avremmo perso 400milioni», dice con soddisfazione; nel 2012 era andata male, con una perdita di 245 milioni, e il 2014 si prevede in pareggio. Il Dg pensa in grande, alla digitalizzazione di radio, tv e archivi, alla modernizzazione di una società che resta leader negli ascolti al 40%. Si adeguerà alla riduzione del suo stipendio se sarà legge, (non è un manager bensì il primo dirigente «precario») e guarda al passaggio cruciale del rinnovo della concessione di servizio pubblico nel 2016 al quale propone di arrivare con una consultazione modello Bbc. E, prima di allora, Gubitosi suggerisce «di rivedere la governance della Rai» e i criteri di nomina del vertice della legge Gasparri che impongono le mani della politica sulla tv pubblica. Anche il governo, secondo il dg, vorrebbe cambiare: «Non credo che le manterrà invariate». Renzi al momento non ha interesse a ribaltare una Rai che non gli rema contro, prima del 2016 nella sua agenda entrerà anche il superamento della Gasparri, vista la scadenza del Cda nel Il vero tema, ha detto Giacomelli incassando il plauso dell Usigrai, «non è il soggetto, che è la Rai, ma quale Rai, quale servizio pubblico». Nel primo trimestre 2014 più 3,9% di ricavi pubblicitari, ma dal 2013 c è più morosità sul canone. La spendingreview è stataforte,tagliati 98 milioni di euro nel E i tagli che vuole Cottarelli? Parliamone... left e la fine del «tabù giustizia» nel dopo-berlusconi Il numero domani in edicola analizza le vicende giudiziarie dell ultimo ventennio e le prospettive future GIOVANNI MARIA BELLU Un giorno la sinistra smise di occuparsi della cattiva giustizia. Non se ne conosce la data precisa, ma si può affermare con certezza che l inizio di questa «distrazione» coincide col momento in cui l uomo più ricco e potente d Italia cominciò ad attaccare i giudici, e a cambiare le leggi, per difendere se stesso. Prima del inizio dell era berlusconiana la questione della difesa dei diritti dei più deboli era stabilmente all ordine del giorno del dibattito della sinistra. Si parlava senza imbarazzo di procure che occultavano le inchieste (i «Porti delle nebbie») o che si accanivano su figure deboli e marginali per distogliere l attenzione dalle responsabilità degli apparati dello Stato nelle stragi (il «caso Valpreda»). Poi tutto (o quasi) tacque. Abbiamo dedicato il prossimo numero di left (in edicola domani con l Unità)a questo tabù. Ne abbiamo parlato con giuristicomeluigiferrajoli, con storicicome Salvatore Lupo. Nell editoriale di apertura il giudice Alberto Cisterna chiarisce un aspetto cruciale della questione. E cioè che a questo silenzio della sinistra si è accompagnata, da parte della politica, di tutta la politica, la progressiva rinuncia all esercizio della sua funzione di controllo, per esempio attraverso le authority. È una questione complessa e delicata. Ma proprio per questa ragione è opportuno cominciare ad affrontarla. Perché se il «tabù-giustizia» è stato uno dei più nocivi tra gli «effetti collaterali» del berlusconismo, romperlo è una delle condizioni indispensabili per tornare a essere un Paese normale. E per chiudere definitivamente col berlusconismo. Uno dei servizi è dedicato all autogoverno dei giudici e a specifiche vicende che nell assegnazione degli incarichi direttivi, nella elezione dei membri del Csm e dell'associazione nazionale magistrati richiamano modi e metodi della cosiddetta «vecchia politica». Perché il silenzio, l attribuzione di una sorta di delega illimitata, ha fatto male anche ai giudici e ai loro «partiti interni». Gli unici a essere sopravvissuti al passaggio tra la prima e la seconda Repubblica. Un problema di difesa e di riconoscimento del merito esiste anche tra i magistrati.le «logiche correntizie» sono spesso decisive per la scelta di capi di uffici delicatissimi. Col risultato paradossale che così come la politica delega alla giurisdizione scelte che non è in grado di compiere (dalla riforma elettorale a quella della legge 40), gli stessi giudici finiscono con l affidare ad altri giudici (quelli del Tar) la risoluzione dei conflitti interni generati da un uso improprio dei poteri di autogoverno. In definitiva, parliamone. Col senso di responsabilità dovuto a una materia che, contemporaneamente, attiene al buon funzionamento della democrazia e alla vita quotidiana di tutti noi. Parliamone in modo semplice e chiaro. Come la vignetta-editorialedi Sergio Staino (che non anticipiamo qua per non guastare la sorpresa) suggerisce, in apertura del numero, con amara e feroce ironia.

18 venerdì 11 aprile JOLANDA BUFALINI ROMA Un settore in cui l export vale 33 miliardi di euro,che nel2013 ha esportatoprodotti di punta del made in Italy per il 5 per cento in più, rispetto allo stagnare di altri ambiti, è un settore, quello agricolo, su cui spingere l acceleratore e puntare. È quello che sta provando a fare il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, forte anche del fatto che nella Pac, politicheagricole comuni, ci sono 52 miliardi di euro, «belle risorse», chiosa il ministro, «che serviranno a progettarel agricolturaitalianadel futuro». Ministro, con il suo hashtag Campolibero lei chiama alla partecipazioneicittadini.èunainiziativainconsueta inuncampoincuilapoliticaèpienaditecnicismi, non le pare? «Credo sia in assoluto la prima volta che si fa una call aperta in campo agro-alimentare per raccogliere idee e ipotesi di lavoro. Ho lanciato l hashtag a Vinitaly proprioperla caricasimbolica cheilsettore vitivinicolo ha in Italia. Attraverso il sito del ministero delle politiche agricole, tutti avranno tempo sino al 30 aprile, di suggerire idee. Sul sito c è una prima griglia di lavoro elaborata da noi. Visi valorizzano i temi della legge di stabilità 2014 e si sviluppano temi a mio avviso cruciali, alla cui elaborazione tutti possono concorrere.dopo il 30 aprile questo lavoro si trasformerà in un atto legislativo». C èilproblemadeirapportidegliagricoltori con la Pubblica amminstrazione? «Èuno deidueassisucuisibasailpiano d azione: snellire, sburocratizzare. Ci saràun registro unicodei controlli, si riduce da 180 a 60 giorni il silenzio-assenso, per consentire a chi impianta una aziendaagricola dientrare rapidamente inattività. Sarà più facile la vendita diretta, che è una grande peculiarità italiana, le percentuali di vendita diretta che si fanno in Italia non hanno eguali in Europa, c è la dematerializzazione dei registri di carico e scarico e c è un provvedimento molto apprezzatoche èl introduzione della diffida». Per evitare di pagare subito la sanzione? «Precisamente, si dà tempo a chi ha sbagliato di mettersi in regola, solo trascorso quel tempo si dovrà pagare la sanzione». I numeri dicono che il settore agricolo esprime molte cose positive, l export, per esempio, aumenta. Ma è anche un settore sovraccaricatodipesi,unagiungladientie anche tanti scandali clientelari avvenuti nelle nomine. Come si muove il piano da questo punto di vista? «Abbiamo la necessitàdidisboscare la rete di enti e società ministeriali. In Campo libero ci sono 18 azioni per la riorganizzazione degli enti, riducendo i consiglieri di amministrazione da 5 a 3 e anche, dove possibile, da 5 a 1. Ma la semplificazione riguarda anche aspetti molto tecnici come, nel settore vinicolo, le norme sui solfiti o quelle sulle operazioni di carico e scarico». Iricercatorisidiconod accordoconleintegrazioni degli enti però, aggiungono, non sideveperderedivistailruolodellaricerca in agricoltura, che va tutelata. «Condivido e penso che dobbiamo fare di più dal punto di vista strategico. Nei prossimi mesi presenteremo un piano nazionale per la ricerca, sulla base delle risorse di Horizon 2020 e sulla base della nuova Paccheprevede4miliardi dieuro perle Il Papa: la tratta delle persone delitto contro l umanità ROBERTO MONTEFORTE CITTÀ DEL VATICANO Sempre più giovani scelgono di tornare a lavorare nei campi «Meno burocrazia, più idee E l agricoltura darà lavoro» L INTERVISTA Maurizio Martina Ilministro parladi «Campo Libero»: chiama i cittadini asviluppare itemi diun settorechesaràpiù snello epiùattento ai prodotti «Punteremo sulla ricerca» Eip,europeaninnovationpartnership. La filosofia di Campolibero poggia su tre pilastri, i giovani, la Pac e il progetto per la ricerca». C è un altra cosa interessante nella filosofia che ispira questi progetti, è la distinzione fra mercato e bene comune «Èunadelle novità, un metodo nuovo nella applicazione delle politiche comunitarie. L agricoltura in montagna o in zone svantaggiate assolve funzioni non solo economiche ma anche sociali, di cittadinanza,e diterritorio. Distinguere fra agricoltura come bene pubblico e agricoltura come mercato fotografa meglio il paese e questoavràun peso nella ripartizionedelle risorse». Comerealizzarel obiettivodelleassunzioni dei giovani in agricoltura? «Intanto con i mutui a tasso zero per le imprese condotte da under 40. Poi ci saranno gli incentivi per le assunzioni con uno sgravio di un terzo della contribuzione sulla retribuzione lorda, mutuando dal jobs act la formula dei 36 mesi. Infine cisaranno le misureper incentivarela stabilizzazione». Comesistabilizza illavorodei giovaniin agricoltura? «Stiamo lavorando all ipotesi di una nuova forma contrattuale, reperendo risorse suun altro fronte,che inneschiun meccanismo virtuoso, rimodulando il numero delle giornate lavorative (102 l anno) che, inagricoltura, dà accessoagli ammortizzatori sociali». Misuresulfronte dellaconcorrenza globale? «Crediti d imposta per lo sviluppo dell e-commerce, la rete è la nuova frontiera ed è chiaro che quello è un terreno «La tratta degli esseri umani è un delitto contro l umanità». Ha ribadito con forza la sua denuncia ieri Papa Francesco incontrando, nella Casina Pio IV in Vaticano, i partecipanti alla seconda Conferenza internazionale sulla tratta delle persone umane organizzato dalla Conferenza episcopale d Inghilterra e del Galles. Vescovi, religiose, responsabili di organizzazioni di volontariato, operatori sociali e i responsabili delle forze dell ordine di oltre 20 Paesi, tra cui l italiano Alessandro Pansa, si sono confrontati per due giorni sulle strategie di collaborazione più efficaci per contrastare l «abominio di commerciare in donne, bambini, uomini» e su come prevenirlo, garantendo percorsi di tutela e di accoglienza per le vittime, recuperandole alla dignità e alla vita. Ma anche con azioni di efficace contrasto verso i carnefici, i «trafficanti». «La tratta è una piaga nel corpo dell umanità contemporanea e nel corpo di Cristo» ha aggiunto il pontefice che prima di salutare i partecipanti al Convegno riuniti nell Aula magna della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, ha voluto incontrare quattro donne vittime della tratta e costrette a prostituirsi: una cilena, una della Repubblica Ceca, un ungherese e un argentina che hanno portato al convegno la loro drammatica testimonianza. Le ha ascoltate e rincuorate. «Basta» ha esclamato, ribadendo l impegno della Chiesa e sottolineando l importanza dell incontro «delle autorità di polizia, impegnate soprattutto a contrastare questo triste fenomeno con gli strumenti e il rigore della legge», con «gli operatori umanitari, il cui compito principale è di offrire accoglienza, calore umano e possibilità di riscatto alle vittime». «Sono due approcci diversi - ha osservato - ma che... Francesco incontra quattro ex prostitute straniere che attualmente vivono sotto protezione I NUMERI 33,4 L export in miliardi Il settore agricolo vale 33,4 miliardi di export, che è aumentato, nel 2013, del 48% a fronte degli altri settori dell economia rimasti stabili. 52,2 I miliardi del Pac Il finanziamento europeo alle politiche agricole si è ridotto, ma resta una bella risorsa su cui puntare per rafforzare il settore. 75 I milioni annui per i giovani A tanto ammonta la fiche europea per incentivare il lavoro dei giovani in agricoltura. 19 I giorni di attesa alla dogana Uno degli handicap da superare è il numero di giorni in cui le merci italiane sono ferme alla dogana. Le merci francesi si fermano 9 giorni, quelle tedesche 7. 4I miliardi per la ricerca La nuova Pac finanzia con 4 miliardi la eip, European innovation partnership possono e devono andare insieme». L impegno, infatti, è straordinario. Il fenomeno delle nuove schiavitù va crescendo. Secondo gli ultimi dati forniti dal Global Slavery Index, alla fine dello scorso anno erano quasi trenta milionigli individuivittime del traffico di esseri umani in 162 Paesi, che interessa il cosiddetto Terzo mondo (solo in India si contano 14 milioni di «nuovi schiavi»), ma anche i «Paesi avanzati», luogo di destinazione di chi va ad alimentare il mercato della prostituzione o quello del lavoro clandestino. Le conclusioni dei lavori sono state presentate alla stampa dal cardinale Vincent Gerard Nichols, arcivescovo di Westminster e dal cardinale nigeriano John Olorunfemi Onaiyekan, insieme a privilegiato, da contrastare, per la contraffazione, per la diffusione dei falsi prodotti italiani. L altra cosa importante è lo sviluppodelle piattaformedidistribuzione all estero, la cui mancanza è una tara storica per l agroalimentare italiana, che non ha, come la Francia, grandi catene di distribuzione, né, come la Germania, una logica di organizzazione come paese». Chipuòfarsicaricodiquestotipodiveicolo globale? «Imprese che si aggregano e imprese che lavorano sulla internazionalizzazione dei prodotti italiani». Spedire prodotti alimentari all estero, è una avventura sconsigliabile. «Le do un solo dato statistico, la sosta alle dogane italiane è di 19 giorni, contro i 9 della Francia e i 7 della Germania. Una bella differenza! Infatti stiamo lavorando con l agenzia delle dogane per affrontare questo problema». Per assumere giovani immagino ci voglia una certa dimensione aziendale, in Italia prevalgonolepiccoleepiccolissimeaziende. «È vero, però ci sono esperienze come quella dellemele deltrentino, dove le piccole aziende si sono aggregate e hanno portato nel mondo il prodotto, facendo un miliardo di fatturato. Inoltre la Pac prevede per i giovani in agricoltura un budget di 75 milioni di euro l anno». Ci sono due temi molto caldi nei rapporti con l Europa, l etichettatura e gli Ogm. «Sono due temi che tratteremo durante il semestre di presidenza Ue dell Italia. Sugli Ogm siamo d accordo anche con gli assessori regionali che l obiettivo è che ciascun paesemembrodecida autonomamente se coltivare Ogm oppure no. La Grecia e diversi altri stati sono su questa posizione. L etichettatura, poi, è molto importante, per valorizzaree difendere i nostriprodotti dallefalsificazioni. Sappiamo che è una battaglia difficile in Europa ma la vogliamo portare fino in fondo. Per questo avvieremo subito, anche prima deitempi previsti da Bruxelles, un indagine sulla sensibilità dei nostri consumatori sulla provenienza del prodotto». suor Aurelia Agredano, vice generale della congregazione spagnola delle Adoratrici che ha sottolineato come il percorso di liberazione delle donne sottratte al racket della prostituzione, per essere efficace, debba essere di «condivisione», più che di «riabilitazione», liberoda giudizi epregiudizi. Chepreveda una mentalità diversa e vada oltre i pur essenziali interventi di polizia. Resta fondamentale la collaborazione con le forze dell ordine, rappresentate alla conferenza stampa da Sir Bernard Hogan-Howe, capo della polizia di Londra. L impegno comune contro questa nuova forma di schiavitù è stato sancito da una «dichiarazione finale» sottoscritta alla fine dell incontro. Il prossimo si terrà l anno prossimo a Londra.

19 12 venerdì 11 aprile 2014 ECONOMIA Def: gli statali avranno il contratto nel 2020 Nuovo rinvio per l adeguamento delle buste paga ferme al 2009 I sindacati sul piede di guerra: «Basta usare i dipendenti pubblici come un bancomat» Cig in deroga, manca un miliardo ANDREA BONZI abonzi@unita.it Sono i sindacati a rimarcare le spine del Documento di programmazione economica e finanziaria (Def), il giorno dopo la presentazione fatta dal premier Matteo Renzi. Due le storture da correggere, secondo i confederali: la prima l ulteriore proroga del rinnovo per i dipendenti statali, spostata al 2020, la seconda i timori per il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, per la cui copertura mancherebbe ancora un miliardo di euro. SINDACATI SUL PIEDE DI GUERRA A far arrabbiare Cgil, Cisl, Uil e Ugl un passaggio del Def in cui si legge che «la spesa per redditi da lavoro dipendente è stimata diminuire dell 0,7% per il 2014, per poi stabilizzarsi e crescere dello 0,3% nel 2018, per effetto dell indennità di vacanza relativa al triennio contrattuale ». Si tratta di un indennità chescatta perleggequandonon sono previsti rinnovi. È dal 2009 (governo Berlusconi) che le buste paga degli statali - circa 3milioni e400mila persone - non vengono adeguate: già la finanziaria messa a punto dall esecutivo di Enrico Letta aveva fissato al 2017 la possibilità di rinnovo, ora si rischia di differire gli aumenti di ulteriori tre anni. Si stima che ogni punto percentuale di aumento valga circa un miliardo. Soldi che non sono previsti nel Def ma che, dicono i sindacati, vanno trovati. «È aberrante spostare in avanti il contratto dei dipendenti pubblici - attacca a testa bassa Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, intervistato a Radio Uno -, significa mettere completamente a terra la Pubblica amministrazione». Un ulteriore blocco, dicono in coro i sindacati del pubblico impiego, «sarebbe inaccettabile. È un inutile ingiustizia alla quale, in caso di conferma, ci opporremo con tutti i mezzi a disposizione». Antonio Foccillo, segretario Uil, aggiunge: «Ancora una volta si utilizza questo settore come unbancomat. Non èpiù possibile continuare con questo andazzo: se non si corregge questa anomalia, la risposta sarà molto ferma». Ma i sindacati chiedono risposte anche su un altro tema, ugualmente se non più urgente: il rifinanziamento della Cassa integrazione in deroga. Serve almeno un miliardo, che non è stato ancora trovato. La conferma arrivadalministro GiulianoPoletti, ieri a Torino a margine della fiera «Io lavoro». «La legge di stabilità non ha finanziato adeguatamente questo strumento - osserva il ministro -, è un problema che stiamo gestendo». Ma, sottolinea Poletti rivendicando la riforma degli ammortizzatori in cui è in prima linea, «dobbiamo sapere tutti che è uno strumento che va a chiudere, non possiamo continuare in eterno dopo aver utilizzato cassa ordinaria, straordinaria e mobilità. È insostenibile per il bilancio dello Stato e non è giusto per le persone, che devono provare ad avere tutte un lavoro dignitoso». Urge una soluzione, e in fretta. Per questo, la risposta del governo finora «è generica e insufficiente - tuona Susanna Camusso, leader della Cgil, abbiamo regioni nelle quali sono iniziati i licenziamenti». «Non si può interrompere la Cig in deroga, che rappresenta per i lavoratori l'unica forma di sussistenza - sottolinea Camusso a margine di un convegno alla Federazione nazionale della stampa - ma rimane anche l'unico strumento che riesce a mantenere una prospettiva per l'attività produttiva che altrimenti sarebbe chiusa. Servono finanziamenti e che non ci siano cambiamenti in corso d'opera che impediscano l'attuazione degli accordi». Parlando poi più in generale del Def, Camusso ha promosso la riduzione Irpef che porta 80 euro in tasca a chi guadagna fino a 25mila euro lordi, aggiungendo però che «quest unico stimolo alla crescita è un primo passo ma non basta», rimarcando inoltrel assenza diun aiuto per i pensionati. Aspingere perl erogazione urgentedelle risorseperla Cigsonoanche i territori: il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha scritto a Poletti per rappresentare la drammaticità della situazione in cui versano decine di migliaia di lavoratori. Per il 2013 sarebbero necessari 680 milioni, e richieste crescenti per l anno in corso. Lavoro, Bce: «Il peggio è passato» Ma per il Fmi la crescita è a rischio Il tasso di disoccupazione resta alto. Ma la sua stabilità e un leggero miglioramento di alcuni indicatori fanno dire alla Bce che, con tutta probabilità, l Europa può lasciarsi alle spalle il periodo peggiore della crisi. Lo segnala l ultimo bollettino trimestrale dell istituto guidato da Mario Draghi, rilevando come «l'occupazione, rimasta stabile nel secondo e terzo trimestre del 2013, ha segnato un lieve incremento sul periodo precedente nell'ultimo trimestre - si legge nel rapporto Bce -. Allo stesso tempo, i dati più recenti suggeriscono che il tasso di disoccupazione si è stabilizzato su un livello elevato». In realtà, il ritardo con cui i mercati rispondono ai miglioramenti macroeconomici è una costante. Tuttavia i dati campionari sono meno negativi del previsto e «hanno registrato un ulteriore miglioramento e indicano nondimeno un rafforzamento solo graduale dei mercati nel prossimo futuro». Sviluppi che secondo l'istituzione monetaria «segnalano con chiarezza la fine del precedente prolungato periodo di perdita di posti di lavoro». E il tasso di disoccupazione, sceso nell ultimo trimestre del 2013 per la prima volta dal primo trimestre del 2011, è rimasto stabile all 11,9% tra ottobre 2013 e febbraio Preoccupata per la crescita è Christine Lagarde, il numero uno del Fondo monetario internazionale, che ieri, da Washington, è tornata a fare pressioni proprio sulla Bce. L avvertimento è chiaro: «L'inflazione bassa e per un lungo periodo mette a rischio la crescita. L Eurotower usi le misure non convenzionali necessarie». Deoleo, l olio che divide Italia e Spagna LA. MA. MILANO Non diventerà un caso diplomatico, ma di sicuro la guerra dell olio ha già suscitato parecchia tensione tra Italia e Spagna. Con il premier Renzi che definisce «inaccettabile» la «sorta di avversione alla italianità» che gli è parso di cogliere da parte di Madrid nella battaglia per il controllo del primo produttore mondiale di olio. La vicenda è quella del gruppo spagnolo Deoleo, leader di settore che controlla tre marchi italiani storici quali Bertolli, Carapelli e Sasso: messo sul mercato, finirà probabilmente in mano alla Cvc Capital Partners, finanziaria britannica specializzata in private equity e hedge fund. L offerta è di 0,38... Poletti: «Stiamo cercando le coperture». Camusso avvisa: «Si avvicina il rischio di licenziamenti» euro per azione per la totalità delle azioni, secondo quanto dichiarato dal gruppo Deoleo, che conferma: «Si sta negoziando».ma, oltre all ipotesi inglese, venerdì scorso era stato il Fondo strategico di Cdp, in alleanza con il Fondo sovrano del Qatar, a presentare un offerta per il 100% di Deoleo. Il governo spagnolo, però, si è mobilitato per difendere quello che considera un settore strategico, segnalando che potrebbe arrivare anche un offerta di Sepi, società pubblica spagnola di partecipazioni industriali. In lizza, anche il fondo di private equity Carlyle, Rhone Capital, e i francesi di Pai Partner. Deoleo ha messo in vendita il 31% del capitale, una quota al momento in mano a Bankia, Caixa, Kutxabank e Banca Mare Nostrum, che farebbe poi scattare I DATI l obbligo di opa sull intera società. «Così come qualche anno fa le aziendeitalianehannovendutoi marchiagli spagnoli, se oggi il Fondo della Cdp o qualcun altro volesse ricomprare quelle aziende sul mercato, hanno il diritto di farlo». Così Renzi l altro giorno. Chiedendo «reciprocità di trattamento» in Europa, «non possiamo pensare di avere un rapporto con la Spagna meno che corretto - ha chiuso Renzi - e lo segnalerò al primo ministro Rajoy».... Carapelli, Bertolli, Sasso vendute al fondo inglese Cvc. Renzi: «Avversione inaccettabile» Interviene anche il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, secondo il quale «se l intervento pubblico spagnolo andasse in porto, 300 milioni di litri di olio spagnolo all anno continuerebbero ad essere venduti come italiani sfruttando i marchi storici del made in Italy». Coldiretti ricorda anche l escalation della presenza spagnola in Italia che nel 2013 ha visto il passaggio del 25% Riso Scotti alla multinazionale alimentare iberica Ebro Food, dopo che il gruppo Agroalimen di Barcellona (Gallina Blanca) era salito al 75% nella proprietà di Star, mentre già nel 2011 la Fiorucci salumi era stata acquisita dalla Campofrio food. Il marchio Bertolli era finito in Spagna nel 2008, acquisito dal gruppo Sos che nel 2006 aveva già rilevato Carapelli e Sasso. «80 euro e poi bloccano i rinnovi: è uno scambio inaccettabile» L INTERVISTA Rossana Dettori La leader della Funzione pubblica Cgil: «Abbiamo lottato unitariamente contro altri governi, lotteremo anche contro Renzi» MASSIMO FRANCHI Far passare gli 80 euro in busta paga come uno scambio per la rinuncia al rinnovo contrattuale è inaccettabile. Il segretario generale della Funzione pubblica Rossana Dettori risponde da Assisi, dove è in corso il Congresso dei pubblici della Cgil. E la notizia contenuta nel Def di un blocco dei contratti non ha sorpreso nessuno. Segretario Dettori, vi aspettavate questo ulteriore blocco? Lo scambio lo avevamo già denunciato prima di trovare nel Def che fino al 2017 continua il blocco che va avanti già da 5 anni. E che dal 2017 al 2020 ci saranno aumenti una tantum. Per noi è inaccettabile anche perché quegli 80 euro promessi dal governo Renzi non andranno a tutti i 3 milioni di dipendenti pubblici. Abbiamo lottato unitariamente contro tutti i governi, lo faremo anche contro quello Renzi. Per voi poi ci sono anche gli 85mila esuberi indicati da l commissario Cottarelli. È possibile trattarli con i prepensionamentiannunciatidalla ministra Marianna Madia... Madia ha sempre detto che gli 85mila sono un numero indicato da Cottarelli e non dal governo. Gestire 85mila esuberi con i prepensionamenti è impossibile per le casse dell'inps, visto che l'idea del governo è scaricare i costi spostandoli dallo Stato all'ente pensionistico. Noi ci siamo detti disponibili a discutere lo strumento prepensionamenti con il ministro Madia. Ma con alcuni paletti: nessuna contrapposizione con i lavoratori privati, evitare nuovi esodati e penalità sugli assegni. La staffetta generazionale è poi possibile senza dimenticare i 130mila precariei70milavincitori diconcorsi. La situazione dei dipendenti pubbliciitalianihasimilitudiniconquelli greci... Sì, le politiche di austerità della troika e dei governi si sono abbattute soprattutto sul settore pubblico, riducendone il perimetro. In Grecia hanno privatizzato gli ospedali. Noi per ora ci siamo fermati alla Croce Rossa, dove è stato scelto un contratto altamente peggiorativo e mettendo a rischio l'assistenza ai cittadini. Per cambiare politica e abbandonare l'austerità le elezioni europee sono fondamentali. Passiamo ai temi del congresso Cgil. Sarà unitario come era stato previstoolarappresentanzaporterà a divisioni? Noi riteniamo il Testo unico utile perché permetterà ai lavoratori pubblici di votare su piattaforme econtratti. Poi toccherà alla capacitàdellesingole categoriemigliorarlo specie sulla questione sanzioni ai delegati. Ma faccio notare che le sanzioni erano previste anche per i datori di lavoro. Le togliamo per tutti e due?.

20 venerdì 11 aprile Niente licenziamenti per Micron. Una Newco per Irisbus GIUSEPPE CARUSO MILANO Trovata l intesa, scongiurati i licenziamenti. Arrivano buone notizie dal fronte Micron, la multinazionale americana specializzata nella produzione di semiconduttori, che aveva individuato 419 esuberi nelle varie sedi di Arzano, Agrate e Vimercate (Monza Brianza), Catania e Avezzano (L'Aquila). ACCORDO Roberta Turi, segretaria nazionale della Fiom-Cgil e responsabile del settore Ict, ieri ha spiegato come nella notte tra mercoledì e giovedì è stata firmata «un'ipotesi di accordo che evita i 419 licenziamenti alla Micron e che MASSIMO FRANCHI INVIATO A RIMINI L'applauso più forte dei 725 delegati al congresso di Rimini, Maurizio Landini lo strappa quando dice: Chiedersi se Renzi è di destra, centro o sinistra è una stronzata pazzesca, la sua forza è data proprio dal disastro sociale e dallacrisidelleforzepolitiche esindacali, il governo Renzi è lo specchio delle nostre difficoltà. E poco dopo, aggiunge: Ilproblemanon èchi stacon Renzi, ma le politiche che fa la Cgil. Ma subito arrivano le critiche e gli affondi: Renzi non può dire che la centralità del governo è l'occupazione e poi fare le privatizzazioni con cui fare cassa con aziende strategiche per la ripresa del Paese, mentre gli 80 euro non vanno ai pensionati e ai giovani precari, mentre sulle pensioni chiede il ripristino di quelle di anzianità e l'abolizione del cumulo, chiudendo con un non vedo i cambiamenti promessi, lanciando l'hashtag #Matteononstaresereno. Evocato e forse atteso per una visita a sorpresa, il presidente del Consiglio che usa Landini in chiave anti-camusso e che il segretario della Fiom usa per avere la benedetta legge sulla rappresentanza che consentirebbe ai metallurgici Cgil di tornare pienamente in gioco, è il fantasma che aleggia sull' astronave della Fiera di Rimini. NOI VOGLIAMO CAMBIARE In un gioco sapiente di critiche e complimenti, Landini convince i suoi delegati sospettosi che Renzi è l'unico che può portare cambiamento. Noi vogliamo il cambiamento più di tutti, ma lo vogliamo per i lavoratori, questa è la sfida. Una sfida che dà il titolo alla relazione che apre il 26esimo congresso Fiom Cgil: Cambiare si può. Si tratta della sua prima relazione da segretario generale, che lo costringe a leggere un discorso scritto, da cui scapperà per i passaggi più efficaci nelle oltre due ore e mezza di eloquio ininterrotto in cui la parte sul governo ha molta più sostanza rispetto ai problemi interni in Cgil, per i quali usa toni molto accorti, senza comunque cambiare la sostanza delle critiche al Testo unico, bocciato - annuncia Landini - nella consultazione separata dei metalmeccanici dall'86,5 per cento dei lavoratori, anche non iscritti. Un voto che vincola la Fiom a non rispettare l'accordo sulla Rappresentanza, anche se la formula usata ieri è più soft: è un mandato preciso per cambiare e migliorare il Testo su 5 punti: garantire sempre il diritto di voto, riportare la titolarità a firmare i contratti aziendali in modo congiunto fra Rsu e livelli territoriali (questi ultimi ora esclusi, ndr),garantire a tutti i lavoratori l'agibilità sindacale, togliere l'arbitrato interconfederale che deve dirimere le controversie... «La forza del premier è il disastro sociale, chiedersi se è di destra o di sinistra è una stronzata pazzesca» prevede tutta una serie di passaggi. A partire dalla riduzione del numero degli esuberi di 85 unità, continuando poi con l'assunzione da parte di StMicroelectronics di 170 lavoratori, proposte di ricollocazione in altri siti italiani per 40 lavoratori e all'estero per 62 lavoratori a fronte di un incentivo di euro. Per il resto dei lavoratori è prevista la Cassa integrazione per riorganizzazione con rotazione trimestrale. Verrà riconosciuto un trattamento di integrazione del trattamento di cassa di 500 euro mensili». «Verrà inoltre istituita una cabina di monitoraggio» ha continuato la Turi «a cui parteciperanno le organizzazioni sindacali, i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico e le istituzioni territoriali che si riunirà ogni nelle categorie. Il cambiamento, dunque. Anche perché non abbiamo più niente da perdere, non c'è rimasto niente perché la concertazione non è servita a niente. Si deve partire dall'europa, dalla riforma della Bce e dall'inserire la piena occupazione tramite intervento pubblico nei trattati. Cambiare anche il sindacato, partendo dai dati di partecipazione del congresso Cgil ( hanno votato solo il 17 per cento degli iscritti ), ribadendo che la forma congresso così com'è non funziona più. Tra una citazione di Pio Galli, Claudio Sabattini e Don Gallo, davanti agli... Bloccata la mobilità di 300 lavoratori di Irisbus un nuovo progetto per tornare a produrre amiciginostrada e Don Ciotti, Landini non ha mancato di sfidare Sergio Marchionne. Dicono che a maggio a Detroit dirà che Fiat Chrysler avrà come obiettivo di costruire 6 milioni di auto all'anno. Bene, allora il governo, invece che dire che la Fiat è una azienda privata e può fare come vuole, imponga che almeno un milione di quelle auto siano prodotte in Italia, visto che l'anno scorso ne sono state prodotte solo 380mila. due mesi, anche al fine di individuare congiuntamente soluzioni di gestione delle criticità che dovessero emergere. Il Governo ha confermato il sostegno al settore della microelettronica che considerastrategico per il Paesee ha dichiarato che avvierà concrete politiche di sostegno e investimenti innovativi in coerenza con i programmi europei». Per i lavoratori che non si opporranno alla collocazione in mobilità è previsto un incentivo pari a 28 mensilità più euro. «L'accordo, che non sarebbe stato possibile senza la lotta dellelavoratrici edei lavoratori, nonè la svolta che chiedevamo, non risolve tutti i problemi, ma è un punto di partenza da cui procedere per provare, durante il prossimo anno, a trovare unanuovacollocazione a tutte lelavoratrici e i lavoratori in esubero che saranno coinvolti dalla cassa integrazione» conclude la sindacalista. REFERENDUM Lunedì e martedì si svolgerà il referendum tra le lavoratrici e i lavoratori della Micron che decideranno se approvare l'ipotesi di intesa. Anche Nicola Alberta, coordinatore nazionale Fim Cisl Micron, ha parlato di «un risultato Landini chiede a Renzi cambiamenti profondi Il segretario della Fiom apprezza e critica il premier e lo invita a «non stare sereno» È immutata la distanza dalla Cgil sulla rappresentanza «MI SPEZZI IL CUORE» DA MIRAFIORI A POMIGLIANO Marketing Fiat, ma chi ha studiato questa campagna? Dopo Mirafiori e Melfi, anche le auto di un centinaio di dipendenti dello stabilimento Fiat di Pomigliano d'arco sono state impacchettate ieri perché di marche straniere. Alcuni operai dello stabilimento, infatti, hanno ritrovato nel parcheggio aziendale, lato ingresso numero 4, le proprie vetture avvolte nel cellophane. Utilitarie e berline di case automobilistiche straniere erano state sigillate nella plastica e avevano bene in vista «il cuore spezzato» della Fiat. Un'iniziativa pubblicitaria di «parking marketing» che ha lo scopo di invitare i lavoratori ad acquistare auto del Gruppo utilizzando gli incentivi concessi ai dipendenti. L iniziativa è FISCHI A FIM E UILM La vicenda Fiat è il vero casus belli della rottura con i dirimpettai di Fim e Uilm. E Landini, davanti a Beppe Farina e Rocco Palombella, ritenta di aprire il dialogo: fra maggio e giugno rinnoviamo tutte le Rsu aziendali per ripartire per una nuova stagione. Qui però lo stallo rimane. Palombella e soprattutto Farina vengono fischiati come era stato fischiato Landini al congresso Fim di Lecce l'anno scorso quando ribadiscono il No alla legge sulla rappresentanza, con la Uilm più aperta sulla possibilità di trovare una convergenza su singoli punti. Oggi arriva Susanna Camusso, domani il tanto atteso confronto con l'intervento del segretario generale della Cgil, seguito dalla replica finale di Landini. stata già criticata da una parte di lavoratori e sindacati. Ma bisogna chiedersi se una campagna di questo genere sia stata studiata e decisa dai vertici del gruppo Fiat. Possibile che nel 2014 siamo ancora a questi livelli? Se Marchionne vuole che i suoi dipendenti usino solo auto della gamma Fiat perchè almeno non concede il rinnovo del contratto? Se passa questa linea il Lingotto potrebbe suggerire domani ai dipendenti di tifare solo per la Juventus o di leggere solo la Stampa. A proposito: questo è un tema che meriterebbe almeno l interesse delle penna pungente di Massimo Gramellini o una battuta di Luciana Littizzetto. Si vedrà. importante, che giunge dopo la straordinariamobilitazione dei lavoratoridi Micron, l'appoggio prezioso dei lavoratori, la solidarietà dell'opinione pubblica e il sostegno delle istituzioni. Ci saranno investimenti per 20 milioni di dollari e la focalizzazione delle attività di ricerca dei siti locali di Agrate, Vimercate, Arzano,Avezzano, Catania e Padova». C è uno spiraglio positivo anche per Irisbus, la controllata del gruppo Fiat che produce autobus. È stata bloccata la mobilità per 300 lavoratori in attesa di un nuovoprogetto allostudiodel ministero dello Sviluppo. Grazie ad una newco, infatti, nel sito di Valle Ufita, fermo ormai da quasi tre anni, entro il 2014 ricominceranno a produrre autobus. La sede della tv di Murdoch Accordo Sky e Telecom canali sul web dal 2015 MARCO VENTIMIGLIA MILANO È un accordo che in altre nazioni, tecnologicamente più avanti della nostra, fapartedellanormalità dellecose. In Italia, invece, quanto annunciato ieri da Sky e Telecom assume una particolare importanza perché è la prima volta che un grande broadcaster televisivo affida integralmente i suoi palinsesti ad un colosso delle telecomunicazioni per farli diffondere attraverso una rete in fibra ultraveloce. In particolare, le due aziende hanno siglato un accordo che consentirà ai clienti di Telecom Italia di accedere all'intera offerta televisiva di Sky attraverso le reti ultrabroadband con un decoder My Sky HD appositamente realizzato per la tv via Internet. «Questa partnership - sottolinea il comunicato congiunto - conferma l'importanza industriale per le due società, leader nei rispettivi settori, di operare nel grande mercato dell'intrattenimento mettendo in sinergia i propri asset e le rispettive competenze, anche in un'ottica di sviluppo della banda larga nel Paese. L'offerta Sky diventa l'elemento chiave della strategia ultrabroadband di Telecom Italia e l'accesso alla rete di nuova generazione permette a Sky di beneficiare di un'ulteriore piattaforma distributiva per i suoi programmi». L intesa avrà effetti pratici per il consumatore a partire dal 2015, quando i clienti di Telecom Italia potranno accedere a un'offerta Sky equivalente, in termini di contenuti, servizi e prezzo, a quella tradizionalmente disponibile via satellite. Il fatto che i palinsesti verranno diffusi sfruttando le reti ultraveloci di nuova generazione è anche una garanzia di qualità, considerando che molti dei canali Sky sono in Alta Definizione e richiedono quindi una banda più larga per essere ricevuti correttamente via Internet. Per l emittente satellitare, poi, si aprirà un nuovo mercato rappresentato da potenziali abbonati che però non hanno la possibilità o l intenzione di installare una parabola.

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