LA TITOLARITÀ PUBBLICA DELL IMPRESA IN MONOPOLIO E IN CONCORRENZA

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "LA TITOLARITÀ PUBBLICA DELL IMPRESA IN MONOPOLIO E IN CONCORRENZA"

Transcript

1 LE ATTIVITÀ IMPRENDITORIALI IN MANO PUBBLICA PROF. MARIA ROSARIA NADDEO

2 Indice 1 LA TITOLARITÀ PUBBLICA DELL IMPRESA IN MONOPOLIO E IN CONCORRENZA ORIGINI, ASSETTO E DECLINO DELL AZIONARIATO DI STATO LE PRIVATIZZAZIONI E LE LIBERALIZZAZIONI LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI LA NOZIONE DI SERVIZIO PUBBLICO LA SORTE DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI di 17

3 1 La titolarità pubblica dell impresa in monopolio e in concorrenza Definizione di servizio pubblico : consiste in prestazioni di interesse collettivo, promananti direttamente o no da pubblici poteri, ma di intrinseca utilità generale. Un attività produttiva può essere di fatto svolta fin dall origine dal pubblico potere ovvero questi può riservarsela ( es. conio delle monete, ecc. ). Nel nostro ordinamento sono presenti : il servizio postale ( in origine privato ) esercitato sempre dallo Stato fin dall Unità, oggi in forma indiretta e l industria nucleare civile, riservata allo Stato fin dalla costituzione, nel 1960, del CNEN ( Comitato Nazionale Energia Nucleare ), divenuto con la legge 282/91 ENEA (Ente per l energia e l ambiente ). Frequentemente ricorre la possibilità di trasferire allo Stato o ad altro soggetto pubblico la gestione di imprese, spesso per ovviare a situazioni insorte di monopolio privato, quando il fine e l interesse pubblico sia generale e preminente. Si parla di statizzazioni o di nazionalizzazioni quando un attività produttiva quando un attività produttiva è passata direttamente o indirettamente in mano al potere pubblico. Quando il potere pubblico agisce nell economia come operatore sostitutivo delle imprese private può farlo in veste pubblicistica oppure assumendo la forma di impresa privata ( si parla di società legali o speciali ). Pertanto, si attua l assunzione di attività produttive da parte dello Stato o di altri soggetti pubblici, quando il potere di gestire tali iniziative economiche è riferibile giuridicamente alla titolarità del potere pubblico, bensì con strumenti di diritto pubblico o di diritto privato. Le attività produttive, prevalentemente per esigenze interne, effettuate dall organizzazione statale, con propri operai ( es. gli arsenali militari ) sono quasi scomparse. Alcune gestioni danno ancora vita ad organi-impresa ( l ultimo è l Amministrazione dei Monopoli di Stato per le sole lotterie, in quanto il monopolio della produzione, importazione e distribuzione dei tabacchi è stato scorporato in una s.p.a. nel 1998), sotto forma di aziende ( o amministrazioni ) autonome, che costituiscono la forma più vecchia di soggetto pubblico gestore. Ad esempio nacquero come aziende autonome le Ferrovie dello Stato, le Poste Italiane, l ANAS, ecc. ora tutte agenti in forma societaria. 3 di 17

4 La presenza di imprese pubbliche nell economia si rinviene anche a livello regionale e provinciale. Per le attività imprenditoriali imputabili ai comuni si parla di servizi pubblici locali. Le forme di queste imprese pubbliche substatali sono quelle solite, salvo rari casi diversamente specificati. Si sono avute società per azioni a partecipazione regionale e successivamente privatizzate anche nella sostanza, tra le quali si evidenziano le società finanziarie regionali, in genere holdings miste, che furono promosse per prime dalle regioni a statuto speciale e poi, con la legge 281/70, anche da alcune regioni ordinarie. A livello regionale non mancano esempi di imprese organo : aziende per il demanio forestale, aziende per la gestione di stazioni termali, ecc.. Si rilevano anche esempi di enti-impresa regionali : l Ente minerario sardo, l Ente sardo industrie turistiche, Enti di ricerche economiche ( IRER, IRES, ecc. ). Le attività produttive rimesse alle province sono consistite in partecipazioni azionarie, spesso tra soli enti territoriali ( es. alcune Centrali del latte ) o sono state svolte mediante forme consortili di vario tipo o aziende di tipo speciale. 4 di 17

5 2 Origini, assetto e declino dell azionariato di Stato. Una presenza pubblica imponente nelle attività imprenditoriali fu data dal fenomeno delle imprese private, il cui capitale si trovasse in mano pubblica, conosciuto come sistema delle partecipazioni statali. La detenzione di azioni o di quote delle imprese private da parte dello Stato o di enti pubblici non è impedita dalla legge e comincia a svilupparsi già con l unità d Italia, in quanto pervennero allo Stato quote di proprietà di imprese produttive e di banche centrali in possesso degli Stati preunitari. La mobilitazione industriale per il primo conflitto mondiale aveva stimolato la partecipazione della P.A. in alcune imprese strategiche. Alla fine della Grande Guerra l industria bellica si riconvertì in produzioni civili, con gravissimi problemi per l apparato produttivo, sostanzialmente inadeguato ed il fallimento delle imprese di piccole dimensioni. Nei confronti di queste industrie era fortemente esposto il sistema bancario, al quale all epoca era consentita la detenzione di azioni di società produttive ed ogni qualvolta le banche non vedevano soddisfatti i propri crediti, acquisivano le partecipazioni in tali imprese in difficoltà. Nel 1921 si assistette al fallimento di grosse società private ( ILVA ed Ansaldo ) che porto, conseguentemente, al fallimento della Banca Italiana di sconto e compromise il Credito Italiano, salvato dalla Sezione autonoma dal consorzio per sovvenzioni sui valori industriali ( organismo finanziato da un pool di grandi banche insieme allo Stato), cui andò il patrimonio delle banche crollate. Una parte non ceduta, per mancanza di acquirenti, rimase in mano allo Stato, che si trovò a controllare il capitale di importanti società italiane. Nel 1929, conseguentemente al collasso della Borsa di New York, anche in Italia tutte le banche si trovarono eccessivamente esposte in prestiti a lungo termine alle industrie in difficoltà e la crisi delle banche italiane comportò il coinvolgimento anche della Banca d Italia, che doveva intervenire per evitare il rischio di una bancarotta generale. Con il RDL 1398/31 fu istituito l I.M.I. ( Istituto Mobiliare Italiano ), quale ente pubblico preposto al credito industriale a medio termine, in luogo delle banche. Nel 1933 fu creato l I.R.I. ( Istituto per la ricostruzione industriale ) : per rilevare i crediti della Banca d Italia verso le banche, ripagandosi con le partecipazioni di queste ultime nelle società debitrici ; per risanare con finanziamenti quelle imprese che potevano essere destinatarie di salvataggio, cedendo poi le azioni ai privati ; per liquidare quelle imprese totalmente in dissesto ; per controllare la componente 5 di 17

6 azionaria delle tre più grandi banche italiane dell epoca ( Banca Commerciale, Credito Italiano, Banco di Roma). L I.R.I., inizialmente creato per un triennio, fu istituzionalizzato ( RDL 905/37 ) in quanto gli obiettivi affidati all Ente furono in buona parte raggiunti, rimanendo in vita, fino alla sua soppressione nel 2001, ma dal 1993 operava sotto forma di s.p.a. a capitale totalmente pubblico. 6 di 17

7 3 Le privatizzazioni e le liberalizzazioni La privatizzazione è il procedimento inverso alla nazionalizzazione ; il potere pubblico non partecipa alle attività produttive, limitandosi a partecipare al capitale delle s.p.a., anche in minoranza e fino alla dismissione, cioè alla cessione delle quote ai privati, insistendo a controllare ed a regolare dall esterno le attività produttive, perché siano svolte secondo l interesse pubblico. Si distinguono due tipi di privatizzazioni. Il primo, c.d. formale, che segna il passaggio quasi sempre dalla forma giuridica di ente pubblico economico-impresa alla forma di società per azioni a capitale totalmente statale ; il secondo, facoltativo, viene definito privatizzazione sostanziale, in forza del quale le quote detenute in toto dallo Stato vengono via via cedute, in tutto o in parte, ai soggetti privati. E sempre stato possibile per lo Stato imprenditore di disfarsi delle proprie entità produttive, ma è dagli anni 90 che l abbandono delle attività imprenditoriali da parte del settore pubblico si fa massiccio, anche per perseguire il riequilibrio delle finanze statali derivante dal realizzo di entrate straordinarie con la vendita ai privati delle quote di imprese di proprietà statale. Con la L.359/92 ( di conversione del DL 333 ) che si ottiene la trasformazione degli enti pubblici economici, degli enti di gestione delle partecipazioni azionarie e delle aziende autonome, in società per azioni, da poter alienare successivamente. Pertanto furono mutate in s.p.a. IRI, ENI, ENEL e INA. Il processo di privatizzazione sostanziale è ricco di norme particolari. Si ricordino le privatizzazioni immobiliari, mediante le quali si cerca di accrescere una tantum le entrate dello Stato alienando il sostanzioso patrimonio immobiliare detenuto dallo stesso e dai restanti enti pubblici nazionali, specie quelli previdenziali ( INPS, INAIL, INPDAP ). Dal 1996 ad oggi sono state dettate regole per la cessione dei beni immobili, individuando intermediari che attuassero programmi di alienazione anche per gli enti territoriali. Con la L.410/2001 è stata costituita la Società Cartolarizzazione Immobili Pubblici s.r.l. ( SCIP ), alla quale sono stati ceduti immobili del demanio e del patrimonio indisponibile, sul valore dei quali, preventivamente stimato, la società ha emesso obbligazioni collocate sul mercato e con il provento di queste ha remunerato il cedente, senza aspettare la difficoltoso vendita effettiva dei beni. Con l introduzione nella Costituzione del principio di sussidiarietà orizzontale ( nuovo art. 118 Cost. ), si evidenzia la privatizzazione della Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza ( 7 di 17

8 IPAB ) con il D.LGS.207/2001, che ne ha imposto la trasformazione in persone giuridiche private, se non convertibili in aziende pubbliche di servizi. Il controllo viene effettuato esclusivamente dalle Regioni. Nel settore dei servizi, le privatizzazioni sostanziali sono sempre prodromiche alle liberalizzazioni, le quali consistono nell attuazione di politiche economiche eliminatici di vincoli ingiustificati alla concorrenza in un determinato settore della produzione e sono realizzate quando le attività d impresa, prima riservate per legge o concesse in esclusiva all azienda pubblica, passano ad essere affidate effettivamente ai privati in un libero mercato oggettivamente aperto, anche se regolamentato per tutti gli operatori in esso agenti. 8 di 17

9 4 La Cassa Depositi e Prestiti Questo istituto nasce formalmente come organo dell amministrazione centrale ( dal era una Direzione generale del Ministero del Tesoro ) e quindi senza personalità giuridica, ma, nella sostanza si può identificare come un azienda autonoma dello Stato, preposta ad operare come un azienda di credito ( senza avere la qualifica di banca, però agendo come intermediario finanziario ), con entrate e con destinatari predeterminati dalla legge. La provvista derivava dalla raccolta di depositi fruttiferi o di mera custodia effettuati presso il Tesoro dalle amministrazioni statali e per oltre il 90% del totale dalle risorse del c.d. Bancoposta, cioè dai conti correnti postali e dal risparmio postale ( libretti e buoni postali ). Gli impieghi, invece, consistevano essenzialmente in mutui concessi, a condizioni concorrenziali, agli enti locali e ad altre amministrazioni pubbliche ( prestiti a lungo termine) ed in investimenti in quote o partecipazioni azionarie di enti economici o di s.p.a. in mano pubblica ( IMI, ICIPU, CREDIOP ). Con la L. 326/2003, la Cassa è trasformata in Cassa depositi e Prestiti S.p.A. ( CDP), dapprima di totale proprietà dello Stato e per esso del Ministero dell Economia, ma con successiva cessione del 30 % del capitale ad un gruppo di Fondazioni di origine bancaria, sempre vigilati dallo stesso Ministero. Alla CDP viene riconosciuto lo status di intermediario finanziario, per finanziare lo Stato, le Regioni, gli enti locali, gli organismi di diritto pubblico e le opere pubbliche, utilizzando sempre il risparmio postale, ma anche emettendo titoli propri, garantiti dallo Stato e collocati soltanto presso investitori istituzionali e, soprattutto, assumendo partecipazioni in imprese, amministrandole con gestione separata, secondo criteri adottati dal Ministero con propri decreti e atti di indirizzo. La Cassa Depositi e Prestiti ora si configura con due distinti rami di azienda. Il primo rimane nel campo del diritto pubblico e si dedica alla tradizionale raccolta di finanziamenti per gli enti territoriali. La CDP è storicamente denominata banca dei Comuni, ai quali continua a fornire lunghissimi finanziamenti a tassi e condizioni vantaggiose. Il secondo ramo si rivolge a sostenere la realizzazione di opere pubbliche proposte anche da soggetti diversi dallo Stato e dagli enti territoriali, ma per effettuare questa operazione la CDP si è rivolta all acquisizione di partecipazioni in altre imprese in mano pubblica, finanziandosi sul mercato senza garanzie pubbliche e senza possibilità di raccolta a vista ( cioè dai semplici risparmiatori ). 9 di 17

10 La vecchia Cassa emetteva tramite Poste S.p.A. titoli del debito pubblico, per il 93 % della raccolta. Sul versante degli impieghi, la CDP finanziava anche lo Stato, attraverso l acquisto a sua volta di titoli del debito pubblico ad essa riservati ( special bonds ), ad ottimo tasso ( 7,50 % ), aggravando così il peso degli interessi del debito pubblico dello Stato. 10 di 17

11 5 La nozione di servizio pubblico In passato, la prestazione di servizi resa da un soggetto pubblico veniva definita servizio pubblico. Oggi diventa più difficile definire il soggetto pubblico, in quanto a fianco allo Stato, alle Regioni ed agli altri Enti indubbiamente pubblici, sorge l organismo di diritto pubblico, definito da varie direttive europee come quella struttura avente personalità giuridica, la quale non rientri formalmente nella P.A., ma che sia stata istituita per lo specifico scopo di interesse generale, non economici. E qualificante l oggetto del servizio, che diviene pubblico se è predisposto al perseguimento di un interesse di pubblica utilità, indipendentemente dalla natura giuridica del soggetto erogante e conformemente alla lettura combinata degli art. 43 e 41, c. 3 Cost., che però concerne i servizi a contenuto economico e non i servizi sociali. Con le privatizzazioni l apprezzamento delle caratteristiche oggettive dei servizi ha prevalso, imponendo anche nuovi modelli gestionali, più visibilmente a livello di servizi municipali. Attualmente i servizi pubblici trovano la loro collocazione in un area di confine tra il pubblico e il privato, i cui margini possono cambiare sia in conseguenza di trasformazioni socioeconomiche e di riassetto dei compiti dello Stato, sia in dipendenza dell evoluzione tecnologica che provoca la percezione di nuovi bisogni a cui i pubblici poteri possono decidere di darsi carico. Questi caratteri mutanti del fenomeno influenzano la stessa nozione di servizio pubblico, originando concetti di derivazione comunitaria ed espressioni nuove quali: servizi di pubblica utilità, servizi di preminente interesse generale, servizi di interesse economico generale. All art. 90 del Trattato europeo è ammessa la facoltà di attribuire diritti speciali ad alcune imprese concessionarie di servizi ritenuti essenziali dal diritto interno, purché non ne esca impedita la concorrenza. L assunzione da parte del potere pubblico di attività dirette immediatamente al soddisfacimento di bisogni di interesse generale per la comunità fu giustificata fin dalla fine del XIX secolo da varie esigenze di universalità della prestazione. Un secolo dopo in alcuni comparti l evoluzione della domanda degli utenti e i ripetuti interventi comunitari di liberalizzazione hanno indotto alla scomparsa della riserva pubblica originaria; la Comunità ha imposto i servizi pubblici liberalizzati: le concessioni, se non dinanzi ad una riserva posta da una norma di legge, sono andate a scomparire sulla base di criteri oggettivi e trasparenti. 11 di 17

12 La trasformazione ridefinisce la nozione di servizio pubblico, ad esempio viene meno la identificazione organica (per la quale il servizio pubblico è costituito dall insieme di agenti e mezzi che una P.A. destina ad un compito) e rimane il criterio funzionale, costituito dal perseguimento di obiettivi rilevanti di interesse generale. La disciplina comunitaria ha regolato e limitato le esclusive, imponendo talvolta la separazione anche societaria, tra reti e servizi e riconoscendo sempre il diritto di connessione e di accesso dei terzi alle reti, distinguendo tra servizi di base e servizi a valore aggiunto; consentendo la libera prestazione dei servizi non offerti al pubblico, come quelli a vantaggio proprio o di imprese controllanti o controllate (c.d. autoproduzione). Inoltre, nelle ipotesi in cui esistano vincoli oggettivi alla completa apertura dei mercati, il diritto comunitario impronta le modalità di scelta del gestore a procedura di evidenza pubblica, idonee a garantire la concorrenza. Sono poi gli ordinamenti nazionali a disiciplinare la separazione tra regolazione e gestione, l equilibrio economico, l uguaglianza di trattamento, e l universalità della prestazione. Il nuovo concetto di servizio universale è enunciato dalla Dir. 2002/22/CE del 7 marzo 2002, c.d. Direttiva servizio universale: insieme minimo di servizi di qualità specifica cui tutti gli utenti finali hanno accesso a prezzo abbordabile tenuto conto delle specifiche circostanze nazionali, senza distorsioni di concorrenza. La messa in dubbio del soddisfacimento di un imprescindibile interesse economico generale costituisce il limite alla derogabilità delle regole della concorrenza nel campo dei servizi pubblici essenziali. Si considerano servizi pubblici essenziali ( cioè servizi pubblici secondo il diritto comunitario) le sole attività imprenditoriali a carattere commerciale, per la fornitura a pagamento di unità di servizi per la generalità degli utenti, in modo ininterrotto, a condizioni qualitative simili e tariffe uniformi. L erogazione di essi deve anche prescindere dal profitto per il perseguimento di tale obiettivi. La nozione base di servizio universale costituisce un modello europeo specifico e viene riferita in astratto al settore delle poste, dell elettricità, delle telecomunicazioni, ecc., in forza del grado di liberalizzazione raggiunto in quei settori. Il servizio universale è la risultante tipica dell azione di uno Stato regolatore che sorveglia e sanziona le imprese private modellate su standards obbligati, traccia il regime dei prezzi e monitorizza i costi dell erogazione; infine risolve conflitti tra fornitori dei servizi e utenti. 12 di 17

13 L espressione servizio universale sembra utilizzata per la prima volta dal legislatore interno solo nella L. 481/95 ( Norme per la concorrenza e la regolazione dei servizi di pubblica utilità ). Oltre al mutamento della nozione di servizio pubblico nel tempo, muta anche l idea di doverosità dello stesso, che è una sorta di obbligazione politica, e consiste nell impegno assunto dai pubblici poteri, di fronte ai cittadini elettori di assicurare la fornitura di quei servizi ritenuti indispensabili per il benessere della collettività e solo dopo assume una connotazione più propriamente giuridica. 13 di 17

14 6 La sorte dei servizi pubblici locali L impresa pubblica comunale è la più antica in Italia e quella che fu la sua forma tipica l azienda municipalizzata risale a più di un secolo fa. Le leggi fondamentali furono la legge 103/1903 e il T.U. 2578/1925, che consentirono l assunzione da parte dei comuni di determinati pubblici servizi, da gestire in economia se minori e mediante azienda speciale ( una sorta di ente strumentale municipale ) tutti gli altri. Con la legge 142/90 furono riformate tutte le autonomie locali e venne permessa la gestione di vecchi e nuovi servizi anche a mezzo di s.p.a. partecipate dai Comuni. Con la legge 127/97 è andata declinando l esperienza delle aziende municipalizzate con la trasformazione in società private a prevalente capitale pubblico. La legge 448/2001, all art. 35, ha introdotto la riforma che riguarda essenzialmente la separazione tra la titolarità e la gestione dei servizi pubblici locali ; la separazione della proprietà e della gestione delle reti e degli impianti dall erogazione del servizio ; l affidamento mediante gara del servizio. Il principio fondamentale della riforma era la separazione tra le funzioni di indirizzo e di programmazione, che spettano agli enti locali, e le funzioni di gestione che possono essere affidate agli operatori del mercato. La titolarità del servizio viene trasferita a società di capitali, individuate attraverso l espletamento di gare con procedure ad evidenza pubblica, privilegiando così la privatizzazione delle esistenti aziende pubbliche di erogazione di servizi pubblici locali, con conseguente arretramento sostanziale della mano pubblica e riduzione della eccessiva discrezionalità politica nella gestione di tali imprese. La privatizzazione e la sottoposizione alla concorrenza delle imprese di servizi pubblici locali prelude poi alla loro liberalizzazione regolamentata. In relazione alle resti, agli impianti e alle infrastrutture necessarie per l erogazione del servizio la legge prevedeva il mantenimento della proprietà pubblica delle reti e degli impianti, lasciando agli enti locali la facoltà di scegliere la gestione diretta di tale proprietà oppure quella mediante una società, che doveva comunque essere a maggioranza pubblica detenuta dagli enti locali ed incedibile. Entro il 2002 gli enti locali dovevano provvedere a ciò. Il principio è che la proprietà degli impianti e delle reti deve rimanere pubblica, mentre la gestione può anche essere affidata a terzi. Passaggio chiave della nuova disciplina è l introduzione della gara come meccanismo per la selezione della società di gestione dei servizi pubblici locali, in 14 di 17

15 attuazione della volontà del legislatore di promuovere la concorrenza c.d. per il mercato dei consumatori, laddove per le peculiarità del servizio non è possibile perseguire la concorrenza nel mercato tra i fornitori. L art. 35 prevedeva la possibilità di prolungare la fase transitoria fino a 10 anni, durante i quali viene salvaguardato l affidamento diretto e quindi procrastinata la introduzione di una effettiva concorrenza nei mercati dei servizi pubblici locali. La citata disciplina dei servizi pubblici locali viene ulteriormente modificata dall art. 14 del DL 269 del 2003 (convertito in L. 326 del 2003), che introduce nuovi modelli di gestione dei servizi pubblici locali e dall art. 4, comma 234, della legge 350 del 2003 (c.d. finanziaria per il 2004), che prevede nuove modalità di affidamento dei lavori connessi alla gestione delle reti e degli impianti necessari per l erogazione del servizio. Le norme sopraccitate modificando l art. 113 e 133 bis del D. LGS 267 del 2000 e il menzionato art. 35 della legge 488/2001 sostituiscono alla precedente distinzione tra servizi pubblici locali a rilevanza industriale e quelli privi di tale rilevanza, la nuova dizione di servizi a rilevanza economica e privi di rilevanza economica. La norma non specifica quali siano i servizi a rilevanza economica. Occorre pertanto rifarsi agli artt. 16 e 86 del Trattato Comunitario, laddove si parla di servizi di interesse economico generale. Ne sono un esempio l erogazione del gas metano, i servizi connessi ai rifiuti, i trasporti urbani ed extraurbani, in qualche caso l elettricità. I servizi aventi rilevanza economica dovranno quindi essere individuati di volta in volta a seconda del contesto specifico di riferimento, applicando i suddetti criteri di derivazione comunitaria. Attualmente il quadro delle fonti normative di riferimento per i servizi di rilevanza economica è costituito dalle norme del Trattato riguardanti i servizi di interesse economico generale; dal nuovo testo dell art. 113 del TUEL, dalle normative di settore, dalle disposizioni residue dell art. 35 della legge 448/2001. Il tutto alla luce delle modifiche introdotte dal nuovo titolo V Cost. L art. 113 stabilisce che le disposizioni in esso contenute sono volte alla tutela della concorrenza e sono inderogabili e integrative del settore, fatta eccezione per i c.d. settori esclusi, quali quelli dell energia elettrica e del gas. Il comma 5 del nuovo art. 113 prevede tre modelli per la gestione delle local utilities di rilevanza economica, stabilendo che l erogazione del servizio avviene, secondo le discipline di 15 di 17

16 settore e dell Unione Europea, con il conferimento della titolarità del servizio a società di capitali individuate mediante procedure ad evidenza pubblica; società a capitale misto pubblico e privato, nelle quali il socio privato venga scelto mediante gara con procedure ad evidenza pubblica; società a capitale interamente pubblico, a condizione che l ente o gli enti locali titolari del capitale sociale esercitino sulle società un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi e che la società realizzi la parte più importante della propria attività con l ente o gli enti pubblici che la controllano. L affidamento dei servizi pubblici locali a società di capitali individuate mediante gara con procedure ad evidenza pubblica rimane sostanzialmente invariata., anche dopo le modifiche introdotte dall art. 14 del DL. 269/2003. La nuova disciplina conferma che la titolarità del servizio dovrà essere attribuita a società di capitali individuate attraverso gare pubbliche e l aggiudicazione dovrà avvenire secondo aspetti qualitativi, condizioni economiche, piani di investimento e contenuti di innovazione tecnologica e gestionale. Resta la possibilità di affidamento contestuale con un'unica gara di una pluralità di servizi pubblici locali, ad e accezione del trasporto. Per le società miste il socio privato deve essere scelto con procedure ad evidenza pubblica nel rispetto della normativa sulla concorrenza. Diviene ancora possibile l affidamento diretto, però a società a capitale interamente pubblico di gestione delle local utilities, se gli enti proprietari esercitino un controllo analogo a quello esercitato sui propri servizi e se la società realizza la parte più importante della propria attività con gli enti proprietari ( c.d. affidamento in house). Il modello di affidamento diretto della gestione del servizio ad una s.p.a. interamente pubblica è la vera innovazione, regressiva rispetto alla disciplina precedente, che assumeva come regola generale l affidamento mediante gara a società di capitali. Per i servizi non economici la norma prevede la loro gestione in regime di affidamento diretto. E possibile affidare questi servizi ad istituzioni, aziende speciali, consorzi e società in house, nel caso di ridotte dimensioni o particolari caratteristiche del servizio gestito. Non è più possibile l affidamento a terzi. Per i servizi culturali e del tempo libero sarà possibile l affidamento diretto ad associazioni e fondazioni costituite o partecipate dall ente locale. In merito alla proprietà delle reti resta confermato il principio della proprietà pubblica delle reti delle infrastrutture necessarie per l erogazione dei servizi. Gli enti locali non possono cedere la proprietà degli impianti e delle reti dei servizi pubblici di rilevanza economica; che è possibile il conferimento di tali beni a società a totale capitale pubblico incedibile; che gli enti locali detentori 16 di 17

17 della maggioranza del capitale delle società per la gestione di servizi di rilevanza economica, che siano proprietarie anche delle infrastrutture, debbono effettuare lo scorporo delle reti e degli impianti. In conclusione, la novità consiste nel dover essere la società proprietaria delle reti interamente pubblica, mentre l art. 35 della legge 448 del 2001 richiedeva la maggioranza pubblica. Non è più possibile costituire a tale scopo delle società miste: quelle esistenti non devono essere trasformate in società a totale capitale pubblico. Le leggi di settore possono però vietare che la proprietà incedibile delle reti venga conferita a società a capitale interamente pubblico: attualmente non esistono norme settoriali che sanciscono tale divieto. 17 di 17

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri Criteri, condizioni e modalità cui si conforma la società SNAM S.p.A. per adottare il modello di separazione proprietaria della gestione della rete nazionale

Dettagli

RISOLUZIONE N. 430/E QUESITO

RISOLUZIONE N. 430/E QUESITO RISOLUZIONE N. 430/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 10 novembre 2008 OGGETTO: Consulenza giuridica. Articolo 11, legge 27 luglio 2000, n. 212. Irap cuneo fiscale Imprese che svolgono

Dettagli

Alcuni chiarimenti in merito alla qualificazione del servizio di gestione del Centro diurno per anziani

Alcuni chiarimenti in merito alla qualificazione del servizio di gestione del Centro diurno per anziani Alcuni chiarimenti in merito alla qualificazione del servizio di gestione del Centro diurno per anziani Per quanto riguarda la richiesta di chiarimenti presentata, relativa alla corretta qualificazione

Dettagli

RISOLUZIONE N.15/E QUESITO

RISOLUZIONE N.15/E QUESITO RISOLUZIONE N.15/E Direzione Centrale Normativa Roma, 18 febbraio 2011 OGGETTO: Consulenza giuridica - polizze estere offerte in regime di libera prestazione dei servizi in Italia. Obblighi di monitoraggio

Dettagli

Emission trading Profili Iva

Emission trading Profili Iva Emission trading Profili Iva Avv. Sara Armella Armella & Associati www.studioarmella.com 1 Distinzione tra cessioni di beni e prestazioni di servizi nella disciplina Iva comunitaria Cessione di beni (art.

Dettagli

Strategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA

Strategia di classificazione della clientela relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA relativamente ai servizi d investimento offerti dalla Banca Nazionale del Lavoro SpA Classification Policy PREMESSA, FONTI NORMATIVE ED OBIETTIVO DEL DOCUMENTO... 3 1. DEFINIZIONI... 3 1.1. CLIENTI PROFESSIONALI...

Dettagli

PROJECT FINANCING Alla luce del terzo decreto correttivo al Decreto Legislativo 163/06. Bologna, 4 maggio 2009 Avv. Dover Scalera

PROJECT FINANCING Alla luce del terzo decreto correttivo al Decreto Legislativo 163/06. Bologna, 4 maggio 2009 Avv. Dover Scalera PROJECT FINANCING Alla luce del terzo decreto correttivo al Decreto Legislativo 163/06 Bologna, 4 maggio 2009 Avv. Dover Scalera 1 NOZIONE Il Project Financing (PF) è un operazione di finanziamento tesa

Dettagli

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI COMUNE DI VIANO PROVINCIA DI REGGIO EMILIA REGOLAMENTO SUL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI Approvato con deliberazione di G.C. n. 73 del 28.11.2000 INDICE TITOLO 1 ART. 1 ART. 2 ART. 3 ART. 4 ART. 5 ART.

Dettagli

Risoluzione n. 150/E. Roma, 9 luglio 2003

Risoluzione n. 150/E. Roma, 9 luglio 2003 Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Risoluzione n. 150/E Roma, 9 luglio 2003 Oggetto: Depositi a garanzia di finanziamenti concessi ad imprese residenti aventi ad oggetto quote di fondi comuni di

Dettagli

MODI DI FINANZIAMENTO DELL ECONOMIA

MODI DI FINANZIAMENTO DELL ECONOMIA MODI DI FINANZIAMENTO DELL ECONOMIA 1 OPERATORI FINANZIARI ATTIVI E PASSIVI Gli operatori finanziari possono essere divisi in quattro gruppi: Le famiglie; Le imprese; La pubblica amministrazione; il resto

Dettagli

Redditi di capitale. Capitolo 7 7.1 NOZIONE DI SOCIETÀ 7.2 LA TASSAZIONE DEI RISPARMI DELLE FAMIGLIE 7.3 ALTRI REDDITI DI CAPITALE

Redditi di capitale. Capitolo 7 7.1 NOZIONE DI SOCIETÀ 7.2 LA TASSAZIONE DEI RISPARMI DELLE FAMIGLIE 7.3 ALTRI REDDITI DI CAPITALE Redditi di capitale Capitolo 7 7.1 NOZIONE DI SOCIETÀ 7.2 LA TASSAZIONE DEI RISPARMI DELLE FAMIGLIE 7.3 ALTRI REDDITI DI CAPITALE 7.4 IL POSSESSO DI PARTECIPAZIONI DI SOCIETÀ 7.5 LA TASSAZIONE DEI DIVIDENDI

Dettagli

Introduzione al concetto di azienda e alle operazioni di gestione

Introduzione al concetto di azienda e alle operazioni di gestione Introduzione al concetto di azienda e alle operazioni di gestione 1 L attività economica L attività umana diventa attività ECONOMICA quando comporta l uso di beni, risorse ovvero di mezzi scarsi, per la

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

IL MINISTRO DELL ECONOMIA E DELLE FINANZE

IL MINISTRO DELL ECONOMIA E DELLE FINANZE Prestiti ai dipendenti pubblici anche da intermediatori finanziari (Decreto Ministero delle economia e delle Finanze 27.12.2006, n. 313) Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, n. 32, serie generale, del

Dettagli

Diritto commerciale l. Lezione del 16/10/2015

Diritto commerciale l. Lezione del 16/10/2015 Diritto commerciale l Lezione del 16/10/2015 La «familiarità» nello svolgimento dell attività di impresa - Impresa familiare art. 230-bis c.c. - Impresa coniugale art. 177 c.c. - Impresa individuale Impresa

Dettagli

RISOLUZIONE N. 301/E QUESITO

RISOLUZIONE N. 301/E QUESITO RISOLUZIONE N. 301/E Roma, 15 luglio 2008 Direzione Centrale Normativa e Contenzioso OGGETTO: Istanza di Interpello n. 954-787/2007 - Articolo 11 della legge n. 212 del 2000 INPS D.lgs. 21 aprile 1993,

Dettagli

Il contratto di Rete

Il contratto di Rete 18 settembre 2014 Numero 2 Il contratto di Rete Speciale Contratto di Rete Con l art. 3, comma 4 ter, D.L. 5/2009, convertito con modificazioni in L. 33/2009, e successive modifiche e integrazioni, è stato

Dettagli

Caratteri generali della P.A.

Caratteri generali della P.A. CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN SCIENZE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI A.A. 2014-2015 Caratteri generali della P.A. 1. I processi di gestione 2. Il sistema di finanziamento 3. Il sistema delle rilevazioni

Dettagli

CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA

CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA CONFRONTO TRA STABILE ORGANIZZAZIONE, SOCIETA E UFFICIO DI RAPPRESENTANZA L attuale contesto economico, sempre più caratterizzato da una concorrenza di tipo internazionale e da mercati globali, spesso

Dettagli

Provincia di Trento REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DELLE PROCEDURE E DEI CRITERI DI SCELTA DELLE FORME ORGANIZZATIVE DI GESTIONE DEI SERVIZI.

Provincia di Trento REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DELLE PROCEDURE E DEI CRITERI DI SCELTA DELLE FORME ORGANIZZATIVE DI GESTIONE DEI SERVIZI. Provincia di Trento REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DELLE PROCEDURE E DEI CRITERI DI SCELTA DELLE FORME ORGANIZZATIVE DI GESTIONE DEI SERVIZI. Approvato con delibera consiliare n. 48 dd 14/09/2001

Dettagli

Roma, 30 ottobre 2008

Roma, 30 ottobre 2008 RISOLUZIONE N. 405/E Roma, 30 ottobre 2008 Direzione Centrale Normativa e Contenzioso OGGETTO: Interpello ai sensi dell articolo 11 della legge n. 212 del 2000. Immobili di tipo residenziale - Cessione

Dettagli

RICHIESTA E INDICAZIONE DEL CIG E DEL CUP

RICHIESTA E INDICAZIONE DEL CIG E DEL CUP RICHIESTA E INDICAZIONE DEL CIG E DEL CUP 1 RICHIESTA E INDICAZIONE DEL CIG E DEL CUP L articolo 7, comma 4, del d.l. n. 187/2010 ha sostituito il comma 5 dell articolo 3 stabilendo che, ai fini della

Dettagli

Circolare N.148 del 03 Ottobre 2013

Circolare N.148 del 03 Ottobre 2013 Circolare N.148 del 03 Ottobre 2013 La fattura elettronica e le operazioni con la PA: L obbligo parte dal 06.06.2014 Gentile cliente, con la presente desideriamo informarla che il MEF ha recentemente definito

Dettagli

RISOLUZIONE N. 248/E

RISOLUZIONE N. 248/E RISOLUZIONE N. 248/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 17 giugno 2008 OGGETTO: Interpello -ART.11, legge 27 luglio 2000, n. 212. Prova del valore normale nei trasferimenti immobiliari soggetti

Dettagli

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6

MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 MANUALE DELLA QUALITÀ Pag. 1 di 6 INDICE GESTIONE DELLE RISORSE Messa a disposizione delle risorse Competenza, consapevolezza, addestramento Infrastrutture Ambiente di lavoro MANUALE DELLA QUALITÀ Pag.

Dettagli

Corso di GESTIONE DEI RISCHI E DELLE ASSICURAZIONI A. A. 2012-13

Corso di GESTIONE DEI RISCHI E DELLE ASSICURAZIONI A. A. 2012-13 Corso di GESTIONE DEI RISCHI E DELLE ASSICURAZIONI A. A. 2012-13 LA Elisa Bocchialini Università degli Studi di Parma Dipartimento di Economia Agenda Il sistema previdenziale italiano La previdenza complementare

Dettagli

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio.

Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Parere n. 65/2010 Quesiti relativi al servizio di trasporto rifiuti gestito da Consorzio. Vengono posti alcuni quesiti in relazione al servizio di trasporto dei rifiuti. Un Consorzio di Enti Locali, costituito

Dettagli

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio 1 di 6 La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio Come possono essere classificate le operazioni di gestione? La gestione aziendale è l insieme coordinato di operazioni attraverso le quali l impresa

Dettagli

Parte Terza LE BANCHE E IL MERCATO MOBILIARE

Parte Terza LE BANCHE E IL MERCATO MOBILIARE Parte Terza LE BANCHE E IL MERCATO MOBILIARE 1002 Gabriele Racugno 2 2 Gli strumenti. Generalità 1003 Sezione I Generalità Sommario 1. Il finanziamento dell impresa. 2. La fonte del finanziamento. Autofinanziamento

Dettagli

Approfondimento 6.11 w - La nuova normativa relativa agli intermediari finanziari

Approfondimento 6.11 w - La nuova normativa relativa agli intermediari finanziari Approfondimento 6.11 w - La nuova normativa relativa agli intermediari finanziari INTERMEDIARI FINANZIARI ART. 106 TUB, CONFIDI, AGENTI IN ATTIVITÀ FINANZIARIA, MEDIATORI CREDITIZI E OPERATORI PROFESSIONALI

Dettagli

art. 14,32 d.l. 31 maggio 2010 n. 78 Fermo quanto previsto dall art. 3,27-29 legge 244/2007 i Comuni con popolazione < 30.000 abitanti non possono costituire società Liquidazione o cessione quote entro

Dettagli

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO 1. Premessa La legge n. 2 del 28 gennaio 2009 ha vietato la commissione di massimo scoperto (CMS)

Dettagli

ALLEGATO 4 STUDIO DI FATTIBILITA

ALLEGATO 4 STUDIO DI FATTIBILITA ALLEGATO 4 STUDIO DI FATTIBILITA Procedura aperta per la selezione di una Società di Gestione del Risparmio per l'istituzione e la gestione di un fondo di investimento, immobiliare, chiuso per il patrimonio

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

L impresa bancaria. Essa prevedeva all art. 1, comma 1 che la raccolta del risparmio tra il pubblico sotto

L impresa bancaria. Essa prevedeva all art. 1, comma 1 che la raccolta del risparmio tra il pubblico sotto L impresa bancaria Cronaca della normativa 1. La legge bancaria del 1936 Essa prevedeva all art. 1, comma 1 che la raccolta del risparmio tra il pubblico sotto ogni forma e l esercizio del credito sono

Dettagli

Informativa per la clientela

Informativa per la clientela Informativa per la clientela Informativa n. 13 del 19 novembre 2012 Acquisti di carburante per autotrazione mediante carte elettroniche - Esonero dalla tenuta della scheda carburante - Chiarimenti dell

Dettagli

OGGETTO: Trattamento fiscale dell associazione medica esercente la medicina di gruppo

OGGETTO: Trattamento fiscale dell associazione medica esercente la medicina di gruppo RISOLUZIONE 369/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 13 dicembre 2007 OGGETTO: Trattamento fiscale dell associazione medica esercente la medicina di gruppo Con l istanza di interpello di

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

RELAZIONE ILLUSTRATIVA DEGLI AMMINISTRATORI

RELAZIONE ILLUSTRATIVA DEGLI AMMINISTRATORI RELAZIONE ILLUSTRATIVA DEGLI AMMINISTRATORI Autorizzazione all acquisto e disposizione di azioni proprie, ai sensi del combinato disposto degli articoli 2357 e 2357 ter del codice civile. ASSEMBLEA DEGLI

Dettagli

L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE

L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE Convegno L ALTRA PA. STRATEGIE DI INNOVAZIONE PER LA QUALITA NELL ENTE LOCALE Catania, 5 dicembre 2002 SINTESI INTERVENTO DR. GAETANO SCOGNAMIGLIO Corporate Governance tradotto letteralmente significa

Dettagli

Il mercato mobiliare

Il mercato mobiliare Il mercato mobiliare E il luogo nel quale trovano esecuzione tutte le operazioni aventi per oggetto valori mobiliari, ossia strumenti finanziari così denominati per la loro attitudine a circolare facilmente

Dettagli

Il Ministro delle Attività Produttive

Il Ministro delle Attività Produttive Il Ministro delle Attività Produttive VISTO l articolo 21, del Decreto legislativo 23 maggio 2000, n.164, che stabilisce che, a decorrere dal 1 gennaio 2003, le imprese di gas naturale che svolgono nel

Dettagli

Chiarimenti in materia di rilascio di garanzie

Chiarimenti in materia di rilascio di garanzie Chiarimenti in materia di rilascio di garanzie L andamento del ciclo economico e le numerose norme che, a vario titolo, richiedono la presentazione di garanzie a supporto di obbligazioni assunte hanno

Dettagli

RISOLUZIONE N. 52 /E

RISOLUZIONE N. 52 /E RISOLUZIONE N. 52 /E Direzione Centrale Normativa Roma, 16 maggio 2014 OGGETTO: Consulenza giuridica Disciplina IVA delle prestazioni, rese alle imprese assicuratrici, di gestione degli attivi a copertura

Dettagli

LA GESTIONE AZIENDALE

LA GESTIONE AZIENDALE LA GESTIONE AZIENDALE GESTIONE = insieme delle operazioni che l impresa effettua, durante la sua esistenza, per realizzare gli obiettivi perseguiti dal soggetto economico. ESERCIZIO = parte di gestione

Dettagli

QUALITA E CONTROLLI NEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI ALLA LUCE DELL ART. 35 DELLA L. 28/12/2001 N 448

QUALITA E CONTROLLI NEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI ALLA LUCE DELL ART. 35 DELLA L. 28/12/2001 N 448 QUALITA E CONTROLLI NEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI ALLA LUCE DELL ART. 35 DELLA L. 28/12/2001 N 448 Luciano Taborchi Dirigente Settore Servizi Pubblici Imprenditoriali Comune di Perugia Perugia - Sala dei

Dettagli

Soluzione interpretativa prospettata dal contribuente.

Soluzione interpretativa prospettata dal contribuente. RISOLUZIONE N. 94/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 21 marzo 2002 Oggetto: Forniture di carburante a bordo di natanti da diporto gestiti in noleggio. Regime di non imponibilità Iva di

Dettagli

La valutazione delle immobilizzazioni immateriali

La valutazione delle immobilizzazioni immateriali CORSO DI CONTABILITA E BILANCIO 2 La valutazione delle immobilizzazioni immateriali Seconda lezione 1 DEFINIZIONE condizioni produttive controllate dall impresa, utili per l esercizio della sua gestione

Dettagli

Il Sistema dei Finanziamenti

Il Sistema dei Finanziamenti Il Sistema dei Finanziamenti Dott.ssa Patrizia Ruffini - Contabilità e bilancio delle Pubbliche Amministrazionioni Pubbliche 1 FINANZIAMENTO DELLA GESTIONE Insieme di processi (operazioni di gestione esterna)

Dettagli

SAVE S.p.A. (www.veniceairport.it)

SAVE S.p.A. (www.veniceairport.it) SAVE S.p.A. (www.veniceairport.it) RELAZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DI SAVE S.P.A. ( SAVE ) AI SENSI DELL ART. 73 DEL REGOLAMENTO CONSOB N. 11971/99 E SUCCESSIVE MODIFICHE ASSEMBLEA ORDINARIA

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DEL PATRIMONIO APPROVATO DAL CONSIGLIO GENERALE NELL ADUNANZA DEL 28/06/2013 Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro 1 INDICE AMBITO DI APPLICAZIONE p. 3 TITOLO I: PRINCIPI

Dettagli

1. Oggetto e struttura del disegno di legge

1. Oggetto e struttura del disegno di legge Delega al Governo per l attuazione dell articolo 117, secondo comma, lettera p) della Costituzione, per l istituzione delle Città metropolitane e per l ordinamento di Roma Capitale della Repubblica. Disposizioni

Dettagli

RISOLUZIONE N. 71/E QUESITO

RISOLUZIONE N. 71/E QUESITO RISOLUZIONE N. 71/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 20 marzo 2009 ot. 2005/ OGGETTO: Istanza di Interpello - Imposta sul valore aggiunto - Requisiti di territorialità delle cessioni relative

Dettagli

FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI

FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI SEGRETERIA NAZIONALE 00198 ROMA VIA TEVERE, 46 TEL. 06.84.15.751/2/3/4 FAX 06.85.59.220 06.85.52.275 SITO INTERNET: www.fabi.it E-MAIL: federazione@fabi.it FEDERAZIONE AUTONOMA BANCARI ITALIANI Ai Sindacati

Dettagli

Presupposti per la determinazione per l anno 2003 del prezzo all ingrosso dell energia elettrica destinata ai clienti del mercato vincolato

Presupposti per la determinazione per l anno 2003 del prezzo all ingrosso dell energia elettrica destinata ai clienti del mercato vincolato Relazione tecnica Presupposti per la determinazione per l anno 2003 del prezzo all ingrosso dell energia elettrica destinata ai clienti del mercato vincolato 1. Premessa e contesto normativo Il provvedimento

Dettagli

Codice di Comportamento

Codice di Comportamento Approvato con deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 15 del 3 maggio 2005 e successivamente modificato con deliberazione n. 12 del 2 marzo 2009 Indice Premessa 1 Codice Etico 2 Regolamento gare

Dettagli

La tassazione delle attività finanziarie

La tassazione delle attività finanziarie La tassazione delle attività finanziarie Integrazione al libro di testo Le attività finanziarie sono le diverse forme di impiego del capitale, come ad esempio: acquisto di azioni o quote di capitale di

Dettagli

di Massimo Gabelli, Roberta De Pirro - Studio legale e tributario Morri Cornelli e Associati

di Massimo Gabelli, Roberta De Pirro - Studio legale e tributario Morri Cornelli e Associati 15 Febbraio 2013, ore 12:22 La circolare n. 5 di Assonime Consorzi per l internazionalizzazione: le regole per IVA e imposte dirette Il D.L. n. 83/2012 ha istituito la figura dei consorzi per l internazionalizzazione,

Dettagli

RISOLUZIONE N.106/E QUESITO

RISOLUZIONE N.106/E QUESITO RISOLUZIONE N.106/E Direzione Centrale Normativa Roma, 9 novembre 2011 OGGETTO: Interpello - ART.11, legge 27 luglio 2000, n. 212 - Art. 2 del D.P.R. n. 633 del 1972 - Trattamento fiscale ai fini IVA del

Dettagli

Premessa RISOLUZIONE N. 32/E. Roma, 4 aprile 2012

Premessa RISOLUZIONE N. 32/E. Roma, 4 aprile 2012 RISOLUZIONE N. 32/E Direzione Centrale Normativa Roma, 4 aprile 2012 OGGETTO: Trattamento fiscale della produzione di energia elettrica da parte dell ente pubblico mediante impianti fotovoltaici Scambio

Dettagli

I Fondi pensione preesistenti

I Fondi pensione preesistenti I Fondi pensione preesistenti I scheda Fondi pensione preesistenti sono forme pensionistiche complementari che, come suggerisce il termine preesistenti, operavano antecedentemente all emanazione della

Dettagli

Circolare Informativa n 21/2013

Circolare Informativa n 21/2013 Circolare Informativa n 21/2013 DURC negativo ed intervento sostitutivo della stazione appaltante e-mail: info@cafassoefigli.it - www.cafassoefigli.it Pagina 1 di 6 INDICE Premessa pag.3 1) Intervento

Dettagli

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI D.P.C.M. 30 marzo 2001: ATTO DI INDIRIZZO E COORDINAMENTO SUI SISTEMI DI AFFIDAMENTO DEI SERVIZI ALLA PERSONA PREVISTI DALL ART. 5 DELLA LEGGE 8 novembre 2000, n. 328 IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Dettagli

Allegato alla delibera n. 75GC/2012 COMUNE DI CORNELIANO D ALBA PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2013-2015

Allegato alla delibera n. 75GC/2012 COMUNE DI CORNELIANO D ALBA PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2013-2015 Allegato alla delibera n. 75GC/2012 COMUNE DI CORNELIANO D ALBA PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA 2013-2015 PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA (AI SENSI DELL ARTICOLO

Dettagli

Anno Accademico 2012-2013. CLEACC classe 12. Francesco Dal Santo

Anno Accademico 2012-2013. CLEACC classe 12. Francesco Dal Santo Università ità Commerciale Luigi i Bocconi Anno Accademico 2012-2013 Scienza delle Finanze CLEACC classe 12 ENTI NON COMMERCIALI Francesco Dal Santo Panoramica Qualificazione ENTI NON COMMERCIALI Non commercialità:

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato CONTENTO

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE. d iniziativa del deputato CONTENTO Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 5659 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato CONTENTO Disposizioni per la tutela del consumatore nell ambito del mercato dell energia

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DELLE PROCEDURE DI PUBBLICAZIONE ALL ALBO PRETORIO ONLINE

REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DELLE PROCEDURE DI PUBBLICAZIONE ALL ALBO PRETORIO ONLINE REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DELLE PROCEDURE DI PUBBLICAZIONE ALL ALBO PRETORIO ONLINE (appendice al regolamento sull ordinamento degli uffici e dei servizi) Approvato con delibera di G.C. n. 6 del 27.01.2011

Dettagli

RISOLUZIONE N. 102/E

RISOLUZIONE N. 102/E RISOLUZIONE N. 102/E Roma, 26 novembre 2012 Direzione Centrale Normativa OGGETTO: Interpello ART. 11, legge 27 luglio 2000 n. 212 FONDO DI PREVIDENZA COMPLEMENTARE PER IL PERSONALE DELLA BANCA Regime fiscale

Dettagli

ASSUNZIONI AGEVOLATE 2015: sgravi contributivi per chi assume a tempo indeterminato (Legge n. 190 del 23.12.2014)

ASSUNZIONI AGEVOLATE 2015: sgravi contributivi per chi assume a tempo indeterminato (Legge n. 190 del 23.12.2014) CIRCOLARE INFORMATIVA N. 2 FEBBRAIO 2015 ASSUNZIONI AGEVOLATE 2015: sgravi contributivi per chi assume a tempo indeterminato (Legge n. 190 del 23.12.2014) Gentile Cliente, con la presente desideriamo informarla

Dettagli

QUESITO SOLUZIONE INTERPRETATIVA PROSPETTATA DAL CONTRIBUENTE

QUESITO SOLUZIONE INTERPRETATIVA PROSPETTATA DAL CONTRIBUENTE RISOLUZIONE N. 169/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 1 luglio 2009 OGGETTO: Consulenza giuridica - Trattamento IVA applicabile alla gestione del patrimonio immobiliare. Art. 4, primo comma,

Dettagli

Titolo XII. Il Sistema di valutazione, misurazione e trasparenza della Performance Merito e Premi

Titolo XII. Il Sistema di valutazione, misurazione e trasparenza della Performance Merito e Premi Titolo XII Il Sistema di valutazione, misurazione e trasparenza della Performance Merito e Premi CAPO I IL SISTEMA DI VALUTAZIONE MISURAZIONE DELLA PERFORMANCE Art. 63 Le disposizioni contenute nel presente

Dettagli

MODIFICHE AL REGOLAMENTO N. 11768/98 IN MATERIA DI MERCATI

MODIFICHE AL REGOLAMENTO N. 11768/98 IN MATERIA DI MERCATI MODIFICHE AL REGOLAMENTO N. 11768/98 IN MATERIA DI MERCATI DOCUMENTO DI CONSULTAZIONE 27 luglio 2006 Le osservazioni al presente documento di consultazione dovranno pervenire entro il 7 agosto 2006 al

Dettagli

PROCEDURA --------------------------------------

PROCEDURA -------------------------------------- PROCEDURA PER L ACQUISIZIONE DI BENI IMMOBILI (AREE O FABBRICATI) FUNZIONALI ALL EROGAZIONE DEL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO -------------------------------------- La PROVINCIA DI GENOVA, nella sua qualità

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 -

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016 - PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E INTEGRITA ANNO 2014 2015 2016-1 1. Introduzione: organizzazione e funzioni del Comune. Con l approvazione del presente Programma Triennale della Trasparenza e dell

Dettagli

RISOLUZIONE N. 99/E. Direzione Centrale Normativa e Contenzioso. Roma, 8 maggio 2003

RISOLUZIONE N. 99/E. Direzione Centrale Normativa e Contenzioso. Roma, 8 maggio 2003 RISOLUZIONE N. 99/E Direzione Centrale Normativa e Contenzioso Roma, 8 maggio 2003 Oggetto: Imposta sostitutiva sui proventi dei titoli obbligazionari di cui al decreto legislativo 1 aprile 1996, n. 239.

Dettagli

COMUNE DI NORMA PROVINCIA DI LATINA

COMUNE DI NORMA PROVINCIA DI LATINA COMUNE DI NORMA PROVINCIA DI LATINA REGOLAMENTO COMUNALE PER LA DISCIPLINA DEL DIRITTO DEI CONSIGLIERI COMUNALI ALL ACCESSO AI DOCUMENTI AMMINISTRATIVI, IN ATTUAZIONE DEL DISPOSTO DELL ART. 43, C. 2 DEL

Dettagli

Punto 3 all Ordine del Giorno dell Assemblea Ordinaria

Punto 3 all Ordine del Giorno dell Assemblea Ordinaria Punto 3 all Ordine del Giorno dell Assemblea Ordinaria Autorizzazione all acquisto e alla disposizione di azioni proprie. Delibere inerenti e conseguenti. 863 Relazione del Consiglio di Gestione sul punto

Dettagli

Il Ministro dello Sviluppo Economico

Il Ministro dello Sviluppo Economico Il Ministro dello Sviluppo Economico 1 VISTO il decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, recante il Codice delle assicurazioni private ed in particolare l articolo 132, recante Obbligo a contrarre;

Dettagli

CITTÀ DI AGROPOLI. Regolamento per la pubblicazione delle Determinazioni sul sito internet istituzionale dell Ente

CITTÀ DI AGROPOLI. Regolamento per la pubblicazione delle Determinazioni sul sito internet istituzionale dell Ente CITTÀ DI AGROPOLI Regolamento per la pubblicazione delle Determinazioni sul sito internet istituzionale dell Ente Approvato con deliberazione della Giunta comunale n 358 del 06.12.2012 Regolamento per

Dettagli

Preventivo Economico Finanziario anno 2015

Preventivo Economico Finanziario anno 2015 Preventivo Economico Finanziario anno 2015 1 Risultato della gestione patrimoniale individuale 720.000 2 Dividendi e proventi assimilati: 250.000 a) da società strumentali b) da altre immobilizzazioni

Dettagli

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i

S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p

Dettagli

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI.

I GRUPPI TRANSFRONTALIERI. I GRUPPI TRANSFRONTALIERI. 1. Premessa. Per effetto della globalizzazione dei mercati è sempre più frequente la creazione di gruppi transfrontalieri, di gruppi cioè in cui le diverse imprese sono localizzate

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

agevolazione prevista dal citato DPR n. 601 del 1973, art. 15, la quale come tutte le disposizioni che prevedono delle agevolazioni tributarie, è

agevolazione prevista dal citato DPR n. 601 del 1973, art. 15, la quale come tutte le disposizioni che prevedono delle agevolazioni tributarie, è RISOLUZIONE N. 121/E Roma, 13 dicembre 2011 Direzione Centrale Normativa OGGETTO: Imposta sostitutiva sui finanziamenti a medio e lungo termine DPR 29 settembre 1973, n. 601, articoli 15 e seguenti Contratti

Dettagli

Il sistema monetario

Il sistema monetario Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti

Dettagli

LA RIFORMA DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE E DEL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO

LA RIFORMA DELLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE E DEL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO Sono interessati alla riforma della previdenza complementare attuata con il decreto legislativo n. 252/2005 che, secondo quanto previsto dalla legge finanziaria per l anno 2007, entrerà in vigore dal 1

Dettagli

Modalità di applicazione della disciplina delle accise sull energia elettrica per i Sistemi Efficienti d Utenza

Modalità di applicazione della disciplina delle accise sull energia elettrica per i Sistemi Efficienti d Utenza Sistemi Efficienti d Utenza SEU Aspetti regolatori, fiscali e operativi Seminario organizzato da Autorità per l energia elettrica il gas e il sistema idrico, Gestore dei Servizi Energetici S.p.A. e. Modalità

Dettagli

ORDINE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI Consiglio Regionale Marche

ORDINE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI Consiglio Regionale Marche Partita Iva: vantaggi e svantaggi L apertura della partita iva consente di diventare liberi professionisti, con conseguenti vantaggi e svantaggi. Lavorare come liberi professionisti, consente di poter

Dettagli

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare

Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare Regolamento sui limiti al cumulo degli incarichi ricoperti dagli Amministratori del Gruppo Banco Popolare febbraio 2013 1 1 PREMESSA... 3 1.1 Oggetto... 3 1.2 Perimetro di applicazione e modalità di recepimento...

Dettagli

Camfin S.p.A. Assemblea degli Azionisti del 14 maggio 2013. Acquisto e disposizione di azioni proprie

Camfin S.p.A. Assemblea degli Azionisti del 14 maggio 2013. Acquisto e disposizione di azioni proprie Camfin S.p.A. Assemblea degli Azionisti del 14 maggio 2013 Acquisto e disposizione di azioni proprie Relazione illustrativa degli Amministratori e proposte di deliberazione CAMFIN Società per Azioni Sede

Dettagli

Tracciabilità dei pagamenti anche per associazioni no profit e pro-loco

Tracciabilità dei pagamenti anche per associazioni no profit e pro-loco Ipsoa Quotidiano LA RISOLUZIONE N. 102/E/2014 20 novembre 2014 ore 06:00 Tracciabilità dei pagamenti anche per associazioni no profit e pro-loco L obbligo di tracciabilità dei pagamenti e dei versamenti

Dettagli

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE DI FORME DI PREVIDENZA COMPLEMENTARE PER IL PERSONALE DELLA POLIZIA MUNICIPALE DEL COMUNE DI FINALE LIGURE

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE DI FORME DI PREVIDENZA COMPLEMENTARE PER IL PERSONALE DELLA POLIZIA MUNICIPALE DEL COMUNE DI FINALE LIGURE REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE DI FORME DI PREVIDENZA COMPLEMENTARE PER IL PERSONALE DELLA POLIZIA MUNICIPALE DEL COMUNE DI FINALE LIGURE ALLEGATO SUB A) alla deliberazione di C.C. N. 41 del 20.04.2009

Dettagli

Roma, 19 novembre 2014

Roma, 19 novembre 2014 RISOLUZIONE N. 102/E Direzione Centrale Normativa Roma, 19 novembre 2014 OGGETTO: Consulenza giuridica L obbligo di tracciabilità previsto dall articolo 25, comma 5, della legge 13 maggio 1999, n. 133,

Dettagli

Sede del soggetto e imposizione fiscale. Prof. Giuseppe D ANDREA

Sede del soggetto e imposizione fiscale. Prof. Giuseppe D ANDREA Sede del soggetto e imposizione fiscale Prof. Giuseppe D ANDREA Obiettivi: analizzare i criteri di collegamento per la tassazione ai fini IRES ; esaminare i criteri di tassazione per le società ed Enti

Dettagli

Circolare N.34 del 6 Marzo 2014

Circolare N.34 del 6 Marzo 2014 Circolare N.34 del 6 Marzo 2014 ONLUS e pubblici esercizi, attività polisportive dilettantistiche e commercio su aree pubbliche. I chiarimenti del MISE Gentile cliente, con la presente desideriamo informarla

Dettagli

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE

REGIONE MARCHE GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA 2 L. 196/97 Art. 17. Approvazione del Regolamento istitutivo del Dispositivo di accreditamento delle strutture formative della Regione Marche (DAFORM). LA VISTO il documento istruttorio

Dettagli

COMUNE DI CUNEO REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI SOVVENZIONI, CONTRIBUTI, E ALTRI BENEFICI A SENSI DELL ART. 12 DELLA LEGGE 7.8.1990 N.

COMUNE DI CUNEO REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI SOVVENZIONI, CONTRIBUTI, E ALTRI BENEFICI A SENSI DELL ART. 12 DELLA LEGGE 7.8.1990 N. COMUNE DI CUNEO REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI SOVVENZIONI, CONTRIBUTI, E ALTRI BENEFICI A SENSI DELL ART. 12 DELLA LEGGE 7.8.1990 N. 241 REGOLAMENTO PER LA CONCESSIONE DI SOVVENZIONI, CONTRIBUTI, E

Dettagli

II.11 LA BANCA D ITALIA

II.11 LA BANCA D ITALIA Provvedimento del 24 marzo 2010. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di contenuto generale della Banca d Italia nell esercizio delle funzioni di vigilanza bancaria

Dettagli

Aumenti reali del capitale sociale

Aumenti reali del capitale sociale Aumenti reali del capitale sociale Gli aumenti del capitale sociale possono essere: virtuali con gli aumenti virtuali non aumentano i mezzi a disposizione della azienda e il suo patrimonio netto, che si

Dettagli

Contratto di Apprendistato: nuova disciplina

Contratto di Apprendistato: nuova disciplina Contratto di Apprendistato: nuova disciplina Contratto di apprendistato: nuova disciplina Il 25 giugno 2015 è entrato in vigore uno dei decreti attuativi del c.d. Jobs Act (D.Lgs. 81/2015, di seguito Decreto

Dettagli