4.1.3 L APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA 91/676/CEE (DIRETTIVA NITRATI )

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1 4.1.3 L APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA 91/676/CEE (DIRETTIVA NITRATI ) LA DESIGNAZIONE DELLE ZONE VULNERABILI DA NITRATI a La prima designazione Con il decreto del Presidente della Giunta regionale 18 ottobre 2002, n. 9/R è stato approvato il regolamento regionale recante la Designazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e relativo programma d azione. Tale designazione, rappresentante la prima designazione in Piemonte di zone vulnerabili da nitrati (ZVN) ai sensi della direttiva 91/676/CEE (c.d. direttiva nitrati ), ha riguardato sia le aree già contaminate (LV1), dove era stato osservato il superamento nelle acque sotterranee del limite della concentrazione massima ammissibile pari a 50 mg/l di NO 3, sia le aree prossime al superamento (LV2), con concentrazioni comprese tra i 40 e i 50 mg/l di NO 3. La superficie totale delle ZVN oggetto di prima designazione corrisponde a circa 220 mila ettari. Essa è distribuita su 6 province delle 8 province piemontesi (Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Torino e Vercelli), con un incidenza del 10% del territorio regionale di pianura ricadente in aree LV1 e del 19% in LV2. Rispetto all intero territorio regionale, le zone individuate con la prima designazione rappresentano l 8,67%, mentre rispetto all area di pianura incidono per il 29,42 %. In sintesi, quindi, le aree attualmente soggette all applicazione del programma d azione ai sensi dell art. 5 della direttiva nitrati rappresentano quasi 1/3 del territorio di pianura della regione. In figura 1 sono riportate le aree vulnerabili da nitrati designate con il regolamento 9/R. 274

2 Figura 1 - Zone vulnerabili da nitrati (ZVN) designate con il regolamento 9/R b Le ZVN previste dal Piano di tutela delle acque Il Piano di tutela delle acque della Regione Piemonte (PTA), adottato dalla Giunta regionale il 20 settembre 2004 e riadottato il 15 maggio 2006 per apportarvi alcune modifiche, oltre a recepire integralmente la designazione effettuata con il regolamento 9/R, prevede la designazione come ZVN dei territori ricompresi nelle fasce A e B dei fiumi piemontesi come definite dal Piano stralcio per l assetto idrogeologico (PAI) che fu adottato l 11 maggio 1999 con la deliberazione n. 1 del Comitato istituzionale dell Autorità di bacino del fiume Po. I territori ricadenti nella fascia A corrispondono a ,82 ettari; di questi, ,95 erano già stati designati dal regolamento 9/R, mentre i restanti ,86 ettari determinano un incremento del 4,9% delle attuali ZVN. I territori ricadenti in fascia B corrispondono a ,43 ettari; di questi, ,68 erano già stati designati dal regolamento 9/R, mentre i restanti ,74 ettari determinano un ulteriore incremento del 4,8% delle attuali ZVN. La designazione di questi territori dovrebbe contribuire alla riduzione dei carichi veicolati nei corsi d acqua e al raggiungimento degli obiettivi previsti dal PTA, o al mantenimento dello stato ambientale buono là dove già raggiunto, in quanto in 275

3 Piemonte l applicazione dei programmi d azione è prevista per le fasce A e B non soltanto del fiume Po, ma anche di tutti gli affluenti classificati dal PAI c Le ulteriori ZVN Il 4 dicembre 2006 la Giunta regionale ha approvato la deliberazione di proposta al Consiglio n , con la quale si impegna a identificare ulteriori zone da designare, che presentino caratteristiche di vulnerabilità specifica ai nitrati nei confronti delle acque sotterranee benché lo stato della risorsa sotterranea non risulti ancora compromesso ai sensi della direttiva nitrati. Il metodo è stato sviluppato nell ambito del PTA con la finalità di individuare le zone suscettibili, ovvero le zone che, per le loro caratteristiche naturali, possono subire contaminazione da parte di potenziali inquinanti diffusi. Esso prevede l analisi delle seguenti componenti: il tempo di arrivo in falda attraverso la zona non satura (definito sulla base della Carta del tempo di arrivo di un inquinante idrotrasportato elaborata nel 2003 alla scala di 1: ); la capacità protettiva dei suoli (definito sulla base della Carta della capacità protettiva dei suoli nei confronti delle acque sotterranee elaborata nel 2003 alla scala di 1: ). Dalla combinazione della due carte suddette è stato ottenuto un elaborato intermedio che evidenzia gli areali dove i fattori ambientali possono concorrere a determinare uno stato di vulnerabilità intrinseca tale da produrre impatto sulla qualità dell acqua sotterranea, nello spazio e nel tempo. Al fine di ottenere la Carta di vulnerabilità specifica ai nitrati di origine agricola, tale elaborato intermedio è stato incrociato con la Carta dei carichi relativa al bilancio dei surplus di azoto, espresso in termini di differenza tra apporti di fertilizzanti azotati di sintesi e spandimento di effluenti zootecnici, al netto delle perdite per fissazione e asporto colturale. Sono stati definiti come zone suscettibili gli areali dove si verificano contemporaneamente le seguenti condizioni: tempo di arrivo in falda inferiore o uguale a una settimana; capacità protettiva dei suoli bassa o moderatamente bassa; surplus di azoto maggiore a 50 kg/ettaro all anno. 276

4 Gli areali così individuati rientrano tra le zone che devono essere tutelate attraverso norme specifiche. Nella proposta della Giunta regionale del 4 dicembre 2006 sopra citata si è ritenuto necessario designare le zone suscettibili come ulteriori ZVN di origine agricola ai sensi della direttiva nitrati a causa delle loro caratteristiche intrinseche di vulnerabilità all inquinamento e dell elevato carico azotato presente, con specifico riferimento al sistema acquifero superficiale. In tali zone suscettibili saranno di conseguenza applicati i vincoli e i programmi di intervento volti a prevenire l impatto agricolo sulle acque di prima falda relativamente al complesso di nutrienti potenzialmente idrotrasportati nella medesima. La tabella che segue riporta la superficie (in valori assoluti e in % rispetto alla complessiva superficie territoriale di pianura del Piemonte) per ciascuna tipologia di zona, mentre in figura 2 è riportato l insieme delle ZVN del Piemonte. Tipologia di zona vulnerabile da nitrati Superficie (ettari) % sulla superficie di pianura ex regolamento 9/R ,84 29,42 Fascia A del PAI ,86 4,89 Fascia B del PAI ,74 4,79 Zone suscettibili ,99 13,14 N.B.: la superficie riportata per le fasce A e B del PAI e per le zone suscettibili è al netto delle eventuali superfici già designate con il regolamento 9/R. 277

5 Figura 2 - ZVN designate con il regolamento 9/R (in rosso), ZVN previste dal Piano di tutela delle acque (in verde e blu) e ZVN previste dalla deliberazione della Giunta regionale n del 4 dicembre 2006 (in viola). 278

6 Il regolamento 9/R aveva designato una superficie di ,84 ettari, pari a più del 29% della superficie di pianura del Piemonte. I territori interessati dalle fasce A e B del PAI ricoprono una superficie totale aggiuntiva di ,60 ettari, pari a poco meno del 10% della superficie di pianura. Per quanto riguarda le aree denominate suscettibili nel PTA, la superficie totale aggiuntiva è di ettari, corrispondenti a poco più del 13% della superficie territoriale di pianura. La sommatoria di tutte le suddette aree (doppi conteggi esclusi) è pari a ,43 ettari, corrispondenti al 52,24% del territorio di pianura del Piemonte LE RISORSE IDRICHE DEL PIEMONTE: TIPOLOGIE, QUALITÀ E RELATIVE MISURE Nel corso del 2005 è proseguita l attività di monitoraggio e controllo della qualità delle risorse idriche, sia sotterranee che superficiali. Si riportano di seguito alcuni brevi cenni sui principali risultati a Acque superficiali Dai dati elaborati a scala regionale su base annuale e biennale relativi ai 193 punti di monitoraggio campionati a frequenza mensile fin dal 2000, emerge una presenza di nitrati (espressi come ione NO 3 ) nelle acque superficiali generalmente inferiore a 20 mg/l, con la maggior parte dei punti di monitoraggio che ricade nella classe 4-10 mg/l. Un analisi a maggior dettaglio, relativa ai dati dei tre bienni considerati ( , , ), evidenzia che circa il 40% dei punti presenta valori inferiori a 5 mg/l e circa il 25% valori compresi tra 10 e 20 mg/l; soltanto occasionalmente sono stati riscontrati punti con valori superiori a 20 mg/l ma comunque sempre inferiori a 30 mg/l. La figura 3 illustra l evoluzione delle concentrazioni medie di nitrati nei punti di monitoraggio fra il biennio di designazione ( ) e il biennio , espressa in classi di variazioni percentuali. 279

7 Figura 3 Evoluzione, in termini di classi di variazioni percentuali, delle concentrazioni medie di nitrati tra il biennio di designazione ( ) e il biennio Il grafico seguente riporta invece la distribuzione del numero di punti di monitoraggio per classi di concentrazioni medie di NO 3 rilevate nel biennio N u m e r o p u n t i classi di nitrati - intervalli di 1 mg/l (come NO3) 280

8 b Acque sotterranee Dai dati elaborati a scala regionale su base biennale emerge una differenziazione tra la falda superficiale e le falde profonde nella presenza di nitrati (espressi come ione NO 3 ) nelle acque. In entrambi i casi la classe con numerosità di punti maggiore è quella relativa a valori inferiori a 25 mg/l. Però, mentre per la falde profonde questa classe rappresenta circa il 90% dei punti, per la falda superficiale la percentuale scende a circa il 50% dei punti. Analogamente, le classi tra 40 e 50 mg/l e >50 mg/l rappresentano circa il 27% dei punti, mostrando, come prevedibile, una significativa contaminazione da nitrati della falda superficiale, mentre le stesse classi scendono al 2% dei punti delle falde profonde, indicandone una sostanziale assenza di contaminazione. La distribuzione spaziale delle concentrazioni medie di nitrati nella falda superficiale evidenzia in modo chiaro come i punti con valori maggiori di 40 mg/l ricadano prevalentemente nelle aree idrogeologiche oggetto di prima designazione come ZVN nel decreto del Presidente della Giunta regionale n. 9/R. Il livello di nitrati nei tre bienni mostra una sostanziale stabilità, con lievi variazioni nelle classi 25 e mg/l ascrivibili, per i punti con valori medi intorno a 25 mg/l, a oscillazioni negli anni che possono portare a un salto di classe. Contrariamente alle acque superficiali, gli effetti degli interventi finalizzati a ridurre la lisciviazione dell azoto nelle acque di falda sono evidenti in un arco temporale piuttosto ampio. Dalla distribuzione spaziale dei punti con maggiore variazione positiva e negativa risulta difficile, a oggi, identificare particolari aree o aggregazioni di punti che manifestino in modo evidente una tendenza comune ascrivibile con ragionevole certezza agli effetti del programma d azione del regolamento n. 9/R. Tuttavia, il confronto delle medie areali tra il biennio utilizzato per la designazione ai sensi del 9/R e i bienni successivi ( e ) evidenzia un miglioramento, seppur minimo. 281

9 IL PROGRAMMA D AZIONE a Applicazione del Programma d azione Il monitoraggio delle aziende zootecniche La Giunta regionale con la deliberazione 23 dicembre 2002, n , in attuazione del regolamento regionale 9/R (recante la Designazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e relativo programma d azione ) aveva stabilito una serie di primi adempimenti per le aziende zootecniche, tra cui l attivazione di un monitoraggio aziendale per favorire una conoscenza dettagliata delle nuove norme e permettere a ogni azienda una verifica della propria posizione rispetto ai nuovi obblighi previsti dal regolamento. Attraverso il monitoraggio la Regione ha potuto definire un quadro dettagliato della situazione, al fine di stabilire le modalità di adeguamento, strutturale e non, delle aziende zootecniche alle nuove norme. La prima fase di applicazione del monitoraggio delle aziende zootecniche Il monitoraggio, avviato nei primi mesi del 2003, è stato condotto attraverso uno specifico web-service accessibile da: Al servizi, tutt ora on-line, hanno avuto accesso le aziende agricole o altri utenti operanti per conto delle stesse. Le informazioni comunicate dalle aziende riguardano: gli aspetti anagrafici; i terreni (proprietà, affitto e asservimento); gli allevamenti (specie, categoria, tipo di stabulazione, strutture di mungitura); gli effluenti zootecnici (cessioni, acquisti, strutture di stoccaggio e trattamento). Al fine di agevolare le aziende, molti dei dati aziendali sono stati messi a disposizione degli utenti in forma pre-compilata; ciò è avvenuto in particolare per le informazioni relative alle particelle catastali costituenti la superficie agricola utilizzata e all anagrafe aziendale. Terminata la fase di inserimento dei dati, le aziende possono verificare la propria posizione nei confronti di: 282

10 adempimenti amministrativi (piani di utilizzazione agronomica in forma semplificata o completa); obblighi di stoccaggio e di carico zootecnico da rispettare; norme di tipo agronomico imposte dal regolamento 9/R (divieto di monosuccessione delle colture primaverili estive ecc.). Il servizio permette inoltre all utente di verificare la presenza di eventuali particelle catastali già in uso ad altre aziende per lo spandimento degli effluenti zootecnici. La fase di monitoraggio si concluse il 15 ottobre 2003; a quella data erano pervenuti on-line monitoraggi aziendali; fra cui alcuni relativi ad aziende non tenute a osservare gli adempimenti amministrativi previsti dal regolamento 9/R (in relazione alle dimensioni dell allevamento o alla localizzazione geografica. ). Le aziende rispondenti ai criteri stabiliti dalla normativa erano 814. I dati raccolti permisero di delineare un quadro significativo della situazione, in particolare per le Province di Torino, Alessandria, Asti e Vercelli; nelle Province di Cuneo e Biella si ebbe un adesione al monitoraggio inferiore a quanto atteso sulla base del 5 censimento generale dell agricoltura relativo all anno L elaborazione dei dati derivanti dal monitoraggio è stata oggetto di riflessione da parte del Comitato tecnico istituito dalla deliberazione della Giunta regionale 23 dicembre 2002, n Detto Comitato, anche avvalendosi di esperti, ha valutato i risultati delle attività di approfondimento conoscitivo e di monitoraggio, anche al fine di definire i percorsi di adeguamento alla direttiva nitrati. I piani di utilizzazione agronomica La deliberazione della Giunta regionale n. 65/2002 sopra citata, in attuazione del regolamento 9/R, aveva stabilito, per le aziende ricadenti in ZVN, obblighi differenziati in funzione della produzione annua di azoto di origine animale: le aziende con una produzione superiore a kg devono presentare un piano di utilizzazione agronomica in forma semplificata e quelle con produzione superiore a kg un piano di utilizzazione agronomica in forma completa. La prima scadenza per la presentazione dei piani di utilizzazione venne fissata nel 30 giugno Allo scopo di favorire la presentazione dei piani di utilizzazione agronomica fu adeguato il servizio on-line utilizzato per il monitoraggio sopra descritto delle aziende zootecniche attraverso l implementazione delle seguenti funzioni: gestione dei terreni basata su unità di paesaggio agrario; 283

11 gestione delle colture; gestione della fertilizzazione (organica, inorganica e di sintesi); calcolo degli indici di bilancio relativi alla fertilizzazione; stampa e invio on-line del piano in forma semplificata o completa; presentazione e stampa di tutte le informazioni relative al piano di concimazione. Lo stesso servizio on-line venne inoltre adeguato allo scopo di consentire la compilazione e trasmissione alla pubblica amministrazione dei piani di adeguamento; questi piani raccolgono i programmi e le necessità di adeguamento aziendali in ordine al carico zootecnico e alle strutture di stoccaggio e trattamento degli effluenti zootecnici. I piani di adeguamento pervenuti furono oltre 600. I risultati Allo scopo di approfondire il livello di conoscenza della situazione delle aziende agricole ricadenti in ZVN si è proceduto a elaborare i dati relativi ai piani di utilizzazione agronomica. Poiché l obbligo di invio del piano di utilizzazione riguardava soltanto alcune tipologie di aziende, allo scopo di ampliare il quadro informativo sono stati considerati anche i dati relativi a monitoraggi trasmessi ai sensi della deliberazione della Giunta regionale n del 23 dicembre Nella tavola che segue è illustrata la distribuzione territoriale delle aziende che hanno trasmesso un piano di utilizzazione agronomica o un monitoraggio aziendale. Risulta evidente come la situazione dei piani presentati sia molto differenziata nelle diverse province, tanto in termini di numero che di tipologia di aziende coinvolte. 284

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13 Nel seguito del paragrafo l attenzione sarà focalizzata sui piani e sui monitoraggi presentati da aziende con terreni utilizzati per la distribuzione degli effluenti zootecnici e ricadenti per almeno il 10 % in ZVN, la cui distribuzione per provincia è riportata nel grafico seguente. Piani e Monitoraggi presentati tramite il sistema di gestione on line - relativi ad aziende con almeno il 10% della SAU in zona vulnerabile n aziende con solo monitoraggio aziende con piani di utilizzazione validati Torino Cuneo Asti Alessandria Biella Vercelli Piemonte Le amministrazioni provinciali hanno provveduto alla validazione dei piani di utilizzazione agronomica trasmessi su carta e registrati attraverso il servizio on-line sopra descritto; per i monitoraggi la situazione presentata è invece quella disponibile attraverso il solo servizio on-line, anche per i casi non validati dalle Province. Le informazioni elaborate comprendono inoltre 140 aziende non zootecniche ricadenti in zone vulnerabili che hanno trasmesso il monitoraggio ai sensi della deliberazione della Giunta regionale n del 23 dicembre Si tratta nel complesso di aziende, con una consistenza di stalla annua media di circa 70 mila tonnellate di peso vivo. La specie prevalente è la bovina (50 mila tonnellate), seguita da quella suina (17 mila tonnellate); fra i bovini prevale l allevamento da carne. Le strutture aziendali Uno degli aspetti fondamentali normati dal regolamento 9/R riguarda la dotazione minima aziendale in strutture di trattamento degli effluenti zootecnici, con particolare riguardo allo stoccaggio. La tabella che segue riporta la situazione emersa dai piani di adeguamento trasmessi dalle aziende. Nel 2003/2004 il fabbisogno di strutture di stoccaggio aggiuntive alla dotazione aziendale attuale era di oltre 160 mila m 3 di vasche per i liquami e di quasi 30 mila m 2 di platee per il letame. 286

14 dati relativi alle aziende con piani di utilizzazione validati o monitoraggi aziende con terreni ricadenti per almeno il 10% in zona vulnerabile da nitrati costo costo adeguamento altri adeguamenti Provincia adeguamento vasche liquami ( ) strutturali ( ) platee letame ( ) adeguamento vasche liquami adeguamento platee letamei (m 2 ) (m 3 ) Torino Cuneo Asti Alessandria Biella Vercelli Totale complessivo Attraverso i piani di adeguamento, inoltre, le aziende hanno evidenziato costi complessivi di adeguamento per le strutture di stoccaggio stimati in circa 8 milioni di euro. Il carico zootecnico Nei primi anni di applicazione del regolamento n. 9/R le aziende necessitanti un adeguamento del carico per rispettare i nuovi limiti imposti risultarono essere circa il 10% del totale; nel contempo in nessuna provincia la media dei carichi azotati nelle ZVN superava, come valore medio di carico, il limite imposto dalla direttiva nitrati. La tabella seguente evidenzia infatti come a fronte di oltre 6 milioni di kg di azoto prodotti dalla zootecnia nelle ZVN esistano quasi 64 mila ettari di superficie disponibile alle aziende aventi trasmesso un piano di utilizzazione agronomica o un monitoraggio e aventi più del 10% dei terreni in ZVN. Tale situazione determina un carico azotato medio pari a 100 kg a ettaro di superficie. Anche nelle situazioni di maggiore carico zootecnico, quali ad esempio quelle riscontrate nella Provincia di Cuneo, esiste una disponibilità, almeno teorica, di terreno presso le altre aziende censite dalla pubblica amministrazione attraverso il servizio on-line. dati relativi alle aziende con piani di utilizzazione validati o monitoraggi aziende con terreni ricadenti per almeno il 10% in zona vulnerabile da nitrati provincia della sede aziendale numero di aziende azoto totale di origine zootecnica al campo superficie utile allo spandimento carico azotato di origine zootecnica (kg /ha anno) Torino Cuneo Asti Alessandria Biella Vercelli Totale complessivo

15 A seguito delle elaborazioni sopra riportate sono stati avviati approfondimenti conoscitivi volti all individuazione e all attuazione di interventi di riequilibrio territoriale del carico azotato zootecnico. Tali interventi comprendono anche azioni di informazione e divulgazione presso le aziende agricole, allo scopo di sostenere e favorire l adeguamento assumendolo come problema di interesse generale e non riconducibile al solo comportamento del singolo agricoltore. Si può infatti stimare che, per quanto riguarda l adeguamento del carico, alle condizioni di mercato attuali, la spesa annua delle aziende ricadenti in ZVN per l affitto e l asservimento dei terreni potrebbe superare il milione di euro. Tale valutazione è stata effettuata sulla base della spesa destinata all incremento della superficie agricola per lo spandimento degli effluenti zootecnici; l ipotesi di partenza è che tutti i terreni mancanti alle aziende (stimati in circa ettari) vengano acquisiti in asservimento a un prezzo medio desunto da quanto dichiarato dalle aziende nei piani di adeguamento. L entità della stima sopra riportata è confermata dai piani di adeguamento presentati da circa 150 aziende che prevedono di spendere globalmente più di mila euro all anno per acquisire in asservimento circa ettari di terreno ed ipotizzano poi di ampliare anche la superficie in affitto e proprietà per oltre 500 ettari. L azione di sostegno all adeguamento delle aziende agricole alle nuove norme in materia di nitrati Il Programma straordinario di adeguamento strutturale Con la deliberazione della Giunta regionale 15 novembre 2004, n era stato definito il termine per l adeguamento strutturale delle aziende agricole esistenti alla data del 1 gennaio 2003: dal 31 dicembre 2005 in Piemonte è diventato obbligatorio l adeguamento strutturale previsto dal regolamento 9/R. La stessa deliberazione, inoltre, aveva stabilito che, in base a quanto previsto dall articolo 1 del regolamento (CE) n. 817/2004, le aziende agricole che debbono effettuare investimenti per poter rispettare gli obblighi di cui sopra possano usufruire di un massimo di 36 mesi di proroga a partire dal 31 dicembre In seguito alla definizione del termine di adeguamento obbligatorio, con la deliberazione della Giunta regionale n del 14 febbraio 2005 è stato adottato un programma straordinario a favore delle aziende zootecniche ricadenti in ZVN di origine agricola per la realizzazione di investimenti strutturali volti all'adeguamento alle norme in materia di utilizzo agronomico degli effluenti zootecnici. Il programma è stato inoltre esteso alle aziende agricole ricadenti in altre zone per l effettuazione di investimenti di miglioramento della gestione degli effluenti zootecnici. Il testo del programma è disponibile all indirizzo: 288

16 Il Programma straordinario prevede, nell ambito dell applicazione della misura A del PSR, il finanziamento di adeguamenti tra cui: strutture di stoccaggio degli effluenti zootecnici; impianti di trattamento aziendali o interaziendali degli effluenti zootecnici (separazione solido-liquido, compostaggio, omogeneizzazione dei liquami, depurazione); macchine e impianti innovativi per il trasporto e la distribuzione in campo degli effluenti zootecnici quali: carribotte omologati con sistemi di interramento o distribuzione a rasoterra, sistemi di determinazione diretta del tenore in azoto, sistemi d interramento diretti o a rasoterra, sistemi di pompaggio/miscelazione per la fertirrigazione, macchine per la distribuzione di compost, letame, frazioni separate e fanghi di depurazione; attrezzature per la movimentazione degli effluenti zootecnici. In seguito alle richieste di modifica della prima bozza di programma avanzate dalla Commissione europea (DG AGRI), è stato stabilito che le aziende ricadenti in ZVN nonché al di fuori di esse devono raggiungere almeno gli obiettivi previsti dal regolamento 9/R o da norme vigenti più restrittive. Inoltre, a eccezione dei piccoli allevamenti (come definiti dal regolamento regionale 9/R), nel caso di domande di sostegno relative all adeguamento dello stoccaggio degli effluenti non palabili di bovini da latte di aziende ricadenti in ZVN, il periodo minimo di stoccaggio da realizzare è stato fissato a 150 giorni. Il Programma straordinario è stato attuato attraverso bandi emanati dalle province, la cui data ultima per la chiusura degli stessi era il 15 giugno 2005; nella tabella che segue viene presentata la situazione al 30 settembre I termini molto stringenti per la realizzazione delle opere hanno reso difficoltoso il rispetto degli stessi da parte di diverse aziende interessate al contributo, dando origine a numerose rinunce (cfr. inoltre il misura A - della presente Relazione). 289

17 Provincia Domande pervenute numero importo richiesto (euro) numero Domande approvate spesa ammessa (euro) contributo concesso (euro) Alessandria Asti Biella Cuneo Novara Torino VCO Vercelli Totale La situazione che emerge evidenzia l interesse delle aziende per l adeguamento strutturale anche al di fuori delle ZVN e comunque per importi totali nel complesso superiori alle risorse messe a disposizione attraverso il Programma straordinario della misura A (8 milioni di euro). La metà circa del contributo ammesso riguarda invece aziende ricadenti in zone non vulnerabili da nitrati. L attuazione dell intervento strutturale ha comportato un investimento complessivo da parte delle aziende agricole di circa 20 milioni di euro, corrispondenti a una media di oltre euro ad azienda. Le azioni di informazione e di divulgazione Nel corso degli anni 2004, 2005 e 2006 è proseguita l attività del progetto interregionale cofinanziato Monitoraggio direttiva nitrati ai sensi della legge n. 499/1999. Il progetto ha messo a disposizione delle Regioni risorse utili alla realizzazione di progressi nell applicazione della direttiva nitrati. Alla Regione Piemonte è stato affidato il ruolo di Regione coordinatrice dell iniziativa. Sulla base delle risorse disponibili, la Regione Piemonte ha avviato nel corso del 2004 un Progetto pilota zone vulnerabili da nitrati; attraverso tale progetto sono state realizzate numerose iniziative pubbliche, tra cui 2 incontri tecnici di rilevanza regionale (Racconigi, 19 maggio 2005 e Cuneo, 12 dicembre 2005), iniziative di sperimentazione e monitoraggio di impianti di trattamento degli effluenti zootecnici, campi dimostrativi e divulgativi nelle realtà più problematiche. Il Progetto pilota zone vulnerabili da nitrati è stato elaborato da uno specifico gruppo di lavoro formato da rappresentanti della Regione Piemonte, delle province 290

18 piemontesi, delle organizzazioni professionali agricole, dell Università e del Politecnico di Torino ha definito i contenuti essenziali del progetto pilota. Il progetto, cui è dedicata un apposita sezione del sito web della Regione ( ha la finalità di individuare e mettere in atto azioni di riequilibrio territoriale dell azoto contenuto negli effluenti zootecnici attraverso: il miglioramento delle caratteristiche degli effluenti zootecnici con particolare riguardo ai trattamenti di separazione solido-liquido e al miglioramento delle tecniche di distribuzione e trasporto; la valorizzazione delle caratteristiche fertilizzanti degli effluenti zootecnici quale valida alternativa all utilizzo di concimi azotati e fosfatici di sintesi; l approfondimento delle tecniche di depurazione. Sulla base di tali obiettivi sono stati attivati 3 sottoprogetti: monitoraggio di separatori solido-liquido (a cura del Dipartimento DEIAFA della Facoltà di Agraria dell Università di Torino); il sottoprogetto mira a valutare l efficacia dell utilizzo di separatori centrifughi, a pressione e a vaglio rotante, nella separazione dei solidi e dell azoto; realizzazione di campi dimostrativi colturali di valorizzazione degli effluenti zootecnici (a cura del Dipartimento Agroselviter della Facoltà di Agraria dell Università di Torino e della Provincia di Cuneo); il sottoprogetto, realizzato in aziende ricadenti in ZVN, è finalizzato a dare evidenza ai tecnici e alle aziende agricole dell efficacia dell utilizzo di effluenti zootecnici anche in sostituzione di fertilizzanti di sintesi; attivazione di servizi specialistici di divulgazione e informazione sul progetto pilota (a cura di Coldiretti di Cuneo, Unione Provinciale Agricoltori di Cuneo e Provincia di Cuneo); il sottoprogetto è finalizzato a favorire la diffusione delle informazioni derivanti dall applicazione degli altri due sottoprogetti e una migliore gestione territoriale della sostanza organica derivante dagli effluenti zootecnici, anche attraverso servizi web-gis. I risultati dei progetti sperimentali realizzati attraverso i campi dimostrativi e il monitoraggio dei separatori solido-liquido sono in corso di diffusione attraverso il sito web in precedenza indicato. L implementazione del progetto pilota zone vulnerabili da nitrati ha determinato nel corso del 2005: la predisposizione di una sezione apposita sul sito web della Regione Piemonte (cfr. supra); 291

19 la pubblicazione dell articolo Progetto pilota per l adeguamento strutturale delle aziende zootecniche ai vincoli imposti dalla direttiva nitrati sul n. 46 dei Quaderni della Regione Piemonte Agricoltura; la diffusione delle schede tecniche riguardanti il trattamento, il trasporto e la distribuzione in campo dei reflui zootecnici; la realizzazione, da parte del CSI Piemonte, di un corso di formazione sugli strumenti GIS, di 4 giorni, rivolto al personale tecnico coinvolto negli aspetti divulgativi del progetto pilota; l organizzazione, il 19 maggio 2005, di una giornata dimostrativa sulla separazione solido-liquido e la distribuzione in campo degli effluenti zootecnici, cui hanno partecipato : 250 persone tra tecnici e imprenditori agricoli, 8 ditte di produzione di macchine innovative da un punto di vista ambientale per la distribuzione di liquami, letame e separati solidi, 3 ditte di produzione di impianti di separazione solido liquido di liquami. A tale iniziativa sono stati dedicati due speciali televisivi, della durata di circa un ora ciascuno, trasmessi da reti televisive a carattere locale molto seguite dagli agricoltori delle Province di Cuneo e di Torino; l organizzazione, il 12 dicembre 2005, di un incontro tecnico sul tema: I reflui zootecnici: una risorsa o un problema? In tale incontro sono stati presentati, a oltre 100 tecnici e operatori del settore agricolo, i risultati dell attività del progetto pilota, cercando di rispondere alle domande che più di frequente vengono poste circa la reale possibilità di valorizzazione dell uso degli effluenti zootecnici. Il progetto pilota ha comportato, nel 2005, una spesa complessiva di 100 mila euro. Nel 2006 le azioni di divulgazione sono proseguite con ulteriori azioni nelle Province di Torino e di Asti, oltre che nella Provincia di Cuneo. Le attività hanno riguardato in particolare il monitoraggio di soluzioni tecnologiche e gestionali utili ad aumentare la durata dei periodi di distribuzione degli effluenti zootecnici e l efficienza di fertilizzazione. A tale scopo sono state avviate indagini riguardanti il monitoraggio di impianti di fertirrigazione. Il progetto pilota ha comportato, nel 2006, una spesa complessiva di oltre 300 mila euro. Il quadro di azioni sopra riportato conferma la volontà della Regione Piemonte di procedere a un adeguamento reale e stabile delle aziende alle nuove norme. Tale adeguamento concentra l attenzione sulla valorizzazione del ruolo fertilizzante e 292

20 ammendante degli effluenti zootecnici, in sostituzione dei fertilizzanti di sintesi e attraverso un miglioramento dell efficienza degli stessi. La strategia generale è orientata all intervento sulle attuali diseconomie e inefficienze del sistema di gestione degli effluenti zootecnici riducendo al massimo i costi aggiuntivi per le imprese agricole. Dal punto di vista territoriale, sono molteplici le fonti informative che confermano la possibilità di adeguamento del carico attraverso un ampliamento delle superfici di distribuzione. Sebbene tale possibilità risulti già teoricamente realizzabile attraverso le sole aziende zootecniche, l integrazione dei diversi progetti mira a incrementare la domanda di prodotti organici di origine animale da parte delle aziende non zootecniche (attraverso azioni di informazione e divulgazione) e a migliorare la qualità dei prodotti organici stessi (attraverso l introduzione della separazione solido-liquido, il miglioramento delle tecniche di distribuzione ecc.). L effetto delle misure adottate dalla Regione Piemonte sulla qualità delle acque La Regione Piemonte ha messo a punto e attivato numerose iniziative miranti a contenere i fenomeni di inquinamento delle acque da nitrati di origine agricola. Tali azioni hanno da tempo riguardato tutto il territorio regionale e, come si è avuto modo di evidenziare in precedenza, si sono concentrate negli ultimi anni in particolare sulle ZVN. Nell immediato futuro l azione della Regione Piemonte interesserà anche le aree non vulnerabili, con riferimento particolare alla prossima emanazione del regolamento regionale di applicazione del decreto ministeriale 7 aprile 2006 sull uso agronomico degli effluenti zootecnici. Il PTA della Regione Piemonte ha stimato in circa tonnellate di azoto il carico effettivo diffuso annualmente sulle acque superficiali; occorre precisare però che tale stima conteggia anche l apporto meteorico proveniente da aree non urbanizzate e non agricole. Di seguito viene sviluppata una prima valutazione in termini qualitativi dell effetto delle misure finora adottate e di quelle che a breve verranno messe in atto, con riferimento particolare al trasporto dei nitrati di origine agricola e zootecnica nelle acque superficiali. La designazione delle ZVN, come evidenziato nelle pagine precedenti, ha avuto quale principale criterio-guida la tutela della qualità delle acque sotterranee di prima falda. La designazione ha però anche effetto sulla riduzione complessiva del carico potenziale di origine agricola e zootecnica sulle acque superficiali, ciò con riferimento anche alla relazione esistente tra le acque superficiali e le acque di prima falda. Occorre quindi considerare il positivo effetto determinato dalla designazione delle 293

21 ZVN, che in relazione al solo carico zootecnico interessa oltre tonnellate di azoto prodotte annualmente dai capi allevati in tali aree. L azione regionale è infatti mirata alla massima valorizzazione degli effluenti zootecnici anche in sostituzione di parte dell azoto di sintesi utilizzato dalle aziende agricole nella stessa area; l attuazione di tale strategia permette di ridurre in modo considerevole il carico potenziale di origine diffusa attraverso, in primo luogo, l ampliamento delle superfici di distribuzione degli effluenti zootecnici e quindi la corrispondente riduzione dei quantitativi di azoto di sintesi. In proposito occorre ricordare che la stima dei carichi potenziali azotati, effettuata nell ambito del PTA, ha considerato gli apporti di origine animale indipendentemente dagli asporti delle colture e comunque sempre come aggiuntivi a quelli di origine sintetica. Tale modalità di calcolo, estremamente prudenziale in termini di valutazione del rischio di inquinamento, lascia quindi ampi margini di miglioramento alle modalità di gestione dell uso agronomico degli effluenti zootecnici attraverso soprattutto il coinvolgimento e l informazione degli imprenditori agricoli. In aggiunta a quanto sopra precisato, il PTA ha stimato che l effetto di imposizione del limite di apporto azotato di origine zootecnica, pari a 170 kg a ettaro, comporta una riduzione del carico potenziale zootecnico compreso tra il 40 e 60 %. Un ulteriore aspetto da considerare è relativo al fatto che l approvazione del PTA determina l ampliamento della designazione delle ZVN alle aree ricadenti nelle fasce fluviali A e B, come evidenziato nel b della presente Relazione. Tali aree corrispondono a parti molto ampie del territorio di pianura, e spesso con caratteristiche di fertilità elevata. In prima approssimazione è possibile valutare in oltre ettari la superficie totale delle fasce fluviali di tipo A e in oltre ettari la superficie agricola utilizzata ricadente in fascia A non designata come ZVN dal regolamento 9/R. L applicazione in tali aree di vincoli analoghi a quelli per le ZVN non potrà che determinare un miglioramento dell impatto ambientale della fertilizzazione effettuata dalle aziende agricole e zootecniche; l obbligatorietà di tali norme ai sensi della direttiva nitrati sarà inoltre oggetto di verifica e controllo nell ambito dell applicazione della condizionalità. L effetto della normativa vigente relativa all utilizzo agronomico degli effluenti zootecnici La Regione Piemonte ha disciplinato, con la legge regionale n. 13 del 1990 e attraverso la deliberazione della Giunta regionale 30 dicembre 1991, n , lo smaltimento in agricoltura dei liquami provenienti dagli allevamenti animali presenti su tutto il territorio regionale. L applicazione della normativa ha coinvolto in particolare gli allevamenti di suini e parzialmente quelli di bovini da carne e latte; tale situazione deriva dal fatto che le modalità di allevamento dei bovini sono 294

22 impostate in modo prevalente su produzione di letame o lettiera permanente piuttosto che di liquame. L adozione di tale normativa ha portato ad autorizzare la distribuzione in campo di liquami sulla base del rispetto di precise norme, tra cui limiti di apporto azotato correlati alle caratteristiche del terreno. Nel caso di terreni sabbiosi, franchi e francosabbiosi (situazioni molto diffuse nel territorio regionale), l apporto di azoto di origine zootecnica non può superare i 250 kg/ettaro all anno. La stessa normativa prevede, tra l altro, divieti di distribuzione in relazione ai periodi, alle epoche e alle condizioni del terreno; sono inoltre richiesti tempi minimi di stoccaggio degli effluenti zootecnici pari ad almeno 120 giorni. L effetto delle nuove norme in materia di utilizzo agronomico La Regione Piemonte ha contribuito in modo sostanziale alla stesura dei contenuti tecnici del decreto ministeriale 7 aprile 2006 recante Criteri e norme tecniche generali per la disciplina regionale dell utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento di cui all articolo 38 del d.lgs. 23 maggio 1999, n Lo stesso regolamento regionale 9/R, in materia di programma d azione ha anticipato gran parte dei contenuti del decreto stesso per la disciplina delle ZVN. Per quanto riguarda l utilizzo agronomico nelle aree non vulnerabili, sulla base del decreto citato, la Regione Piemonte adotterà uno specifico atto finalizzato a disciplinare l utilizzo agronomico degli effluenti zootecnici su tutto il territorio regionale in sostituzione della normativa regionale vigente. Il positivo effetto di tale disciplina in termini di contenimento dei fenomeni di inquinamento delle acque è riferibile ai seguenti aspetti: l adozione di limiti di carico massimo pari a 340 kg di azoto zootecnico a ettaro di superficie; tale limite imporrà una riduzione del vigente limite massimo, pari a 500 kg/ha, e una possibile conferma di quello inferiore, pari a 250 kg/ha; la revisione dei valori tabellari di calcolo del quantitativo di azoto animale disponibile all utilizzo agronomico; l adozione di una disciplina generale riguardante l uso agronomico per tutte le aziende zootecniche e non soltanto per quelle ricadenti in ZVN o con produzione di liquami zootecnici; 295

23 l introduzione di norme e l adozione di misure di valorizzazione del ruolo fertilizzante degli effluenti zootecnici, tali da indurre una sostituzione di parte dei concimi di sintesi normalmente utilizzati; l ampliamento della capacità di controllo della pubblica amministrazione sulle modalità di utilizzo agronomico degli effluenti zootecnici b Adeguamento del Programma d azione Le misure generali sino ad ora descritte perseguono il contenimento dei carichi di nutrienti - azoto e fosforo - attraverso la complessa disciplina degli effluenti zootecnici e delle acque reflue provenienti da aziende agricole, in attuazione di quanto disciplinato dal decreto ministeriale 7 aprile 2006, contemplando una sezione specifica per le ZVN e una per il resto del territorio regionale. Le misure, previste con riferimento all azoto, determineranno un positivo effetto anche sulla gestione del fosforo, in virtù del fatto che entrambi questi elementi sono presenti negli effluenti zootecnici, oggetto di una serie di prescrizioni e limitazioni d uso su tutto il territorio regionale. In particolare, le prescrizioni previste dalla normativa nei territori di fascia A del PAI, oltre a porre il limite comunitario di 170 kg di NO 3 /ha annuo, prevedono il divieto di spandimento degli effluenti non palabili (ossia dei liquami) al fine di evitare il trasporto per ruscellamento direttamente nei corsi d acqua. Nella fascia di pertinenza di tutti i corsi d acqua, il regolamento di attuazione del citato decreto ministeriale porrà vincoli molto restrittivi, anche se più limitati nello spazio. Il divieto di utilizzo di fertilizzanti e fitosanitari, inoltre, consentirà il ripristino della vegetazione spontanea, che assumerà una importante funzione di filtro per i solidi sospesi e gli inquinanti di origine diffusa, oltre che di stabilizzazione delle sponde e di conservazione e sviluppo della biodiversità. Tale prescrizione favorirà un ampia diffusione delle fasce tampone sul territorio, estendendo anche al reticolo idrico minore uno strumento minimo di contenimento degli inquinanti per ruscellamento, interessando quindi anche tutti i restanti corpi idrici che non rientrano nel campo di applicazione del PAI. L effetto di queste misure dovrebbe rispondere in modo piuttosto rapido alla necessità di ridurre il carico di nutrienti veicolato verso l Adriatico, concorrendo così al mantenimento degli obiettivi di qualità già raggiunti in Piemonte e alla risoluzione del problema dell eutrofizzazione. Esso potrà essere inoltre valutato in tempi brevi dal sistema di monitoraggio in termini di efficienza dell intervento. 296

24 In sintesi, la superficie di pianura del territorio regionale sarà così vincolata sulla base dei seguenti livelli di carico azotato: sul 52% della superficie di pianura: 170 kg NO 3 /ha; sul restante 48% della superficie di pianura: 250 kg NO 3 /ha oppure 340 kg NO 3 /ha. Ai sensi del decreto attuativo dell art. 38 del d.lgs. 152/1999, la restante superficie agricola del Piemonte, cioè quella di collina e di montagna, sarà vincolata al limite di spandimento pari a 340 kg NO 3 /ha c Ulteriori iniziative volte alla riduzione delle pressioni agricole Il 14 dicembre 2006 è stato pubblicato il regolamento regionale 11 dicembre 2006, n. 15/R che contempla la disciplina delle aree di salvaguardia delle captazioni a uso idropotabile. In tali aree, qualora siano destinate a uso agricolo, è prevista la predisposizione di un apposito piano di utilizzazione per l uso dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti, con un limite massimo di apporto annuo di 170 kg/ha di azoto presente negli effluenti zootecnici. Considerato l elevato numero di captazioni a uso idropotabile presenti in Piemonte (circa sorgenti e pozzi), la superficie soggetta alla limitazione del carico azotato sarà significativamente aumentata rispetto a quanto già designato come ZVN, interessando zone su tutto il territorio regionale, come illustrato in figura 4. Per quanto riguarda il contenimento dell impatto diffuso del fosforo dovuto al suo ruscellamento verso i corsi d acqua, la Regione Piemonte ha finanziato due progetti di ricerca, ai dipartimenti Agroselviter e DIVAPRA dell Università di Torino, inerenti le Perdite di fosforo nelle sue varie forme e impatto di sistemi agricoli sulla qualità delle acque di superficie e la Prevenzione dell'inquinamento da fosforo di fonte agricola nelle acque superficiali per l'applicazione del Piano di Tutela delle Acque. Il primo progetto è volto a esaminare i fattori chimici e agronomici che influenzano la variazione di concentrazione delle diverse forme di fosforo nella soluzione del suolo, ed è propedeutico al secondo che ha il fine di individuare le cosiddette Critical Source Areas (CSA) sulle quali, una volta individuate, definire le più idonee pratiche di gestione agricola del territorio per la riduzione del run-off del fosforo attraverso interventi mirati. 297

25 Figura 4 Distribuzione territoriale dei pozzi (in rosso) e delle sorgenti (in blu). 298

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