FORUM ECONOMICO L Italia internazionale in Romania Prospettive e opportunita. Relatore: Maria Gabriella Lusi.

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1 FORUM ECONOMICO 2011 L Italia internazionale in Romania Prospettive e opportunita La collaborazione tra Italia-Romania nell'ambito delle verifiche sui prezzi di trasferimento Relatore: Maria Gabriella Lusi 16 settembre 2011

2 La collaborazione tra Italia-Romania nell'ambito delle verifiche sui prezzi di trasferimento" Sommario Il contesto di riferimento L approccio italiano al transfer pricing o L adozione del regime degli oneri documentali o La procedura di ruling di standard internazionale La collaborazione con le amministrazioni fiscali estere Controlli simultanei Procedure amichevoli/arbitrato 2

3 1. PREZZI DI TRASFERIMENTO: IL CONTESTO DI RIFERIMENTO I controlli tradizionali in materia di transfer pricing possono presentare criticità Estremo tecnicismo della materia Limiti temporali alla verifica in azienda Forte asimmetria informativa Elevato rischio di contenzioso dall esito incerto 3

4 1. PREZZI DI TRASFERIMENTO: IL CONTESTO DI RIFERIMENTO OBIETTIVI DIVERSI? Obiettivi delle Amministrazioni prevenire controversie con i contribuenti che operano in mercati internazionali (migliorando l efficienza dei controlli e prevenendo le liti); attenuare il rischio di sottrazione di materia imponibile; evitare contrasti con gli ordinamenti tributari di altri Stati. Obiettivi del contribuente prevenire possibili conflitti con l Amministrazione finanziaria; acquisire certezza circa la propria obbligazione tributaria per realizzare una legittima pianificazione fiscale; evitare fenomeni di doppia imposizione. 4

5 2. L APPROCCIO ITALIANO AL TRANSFER PRICING MODALITA E APPROCCI 1. L adozione di un regime di oneri documentali 2. IL ruling di standard internazionale 5

6 L ADOZIONE DEL REGIME DEGLI ONERI DOCUMENTALI Art. 26 d.l. 31 maggio 2010, n. 78 (art. 1 comma 2-ter decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471) Norma che si inserisce nella recente evoluzione del contesto internazionale e interno in materia di t.p.: LineeGuidaOCSEdel22luglio2010 Codice di Condotta UE del Art. 8 D.L. del 30 settembre 2003 n. 269 convertito con modificazioni dalla Legge 24 novembre 2003 n. 326(Ruling internazionale) Bollettino Ufficio Ruling internazionale 21 Aprile 2010 Riorganizzazione(2009) dell Agenzia delle entrate 6

7 L ADOZIONE DEL REGIME DEGLI ONERI DOCUMENTALI L ADOZIONE DEL REGIME DEGLI ONERI DOCUMENTALI Passo importante, in assenza fino ad oggi di norme specifiche disciplinanti obblighi/oneri documentali in materia di t.p. Necessità di nuove disposizioni alla luce del contesto di riferimento internazionale idonei a: promuovere in seno all amministrazione un sempre più diffuso ed approfondito know-how sulla tematica dei prezzi di trasferimento e sulle più appropriate metodiche di controllo da applicarsi in sede di attività di verifica agevolare l esercizio dei poteri di verifica nello specifico comparto, rimuovendo o, quanto meno, circoscrivendo gli ostacoli ad oggi esistenti fornire alle imprese riferimenti chiari in un ottica di tax compliance 7

8 L ADOZIONE DEL REGIME DEGLI ONERI DOCUMENTALI CONTENUTI DEL MASTER FILE E DELLA DOC.NE NAZIONALE Concetto di documentazione idonea Master File: rappresentazione generale del gruppo (o del sottogruppo) multinazionale Documentazione Nazionale: informazioni specifiche relative alla società residente e alle modalità di determinazione dei prezzi di trasferimento In generale: conformità al Codice di condotta UE e alle Linee Guida OCSE

9 L ADOZIONE DEL REGIME DEGLI ONERI DOCUMENTALI IMPOSTAZIONE DEL SISTEMA 1. Holding Italiana Holding (ITA) Sub 1 Sub 2 Sub n Holding (EU/Extra EU) 2. Sub holding Italiana Subholding (ITA) Sub 1 Sub n 3. Impresa italiana Controllata Holding (EU/Extra EU) Subsidiary (ITA) 9

10 L ADOZIONE DEL REGIME DEGLI ONERI DOCUMENTALI ALTRE CONSIDERAZIONI Disciplina per le piccole e medie imprese Profili formali (lingua italiana o inglese nel caso di Master-file predisposto da soggetto estero) Termini di consegna della documentazione Omissioni o inesattezze parziali Controversie tra verificatori e contribuenti Disciplina delle comunicazioni Possibili evoluzioni 10

11 IL RULING DI STANDARD INTERNAZIONALE L istituto del ruling di standard internazionale è stato introdotto nell'ordinamento tributario dall art. 8 del d.l. 30 settembre 2003, n. 269 convertito dalla legge 24 novembre 2003, n Ha avuto concreta attuazione con il Provvedimento del Direttore dell Agenzia delle Entrate del 23 luglio Avvio effettivo: Gennaio 2005 (a seguito del confronto con le autorità competenti EU) 11

12 IL RULING DI STANDARD INTERNAZIONALE LA PROCEDURA Art. 8 d.l. 269/2003 Comma 1: Le imprese con attività internazionale hanno accesso ad una procedura di ruling di standard internazionale, con principale riferimento al regime: dei prezzi di trasferimento, degli interessi, dei dividendi delle royalties. 12

13 IL RULING DI STANDARD INTERNAZIONALE LA PROCEDURA Art. 8 d.l. 269/2003 Comma 2: La procedura si conclude con la stipulazione di un accordo, tra l Ufficio Ruling e il contribuente, e rimane in vigore per 3 anni (dal periodo d'imposta nel corso del quale l'accordo è stipulato) salvo che intervengano mutamenti nelle circostanze di fatto o di diritto rilevanti al fine delle metodologie risultanti dall'accordo sottoscritto. Comma 4: Durante la vigenza dell accordo, l'amministrazione finanziaria esercitaipoteri di cui agli articoli 32ess.del D.P.R. 600/1973 soltanto in relazione a questioni diverse da quelle oggetto dell'accordo. 13

14 IL RULING DI STANDARD INTERNAZIONALE RAPPORTI CON LE AUTORITA FISCALI DI ALTRI PAESI Comma 3 dell art. 8 del d.l. 269/2003 prevede l'invio di copia dell accordo di ruling all'amministrazione finanziaria estera per i Paesi facenti parte dell'unione Europea Tale norma rientra nei caratteri delle disposizioni previste nel Codice di Condotta, nonché nel più ampio ambito delle norme in materia di scambio di informazioni previste: dalle singole convenzioni contro le doppie imposizioni; dalla direttiva n. 77/799/CEE, sulla reciproca assistenza fra le autorita competenti nel settore delle imposte dirette ed indirette 14

15 IL RULING DI STANDARD INTERNAZIONALE RAPPORTI CON LE AUTORITA FISCALI DI ALTRI PAESI Il ruling ha carattere di accordo unilaterale, in quanto stipulato tra il contribuente e la propria Amministrazione finanziaria e non può direttamente qualificarsi come accordo bilaterale o multilaterale, dal momento che non coinvolge né la controparte nella transazione né, tanto meno, l'autorità fiscale estera. Il contenuto dell accordo non è vincolante per le amministrazioni fiscali estere non tenute, pertanto, ad adeguarvisi. Peraltro, l'invio della copia del ruling, non conferisce, di per sé, alla procedura, carattere bilaterale. 15

16 IL RULING DI STANDARD INTERNAZIONALE RAPPORTI CON LE AUTORITA FISCALI DI ALTRI PAESI In alcuni casi, a seguito di richiesta dei Contribuenti ed al fine di prevenire fenomeni di doppia imposizione, l esito della procedura italiana è stato condiviso con Amministrazioni estere in sede di cooperazione internazionale ai sensi dell art.26 del Modello Ocse di convenzione (come risultato di APA unilaterali simmetrici). Con riferimento alla conclusione di APA bilaterali o multilaterali si ritiene che, in presenza di un trattato contro le doppie imposizioni, base giuridica per la loro conclusione sia l art. 25 del Modello Ocse di convenzione. 16

17 3. LA COLLABORAZIONE CON LE AMMINISTRAZIONI FISCALI ESTERE MATERIE SU CUI INSORGONO CONFLITTI Selezione del metodo di prezzi di trasferimento Comparabilità Attribuzione degli utili alla stabile organizzazione Business restructuring 17

18 3. LA COLLABORAZIONE CON LE AMMINISTRAZIONI FISCALI ESTERE CONTROLLI SIMULTANEI Art. 8 ter Dir n. 77/799/CEE (Dir n. 2011/16/UE) - Interesse comune su un contriubente da parte di 2 o piu Stati membri - Iniziativa unilaterale e motivata non vincolante per l altro Stato membro 18

19 3. LA COLLABORAZIONE CON LE AMMINISTRAZIONI FISCALI ESTERE CORRELATIVE ADJUSTMENT Art. 9 par. 2 del Modello Ocse di Convenzione per evitare le doppie imposizioni Il Modello Ocse fornisce una ipotesi di risoluzione della doppia imposizione economica conseguente alle rettifiche sui prezzi di trasferimento con la previsione di un aggiustamento correlativo da parte di uno Stato a seguito di una rettifica operata da un altro Stato - l'eliminazione non e automatica poiche necessita di condivisione da parte degli Stati nell'an e nel quantum 19

20 3. LA COLLABORAZIONE CON LE AMMINISTRAZIONI FISCALI ESTERE PROCEDURE AMICHEVOLI E CLAUSOLA ARBITRALE Art. 25 del Modello Ocse di Convenzione per evitare le doppie imposizioni Convenzione 90/426/CEE relativa alla eliminazione delle doppie imposizoni in caso di rettifica degli utili di imprese associate 20

21 Grazie per l attenzione 16 settembre

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