La vignetta, la parola, la

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1 Anno IV - Numero 7 - Venerdì 9 gennaio 2015 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Politica Legge elettorale tra mille trappole Traboni a pag. 2 L intervista Anna Teodorani: mio padre e il Duce Capasso-Moriconi a pag. 6 Sport La Lazio festeggia i suoi primi 115 anni Colosimo a pag. 12 LA TRAGEDIA PARIGINA HA SCOSSO TUTTO IL MONDO, MA C È CHI SI OSTINA A FARE POLEMICA PERSINO DAL PARLAMENTO, DAL PD di Francesco Storace La vignetta, la parola, la libertà. Dall altra parte una spada, un kalashnikov, l intolleranza. Quel che incredibilmente abbiamo visto nelle drammatiche immagini provenienti dalla Francia dovrebbe portare tutti con i piedi per terra, a non soffiare sul fuoco della propaganda rischiando di provocare lutti. C è un partito che sta al governo col premier, il Pd, e che ha la responsabilità maggiore della tenuta sociale e politica del Paese. Ma non ha parlamentari all altezza del compito e soprattutto del delicatissimo momento che stiamo vivendo. Racconto una storia che sanno in pochi, circola sulla rete ma con scarsa importanza. La prossima settimana, sabato 17 gennaio, in un paese dei Castelli Romani, Nemi, l organizzazione di un convegno con la presenza di Magdi Allam sta scatenando il panico nel Partito democratico. Il tema, attualissimo, è stato ovviamente deciso prima della terribile strage parigina: Islam, realtà invasiva?. L argomento, unito al relatore principale dell iniziativa, ha scatenato le ire di una deputata locale, Ileana Piazzoni, un tempo con Sel e poi rifugiatasi tra le braccia di Matteo Renzi. Ebbene, costei non ha trovato niente di meglio da fare, in questi giorni, che lanciare l allarme contro un incredibile manifesto di intolleranza. Ovviamente, se cerchi una sua opinione sui fucilieri a Charlie Hebdo, probabilmente devi lavorare col lanternino. Poche ore prima dell attentato, questa estremista che sta in Parlamento grazie al porcellum, ha avuto la faccia tosta di dichiarare che le posizioni cieche e settarie sulla religione islamica che Allam da sempre propaganda sono infatti BERSAGLI Anche la sinistra italiana ha le sue responsabilità nel fomentare odio contro chi critica l Islam: il caso Magdi Allam e un convegno in provincia di Roma ben note: quelle della ottusa generalizzazione, delle moschee come ricettacolo di terroristi, dello scontro di civiltà come unica soluzione da perseguire. Un estremismo perfettamente speculare a quello che si tenta, in maniera grottesca, di raccontare come unica realtà del mondo islamico. È la stessa sinistra che diceva cose analoghe nei confronti di Oriana Fallaci. Per loro il pericolo viene da questa parte del mondo, da chi FRANCIA Braccati a pag 4 è sotto assedio, e non da chi minaccia e pratica la guerra santa ovunque si trovi. Ma questa è la sinistra italiana, che non si rende conto di stare dalla parte opposta rispetto al comune pensare dei cittadini italiani, terrorizzati dall islamismo e non da Magdi Allam. Con quest ultimo, anche a me è capitato di discutere animatamente, ma mai indicandolo come una specie di nemico da additare alla pubblica opinione nella maniera che abbiamo letto. Di questa sinistra non sappiamo che farcene. Pretendiamo reciprocità nella religione. Esigiamo di sapere che cosa si predica - in italiano - nelle moschee. Chiediamo che la loro apertura sia autorizzata non da una semplice e condizionabile amministrazione comunale, ma dal ministero dell interno. È evidente che finché al potere resterà questa classe dirigente si moltiplicheranno gli episodi di intolleranza contro chi chiede di essere rispettato a casa sua. Forse in quel bel Paese, i locali ed eroici compagni preferirebbero una più politicamente corretta conferenza in cui la presidente della Camera, Laura Boldrini, concionasse sull Islam buono e quei terroristi cattivoni che ne rappresenterebbero un infima minoranza. No, presidente, quei terroristi uccidono invocando Allah e vendicando Maometto. I terroristi si rifanno alle prescrizioni coraniche. La Boldrini non conosce l Islam, il Corano e la parole di Maometto. Ma a prescindere da tutto ciò in una situazione come questa un alta carica istituzionale dovrebbe mettersi senza se e senza ma dalla parte della nostra civiltà : Sono parole di Magdi Allam; le sottoscriverebbe qualunque persona minimamente consapevole della fase che stiamo vivendo. Fermate i pazzi, non chi li denuncia. MILANO: CROLLO IN UNA MATERNA, FERITI SETTE BAMBINI Le scuole... sicure del maestro Matteo Fruch a pagina 8 DUE DATI CHE PREOCCUPANO: LA BANDA LARGA NON DECOLLA, L INQUINAMENTO SÌ L Italia naviga in pessime acque rallenta, persino in fatto di connessione. Il dato è allarmante: la velocità media L Italia delle connessioni a banda larga raggiunge i 5,5 Mbps, con una crescita sì del 16% rispetto allo stesso periodo dell anno scorso, ma in calo del 4,5% rispetto alla rilevazione del trimestre precedente. Ancora peggio l adozione della banda ultra larga: anche qui le connessioni superiori ai 10 Mbps sono salite del 58%, ma rispetto al trimestre precedente si è registrato un incredibile e brusco calo del 20%. Quanto ha prodotto l immancabile (e umiliante) classifica del caso: gli esperti del settori sono praticamente unanimi nell indicare l Italia aggregabile non già all Europa, bensì a Turchia, Emirati Arabi Uniti e Sud Africa a non presentare tassi di adozione della banda ultra larga al di sopra del 10%. Sulla media generale non va meglio: siamo ai 4,5 Mbps, mentre (tanto per farsi del male) la velocità media della Sud Corea con 25,3 Mbps. Se la democrazia è nella rete, come dicono alcuni paraguru dall immagine ultimamente un po acciacchi, siamo messi male. E se il futuro è nella rete, siamo messi malissimo. Toccherà che qualcuno spieghi loro che navighiamo in pessime acque, se non fosse che proprio le acque sono un altro pensiero che toglie il sonno agli italiani. Qui a render noti i dati è l Ispra, secondo cui sono 175 le sostanze trovate nelle acque superficiali e sotterranee italiane nel In cima alla lista, gli erbicidi: il loro utilizzo diretto sul suolo, spesso concomitante con le intense precipitazioni meteoriche di inizio primavera, ne facilita la migrazione nei corpi idrici. Rispetto al passato è aumentata, però, significativamente anche la presenza di fungicidi e insetticidi. Risultato? Secondo l Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale c è contaminazione nel 56,9% dei punti di monitoraggio delle acque superficiali e nel 31,0% dei punti di quelle sotterranee. Insomma siamo con l acqua alla gola. Ed è pure avvelenata. Robert Vignola

2 2 Attualità IL VOTO AL SENATO NON PRIMA DELLE DIMISSIONI DI NAPOLITANO, MA LA MINORANZA PD FREME Legge elettorale, Renzi sulle spine E sul nuovo capo dello Stato il premier tende la mano ai grillini. Che rifanno il tifo per Rodotà di Igor Traboni Non prima di mercoledì prossimo 14 gennaio, giorno in cui sono attese le dimissioni del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, inizierà al Senato il voto sugli articoli della nuova legge elettorale, il tutto secondo la scadenza che si è dato Matteo Renzi (che comunque ha ancora grossi problemi all interno del suo partito, come vedremo) intenzionato a concludere l ite prima dell'elezione del nuovo Capo dello Stato. La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama ha infatti fissato alla serata di martedì i13 il termine per presentare emendamenti al testo di riforma, che vale solo per l'elezione della Camera, mentre il Senato dovrebbe diventare un'assemblea minore non più eletta dai cittadini, secondo il progetto di riforma della Costituzione ora in discussione a Montecitorio. In queste ultime ore il Senato ha respinto le pregiudiziali di costituzionalità, con il voto della maggioranza e di Forza Italia. Ma non è detto che il Patto del Nazareno - l'intesa tra Renzi e Silvio Berlusconi sulle riforme istituzionali stretta circa un anno fa nella sede del Pd resista fino alla fine. A cercare di spezzare l aria, sempre più pesante, attorno alla questione, ha provato il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che ha ribadito l'intenzione di posticipare al 2016 l'efficacia della nuova legge - in modo da dare più tempo al Parlamento per approvare la riforma del Senato; uno slittamento, secondo alcuni osservatori, che potrebbe consentire a Forza Italia di riorganizzarsi nel frattempo come polo del centrodestra. A proposito del partito del Cav, ieri Mariastella Gelmini ha detto che "l'elezione del Capo dello Stato sarà rapida, se Renzi rispetterà i patti su legge elettorale e riforma del Senato". Molto più farraginosa è invece la situazione all interno del Pd, con Renzi che ha di nuovo vestito i panni del segretario-padre padrone del partito invitando a ricompattarsi per far fronte a tutte le scadenze di questa legislatura. Ma la minoranza del partito non resta di certo a guardare e ha di nuovo contestato il mancato ritorno alle preferenze nella scelta dei deputati. L'accordo Renzi-Berlusconi prevederebbe invece NARDELLA CONTESTATO DAI SINDACATI DOPO GLI ANNUNCIATI TAGLI AL PERSONALE Da Firenze a Napoli sindaci sinistrati De Magistris imbarca Sel nella giunta per tirare a campare un altro po un sistema misto con capilista fissi e preferenze sugli altri candidati. "Ho capito il patto del Nazareno, che Berlusconi i suoi se li vuole nominare lui, ma cerchiamo di ragionare", ha detto ieri l'ex segretario Pier Luigi Bersani. Una nuova dichiarazione che, tra le righe, si può decisamente leggere soprattutto contro Renzi. E la lotta interna nel Pd, in verità mai sopita, riparte alla grande. Lo stesso Bersani, a proposito di nuovo capo dello Stato, ieri ha fatto di nuovo ampi accenni all ipotesi Romano Prodi, che Renzi si troverebbe costretto eventualmente a digerire suo malgrado. Altri boatos romani parlano invece di un lavoro sottotraccia degli uomini del vecchio magico del premiersegretario Renzi nei confronti dei grillini ufficiali, quelli cioè che ancora resistono alla diaspora e restano nel Movimento: il nome offerto da questi ultimi è di nuovo quello di Stefano Rodotà, non a caso primo nell apposito sondaggio lanciato dal quotidiano Il Fatto, notoriamente vicino proprio alla truppa di Grillo-Casaleggio. Piove sul bagnato per due dei sindaci più osannati dalla sinistra radical-chic, ovvero Dario Nardella, catapultato da Renzi alla guida della città di Firenze, e Giggino De Magistris, primo cittadino di una Napoli che fa sempre più acqua da tutte le parti. Per Nardella, un po come per il suo mentore Matteo, i guai arrivano soprattutto dal fronte sindacale, con i delegati Rsu del Comune di Firenze che chiedono "un incontro urgente" con il sindaco. Il tutto fa riferimento alle dichiarazioni del primo cittadino che ha annunciato il possibile prepensionamento di "400 dipendenti comunali, per dare un taglio del 10 % alle spese per il personale". Per il coordinatore della Rsu di Palazzo Vecchio, Mauro Comi (Cgil) "se si vogliono tagliare le spese del personale, perché non si smette di assumere a chiamata con gli articolo 90 e 110 e attribuire a questi ''fortunati, indennità non commisurabili a quelle dei ''normali'' dipendenti?. Prima di pensare a dichiarare in esubero i dipendenti comunali, e alimentare attese nei colleghi, che speriamo non finiscano con il creare nuovi esodati, forse converrebbe considerare la macro-questione delle funzioni e della collocazione dei dipendenti della ex provincia nella neonata area metropolitana". Da Firenze a Napoli, dove Giggino imbarca i vendoliani di Sel nella sua giunta, pur di tirare a campare, dopo le ultime, forti tensioni con il pd. E così Ciro Borriello per l appunto di Sel - è il nuovo assessore della Giunta comunale di Napoli. A Borriello vanno le deleghe agli impianti sportivi, al decoro, alla qualità della vita, ancora alla toponomastica e all agricoltura urbana. Il nuovo assessorato si chiama assessorato allo Sport e al decoro urbano. Esce dalla Giunta, Monia Aliberti le cui deleghe all immagine e alla comunicazione vanno direttamente al sindaco De Magistris. La cui immagine, in realtà, è parecchio rovinata dagli ultimi accadimenti. Eppure Giggino definisce storica la giornata di ieri per Napoli, non perché magari ha provveduto a risolvere almeno uno dei mille problemi in cui affoga la città, ma perché Sel è un partito nazionale e questo ingresso è arrivato dopo una lunga riflessione perché non sempre bisogna fermarsi alle scintille iniziali. E perché tale ingresso porta Napoli ad essere tra le grandi città d Italia, quella più a sinistra. È un rapporto ha aggiunto De Magistris parlando sempre dell amore sbocciato con quelli di Sel - che nasce dal basso, da un dialogo con il partito napoletano di Sinistra e libertà, poi condiviso con la struttura nazionale e con il presidente Vendola. Siamo un esperienza politica unica e plurale. Così unica che or Giggino vorrebbe esportarla anche in chiave campana (intesa come Campania): Alle regionali non staremo a guardare, diremo la nostra e poi il mio obiettivo principale è rivincere alle elezioni comunali della primavera Ig.Tr. DECINE DI CONSIGLIERI COMUNALI E PARLAMENTARI LASCIANO IN MASSA IL M5S E PASSANO A PERCORSO COMUNE Dall Emilia alla Toscana, fuga da Grillo Espulsi ed esausti emigrano nel nuovo partito fondato dal deputato (defenestrato) Artini Una fuga rapida e inesorabile. Dal Movimento 5 Stelle e da Grillo. Per un Percorso Comune. Consiglieri comunali e parlamentari toscani lasciano in massa il gruppo pentastellato. Pronti ad emigrare nel nuovo partito fondato dal deputato Massimo Artini (nella foto), uno dei tanti espulsi eccellenti. Che darà vita a una nuova creatura insieme ad altri ex colleghi defenestrati, i senatori Maurizio Romani e Alessandra Bencini. Si chiamerà appunto Percorso Comune. E ne farà parte pure l ex candidata sindaco di Firenze Miriam Amato, che ha lasciato il partito ma non la sua poltrona in consiglio comunale. Perché nel M5s non c è democrazia partecipata: io questo non lo ritrovo più, nelle discussioni con Grillo e Casaleggio l unico interesse erano i mi piace sui social network. La consigliera parla a ruota libera e critica la creazione del cosiddetto direttorio e le reazioni di una base che non s è scandalizzata da tutto questo. Sarà la prima di una lunghissima serie ad abbandonare una nave vicina alla deriva. Altri 2 consiglieri di Reggello hanno già espresso a chiare lettere l intenzione di seguirla. Sono tantissimi i consiglieri pronti alla fuga. I vertici del nuovo movimento presto avranno un incontro anche con Federico Pizzarotti. Che pubblicamente ha dichiarato più volte di non avere alcuna intenzione di fare correnti o controcorrenti. Il sindaco di Parma, ai ferri cortissimi col comico genovese, vuole prendersi la leadership del partito e rovesciare la dirigenza consolidata. Il suo parere è diventato fondamentale per tutti quei consiglieri, parlamentari, che non vogliono più sottostare ai diktat di Grillo. E chiedono voce in capitolo, libertà di espressione oltre che di opinione. Tradotto, vogliono essere liberi di dire quel che pensano, senza subire attacchi pubblici. Dai delusi di Parma a quelli d Italia. Perché il numero dei ribelli s è allargato notevolmente. Grillo perde pezzi e voti. Ormai è in caduta libera. Bernald Shehaj Via Giovanni Paisiello n Roma Tel Fax redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d Italia Sito web Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel mail: daniele.belli@hotmail.it Autorizzazione del Tribunale di Roma n 286 del

3 3 Attualità PAGINATE DI PUBBLICITÀ SUI GIORNALI PER ANNUNCIARE L INIZIO DI UN NUOVO VIAGGIO Alitalia prova a rimettersi in pista Decisivo l ingresso degli arabi di Etihad, anche per aprire il mercato ad altre rotte Per l ennesima volta Alitalia prova a rimettersi sulla pista di decollo e a far allacciare le cinture ai signori passeggeri... Comincia un nuovo viaggio. Questo il titolo della lettera aperta (un inserzione pubblicitaria) di Alitalia apparsa ieri a tutta pagina su alcuni quotidiani italiani. La partnership tra Alitalia ed Etihad Airways è diventata realtà, si legge nel testo firmato dei due ceo, quello di Alitalia, Silvano Cassano e quello di Etihad, James Hogan. Con Etihad Alitalia è più forte e più internazionale sempre profondamente italiana ma pronta a portarvi più lontano Il nuovo progetto, iniziato con un volo Malpensa-New York, punta al ritorno all utile nel Cassano assume un impegno: I clienti, che d ora in avanti chiameremo ospiti, saranno la nostra bussola. A partire da oggi Alitalia, insieme ad Etihad Airways, offre 168 destinazioni, una flotta di 227 aeromobili tra le più avanzate al mondo e la forza di chi trasporta più di 35 milioni di passeggeri l anno. Il matrimonio tra Alitalia ed Etihad è stato un ottimo affare per Alitalia aveva affermato l amministratore delegato e presidente del vettore emiratino James Hogan nei giorni scorsi; aggiungendo che, se tutti gli obiettivi del piano industriale saranno centrati «a sposa italiana potrà dirsi un giorno soddisfatta. L obiettivo, come detto, è il ritorno all utile nel 2017 (108 milioni di euro con un fatturato di 3,7 miliardi di euro), dopo che dal 2008 si sono accumulate perdite per oltre 1,6 miliardi. Per il 2023 è previsto un utile di 212 milioni di euro e un fatturato di quasi 4,5 miliardi di euro. Sul fronte esuberi, i dipendenti che entrano in mobilità si riducono a circa 500 rispetto ai 2251 esuberi previsti inizialmente. Per queste persone che, per almeno 3 anni, otterranno un sussidio pari all 80% della retribuzione, verrà poi sperimentato per la prima volta il contratto di ricollocamento previsto dalla legge di stabilità. Intanto c è una novità per i passeggeri: sui voli Alitalia targati Etihad sarà possibile navigare su Internet. La rivoluzionaria novità, contenuta nei nuovi progetti in cantiere, è stata rivelata da Silvano Cassano in una lettera ai dipendenti. Cominceremo presto a installare sistemi di telecomunicazione e wi-fi a bordo per offrire servizi di connettività su tutta la flotta, scrive il nuovo ad della compagnia. L ALTRA FACCIA DEL TRASPORTO AEREO Meridiana: troppe nubi sul futuro della compagnia Resta sempre molto nebulosa la situazione attorno alla compagnia aerea Meridiana. Sul piede di guerra restano anche i sindacati: "Nessuna trattativa potrà affrontare la crisi di Meridiana se non dentro la realtà attuale del trasporto aereo italiano ed in assenza di un progetto industriale di medio lungo periodo, afferma la Filt nazionale, in vista della convocazione al Ministero dello Sviluppo Economico per la nuova fase del confronto sulla compagnia aerea, sottolineando che "per fare questo è indispensabile non semplicemente un qualunque piano industriale, quello che prevedeva 2 aeromobili era infatti la premessa alla chiusura, ma un progetto che leghi un nuovo e diverso investimento degli azionisti a una profonda riorganizzazione industriale e commerciale dell'impresa. Senza questo il lavoro, sia che si parli di numero di esuberi che di tagli o stipula di un nuovo contratto, rischia di diventare una variabile secondaria". Secondo la sigla sindacale "serve quindi un progetto industriale, servono quindi investimenti, servono condizioni affinché ognuno faccia la sua parte in questa prospettiva, servono i necessari cambiamenti. Portare questa discussione al Mise - sostiene infine la Filt- fa parte della seconda fase della vertenza Meridiana, che dovrà essere ovviamente diversa dalla prima che, con l'accordo del 27 dicembre scorso, ha comunque segnato una serie di, pur se parziali, importanti risultati". SIGLATO AL MINISTERO L APPOSITO PROTOCOLLO PER LA RICONVERSIONE DELL AREA VENEZIANA Marghera: l accordo c è, adesso i fatti Èstato siglato ieri, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, l'accordo di programma per la riconversione e la riqualificazione economica dell'area industriale di Porto Marghera con l'obiettivo di consolidare le attività esistenti, favorire nuovi investimenti finalizzati alla riconversione industriale, all'ambientalizzazione e nuove infrastrutture funzionali alle attività produttive. L intesa è stata siglata dal Ministro Federica Guidi, dal Presidente della Regione Veneto Luca Zaia, dal Commissario straordinario del Comune di Venezia Vittorio Zappalorto e dal Presidente dell'autorità Portuale di Venezia Paolo Costa. Presenti alla firma il Sottosegretario del Ministero dell'economia Pierpaolo Baretta e il Direttore generale per gli incentivi alle imprese del Mise Carlo Sappino. Con l'accordo di programma vengono rese disponibili risorse complessive per quasi 153 milioni di euro, dei quali 103 a carico del Mise, frutto dei rimborsi effettuati dalla Società Alcoa per lo stabilimento di Fusina (Porto Marghera) e destinati, in base a decisioni della Commissione europea, a interventi a favore dello sviluppo e dell'occupazione nelle Regioni ove hanno sede le attività produttive oggetto della restituzione. La riqualificazione industriale riguarda infatti i ettari di insediamenti produttivi, commerciali e terziari, canali navigabili e bacini, porto commerciale e infrastrutture che fanno di Porto Marghera una delle più grandi zone industriali costiere d''europa. "Gli Accordi di programma, come dimostrano le recenti intese di Rieti, Piombino, Frosinone-Anagni, del distretto del mobile della Murgia, dell'area di crisi industriale del Gruppo Antonio Merloni e di Trieste-Servola si stanno rilevando, a fianco dei Tavoli di crisi aziendale, strumenti di politica industriale molto efficaci. Essi consentono di mobilitare risorse che, d'intesa con Regioni, Enti locali, imprese e sindacati vengono finalizzate a interventi coordinati e di ampio respiro senza disperdersi in mille rivoli", ha commentato il Ministro Guidi. Il Ministero dello Sviluppo Economico ha messo a disposizione, per il 2015, un credito di imposta di 50 milioni di euro a favore delle imprese che vogliono realizzare progetti di reindustrializzazione e bonifica in aree industriali ricadenti nei SIN, Siti di bonifica di Interesse Nazionale, come quello di Porto Marghera. ROBERTO CASTALDO, ESPERTO NELLA SELEZIONE DEL PERSONALE, METTE IN GUARDIA DAGLI ERRORI PIÙ COMUNI Quando cercare lavoro diventa... un lavoro! nel mondo del lavoro non è mai stato un percorso in discesa, L ingresso ma negli ultimi anni la strada sembra essere diventata sempre più ostica. In base ai dati di Almalaurea, il tasso di disoccupazione è cresciuto di 6,5 punti per i neolaureati (25-34 anni) e di ben 14,8 punti per i neodiplomati (18-29 anni). Secondo un'indagine Istat, il 77,6% degli under 30 in cerca di occupazione si rivolge alla rete di amici, parenti e conoscenti, una scelta che sembra dare i suoi frutti (il 44% ha trovato un impiego in questo modo e il 26% grazie a una diretta richiesta a un datore di lavoro). Solo l'1,4% è riuscito ad ottenere un lavoro grazie ai centri per l'impiego. Per avere maggiori chance di successo è opportuno fare attenzione ad alcuni particolari, primo tra tutti la redazione del curriculum vitae in formato europeo, da compilare in modo chiaro ed esaustivo. "Se sono passati ormai diversi anni dal conseguimento dell'ultimo titolo di studio, consiglio di anteporre l'elenco delle esperienze lavorative al curriculum studiorum - Suggerisce Roberto Castaldo, esperto nella selezione del personale, e fondatore di 4 M.A.N. Consulting. - Un aspetto che viene spesso trascurato, se non addirittura omesso, è la descrizione delle proprie attitudini. Abbiamo riscontrato che scegliere la figura professionale da inserire in organico partendo dalle attitudini personali ha una possibilità di esito positivo più alta del 30%". "Una cosa, poi, da tenere bene a mente è che non c'è una seconda occasione per fare una buona prima impressione! - prosegue Castaldo - Negli ultimi colloqui che ho condotto per conto di importanti aziende italiane, oltre il 20% dei candidati presentava un abbigliamento inadatto (gonne troppo corte, maglie scollate, t-shirt con stampe improbabili...). In un incontro, un candidato si è presentato con una lettera di referenze scritta dal padre, che mi spiegava come il figlio fosse un ragazzo educato, disponibile e tanto ammodo, altri sono venuti accompagnati dalla mamma. Per quanto riguarda, invece, la scelta della posizione per la quale candidarsi, è sconsigliabile proporsi per ogni annuncio che si legge per la propria città. Laureati in lettere che si candidano come ecommerce specialist, pizzaioli che si propongono come venditori... E' importante individuare i propri punti di forza e puntare su quelli, altrimenti il rischio è di sembrare poco confusi e, soprattutto, poco sicuri della bontà della propria preparazione professionale. Un'ultima cosa che vorrei ricordare agli aspiranti candidati è che siete voi a dovervi adeguare agli orari lavorativi, e non viceversa. Nelle ultime selezioni, un candidato mi ha detto di aver bisogno del sabato e della domenica liberi, perché gioca al fantacalcio..." conclude Castaldo.

4 4 Esteri GIGANTESCA RICERCA DEI FRATELLI IN FUGA: OTTANTOTTOMILA UOMINI DISPIEGATI A PARIGI E NEI DINTORNI A caccia dei terroristi della porta accanto In mattinata nuova sparatoria: uomo isolato fredda in strada un agente di polizia locale Stazioni, strade e scuole chiuse a singhiozzo. Nove arresti, al setaccio palazzi e campagne di Robert Vignola Ottantottomila uomini dispiegati nella più grande caccia all uomo che la Francia abbia mai visto. Palazzoni di periferia e distributori di benzina accerchiati dai cecchini, campagne e boschi setacciati. Anche gli arresti, i fermi. Ma pure un altra poliziotta che muore in strada, gli ordigni sulle moschee, a rimestare un acqua talmente torbida che potrebbe nascondere il mostro appena sotto la sua superficie. I conti con il terrore li sta facendo così, la Francia, trincea di un Europa cui un paio di decenni di immigrazione incontrollata potrebbero aver causato più danni di quanto si pensi. Le notizie si sono inseguite per tutta la nottata successiva alla strage di Charlie Hebdo e poi per tutta la giornata di ieri, senza sosta, con i grandi network internazionali che lanciavano le immagini di ogni luogo del Paese dove fosse scattato l allarme. Ovviamente l attenzione è tutta spostata su dove sono finiti i fratelli Kouachi. Una svolta sembrava essere stata segnata nel pomeriggio, quando è stato circondato un edificio a nord della capitale. Alla fine, il cerchio si sarebbe stretto attorno a loro in Piccardia, nelle campagne circostanti, in una fuga a 70 chilometri a nord di Parigi. Una città che ha vissuto col fiato sospeso, con scuole e stazioni chiuse a singhiozzo, accessi bloccati, poliziotti(e paura) ovunque per stanare i fratelli jihadisti. Ma sono stati loro a fare strage di giornalisti, vignettisti e poliziotti mercoledì mattina? I dubbi sembra essere stati fugati dallo smarrimento, a bordo dell auto usata per fuggire, della patente di uno dei due fratelli. Particolare che stona non poco con l immagine di guerriglieri professionisti che i filmati della sparatoria nelle strade circostanti a Charlie Hebdo hanno trasmesso in tutto il mondo,che ha dato la stura anche a tesi complottiste. Nella Citroen C3 abbandonata a Parigi dai due ricercati sono state ritrovate alcune bandiere con simboli jihadisti e bottiglie molotov. A Reims, comunque, qualcuno è stato fermato: nove persone, tra cui moglie, sorella e cognato di uno dei ricercati. L accusa è di avere a che fare con quanto avvenuto. Stessa accusa per un diciottenne, che era stato individuato come possibile terzo uomo ma che invece sarebbe stato a scuola al momento della strage. Misteri, nodi da sciogliere. Non solo su Charlie Hebdo: ieri Parigi ha vissuto un altra sparatoria in strada, dai risvolti tutti da chiarire. L episodio ha avuto luogo a Montrouge, non lontano dalla Porta di Chatillon: due poliziotti che stavano intervenendo sul luogo di un incidente sono stati attaccati. Un uomo, con addosso uno zaino e forse un giubbotto antiproiettile, si è avvicinato alla scena del sinistro e ha tirato fuori un fucile d assalto, poi ha sparato. Entrambi gli agenti non hanno avuto il tempo di reagire: uno, una donna, è morta, l altro è in gravi condizioni. Irreperibile l uomo: un blitz in un palazzo delle teste di cuoio non ha sortito risultati. E il terrorista della porta accanto diventa sempre più l incubo del È GUERRA APERTA SULLE RIVE DEL LAGO CIAD. E A FEBBRAIO SARÀ DISPIEGATO ANCHE PERSONALE MILITARE ITALIANO In Nigeria il Califfato è realtà Boko Haram scaccia l esercito e rade al suolo sedici tra villaggi e città Cadaveri abbandonati nelle strade. Fonti governative: migliaia i morti Non solo Parigi. Il terrore si muove anche nel cuore dell Africa. E sparge sangue e morti abbandonati per le strade. Le notizie che provengono dalla Nigeria parlano di un nuovo attacco di Boko Haram, la falange jihadista che opera sotto il Sahara, avvenuto nel nord-est del paese. Le notizie sono frammentarie, il primo bilancio è agghiacciante: duemila morti. A tracciarlo, per quanto parziale, è stato un ufficiale dell esercito nigeriano, Musa Alhaji Bukar, le cui dichiarazioni stanno rimbalzando da una parte all altra del globo. Le forze armate sarebbero state quindi sia obiettivo di un attacco su vasta scala del gruppo fondamentalista, che testimoni di un massacro con ben pochi precedenti. Le schermaglie si sarebbero tramutate in battaglia fin da sabato, con l assalto di Boko Haram a una base militare a Baga. Un nuovo attacco in forze sarebbe avvenuto ieri, costringendo l esercito regolare a ripiegare. È a questo punto che la furia sanguinaria si sarebbe scatenata su sedici villaggi, i cui abitanti sarebbero stati trucidati senza pietà e le case rase al suolo. Difficile dire se il bilancio possa davvero essere così grave, ma certamente vi sono almeno centinaia di morti, molti dei quali civili. Chi è rimasto in vita ne starebbe bruciando i corpi per evitare epidemie. Non meno inquietanti le notizie che giungono da quel fronte: quell angolo di Nigeria, al confine col Ciad e altri stati, sul lago Ciad, è ora sotto il controllo delle milizie islamiche. Altre notizie per aggiungere tasselli al difficile mosaico in composizione in quella zona del mondo: il Ciad è la base di forze armate francesi che stanno combattendo i gruppi jihadisti che operano in tutta la fascia sahariana e a sud di essa. Da questa nazione e dalla parte di Nigeria ad essa più vicina sono partiti anche raid degli islamisti nel Camerun, anche questi bagnati dal sangue ma respinti dall esercito regolare locale. A febbraio è prevista un operazione su larga scala cui dovrebbero partecipare anche militari italiani. La guerra contro il Califfato Internazionale si fa sempre più vasta, e insieme oscura. R.V. IL CALIFFATO INIZIA AD UCCIDERE ANCHE IN LIBIA E l Isis ha giustiziato due giornalisti tunisini in quella che fu la quarta sponda L Isis d Italia c è davvero. E uccide, proprio come quella siriana e irachena. Due giornalisti tunisini, Sofien Chourabi e Nadhir Ktari, sono stati giustiziati in Libia da un gruppo affiliato allo Stato islamico. È stato il Site, il sito di monitoraggio dell estremismo islamico sul web, riferirlo per primo ieri pomeriggio. I due erano stati rapiti nel settembre scorso in Libia, nei pressi della frontiera con la Tunisia, mentre erano impegnati in un reportage. Inizialmente rilasciate dopo una oscura mediazione, tornarono il girno successivo nelle mani degli estremisti. Fino all epilogo, drammatico, di ieri. L esecuzione è stata compiuta a Barqah, a sud di Bengasi, affermano i jihadisti che pubblicano alcune foto dei due reporter. Nell area è forte la presenza dei miliziani affiliati al Califfo al Baghdadi, al centro di una battaglia senza quartiere contro le forze filogovernative libiche. In un secondo momento, poi l cosiddetto Califfato di Derna ha pubblicamente rivendicato l uccisione dei due giornalisti tunisini. In una dichiarazione, pubblicata su un sito jihadista che mostra le immagini di Sofiene Chourabi e Madhir Ktari, l Isis ha riferito di aver applicato la «legge di Allah». Secondo quanto scritto nel comunicato i due reporter lavoravano per una tv «che ha offeso l Islam». G.L.

5 5 Esteri ESTREMA VOLATILITÀ DELLE BORSE EUROPEE, IERI UN PUNTO DI RIMBALZO La Bce parla, mercati sull altalena Draghi torna a promettere l acquisto di titoli sovrani, intanto però i suoi funzionari avvertono la Grecia: Accordi sul debito solo se la Troika lo consente, dopo che sarà terminato il primo programma di salvataggio EMERGENZA UMANITARIA TRA SIRIA E LIBANO Gelo si abbatte sui rifugiati: primi morti nelle baracche volatilità dei mercati è stata confermata ieri. L estrema Certo, qualcuno avrà tirato un sospiro di sollievo. Ma quando le oscillazioni fanno registrare forchette troppo divaricate, non c è mai da fidarsi troppo. La forchetta è d altronde assai larga nei suoi denti anche nelle dichiarazioni dei vertici della Banca Centrale Europea. L Eurotower di una volta, dopo il trasloco dell anno appena trascorso, non sembra più l edificio monolitico di una volta: mostra crepe, dalle quali spifferi dilagano per l Europa e si trasformano in voci spesso discordanti. Ieri, ad esempio, Mario Draghi è nuovamente intervenuto. Niente di particolarmente nuovo nelle sue parole. In una delle lettere di risposta alle interrogazioni dei parlamentari europei, ha soltanto espresso un chiaro riferimento alla possibilità di acquistare bond governativi nel caso in cui la Bce decida di rivedere e ampliare il suo piano di acquisti, già lanciato con le obbligazioni garantite e con i prestiti cartolarizzati delle imprese (Abs). Dovesse diventare necessario affrontare ulteriormente i rischi di un periodo troppo prolungato di bassa inflazione - si legge nella missiva - il consiglio direttivo è unanime nel suo impegno a usare ulteriori strumenti non convenzionali nell ambito del proprio mandato. Questo può comportare una modifica dell entità, del ritmo e della composizione delle misure della Bce. Queste misure potrebbero anche comprendere gli acquisti di una varietà di asset, uno dei quali potrebbero essere i bond sovrani. I mercati vi hanno subito visto un quantitative easing alle porte, un nuovo stimolo col quale poter rimandare la dura realtà di conti che prima o poi dovranno tornare all economia reale. E le Borse hanno ripreso fiato, Milano compresa. Anche perché, va detto, una ricapitalizzazione monstre di Santander (sette miliardi e mezzo), ieri ha gonfiato come un palloncino il dato di Mps (+12% a fine seduta). Tutto bene? Insomma. È ovvio che con la parolina magica Grexit che passa di orecchio in orecchio, nessuno si azzarderà ad azionare leve strutturali sino a che le elezioni eleggeranno il nuovo interlocutore ad Atene. E infatti è stato proprio un portavoce della Bce, Benoit Coeure, a mandare messaggi a Tsipras, il leader di Syryza che si prepara a vincere la tornata. La continuazione della concessione di prestiti - dice il portavoce - è basata sull estensione tecnica del programma di aiuti dell Efsf fino al 2015 e alla sussistenza di un programma del Fmi. È anche basata sulla conclusione positiva dell attuale programma di salvataggio e di un successivo accordo tra le autorità greche e la commissione Ue, in collegamento con Bce e Fmi. Insomma, chiunque vinca le elezioni in Grecia, decide la Troika. Soltanto una volta che si sarà chiarito questo aspetto anche con il nuovo premier ellenico, forse, sarà tempo di Qe. Ma non ditelo ai mercati. Valter Brogino LLa bomba sociale innescata con l insensato attacco ad Assad due anni fa ha fatto sentire le sue sinistre deflagrazioni fin dentro Parigi. Ma mentre l Europa s interroga, e pure sottovoce, al ruolo che essa stessa ha avuto nell agevolare l addestramento di terroristi pronti a colpire se stessa una volta tornati a casa, è proprio da quella martoriata parte di mondo che giungono notizie assolutamente preoccupanti. Innanzitutto, per il dramma collettivo che si sta vivendo: ai guasti delle guerre, si è aggiunto negli ultimi giorni quello di un evento meteorologico estremo che ha rovesciato neve e gelo sul Medio Oriente. In Siria, è costato la vita almeno a quattro persone, rimaste uccise dal freddo nelle baracche dei centri profughi. Due di essi sono bambini. Le tempeste di origine artica hanno sorpreso oltre un milioni di rifugiati siriani che attualmente vivono in Libano, tra cui circa che vivono in tende di fortuna e rifugi nel nord-est del paese. Gente ormai allo stremo, scappata dalla sete di sangue dei tagliagole, che sono a corto di riscaldamento, di vestiti, di ogni cosa e ora sono alle prese con mezzo metro di neve caduta nella valle della Beqaa. Tre morti sono stati trovati sulle montagne al confine, si tratta di un pastore siriano di 70 anni, di suo nipote di 7 e di una terza persona non ancora identificata, ritrovati in una zona montuosa nei pressi del confine siro-libanese, dove la colonnina di mercurio nella notte aveva raggiunto minime di -7 gradi. R.V. KIEV SPIEGA LE SUE ARMATE NELLA STRATEGICA CITTÀ SULLA COSTA. IL FUOCO COVA SOTTO LA CENERE La guerra ucraina e la trincea di Odessa di Tatiana Ovidi Nonostante tregue ed accordi resta altissima la tensione in Ucraina. Domenica scorsa Kiev ha inviato nuovi carri armati ad Odessa, nell'ambito di una missione preventiva di antiterrorismo. Unità della Guardia Nazionale ucraina e veicoli corazzati sono giunti in una città dove la rabbia sociale è al massimo. La presenza di nuovi militari e mezzi pesanti andrà a peggiorare una situazione già incandescente. Anche perché, seppur non dichiarata, questa nuova missione ha il sapore di una vera azione militare contro i cittadini di Odessa. Un atto di guerra che va a colpire una cittadinanza già fortemente ferita. Odessa è ancora sotto shock dal tragico rogo, dalle numerose esecuzioni, dalle atrocità commesse dalle brigate ucraine, formate da civili appoggiati da polizia, servizi segreti e agenti internazionali (membri di agenzie private statunitensi). Stragi come quella della Casa del Sindacato non si cancellano facilmente, così come il tentativo degli occidentali di nascondere la verità. E nonostante nei giorni scorsi ci siano stati sabotaggi, qualche scontro, che hanno provocato un morto, l'attuale scenario non giustifica questo nuovo invio di truppe. È evidente che dietro le nuove azioni belliche si nasconde la perdita di consensi e la crescente impopolarità del governo ucraino. La strategia di Kiev è intensificare lo scontro nelle zone russofone, criminalizzare i ribelli per coprire il malessere diffuso e per disinnescare la protesta contro l'esecutivo. La crisi economica sta mettendo in pericolo gli oligarchi al potere che, pressati dal Fmi, stanno "mitragliando" il popolo ucraino di tasse, tagli ed austerità, oltre che di misure repressive di polizia senza precedenti, timorosi di manifestazioni, scontri e rivolte. Siamo tornati ai tempi dell'urss: uno Stato di polizia. Tra l'altro reso più isterico dalla mancanza di controllo sugli elementi paramilitari nazionalisti, i quali non rispondono alle autorità ufficiali. Uno Stato che opprime le libertà personali e sta macellando lo Stato sociale, oltre che svendendo il patrimonio pubblico. Inoltre sta attaccando ricchezze e redditi ed è completamente incapace di mettere in campo una strategia geopolitica autonoma e sovrana, perché tenuto al guinzaglio dalla Nato e dalla Troika. L Ucraina che voleva liberarsi dai russi, così recitava la propaganda occidentale, è ora completamente suddita di poteri internazionali. La fine ingloriosa della falsa rivoluzione nazionale è dietro l'angolo - non solo per le ribellioni delle zone russofone -, ma soprattutto per il fallimento di una guida filo-atlantica che invece del "sogno occidentale" ha portato il popolo ucraino alla fame ad ha consegnato l'ucraino tra le braccia del Fmi e della finanza internazionale. In questa drammatica situazione Odessa diventa fondamentale. Se cadesse nelle mani dei filorussi, si rivolterebbero anche Kharkov e Zaporozhy e tutto il sud-est che si sente legato da un comune destino con il Donbass, formando così la Nuova Russia. E non sarebbe solo un nuovo territorio, perché un contesto del genere farebbe crollare i Palazzi della Capitale. Davvero il caos si impadronirebbe dell'ucraina, in mano alle ali più oltranziste, armate fino ai denti, impossibile da gestire ed anche, a quel punto, da giustificare per Bruxelles e Washington. Con l'occidente fuori gioco, anche Mosca si tirerebbe fuori dal progetto Nuova Russia: ed eccoci tornati a prima del golpe di piazza Majdan. Anche perché il Cremlino non vuole certo l'annessione di alcune regioni, tanto meno dell'ucraina, ma vorrebbe tornare ad "influenzare" tutta l'area. Ora la partita si è capovolta. È fondamentale vedere l'apporto che Mosca darà alle proteste anti-governative. Se deciderà di soffiare sul fuoco del malcontento o lascerà che tutto proceda normalmente, tenendo uno scudo sulle zone russofone. Nell'ex granaio d'europa si continua a giocare una sanguinosa partita a scacchi, con la speranza che l'inferno portato dagli atlantici finisca il prima possibile. Forse l'ucraina tornerà agli ucraini, la Russia potrà riavvicinarsi all'europa e i popoli del Vecchio Continente potranno tornare a decidere del proprio futuro.

6 6 Storia LA REPUBBLICA SOCIALE E IL NEOFASCISMO, L INCLUSIVITÀ DELLA RIVOLUZIONE DEL DUCE E IL CATTOLICESIMO CONSERVATORE Viaggio nelle pagine ingiallite del 1945 I diari di Vanni Teodorani, tra cronaca e storia: il suo Fascismo e il disperato tentativo di salvare Mussolini di Emma Moriconi e Chantal Capasso Quando Vanni Teodorani morì era il Lui aveva solo 47 anni. [ ] la sua intera vicenda umana scrivono i figli Anna Augusta e Pio Luigi nella presentazione al volume contenente i diari degli anni era trascorsa intensamente all insegna della velocità, quasi egli presentisse di dover fare tutto in poco tempo. Il libro è dedicato principalmente al tentativo di Vanni Teodorani (lo ricordiamo, marito di Rosina, figlia di Augusta ed Arnaldo Mussolini, l amatissimo fratello del Duce scomparso troppo presto, fidatissimo di Mussolini che gli affidò numerose missioni segrete anche all estero) di mettere in salvo il Duce e quelli che erano rimasti con lui alla fine di aprile del La pubblicazione di questi scritti è decisamente un fatto iportante, perché essi possono chiarire una serie di vicende rimaste inesplicate ma anche perché finalmente si può sapere qualcosa di più su questo personaggio, Teodorani appunto, avvolto per lungo tempo nel mistero proprio a causa della segretezza delle sue missioni. E infatti lo storico Giuseppe Parlato, che del volume firma la prefazione, e che è affascinato dal periodo neofascista di Teodorani, come ci diceva nell intervista rilasciata due giorni fa al Giornale d Italia, scrive: La pubblicazione di un diario di Vanni Teodorani tra il 1945 e il 1946 colma una lacuna fin troppo evidente nel panorama di studio sui personaggi che hanno animato il neofascismo. Di questi, certamente Teodorani fu uno dei più significativi e uno dei meno presi in considerazione degli studiosi e aggiunge Mussolini lo incaricò di compiti riservati e delicati in Italia e all estero, dei quali per altro ben poco si sa, e sarebbe molto interessante saperne di più. Effettivamente anche il percorso neofascista di Teodorani è estremamente interessante, lo storico dedica a questo periodo buona parte dell introduzione e a questo sta dedicando la sua attenzione nell intento di scrivere un libro sul tema. Per il momento, però, resteremo concentrati sull argomento oggetto del nostro lavoro, cioè quell aprile del 1945, limitandoci a riferire un piccolo passo che spiega bene il discorso del Teodorani cattolico conservatore a cui Parlato dedica la sua più viva attenzione: Teodorani fu quindi uno degli esponenti più importanti di quella strategia che vedeva nella svolta moderata del Msi non già il tentativo di inserimento nel sistema e neppure l idea di potere diventare la stampella di salvataggio dei governi centristi, quando la possibilità che un Msi privo dei gruppi dichiaratamente antisistema e radicali (come gli evoliani ) potesse condizionare da destra la Dc. Teodorani dovette combattere non poco nel partito per fare passare questa linea. Come pure è rilevante il tema dell amarezza di non potere vedere armonicamente fusi il rosso con il nero. Tema questo estremamente interessante, leggiamo insieme cosa scrive Parlato a tal proposito: Si tratta di un sentimento che accomunò i giovani che avevano aderito alla Rsi, considerata avanzata socialmente, controcorrente, forse, ma non nemica del comunismo. È abbastanza curioso tale sentimento, sbocciato, solo da parte fascista, nel pieno della guerra civile: in effetti tale convergenza non era cosa del tutto nuova perché una sorta di collaborazione politica e ideale era già nata al tempo del cosiddetto entrismo del Pci clandestino di Togliatti, nel 1931, quando il Pci considerava il sindacato fascista l unico strumento di classe efficiente in Italia, proponendo ai comunisti di aderirvi per modificarlo dall interno e quando, per contro, Spirito lanciava a Ferrara, l anno successivo, la proposta definita bolscevica della corporazione proletaria. Qualche anno più tardi, nel 1935, Togliatti, anche se per interposta persona, stupiva tutti con l Appello ai fratelli in camicia nera, proponendo una sorta di patto tra comunisti e fascisti, soprattutto perché il regime di Mussolini sembrava durare per sempre. Altro argomento, come si vede, di estrema importanza dunque. Ed è quasi d obbligo richiamare, brevissimamente, qui, la figura di Nicolino Bombacci, quello scomodo propugnatore della sintesi al quale abbiamo dedicato un po di spazio nel dicembre del 2013, i lettori più attenti lo ricorderanno certamente. Personaggio di grande spessore, Bombacci finì a piazzale Loreto insieme a Mussolini, alla Petacci e ai gerarchi e fascisti uccisi e messi alla gogna dopo morti. Una brutta, orribile pagina della nostra storia. Domani torneremo sul tema ed anticiperemo ai nostri lettori alcuni passi del prezioso volume fresco di stampa e che già fa parlare di sé. L INTERVISTA Anna Teodorani: Mio padre un ottimista, il Duce: indulgente Un percorso nel tempo e nei ricordi. Ritratto di un uomo forte ma con uno spiccato senso dell umorismo Anna Teodorani, a cinquant anni dalla prematura morte del padre Vanni, ha voluto commemorare questo momento pubblicando il libro Quaderno in un alternarsi di storie intense ed emozionanti che raccontano un tragico momento della nostra storia. Ci accoglie nella sua casa, Anna Teodorani, è una donna molto dolce ma nel contempo forte e i suoi tratti del viso non ingannano: è uguale a suo papà. Non sarà una semplice intervista, ma un percorso a ritroso, un bellissimo flash back che solo la memoria umana può regalare, ascoltiamo attente ed emozionate. Che ricordi ha di suo padre? L ho rivisto a gennaio del 46, qui a Roma a Sant Alessio Aventino, lo portarono i Padri Somaschi. Mi ricordo che mia mamma mi chiese: Tu chi vorresti rivedere? ed io le risposi: Papà. E lei mi disse: Bene, allora andiamo ma non dire nulla a Pigi. Pigi è mio fratello che era troppo piccolo e avrebbe parlato. Mi portò in questo convento dove papà era nascosto e lui, una volta arrivate, mi preparò un uovo con la cioccolata. Poi quando ci fu il referendum nel giugno del 46 lo arrestarono. Sapevano benissimo dove trovarlo, tra l altro il libro lo dice (Quaderno n.d.r.). Pensava di essere un latitante ma andarono a colpo sicuro, lo portarono a Regina Coeli e lì vi rimase per una ventina di giorni e poi arrivò l amnistia. Ci raccontò episodi divertentissimi della sua permanenza in carcere, aveva fatto amicizia con diverse persone. Lui amava la biblioteca del penitenziario, dove c erano i libri di Dumas e romanzi storici, li aveva letti tutti, stava terminando l ultimo quando fu liberato, quasi se ne rammaricò ( lo dice sorridendo, Anna). Mio padre l aveva presa allegramente, ma lui era così, aveva un carattere ottimista. Sua madre come viveva questa situazione? D altronde aveva un marito lontano e due figli da badare. Mia madre, povera donna, ma era forte. Quando venimmo a Roma, nel dicembre del 45, un viaggio nascosti. Poi, lei si era fatta dare dei cappelli, temendo di essere riconosciuta. Durante il tragitto sentì, nel corridoio, un uomo che diceva di essere di Cesena e lei si spaventò e non uscì dalla cabina. Arrivammo a Roma, un viaggio terribile, ci venne a prendere uno zio ( il marito di una figlia di Edvige, sorella di Benito Mussolini n.d.r.) che ci disse che a Roma la situazione era diversa. Raccontò che i romani: se ne fregano, anche durante il fascismo erano tiepidi. Al nord ci fu più animosità. Mentre, invece, papà adorava Napoli, c è anche una poesia, secondo me molto bella, sul libro (Quaderno n.d.r.). Quando mio zio (Vito Mussolini n.d.r.) uscì dal carcere di Procida, gli avevano dato le carte per il tesseramento annonario e quando si recò al comune, gli impiegati gli dissero: ma sei uscito dal carcere, allora hai bisogno di più punti!. Mi ricordo che c era un tizio, in Romagna, che si vantava di aver commesso 35 omicidi, aveva preso i nostri mobili e la cognata disse a mia nonna, ma dove vai? Quello è un assassino. E mia nonna (paterna) le rispose, non m importa, quello ha i nostri mobili!. Prese un carretto con un cavallo e riuscì a recuperarli. Una donna molto forte, antesignana delle donne moderne. Un altro aneddoto divertente. Avete sicuramente sentito parlare del Senatore Macrelli, un repubblicano storico romagnolo. Lui si lamentava che aveva tanto sofferto durante il fascismo, era stato al confino. E mia madre stupita gli disse: al confino? Ma ogni volta che prendevo il treno, quando scendevo a Cesena mi aiutava a scaricare le valigie, allora mio papà disse: Ecco il fascismo aveva trovato una pena ben peggiore del confino, scaricare le tue valigie!. Mia madre portava con sé bagagli grandi e pesanti, come tutte le donne, del resto. Suo padre aveva anche questa vena spiritosa. Sì tantissimo. Ce n è un altra divertente da raccontare, mio padre si è sempre sorpreso della figura di Rommel. Non ha mai capito perché lo idolatrassero così tanto. Raccontò di una volta che andò con Rommel a Copenaghen, la Danimarca a quei tempi era occupata dai tedeschi. Giravano in macchina scoperta e che tutti applaudivano. Rommel si meravigliò e chiese a chi li accompagnava: ma come mai mi applaudono? e l altro gli rispose perché sanno che dopo di voi arriva sempre Montgomery! anche questo nel libro c è. Rommel secondo me è stato tanto idolatrato dagli inglesi per giustificare le loro malefatte. Fine prima parte ccapasso@ilgiornaleditalia.org emoriconi@ilgiornaleditalia.org

7 7 Roma L'OPERAZIONE "VITRUVIO" DELLE FIAMME GIALLE Edilizia: soldi in cambio di favori, 22 in manette Coinvolti funzionari dei Municipi e di una Asl, imprenditori e professionisti. Corruzione e concussione i reati contestati agli indagati Vasta operazione della Guardia di finanza, denominata Vitruvio, nei confronti di 28 soggetti (22 dei quali in stato di arresto), tra funzionari pubblici, imprenditori e professionisti. Corruzione e concussione sono i reati contestati agli indagati. L indagine è iniziata a seguito di episodi corruttivi che vedevano interessati alcuni funzionari in servizio presso l Ispettorato edilizio nel Municipio XIV di Roma Capitale. Secondo quanto accertato, i funzionari preposti al controllo delle pratiche edilizie, in cambio di remunerazioni illecite, hanno omesso di rilevare gli abusi riscontrati nel corso delle ispezioni ai cantieri edili. Le attività investigative sono state, successivamente, estese ad altri funzionari pubblici che presto servizio presso l ufficio tecnico della tredicesima circoscrizione di Roma Capitale e lo Spresal, Servizio di prevenzione di sicurezza negli ambienti di lavoro, dell azienda sanitaria locale Roma E. Le indagini, condotte dai militari del Nucleo speciale tutela mercati, hanno evidenziato un vasto sistema di malaffare, basato su sistematici accordi illeciti tra imprenditori e funzionari pubblici, i quali, in cambio di denaro o altre utilità, hanno omesso atti dell ufficio e/o compiuto atti contrari ai propri doveri. Erano infatti loro stessi, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, a suggerire quali modifiche apportare ai lavori per far ottenere al costruttore il massimo (illecito) vantaggio economico. In molteplici conversazioni, i soggetti intercettati fanno esplicito riferimento al pagamento di somme di denaro a favore dei funzionari preposti ai controlli dei cantieri; in altre conversazioni, si rileva, invece, una sorta di tangente preventiva che viene pagata per ottenere coperture ogni qualvolta viene aperto (o si aveva intenzione di aprire) un cantiere edile. Oltre alla mancata contestazione degli abusi edilizi, i funzionari in servizio al XIV Municipio di Roma Capitale risultano aver compiuto gravi irregolarità nella gestione delle pratiche relative al rilascio delle autorizzazioni per gli imbocchi alla rete fognaria (fondamentali per la vendita delle nuove unità immobiliari), favorendo gli imprenditori amici. Per quanto attiene, invece, ai funzionari dello Spresal dell Asl si è scoperto che non venivano contestate le irregolarità riscontrate nei cantieri relative alle norme sulla sicurezza negli ambienti di lavoro. Insomma, tutto aveva un prezzo. Anche per gli allacci in fogna. Come emerge da un intercettazione telefonica tra il rappresentante di una cooperativa edilizia e un funzionario del XIV Municipio, dove il primo chiama il secondo perché avrebbe bisogno di un fine lavori per un fabbricato in zona Torresina e sbloccare così i mutui per la vendita ma per avere quel documento sono necessari gli allacci in fogna, gli stessi che, secondo l'imprenditore, sono stati venduti dal dirigente del funzionario a euro l uno. L autorizzazione di 80 posti dietro compenso di euro cadauno - spiega l imprenditore - Se li sono venduti a persone diverse da noi mila euro si sono presi de sordi, capito!. Che schifo, mi fai venire la pelle d oca, commenta il funzionario. L indagine è cominciata poco più di un anno fa quando, dopo una segnalazione, il pm Erminio Amelio ha delegato il Nucleo speciale tutela mercati della Gdf a investigare: Inizialmente le indagini puntarono sugli appalti pubblici - ha spiegato il generale Vecchione, a capo del comando Unità speciali - Poi nel loro sviluppo abbiamo capito che si trattava prevalentemente di edilizia privata. E così i finanzieri hanno scoperto la familiarità di certi imprenditori con la corruzione: "Dalle intercettazioni emerge che soprattutto gli imprenditori parlano di corrotti, corruzione, dazioni di denaro. Come nel caso di un costruttore che parla al telefono con un soggetto operante nel settore turistico, chiedendogli di non essere messo al tavolo vicino con un architetto dellìufficio tecnico del Comune che io col fatto delle costruzioni, ogni tanto lo devo foraggià.... In quel caso gli avrebbe pagato un breve soggiorno. In un altra conversazione, invece, un imprenditore chiede consiglio a un altro sull atteggiamento da tenere in vista di un accesso di un ispettore dell Asl RmE. Il secondo replica al primo che di solito gli do 5 mila euro, ma in caso l ispezione fosse stata fatta da due funzionari sono quattro per uno. Una corruzione necessaria avrebbero riferito gli imprenditori ai finanzieri, in alcuni casi anche preventiva, cioè prima ancora che arrivasse la richiesta o solamente per stare tranquilli. A colpire i militari la normalità - ha detto Dario Fasciano, comandante del gruppo Lavori pubblici delle Fiamme gialle - attraverso cui questi signori operano nel illegalità, come se non si possa lavorare senza quel quid pluris in più dato appunto dalle mazzette. Che in un caso sono state volutamente allungate da un imprenditore a un altro venduto corrotto di m... della Asl (funzionario della Asl RmE) sotto le telecamere che hanno filmato tutto: Ho preparato la mia busta, mi è costato euro - raccontava l imprenditore in un intercettazione - per fare il rinnovo di tutte quelle pratiche sulla sicurezza... Ho preparato la busta per Natale... Lo sai dove l ho portato? Sotto le telecamere. Il gran c... ci è venuto. Le telecamere hanno filmato l apertura della busta da parte del funzionario che controllava il contenuto. Non si tratta comunque di un associazione per delinquere - hanno precisato le fiamme gialle - ma di singoli soggetti che hanno operato in periodi diversi e non si conoscevano tra loro. IL CASO La priorità di Ignazio Marino? Il registro per gli omosessuali Si preannuncia una seduta scoppiettante. Malgrado le tantissime problematiche della Capitale, che hanno interessato il primo anno e mezzo della giunta Marino, l Assemblea capitolina riparte martedì prossimo dalla delibera per l istituzione del registro delle unioni civili. Una forzatura, quella della maggioranza di centrosinistra, che oltrepassa la direttiva del ministero dell Interno e l annullamento delle trascrizioni di novembre disposta dal prefetto Giuseppe Pecoraro, atto verso il quale il sindaco Marino ha presentato ricorso al Tar. Il centrosinistra romano, insomma, corre spedito verso la mèta ideologica. Una ripresa serena, c è voglia di fare e ci siamo già convocati per martedì pomeriggio, dalle 14 alle 18, e giovedì mattina dalle 9 alle 14 prevedendo dalle 9 alle 10 un ora da dedicare al question time, interrogazioni che i consiglieri fanno a risposta orale, ha spiegato il presidente del Consiglio comunale, Valeria Baglio, successore di Mirko Coratti, costretto a dimettersi dopo l avviso di garanzia nell ambito dello scandalo Mafia Capitale. All ordine dei lavori - ha aggiunto Baglio ci sarà la delibera delle unioni civili e quattro delibere di iniziativa popolare in scadenza di Deliberiamo Roma. Insomma, il Consiglio comunale di Roma Capitale si sostituirà al Parlamento, togliendo tempo prezioso alle tantissime criticità della città.una Capitale travolta dagli scandali, in ultimo quello legato allo scambio di favori sulle pratiche edilizie che hanno interessato diversi municipi e di cui scriviamo in questa stessa pagina. Per non parlare dell abusivismo, della prostituzione, della sicurezza, dei campi rom, del trasporto pubblico locale, dell immigrazione, dei centri di accoglienza ed espulsione, della raccolta differenziata, fino alla protesta dei dipendenti comunali per il nuovo contratto decentrato, le cui trattative tra amministrazione comunale ed organizzazioni sindacali riprenderanno mercoledì prossimo. Le criticità sono molte, ma la priorità per Marino e compagni è l istituzione del registro per le nozze tra persone dello stesso sesso. G.S. LADRI IN COMUNE Furto al Servizio giardini, ufficio ko Blitz nella notte nel deposito automezzi dell ufficio Servizio Giardini, in via dei Colli della Mentuccia, di Roma Capitale. I ladri hanno rubato un mini escavatore, una piattaforma elevabile da 21 metri, due camion da 35 quintali e un pc. Sparite anche tutte le attrezzature da taglio, come motoseghe, molti i danni alle strutture: alcuni camion sono stati distrutti ed in altre è stato asportato del gasolio. Al momento, l ufficio emergenze del Servizio Giardini, è stato messo nell impossibilità di intervenire in caso di chiamate. A dare l allarme sono stati i tecnici del Servizio Giardini, intorno alle 6 e 15, che hanno allertato la polizia del Prenestino che è prontamente intervenuta. Si tratta di un fatto gravissimo - si legge in una nota dell assessorato all Ambiente - che assesta un duro colpo all operatività del Servizio Giardini in un momento in cui, dopo la sospensione degli appalti sul verde per l inchiesta Mafia Capitale, stavamo sopperendo con il servizio diretto dei nostri giardinieri e con i mezzi a disposizione.

8 8 Dall Italia Un finanziere, Franco Johnny Pavan (nella foto), è stato ucciso ieri mattina a Palazzolo dello Stella, in provincia di Udine, nella frazione di Piancada. Il killer, Angelo Brocchetta, 66enne di Carlino, di professione gioielliere, ha bussato alla sua porta e quando la convivente del militare, che presta servizio in dogana, ha aperto si è infilato in casa, è salito al piano superiore e ha sparato, non lasciando scampo a Pavan. L omicida si è poi tolto la vita con la stessa arma, nell'atrio posteriore della casa. Alla base del delitto ci sarebbe, come riporta il Messaggero Veneto, una vendetta personale. Nel 2008, Pavan aveva denunciato Brocchetta per abusi sessuali nei confronti di un figlio di primo letto. Successivamente, il gioielliere era stato condannato a 8 anni per questo reato, UDINE Uccide un finanziere E poi si suicida Movente la vendetta: l assassino era stato denunciato per violenza sessuale confermati in appello nel maggio del Il procedimento è poi passato in Cassazione a seguito del ricorso presentato dal gioielliere. Probabilmente roso dal livore, ieri mattina il gioielliere ha noleggiato un automobile e verso le 8 si è presentato alla porta del finanziere. Ha aperto la porta l attuale compagna di Pavan, che era in casa con il loro figlio di 7 anni. Brocchetta ha minacciato la donna e poi ha sparato al finanziere. Dopo l'omicidio, si è diretto sul retro della casa e si è tolto la vita con la stessa pistola. I carabinieri hanno poi rinvenuto nell automobile noleggiata un accetta e degli stracci imbevuti di liquido infiammabile. Sul posto sono accorsi i sanitari del 118, che nulla hanno potuto fare: vittima e assassino erano già deceduti. Sul posto, anche i carabinieri e il pm Raffaele Tito. B.F. CATANIA - DOVEVANO PAGARE IL DEBITO CONTRATTO PER ENTRARE IN ITALIA Prostituzione e riti voodoo, fermate due nigeriane Le due maman finite in manette tenevano segregate le connazionali, una di loro è stata anche costretta a mangiare il cuore crudo di una gallina appena uccisa Costretta a mangiare il cuore crudo di una gallina, come prevede una pratica del rito voodoo. È lo scenario macabro che emerge dall'indagine condotta dalla squadra mobile di Catania su delega della procura, che ha portato all arresto di due maman nigeriane, accusate di riduzione in schiavitù, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Sophia Aigbedo e Shirley Inetianbor, entrambe di 28 anni, fermate lunedì sono rimaste in cella: il Gip infatti ha convalidato la misura cautelare. Le indagini, condotte dalla seconda sezione Criminalità straniera e Prostituzione e coordinata dalla procura distrettuale di Catania, hanno portato alla luce il caso di due giovani nigeriane costrette, con violenze psicologiche, a prostituirsi per estinguere il debito contratto nei confronti delle loro aguzzine. Queste ultime, dopo averle reclutate nel loro Paese di origine, avevano fatto giungere clandestinamente in Italia le due giovani, obbligandole a pagare 30 mila euro in cambio della loro libertà. Secondo quanto emersole vittime potevano uscire di casa Shirley Inetianbor e Sophia Aigbedo; in basso, tra le due agenti di Polizia,Martina Levato solo per prostituirsi sulla Catania-Gela e a San Berillo. L'intero incasso, ogni notte, doveva essere consegnato alle maman: le due nigeriane si facevano pagare dalle 30 alle 50 euro a prestazione. Durante il giorno inoltre dovevano anche servire e accudire le due sfruttatrici, anche facendo duri lavori domestici. Sotto la minaccia di riti voodoo, una delle giovani sfruttate è stata anche costretta a mangiare il cuore crudo di una gallina appena uccisa. Approfittando della situazione di vulnerabilità delle ragazze, ormai prigioniere della loro volontà, le due donne finite in manette le controllavano costantemente, tanto che le giovani non erano libere di uscire di casa se non accompagnate e dovevano rendere conto di ogni loro telefonata. Il calvario delle vittime nigeriane si è concluso nella giornata di lunedì scorso quando la procura distrettuale di Catania ha disposto il fermo alle due donne che erano pronte ad allontanarsi da Catania. Le vittime hanno confermato quello che le indagini avevano appurato e sono state avviate ad un apposito programma di reinserimento. Miriana Markovic A MILANO AL VIA IL PROCESSO CONTRO MARTINA LEVATO E IL BROKER ALEXANDER BOETTCHER Sfregiato con l acido, imputati rischiano 16 anni La coppia diabolica, accusata di lesioni gravissime aggravate dalla crudeltà, dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili resterà in cella. Nuova udienza prevista per il 27 gennaio di Barbara Fruch Dovranno rispondere di lesioni gravissime. Il pm di Milano Marcello Musso, ha modificato la precedente imputazione di lesioni gravi, aggravate dalla crudeltà, dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili a Alexander Boettcher e Martina Levato, accusati di aver aggredito con l acido il 22enne Pietro Barbini. I due imputati, che sono comparsi ieri mattina davanti ai giudici per la prima udienza del processo per direttissima a loro carico, rischiano così, in caso di rito ordinario, fino a 16 anni di carcere. La coppia diabolica secondo quanto scritto dal pm ha messo in atto un azione di rivalsa che è espressione di un sentimento spregevole, come dimostrano le chat tra i due imputati e la vittima dell aggressione trattandosi di parole scritte che fanno riferimento a particolari rapporti sessuali, non a ragioni di gelosia ma semmai di rivalsa. Inoltre, la procura contesta l aggravante della crudeltà perché i due hanno usato l acido muriatico scagliandolo praticamente su tutto il volto del Barbini. E di aver commesso il fatto con premeditazione, telefonando alla vittima nei giorni precedenti per attirarlo nell'agguato, poi realizzato. L'aggressione con l'acido ha causato al 22enne Pietro Barbini la più grave conseguenza della deformazione ovvero lo sfregio permanente del viso, restando peraltro da accertare l'eventuale indebolimento o perdita dell'occhio colpito dall'acido, ha scritto il pm in cui spiega perché ha modificato l'accusa per i due imputati da lesioni gravi a gravissime. Oltre all'indebolimento permanente dell'occhio destro e alla deformazione del viso, l'acido ha colpito anche la fronte, le palpebre, entrambe le guance, il mento ed il naso. Il pm ha anche sottolineato in aula che la coppia ha realizzato nei confronti del giovane una aggressione con modalità da agguato mafioso. Alla luce delle nuove aggravanti contestate a Martina Levato e ad Alexander Boettcher (foto ansa), il pubblico ministero Marcello Musso ha chiesto una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dei due imputati. I giudici della nona sezione penale si sono ritirati in camera di consiglio per scrivere l'ordinanza. Intanto Alexander Boettcher, riferisce il legale Francesco Cieri, continua a proclamarsi estraneo ai fatti, e lo ribadirà anche quando verrà interrogato dal pm. L'avvocato ha spiegato che valuterà l'ipotesi di una perizia psichiatrica su Alexander e anche l'eventuale richiesta di riti alternativi, come l'abbreviato. Non abbiamo ancora preso una decisione - ha sottolineato - e abbiamo chiesto i termini per poter valutare il fascicolo con le nuove prove presentato dal pm. Il difensore, inoltre, ha riferito di non aver ancora presentato istanze al tribunale del Riesame per chiedere la scarcerazione del suo assistito o l'applicazione di misure tutelari alternative al carcere. A parlare è anche la madre del broker. Conosco il dolore, sono vicina a Pietro e alla sua famiglia ha detto la donna Confido nella giustizia e credo che mio figlio sia innocente perché chiunque è innocente fino a quando non viene dimostrato il contrario. È molto provato ha concluso spiegando di averlo incontrato due volte nel carcere di San Vittore, dove è detenuto per quello che è successo In aula ieri i genitori di Barbini che si sono costituiti parte civile, assieme al figlio, rappresentati dall'avvocato Paolo Tosoni. La prossima udienza si terrà il 27 gennaio. È probabile che le difese degli imputati chiedano il rito abbreviato che prevede lo sconto di un terzo sulla pena. Probabili anche le istanze di perizia psichiatrica.

9 9 Dall Italia L AUTOPSIA HA EVIDENZIATO ANCHE UNA CARDIOPATIA CRONICA Pino Daniele morto per insufficienza cardiaca Ma i periti avvertono: Per avere un quadro completo saranno necessari ulteriori accertamenti. Intanto ladri si sono introdotti nell abitazione in Toscana, rubate due chitarre di Carlotta Bravo Pino Daniele è morto per insufficienza cardiaca. È quanto emerso dai primi risultati dell autopsia effettuata sul cadavere del cantautore napoletano. I consulenti nominati dalla Procura di Roma hanno evidenziato anche una cardiopatia cronica. Ma le risposte non sarebbero ancora definitive. L'autopsia eseguita oggi (ieri, ndr) è un'attività interlocutoria che non può dare risposte definitive hanno assicurato il professor Enrico Marinelli e la dottoressa Luisa Regimenti che hanno partecipato all esame sulla salma in qualità di consulenti della moglie del musicista. L'autopsia ha evidenziato quello che ci aspettavamo sulla pregressa malattia: una cardiopatia importante ed una condizione di compenso funzionale precaria ha ribadito Marinelli Bisogna stabilire se nel momento critico in cui Pino Daniele ha avuto il malessere poteva essere soccorso meglio o no. Secondo i consulenti a tale scopo saranno fatti ulteriori accertamenti sui prelievi che consentiranno esami istologici e di altra natura. Solo tali esami permetteranno di avere un quadro completo. Gli esami saranno completati entro 60 giorni. I consulenti hanno confermato che la salma del musicista sarà cremata. Intanto la procura ha disposto l acquisizione di tutta la documentazione medica del cantante, risalente anche agli anni passati, per ricostruire quanto avvenuto la sera del 4 gennaio scorso, quando, colto da malore mentre era nella sua villa in Toscana, ha preferito essere accompagnato all ospedale Sant Eugenio di Roma, dove è giunto privo di vita, piuttosto che attendere l arrivo di un ambulanza partita da Orbetello e chiamata dalla compagna. Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Marcello Monteleone, ottenuti i risultati dell attività svolta dai carabinieri, hanno accertato che già altre volte l artista partenopeo, a malore in corso, aveva preferito sobbarcarsi un viaggio in auto di oltre due ore verso la capitale pur di affidarsi alle mani del suo cardiologo di fiducia che lo seguiva da tempo. E così sarebbe successo anche la sera della tragedia: l ambulanza, insomma, sarebbe stata mandata indietro perché Pino Daniele aveva preteso di essere portato dal suo medico. Stava sufficientemente bene quando mi ha chiamato, poi tutto è precipitato. Non mi aspetto molto dall'autopsia ha detto alla trasmissione Mix24 su Radio 24, il cardiologo Achille Gaspardone che aveva in cura il cantante Domenica quando mi ha chiamato mi ha detto che aveva una sensazione di malessere. Era molto sensibile e attento, aveva un senso di malessere, questo sì. Non mi ha trasmesso ansia di una situazione più grave del solito. Non particolarmente, era già successo parecchie altre volte in vent'anni. Ho parlato sia con lui che con la compagna e gli ho consigliato di chiamare l'ambulanza per essere portato al primo centro medico, che non è detto che sia il migliore centro medico, però questa è la prassi. Quindi, prosegue lo specialista, credo che abbia chiamato e poi disdetto perché lui stava sufficientemente bene, era piuttosto stabile e preferiva andare in un ambiente dove era ben conosciuto e seguito da tanti anni, poi tutto è precipitato come può succedere nei casi di una forma di ischemia miocardica. E mentre si indaga un altra spiacevole notizia si aggiunge al dolore per la morte di Pino Daniele. Durante i funerali ignoti sono riusciti ad entrare nella sua abitazione, che si trova in campagna nel comune di Orbetello, vicino al paese di Magliano. I ladri hanno approfittato dell'assenza dei familiari per mettere a soqquadro la residenza. Ancora da quantificare il bottino del furto ma a quanto si apprende sarebbero stati portati via anche alcuni strumenti musicali del cantante, tra cui due chitarre. La casa dell artista si trova in una zona isolata: è un ex podere poi trasformato in villa, circondato da un giardino e nascosto da una fila di cipressi sui quattro lati. LE INDAGINI SULL'OMICIDIO DELLA TREDICENNE DI BREMBATE Bossetti, a incastrarlo solo il dna Su nessuno degli oggetti sequestrati al carpentiere di Mapello c è traccia di Yara. E il legale annuncia: Abbiamo un testimone molto importante Mentre l avvocato di Massimo Giuseppe Bossetti, in carcere da quasi 7 mesi per l omicidio di Yara Gambirasio, annuncia che ci sarebbe un testimone che potrebbe fornire informazioni utili alle indagini, ad incastrare il muratore di Mapello ci sarebbe sempre (e solo) il Dna. Nessuno degli oggetti e degli effetti personali sequestrati a Bossetti dopo l'arresto dello scorso sedici giugno ha fornito elementi in grado di collegare con certezza l uomo all'omicidio. Si tratta non solo di cutter e delle lame usate in edilizia che - secondo l'accusa - sarebbero serviti all'assassino per uccidere ma anche di quel telefonino che, ne sono convinti gli inquirenti, il muratore avrebbe spento poco prima di rapire la 13enne di Brembate sopra il 26 novembre del 2010 e che, invece, secondo l'uomo, si era semplicemente spento. Le lenti d ingrandimento degli specialisti dell Arma si sono concentrate su ogni minimo dettaglio. Anche il predellino del furgone è stato analizzato millimetro per millimetro alla ricerca di un traccia di Yara. Attenzione anche per quel telone che copriva i sedili dell'iveco Daily. Ma dalle analisi non sarebbe emerso nulla. Per ora ad incastrare il 44enne ci sono solo quelle tracce di dna isolate sul corpo della vittima e le immagini delle telecamere intorno al centro sportivo in cui Yara è stata rapita che mostrano il furgone del muratore in quella zona in un orario compatibile con il delitto. Mentre le indagini vanno avanti è l avvocato di Bossetti, Claudio Salvagni, ad annunciare che ci sarebbe un testimone che potrebbe fornire informazioni utili alle indagini. Abbiamo un testimone molto importante - ha spiegato - che ci ha riferito cose molto importanti. È un teste che ci consente in questo momento di dare un altro tipo di storia, ma non posso rivelare se sia un uomo o una donna. Stiamo indagando - ha aggiunto - e stiamo cercando dei riscontri. Siamo in una fase di indagine difensiva. Non appena avremo questi riscontri, li porteremo subito a conoscenza della Procura, al momento li stiamo verificando. Salvani ha riferito che Bossetti si sente privato di tutto e ha sempre meno forze. Mercoledì il legale ha incontrato il suo assistito in carcere e ha detto di averlo trovato in un momento molto duro perché ha la sensazione che far emergere la verità sia sempre più difficile. Bossetti gli ha mostrato le foto che la moglie Marita gli ha mandato dei figli che scartavano i regali di Natale. Ho letto anche i biglietti che hanno scritto i bambini al padre - ha concluso - e sono veramente il regalo più bello che lui poteva ricevere in questa situazione. C.B. Il sindaco di Imperia, Carlo Capacci è stato condannato ieri dal gup Laura Russo di Imperia a un anno e quattro mesi di reclusione, con pena sospesa, al processo in abbreviato che lo vedeva imputato di maltrattamenti in famiglia, nei confronti della moglie, da cui è in fase di separazione. Il primo cittadino era difeso dall avvocato Giancarlo Giordano, per i fatti risalenti al 2007, dopo la causa di divorzio, per la quale la moglie, gli ha lanciato una serie di accuse. Il giudice ha accolto la richiesta del Pm Fornace mentre la parte civile della ex moglie ha chiesto 150mila euro di risarcimento danni, ma ne sono stati riconosciuti solo 5mila. La difesa, sostenuta dall'avvocato Giancarlo Giordano, IMPERIA Condannato per maltrattamenti, sindaco non si dimette Carlo Capacci, denunciato dalla ex moglie, dovrà scontare un anno e quattro mesi aveva chiesto l'archiviazione, sostenendo l assoluta assenza di prove. Ora ci saranno 90 giorni di attesa per le motivazioni della sentenza e, successivamente, è molto probabile che la difesa presenterà appello. Intanto però il primo cittadino non ha intenzione di dimetersi. Le sentenze non si commentano ma si rispettano. Sono sereno ha spiegato intervistato da Sanremo News - attendiamo di leggere le motivazioni per decidere di fare appello o meno, ma credo che lo faremo quasi certamente. Viviamo in uno Stato di diritto con tre gradi di giudizio. Q uesto è il primo e comunque riguarda una vicenda personale che risale al 2007, per cui non vedo cosa c'entri con la mia vicenda politica".

10 10 Dall Italia L INDAGINE DELLA DDA DELL AQUILA Le Terre d oro dei rifiuti speciali Cinque imprenditori coinvolti, 18 avvisi di garanzia e sequestri per tre milioni di euro. Indagato anche il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, per corruzione Quattro misure cautelari, 18 avvisi di garanzia, sequestri per tre milioni di euro e per oltre 400mila metri cubi di materiale. E questo il bilancio dell operazione Terre d oro, che ha bloccato un imponente smaltimento illecito di rifiuti speciali (terre e rocce da scavo), condotta dal comando provinciale di Pescara del Corpo forestale dello Stato e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia dell Aquila. Coinvolto anche il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio. Il primo cittadino è da cinque anni alla guida della città abruzzese: risulta indagato per corruzione in un fascicolo stralcio dell inchiesta. Ieri la squadra mobile di Pescara ha effettuato perquisizioni sia nel Comune di Chieti sia nell abitazione privata del sindaco, coinvolto per la parte collegata al cosiddetto Megalo 3, cioè un progetto di sviluppo del grande centro commerciale di Chieti scalo. Entriamo nei dettagli di Terre d oro. Nell operazione sono stati impegnati 100 forestali, 30 pattuglie operative e un elicottero e sono state eseguite, sempre dalla Forestale, tredici perquisizioni nelle sedi legali di altrettante imprese dislocate tra Pescara, Chieti, Milano e Roma. È stato, inoltre, effettuato il sequestro per equivalente di circa tre milioni di euro percepiti illecitamente per la cessione di terre e rocce da scavo in difformità o in mancanza del piano di utilizzo e per il mancato sostenimento dei costi per il corretto smaltimento dei rifiuti, sequestro quest ultimo operato dalla Guardia di finanza del Gico dell Aquila. La normativa sulle terre e rocce da scavo prevede, infatti, che possano essere trasportate o spostate in sito o ex sito sulla scorta di un piano di utilizzo notificato alle autorità, altrimenti sono da considerarsi a tutti gli effetti rifiuti. Nei cantieri oggetto di verifica il piano di utilizzo non c era o veniva completamente disatteso. Nel corso delle indagini è emerso che il fine perseguito era quello di limitare i costi di trasporto e, contestualmente, di evitare i costi di smaltimento o quelli relativi a campionamento e analisi degli oltre 400mila metri cubi di materiale di scavo. L indagine era stata avviata quattro anni fa quando il Nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale e forestale (Nipaf) di Pescara, in un cantiere del capoluogo abruzzese, aveva accertato irregolarità sulla manipolazione di rocce e terre da scavo e sulla relativa documentazione accompagnatoria. In particolare, la ditta esecutrice dei lavori aveva esibito ai forestali alcuni formulari, risultati da subito di dubbia provenienza grazie a controlli documentali incrociati e sommarie informazioni acquisite, il tutto confermato da una perquisizione eseguita nel Le indagini hanno permesso di accertare anche l esistenza di una doppia procedura di contabilità informatizzata: una ufficiale ed ingannevole che veniva fornita agli organi di controllo ed una occulta e interna nella quale venivano registrati, cantiere per cantiere, tutti i reali movimenti di terre e rocce da scavo, specificando la data, l autista impiegato per il trasporto, il quantitativo giornaliero trasportato, i siti di carico e scarico. Proprio questa scoperta, infatti, ha permesso di comprendere e smascherare il reale iter dei rifiuti, il cui smaltimento ha dato luogo a diverse discariche, ubicate su terreni sottoposti a vincoli idrogeologico e paesaggistico, e caratterizzati da elevata pericolosità idrogeologica ed idraulica. Come nel caso, ad esempio, delle aree poste a monte e a valle di un noto centro commerciale della zona, tra le quali una cassa di espansione del fiume Pescara, per una superficie complessiva di circa 8 ettari. Dai rilievi del Genio civile, infine, sono stati stimati riporti fino a 3-4 metri di altezza alla destra idraulica del fiume Pescara, a valle del centro commerciale alterando in modo significativo l equilibrio idraulico del corso d acqua. Marco Compagnoni MILANO L'INCIDENTE NELLA SCUOLA MATERNA VITTORINO DA FELTRE DI SESTO SAN GIOVANNI Panico all asilo: crolla intonaco in aula Feriti, in modo lieve, sette alunni. Sei sono stati già dimessi, una bambina di tre anni è stata ricoverata al Niguarda con una ferita alla testa. Esclusi problemi strutturali, si fa strada l'ipotesi di uno choc termico Incidente ieri mattina nella scuola dell infanzia Vittorino da Feltre di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, dove alle circa, ha ceduto una piccola parte del soffitto in un aula, ferendo lievemente i bambini, tutti fra i 3 e i 4 anni, presenti in quel momento. Assai forte lo spavento, ma per fortuna nessuno ha subito lesioni gravi. Sei piccoli sono stati dimessi verso le 13: tre bambini erano stati trasportati all'ospedale di Sesto San Giovanni, tre a quello di Cinisello Balsamo ma tutti in codice verde. Una bambina di tre anni di origine straniera ferita alla testa è stata invece ricoverata in codice giallo all'ospedale Niguarda e sottoposta a Tac a scopo precauzionale: sta bene ma è tenuta sotto osservazione. L'asilo è stato evacuato dai vigili del fuoco, intervenuti sul posto per le verifiche del caso. Sull'episodio il pm di Monza Vincenzo Nicolini ha aperto un'inchiesta. L'ipotesi di reato sarà con tutta probabilità di lesioni colpose ma la Procura di Monza sta aspettando i risultati degli accertamenti dei vigili del fuoco, che hanno già escluso problemi strutturali. Secondo quanto precisato, la porzione distaccata in una delle aule è di circa 3-4 metri quadrati, e ha riguardato l'intonaco e i mattoni della soletta. All'origine del crollo, secondo quanto riferisce il Comune di Sesto, ci sarebbe una imprevedibile e imprevedibile dilatazione termica. L'intonaco infatti non era ammalorato e l'intera scuola era in condizioni buone. L'edificio è stato comunque chiuso dal sindaco, Monica Chittò, in attesa della valutazione di un ingegnere strutturista. Sulla scuola ha detto Monica Chittò - non sono state fatte segnalazioni di nessun tipo. Mi hanno detto che è stato un evento non prevedibile, probabilmente dovuto a uno choc termico. La scuola è stata chiusa per permettere in questi due giorni i rilievi di controllo delle strutture da parte dei nostri tecnici. Ci preoccupa - ha concluso - che queste non siano cose prevedibili, ma devo dire grazie a tutti per quanto hanno fatto. Al momento del crollo nell'istituto c'erano circa 120 bambini, parte sono stati portati a casa dai genitori. Una settantina hanno trovato ospitalità in una scuola superiore vicina, dove sono stati accompagnati dal dirigente Renato Rovetta. Duro l attacco dell associazione dei consumatori Codacons secondo il quale il Miur deve risarcire i danni dal momento che il 70% delle scuole italiane presenta problemi strutturali. Il problema delle strutture scolastiche rappresenta una questione irrisolta nel nostro paese. L episodio odierno dimostra come troppe scuole in Italia afferma il Presidente Codacons, Carlo Rienzi non siano sicure e rappresentino un potenziale rischio per la salute di studenti, insegnanti e personale scolastico. Basti pensare che oltre il 70% degli istituti esistenti nel nostro paese presentano lesioni strutturali. Ci chiediamo che fine abbia fatto il Piano generale di edilizia scolastica, che i giudici hanno imposto di attuare a seguito della class action avviata dalla nostra associazione. Il Codacons invita dunque i genitori degli studenti che frequentano la scuola Rovani e il personale scolastico dell istituto a chiedere un risarcimento danni al Ministero dell Istruzione, in relazione ai rischi corsi ai mancati provvedimenti per la messa in sicurezza degli istituti scolastici. Sul caso è intervenuto anche l assessore all Istruzione della Regione Lombardia, Valentina Aprea. Il crollo di due metri quadrati di soffitto nella scuola materna di Sesto San Giovanni conferma la necessità che la riforma delle Province in corso non sia un alibi per evitare la rapida assunzione di responsabilità da parte dei nuovi organi competenti della Città Metropolitana - ha detto I Comuni e le Province devono assumere tutte le precauzioni e garantire che le scuole continuino a essere un luogo sicuro. La Regione Lombardia ha messo in campo tutti gli strumenti a disposizione predisponendo lo stanziamento di 2 milioni di euro per gli interventi urgenti e altri 32,5 milioni per il 2015, con il duplice obiettivo di garantire la messa in sicurezza delle nostre scuole e la loro innovazione. In queste ore - ha concluso - mi sto recando al ministero dell Istruzione per rappresentare le Regioni per l incontro del nuovo Osservatorio per l Edilizia Scolastica e farò presente al ministro Giannini queste perplessità in relazione alle responsabilità istituzionali in materia di edilizia scolastica. Barbara Fruch

11 11 Cinema L ARTISTA NAPOLETANO SI CIMENTA CON UNA NUOVA OPERA DOPO IL PRINCIPE ABUSIVO Siani fa altri miracoli al botteghino Sentimentalismo e musicalità incontrano la comicità in una commedia esilarante ed attuale di Luciana Caprara della trama di Si accettano miracoli è quello dell inganno e della furbata legata alla quanto mai L incipit proverbiale arte dell arrangiarsi che con Siani acquisisce, di film in film, sempre più una caratura prettamente partenopea, alimentando i già noti pregiudizi sul popolo napoletano. Lo scopo del comico è sempre stato questo: mettere in risalto i difetti di Napoli e dei napoletani, ridendoci sopra, ironizzandoli, dandogli connotati divertenti e positivi. Una dialettica bonaria e molto popolare, che però spesso, tende a rendere la maggior parte delle storie alquanto retoriche. Ma la formula proposta da Siani funziona sempre: la sua comicità continua infatti a divertire, magari tra battute non sempre originalissime e parzialmente riciclate dai suo stessi vecchi monologhi. Ma ciò che conta in questo genere di film è che tale comicità non appaia mai estremamente volgare ma sia sempre volta ad ironizzare sulle disgrazie altrui attraverso le molte gag, ricordando le situation comedy ormai all italiana tanto gradite dal grande e fedele pubblico di Natale. La spontaneità di Siani, affiancata dal suo moralismo popolare, trasformano questa commedia in una vera e propria macchina da botteghino. Così il film di Alessandro Siani già nel primo week-end scatta in testa al botteghino con più di sette milioni di spettatori. Assaliti dalla comicità dove Siani ci infila qualsiasi cosa, tra modelli della comicità cinematografica nazionale degli ultimi anni e quella sorta di climax legato al cinema Bollywoodiano in versione Costiera. Ma la scelta di non avere un intreccio narrativo che coinvolga i personaggi si rivela, alla lunga, alquanto fallimentare e sminuisce la comicità e la personalità a ogni carattere. Non potendosi affidare al carattere dei personaggi, ogni battuta è più generica, più poggiata sullo slapstick o sui caratteristi di contorno. C è una parrocchia in crisi e una truffa perpetrata per generare un po d incasso che però il Vaticano vuole verificare. Si scopre così che lontano da una caratterizzazione forte, anche Alessandro Siani perde in capacità di sostenere le scene. Confinato in una generica bontà d animo, il suo Fulvio Canfora è facile a dimenticarsi, non diventa archetipo di nulla, non incarna nessuna tipologia umana riconoscibile né riesce a creare un personaggio inedito. Insomma, Si accettano miracoli, scena dopo scena, crolla sotto i colpi di aspirazioni sovradimensionate e della volontà di mettere in scena un piccolo mondo più che dei personaggi o una storia (che prende il via decisamente troppo tardi). La favola rimaneggiata con la commedia da comico televisivo era un idea indubbiamente funzionale che ha un rimescolamento delle solite carte, una trovata perfetta per separare Alessandro Siani dalla massa di altri comici che si trasferiscono nelle sale. Si accettano miracoli, non facendo scelte decise, stiracchia troppo entrambi i paradigmi: mette in scena uno scenario solo parzialmente fiabesco e non riesce ad essere davvero il motore di gag trascinanti in nessun momento. Insomma il successo è sicuramente da attribuire alla distribuzione che è riuscita ad accaparrarsi l uscita nel periodo più caldo della stagione cinematografica accettando di trasformare una solita commedia italiana in un miracolo d botteghino. Chris Kyle, un U.S. Navy SEAL, viene inviato in Iraq con una missione precisa: proteggere i suoi commilitoni. La sua massima precisione salva innumerevoli vite sul campo di battaglia e mentre si diffondono i racconti del suo grande coraggio, viene soprannominato "Leggenda". ARRIVA AMERICAN SNIPER, PELLICOLA QUANTO MAI ATTESA DOPO IL SUCCESSO DI GRAN TORINO Il cecchino più preciso e letale protagonista per Eastwood La storia di Chris Kyle - interpretata da Bradley Cooper - rappresentata in quattro atti di guerra, diretti con la solita maestria e solidità dal regista americano Il film di Eastwood si muove su queste coordinate. A una prima visione superficiale "American Sniper" appare essere un nuovo episodio di quanto sia sporca la guerra e di come anche gli uomini giusti siano costretti a combattere per la difesa della democrazia. Ma non è così. Eastwood prende la storia vera di Kyle e ne fa emblema dell'american way of life più profonda. Suddiviso in un prologo, quattro atti - corrispondenti alle quattro missioni in Iraq di Kyle sempre volontario - e a un epilogo con il suo ritorno a casa dalla famiglia, il regista narra le gesta dell'"eroe americano" che non tentenna mai, forte del suo credo (Dio, Patria e Famiglia) da difendere ovunque e da ogni pericolo immediato o latente e il cui unico scopo è quello di salvare la vita dei propri compagni in combattimento. Kyle è un uomo tutto d'un pezzo che diviene il cecchino più letale della storia militare americana e al colloquio con lo psicologo, dopo il ritorno definitivo a casa, afferma che non lo tormentano le uccisioni effettuate in battaglia ma tutti quei compagni che non è riuscito a salvare. Potrebbe essere una rappresentazione interessante di una certa cultura americana, ma a conti fatti Eastwood semplifica la complessità di una guerra ancora in atto, concentrandosi sul personaggio e sull'uomo Kyle (interpretato da Bradley Cooper). I quattro atti di guerra quindi, pur girati con la solita maestria e solidità dal regista americano, come ci ha ormai abituato, diventano ripetitivi, ossessionanti, sempre con una messa in quadro che mette in evidenza il coraggio di Kyle rispetto ai molti commilitoni che rimangono uccisi o feriti perché "perdono la concentrazione sulla loro missione". Purtroppo il risultato è un ibrido scentrato, un film che non riesce a far coesistere l esaltazione dell eroe americano, patriota sicuro di sé e refrattario a qualsiasi dubbio o incertezza, con uno sguardo sinceramente critico su questo cecchino infallibile, una perfetta macchina da guerra ma incapace di relazionarsi con gli altri nella vita di tutti i giorni e di vivere un esistenza priva di conflitti e nemici da combattere. L assuefazione alla guerra viene vista, quindi, da Eastwood con uno sguardo che tradisce una certa indecisione tra ammirazione e biasimo, tra elogio e disapprovazione di una irreversibile radicalizzazione dei valori fondanti del mito americano. Per questo motivo American Sniper è un prodotto diseguale e incongruente, sospeso e irrisolto dove il regista cerca di attenuare una vena agiografica ma in maniera sbrigativa e appiccicaticcia, poco convinta e poco convincente. Quello che sorprende maggiormente è comunque la messa in scena che vorrebbe essere classica, risulta solo scolastica, con sferzate estetiche pleonastiche (la pallottola che si muove al rallenti) e una sceneggiatura didascalica nell accumulo di scene madri prive di tensione e di dialoghi tanto sfacciatamente esplicativi quanto irrimediabilmente vuoti e esiziali. Insomma, dopo Gran Torino è difficile poter tornare in sala ed osannare un Eastwood un po disorientato ma pur sempre convincente e mai deludente.

12 12 Sport IL 9 GENNAIO 1900, IN PIAZZA DELLA LIBERTÀ, INIZIÒ LA CENTENARIA STORIA BIANCOCELESTE Buon compleanno Lazio: 115 anni e non sentirli Stasera la festa all Auditorium della Conciliazione, domenica il super derby contro la Roma di Federico Colosimo Si scrive storia, si legge Lazio. La più grande polisportiva d Europa festeggia i suoi primi 115 anni. La festa - Un traguardo eccezionale, per una famiglia meravigliosa: quella del popolo biancoceleste. Che questa sera alle 21:00 si ritroverà all Auditorium della Conciliazione e celebrerà insieme ai suoi vecchi campioni ed ai nuovi appassionati l ennesimo compleanno della sua vita. Sotto l attenta regia del presidente generale Antonio Buccioni. L evento, presentato da Pino Insegno, sarà dedicato ad uno dei più noti sostenitori biancocelesti, il compianto Aldo Donati. Musicista, cantante, paroliere, autore dell inno So già due ore, da cui trae ispirazione il titolo della serata. Ben 61 sezioni riunite per spegnere 115 candeline. I fondatori - Era il 9 gennaio del A Roma in Lungotevere all altezza di Ponte Margherita, in una panchina di fronte a Piazza della Libertà, i fratelli Luigi e Giacomo Bigiarelli, insieme ad Arturo Balestrieri, Giulio Lefevre, Odoacre Aloisi, Alceste Grifoni, Galileo Massa, Alberto Mesones ed Enrico Venier, diedero vita a una nuova società pedestre. Il nome - La prima decisione da prendere era il nome da dargli. Per non creare confusione con la già esistente Società Ginnastica Roma, si pensò a qualcosa di più grande di Roma, dove però era inglobata. Si scelse Lazio in quanto il nome derivava dall antico Latium Vetus, la zona dove nacque la città che per secoli sottomise il mondo allora conosciuto. I colori - Poi si passò ai colori, in quegli anni di rinascita dell antico spirito olimpico, quei 9 ragazzi che posero la prima pietra di quella che sarebbe diventata la più grande Polisportiva d Europa, decisero per il bianco e il celeste. I colori della Grecia patria dei Giochi. L Aquila - L emblema altro non poteva essere che un aquila, simbolo indissolubile della potenza di Roma. Il grido di battaglia - Poi toccò al motto: Concordia parvae res crescunt. Tradotto, nell armonia anche le piccole cose crescono. Le prime discipline e il football - La Lazio crebbe rapidamente, nel primo anno di vita oltre allo sport pedestre si praticava il nuoto, la pallanuoto, il canottaggio e la ginnastica. Nell inverno del 1901, nella sede di via Valadier 6, si presentò Bruno Seghettini del Racing Club di Parigi. Aveva in mano una sfera di cuoio, il primo pallone da calcio visto a Roma. E chiese ai soci se la Lazio praticasse questa disciplina. I giovani biancocelesti, interdetti, non compresero subito il significato della parola football, ma affollarono immediatamente il campo di Piazza delle Armi, ritrovo delle attività laziali. Rimasero affascinati dal regalo che il frate italo-francese aveva portato in regalo per loro. Da quel momento i Laziali si riunirono per mesi sul campo divisi per 2 squadre praticando il gioco della pelota. E da queste accesissime partite nacque la voglia di cimentarsi e di emularla. Pochi mesi dopo, da alcuni soci distaccatisi, nacque la Virtus. Il primo derby e la tripletta di Ancherani - L incontro fra le due rivali avvenne nella primavera del Dopo una notte passata in via Valadier esce fuori la prima formazione della storia: Balestrieri, Grassi, Grifoni, Pollina, D Amico, Mariotti, Pellegrini, Ricci, Masini, Golini e Ancherani. Era più di una semplice partita. In palio l onore e l orgoglio di essere laziali. Il risultato finale? 3-0 per i biancocelesti. E prima tripletta di sempre per Sante Ancherani nel primo derby romano. Grazie a quest ultimo e a Seghettini ogni tifoso laziale oggi può fregiarsi di una frase diventata celebre: Sono della Lazio e ho portato il calcio a Roma. La Lazio e i suoi tifosi - Quella della S.S. Lazio 1900 è una storia lunga 115 anni. Fatta di passione e sentimenti. Di momenti alti e bassi, dai quali questa società ha ininterrotamente avuto il coraggio di rialzarsi poiché l unica forza a cui aggrapparsi erano, sono e saranno sempre i suoi tifosi. Che l hanno amata e soprattutto difesa. In ogni occasione. La Lazio non è solo una squadra di calcio, va aldilà della passione. Ogni sostenitore la vive con sentimento fedele al motto Voi tanti, Noi tutti!, riferito ai rivali cittadini. I giocatori passano, gli allenatori e i presidenti anche ma lei, la Lazio, resta. E passato abbondantemente un secolo da quell inverno del E ogni giorno ci sono migliaia di atleti che si allenano e gareggiano, fieri, con l aquila sul petto. E il racconto di un lungo romanzo, pieno di passione, emozione e sentimento. Una storia d amore particolare, che forse nessun altra società italiana può vantare. Fatta di personaggi che esulano dal contesto sportivo. Rappresentata da una romantica fondazione. L emigrazione e la prematura scomparsa del suo padre fondatore, Luigi Bigiarelli. Di atleti Laziali al fronte della Grande Guerra, con alcuni di loro che non sono mai tornati. Caratterizzata da un orgoglioso rifiuto di fusione nel Con tanto di continui rischi di fallimento evitati in extremis. Il primo scudetto vinto dalla sezione calcio, da un manipolo di ragazzotti litigiosi in campo ma unitissimi in campo. Il secondo riacciuffato un ora e mezza dopo la fine del campionato, con la radio accesa e collegata al Renato Curi di Perugia. Tutto questo e molto altro è la Lazio: 61 sezioni, ognuna con una identità precisa, ma tutte unite sotto un unica famiglia, un unica storia. In altre parole la S.S. Lazio non è solo un club sportivo, dal 1900 incarna i valori e l importanza di tutto quello che a Roma significa sport. L unica società a poter vantare così tanti figli in Europa. I titoli - Non si contano i titoli nazionali, molti quelli continentali, mondiali e perfino olimpici. Nel 1921 fu eretta ad Ente Morale per Reggio Decreto. Nel 1925 assunse l attuale denominazione Società Sportiva Lazio. Nel 1967 gli fu attribuita dal Coni la Stella d Oro al merito sportivo. Nel 2001, sempre dal Comitato Olimpico Nazionale italiano, arrivò la più alta onorificenza: il Collare d Oro al merito sportivo. La stracittadina di domenica - Stasera i festeggiamenti, poi la testa sarà rivolta esclusivamente al derby (d alta quota) capitolino di domenica pomeriggio. Una super sfida, merce rara. Roma contro Lazio significa seconda contro terza in classifica. Un match che non conosce invidia, perché vale l Europa che conta, i piani alti del calcio. E ancora, supremazia territoriale, orgoglio. Scudetto e qualificazione in Champions. Gloria eterna. Ma ci sarà tempo per pensarci. Oggi è un giorno di festa. Buon 115 compleanno Lazio. Pallone d Oro: gara a due tra Neuer e Ronaldo Il countdown è iniziato da tempo e si concluderà lunedì al Palazzo dei Congressi di Zurigo. Quando finalmente verrà annunciato il vincitore del Pallone d Oro A contendersi lo scettro, i soliti noti: il campione in carica Cristiano Ronaldo e Lionel Messi. E una new-entry; Manuel Neuer. Il portierone della Nazionale tedesca campione del mondo, il fuoriclasse che più di tutti gli altri meriterebbe questo prestigiosissimo trofeo. Tra la pulce argentina e il fenomeno portoghese non c è gara: il numero 10 del Barca non ha certo disputato la sua migliore stagione. LUNEDÌ AL PALAZZO DEI CONGRESSI DI ZURIGO LA PREMIAZIONE Non ha vinto nulla, è stato a lungo infortunato ed ha bucato la finale brasiliana perdendo l eterno confronto con Diego Armando Maradona. CR7 s è dimostrato un mostro di continuità. Ha messo la sua firma (su rigore) in una finale di Champions che fino al 93 si stava festeggiando in un altra fontana di Madrid. Consentendo alle merengues di alzare al cielo la Decima. Ma ha deluso, e parecchio, ai mondiali. Salvo poi riprendersi in questo meraviglioso inizio di stagione del Real. Condito da 16 vittorie consecutive e terminato con 2 sconfitte (in campionato col Valencia e poi in Copa del Rey con l Atletico). Successi che portano il suo nome e la sua esultanza. Ma Neuer ha scritto un altra storia. Ed è uno di quei giocatori che fa venire voglia ai bambini di mettersi a difendere una porta. Più forte di Oliver Khan e forse di Lev Jasin. L ultimo portiere ad aggiudicarsi lo storico trofeo individuale. Era il 1963 quando il numero uno sovietico si prese il gradino più alto del podio a scapito di Gianni Rivera e Jimmy Greaves, leggendario attaccante di Chelsea e Tottenham. Da quel momento nessun altro portiere è riuscito a imitarlo. Lunedì l ardua sentenza. Non ci resta che aspettare per scoprire il vincitore. E capire se il tedesco riuscirà a far suo l ennesimo pallone (questa volta d oro) della sua carriera in presa alta. F.C.

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