Andamento della Pesca nel Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
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1 Andamento della Pesca nel Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali DIPARTIMENTO DELLE POLITICHE EUROPEE ED INTERNAZIONALI DIREZIONE GENERALE DELLA PESCA MARITTIMA E DELL ACQUACOLTURA Servizio Monitoraggio statistico nell ambito delle attività di Assistenza Tecnica a sostegno dell attività di programmazione di cui al regolamento del Consiglio del Fondo Europeo della Pesca (F.E.P.) Contratto Repertorio RAPPORTO ANNUALE 2012 STRUTTURE PRODUTTIVE ANDAMENTO DELLA PESCA
2 Indice generale CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELLA FLOTTA DA PESCA NEL relazione_annuale_ 2012.docx Pagina 2 di 12
3 Caratteristiche strutturali della flotta da pesca nel 2012 La flotta da pesca nazionale iscritta nell Archivio Licenze di Pesca ed operativa nel corso del 2012 risulta composta da battelli per un tonnellaggio complessivo di Gt ed una potenza motore di kw. Rispetto al 2011, la capacità della flotta è diminuita nella misura dell 1% in termini di numerosità e del 3% per quanto riguarda la capacità espressa in GT (gross tonnage). Tab.1 - Caratteristiche tecniche della flotta peschereccia italiana per sistemi di pesca, 2012 valori assoluti e incidenza percentuale Sistemi N. battelli Inc. % GT Inc. % kw Inc. % Strascico , , ,6 Volante 140 1, , ,6 Circuizione 240 1, , ,4 Draghe idrauliche 706 5, , ,3 Piccola pesca , , ,9 Polivalenti passivi 451 3, , ,7 Palangari 182 1, , ,5 Totale , , ,0 La capacità di pesca della flotta peschereccia nazionale è sottoposta a piani di adeguamento che prevedono la fuoriuscita graduale delle unità adibite alle attività di pesca. I piani di adeguamento contenuti nel Programma Operativo FEP per il settore pesca in Italia contengono i livelli di disarmo calcolati in modo da risultare compatibili con un graduale percorso di riequilibrio degli stock ittici. Con riferimento allo stato delle risorse biologiche e sulla base delle stime dei parametri biologici, il piano di disarmo prevede una riduzione dello sforzo di pesca differenziata per aree di pesca (GSA) e sistemi di pesca che oscilla tra il 20% e il 3%. Al 31 dicembre 2012, i pescherecci demoliti nel periodo di programmazione del FEP ( ) risultano 620 per circa 19 mila GT. Fig.1 - Andamento dello sforzo di pesca, L impatto socio-economico della riduzione dello sforzo di pesca è stato molto rilevante; gli occupati nella pesca marittima sono scesi nell ultimo anno al di sotto delle 29 mila unità; tra il 2004
4 e l ultimo anno, il progressivo calo degli occupati nella pesca marittima è quantificabile in oltre posti di lavoro in meno. I fattori alla base della fuoriuscita di occupati dal settore sono da collegare in primis alla progressiva riduzione del numero di pescherecci, tuttavia un ruolo importante in questo andamento è stato svolto anche dalla riduzione della produttività fisica ed economica delle imbarcazioni e, soprattutto nell ultimo biennio, dall aumento dei costi di produzione cha ha contribuito ad aggravare la condizione economica delle imprese di pesca e quindi dei lavoratori. Basti considerare che il costo del lavoro per addetto annuo, che corrisponde al compenso lordo percepito dall equipaggio, evidenzia rispetto al 2004, una riduzione di oltre il 15% sia su base annua sia mensile. La suddivisione della flotta per sistemi di pesca 1, conferma la prevalenza della piccola pesca e dello strascico; nel primo caso si contano circa battelli che rappresentano i 2/3 dell intera struttura produttiva nazionale e nel secondo circa natanti (20%). Seguono le draghe idrauliche, con circa 700 imbarcazioni, mentre meno numerosi sono i polivalenti passivi (meno di 500 unità), i battelli a circuizione (240), i palangari (182) e le imbarcazioni armate a volante (140). In termini di tonnellaggio e potenza motore impiegati, lo strascico assorbe oltre la metà del GT e del kw complessivo, mentre i battelli della piccola pesca rappresentano solo il 10% del tonnellaggio e il 24% della potenza motore totali. In Sicilia è presente la quota maggiore della flotta peschereccia italiana: circa battelli che, per tonnellaggio, incidono sulla capacità peschereccia nazionale per oltre il 30%. Se si esclude questa regione, la flotta italiana appare omogeneamente presente in tutto il litorale e caratterizzata da una bassa concentrazione produttiva. Tab. 3- Valori assoluti e incidenza percentuale delle principali componenti della capacità di pesca per aree, 2012 Battelli GT KW % % % Liguria 528 4, , ,3 Toscana 607 4, , ,1 Lazio 598 4, , ,5 Campania , , ,7 Calabria 861 6, , ,3 Puglia , , ,9 Molise 92 0, , ,1 Abruzzo 549 4, , ,6 Marche 863 6, , ,9 Emilia Romagna 727 5, , ,1 Veneto 718 5, , ,9 Friuli V. G , , ,6 Sardegna , , ,5 Sicilia , , ,6 Totale , , ,0 1 La segmentazione della flotta utilizzata nel presente Rapporto è basata sull individuazione dell attrezzo prevalente come stabilito dal Regolamento (CE) del Consiglio n del 29 giugno 2000 che istituisce un quadro comunitario per la raccolta e la gestione dei dati essenziali all attuazione della Politica Comune della Pesca (PCP) e dal Regolamento (CE) della Commissione n. 26/2004 del 30 dicembre 2003 relativo al registro della flotta peschereccia comunitaria, allegato I Definizione dei dati e descrizione di una registrazione.
5 Tab.4 - Valori medi dei principali indicatori della capacità di pesca per aree, 2012 GT medio Kw medio Equipaggio medio GG/batt. Liguria 7,0 64,8 1,6 82,2 Toscana 9,4 69,5 1,7 110,8 Lazio 13,2 95,0 1,7 101,1 Campania 7,5 61,6 2,2 122,5 Calabria 6,4 52,3 2,8 112,2 Puglia 12,1 84,3 2,5 154,7 Molise 28,9 119,7 2,3 135,7 Abruzzo 18,1 86,2 2,2 101,5 Marche 20,9 106,8 2,1 143,3 Emilia Romagna 12,9 101,8 1,8 87,8 Veneto 16,6 113,5 2,3 96,5 Friuli V. G. 4,9 66,9 1,8 114,2 Sardegna 7,5 60,6 1,8 123,9 Sicilia 16,8 82,0 2,5 125,3 Totale 12,7 80,2 2,2 120,3 Nel corso del 2012, l attività di pesca della flotta nazionale è stata pari a giorni con una media di 120 giorni per battello. Il confronto con il dato dell anno precedente evidenzia una sensibile contrazione delle giornate mediamente trascorse in mare (-11%) che, con intensità più o meno marcata, ha riguardato la maggior parte dei sistemi di pesca; dal punto di vista geografico, tale tendenza è comune a tutte le regioni con l unica eccezione del Friuli Venezia Giulia dove si è evidenziata una leggera variazione positiva dei giorni medi di pesca. I battelli siciliani hanno registrato una variazione negativa dei giorni di pesca meno rilevante rispetto alla media nazionale (circa il 3% in meno). Il calo dell attività di pesca caratterizza lo scenario nazionale già da qualche anno: dal 2004 ad oggi l attività media è diminuita del 20%, il che, tradotto in termini assoluti, significa 28 giorni di pesca in meno per battello. Il fenomeno si è manifestato in maniera più marcata nell ultimo periodo ed è legato all elevato prezzo raggiunto dal costo del carburante; ciò ha indotto gli operatori a modificare le strategie di sfruttamento attraverso la limitazione delle giornate di pesca nell intento di contenere i costi operativi. Considerato il restringersi dei margini tra ricavi e costi, molte imbarcazioni hanno tendenzialmente ridotto le giornate di attività in presenza di condizioni meteorologiche non ottimali che avrebbero potuto compromettere gli esiti produttivi; tale comportamento prudenziale ha coinvolto sia i battelli di minori dimensioni sia quelli più grandi.
6 Tab. 5 - Andamento dell'attività di pesca per regione e per sistema di pesca, 2012 giorni totali di pesca Strascico Volante Circuizione Draghe idrauliche Piccola pesca Polivalenti passivi Palangari Totale Liguria Toscana Lazio Campania Calabria Puglia Molise Abruzzo Marche Emilia Romagna Veneto Friuli V. G Sardegna Sicilia Totale giorni medi di pesca regioni Strascico Volante Circuizione Draghe idrauliche Piccola pesca Polivalenti passivi Palangari Totale Liguria 154,8-52,8-69,0 106,0-82,2 Toscana 133,0-146,3-102,1 144,9-110,8 Lazio 162,9-88,6 64,4 86,2 83,8-101,1 Campania 141,1-95,7 127,6 120,2 168,0-122,5 Calabria 153,4-124,8-105,8 80,5-112,2 Puglia 155,7 134,0 121,3 40,5 166,0 171,8 100,4 154,7 Molise 156, ,0 127, ,7 Abruzzo 107,9-84,9 89,1 104, ,5 Marche 135,0 149,4-73,1 183, ,3 Emilia Romagna 74,9 154,0-127,0 83, ,8 Veneto 113,7 147,2-79,0 89, ,5 Friuli V. G. 101,5 125,3 85,1 64,8 123, ,2 Sardegna 115, ,9 123,6-123,9 Sicilia 155,7-125,7-118,8 120,8 113,8 125,3 Totale 137,6 146,1 108,7 77,9 118,9 119,0 111,9 120,3
7 La produzione Nel 2012, la produzione della flotta peschereccia italiana è stata pari a tonnellate che equivalgono in termini di valore a 925,03 milioni di euro. Per la prima volta, i ricavi sono scesi al di sotto dei mille milioni di euro, attestandosi su 925 milioni di euro. Graf. 2 - Andamento delle catture e dei ricavi, flotta nazionale, Tab. 6 Catture per sistemi di pesca, valori assoluti e valori medi, anno 2012 Sistemi di pesca Catture (ton.) Catture/bat. (ton.) Catture/gg (kg) Strascico Volante Circuizione Draghe idrauliche Piccola pesca Polivalenti Palangari Totale Tab.7 Ricavi per sistemi di pesca, valori assoluti e valori medi, anno 2012 Sistemi di pesca Ricavi (mln euro) Ricavi/bat. (000 euro) Ricavi/gg (euro) Strascico , ,30 Volante , ,31 Circuizione , ,05 Draghe idrauliche 52 74,07 951,08 Piccola pesca ,84 234,27 Polivalenti 38 84,51 710,26 Palangari , ,48 Totale ,52 594,47
8 Il trend decrescente di catture e ricavi accomuna gli andamenti degli ultimi anni; la riduzione dei livelli produttivi è legata al ridimensionamento dello sforzo di pesca nella sua duplice componente di attività e capacità; altri fattori stanno, però, incidendo sul costante ridimensionamento del comparto ittico nazionale, quali le modifiche nelle aree di pesca indotte dall aumento dei costi di produzione e la diversa composizione del pescato con una maggiore incidenza di specie maggiormente richieste dal mercato nazionale ed internazionale. Altro segnale di debolezza del comporto è rappresentato dalla perdita di produttività fisica ed economica delle imprese pescherecce; le catture annue per singolo battello, infatti, sono passate da una media di 16 tonnellate del 2011 alle 15 tonnellate del 2012; ancora più pesante la perdita economica, in quanto i ricavi mediamente conseguiti da un peschereccio nel 2012 sono stati pari a 71,52 mila euro, oltre 11 mila euro in meno rispetto al Le inefficienze del sistema distributivo, le rigidità dei flussi commerciali ed il ruolo delle importazioni non hanno permesso, nonostante la riduzione dell offerta, una crescita dei prezzi. Questi ultimi, al contrario, piuttosto che riflettere gli aumenti dei costi operativi, sono addirittura diminuiti, impedendo alle imprese di pesca di riversare gli aumenti dei costi a valle della catena. A questi fattori, si aggiunge il basso livello della domanda interna, in calo sia per quanto riguarda il consumo pro-capite sia per la spesa complessiva delle famiglie; in particolare, nel 2012, il consumo di prodotti freschi segna un calo dell -1,5% su base annua (fonte Ismea). Sull andamento negativo dei prezzi ha inciso anche la variazione nella composizione del pescato; in particolare, sono risultate in calo le catture di gamberi bianchi, naselli e pesce spada e di scampi e di naselli, specie fondamentali per la pesca italiana sia per le quantità prodotte sia per il pregio commerciale. La dinamica negativa degli sbarchi è da attribuire a tutti i sistemi di pesca, con un unica eccezione rappresentata dalle draghe idrauliche e dalle volanti a coppia. In particolare, le catture della flotta a strascico dalla quale proviene il 34% circa dell intera produzione ittica nazionale, sono diminuite di circa il 9%; le draghe idrauliche hanno conseguito una produzione costante rispetto all anno precedente (circa 22 mila tonnellate), sebbene andamenti differenziati si registrano a livello di aree di pesca con andamenti particolarmente negativi per le vongolare delle Marche e della Puglia. Unico segmento produttivo a registrare buoni andamenti produttivi è quello delle volanti a coppia con una crescita della produzione del 23% e dei ricavi del 14%; le volanti a coppia sperimentano, ormai da diversi anni, un sistema di auto-gestione che si concretizza nel fissare un numero massimo di giornate di pesca alla settimana e un prelievo massimo giornaliero con l obiettivo di tutelare la risorsa e controllare il mercato evitando flussi di offerta eccessivi rispetto alla domanda. Tab. 8 - Catture e ricavi per aree e classi dimensionali valore assoluto e incidenza % sul totale nazionale, 2012 Catture Ricavi ton. % mln euro % Liguria ,8 22,07 2,4 Toscana ,1 40,83 4,4 Lazio ,6 42,60 4,6 Campania ,3 68,79 7,4 Calabria ,5 42,55 4,6 Puglia ,9 129,44 14,0 Molise ,9 15,54 1,7 Abruzzo ,3 45,33 4,9 Marche ,7 87,45 9,5 Emilia Romagna ,8 53,77 5,8 Veneto ,4 53,08 5,7 Friuli V. G ,1 20,41 2,2
9 Sardegna ,0 55,73 6,0 Sicilia ,8 247,46 26,8 Totale ,0 925,03 100,0 La diminuzione delle catture ha interessato gran parte delle regioni con alcune eccezioni riguardanti, in particolare, l area dell alto Adriatico. Nelle Marche e in Veneto, il buon andamento delle catture è da attribuire al comparto delle volanti a coppia. In tutte le altre regioni, si registrano perdite nei livelli di sbarchi con punte negative in Sicilia (circa 8 mila tonnellate di sbarchi in meno) e in Puglia (una produzione inferiore di circa 7 mila tonnellate rispetto all anno precedente). Tab. 9 - Ripartizione delle catture per sistemi e regioni, 2012 (tonnellate) Strascico Volante Circuizione Draghe idrauliche Piccola pesca Polivalenti passivi Palangari Totale Liguria Toscana Lazio Campania Calabria Puglia Molise Abruzzo Marche Emilia Romagna Veneto Friuli V. G Sardegna Sicilia Totale Tab Ripartizione dei ricavi per sistemi e regioni, 2012 (milioni di ) Strascico Volante Circuizione Draghe idrauliche Piccola pesca Polivalenti passivi Palangari Totale Liguria 11,20 3,21 5,62 2,05 22,07 Toscana 20,04 7,64 11,08 2,06 40,83 Lazio 29,03 2,04 1,50 7,79 2,25 42,60 Campania 23,33 18,99 1,69 23,38 1,40 68,79 Calabria 22,53 0,52 16,82 2,61 0,07 42,55 Puglia 81,74 10,15 3,49 2,78 25,46 2,70 3,12 129,44 Molise 13,60 0,57 1,37 15,54 Abruzzo 22,67 6,96 9,36 6,34 45,33 Marche 34,26 12,38 13,74 27,06 0,02 87,45 Emilia Romagna 23,20 9,66 7,82 13,08 53,77 Veneto 21,69 12,16 12,33 6,90 53,08 Friuli V. G. 4,29 0,84 1,01 2,53 11,75 20,41 Sardegna 18,05 27,10 10,46 0,12 55,73 Sicilia 123,16 23,84 57,75 14,59 28,13 247,46 Totale 448,79 45,19 67,70 52,29 241,49 38,12 31,45 925,030
10 Tab Prezzi per sistemi e regioni, 2012 ( /kg) Strascico Volante Circuizione Draghe idrauliche Piccola pesca Polivalenti passivi Palangari Totale Liguria 14,53-1,73-9,10 11,14-6,43 Toscana 8,18-1,76-10,13 10,15-5,05 Lazio 9,05-3,39 6,20 10,42 9,18-8,45 Campania 6,58-3,62 6,55 7,85 6,18-5,61 Calabria 4,95-1,61-5,12 4,32 7,90 4,85 Puglia 6,78 1,63 2,02 3,00 7,44 6,71 7,80 5,14 Molise 10,09-0,00 2,39 7, ,79 Abruzzo 7,22-1,94 1,94 9, ,70 Marche 5,81 1,33-2,06 8,68-7,90 3,51 Emilia Romagna 5,36 0,70-2,30 7, ,32 Veneto 5,30 0,99-2,50 7, ,39 Friuli V. G. 4,15 1,42 2,39 5,10 7, ,05 Sardegna 7, ,56 8,34 7,90 7,11 Sicilia 7,30-2,84-8,64 9,12 8,54 6,72 Totale 6,83 1,07 2,55 2,38 7,78 8,08 8,45 4,72 La produzione per specie Le specie più pescate, nel 2012, sono state le acciughe ( ton.), seguite dalle vongole ( ton.) e dalle sardine ( ton.); le principali specie pescate hanno registrato andamenti contrapposti con una riduzione delle acciughe (-7%), una stazionarietà delle vongole e un aumento delle sardine (+39%). La riduzione della produzione ha riguardato le più importanti specie commerciali per il loro pregio economico, vale a dire i naselli (-10%), i gamberi bianchi (-18%) e il pesce spada (-25%); la perdita più consistente nelle catture di gamberi bianchi ha riguardato la Sicilia meridionale, area di maggiore produzione; per il pesce spada il calo risulta concentrato nella fascia costiera settentrionale ed orientale della Sicilia. Tra le specie in crescita, per volumi sbarcati, oltre alle sardine, le triglie di fango (+22%) e i cefali (+37%). In termini di ricavi, la specie che ha fornito il maggiore contributo alla formazione del fatturato complessivo è rappresentata dalle acciughe con un fatturato pari a 76 milioni di euro e pari all 8% del fatturato complessivo; seguono i naselli con un fatturato pari a 74 milioni di euro; nonostante questa specie continui ad essere tra le più importanti per la pesca italiana in termini di valore economico, la sua incidenza percentuale è passata dal 15% del 2006 all 8% del 2012; analogo discorso si evidenzia per i gamberi bianchi il cui fatturato, pari a 125 milioni di euro nel 2006, scende a 56 milioni di euro nel 2012 con un incidenza percentuale sulla produzione lorda vendibile del settore peschereccio pari ad appena il 6%. Nel gruppo di specie con maggiori livelli di ricavi, seguono il pesce spada (46 milioni di euro) e i gamberi rossi (42 milioni di euro). Tab.12 Catture e ricavi per le principali specie pescate, anno 2012 Specie Tonnellate Inc. % milioni di euro Inc. %
11 acciughe ,61 8 vongole ,35 5 sardine ,43 2 nasello ,35 8 gamberi bianchi o rosa ,66 6 triglie di fango ,61 3 cefali ,42 1 pannocchie ,45 3 seppia ,94 4 pesce spada ,74 5 sugarello o suro ,16 1 polpo comune o di scoglio ,47 2 calamari e totani rossi ,26 1 gamberi rossi ,29 5 moscardino muschiato ,36 1 boghe ,82 0 scampi ,34 4 moscardino bianco ,38 1 triglie di scoglio ,55 2 Altro ,84 37 Totale complessivo ,03 100
12 Graf. 3 Variazioni percentuali delle quantità pescate e dei prezzi alla produzione per specie principali anni 2011 e 2012
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