RELAZIONE TECNICA. Relazione progettuale per verifica di assoggettabilità. alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale

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1 RELAZIONE TECNICA Relazione progettuale per verifica di assoggettabilità alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi dell art. 20 del DLgs. 152/2006 e s.m.i. presentata dalla ditta Maggini Elio di Maggini Stefano con sede legale in via Viaccia San Mauro a Signa (FI) per l'attività di recupero R5 dei rifiuti inerti non pericolosi da effettuarsi nell impianto sito in via Viaccia San Mauro a Signa (FI) Dicembre 2014

2 INDICE 1. Premessa Descrizione delle attività e degli impianti Attività di commercializzazione materiali inerti Attività di gestione di rifiuti inerti provenienti da demolizioni edilizie e stradali Schema delle aree di lavoro e delle attività svolte Inquadramento del sito Classificazione e vincoli esistenti sul terreno in esame Caratteristiche del progetto Caratteristiche generali del progetto Esercizio dell impianto Dismissione e ripristino Dimensioni e interazione con altre attività Consumi di risorse naturali, energia e materie prime Carburanti fossili Energia elettrica Consumo idrico Materie prime Produzione di rifiuti e scarichi idrici Fattori di inquinamento e disturbo ambientale Emissioni di polveri in atmosfera Emissioni di rumore Traffico indotto Disturbi visivi Contaminazione del suolo Effetti su flora e fauna Rischi di incidente Localizzazione del progetto Utilizzazione attuale del territorio Capacità di risposta e ripristino del territorio Alternative di localizzazione Valutazione degli impatti Esercizio dell impianto alla potenzialità massima Dismissione impianto Conclusioni Allegati: Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 2/17

3 1. Premessa La ditta Maggini Elio di Maggini Stefano svolge, presso il sito in esame, varie attività legate alla fornitura di materiali per l'edilizia e le opere stradali: sono presenti un impianto per il lavaggio degli inerti (sabbia), sono depositate, per la commercializzazione, varie tipologie di materiali inerti sfusi quali pietrisco, sabbia e stabilizzato. Per i riferimenti cartografici, catastali e planimetrici si vedano le tavole allegate. In aggiunta, l impianto è utilizzato per la messa in riserva R13 di rifiuti inerti provenienti da attività edilizia di demolizione. Le attività oggi svolte consistono quindi in: - Gestione inerti di cava: o o Lavorazione di lavaggio in impianto apposito autorizzato Stoccaggio e successiva commercializzazione - Gestione rifiuti recuperabili da attività di demolizione edilizia: o Messa in riserva, attività R13. L impianto in esame è in esercizio da molti anni e in possesso delle autorizzazioni necessarie. In particolare, per quanto riguarda la gestione dei rifiuti e gli adempimenti derivanti, l'evoluzione a livello di attività svolte e relative autorizzazioni è sintetizzabile così: - Per l attività di messa in riserva R13 dei rifiuti inerti provenienti da attività di demolizioni edilizie e stradali la ditta è iscritta al Registro Provinciale delle Imprese che effettuano attività di recupero di rifiuti non pericolosi in procedura semplificata di cui all'art. 216 DLgs 152/06 e ss.mm.ii. con il n. 738, con atto Dirigenziale n del ; - nel corso del procedimento, avviato da tempo ed inerente il rinnovo dell'attività di gestione dei rifiuti comprendente anche l'attività di recupero R5, l'autorizzazione alle emissioni diffuse in atmosfera e agli scarichi idrici delle AMD, l'azienda ha infine attivato l'istanza di rilascio dell'autorizzazione Unica Ambientale, per effetto del DPR 59/2013 (novembre 2013). Tale pratica è ad oggi formalmente sospesa in quanto, in occasione della Conferenza dei Servizi tenutasi lo scorso , la Conferenza stessa ha preso atto della "non procedibilità dell'istanza di rilascio dell'autorizzazione Unica Ambientale... e sospende il procedimento in attesa degli esiti della Verifica di Impatto Ambientale ai sensi dell'art. 43 c.6 della L.R. 10/2010 che dovrà essere avviata dalla ditta ". In occasione della citata Conferenza dei Servizi, è stato inoltre illustrato il parere istruttorio della P.O. Gestione Rifiuti e Bonifiche Siti Inquinati (lettera prot. int 1089/2014), nel quale si richiedevano precisazioni e integrazioni al progetto che sono state fornite dall'azienda a mezzo PEC in data , in seno all'istanza di A.U.A., e che vengono recepite all'interno di questo progetto. Da quanto sopra trae origine la presente istanza di avvio del procedimento di Verifica di Assoggettabilità alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per l'impianto di Maggini Elio di Maggini Stefano, ubicato in via Viaccia nel territorio del Comune di Signa (FI). 2. Descrizione delle attività e degli impianti Presso l impianto di via Viaccia, Maggini Elio di Maggini Stefano effettua varie lavorazioni legate ai prodotti e materiali impiegati nell edilizia e nelle opere stradali. Oltre al semplice deposito di molte tipologie di inerti destinati alla vendita, l azienda possiede specifici impianti per il lavaggio degli inerti. Si osserva fin d ora che tutte le movimentazioni e produzioni hanno carattere influenzato dalla stagionalità e dalle condizioni meteorologiche. Nonostante questo, in via cautelativa nella presente trattazione si assume che l impianto funzioni a pieno regime su una base annuale di 220 giorni lavorativi, con orario tipico Attività di commercializzazione materiali inerti La gestione dei materiali inerti oggetto di stoccaggio e commercializzazione presso l impianto è articolata essenzialmente in tre fasi: ricezione del materiale da terzi (o approvvigionamento mediante propri veicoli) accumulo in deposito in cumulo o baia dedicata, secondo la tipologia cessione a terzi mediante carico su autocarro, pesa e trasporto. L attività di lavaggio degli inerti svolta presso il sito consiste nel lavaggio, con acqua, della sabbia e degli inerti di fiume o di cava, per la loro successiva commercializzazione. Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 3/17

4 2.2. Attività di gestione di rifiuti inerti provenienti da demolizioni edilizie e stradali Ad oggi è svolta unicamente attività di messa in riserva R13 per le tipologie 7.1, 7.2, 7.6, 7.11 e 7.31bis secondo i quantitativi di seguito tabulati: L attività di recupero dei rifiuti, compiuta in osservanza del D.M , riguarda materiali di risulta provenienti da demolizioni edilizie, stradali e da scavi e sbancamenti. Le tipologie di rifiuti trattati e relativi quantitativi annui sono indicati in tabella. Le lavorazioni svolte consistono ad oggi nella sola messa in riserva R13 (stoccaggio): tabella 1: tipologie e quantità comunicate per R13 (dall'atto istruttorio di iscrizione n. 738/2013) La presente valutazione riguarda il compimento dell'attività di recupero R5 con lavorazione di selezione, frantumazione e vagliatura, oltre alla messa in riserva, per le tipologie sotto indicate. La situazione operativa in progetto è illustrata qui appresso. Per tutte le tipologie di rifiuto autorizzate si svolgono le seguenti attività: - Accettazione in ingresso all impianto previa verifica della documentazione, esecuzione della pesa del veicolo prima e dopo lo scarico - Conferimento da parte del trasportatore presso la piazzola di scarico relativa alla tipologia di rifiuto di cui trattasi. Vedere elaborati grafici allegati per le relative ubicazioni - Controllo visivo del materiale scaricato ed accettazione. Eventuali carichi non conformi sono restituiti immediatamente al mittente, a mezzo del trasportare stesso - Spostamento sul cumulo di giacenza per mezzo di pala meccanica. I cumuli saranno mantenuti coperti in concomitanza con eventi di pioggia o di vento forte, per evitare la contaminazione delle acque meteoriche e la dispersione di polveri in atmosfera. Per le sole tipologie per cui l operazione R5 prevede la macinazione e vagliatura (tutte ad esclusione della 7.31bis) si effettua anche il ciclo tecnologico di recupero nel modo seguente, nel rispetto di quanto stabilito dal DM Tipologia 7.1 recupero R5 in conformità al punto lettere a) e c). a) messa in riserva di rifiuti inerti [R13] per la produzione di materie prime secondarie per l'edilizia, mediante fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e separazione della frazione metallica e delle frazioni indesiderate per l'ottenimento di Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 4/17

5 frazioni inerti di natura lapidea a granulometria idonea e selezionata, con eluato del test di cessione conforme a quanto previsto in allegato 3 al DM stesso [R5]; c) utilizzo per la realizzazione di rilevati e sottofondi stradali e ferroviari e aeroportuali, piazzali industriali previo trattamento di cui al punto a) (il recupero è subordinato all'esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al DM stesso [R5]. I rifiuti saranno sottoposti a macinazione con mulino a martelli e vagliatura per selezione granulometrica, in modo da ottenere i materiali di cui al punto " materie prime secondarie per l'edilizia con caratteristiche conformi all'allegato C della circolare del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio 15 luglio 2005, n. UL/2005/5205" da riutilizzarsi previa esecuzione del test di cessione. Il frantoio a mascelle (con deferrizzatore incluso) di cui dispone l'azienda è il mod. Zeffiro GCV 75 della ditta REV, con potenzialità oraria massima di 80 t/h alimentato con pala gommata in tramoggia di carico. Il materiale frantumato passa poi da un vaglio che suddivide i materiali in frazioni con le seguenti granulometrie: 0-4 mm (polvere) 0-30 (stabilizzato) (materiale per sottofondi). Si fa presente che le granulometrie 0-30 e sono vendute man mano che si producono e non se ne fa stoccaggio se non quello sottostante il nastro di uscita del vaglio. Per la granulometria 0.4 e invece presente un cumulo di stoccaggio temporaneo mostrato in planimetria. Tipologia 7.2 recupero R5 in conformità al punto lettere d) ed f): d) ove necessario frantumazione; macinazione, vagliatura; eventuale omogeneizzazione e integrazione con materia prima inerte, anche nell'industria lapidea [R5]; f) utilizzo per realizzazione di rilevati e sottofondi stradali e ferroviari e aeroportuali, piazzali industriali previo eventuale trattamento di cui al punto d) (il recupero è subordinato all'esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al DM stesso) [R5]; Tipologia 7.6 recupero R5 in conformità al punto lettere b) e c): b) realizzazione di rilevati e sottofondi stradali (il recupero è subordinato all'esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al DM stesso) [R5]. c) produzione di materiale per costruzioni stradali e piazzali industriali mediante selezione preventiva (macinazione, vagliatura, separazione delle frazioni indesiderate, eventuale miscelazione con materia inerte vergine) con eluato conforme al test di cessione secondo il metodo in allegato 3 al DM stesso [R5]. I materiali ottenuti dal recupero di questa tipologia avranno le caratteristiche dei materiali per costruzioni nelle forme usualmente commercializzate. Tipologia 7.11 recupero R5 in conformità al punto lettere c) e d): c) frantumazione, macinazione ed omogeneizzazione e integrazione con materia prima inerte nell'industria lapidea [R5]; d) formazione di rilevati, sottofondi stradali e piazzali industriali (il recupero è subordinato all'esecuzione del test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al DM stesso [R5]). Relativamente alle quantità in stoccaggio istantaneo di rifiuti presenti nella porzione di stabilimento preposta alla gestione degli stessi, ed alla verifica della congruità degli spazi disponibili, si precisa quanto segue. Ferme restando le quantità massime movimentate su base annuale (recupero t/a), si precisa che le quantità di rifiuti in stoccaggio istantaneo sono quelle indicate nella tabella sotto, per ciascuna differente tipologia di rifiuti recuperabili di cui al DM Circa le modalità di stoccaggio e le relative quantità occorre tener presente che: - I rifiuti sono mantenuti in cumuli che possono elevarsi fino ad un altezza di 5 m rispetto al livello del piano di campagna circostante, - La porzione di impianto su cui si effettua la messa in riserva e gestione dei rifiuti inerti ha superficie complessiva di circa m 2, - Nella planimetria allegata sono indicate le posizioni delle diverse tipologie di rifiuti oggetto di gestione, - Le quantità massime in deposito temporaneo indicate in tabella sono desunte dalla superficie a disposizione per ciascuna tipologia, tenuto conto del volume complessivo dei cumuli e del rapporto tra volume e massa. Nel dettaglio, il computo per singola tipologia basato sulla stima dei dati di altimetria del terreno ed estensione planimetrica dei cumuli è riportato qui sotto: Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 5/17

6 Tipologia 7.1 ampiezza complessiva dei cumuli dedicati (n. 2 cumuli) A = mq = 3305 mq Quota di base del cumulo (piano interno all impianto) = 31,5 mslm Quota del piano di campagna (esterno stabilimento) = 35,5 mslm Altezza sporgenza cumulo rispetto piano di campagna = 5 m Altezza effettiva del cumulo = 9 m Volumetria complessiva massima cumuli tipologia V = 3305*9 mc = mc Tipologia 7.2 ampiezza complessiva del cumulo dedicato A = 900 mq Quota di base del cumulo (piano interno all impianto) = 32 mslm Quota del piano di campagna (esterno stabilimento) = 35,5 mslm Altezza sporgenza cumulo rispetto piano di campagna = 5 m Altezza effettiva del cumulo = 8,5 m Volumetria complessiva massima cumuli tipologia V = 900*8,5 mc = 7650 mc Tipologia 7.6 ampiezza complessiva del cumulo dedicato A = 250 mq Quota di base del cumulo (piano interno all impianto) = 32 mslm Quota del piano di campagna (esterno stabilimento) = 35,5 mslm Altezza sporgenza cumulo rispetto piano di campagna = 5 m Altezza effettiva del cumulo = 8,5 m Volumetria complessiva massima cumuli tipologia V = 250*8,5 mc = 2125 mc Tipologia 7.11 ampiezza complessiva del cumulo dedicato A = 480 mq Quota di base del cumulo (piano interno all impianto) = 31 mslm Quota del piano di campagna (esterno stabilimento) = 35,5 mslm Altezza sporgenza cumulo rispetto piano di campagna = 5 m Altezza effettiva del cumulo = 9,5 m Volumetria complessiva massima cumuli tipologia V = 480*9,5 mc = 4560 mc Tipologia 7.31bis ampiezza complessiva del cumulo dedicato A = 730 mq Quota di base del cumulo (piano interno all impianto) = 32 mslm Quota del piano di campagna (esterno stabilimento) = 35,5 mslm Altezza sporgenza cumulo rispetto piano di campagna = 5 m Altezza effettiva del cumulo = 8,5 m Volumetria complessiva massima cumuli tipologia 7.31bis - V = 730*8,5 mc = 6935 mc Come indicato sopra, per ciascuna tipologia di rifiuto sono disponibili volumetrie di stoccaggio superiori ai quantitativi massimi oggetto della presente comunicazione. Volumetria complessiva massima di stoccaggio dell impianto = mc (corrispondenti a circa t), superiore ai quantitativi di cui si richiede l'autorizzazione. Le aree di conferimento e le porzioni di impianto in cui si effettua la lavorazione sono costituite con inerte stabilizzato rullato. In caso di perdita di fluidi (olio o carburanti) dai mezzi d'opera o dagli autocarri che transitano e conferiscono, è in essere una procedura di pronto intervento che prevede l'uso di appositi materiali assorbenti e la rimozione degli stessi e dello strato di inerte eventualmente contaminato. Tali rifiuti saranno poi affidati a ditte specializzate. Tabella 2: tipologie e quantità in progetto per R5 Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 6/17

7 DM 05/02/1998 Punto All. Operazione recupero All C Parte IV del Dlgs. 152/ sub 1 R13-R sub 1 R13-R sub 1 R13-R5 Tipo di rifiuto recuperato Descrizione CER Provenienza Destinazione Rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento armato e non comprese le traverse e i traversoni ferroviari e i pali in calcestruzzo armato provenienti da linee ferroviarie, telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali, purché privi di amianto Rifiuti di rocce da cave autorizzate Conglomerato bituminoso sub 1 R13-R5 Pietrisco bis 1 sub 1 R13 Terre e rocce da scavo Attività di demolizione, frantumazione e costruzione; selezione da RSU e/o RAU; manutenzione reti; attività di produzione di lastre e manufatti in fibrocemento. Attività di lavorazione dei materiali lapidei Attività di scarifica del manto stradale mediante fresatura a freddo Manutenzione delle strutture ferroviarie R/13 R/5 R/13 R/5 R/13 R/5 R/13 R/ Attività da scavo R/13 R/5 TOTALE Attività svolta e quantitativi massimi autorizzati con atto n del Messa in riserva Stoccaggio istantaneo t / m 3 stoccaggio annuo t/a Recupero t/a t m t t t m t t t m t t t m t t t m t t m t t Durante le lavorazioni non vi è impiego di alcuna sostanza, macchina o additivo che possa alterare la natura inerte dei rifiuti presenti. I rifiuti in giacenza sono mantenuti coperti per mezzo di teloni impermeabili in caso di precipitazioni atmosferiche, per evitarne il dilavamento e per limitare il trasporto eolico di polveri Schema delle aree di lavoro e delle attività svolte Per quanto riguarda la posizione planimetrica dei vari impianti e attrezzature all interno dello stabilimento, compresi i cumuli di stoccaggio di inerti e di rifiuti, nonché la viabilità e le altre infrastrutture di servizio, si rimanda alla planimetria (tavola Unica) allegata. 3. Inquadramento del sito L'impianto della Maggini Elio di Maggini Stefano è ubicato in via Viaccia, all interno del Parco dei Renai, nel territorio del Comune di Signa (FI), su terreno di proprietà dell'azienda. È allegata cartografia topografica in scala 1:10000 (Allegato 1) estratta dal Piano di Assetto Idrogeologico dell Autorità di Bacino del fiume Arno. L azienda ha piena disponibilità del terreno in cui si trova l impianto in quanto di proprietà. L area circostante l impianto è essenzialmente rurale, con la presenza di abitazioni sparse. Il terreno in esame è contraddistinto dagli identificativi catastali seguenti: comune di Signa, foglio n. 21, mappali (Allegato 2). Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 7/17

8 Per quanto riguarda la conformità urbanistica, il lotto è classificato nel vigente piano strutturale del Comune di Signa come area per cave (Allegato 3 piano strutturale - uso del suolo). In ambito di Conferenza dei Servizi per l'istanza di Autorizzazione Unica Ambientale del , il Comune di Signa si è pronunciato con lettera Prot del in merito alla confomrità urbanistica dell'impianto, richiamando le norme vigenti sul sito e confermando la preesistenza dell'impianto stesso. Si riportano testualmente le conclusioni del parere in questione: "Da ricerche fatte presso questo settore l impianto in questione era già preesistente, dalla fine degli anni 1960 (1967), antecedente all approvazione del Prg del Comune di Signa adottato con deliberazioni del CC. 361 del 26/11/1977 e n. 372e 373 del 13/12/1977 approvato con D.G.R.T. n.3639 del 24/4/1980, ed al Piano di recupero delle aree di cava dell'isola dei Renai per la realizzazione di un parco naturale, quale strumento urbanistico di dettaglio approvato con deliberazione consiliare n. 138 del e successive varianti. La pianificazione sopravvenuta (PRG, PdR, PS e RUC ) non prevede la delocalizzazione di dette attività, pertanto fermo restando la possibilità di rilevare, in sede di eventuale procedimento valutativo di impatto ambientale, variazioni urbanistico-edilizie o aspetti inerenti un ampliamento inteso anche quale incremento produttivo foriero di impatto ambientale postumo all approvazione degli strumenti urbanistici, non sussistono motivi ostativi alla prosecuzione dell attività nella sua attuale consistenza". Sulla base di quanto riportato sopra, si evidenzia dunque la conformità urbanistica dell'impianto. Si rimanda alla tavola allegata (Tavola U) per l esatta distribuzione planimetrica delle attività all interno del sito. Di seguito una vista aerea dell area in esame Classificazione e vincoli esistenti sul terreno in esame L attività in esame, considerata l attuale classificazione del territorio della Provincia di Firenze e del Comune di Signa, nonché delle altre eventuali Autorità Competenti e di Vincoli Sovraordinati, non risulta in conflitto con alcuna delle disposizioni vigenti in materia di assetto del territorio e del paesaggio. Nel dettaglio la caratterizzazione dell area è illustrata di seguito: a) Destinazione del suolo: il piano strutturale del comune di Signa classifica l area come destinata ad uso di cava (Allegato 3). b) Regolamento urbanistico: l attività ricade all interno di un area sensibile (art. 31 N.T.A., Allegato 4). Le attività svolte non sono in contrasto con le previsioni dell art. 31, in particolare: 1 protezione idrogeologica: l attività non altera le opera di protezione presenti 2 reticolo idraulico: nessuna interazione con il reticolo cartografato né con quello minore 3 captazioni: non è prevista alcuna ulteriore captazione, in aggiunta a quella in essere Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 8/17

9 4 impermeabilizzazione superficiale: nessuna prevista all interno dell impianto 5 pericolosità idraulica, vedasi oltre. c) Aree di degrado e fasce di rispetto: nessuna; d) Reti tecnologiche: l impianto non è attraversato da alcuna rete (gas, linee elettriche, fognature); e) Aree protette: l area interessata dall impianto di recupero non ricade in aree protette come definite dalla L. n. 394 del 06/12/1991. Essa è all interno di un ambito di reperimento per l istituzione di parchi (il Parco dei Renai), riserve e aree naturali protette di interesse locale secondo l art. 10 PTCP (Allegato 5); l impianto sorge in adiacenza ad un sito di interesse comunitario (SIC 45), per cui è stata approfondita la valutazione dei possibili impatti mediante Studio di Incidenza Ecologica allegato. f) Pericolosità idraulica e rischio allagamento: l attività è posta all interno di un area sensibile secondo art. 31 N.T.A., come definita all art. 3 del PTCP di Firenze, assimilabile alle aree soggette ad esondazione per eventi con tempo di ritorno 200 anni. Essa è classificata come zona P.I. 3 soggetta ad allagamento ed ha subito esondazione nel corso dell evento del 1966 (Allegato 1, Allegato 6). Per quanto riguarda la pericolosità idraulica e la relativa vincolistica, si osserva quanto segue: la classificazione nel Piano di Assetto Idrogeologico in P.I. 3 comporta l applicazione dell art. 7 del D.P.C.M L attività in esame non comporta alcun intervento edilizio, consistendo in un deposito temporaneo di materiale inerte che può essere rimosso. Tenuto conto che l attività è in essere da vari decenni, lo svolgimento della stessa non comporta alcun cambiamento morfologico del terreno. Il Piano di Riduzione del Rischio Idraulico classifica in terreno in esame come area B, soggetta alla norma 3 del piano stesso: l attività in esame non è in contrasto con quanto ammesso dalla norma 3 in quanto non prevede alcun intervento edilizio o mutazione del terreno rispetto allo stato preesistente. Per quanto riguarda la realizzazione della cassa di espansione di tipo B, prevista ad est della via Viaccia, anche nella proprietà Maggini, in considerazione del fatto che il rinnovo della comunicazione ha validità di 5 anni, tenuto conto dei lunghi tempi previsti per la realizzazione della cassa di espansione e della preesistenza dell impianto, non si ritiene presente alcun motivo ostativo alla prosecuzione dell attività dell impianto; qualora l area dovesse essere resa disponibile per opere di interesse idraulico si provvederà allo sgombero e alla rimozione dei materiali presenti. Lo svolgimento dell attività in esame non comporta inoltre alcuna alterazione del reticolo idrografico minore. g) Vincoli paesaggistici: una parte del terreno su cui si sviluppa l impianto in esame è soggetto al vincolo paesaggistico per la prossimità del fiume Bisenzio (fascia di 150 m, Allegato 7 Vincolo paesaggistico). All interno della fascia vincolata non ricade alcun fabbricato, ma solo il deposito dei materiali inerti in cumulo. Allo scopo di valutare l impatto visivo e la conformità al vincolo, per la quale sono ipotizzate delle specifiche soluzioni mitigative nel presente progetto, è allegata relazione paesaggistica per l attività in esame. h) Classificazione acustica: l impianto è situato in classe acustica III (limiti immissione diurno/notturno pari a 60/50 dba, differenziale diurno/notturno 5/3 dba) secondo la zonizzazione del comune di Signa (Allegato 8). E allegata valutazione di Impatto Acustico a firma di professionista abilitato. Dalla stessa si rileva che le modalità di svolgimento dell attività permettono il rispetto dei limiti stabiliti con la classificazione acustica del Comune di Signa. 4. Caratteristiche del progetto 4.1. Caratteristiche generali del progetto Il presente progetto, al fine della valutazione degli impatti generati, può essere suddiviso nelle due fasi temporali di esercizio a regime e dismissione, essendo preesistente non comporta infatti alcuna fase di cantierizzazione. Nel dettaglio, le due fasi indicate sono di seguito brevemente illustrate, al fine di poter comprendere la valutazione dei relativi impatti che segue. Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 9/17

10 Esercizio dell impianto Una volta a regime, le lavorazioni consistono nella ricezione dei rifiuti trasportati mediante autocarro, il loro stoccaggio in cumuli e la macinazione e vagliatura, la spedizione di materiale riciclato per vendita a terzi o reimpiego nei cantieri della ditta stessa. Lo scenario è quello di cumuli di inerti, sia rifiuti che materie prime seconde derivanti dal recupero, veicoli in transito e mezzi d opera in attività, macinazione per mezzo del frantoio disponibile Dismissione e ripristino L eventuale futura dismissione dell impianto potrà essere effettuata semplicemente interrompendo i flussi di rifiuti in ingresso, eliminando i materiali inerti in giacenza (vendita o smaltimento), eliminando i mezzi d opera ed i macchinari (vendita frantoio, mulini e vagli). Una volta liberata l area, il terreno potrà essere completamente ripristinato a verde Dimensioni e interazione con altre attività Per quanto riguarda le dimensioni complessive del progetto di conduzione dell impianto di recupero di rifiuti inerti in esame, si osserva che trattasi di un attività di media ampiezza, sia per l estensione planimetrica (complessivamente circa m 2 di terreno) che per la movimentazione di materiali e traffico che implica. I ricettori più prossimi, civili abitazioni, sono posti anche a distanza inferiore a 100 m rispetto all area preposta allo stoccaggio e lavorazione dei rifiuti e degli inerti. L attività si inserisce in un luogo tale da non attendersi alcun effetto cumulativo con altre attività che determinino impatto ambientale similare. Gli impatti attesi dalle varie fasi di realizzazione del presente progetto (esercizio a regime e dismissione) sono e saranno percettibili solamente su scala locale (polveri, rumore) Consumi di risorse naturali, energia e materie prime Carburanti fossili Le attrezzature da impiegarsi per le lavorazioni (pale e ruspe, il frantoio) sono provviste di motori a gasolio con potenza complessiva pari a circa 1000 kw (corrispondente alla potenza di due autocarri pesanti). Il loro funzionamento avviene in maniera discontinua all interno della giornata lavorativa tipo. Per quanto riguarda la fase di dismissione, si attendono consumi di carburanti paragonabili a quelli descritti sopra per la fase di esercizio Energia elettrica L energia elettrica è utilizzata unicamente per illuminare i piazzali e alimentare l ufficio Consumo idrico Il consumo di acqua necessaria a tutte le lavorazioni svolte nell'insediamento, ed alla bagnatura dei cumuli di materiali inerti, si aggira intorno a 1700 metri cubi/anno. L acqua è prelevata dal lago di proprietà. Tale consumo è determinato in gran parte dall acqua di bagnatura dei materiali da movimentarsi, dei cumuli di inerti in giacenza e della viabilità interna ai fini di limitare lo spolveramento: l impianto di lavaggio degli inerti, tenuto conto della crisi che perdura nel settore dell edilizia, funziona a regime notevolmente ridotto negli ultimi anni e proporzionalmente il consumo idrico a questo associato. La bagnatura dei cumuli e dei piazzali per limitare la dispersione di polveri ed il trascinamento per effetto della movimentazione del frantoio mobile e del transito veicolare di cantiere, è effettuata dagli operatori secondo necessità, utilizzando gli irrigatori disponibili. Le AMPP che si originano dalle operazioni di recupero rifiuti inerti sono convogliate per mezzo di una canaletta superficiale e raccolte in apposito sistema di vasche esistenti e scaricate nello stesso lago di proprietà. Di fatto quindi, tutte le acque piovane costituiscono direttamente reintegro del bacino da cui sono prelevate per il consumo descritto. In questo senso, l impatto del fattore consumo idrico può essere ritenuto minimo. Nella fase di dismissione il consumo idrico atteso sarà ancora più modesto, legato essenzialmente alla bagnatura antispolvero di porzioni dell area limitate ai punti di intervento e alla viabilità, per i soli tempi strettamente necessari. Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 10/17

11 Materie prime Le attività di recupero non prevedono il consumo di alcuna materia prima. Nel ciclo produttivo entrano solamente rifiuti ed acqua di bagnatura. Per il mantenimento dei piazzali si utilizza lo stesso materiale proveniente dalle operazioni di recupero svolte in impianto Produzione di rifiuti e scarichi idrici Il ciclo di recupero di rifiuti inerti non dà origine di per sé ad alcun rifiuto solido, liquido o gassoso. In minima percentuale dalla cernita possono risultare materiali quali ferro e plastica, depositati in appositi cassoni a tenuta e destinati al recupero in altri impianti. Dalle lavorazioni si originano reflui per effetto delle acque meteoriche dilavanti. Le acque di prima pioggia provenienti dalle aree di deposito, accettazione e lavorazione rifiuti sono raccolte, trattate e scaricate nel lago di proprietà, come da richiesta di autorizzazione citata in premessa e agli atti dell Amministrazione Provinciale. In caso di eventi straordinari possono aversi modesti sversamenti a terra di oli o carburanti (gasolio) dai mezzi d opera impiegati: l azienda ha stabilito apposite procedure di pronto intervento in caso di emergenze ambientali di tale tipologia. La fase di dismissione determinerà la produzione di rifiuti solidi in massima parte inerti e recuperabili, mediante il trattamento in impianti simili a quello in esame. La gestione delle acque meteoriche di cantiere sarà volta ad impedire il rilascio di reflui nel terreno circostante Fattori di inquinamento e disturbo ambientale Emissioni di polveri in atmosfera Per quanto attiene all emissione di polverosità diffusa, associata alla conduzione di questo tipo di attività, come detto in premessa è stata presentata domanda di autorizzazione nel corso del La stima relativa a tali emissioni è stata redatta secondo le indicazioni contenute nelle Linee Guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti emanate da ARPAT nel luglio Le conclusioni di tale studio, riferite alla piena operatività dell impianto sono illustrate di seguito. Si ritiene inoltre che fasi di eventuale futura dismissione non diano origine ad emissioni di polverosità maggiori di quanto si possa ipotizzare per l impianto funzionante a regime. Le emissioni diffuse, all interno dell impianto, possono essere generate da una molteplicità di attività, eventi e fattori, anche trasversali alle differenti lavorazioni compiute, quali ad es. la movimentazione dei materiali polverulenti, il transito di autocarri e mezzi d opera etc., oltre alla frantumazione degli inerti. Tenuto conto della situazione planimetrica dell impianto e della sua estensione, in particolare del fatto che lo stesso è contornato da abitazioni sparse (ricettori), e considerando il fattore di abbattimento legato alla bagnatura dei cumuli e della viabilità, si è verificato che sono rispettati i criteri di cui alle citate linee guida di Arpat presso i ricettori che distano oltre 100 dall impianto, mentre si rendono necessarie ulteriori indagini presso i ricettori posti nella fascia m dall impianto. Risulta infatti: Rateo Totale = 342 g/h riferito alle PM 10 Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 11/17

12 Si prevede dunque, presso i ricettori A e B, l esecuzione di appositi monitoraggi dei livelli di concentrazione del parametro PM10 attraverso n. 2 campagne di rilevamento con campionatore areale per polveri, in due diversi periodi dell anno, della durata di 1 settimana ciascuna. Tali indagini saranno concordate con le parti interessate (proprietari edifici di civile abitazione) Emissioni di rumore I macchinari di cui si prevede l uso per lo svolgimento dell attività danno origine ad emissioni di rumorosità ambientale oggetto di un apposito studio di impatto acustico, allegato alla presente. Le conclusioni della valutazione mostrano che sono rispettati i limiti previsti dalle norme in vigore per il periodo diurno sia per quanto riguarda i valori limite di emissione ed immissione sia per il differenziale richiesti dalla pertinente classe relativa alla zonizzazione acustica effettuata dal comune di Signa (classe acustica III). Durante il periodo notturno l attività viene svolta. Per quanto riguarda la fase di dismissione, si ritiene che gli impatti saranno simili a quelli delle normali fasi di esercizio Traffico indotto L accesso di mezzi pesanti al sito, posto in via Viaccia, avviene attraverso il territorio del comune di San Donnino, percorrendo strade che attraversano la zona industriale situata a sud della via Pistoiese fino all abitato di Valico. Il traffico indotto dall attività è stimato nella circolazione di circa 10 mezzi pesanti e altrettanti leggeri al giorno, che arrivano in impianto e da questo tornano verso la loro destinazione. Considerata la tipologia di attività, il traffico indotto è spalmato uniformemente nell arco della giornata, così da rendere il proprio impatto decisamente trascurabile. In aggiunta, nelle vicinanze sono installate anche altre attività che a loro volta determinano traffico, per cui il contributo dell attività della ditta Maggini risulta relativamente percepibile. In fase di dismissione si prevede un impatto veicolare paragonabile a quanto esposto sopra, dunque irrilevante Disturbi visivi Al fine di non alterare il contesto paesaggistico in cui si inserisce l impianto, i materiali in deposito, in particolare i cumuli degli inerti, saranno mantenuti entro un altezza massima tale da non permetterne la visione dall esterno del sito. La piantumazione presente su tutto il perimetro del terreno di proprietà farà sì che tali materiali non siano direttamente visibili né dalle abitazioni né dalla viabilità circostante. Lo stesso dicasi per tutte le fasi di cantiere. Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 12/17

13 Questo aspetto di impatto è valutato in modo approfondito nella Relazione Paesaggistica allegata, di seguito un immagine di progetto della vista dalla via Viaccia (unico punto da cui risulti visibile l impianto) Contaminazione del suolo L attività di gestione e recupero di rifiuti inerti da demolizione non comporta di per sé rischio di contaminazione del suolo, trattandosi di materiali inerti. In caso di sversamento accidentale di oli o carburanti dai mezzi d opera, sono stabilite apposite procedure di intervento per il recupero e la rimozione del terreno eventualmente contaminato Effetti su flora e fauna In considerazione della prossimità di un area naturalistica di interesse comunitario (SIC 45), è stato redatto uno studio di incidenza ecologica da soggetto specializzato (allegato alla presente), le cui conclusioni trascritte di seguito. L analisi delle caratteristiche ambientali del sito, della ecologia delle specie e degli habitat e delle fasi di lavorazione dell impianto in oggetto non evidenzia fenomeni di incidenza significativi tali da prevedere misure precauzionali, mitigazioni o compensazioni per salvaguardare l integrità del Sito stesso, se non quelle già adottate dal gestore del sito produttivo anche in ottemperanza alle legislazione vigente in materia di salute e sicurezza sul lavoro e di protezione ambientale in riguardo alla specificità delle attività svolte nell impianto. Si ritiene pertanto che quanto ad oggi praticato entro il sito analizzato, tenendo altresì conto del rispetto delle prescrizioni e delle norme specifiche del settore lavorativo, possa risultare tecnicamente ed ecologicamente sostenibile, nei confronti dell integrità delle popolazioni, degli habitat e con l integrità generale del SIC/SIR 45 Stagni della Piana Fiorentina IT Tenuto conto anche della ubicazione stessa dell impianto nei riguardi dell area protetta, oltre che delle attività di monitoraggio, controllo, manutenzione operate con regolarità dalla ditta Maggini, esercente l attività analizzata, si ritiene che l incidenza complessivamente possa ritenersi nulla o trascurabile nei riguardi degli obiettivi di conservazioni specifici del SIC/SIR 45 Stagni della Piana Fiorentina IT Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 13/17

14 4.6. Rischi di incidente L attività non comporta la manipolazione, lo stoccaggio o la produzione di alcuna sostanza pericolosa. In particolare l attività comporta un basso rischio di incendio. 5. Localizzazione del progetto 5.1. Utilizzazione attuale del territorio L impianto è inserito in un area essenzialmente rurale, all interno del territorio destinato al Parco dei Renai. Da decenni questa porzione compresa tra i fiumi Arno e Bisenzio è stata utilizzata per l estrazione di inerti impiegati in edilizia, e l impianto di Maggini, nato oltre 40 anni fa, appartiene a questa categoria di attività storiche. Il Comune per impianti preesistenti alla attuale disciplina di gestione del territorio non prevede alcuna delocalizzazione. Il contesto ambientale in oggetto è costituito da una pianura alluvionale che ospita numerosi laghi artificiali, derivanti proprio dalle attività di estrazione di inerti come in passato fatto da Maggini. A ovest della proprietà Maggini, oltre la via Viaccia da cui vi si accede, sarà realizzata una cassa di espansione (tipo A). Nelle adiacenze dell impianto, ad est dello stesso, sono già presenti altre attività produttive, anche similari a quella in esame. Sono attesi impatti esclusivamente su scala locale Capacità di risposta e ripristino del territorio Nella zona dei Renai l attività di escavazione di inerti ha rappresentato la principale fonte di pressione specifica, a causa della natura invasiva di tali processi. Oggi che è cessata l estrazione di materiali, il territorio può essere ripristinato mediante rinterri, inerbimenti e piantumazione, lasciando che la natura riprenda il suo posto. L attività di recupero di inerti svolta dalla ditta Maggini non comporta ulteriori interazioni in quanto: - Le lavorazioni non comporteranno l uso di alcuna sostanza chimica pericolosa, i rifiuti trattati sono di natura inerte - Il consumo di acqua è nel complesso modesto. La conduzione dell impianto non comporta alcuna alterazione morfologica permanente del territorio: la temporanea alterazione delle quote (stoccaggio di inerti in cumulo) non impedisce il ripristino dei livelli originari del piano di campagna, mediante rimozione di tutti i materiali a fine vita impianto. In merito all ecosistema, in particolare alla flora e alla fauna locale, come mostrato dalla valutazione specifica allegata, si può affermare che l impianto non provoca alterazioni sensibili in quanto: - La sua estensione spaziale è limitata - L emissione di polverosità è controllata - Non sono prodotti aggravi per la qualità delle acque superficiali - Le emissioni di rumore sono compatibili con la classificazione della zona. Si precisa infine che una volta dismesso l impianto potranno ripristinarsi pressoché inalterate le condizioni ambientali precedenti Alternative di localizzazione All interno del territorio del Comune di Signa non si individua ad oggi disponibilità, secondo gli strumenti di governo del territorio vigenti, di altre aree specificatamente preposte ad ospitare attività di trattamento degli inerti ( Aree di cava ). In forza di quanto esposto sopra, tenuto conto anche della storia di questa porzione di territorio, si ritiene che la localizzazione prevista per il progetto sia accettabile e non sussistano aspetti vincolistici ostativi, come confermato anche dal parere del Comune di Signa del Prot L alternativa zero al presente progetto, se da un lato eliminerebbe a livello locale gli impatti descritti di maggiore significatività (emissione di polveri e rumore), a livello più ampio provocherebbe un maggior transito di mezzi pesanti necessari per il conferimento dei rifiuti presso altri centri specializzati, come pure maggiori transiti per l approvvigionamento di materie prime seconde, sempre più richieste in molte opere stradali ed edili in genere. Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 14/17

15 6. Valutazione degli impatti La valutazione degli impatti del progetto in esame è illustrata di seguito anche per mezzo di tabelle, strutturate secondo il modello matrice sensibile / impatto generato e con attribuzione di un indice numerico di significatività. Sono riportate tabelle di valutazione degli impatti per le due fasi principali del ciclo di vita del progetto: esercizio a regime e dismissione. Gli indici di significatività degli impatti sono riferiti alla situazione ambientale come modificata dal progetto. Tale modalità di illustrazione cerca di riassumere in modo immediato il processo di valutazione fin qui sviluppato. Per quanto riguarda gli aspetti generali degli impatti ambientali del presente progetto si deve osservare che: - Gli impatti sono attesi solamente su scala locale, intendendo con questo termine un raggio di poche centinaia di metri dal sito in esame. La popolazione coinvolta è limitata a poche decine di persone, vale a dire gli abitanti delle abitazioni circostanti e i lavoratori occupati nelle attività limitrofe - L impianto, per dimensioni e tipologia di attività/processo, non è definibile come complesso - Gli impatti principali (rumore ed emissione di polveri) si verificano inevitabilmente con lo svolgersi dell attività, per questo saranno adottate misure compensative appropriate e continue - Tutti gli impatti attesi sono completamente reversibili, i principali (rumore ed emissione di polveri) cessano anche quando l attività viene semplicemente sospesa (ad es. nelle ore notturne, nei giorni di festa etc.) Le tabelle della significatività che seguono tengono già conto delle misure di mitigazione, più sopra descritte, che sono adottate per limitare eventuali effetti pregiudizievoli della qualità ambientale. Significatività dell impatto Indice Giudizio 0 nulla 1 trascurabile 2 minima 3 media 4 alta 5 eccessiva 6.1. Esercizio dell impianto alla potenzialità massima MATRICE aria acqua suolo ambiente fisico flora e fauna risorse naturali consumi energetici 1 IMPATTO consumo di materie prime consumi idrici contaminazione acque superficiali Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 15/17

16 emissione di polveri emissione di rumore 2-3* traffico indotto produzione di rifiuti 1 1 Note: * significatività = 3 per i ricettori A e B posti immediatamente a nord dell impianto entro la distanza di 100 m significatività = 2 per gli altri ricettori Dismissione impianto MATRICE aria acqua suolo ambiente fisico flora e fauna risorse naturali consumi energetici 1 consumo di materie prime 0 consumi idrici IMPATTO contaminazione acque superficiali emissione di polveri * 1 emissione di rumore 1 1 traffico indotto produzione di rifiuti 1 1 Note: * significatività = 3 per i ricettori A e B posti immediatamente a nord dell impianto significatività = 2 per gli altri ricettori. 7. Conclusioni Come argomentato sopra, l attività in esame comporta impatti ambientali molto limitati e del tutto compatibili con la destinazione d uso e l assetto del territorio in cui va ad inserirsi. L adiacenza di un area di interesse regionale comunitario (SIC-SIR 45) non pone particolari problemi, come desumibile dall approfondimento di valutazione allegato (Studio di Incidenza Ecologica). Il recupero dei rifiuti inerti da demolizioni è un processo molto semplice che non necessita di particolari fabbisogni energetici e di per sé non produce rifiuti. Al contrario, da questa attività si recuperano materiali da destinarsi al reimpiego, con evidente risparmio di nuove risorse. Gli impatti più percettibili localmente sono legati all emissione di rumore e di polveri diffuse, aspetti per la mitigazione dei quali sono adottate le migliori tecnologie disponibili oggi nel settore, oltre al rispetto delle disposizioni di legge vigenti e le eventuali prescrizioni stabilite da atti di autorizzazione. Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 16/17

17 Per quanto sopra esposto si ritiene non necessaria l attivazione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale per l attività di recupero di rifiuti inerti non pericolosi svolta dalla ditta Maggini Elio nel terreno posto in via Viaccia nel comune di Signa. Allegati: Allegato 1: Cartografia 1:10000 Allegato 2: Estratto mappa catastale Allegato 3: Piano strutturale Uso del suolo Allegato 4: Piano strutturale Regolamento urbanistico Allegato 5: Piano strutturale Stato di diritto Allegato 6: Piano strutturale Idrologia Allegato 7: Piano strutturale Vincolo paesaggistico Allegato 8: Classificazione acustica Tavola Unica: Planimetria generale dell impianto con lay-out lavorazioni Valutazione di Impatto Acustico Studio di Incidenza Ecologica Relazione paesaggistica Copia della domanda di rinnovo autorizzazione agli scarichi idrici (2007) Signa, dicembre Maggini Elio di Maggini Stefano Il Tecnico Incaricato Ing. Francesco Gregoriani Relazione verifica assoggettabilità VIA Maggini doc 17/17

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