IL METODO DI LAVORO dei piccoli gruppi sinodali

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1 SINODO DELLA CHIESA MANTOVANA IL METODO DI LAVORO dei piccoli gruppi sinodali 28 I piccoli gruppi sinodali sono interpellati e coinvolti nella consultazione della diocesi sulle questioni pastorali che il Vescovo, con l aiuto della commissione preparatoria, ha posto al Sinodo diocesano. Il loro contributo è frutto della condivisione dell esperienza personale e di ascolto reciproco, entrambi illuminati dalla Parola di Dio, in un clima di preghiera e di comunione per cercare insieme le risposte ai problemi che hanno bisogno di essere affrontati. Nei piccoli gruppi sinodali «si tiene consiglio», sapendo che il «consiglio» è uno dei doni dello Spirito Santo. Il percorso di consultazione deve tener conto di questo perché non si limiti ad essere semplice raccolta di pareri e suggerimenti. Con il Sinodo ci si appresta a vivere un esperienza di discernimento comunitario che si realizza attraverso diversi passaggi. Anzitutto il discernimento comunitario è uno stile e un metodo con il quale la comunità cristiana legge la propria storia e vi cerca i segni della presenza di Dio. L attenzione è, dunque, anzitutto, posta sul riconoscimento della presenza di Dio nella nostra Chiesa e nella storia personale. Scorgere questa presenza di Dio significa saperne ascoltare la voce, le ispirazioni e avere la possibilità di intuire in quale direzione è consigliabile che la nostra Chiesa cammini per il futuro, per rinnovare la propria missione secondo le esigenze del tempo. I passaggi del discernimento possono essere così formulati: a) la conoscenza dell oggetto del discernimento. In senso generale ciò su cui il Sinodo fa discernimento è la vita e la missione della Chiesa mantovana con i doni e le difficoltà che la caratterizzano, nella prospettiva missionaria del rinnovamento. In senso più specifico il discernimento riguarda le varie questioni che sono affidate al Sinodo. È sempre un discernimento pastorale. In ogni caso comporta la necessaria informazione sull argomento, lo studio e l approfondimento personale e comunitario. Abbiamo bisogno di conoscere gli elementi essenziali e significativi delle varie questioni pastorali, perché non siano le opinioni avventate e il sentito dire determinare il proprio contributo. b) Il confronto e la condivisione con gli altri. In questa dinamica relazionale entrano in gioco pensieri, sentimenti ed emozioni, possono pesare esperienze negative, precomprensioni fuorvianti,la poca libertà interione. E importante essere consapevoli di tutto questo e domandare allo Spirito la purificazione interiore, perché le nostre parole, i pensieri che esprimiamo, il modo con cui parliamo e ascoltiamo, siano il più possibile liberi da ostacoli che rallentano o impediscono l accoglienza reciproca, la valorizzazione del contributo di ciascuno/a e l attenzione a ciò che si vuole approfondire.

2 Instrumentum Laboris per la consultazione diocesana nei piccoli gruppi sinodali c) L ascolto della Parola di Dio e del Magistero della Chiesa. Un ascolto attento, calmo, orante, capace di percepire e riconoscere Colui che parla a tutti con autorità e di gustare il dialogo con queste voci che raggiungono il cuore e la mente e accompagnano a valutare secondo lo Spirito ciò che si sta approfondendo. d) Giungere insieme a esprimere un consiglio perché la questione pastorale su cui abbiamo riflettuto, pregato, discusso sia affidata all assemblea sinodale con la ricchezza e la propositività scoperte in essa in vista del cammino futuro. L attività dei piccoli gruppi è strutturata in tre incontri distribuiti nei tre mesi della fase della consultazione (ottobre-novembre-dicembre 2014). La dimensione del tempo è importante e si suggerisce di svolgere gli incontri nel corso dei tre mesi, per evitare che la consultazione risulti costretta in uno spazio troppo breve. Lungo i tre mesi di attività, ciascuno può leggere, pregare e approfondire personalmente la questione utilizzando i materiali proposti in questo sussidio e utilizzando il sussidio per la preghiera del Sinodo. Nel primo incontro l attenzione è posta sulla condivisione delle esperienze personali guidata dalle domande. Dunque ciascuno è chiamato a raccontare brevemente la propria esperienza relativamente alla questione e il proprio punto di vista che viene illustrato in modo sintetico e chiaro agli altri partecipanti del gruppo. A questo primo giro segue un secondo giro in cui ciascuno può riprendere cose dette da altri e che l hanno colpito e prova a motivare il perché. Al termine del secondo giro si cerca di riassumere quanto è stato detto dai partecipanti cercando di considerare tutto quanto è stato detto. 29 Nel secondo incontro l attenzione è posta nel confronto con la Parola di Dio per cercare di capire come essa illumina l esperienza che il gruppo ha condiviso. L oggetto su cui si lavora è, dunque, il punto di arrivo della prima riunione: non solo la propria esperienza personale, ma la condivisione delle esperienze di tutti e delle sottolineature che l ascolto reciproco ha aggiunto. Come cambia la lettura dell esperienza alla luce del confronto con la Parola di Dio? Cosa aggiunge, modifica o suggerisce? Nel terzo incontro si fa memoria del cammino svolto nei due incontri precedenti e si cerca assieme il «consiglio» che il gruppo si sente di dare alla Chiesa di Mantova sulla questione su cui si è stati interpellati.

3 SINODO DELLA CHIESA MANTOVANA LE INDICAZIONI per la conduzione delle riunioni Assegnazione delle schede Il moderatore dell unità pastorale propone, anche con l aiuto dei referenti, un ipotesi di distribuzione delle schede di consultazione ai piccoli gruppi sinodali formatisi nella sua unità. Si avrà cura di fare in modo che tutte questioni pastorali siano equamente distribuite e si sottoporrà questa ipotesi di distribuzione al Vescovo Roberto per il tramite della segreteria del Sinodo per una validazione delle scelte. È possibile infatti che, qualora sia necessario, la segreteria del Sinodo proponga dei cambiamenti in modo tale che tutte le questioni siano attribuite ad un numero equivalente di piccoli gruppi sinodali. Il termine entro il quale la proposta di assegnazione delle schede deve essere trasmessa è lunedì 22 settembre 2014, via mail all indirizzo sinodo@diocesidimantova.it o mettendosi in contatto con la segreteria pastorale. La dimensione dei gruppi 30 L attività suggerita ai piccoli gruppi sinodali prevede la condivisione tra i partecipanti con una successione di momenti che possono essere svolti solo in un gruppo di piccole dimensioni. La dimensione ideale prevede persone al massimo. Se il gruppo è composto da 30 persone, si consiglia di suddividerlo in due sottogruppi che svolgano la loro attività in parallelo. Qualora si decida per la suddivisione in due o più sottogruppi, viene richiesto che i membri dei sottogruppi rimangano costanti e non varino da riunione a riunione. Ruoli e funzioni In ogni gruppo o sottogruppo è richiesto che sia individuata una persona che svolga la funzione di moderatore-conduttore (segue il dibattito; dà la parola in modo equo, nel rispetto di tutti, con attenzione ai tempi; richiama qualora il gruppo si allontani dagli obiettivi della riunione e se la discussione assume toni non convenienti). È fortemente consigliato che accanto al moderatore-conduttore si individui una persona che svolga la funzioni di segretario che annota gli interventi svolti dalle persone e rediga assieme al moderatore la sintesi dell incontro.

4 Svolgimento della riunione Instrumentum Laboris per la consultazione diocesana nei piccoli gruppi sinodali Diamo di seguito alcuni suggerimenti per lo svolgimento della riunione: a) La riunione può svolgersi in un luogo della comunità oppure anche una casa privata; b) Nella prima riunione è bene fissare un calendario degli incontri successivi. Al termine di ogni riunione è bene che il moderatore-conduttore, assieme a tutti i membri del gruppo, dedichino qualche minuto prima di congedarsi per dare uno sguardo a quanto previsto nella riunione successiva ed eventualmente si accordino sul materiale da consigliare per la preghiera e la preparazione personale tra quello presente nella scheda o altro che venga giudicato idoneo; c) Il momento di preghiera iniziale viene preparato e tenuto da qualche membro del gruppo, anche a turno, e non necessariamente deve limitarsi alle indicazioni offerte nel sussidio, ma può essere arricchito da brani e preghiere ritenute utili allo svolgimento dell attività. La preghiera non sia frettolosa. Sia dato spazio congruo al silenzio personale; d) L attività di condivisione non sia inferiore ad un ora. Ove possibile si solleciti la partecipazione di tutti i membri del gruppo, evitando che alcuni parlino troppo o ripetutamente; e) I contributi personali siano concisi e si eviti che la parola sia tenuta più del necessario. Durante l esposizione si eviti di interrompere chi parla, ad eccezione del moderatore se debba aiutare la persona a concludere o debba richiamarla alla risposta della domanda. Se vi fossero domande di chiarimento siano svolte al termine dell intervento prima del successivo; 31 f) La condivisione in tutti e tre gli incontri segue una struttura costante: a) in un primo giro, ciascuno si esprime a livello personale; b) nel secondo giro, ciascuno riprende quei concetti od esperienze dette da altri che hanno colpito o sono risuonate con particolare significato, senza fare riferimento al proprio intervento personale e dandone il motivo. In questo secondo giro si sottolinea l ascolto partecipe delle esperienze altrui e di cosa esse hanno significato. È preferibile che queste sottolineature riprendano il contenuto, più che l autore che l ha comunicato. Non si tratta di esprimere un gradimento sulla persona, ma di arricchire la condivisione delle esperienze con il frutto di un ascolto aperto e partecipato. È bene evitare interventi come sono d accordo con... o mi ritrovo in quanto detto..., ma ciascuno cerca di restituire agli altri le riflessioni che scaturiscono da quanto ascoltato; c) Al termine dei due giri il moderatore-conduttore prova a formulare un riassunto di quanto detto. Gli altri ascoltano ed eventualmente integrano quanto fosse stato dimenticato;

5 32 SINODO DELLA CHIESA MANTOVANA d) terminata la riunione il moderatore e il segretario compilano il resoconto di quanto condiviso sull apposito modulo (e che si trova al termine di questa sezione dopo le quindici schede di consultazione). g) È bene che sul consiglio che il piccolo gruppo sinodale esprime nell ultima riunione si esprima una condivisione unanime. Perché si realizzi questa condizione occorre essere disposti a non fare del proprio contributo una bandiera da difendere ostinatamente accanendosi sulle proprie ragioni. L attenzione va oltre se stessi, va agli altri, va alla voce dello Spirito. Il contributo personale è consegnato per unirsi a quello degli altri. Non ci sono alla fine né vincitori né sconfitti, perché non è questa la prospettiva del discernimento. Emergerà un risultato che sarà di tutti e nel quale tutti si riconosceranno se ciascuno avrà vissuto con i vari passaggi nella rettitudine della mente, del cuore, dello spirito. Dopo che tutti hanno parlato, il moderatore rileva ciò che maggiormente emerge dagli interventi, aggiungendo però anche gli altri elementi detti. Attorno a quanto emerge di più si può cominciare ad elaborare il consiglio, si fa una prima proposta e tutti sono invitati ad esprimersi. Se ci si ritrova nella proposta fatta la si completa e definisce. Chi non si ritrova fa le sue osservazioni, proposte di correzione, di suggerimenti e man mano la frase prende forma. Se il clima è rispettoso, se ci si ascolta, se si parla uno alla volta e tutti hanno la parola, non sarà difficile pervenire a formulare il consiglio e ad approvarlo in modo unanime. Non saranno trascurati comunque tutti gli altri aspetti emersi. Per consiglio si intende: un idea nuova o un esperienza da suggerire; l indicazione di un rischio da evitare, oppure una sollecitazione per nuove attenzioni; la proposta di un cambiamento personale e comunitario da attuare; il suggerimento di un atteggiamento o una iniziativa su cui perseverare; un consiglio da condividere a partire da un impegno personale che si intende attuare... Il consiglio dovrà avere un carattere pastorale, perciò evangelico, missionario, comunitario.

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