Un piano perfetto. Giulia Maestrini

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1 Un piano perfetto di Giulia Maestrini

2 A Luisa

3 Ho un piano semplice e infallibile e pochi giorni per metterlo in pratica. Ho studiato tutti i particolari e, da domani, sarò pronta ad attuarlo; stavolta non posso sbagliare perché quando tornerò a scuola, dopo le vacanze, dovrò avere una risposta certa e inattaccabile. Una risposta che metta finalmente a tacere Matteo e gli altri e che chiuda, una volta per tutte, questa storia. E veramente una seccatura tutta la discussione che ci ha portato avanti e indietro negli ultimi giorni. Matteo ha fatto il capo come al solito; è prepotente e cattivo e anche se questa volta non è riuscito a picchiarci (si vede che l ultima punizione è servita) è stato comunque antipatico con tutti. Ha fatto piangere Caterina che la pensa come me e che ha difeso la nostra posizione; anche io ho quasi pianto, ma alla fine sono riuscita a resistere perché già stavo cercando di mettere insieme tutti i pezzi del piano che mi darà finalmente ragione. Olivia è andata in crisi e non sapeva più a chi credere, si vede che ora che ha due case anche lei è un po in confusione. Edoardo ci prendeva tutti in giro, dicendo che l argomento non è 3

4 così importante da poterci stare sopra per tutti questi giorni, ma tanto lui deve sempre fare il superiore; si vede che essere principe vuol dire anche questo, o forse fa finta di non interessarsi perché non vuole sembrare come noi (non lo sembrerebbe comunque, noi non abbiamo l autista che viene a prenderci davanti a scuola). Francesca è stata la meno decisa, ogni giorno ha cambiato idea, ondeggiando in qua e in là come un tronco portato avanti e indietro sul bagnasciuga. Insomma, tutta questa storia ci ha fatto fare una grande confusione. Un giorno ci siamo messi tutti a urlare e le maestre se ne sono accorte, allora si sono precipitate per dividerci e capire cosa stesse succedendo; fortunatamente abbiamo tutti tenuto fede al patto e nessuno ha fiatato. Nessuno ha svelato il vero motivo della nostra discussione e abbiamo fatto credere alle maestre che stessimo litigando perché Matteo aveva tirato i capelli a Caterina; il che era anche possibile e forse era successo davvero, durante la confusione. Alla fine siamo riusciti a portare infondo questa settimana e oggi, prima di salutarci per l inizio delle vacanze, ci siamo fatti una promessa. Anzi, 4

5 io ho fatto una promessa. Del resto, toccava a me: di tutto il gruppo ero la più convinta e già nei giorni scorsi avevo iniziato a pianificare tutto, così che stamani, quando mi sono alzata e mi sono guardata nello specchio del bagno mentre mi lavavo i denti, ho capito che potevo farcela. Insomma, io ho promesso agli altri che in questi giorni riuscirò a dare una risposta definitiva a questa infernale contesa e che, quando a gennaio ci rivedremo tutti, io potrò dimostrare l unica, indiscutibile verità: che Babbo Natale esiste davvero. **** E venerdì sera ed è già tutto pronto. Quando mamma è tornata da lavoro, ha dato una busta e un panettone alla Stefy che se ne andava. Mi ha salutato, dato un bacio e consegnato due pacchetti incartati con una carta con gli orsetti; uno è per me e uno è per Marco, mio fratello, ma mi ha fatto promettere di metterli sotto l albero e di non aprirli fino a Natale. Ok, li metterò sotto l albero ma so già che questi pacchetti non contano; non sono veri regali di Na- 5

6 tale, sono i regali della Stefy per noi. Come una cosa di compleanno, solo in un altro mese. Insomma, dopo che la Stefy ci ha salutato, mamma ha iniziato a preparare le valigie. Adesso è tutto pronto e impacchettato, in corridoio c è tanta di quella roba che sembra che partiamo per un anno. Invece sono solo due settimane; anzi, per me e Marco sono due settimane perché mamma e babbo non ci staranno nemmeno per tutto il tempo, ma faranno avanti e indietro fra lavoro e casa di nonna. Già, domattina che è sabato andiamo a casa di nonna. Casa di nonna che poi è la casa dove è nata la mamma è in campagna, in un altra città. Ci vuole un ora di macchina ad andarci, ma io non riesco mai a capire tutta la strada perché ogni volta, a un certo punto, mi addormento. E sempre così, io in macchina dormo. Sia quando andiamo, che quando torniamo, anche perché di solito andiamo e torniamo la sera tardi o la notte. E bello perché quando mi addormento e arriviamo a casa della nonna, babbo e mamma di solito 6

7 non mi svegliano e mi portano a letto in braccio. In realtà devo confessare che io a volte mi sveglio da sola, quando capisco che la macchina sta entrando nel cancello, ma faccio finta di continuare a dormire. Resto lì, sdraiata sul sedile con gli occhi chiusi e la bocca aperta. Sento che loro mi chiamano, poi mamma dice a babbo dai, non la svegliare, portala su e allora lui mi prende in braccio e mi porta in casa, anzi in camera! (Ora, in realtà, devo dire che questa cosa del far finta di dormire non funziona più tanto bene e loro ultimamente non ci cascano; fanno sempre in modo di svegliarmi e anche se io mi lamento e ciondolo di qua e di là e faccio finta di sbattere contro il muro, loro mi fanno comunque camminare dal giardino fin dentro casa. Secondo me è colpa di Marco che è troppo piccolo e non sa camminare e allora loro preferiscono portare in collo lui; questa cosa, però, non mi sembra tanto giusta). **** In ogni caso, domattina si parte e andiamo a casa della nonna dove, come sempre, passeremo il Na- 7

8 tale. La casa della nonna, come ho detto, è in campagna ed è bella e grande. Tutto intorno ha un giardino dove d estate passiamo le giornate e dove c è il mio albicocco; dico mio perché i miei genitori lo hanno piantato quando sono nata io e anche se ancora non riesco ad arrampicarmi perché non ci arrivo, so che un giorno passerò le mie giornate sui suoi rami e chissà magari riuscirò anche a costruirci la mia casa (una casa sull albero sarebbe una cosa ganzissima!). Appena sarò arrivata, domani, metterò in atto la prima parte del mio piano. Anche se, a essere sinceri, la prima parte del piano è già in atto. Due giorni fa infatti, mentre la discussione con gli altri era già iniziata, ho avuto un idea geniale: ho scritto una lettera a Babbo Natale. Ma non una lettera qualsiasi! No, questa lettera fa parte del piano! Io ho fatto finta, con tutti, di volere come regalo il cavallo di Barbie. L ho detto a babbo, l ho detto alla Stefy, l ho fatto vedere a mamma nella vetrina del negozio di giocattoli quando ci siamo passate davanti. L ho detto anche alle maestre e a nonna, 8

9 al telefono, sapendo che lei non me lo regalerà mai, ma l altra sera le ho proprio detto ah, nonna, quanto vorrei il cavallo di Barbie!. Quindi insomma è evidente a tutti quelli che mi conoscono che per Natale io voglio il cavallo di Barbie! E invece no! Ecco la parte geniale del piano! In realtà io per Natale voglio un cane. Mi piacerebbe tantissimo un piccolo cane da portare poi ai giardini. Un cane che potrei cavalcare come un cavallo e che mi leccherebbe con la sua lingua lunga. Insomma, il mio più grande e segreto desiderio è avere un cane. Ma io non l ho detto a nessuno! No! Io l ho scritto nella letterina per Babbo Natale! (sì, io so già scrivere anche se faccio solo l ultimo anno dell asilo, perché la mia nonna faceva la maestra e allora è da quando ho quattro anni che mi fa scrivere. Io vorrei disegnare e invece lei mi fa scrivere, così ora disegno da fare schifo e so scrivere cose che nessuno dei miei amici sa leggere. Non importa, si vede che mi è servito per scrivere a Babbo Natale). 9

10 Insomma, nella letterina ho scritto: Caro Babbo Natale, io quest anno sono stata davvero buona ma tanto lo sai già perché mi hai visto. Vorrei dirti una cosa importantissima: io vorrei tanto un cane! Non l ho detto a nessuno, lo dico solo a te. E se qualcuno ti dice che io voglio il cavallo di Barbie non ci credere. E una voce che ho messo in giro per convincere i miei amici che tu esisti! Insomma, è una cosa lunga da spiegare, comunque il concetto è: io non voglio il cavallo di Barbie ma voglio un cane! Grazie tante, ti lascio i soliti biscotti sotto al camino e ricordati che per Natale siamo tutti a casa della nonna. Ecco, ho scritto questa letterina, l ho chiusa e l ho data alla mamma perché la spedisse; la mamma è l unica di cui potevo fidarmi, anche perché è l unica persona che conosco che sa davvero come far arrivare le lettere a Babbo Natale. Non basta mica scriverci Polo Nord, bisogna mettere un in- 10

11 dirizzo specifico e allora lei ogni volta lo scrive e poi spedisce la lettera. Così sono sicura che arriverà davvero a Babbo Natale. E ovvio che se sotto l albero trovo un cane, Babbo Natale deve esistere per forza: è l unico a cui l ho chiesto!! **** Ecco, ci siamo, oggi è il 24 dicembre e stanotte arriverà Babbo Natale. In questi giorni, da quando siamo arrivati a casa della nonna, ho messo in atto la seconda parte del mio piano: ho controllato tutta la casa alla ricerca di pacchi sospetti. Sotto l albero ci sono già dei regali ma sono quelli che non valgono, come i pacchetti della Stefy; ci sono i regali di babbo e mamma per i nonni, ci sono i regali di altri amici, e tanti altri pacchettini, ma nessuno assomiglia a un cane (e neanche a un cavallo di Barbie, in realtà) e comunque nessuno di quelli è di Babbo Natale. Lo sanno tutti, infatti, che Babbo Natale arriverà solo stanotte. Comunque, come dicevo, senza farmi vedere io ho 11

12 scuriosato in tutta la casa. Ho guardato in camera, sotto i letti, nell armadio, nei mobili, dovunque. Ho guardato anche nell armadio e sotto il letto di camera mia, anche se nessuno nasconderebbe il mio regalo in camera mia! Una cosa è certa: nessun regalo che assomiglia a un cane o a un cavallo di Barbie è in questa casa. Questo depone a favore della mia teoria e contro a quella di Matteo e gli altri: loro dicono che Babbo Natale non esiste e che i regali ce li comprano gli adulti (i genitori o altri), ma secondo me è solo perché Matteo è cattivo e allora Babbo Natale i regali non glieli porta. Quindi ricapitolando: 1. Solo Babbo Natale sa cosa voglio davvero; 2. In questa casa non ci sono doni nascosti che potrebbero essere acquistati da babbo e mamma. Fin qui il piano procede a meraviglia. **** 12

13 E il 25 dicembre da poco! E tardissimo, è passata la mezzanotte e finalmente io ho la risposta! Ecco cosa è successo stasera. Come ogni anno abbiamo cenato tutti in salotto, nella stessa stanza dove c è il camino e dove ci sono anche il grande albero di Natale e il presepe. Come avevo detto, sotto l albero c erano già molti regali, ma di Babbo Natale ancora nessun segno. Tutto era pronto. Avevo messo dei biscotti e un bicchiere di vino nel tavolino basso di fronte al camino; babbo voleva accenderlo - il camino - perché diceva che era tanto freddo ma io gli ho detto di no, perché sennò Babbo Natale come avrebbe fatto a scendere! Insomma gli ho lasciato i biscotti e il vino per fare una piccola pausa e riposarsi, visto che stanotte ha tanto da fare. Poi sono andata a controllare che il carillon fosse al suo posto, sul mobile accanto alla porta che dà sul giardino. Il carillon è la mia arma segreta ed è il vero punto di forza del mio piano. E un carillon di legno, fatto a forma di culla: una culla un po ruvida e 13

14 spartana dice la mamma non una cosa tutta fiocchi e cuscini come quelle di ora. Una culla di legno come poteva essere quella di Gesù bambino, dentro una capanna al freddo. E infatti ERA la culla di Gesù bambino, cioè era quella che la mamma metteva nel presepe quando lei era piccola. Ora Gesù bambino s è perso e è rimasta solo la culla-carillon. Noi non la mettiamo più nel presepe (ne abbiamo comprata un altra nuova) ma lei è lo stesso fondamentale perché è il nostro segnale. Praticamente, ogni volta, quando la culla-carillon inizia a suonare si sa che Babbo Natale è arrivato. Ogni anno, a un certo punto, nel silenzio si sente uno stoc, come di un ingranaggio che parte e dalla culla inizia ad arrivare una musica natalizia: quando sento la musica, corro sotto l albero di Natale e trovo i regali di Babbo Natale (non sempre, in realtà, li trovo sotto l albero. Una volta il carillon ha cominciato a suonare ma non si trovavano i regali da nessuna parte e alla fine ci siamo accorti che Babbo Natale li aveva lasciati in mezzo al corridoio che va nelle camere. C era un sacco marrone enorme! Non ho capito perché lo avesse trascinato fino a lì, dato che il corridoio è 14

15 dalla parte opposta sia del camino che della porta d ingresso, ma si vede che quell anno voleva fare una sorpresa ancora più grossa perché a casa nostra c erano un sacco di amici e lui aveva dovuto portare tantissimi regali!). Insomma, anche stasera il carillon era al suo posto. Eravamo tutti lì in salotto ad aspettare Babbo Natale che non arrivava. Il tempo passava lentissimo e di regali nuovi nemmeno l ombra. Alla fine la nonna ha detto che in quel salotto c era troppa confusione, troppa gente e che in quello stato Babbo Natale non sarebbe mai arrivato! Così ci ha convinti ad andare tutti in cucina. La cucina della nonna è bella e grande ed è accanto al salotto, separata da una porta di legno. In cucina c era un sacco di confusione, padelle, pentole, la scatola del pandoro, tutte le cose che erano servite per preparare la cena, ma la nonna ha fatto un po di spazio per me sul tavolo di marmo e io mi sono messa a sedere. Marco invece era in braccio a mamma. La porta chiusa e noi tutti in cucina, in silenzio, ad aspettare di sentire la musica del carillon. 15

16 **** Anche un altra volta ci eravamo tutti chiusi in cucina perché Babbo Natale tardava ad arrivare. Quella volta avevo provato a sbirciare dalla serratura della porta ma la nonna mi aveva sgridato dicendo che non era giusto Non si ruba! mi aveva detto Se ti dicono che non devi fare una cosa, non la devi fare e basta. Babbo Natale viene se nessuno lo vede e te non devi cercare una scorciatoia. Mi aveva fatto sentire in colpa e allora mi ero allontanata dalla porta. E proprio in quel momento il carillon aveva iniziato a suonare! La più veloce ad aprire la porta era stata la mamma, talmente veloce che era riuscita a vedere un piede di Babbo Natale mentre lui stava correndo fuori dalla porta! Che fortunata, la mamma! Per poco non era riuscita a vederlo tutto Lei era corsa anche fuori, ma poi era rientrata subito dicendo che non aveva fatto in tempo e che lui se ne era già andato, così era inutile che io uscissi a prendere freddo perché tanto non avrei visto niente. Lei aveva visto il piede di Babbo Natale!! Ho provato a dirlo ai miei amici, durante la nostra 16

17 discussione di questa settimana: voglio dire, questa è una prova inconfutabile, un PIEDE non può appartenere a una persona che non esiste! Ma loro mi hanno preso in giro e mi hanno detto che la mia mamma se l era inventato: loro non capiscono. Mamma non si inventerebbe mai una cosa del genere. ***** Insomma anche stasera ci siamo chiusi tutti in cucina e abbiamo continuato ad aspettare. Io non ce la facevo più dall emozione. Avevo mille occhi e mille orecchi e stavo attentissima a ogni movimento. Da una parte ero emozionata da morire perché sapevo che da lì a poco avrei avuto un bellissimo regalo da scartare. Dall altra parte, però, non potevo assolutamente distrarmi perché da quei momenti dipendeva tutto il mio piano perfetto e anche la mia reputazione, una volta che fossi tornata a scuola. Non potevo immaginare di tornare senza poter dimostrare la verità assoluta. Mi avrebbero preso in giro per sempre e nessuno mi avrebbe mai più creduto. No, non ci potevo nean- 17

18 che pensare. Ricapitolando, il quadro era molto semplice: 1. Solo Babbo Natale sapeva cosa volevo davvero; 2. In casa non c erano stati mai, in tutti quei giorni, doni nascosti che potessero essere acquistati da babbo e mamma (avevo fatto un ultimo controllo veloce la mattina!) 3. Tutti gli abitanti della casa erano chiusi in cucina, li potevo vedere uno a uno. Non c era via d uscita. A un certo punto, babbo ha detto di aver sentito un rumore in giardino. Allora è uscito dalla porta di cucina, anche se io gli ho chiesto di no: magari era Babbo Natale e se lui lo avesse scoperto, quello se ne sarebbe andato via, scappando senza lasciare i regali! Ma babbo è voluto uscire, dicendo che voleva controllare una cosa. E proprio qualche secondo dopo, il carillon ha iniziato a suonare!!! Allora io come un fulmine sono saltata giù dal tavolo e sono corsa in salotto, sperando magari di vedere un piede di Babbo Natale ma non ce 18

19 l ho fatta! La porta sul giardino era aperta e entrava un vento freddo ma lui se ne era già andato! Ho guardato subito il tavolino di fronte al camino: solo mezzo biscotto spezzettato e appena un goccio di vino, si vede che stavolta aveva potuto fermarsi poco, magari era in ritardo sul resto del mondo! Poi sono andata sotto l albero scintillante di luci e ho iniziato a guardare i regali ce n erano tanti e belli con un sacco di fiocchi ma nessun pacchetto nuovo! NESSUNO! Voglio dire, sotto l albero c erano solo i pacchi finti, quelli che c erano già nel pomeriggio e che ci avevamo messo noi via via, nei giorni. Non era possibile che Babbo Natale fosse passato da casa senza lasciare NIENTE! Non dico un cane se proprio non voleva ma almeno il cavallo di Barbie avrebbe dovuto portarmelo!!! Non sarei mai riuscita a convincere gli altri che Babbo Natale era venuto da me, se non avessi avuto un regalo da mostrare! Questa storia era veramente assurda! Continuavo a guardarmi intorno alla disperata 19

20 ricerca del mio regalo; e anche la mamma e i nonni si erano accorti che qualcosa non andava e dicevano non preoccuparti, vedrai che lo troviamo, magari l ha nascosto per fare una sorpresa o forse vuole farti un po paura perché non sei stata abbastanza buona. Ma io ero disperata e stavo per mettermi a piangere. Il carillon continuava a suonare e io avevo voglia di spaccarlo per terra. A un certo punto, invece, si è sentito un rumore strano, come un toc toc di legno che veniva da fuori. Mamma allora ha aperto una finestra per guardare in giardino e incredibile!! Tra il vetro e la persiana chiusa c era un grosso fagotto di carta di giornale con un fiocco rosso! Mi sono precipitata verso la finestra e la mamma ha preso il fagotto; ci siamo accorti che in realtà erano due pacchetti, allora ne ha dato uno a me (quello più grosso!) e uno a Marco. Non erano tanto freddi: segno che erano lì da poco Babbo Natale aveva voluto farci un bello scherzo! Insomma, mi sono avventata sul pacchetto incartato nella carta di giornale e mi tremavano le mani: si capiva benissimo che sicuramente dentro 20

21 NON poteva esserci il cavallo di Barbie! Stavo quindi per scartare quello che sarebbe stato forse il regalo più bello della mia vita e che avrebbe potuto farmi tornare a scuola da vero vincitore e conoscitore della verità assoluta! Ho strappato il fiocco rosso e... sono rimasta senza parole! Dentro c era un meraviglioso, morbidissimo cane!!! Di peluche, in effetti, e questo in un primo momento mi ha un po deluso; poi però ho pensato che nella nostra vera casa (non quella della nonna, l altra) non c era il giardino e che magari un cane di peluche avrebbe dato meno problemi. Era bellissimo e l ho subito chiamato Poldo. E il mio nuovo cane. Verrà sempre con me, anche se non posso cavalcarlo come un cavallo perché io sono un po più grande di lui (anche se non tantissimo più grande): Poldo è morbido e ha un muso stupendo. Io lo adoro. ***** Oggi è il 25 dicembre, giorno di Natale, anche se 21

22 per me il Natale vero è finito ieri sera: noi festeggiamo sempre la notte del 24 così che poi il 25 abbiamo tutto il tempo di giocare coi nostri nuovi regali. Io sono in salotto e guardo Poldo: Poldo è il mio cane e, soprattutto, è il mio passaggio verso la gloria. Ci ho ripensato bene, stanotte, e ho ripercorso tutti i passi del mio infallibile piano: 1. Una volta mia mamma gli ha visto un piede (e questo dovrebbe bastare!); 2. Solo Babbo Natale sapeva che volevo un cane e non il cavallo di Barbie; 3. In casa non ci sono mai stati regali nascosti: Poldo può solo essere arrivato con Babbo Natale; 4. Quando ha suonato il carillon eravamo tutti in cucina (in realtà babbo era in giardino, ma nella parte dietro, non in quella davanti, quindi non vale); 5. Quando mamma ha aperto la finestra e ha trovato i pacchi eravamo tutti in salotto; 6. Babbo Natale ha mangiato mezzo biscotto e bevuto un po di vino e, andandosene, ha 22

23 dimenticato la porta aperta. Questo è quanto. E evidente che il piano ha funzionato a meraviglia e, quando tra pochi giorni, tornerò a scuola, nessuno potrà fare a meno di credermi. Io potrò dimostrare, senza nessuna paura, di conoscere la verità: Babbo Natale esiste (e io ho le prove)! 23

24 Giulia Maestrini - Un piano perfetto Sant Andrews edizioni Prima ristampa 2014 Riproduzione riservata

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