A cura di Roberto Calugi e Gianmarco Paglietti. I mini-bond. Istruzioni per l uso

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "A cura di Roberto Calugi e Gianmarco Paglietti. I mini-bond. Istruzioni per l uso"

Transcript

1 A cura di Roberto Calugi e Gianmarco Paglietti I mini-bond Istruzioni per l uso

2

3 A cura di Roberto Calugi e Gianmarco Paglietti I mini-bond Istruzioni per l uso

4 Il presente lavoro è stato coordinato da Roberto Calugi, responsabile dell Area Competitività delle imprese della Camera di Commercio di Milano, e da Gianmarco Paglietti, responsabile dell Ufficio Studi e Comunicazione del Consorzio camerale per il credito e la finanza. I capitoli della pubblicazione sono stati curati da: 1 Lorenzo Gai, professore ordinario di Economia degli intermediari finanziari presso l Università degli Studi di Firenze Federica Ielasi, ricercatrice di Economia degli intermediari finanziari presso l Università degli Studi di Firenze Chiara Carzaniga, Ufficio Studi e Comunicazione del Consorzio camerale per il credito e la finanza Valentina Morelli, Ufficio Studi e Comunicazione del Consorzio camerale per il credito e la finanza Gerardo Murano, chief analyst and head of corporate presso ADB Analisi Dati Borsa Paolo Arnaudo, responsabile Spazio Imprese presso BCC Cherasco Guido Romano, responsabile Studi Economici e Relazioni Esterne presso Cerved Group Patrizio Messina, managing partner Italia presso Orrick Sabrina Setini, associate presso Orrick Simone Bruno, partner presso Studio Benetti-Genolini-Bruno-Insam Paola Fico, manager presso Borsa Italiana spa Alessandra Bechi, direttore Ufficio Tax & Legal e Affari Istituzionali presso AIFI Carlo Ranalletta Felluga, membro del Comitato Tecnico del fondo Italian Mini-Bond Claudio D Auria, managing partner presso Moderari srl Margherita Gagliardi, junior manager presso Moderari srl che si ringraziano per la preziosa collaborazione e il fondamentale contributo offerto alla realizzazione del lavoro. Si ringrazia, inoltre, Corrado Bottoli, capo dell Ufficio Accesso al credito della Camera di Commercio di Milano, per l importante contributo offerto nella fase di realizzazione del progetto.

5 Indice Premessa 3 Roberto Calugi - Gianmarco Paglietti 1. Le dinamiche del credito 5 Roberto Calugi - Gianmarco Paglietti 2. L impatto dei mini-bond sulla gestione finanziaria delle imprese 12 Lorenzo Gai - Federica Ielasi 3. La normativa di riferimento 17 Chiara Carzaniga - Valentina Morelli 4. Il momento delle scelte. L advisor 21 Gerardo Murano 5. La strutturazione dell'emissione. L'arranger 24 Paolo Arnaudo 6. La valutazione del rischio. Il rating 27 Guido Romano 7. L aspetto legale. Il percorso verso l emissione 30 Patrizio Messina - Sabrina Setini 8. L aspetto fiscale. Deduzioni ed esenzioni 35 Simone Bruno 9. La scelta della quotazione. Il mercato di borsa 38 Paola Fico Collocare i mini-bond. Gli investitori professionali 42 Alessandra Bechi 11. Il profilo di un emittente-tipo. Il punto di vista di un investitore 44 Carlo Ranalletta Felluga 12. Assicurare l emissione. Il ruolo delle garanzie 49 Claudio D Auria - Margherita Gagliardi Via Camperio Milano Tel info@consorziocamerale.eu Presidente Direttore Carlo Sangalli Pier Andrea Chevallard

6 Roberto Calugi Gianmarco Paglietti Camera di Commercio di Milano - Consorzio camerale per il credito e la finanza Premessa Sono di queste ore, grazie all approvazione nel Consiglio dei Ministri del 13 dicembre 2013 del pacchetto Destinazione Italia, le più recenti novità sulla normativa dei mini-bond, che integrano le disposizioni già presenti nel cosiddetto Decreto Sviluppo del Queste misure testimoniano il tentativo da parte del legislatore di favorire un reale sviluppo del mercato obbligazionario in Italia, attraverso una serie importante di riforme civilistiche e di incentivi fiscali. Le novità riportate e le loro possibili ripercussioni sulla composizione dei diversi canali di reperimento delle risorse finanziarie sono centrali nel dibattito in corso, finalizzato a favorire la ripresa e lo sviluppo competitivo delle imprese italiane. Nel corso degli ultimi anni, soprattutto quelli più recenti caratterizzati da una fase recessiva prolungata e da una conseguente stretta creditizia, le analisi svolte nei diversi ambiti sono state spesso incentrate sul difficile rapporto congiunturale fra un unico prestatore di risorse, tradizionalmente il sistema bancario, e il prenditore, l impresa. 3 In verità, analizzando con maggiore attenzione i dati riportati da Banca d Italia sulla provenienza delle risorse finanziarie utilizzate dalle nostre imprese, emerge con chiarezza l anomalia del quadro italiano rispetto a quello europeo ed internazionale in genere. In un sistema produttivo caratterizzato per il 95% da imprese con meno di 10 dipendenti, con una struttura di governance spesso familiare e in media sottocapitalizzata, emerge come i due terzi delle risorse finanziarie utilizzate dalle nostre imprese siano di origine bancaria. Pur non potendo assimilare in maniera superficiale modelli produttivi caratterizzati da contesti differenti, colpisce che in Francia l analogo indice sia al 37% o che la media della zona Euro si attesti al 50%. Questo strabismo finanziario viene confermato anche dalle analisi dei restanti canali di approvvigionamento di risorse da fonti terze. Il mercato del capitale di rischio, per quanto in ripresa, è ancora sotto utilizzato nel nostro Paese, con un basso grado di apertura delle imprese all ingresso del capitale e del management di terzi. Il mercato azionario è altrettanto sotto dimensionato. Certamente la dimensione media non aiuta e i numeri lo dimostrano: 200 imprese non finanziarie quotate in Italia contro le circa 700 di Francia o Germania, con un rapporto fra valore delle quotate non finanziarie e PIL abbondantemente sotto la metà dei due partner europei prima citati. Anche il mercato obbligazionario non è pienamente sviluppato. Nel 2012 ha rappresentato circa il 10% del totale dei mezzi finanziari delle imprese, con un valore di poco superiore ai 30 miliardi di euro. E indicativo come, nel corso degli ultimi cinque anni,

7 meno di 30 grandi gruppi industriali abbiano emesso obbligazioni. Emerge, con tutta evidenza, un rapporto particolarmente stretto fra la vita dell impresa e la disponibilità del sistema bancario a far fronte alle necessità finanziarie. Tra il 2000 ed il 2008, abbiamo assistito ad una crescita del credito bancario alle imprese con una media di oltre l 8%. Banca d Italia riporta che la quota delle imprese, che chiedevano ma non ottenevano finanziamenti dalle banche, fra il 2006 e il 2008 si attestava a meno del 3%. E un modello a leva che ha garantito per anni la crescita e lo sviluppo delle nostre imprese ma che presta il fianco, in un economia aperta ed internazionalizzata, a shock esogeni per altro non controllabili e difficilmente prevedibili da piccole o medie imprese. Le tensioni nei bilanci degli intermediari bancari si sono trasformate inevitabilmente in riduzione dell offerta di risorse e in peggiori condizioni del credito concesso, avviando un circolo vizioso dagli effetti difficilmente controllabili. Minor credito, maggiori sofferenze, aumento dei rischi, maggiore prudenza nelle politiche di erogazione delle risorse. Per questo riteniamo di particolare importanza l introduzione delle novità normative per il tentativo di diminuire, almeno in parte, lo squilibrio delle fonti finanziarie delle imprese, attraverso lo sviluppo del mercato obbligazionario nel nostro Paese. Certamente il sistema delle Camere di Commercio, in collaborazione con il mondo associativo, può giocare un ruolo importante in questo processo. Grazie alla conoscenza delle realtà imprenditoriali più interessanti ed alla prossimità territoriale, ha tutte le carte in regola per contribuire al raggiungimento degli obiettivi che queste novità normative si prefiggono. Il primo compito è quello di favorire una conoscenza il più possibile accessibile e diffusa dei nuovi strumenti. Per questo la Camera di Commercio di Milano ed il Consorzio camerale per il Credito e la Finanza, realtà che racchiude una ventina fra le principali Camere di Commercio italiane, hanno deciso di realizzare questa prima guida ad uso e consumo delle imprese. Questa pubblicazione usa un linguaggio il più possibile pragmatico e da non addetti ai lavori sul tema, approfondendo tutti gli aspetti della normativa ed offrendo informazioni utili per gli operatori interessati. Oltre alle novità introdotte, per lo meno quelle a nostra conoscenza alla data della pubblicazione, si affrontano le tematiche fiscali, quelle della preparazione dei dossier, gli aspetti legati al rating, la scelta della quotazione e il mercato di riferimento ecc. Per fare questo ci siamo avvalsi di una rete di collaboratori e professionisti fra i più attenti alla materia, che desideriamo ringraziare per la disponibilità dimostrata. 4 In ultimo una precisazione ci sembra doverosa. Così come riteniamo importante l adozione delle nuove misure sui mini-bond, va precisato che i risultati operativi sono ancora tutti da dimostrare. La direzione presa è quella giusta, ma i risultati sin qui realizzati a seguito del cosiddetto Decreto Sviluppo Italia, parlano di poco meno di 20 emissioni sul mercato obbligazionario ExtraMOT PRO, di cui otto con un taglio inferiore ai 50 milioni di euro. Il valore complessivo delle emissioni ha raggiunto quasi i 3 miliardi di euro. Più che mini-bond, si è assistito all emissione di maxi-bond riservati a grandi imprese. Anche la remunerazione richiesta delle emissioni è apparsa ancora elevata, con rendimenti fra il 7 e il 9%, eccessivi se si vuole attrarre imprese di minore dimensione. Riteniamo che questi siano i motivi che hanno indotto il Governo ed, in particolare, il Ministero dello Sviluppo economico a proporre le recenti integrazioni, che speriamo possano concretamente abbassare l asticella e portare le imprese di dimensione più ridotta di quelle attuali ad emettere obbligazioni in un mercato che si stima avere potenzialità fra i 30 e i 50 miliardi di euro.

8 Roberto Calugi Gianmarco Paglietti Camera di Commercio di Milano - Consorzio camerale per il credito e la finanza 1. Le dinamiche del credito Il sistema produttivo italiano ha profondamente risentito della crisi innescata ormai 7 anni fa dal sistema finanziario globalizzato e trasmessa successivamente all economia reale in un circolo vizioso in cui la crisi dei debiti sovrani, le politiche di aggiustamento fiscale, le tensioni patrimoniali delle banche e i vincoli regolamentari dettati dalle autorità bancarie europee hanno avuto un ruolo non secondario. E peraltro evidente che, a livello nazionale, un peso notevole nell amplificazione della crisi è ascrivibile a quella che negli ultimi decenni è stata la politica di finanziamento seguita dalle imprese italiane: bancocentrica, fortemente dipendente dal debito, patrimonialmente debole e tendenzialmente chiusa a investitori esterni. 5 Si tratta di una caratterizzazione storica, le cui origini si possono far risalire ai tempi dell inflazione a due cifre degli anni 70 e che si è fortemente accentuata dopo le crisi speculative del , favorita anche dai limiti oggettivi dell offerta di capitali in Italia, con un mercato del private equity che ha sempre faticato a decollare, anche a causa dei noti vincoli fiscali e amministrativi, un mercato azionario rigido e un mercato obbligazionario che, di fatto, era accessibile solo ai grandi gruppi industriali. L irrigidimento dell offerta di credito che si è progressivamente tradotta in un vero e proprio credit crunch, l aumento della pressione fiscale, le sempre maggiori difficoltà a riscuotere i crediti da parte dei grandi committenti pubblici e privati, l apertura indiscriminata dei mercati a competitors esteri operanti, talvolta, in una situazione di dumping sociale, ambientale e fiscale hanno contribuito a mettere in crisi il modello italiano imponendo un radicale cambiamento di paradigma non solo produttivo ma anche e soprattutto finanziario. Le performances delle imprese Alcuni dati possono far comprendere la portata dei cambiamenti in corso. Abbiamo utilizzato, in particolare, tre indicatori, ovvero il rapporto tra margine operativo lordo (MOL) e il valore aggiunto delle imprese, il rapporto tra il fabbisogno finanziario e gli investimenti fissi lordi e il rapporto tra gli oneri finanziari e il margine operativo lordo, elaborando le informazioni pubblicate da Banca d Italia sulla serie storica

9 Il primo grafico evidenzia che il MOL, ovvero il valore aggiunto al netto dei costi del personale e degli altri costi di struttura, rapportato al valore aggiunto, è diminuito complessivamente, nel giro di 8 anni, del 6% passando dal 37,4 al 31,4%. Ciò significa che in questi 8 anni l incremento di valore di fatto la creazione di ricchezza garantito dalla produzione di beni e servizi è continuato a diminuire riducendo in modo inesorabile gli utili finali e, di conseguenza, le risorse finanziarie interne utilizzabili, all occorrenza, come autofinanziamento. Rapporto tra MOL e valore aggiunto delle imprese I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV sem '2013 Elaborazioni dell Ufficio Studi del Consorzio camerale per il credito e la finanza su dati Banca d Italia Il secondo grafico esprime invece il rapporto tra il fabbisogno finanziario dell impresa 1 e i suoi investimenti fissi lordi. In questo caso, il percorso è stato sostanzialmente contrario poiché il rapporto è salito dal 35,7% del 2005 al 44,7% del 2013, passando per il picco del 61,8% della fine del 2008, in uno dei (tanti) momenti peggiori della crisi. Rapporto tra fabbisogno finanziario e investimenti fissi lordi delle imprese I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV sem ' Elaborazioni dell Ufficio Studi del Consorzio camerale per il credito e la finanza su dati Banca d Italia L importanza di questo secondo dato è comprensibile se si considera che il fabbisogno finanziario di un azienda viene coperto o con mezzi propri che, in virtù di quanto 1 Il fabbisogno finanziario di un'azienda esprime la quantità di mezzi finanziari di cui l'azienda necessita per l'acquisto dei fattori che consentono lo svolgimento dell'attività produttiva. Tale fabbisogno deriva dallo sfasamento temporale tra l uscita, legata all'acquisto dei fattori produttivi, e la vendita del prodotto, con il conseguente recupero dell investimento effettuato.

10 abbiamo visto esemplificato nel primo grafico, si sono andati riducendo o con apporti finanziari di soggetti terzi, ovvero banche, investitori o (nuovi) soci. Se l apporto dell autofinanziamento scende, diventa determinante l accessibilità ai capitali esterni. Il grafico evidenzia la dinamica del rapporto tra l indebitamento finanziario complessivo delle imprese e il relativo valore aggiunto. Anche in questo caso, si può osservare il (quasi) progressivo aumento del rapporto che è salito da poco più del 150% del 2005 al poco meno del 190% del primo semestre Rapporto tra debiti finanziari e valore aggiunto delle imprese II 2013 Elaborazioni dell Ufficio Studi del Consorzio camerale per il credito e la finanza su dati Banca d Italia E un dato che, in termini di patrimonializzazione, si traduce in una leva finanziaria 2 prossima al 48%, un valore che superava di poco il 39% nel Appare quanto mai utile al riguardo un confronto con le principali economie europee: il rapporto, a fine 2012, si attestava al 34% in Francia, al 42% in Germania e Regno Unito e al 41% circa nel complesso della zona Euro. Rapporto tra debiti finanziari e somma degli stessi con il patrimonio netto II 2013 Elaborazioni dell Ufficio Studi del Consorzio camerale per il credito e la finanza su dati Banca d Italia La riduzione dei margini di redditività, da un lato, e la forte dipendenza dal credito bancario, che ha visto un progressivo peggioramento delle condizioni di accesso da parte delle imprese, dall altro, hanno condotto a una duplice conseguenza. 2 La leva finanziaria è data dal rapporto tra i debiti finanziari e la somma degli stessi con il patrimonio netto valutato ai prezzi di mercato.

11 Innanzitutto, è aumentato il peso degli oneri finanziari sul margine operativo lordo delle aziende, che è passato dal 13,7% del 2005 al 22,7% della prima metà del Rapporto tra oneri finanziari e margine operativo lordo (MOL) I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV sem '2013 Elaborazioni dell Ufficio Studi del Consorzio camerale per il credito e la finanza su dati Banca d Italia In secondo luogo, è nettamente diminuita la percentuale di aziende capaci di chiudere in utile, scesa da circa il 65% del 2005 al 55% del 2012, percentuale che pare essere sostanzialmente stabile nel L offerta di capitali di debito per le imprese 8 Le tensioni venutesi a creare nella gestione finanziaria delle imprese non potevano non riflettersi sulla qualità generale del credito. Nel secondo trimestre del 2013, il tasso di nuove sofferenze sui prestiti concessi alle imprese è salito al 4,7%, contro il 2,9% complessivo del mercato (comprensivo dei prestiti alle famiglie). Nel 2005, i tassi erano pari, rispettivamente, all 1,3% e all 1%: una divaricazione che evidenzia chiaramente il notevole peggioramento della capacità di rimborso delle imprese rispetto al complesso del mercato del credito. A metà 2013, lo stock complessivo di sofferenze del mercato, al netto delle svalutazioni già contabilizzate, era pari a circa 74 miliardi di euro, a cui si aggiungono 114 miliardi di crediti deteriorati. La consistenza complessiva dei crediti deteriorati netti era pari a poco meno del 10% dei volumi di finanziamenti, corrispondente al 14,7% dei prestiti complessivi alla clientela al lordo delle svalutazioni. Flussi di nuove sofferenze delle imprese in rapporto ai volumi di crediti concessi (valori percentuali) I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV sem '2013 Elaborazioni dell Ufficio Studi del Consorzio camerale per il credito e la finanza su dati Banca d Italia

12 Il peggioramento della qualità del credito, unito all irrigidimento dei parametri di patrimonializzazione imposto dalle autorità europee, ha contribuito ad accentuare un fenomeno di restrizione del credito bancario che ha assunto ormai le connotazioni di un vero e proprio credit crunch. Come si può osservare nel grafico sottostante, a settembre 2013, la variazione rispetto al corrispondente periodo dell anno precedente dei volumi di credito concessi registrava una flessione di oltre il 6%, dovuta, almeno in parte, anche alla ancora debole domanda di finanziamenti che giunge dalle imprese. Su base annua, la contrazione del credito alle imprese si aggira intorno al 4% rispetto al Dinamica del credito alle imprese. Variazioni percentuali mensili su media trimestrale in ragione d anno I II III IV I II III IV I II III IV I II III IV Elaborazioni dell Ufficio Studi del Consorzio camerale per il credito e la finanza su dati Banca d Italia 9 Può essere interessante osservare i risultati di un indagine svolta da Banca d Italia presso un campione di imprese nel corso del 2013, da cui risulta che, in media, oltre il 10% delle imprese ha provato a richiedere prestiti alle banche ricevendone un rifiuto. Come evidenziato dal grafico, l incidenza di rifiuti è quasi doppia tra le imprese con meno di 50 addetti rispetto alle società di grandi dimensioni e, comunque, supera il 12% anche tra le aziende della classe intermedia. Quota percentuale di imprese che hanno richiesto finanziamenti ricevendo rifiuti nel primo trimestre di ciascun anno considerato addetti addetti almeno 250 addetti Elaborazioni dell Ufficio Studi del Consorzio camerale per il credito e la finanza su dati Banca d Italia Non va, d altra parte, dimenticato un altro elemento di riflessione, relativo al differenziale di tassi tra l Italia e il resto della zona Euro. In particolare, come si può osservare nel grafico successivo, tra il 2011 e il 2012 si è registrata una inversione di tendenza nella dinamica del mercato in conseguenza della quale le imprese italiane, che fino a quel momento

13 sostenevano tassi di interesse sui prestiti mediamente inferiori alle realtà estere, dal 2012 si sono viste applicare tassi superiori a quelli imposti ai loro concorrenti di oltre frontiera, andando così a scontare un gap competitivo anche sotto il profilo del costo del credito. Tassi di interesse medi complessivi sui prestiti alle imprese (istogrammi e scala di sinistra) e differenziale di tassi (linea rossa e scala di destra) tra Italia e zona Euro Jan 2010 Jan 2011 Jan 2012 Jan 2013 Italia Zona Euro differenziale Elaborazioni dell Ufficio Studi del Consorzio camerale per il credito e la finanza su dati Banca d Italia La riduzione della domanda di credito proveniente dalle imprese è dipesa, sia pure in minima parte, anche dalle strategie di finanziamento perseguite da alcuni grandi gruppi industriali che hanno fatto registrare, nel corso degli ultimi mesi, una netta preferenza per il canale obbligazionario. Nei primi 9 mesi del 2013, le emissioni lorde di obbligazioni sono state pari a 28 miliardi di euro, contro i 24 del corrispondente periodo dell anno precedente. E interessante notare che in base ai dati forniti da Banca d Italia, i 23 grandi gruppi industriali che hanno emesso obbligazioni nel primo semestre hanno ridotto di circa il 13% il proprio indebitamento bancario. Le dimensioni notevoli delle tradizionali emissioni obbligazionarie, i costi da sostenere e una normativa fiscale penalizzante per le imprese non quotate hanno sempre tagliato fuori da questo canale di finanziamento le imprese di dimensioni piccole e medie, tanto da renderlo quasi un segmento di nicchia che rappresentava, nel 2012, poco meno del 10% dei debiti finanziari complessivi delle imprese italiane. 10 Analogamente, lo sviluppo stentato del private equity e un mercato azionario tradizionalmente poco frequentato dalle imprese di dimensioni medio-piccole hanno di fatto obbligato le aziende a continuare a basare le proprie strategie di finanziamento sul credito bancario, contribuendo ad amplificare gli effetti negativi che la sua contrazione era destinata ad avere sul sistema produttivo. Per offrire alle aziende una risorsa di finanziamento complementare al canale bancario, lo scorso anno il Governo ha definito una serie di agevolazioni fiscali e rimosso alcuni ostacoli amministrativi per permettere anche alle imprese non quotate di accedere al mercato obbligazionario, attraverso le cambiali finanziarie (per il breve periodo) e i mini-bond (per il medio-lungo periodo). Le emissioni basate su questi strumenti sono iniziate nel novembre 2012, anche se solo più recentemente lo strumento ha iniziato a diffondersi presso quelle che dovrebbero esserne le vere beneficiarie, ovvero le PMI.

14 A tutt oggi, sul mercato ExtraMOT PRO che, come si vedrà nei capitoli successivi, è dedicato alla negoziazione di questi titoli, sono trattati 23 strumenti, di cui 7 hanno le caratteristiche tipiche dei mini-bond e una cambiale finanziaria, a cui si aggiungono 4 mini-bond di società finanziarie. Gli emittenti sono 18, di cui 10 con un fatturato non superiore ai 50 milioni di euro. Questi numeri ci parlano di un mercato ancora embrionale che, auspicabilmente, potrebbe trovare il lancio definitivo grazie alle misure approvate dal Governo in questi giorni e alla crescente attenzione che le istituzioni territoriali con in prima fila le Camere di Commercio e le imprese stanno dimostrando per questo strumento. 11

15 Lorenzo Gai Federica Ielasi Università degli Studi di Firenze 2. L impatto dei mini-bond sulla gestione finanziaria delle imprese Quali finalità intende perseguire l impresa che vuole giocare la carta mini-bond? Quale impatto genererà questa scelta sulla gestione della sua liquidità e sui suoi equilibri finanziari? Quali vantaggi e quali punti di debolezza presenta tale nuova forma di finanziamento per le PMI italiane? Il principale obiettivo che un impresa si propone quando decide di ricorrere ai mini-bond è quello di raccogliere nuove risorse finanziarie, realizzando una diversificazione delle proprie fonti di finanziamento a titolo di debito. Attualmente la struttura finanziaria delle imprese italiane soffre di alcuni squilibri strutturali, tra cui principalmente l eccessiva dipendenza dai prestiti bancari. Tale condizione rende la diversificazione dei debiti un obiettivo particolarmente strategico per le PMI nazionali. La copertura del fabbisogno finanziario delle imprese In linea generale, è possibile distinguere otto possibili forme di copertura del fabbisogno finanziario delle imprese: l autofinanziamento prodotto dalla gestione aziendale, 2. i capitali propri immessi dai soci, 3. la dismissione di asset patrimoniali non strategici, 4. i finanziamenti pubblici, 5. i finanziamenti infragruppo, 6. i mercati dei capitali di rischio, 7. i mercati dei capitali di debito, 8. i finanziamenti bancari. Nel seguito si analizzeranno i singoli strumenti citati, al fine di comprendere le dinamiche che caratterizzano ciascuna potenziale fonte di finanziamento e verificare i potenziali vantaggi derivanti dal ricorso ai mini-bond. 1. L autofinanziamento deriva dagli avanzi positivi di cassa prodotti dalla gestione aziendale. Le disponibilità monetarie generate dall autofinanziamento sono da anni modeste, per due principali ordini di motivi. In primo luogo, il calo della domanda, interna ed internazionale, di beni di consumo e intermedi, ha prodotto per le imprese

16 un calo generalizzato dei volumi di attività, quindi dei ricavi di vendita, cui si è affiancato un incremento della pressione fiscale. In secondo luogo, il ciclo monetario del capitale circolante si è recentemente allungato in misura sensibile: si è ampliata la quota di clientela, sia privata che pubblica, che paga con dilazioni temporali molto lunghe o che manifesta situazioni di inesigibilità, a fronte di un sempre più diffuso irrigidimento delle condizioni di vendita imposte dai fornitori. La gestione operativa d impresa assorbe così cassa invece di produrne e, di conseguenza, l autofinanziamento non rappresenta più una fonte stabile di copertura dei fabbisogni finanziari aziendali. 2. I capitali propri, a titolo di rischio, possono derivare dall immissione di denaro fresco in azienda da parte dei soci. Tale fonte di finanziamento è tipicamente considerata di carattere straordinario. In Italia, infatti, anche per motivi di ordine fiscale, prevale il modello famiglia ricca-impresa povera, che comporta una limitata capitalizzazione dell impresa, a fronte di una iper-capitalizzazione dell imprenditore e dei familiari. Le recenti riforme tributarie hanno solo parzialmente modificato l orientamento verso tale modello. 3. La dismissione di asset patrimoniali riguarda prevalentemente titoli finanziari e immobilizzazioni non strategiche, la cui dismissione non comporta effetti negativi sulle capacità produttive e commerciali dell impresa. È evidente come tali fonti di finanziamento risultino di natura straordinaria. 4. I finanziamenti pubblici risultano di ammontare sempre più limitato, a causa dei vincoli di bilancio stringenti e delle politiche di spending review adottate. Più severe, inoltre, sono le condizioni di accesso a tali finanziamenti. Anche per migliorare l effetto leva degli interventi pubblici, a fronte di una contrazione dei finanziamenti diretti, si assiste ad un incremento dei fondi pubblici di garanzia di prestiti concessi dal sistema finanziario I finanziamenti infragruppo sono scarsamente diffusi nel contesto italiano. Circa i tre quarti delle PMI nazionali sono caratterizzate da soci rappresentati da persone fisiche. Il controllo di gruppo, infatti, che prevede una holding o una sub-holding, è presente solamente nel 10% delle piccole imprese italiane e in circa il 15% di quelle medie. 6. I mercati finanziari dei capitali di rischio nel nostro Paese sono, da sempre, assai modesti, sebbene si stia assistendo a una limitata crescita degli stessi. La causa è principalmente da ricercarsi nei modelli di governance prevalenti nelle PMI italiane. Oltre la metà delle stesse è caratterizzata da un controllo di tipo familiare, dove la maggioranza del capitale è detenuta da soci che presentano tra loro vincoli di parentela; circa un quarto delle PMI presenta poi un controllo di tipo assoluto, esercitato da un unico soggetto privato. Tali condizioni rendono i soci di controllo tipicamente avversi all apertura del capitale di rischio a soggetti esterni all impresa. In Italia, inoltre, stentano a decollare i comparti del private equity e del venture capital, anche a causa di un sistema fiscale e amministrativo ancora poco incentivante. 7. Per quanto riguarda i mercati dei capitali di debito, occorre evidenziare come le obbligazioni societarie (corporate bond) in Italia siano da sempre uno strumento riservato ai grandi emittenti. Tra il 2007 e il 2012 solo 29 grandi gruppi industriali hanno emesso obbligazioni. Lo scorso anno, come si è avuto modo di ricordare nel capitolo

17 precedente, le obbligazioni rappresentavano meno del 10% dei debiti finanziari complessivi delle imprese italiane, per un ammontare totale di circa 33 miliardi di euro. Vi sono quindi ampi spazi per incrementare il ricorso a tali fonti di finanziamento, soprattutto da parte delle PMI. 8. I finanziamenti bancari rappresentano la quota assolutamente più rilevante dei debiti finanziari delle imprese italiane. Queste mostrano quindi una dipendenza dal sistema bancario decisamente più accentuata rispetto a quanto registrato nella zona Euro, come evidenziato nella tabella seguente. Tabella 1: quota dei debiti bancari sul totale dei debiti finanziari delle imprese Paese % debiti bancari Italia 66,5 Francia 37,0 Germania 52,7 Spagna 51,5 Regno Unito 28,5 Zona euro 50,0 Fonte: Banca d Italia, 2013 I rischi insiti nel ricorso al canale bancario L elevata dipendenza delle imprese dai canali bancari comporta alcuni rischi rilevanti: - possibile attivazione di meccanismi pro-ciclici. Nelle fasi negative del ciclo economico aumenta la quota di imprese che incontra difficoltà nel rimborso dei prestiti, con conseguenze negative sui bilanci delle banche. A sua volta l aumento dei rischi bancari e dei connessi requisiti di patrimonializzazione induce le banche a politiche di offerta più prudenti, in grado di accrescere ulteriormente le difficoltà delle imprese, avviando così un circolo vizioso; 14 - potenziale difficoltà di copertura del fabbisogno finanziario nei periodi di razionamento dei prestiti, dovuto anche ad elementi estranei all impresa, quali le crisi sovrane, le crisi di liquidità delle banche, l incremento del costo del denaro sui mercati finanziari o l irrigidimento della regolamentazione internazionale sulle banche, che impone parametri prudenziali di vigilanza progressivamente più severi, al fine di preservare la stabilità del sistema. Anche in assenza di un incremento dei rischi aziendali, la forte dipendenza dalle banche espone le imprese alla vulnerabilità delle incerte dinamiche del mercato del credito; - forte dipendenza dalle prassi consolidate dei finanziamenti bancari, che vedono una quota elevata di prestiti a breve termine e un ampio ricorso alle garanzie, pubbliche e private; - possibili ripercussioni negative in termini di competitività sui mercati internazionali. Da un paio di anni, infatti, a differenza dei periodi precedenti, i tassi di interesse bancari sui finanziamenti alle imprese risultano in Italia mediamente più elevati rispetto a quelli medi pagati nella zona Euro.

MINI BOND Un nuovo strumento per finanziare la crescita delle Aziende

MINI BOND Un nuovo strumento per finanziare la crescita delle Aziende MINI BOND Un nuovo strumento per finanziare la crescita delle Aziende LO SCENARIO MINI BOND Il Decreto Sviluppo ed il Decreto Sviluppo bis del 2012, hanno introdotto importanti novità a favore delle società

Dettagli

MINI BOND NUOVA FINANZA ALLE IMPRESE

MINI BOND NUOVA FINANZA ALLE IMPRESE 2 Indice Background Il Decreto Sviluppo 2012 ha introdotto una serie di provvedimenti studiati su misura per le PMI non quotate: Cambiali Finanziarie : strumento di funding a breve termine; MiniBond (obbligazioni)

Dettagli

INTERVENTI E INIZIATIVE DELLA CAMERA DI COMMERCIO

INTERVENTI E INIZIATIVE DELLA CAMERA DI COMMERCIO Finanza agevolata, bandi, credito d'imposta INTERVENTI E INIZIATIVE DELLA CAMERA DI COMMERCIO Castellanza, LIUC - Università Cattaneo 2 ottobre 2014 INTERVENTI E INIZIATIVE DELLA CAMERA DI COMMERCIO PRINCIPI:

Dettagli

ACCESSO A NUOVA FINANZA PER LE IMPRESE

ACCESSO A NUOVA FINANZA PER LE IMPRESE MINI BOND ACCESSO A NUOVA FINANZA PER LE IMPRESE CONTESTO DI RIFERIMENTO Nelle imprese italiane sono sovente riscontrabili bassi livelli di patrimonializzazione. Questo fenomeno porta quasi sempre a una

Dettagli

MINIBOND: NUOVA FINANZA PER LE PMI

MINIBOND: NUOVA FINANZA PER LE PMI MINIBOND: NUOVA FINANZA PER LE PMI A cura della Dott.ssa Paola D'Angelo Manager, BP&A Finance and Business Consulting E-mail: paoladangelo@bpeassociati.it Ufficio: +39.0734.281411 Mobile: +39.393.1706394

Dettagli

Il mercato mobiliare

Il mercato mobiliare Il mercato mobiliare E il luogo nel quale trovano esecuzione tutte le operazioni aventi per oggetto valori mobiliari, ossia strumenti finanziari così denominati per la loro attitudine a circolare facilmente

Dettagli

Agenda. "MINI GREEN BOND" in Italia, un nuovo canale di finanziamento. 1. Il Credito alle Imprese ed il Funding Gap

Agenda. MINI GREEN BOND in Italia, un nuovo canale di finanziamento. 1. Il Credito alle Imprese ed il Funding Gap "MINI GREEN BOND" in Italia, un nuovo canale di finanziamento Eugenio de Blasio Milano, 9 maggio 2014 Agenda 1. Il Credito alle Imprese ed il Funding Gap 2. I Mini Bond ed il segmento ExtraMOT PRO: un

Dettagli

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI Aggiornamento del 29 maggio 2015 I CONTENUTI IL SISTEMA ECONOMICO LA FINANZA PUBBLICA LA SANITA IL SISTEMA ECONOMICO LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI IL PIL PIL: DINAMICA E PREVISIONI NEI PRINCIPALI PAESI UE

Dettagli

Pillole Informative. I minibond La novità normativa

Pillole Informative. I minibond La novità normativa Pillole Informative I minibond La novità normativa I minibond. La novità normativa Il decreto Destinazione Italia, completa il percorso del Decreto Sviluppo sul tema degli strumenti finanziari a favore

Dettagli

Factoring tour: Torino Imprese e finanza nella prospettiva della ripresa economica e di Basilea 3: il ruolo del factoring

Factoring tour: Torino Imprese e finanza nella prospettiva della ripresa economica e di Basilea 3: il ruolo del factoring Factoring tour: Torino Imprese e finanza nella prospettiva della ripresa economica e di Basilea 3: il ruolo del factoring La finanza delle imprese tra crisi e ripresa Mario Valletta Università degli Studi

Dettagli

IL FONDO ITALIANO D INVESTIMENTO

IL FONDO ITALIANO D INVESTIMENTO IL FONDO ITALIANO D INVESTIMENTO Roberto Del Giudice Firenze, 10 febbraio 2014 Il progetto Si tratta del più grande fondo italiano di capitale per lo sviluppo, costituito per dare impulso alla crescita

Dettagli

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO

RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO RISULTATI DELLA RILEVAZIONE SULLE COMMISSIONI APPLICATE DALLE BANCHE SU AFFIDAMENTI E SCOPERTI DI CONTO 1. Premessa La legge n. 2 del 28 gennaio 2009 ha vietato la commissione di massimo scoperto (CMS)

Dettagli

Il sistema monetario

Il sistema monetario Il sistema monetario Premessa: in un sistema economico senza moneta il commercio richiede la doppia coincidenza dei desideri. L esistenza del denaro rende più facili gli scambi. Moneta: insieme di tutti

Dettagli

Domanda e offerta di credito

Domanda e offerta di credito 2/5/2013 Domanda e offerta di credito La situazione registrata nel 2012 in provincia di Nel 2012 si è registrata una contrazione della domanda di credito. Rispetto alla media regionale le imprese modenesi

Dettagli

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO

FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO FABBISOGNO DI FINANZIAMENTO Fonti interne: autofinanziamento Fonti esterne: capitale proprio e capitale di debito Capitale proprio: deriva dai conferimenti dei soci dell azienda e prende il nome, in contabilità,

Dettagli

CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale

CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale Realizzato dall EURES Ricerche Economiche e Sociali in collaborazione con il Consiglio Regionale dell Economia

Dettagli

Fondo Zenit Minibond. Fondo Minibond. La finanza italiana al servizio dell economia italiana

Fondo Zenit Minibond. Fondo Minibond. La finanza italiana al servizio dell economia italiana Fondo Minibond Fondo Zenit Minibond Fondo obbligazionario per investire nello sviluppo delle PMI italiane La finanza italiana al servizio dell economia italiana -Zenit SGR, i nostri valori INDIPENDENTI

Dettagli

L esigenza di patrimonializzazione delle imprese italiane

L esigenza di patrimonializzazione delle imprese italiane L esigenza di patrimonializzazione delle imprese italiane Finanza per la crescita IPO Day, Borsa Italiana, Milano - 26 Settembre 2014 Silvia Magri, Servizio Stabilità finanziaria Banca d Italia Outline

Dettagli

Dati significativi di gestione

Dati significativi di gestione 36 37 38 Dati significativi di gestione In questa sezione relativa al Rendiconto economico sono evidenziati ed analizzati i risultati economici raggiunti da ISA nel corso dell esercizio. L analisi si focalizza

Dettagli

Principali indici di bilancio

Principali indici di bilancio Principali indici di bilancio Descrizione Il processo di valutazione del merito creditizio tiene conto di una serie di indici economici e patrimoniali. L analisi deve sempre essere effettuata su un arco

Dettagli

Il mercato primario Le offerte di azioni

Il mercato primario Le offerte di azioni Il mercato primario Le offerte di azioni Tecnicamente le offerte di azioni sono di due tipi: OFFERTE PUBBLICHE DI SOTTOSCRIZIONE (OPS), quando oggetto di offerta sono azioni di nuova emissione provenienti

Dettagli

MINIBOND e QUOTAZIONE all AIM ASPETTI FISCALI dott. Giuliano Saccardi

MINIBOND e QUOTAZIONE all AIM ASPETTI FISCALI dott. Giuliano Saccardi MINIBOND e QUOTAZIONE all AIM ASPETTI FISCALI dott. Giuliano Saccardi 12/11/2014 Saccardi & Associati Normativa e Prassi Per i minibond: Art. 32 comma 8, 9, 13 e 26 del DL 83/2012 Decreto sviluppo/crescita

Dettagli

SEDE DI CAGLIARI. Il credito all economia regionale: Il ruolo degli Intermediari e la nuova regolamentazione di settore

SEDE DI CAGLIARI. Il credito all economia regionale: Il ruolo degli Intermediari e la nuova regolamentazione di settore FORUM PERMANENTE SUL CREDITO E LA FINANZA II^ CONFERENZA REGIONALE SUL CREDITO E LA FINANZA PER LO SVILUPPO Il credito all economia regionale: Il ruolo degli Intermediari e la nuova regolamentazione di

Dettagli

Mini bond: alternativa alla crisi. Blasio & Partners Avvocati

Mini bond: alternativa alla crisi. Blasio & Partners Avvocati Mini bond: alternativa alla crisi delle PMI Il mercato italiano La dipendenza del tessuto produttivo italiano dal sistema bancario è significativamente più alta rispetto agli altri paesi europei, tanto

Dettagli

Dati significativi di gestione

Dati significativi di gestione 182 183 Dati significativi di gestione In questa sezione relativa al Rendiconto Economico sono evidenziati ed analizzati i risultati economici raggiunti da ISA nel corso dell esercizio. L analisi si focalizza

Dettagli

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio

La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio 1 di 6 La gestione aziendale, il reddito e il patrimonio Come possono essere classificate le operazioni di gestione? La gestione aziendale è l insieme coordinato di operazioni attraverso le quali l impresa

Dettagli

Contabilità generale e contabilità analitica

Contabilità generale e contabilità analitica 1/5 Contabilità generale e contabilità analitica La sfida della contabilità analitica è di produrre informazioni sia preventive che consuntive. Inoltre questi dati devono riferirsi a vari oggetti (prodotti,

Dettagli

In I t n roduz u i z o i ne n e ai MINI BOND

In I t n roduz u i z o i ne n e ai MINI BOND Introduzione ai MINI BOND AGENDA Mini bond: una nuova opportunità per le imprese Mini bond: inquadramento normativo, definizione, caratteristiche e beneficiari Motivazioni all emissione Vantaggi e svantaggi

Dettagli

I MiniBond come nuovo strumento di finanziamento alle imprese

I MiniBond come nuovo strumento di finanziamento alle imprese I MiniBond come nuovo strumento di finanziamento alle imprese Cuneo - 25 Novembre 2014 ADB Analisi Dati Borsa SpA Consulenza di Investimento Clienti Analisi Dati Borsa SpA è una società di consulenza in

Dettagli

PAS 2014 Mishkin Eakins Forestieri, Istituzioni e mercati finanziari, Pearson, 2010. Il mercato obbligazionario

PAS 2014 Mishkin Eakins Forestieri, Istituzioni e mercati finanziari, Pearson, 2010. Il mercato obbligazionario PAS 2014 Mishkin Eakins Forestieri, Istituzioni e mercati finanziari, Pearson, 2010. Il mercato obbligazionario 1 Anteprima In questo capitolo analizzeremo i titoli di debito a lungo termine, cioè le obbligazioni.

Dettagli

Concetto di patrimonio

Concetto di patrimonio Concetto di patrimonio Il patrimonio o capitale si può definire, in prima approssimazione, come l insieme l dei beni a disposizione del soggetto aziendale in un determinato momento; in un accezione più

Dettagli

UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario

UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario UD 7.2. Risparmio, investimento e sistema finanziario Inquadramento generale In questa unità didattica analizzeremo come i risparmi delle famiglie affluiscono alle imprese per trasformarsi in investimenti.

Dettagli

NOTA A CURA DEL SERVIZIO POLITICHE FISCALI E PREVIDENZIALI DELLA UIL UN OPERAZIONE VERITA SULLA GESTIONE FINANZIARIA DEI FONDI PENSIONE

NOTA A CURA DEL SERVIZIO POLITICHE FISCALI E PREVIDENZIALI DELLA UIL UN OPERAZIONE VERITA SULLA GESTIONE FINANZIARIA DEI FONDI PENSIONE NOTA A CURA DEL SERVIZIO POLITICHE FISCALI E PREVIDENZIALI DELLA UIL UN OPERAZIONE VERITA SULLA GESTIONE FINANZIARIA DEI FONDI PENSIONE Le ultime settimane sono caratterizzate da una situazione non facile

Dettagli

Indice di rischio globale

Indice di rischio globale Indice di rischio globale Di Pietro Bottani Dottore Commercialista in Prato Introduzione Con tale studio abbiamo cercato di creare un indice generale capace di valutare il rischio economico-finanziario

Dettagli

Calcolo e commento dei principali indici di bilancio

Calcolo e commento dei principali indici di bilancio Esercitazioni svolte 2014 Scuola Duemila 1 Esercitazione n. 10 Calcolo e commento dei principali indici di bilancio Antonia Mente COMPETENZE ABILITÀ CONOSCENZE Interpretare i sistemi aziendali nei loro

Dettagli

La gestione finanziaria dell impresa

La gestione finanziaria dell impresa La gestione finanziaria dell impresa di Emanuele Perucci Traccia di economia aziendale Il candidato, dopo aver illustrato il problema della scelta delle fonti di finanziamento in relazione al fabbisogno

Dettagli

Finanziare lo sviluppo con i Minibond

Finanziare lo sviluppo con i Minibond Finanziare lo sviluppo con i Minibond Implicazioni fiscali dello strumento Minibond Luca Luigi Tomasini dottore commercialista revisore legale STUDIO TOMASINI I vantaggi fiscali di emissione dei minibond

Dettagli

Ruolo e impatto dei Mini-bond sulla gestione finanziaria delle imprese

Ruolo e impatto dei Mini-bond sulla gestione finanziaria delle imprese Milano 18 dicembre 2013 Mini-bond Meeting Ruolo e impatto dei Mini-bond sulla gestione finanziaria delle imprese Giancarlo Giudici Politecnico di Milano School of Management giancarlo.giudici@polimi.it

Dettagli

MINI BOND: PROFILI LEGALI E REGOLAMENTARI

MINI BOND: PROFILI LEGALI E REGOLAMENTARI S.A.F. SCUOLA DI ALTA FORMAZIONE LUIGI MARTINO INTERMEDIARI E IMPRESA-UNA NUOVA FORMA DI FINANZIAMENTO: IL «MINI BOND» MINI BOND: PROFILI LEGALI E REGOLAMENTARI NUNZIA MELACCIO Commissione Banche e Intermediari

Dettagli

l evoluzione del listino: societa e titoli quotati

l evoluzione del listino: societa e titoli quotati L Evoluzione del Listino: società e titoli quotati Nel biennio 1997-98 la Borsa italiana ha compiuto importanti progressi, in termini sia di dimensione complessiva che di livello qualitativo del listino.

Dettagli

Il credito in Toscana. III trimestre 2014

Il credito in Toscana. III trimestre 2014 Il credito in Toscana III trimestre 2014 Firenze, Febbraio 2015 Il contesto di riferimento Prosegue il rallentamento dei prestiti concessi dalle banche al settore privato italiano (-1,7% il dato di agosto

Dettagli

Sono noti i motivi finanziari che costituiscono un effettivo freno allo sviluppo delle PMI:

Sono noti i motivi finanziari che costituiscono un effettivo freno allo sviluppo delle PMI: 6. Finanze 1 - Operazioni di capitalizzazione e di finanziamento delle PMI e proposte per contrastare la crisi economica in adesione ai principi europei dello Small Business Act Sono noti i motivi finanziari

Dettagli

Risparmio, investimenti e sistema finanziario

Risparmio, investimenti e sistema finanziario Risparmio, investimenti e sistema finanziario Una relazione fondamentale per la crescita economica è quella tra risparmio e investimenti. In un economia di mercato occorre individuare meccanismi capaci

Dettagli

Risparmio e Investimento

Risparmio e Investimento Risparmio e Investimento Risparmiando un paese ha a disposizione più risorse da utilizzare per investire in beni capitali I beni capitali a loro volta fanno aumentare la produttività La produttività incide

Dettagli

I MINIBOND NUOVI STRUMENTI FINANZIARI PER LO SVILUPPO DELLE PMI

I MINIBOND NUOVI STRUMENTI FINANZIARI PER LO SVILUPPO DELLE PMI I MINIBOND NUOVI STRUMENTI FINANZIARI PER LO SVILUPPO DELLE PMI Indice Premessa situazione del mercato creditizio Contesto Normativo Minibond Cosa sono Vantaggi svantaggi Il mercato dei minibond Processo

Dettagli

Indagine sugli strumenti fiscali e finanziari a sostegno della crescita

Indagine sugli strumenti fiscali e finanziari a sostegno della crescita Indagine sugli strumenti fiscali e finanziari a sostegno della crescita Camera dei Deputati VI Commissione Finanze Audizione del Direttore Generale Pianificazione, Immobiliare e Diversificate Gruppo Unipol

Dettagli

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche Osservatorio24 def 27-02-2008 12:49 Pagina 7 Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO 2.1 La produzione industriale e i prezzi alla produzione Nel 2007 la produzione industriale

Dettagli

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna

Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Gian Carlo Sangalli Presidente Camera di Commercio di Bologna IL SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO BOLOGNESE E E IN UNA FASE

Dettagli

- Il rimborso dei prestiti e le spese da servizi per conto terzi -

- Il rimborso dei prestiti e le spese da servizi per conto terzi - 71 - Il rimborso dei prestiti e le spese da servizi per conto terzi - Il Titolo 3 delle uscite è costituito dai rimborsi di prestiti e dalle anticipazioni di cassa. La contrazione di mutui a titolo oneroso

Dettagli

Report trimestrale sull andamento dell economia reale e della finanza

Report trimestrale sull andamento dell economia reale e della finanza Report trimestrale sull andamento dell economia Perché un report trimestrale? A partire dal mese di dicembre SEI provvederà a mettere a disposizione delle imprese, con cadenza trimestrale, un report finalizzato

Dettagli

REGIME FISCALE DEI MINIBOND

REGIME FISCALE DEI MINIBOND I MINIBOND: nuovi canali di finanziamento alle imprese a supporto della crescita e dello sviluppo 15Luglio 2015 REGIME FISCALE DEI MINIBOND Dr. Angelo Ragnoni Agenzia delle Entrate Angelo Ragnoni Articolo

Dettagli

* * * Questo comunicato stampa è disponibile anche sul sito internet della Società www.sesa.it

* * * Questo comunicato stampa è disponibile anche sul sito internet della Società www.sesa.it COMUNICATO STAMPA APPROVAZIONE DEL RESOCONTO INTERMEDIO CONSOLIDATO DI GESTIONE PER IL PERIODO DI 9 MESI AL 31 GENNAIO 2014 Il Consiglio di Amministrazione di Sesa S.p.A. riunitosi in data odierna ha approvato

Dettagli

Relazione Semestrale al 30.06.2012. Fondo Federico Re

Relazione Semestrale al 30.06.2012. Fondo Federico Re Relazione Semestrale al 30.06.2012 Fondo Federico Re Gesti-Re SGR S.p.A. Sede Legale: Via Turati 9, 20121 Milano Tel 02.620808 Telefax 02.874984 Capitale Sociale Euro 1.500.000 i.v. Codice Fiscale, Partita

Dettagli

DOCUMENTO INFORMATIVO. PER L'OFFERTA DEL PRESTITO OBBLlGAZlONARlO BANCO DI LUCCA E DEL TIRRENO S.P.A. 20/05/2015 20/05/2021 TASSO FISSO 2.

DOCUMENTO INFORMATIVO. PER L'OFFERTA DEL PRESTITO OBBLlGAZlONARlO BANCO DI LUCCA E DEL TIRRENO S.P.A. 20/05/2015 20/05/2021 TASSO FISSO 2. DOCUMENTO INFORMATIVO PER L'OFFERTA DEL PRESTITO OBBLlGAZlONARlO BANCO DI LUCCA E DEL TIRRENO S.P.A. 20/05/2015 20/05/2021 TASSO FISSO 2.00% EMISSIONE N. 27/2015 CODICE lsln IT0005108672 Il presente documento

Dettagli

Situazione indebitamento al 31.12.2009

Situazione indebitamento al 31.12.2009 Situazione indebitamento al 31.12.2009 Situazione indebitamento al 31.12.2009 A cura del Servizio Credito dell Assessorato della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio Cagliari, Dicembre

Dettagli

Il credito in Toscana. III trimestre 2015

Il credito in Toscana. III trimestre 2015 Il credito in Toscana III trimestre 215 Firenze, Febbraio 21 8.3 9.3 1.3 11.3 L andamento dei prestiti 1 I prestiti a imprese e famiglie Continuano anche nel periodo in esame i segnali di miglioramento

Dettagli

GRUPPO BANCO DESIO RELAZIONE TRIMESTRALE CONSOLIDATA

GRUPPO BANCO DESIO RELAZIONE TRIMESTRALE CONSOLIDATA GRUPPO BANCO DESIO RELAZIONE TRIMESTRALE CONSOLIDATA AL 31 MARZO 2006 1 INDICE Prospetti contabili pag. 03 Note di commento ed osservazioni degli Amministratori pag. 04 Nota informativa pag. 04 La struttura

Dettagli

AZIONI SVILUPPO. infografica by 1

AZIONI SVILUPPO. infografica by 1 AZIONI SVILUPPO Ottobre 2007 infografica by 1 IL MOTIVO DELLE AZIONI SVILUPPO infografica by 2 IL MOTIVO 1 2 Dove siamo? Sistema Italia Tessuto industriale ricco di imprese a BMC (Bassa e Media Capitalizzazione,

Dettagli

Dicembre 2013. Ampliamento delle fonti di finanziamento per le PMI e Minibond nel Piano Destinazione Italia

Dicembre 2013. Ampliamento delle fonti di finanziamento per le PMI e Minibond nel Piano Destinazione Italia Dicembre 2013 Ampliamento delle fonti di finanziamento per le PMI e Minibond nel Piano Destinazione Italia Cristiano Tommasi, Annalisa Dentoni-Litta e Francesco Bonichi, Allen & Overy Nell ambito del documento

Dettagli

RISOLUZIONE N. 43/E. OGGETTO: Chiarimenti in materia di OICR e CONFIDI

RISOLUZIONE N. 43/E. OGGETTO: Chiarimenti in materia di OICR e CONFIDI RISOLUZIONE N. 43/E Direzione Centrale Normativa Roma, 2 luglio 2013 OGGETTO: Chiarimenti in materia di OICR e CONFIDI In considerazione delle numerose richieste di chiarimento in merito ai particolari

Dettagli

L investimento immobiliare delle Casse e degli Enti di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno

L investimento immobiliare delle Casse e degli Enti di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno L investimento immobiliare delle Casse e degli di Previdenza privatizzati: cosa è cambiato nell ultimo anno Pubblicato su Il Settimanale di Quotidiano Immobiliare del 27/04/2013 n. 19 Introduzione Dopo

Dettagli

Le evidenze dell analisi del patrimonio informativo di EURISC Il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF

Le evidenze dell analisi del patrimonio informativo di EURISC Il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF Barometro CRIF della domanda di credito da parte delle famiglie: a ottobre ancora vivace la domanda di mutui (+42,5%) e prestiti finalizzati (+17,8%). In controtendenza, si consolida la flessione dei prestiti

Dettagli

IL RAPPORTO BANCA IMPRESA STA CAMBIANDO?

IL RAPPORTO BANCA IMPRESA STA CAMBIANDO? http://www.sinedi.com ARTICOLO 15 SETTEMBRE 2007 IL RAPPORTO BANCA IMPRESA STA CAMBIANDO? Fin dal passato il rapporto tra banca e soggetti economici non è mai stato stabile e lineare e questo dipende in

Dettagli

STRUMENTI FINANZIARI NEI PROGRAMMI 2014-2020

STRUMENTI FINANZIARI NEI PROGRAMMI 2014-2020 STRUMENTI FINANZIARI NEI PROGRAMMI 2014-2020 Verso un utilizzo più strategico imparando dall esperienza maturata Roberto D Auria Mario Guido Gruppo di lavoro Competitività Roma, 28 ottobre 2013 L esperienza

Dettagli

Garanzia confidi_sezione breve termine

Garanzia confidi_sezione breve termine Garanzia confidi_sezione breve termine Scheda prodotto DESCRIZIONE PRODOTTO CapitaleSviluppo attraverso il servizio di accesso alla garanzia dei confidi offre alle imprese un importante strumento atto

Dettagli

Piano Economico Finanziario 2008. Consiglio Generale: seduta del 26 Ottobre 2007

Piano Economico Finanziario 2008. Consiglio Generale: seduta del 26 Ottobre 2007 Piano Economico Finanziario 2008 e previsioni anni 2009 e 2010 Consiglio Generale: seduta del 26 Ottobre 2007 Indice Scenario & Previsioni PIANO ANNUALE 2008 1Fonti di finanziamento 2Impieghi 3Ricavi 4Costi

Dettagli

L analisi per flussi ed il rendiconto finanziario

L analisi per flussi ed il rendiconto finanziario L analisi per flussi ed il rendiconto finanziario L analisi di bilancio si compone di due strumenti complementari per la valutazione delle condizioni di economicità delle aziende: gli indici ed il rendiconto

Dettagli

Viene confermata la focalizzazione della Banca sulla concessione del credito e sulla gestione delle

Viene confermata la focalizzazione della Banca sulla concessione del credito e sulla gestione delle COMUNICATO STAMPA Il Consiglio d Amministrazione di Banca del Mezzogiorno MedioCredito Centrale approva il nuovo Piano Industriale Triennale 2015 2017 e la Relazione Semestrale al 30 giugno 2015 Roma,

Dettagli

Il credito in Toscana. II trimestre 2015

Il credito in Toscana. II trimestre 2015 Il credito in Toscana II trimestre 2015 Firenze, Ottobre 2015 08.1 I prestiti a imprese e famiglie Arrivano segnali di distensione dal mercato del credito in Toscana, che risente del miglioramento del

Dettagli

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed.

Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS. Mishkin, Eakins, Istituzioni e mercati finanziari, 3/ed. Gestione della politica monetaria: strumenti e obiettivi corso PAS 1 Anteprima Con il termine politica monetaria si intende la gestione dell offerta di moneta. Sebbene il concetto possa apparire semplice,

Dettagli

IL PRESENTE MODELLO RIPORTA LE CONDIZIONI DEFINITIVE DELLA NOTA INFORMATIVA SUL PROGRAMMA DI EMISSIONE DENOMINATO CASSA PADANA TASSO FISSO

IL PRESENTE MODELLO RIPORTA LE CONDIZIONI DEFINITIVE DELLA NOTA INFORMATIVA SUL PROGRAMMA DI EMISSIONE DENOMINATO CASSA PADANA TASSO FISSO B.9 MODELLO DELLE CONDIZIONI DEFINITIVE CASSA PADANA Banca di Credito Cooperativo Società Cooperativa in qualità di Emittente IL PRESENTE MODELLO RIPORTA LE CONDIZIONI DEFINITIVE DELLA NOTA INFORMATIVA

Dettagli

Quale tipo di società scegliere per il proprio business

Quale tipo di società scegliere per il proprio business Quale tipo di società scegliere per il proprio business È possibile scegliere la forma giuridica più conveniente all interno di queste quattro categorie: 1) Impresa individuale 2) Società di persone 3)

Dettagli

Nota integrativa nel bilancio abbreviato

Nota integrativa nel bilancio abbreviato Fiscal News La circolare di aggiornamento professionale N. 120 23.04.2014 Nota integrativa nel bilancio abbreviato Categoria: Bilancio e contabilità Sottocategoria: Varie La redazione del bilancio in forma

Dettagli

Microcredito. La soluzione di Intesa Sanpaolo per il microcredito imprenditoriale

Microcredito. La soluzione di Intesa Sanpaolo per il microcredito imprenditoriale Microcredito La soluzione di Intesa Sanpaolo per il microcredito imprenditoriale Gennaio 2016 Normativa relativa al Microcredito in Italia. Il Microcredito è stato oggetto negli anni di continue evoluzioni

Dettagli

OBBLIGAZIONI SUBORDINATE: COSA SONO E PERCHÉ SONO RISCHIOSE

OBBLIGAZIONI SUBORDINATE: COSA SONO E PERCHÉ SONO RISCHIOSE 1 OBBLIGAZIONI SUBORDINATE: COSA SONO E PERCHÉ SONO RISCHIOSE I bond subordinati sono una speciale categoria di obbligazioni il cui rimborso nel caso di problemi finanziari per l emittente - avviene successivamente

Dettagli

Tecnica Bancaria (Cagliari - 2015)

Tecnica Bancaria (Cagliari - 2015) Tecnica Bancaria (Cagliari - 2015) prof. Mauro Aliano mauro.aliano@unica.it 1 Premessa La redazione del bilancio da parte degli amministratori rappresenta un attività di valutazione, ma soprattutto di

Dettagli

Osservatorio regionale sul credito dell Emilia-Romagna

Osservatorio regionale sul credito dell Emilia-Romagna Osservatorio regionale sul credito dell UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA ISTITUTO GUGLIELMO TAGLIACARNE INDAGINE DICEMBRE 2012 DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI FORLI - CESENA 1.1 L assetto finanziario

Dettagli

Il private equity al servizio delle imprese che vogliono crescere

Il private equity al servizio delle imprese che vogliono crescere Il private equity al servizio delle imprese che vogliono crescere AMEDEO GIURAZZA Amministratore Delegato - Vertis SGR SpA Napoli, 25 febbraio 2015 1 INTERESSE PER IL PRIVATE EQUITY Nell ultimo ventennio

Dettagli

La congiuntura economica e finanziaria e il finanziamento delle piccole imprese

La congiuntura economica e finanziaria e il finanziamento delle piccole imprese La congiuntura economica e finanziaria e il finanziamento delle piccole imprese Valerio Vacca Banca d Italia Servizio Stabilità finanziaria Presentazione rapporto Fedart, 9 dicembre 2015 Vacca Congiuntura

Dettagli

www.adadvisory.it AD ADVISORY & FdG Servizi per la valorizzazione delle opportunità offerte dal Fondo di Garanzia (FdG) Roma, maggio 15

www.adadvisory.it AD ADVISORY & FdG Servizi per la valorizzazione delle opportunità offerte dal Fondo di Garanzia (FdG) Roma, maggio 15 www.adadvisory.it AD ADVISORY & FdG Servizi per la valorizzazione delle opportunità offerte dal Fondo di Garanzia (FdG) Roma, maggio 15 Indice 1. AD Advisory (AD) La società 2. Situazione del credito alle

Dettagli

Attività dello Specialista

Attività dello Specialista Attività dello Specialista Massimo Turcato Responsabile Equity Capital Markets e Advisory Banca Akros Palermo, 15 novembre 2007 MISSIONE E PRINCIPI COSTITUTIVI DEL MAC Missione Principi costitutivi 1 Forte

Dettagli

Il mercato del credito

Il mercato del credito Il mercato del credito 1 Gli sportelli bancari In riferimento alla distribuzione del numero di istituti bancari per sede amministrativa e del numero di sportelli per localizzazione geografica, i dati statistici

Dettagli

Gestione Finanziaria delle Imprese. private equity e venture capital

Gestione Finanziaria delle Imprese. private equity e venture capital GESTIONE FINANZIARIA DELLE IMPRESE Private Equity e Venture Capital Il private equity e il venture capital Anni 80 Con venture capital si definiva l apporto di capitale azionario, da parte di operatori

Dettagli

Export Development Export Development

Export Development Export Development SERVICE PROFILE 2014 Chi siamo L attuale scenario economico nazionale impone alle imprese la necessità di valutare le opportunità di mercato offerte dai mercati internazionali. Sebbene una strategia commerciale

Dettagli

SEMINARIO LEASING E NOLEGGIO OPERATIVO: SERVIZI FINANZIARI DI COMPAGNIA DELLE OPERE DI MILANO. Milano, 11 marzo 2015

SEMINARIO LEASING E NOLEGGIO OPERATIVO: SERVIZI FINANZIARI DI COMPAGNIA DELLE OPERE DI MILANO. Milano, 11 marzo 2015 SEMINARIO LEASING E NOLEGGIO OPERATIVO: SERVIZI FINANZIARI DI COMPAGNIA DELLE OPERE DI MILANO Milano, 11 marzo 2015 Premessa: Il ruolo di Compagnia delle Opere, i servizi finanziari Bisogno a cui risponde

Dettagli

Coordinamento Centro Studi Ance Salerno - Area Informatica

Coordinamento Centro Studi Ance Salerno - Area Informatica Centro Studi Il Report IL RECENTE STUDIO DELLA SVIMEZ CONFERMA NOTEVOLI DIFFERENZE TERRITORIALI ED EVIDENZIA SVANTAGGI COMPETITIVI ANCE SALERNO: CREDITO, CONFIDI A DUE VELOCITA Nel 2013 su oltre 22 miliardi

Dettagli

Valutazione del merito creditizio criteri generali

Valutazione del merito creditizio criteri generali Valutazione del merito creditizio criteri generali Corso: Analisi di bilancio per indici e il rendiconto finanziario 1 1) L impresa L e il suo business La banca vuole comprendere la capacità competitiva

Dettagli

Politica di credito anticrisi

Politica di credito anticrisi Politica di credito anticrisi Scheda prodotto DESCRIZIONE PRODOTTO Per assicurare al sistema produttivo i mezzi finanziari per superare la difficile congiuntura CapitaleSviluppo collabora con i confidi

Dettagli

Relazione sulla gestione

Relazione sulla gestione PIANORO CENTRO SPA SOCIETA' DI TRASFORMAZIONE URBANA Sede legale: PIAZZA DEI MARTIRI 1 PIANORO (BO) Iscritta al Registro Imprese di BOLOGNA C.F. e numero iscrizione: 02459911208 Iscritta al R.E.A. di BOLOGNA

Dettagli

ANALISI PER FLUSSI. Dott. Fabio CIGNA

ANALISI PER FLUSSI. Dott. Fabio CIGNA ANALISI PER FLUSSI Dott. Fabio CIGNA IL CONCETTO DI EQUILIBRIO GENERALE E DI ANALISI FINANZIARIA 2 ANALISI PER FLUSSI IL CONCETTO DI EQUILIBRIO GENERALE E DI ANALISI FINANZIARIA L azienda deve operare

Dettagli

Evoluzione dei principali mercati: quali sviluppi si prospettano nell internazionalizzazione delle PMI italiane

Evoluzione dei principali mercati: quali sviluppi si prospettano nell internazionalizzazione delle PMI italiane Evoluzione dei principali mercati: quali sviluppi si prospettano nell internazionalizzazione delle PMI italiane Paolo Di Benedetto Responsabile Dipartimento Valutazione Investimenti e Finanziamenti 21

Dettagli

26/10/2010. I processi di finanziamento. Processi di finanziamento. Processi di gestione monetaria. FABBISOGNO di mezzi finanziari

26/10/2010. I processi di finanziamento. Processi di finanziamento. Processi di gestione monetaria. FABBISOGNO di mezzi finanziari 1. Pianificazione finanziaria: fabbisogno e fonti di finanziam. Processi di finanziamento 4. Rimborso dei finanziamenti I processi di finanziamento Processi economici di produzione 2. Acquisizione dei

Dettagli

Outlook finanziario dell agricoltura europea

Outlook finanziario dell agricoltura europea Gian Luca Bagnara Outlook finanziario dell agricoltura europea I prezzi agricoli hanno colpito i titoli dei giornali negli ultimi cinque anni a causa della loro volatilità. Tuttavia, questa volatilità

Dettagli

ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA a cura Giuseppe Polli SECONDA PARTE clicca QUI per accedere direttamente alla prima parte dell'intervento...

ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA a cura Giuseppe Polli SECONDA PARTE clicca QUI per accedere direttamente alla prima parte dell'intervento... ANALISI DELLA STRUTTURA FINANZIARIA a cura Giuseppe Polli SECONDA PARTE clicca QUI per accedere direttamente alla prima parte dell'intervento... 4 GLI INDICI DI LIQUIDITA L analisi procede con la costruzione

Dettagli

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO

IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO http://www.sinedi.com ARTICOLO 27 OTTOBRE 2008 IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO PRODUZIONE DI VALORE E RISCHIO D IMPRESA Nel corso del tempo, ogni azienda deve gestire un adeguato portafoglio di strumenti

Dettagli

SIMEST: Partner d impresa per la competizione globale. Seminario di preparazione alla Missione Imprenditoriale in Iran

SIMEST: Partner d impresa per la competizione globale. Seminario di preparazione alla Missione Imprenditoriale in Iran SIMEST: Partner d impresa per la competizione globale Seminario di preparazione alla Missione Imprenditoriale in Iran Marco Rosati Responsabile Funzione Desk Italia CONFINDUSTRIA - Roma, 8 ottobre 2015

Dettagli

ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI. Circoscrizione del Tribunale di Locri. Relazione del Tesoriere

ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI. Circoscrizione del Tribunale di Locri. Relazione del Tesoriere ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI Circoscrizione del Tribunale di Locri Relazione del Tesoriere CONSUNTIVO ANNO 2009 ORDINE DOTTORI COMMERCIALISTI E DEGLI ESPERTI CONTABILI Circoscrizione

Dettagli

Linee guida per l accesso al Fondo di Garanzia PMI da parte dei liberi professionisti

Linee guida per l accesso al Fondo di Garanzia PMI da parte dei liberi professionisti Linee guida per l accesso al Fondo di Garanzia PMI da parte dei liberi professionisti Premessa Indice 1. A cosa serve il Fondo di Garanzia 2 2. Quali operazioni possono essere garantite ad un libero professionista

Dettagli

IL RISPARMIO DEGLI ITALIANI È AL

IL RISPARMIO DEGLI ITALIANI È AL IL RISPARMIO DEGLI ITALIANI È AL SOSTEGNO DELLA CRESCITA? S I R I N G R A Z I A P E R L A C O L L A B O R A Z I O N E 2 7 G E N N A I O 2 0 1 4 C O R S O C O N C O R D I A 1 M I L A N O Programma Apertura

Dettagli

CONDIZIONI DEFINITIVE della NOTA INFORMATIVA BANCA DI CESENA OBBLIGAZIONI A TASSO FISSO. Isin IT0004233943

CONDIZIONI DEFINITIVE della NOTA INFORMATIVA BANCA DI CESENA OBBLIGAZIONI A TASSO FISSO. Isin IT0004233943 BANCA DI CESENA CREDITO COOPERATIVO DI CESENA E RONTA SOCIETA COOPERATIVA CONDIZIONI DEFINITIVE della NOTA INFORMATIVA BANCA DI CESENA OBBLIGAZIONI A TASSO FISSO BANCA DI CESENA 01/06/07-01/06/10 - TF

Dettagli