Il MERCATO DEL LAVORO IN PUGLIA NEL 2014

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1 Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali Il MERCATO DEL LAVORO IN PUGLIA NEL Introduzione e sintesi Aprile 2015 Il mercato del lavoro pugliese, nel 2014, mostra ancora un anno di contrazione dell occupazione di unità rispetto all anno precedente, già molto critico, raggiungendo un livello di occupati, di cui donne. I disoccupati aumentano complessivamente di unità, raggiungendo un livello di disoccupati, di cui donne. Le forze di lavoro aumentano di unità rispetto al 2013, di cui donne. Tale aumento ha trovato uno sbocco, con elevata probabilità, nell area della disoccupazione. Più consistenti sono risultate la riduzione dell occupazione e l aumento della disoccupazione se considerate rispetto all anno iniziale della grande crisi economica e occupazionale nazionale e di internazionale (2008), rispettivamente occupati e disoccupati. Il tasso di occupazione è rimasto sostanzialmente stazionario e pari al 42,1% della popolazione in età da lavoro (15-64 anni), quindi circa 4 pugliesi su 10 in età da lavoro hanno un lavoro. Rispetto al 2008 vi è una contrazione di 4,4 punti percentuali. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 21,6% delle forze di lavoro, cioè circa una su cinque delle forze di lavoro regionale è disoccupata, con una maggior discriminazione nei confronti delle donne che hanno con un tasso di disoccupazione del 25,5%, sei punti percentuali in più rispetto a quello maschile. Aumenta il tasso di disoccupazione di lunga durata (12 mesi o più) nel 2014, raggiungendo un valore pari al 13,7% delle forze di lavoro, circa il 63% del tasso di disoccupazione totale. Le donne sono quelle che subiscono maggiormente la situazione di difficoltà del mantenimento, della ricerca e dell ottenimento di una occupazione. Il tasso di occupazione femminile è ritornato a livelli contenuti (29,5%) dei primi anni di questo decennio. La contrazione dell occupazione non ha interessato tutte le fasce di età. Infatti si ha un andamento divergente tra le fasce di età giovanili (15-34 anni), che diminuiscono in termini di occupazione, e le fasce di età più anziane (55-64 anni) che aumentano rispetto al I dati dimostrano che 1

2 non vi è un effetto di sostituzione tra occupazione giovanile e occupazione anziana, mentre vi è un effetto livello di sviluppo. Nella riduzione dell occupazione nel 2014 rispetto al 2013 si osserva un andamento divergente tra l occupazione alle dipendenze, che aumenta ( unità) e l occupazione indipendente, che subisce un significativo calo ( ). Rispetto al 2008 ambedue queste componenti subiscono una significativa riduzione (-11% l occupazione dipendente, -9,2% l occupazione indipendente). Le forze di lavoro potenziali (inattivi disponibili a lavorare ma che non cercano lavoro e inattivi che cercano lavoro ma non sono disponibili immediatamente) sono quelli che comunemente vengono definiti gli scoraggiati, cioè quelle persone che reagiscono alle difficoltà di trovare lavoro passando dalla ricerca attiva di un lavoro all inattività (e viceversa) nel caso di percezione di opportunità differenti di trovare lavoro nelle diverse fasi espansive/recessive del ciclo economico. Tale aggregato ammonta a unità nel 2014, di cui 62,5% donne, in aumento di unità rispetto al 2013 e di unità rispetto al E un indicatore delle difficoltà a cercare lavoro, tanto da scoraggiarne anche l avvio dell azione di ricerca. Sotto il profilo settoriale è interessante osservare un andamento positivo dell occupazione nell industria in senso stretto nel 2014 rispetto al 2013 ( ) ma non rispetto al 2008 ( unità). Nei servizi diversi dal commercio e turismo aumenta l occupazione nel 2014 rispetto al 2013 di unità, mentre diminuisce di unità rispetto al Gli altri settori registrano una contrazione dell occupazione nel 2014 sia rispetto al 2013 che rispetto al Un crollo dell occupazione si rileva nel settore delle costruzioni nel 2014 con un -42,8% rispetto al I dati relativi all occupazione dipendente di fonte ISTAT trovano un sostanziale riscontro se confrontati con i dati delle Comunicazioni Obbligatorie, pur essendo queste ultime differenti per tipologia di rilevazione e natura amministrativa degli stessi. 2

3 2. Il mercato del lavoro: indicatori di sintesi Nel 2014 l'occupazione in Puglia ammonta a unità e diminuisce di unità rispetto all anno precedente (-1,3%), ma di ben unità rispetto al 2008 (-10,5%), anno in cui si avvia il periodo di grande recessione internazionale, nazionale e anche regionale. La contrazione dell occupazione in termini assoluti è da attribuire sostanzialmente ai maschi rispetto all anno precedente, ancor più significativa è la riduzione rispetto al 2008 ( unità, il 13,9% in meno). Le donne, pur partendo da dimensioni nettamente inferiori in termini quantitativi rispetto ai maschi (rappresentano il 35,1% del totale dell occupazione nel 2014), subiscono una contrazione di unità rispetto al 2013 e di ben unità rispetto al Tabella 1 - Puglia: popolazione in età da lavoro per condizione lavorativa nel valori assoluti in migliaia e valori % Variazione rispetto Valori Variazione rispetto assoluti Assoluta % Assoluta % Occupazione maschi , ,9 donne , ,6 totale , ,5 Disoccupazione maschi , ,1 femmine , ,0 totale , ,3 Forze di lavoro maschi , ,4 femmine ,7 43 8,6 totale ,9 10 0,7 Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT-RCFL. La disoccupazione ammonta a unità nel 2014, con un aumento di unità rispetto al 2013 (+9,7%) e di (+86,3%) rispetto al La disoccupazione maschile aumenta dell 8,6% rispetto al 2013 e raddoppia rispetto al La disoccupazione femminile aumenta in misura maggiore rispetto a quella dei maschi tra il 2013 e il 2014, mentre aumenta del 73% rispetto al L aumento della disoccupazione è l effetto congiunto della diminuzione dell occupazione e dell aumento delle forze di lavoro. Queste ultime ammontano a nel 2014 e aumentano sia rispetto al 2014 sia al

4 E da sottolineare la forte contrazione delle forze di lavoro maschili nel 2014 rispetto al 2008, con una riduzione di ben unità, a fronte di un incremento di unità della componente femminile. Le donne hanno contributo in modo quasi esclusivo all aumento delle forze di lavoro. Date le dinamiche occupazionali osservate, la maggior presenza delle donne sul mercato del lavoro è da attribuire alla necessità di cercare lavoro soprattutto per riuscire a mantenere i redditi familiari, erosi dalla crescente difficoltà nel mantenere la condizione di occupato da parte del percettore di reddito principale in famiglia, per la maggior parte dei casi maschio. L aumento delle forze di lavoro è anche l altra faccia della medaglia della riduzione dell area dell inattività. Questo vuol dire che le donne sempre più escono dall area della inattività alla ricerca di un lavoro, anche se lo sbocco probabile in questa fase è la disoccupazione. Il tasso di occupazione è pari al 42,1% della popolazione attiva tra 15 e 64 anni di età, in diminuzione di 0,2 punti percentuali rispetto al 2013 e di ben 4,4 punti percentuali rispetto al La contrazione del tasso di occupazione è da attribuire in modo quasi esclusivo ai maschi che subiscono una riduzione dell 8,3% tra il 2008 e il 2014 a fronte di una contrazione dello 0,7% da parte delle donne. La modesta contrazione del tasso di occupazione femminile se da una lato sembra suggerire una certa tenuta dell occupazione nel corso degli anni della crisi, dall altro lato rileva un importante passo indietro rispetto ai progressi registrati tra il 2004 ed il 2012, anno in cui è stato raggiunto il valore massimo del tasso di occupazione femminile in età anni pari a circa il 31,1%. Tabella 2 - Puglia: Indicatori del mercato del lavoro nel anni - Valori % Variazione punti % rispetto a Tasso di occupazione maschi 55,1-0,3-8,3 femmine 29,5-0,1-0,7 totale 42,1-0,2-4,4 Tasso di disoccupazione maschi 19,4 1,4 9,9 femmine 25,5 2,2 9,5 totale 21,6 1,7 9,9 Tasso attività maschi 68,4 0,8-1,7 femmine 39,5 1,0 3,7 totale 53,8 0,9 1,0 Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT-RCFL 4

5 Tasso di disoccupazione Tasso di occupazione Il tasso di disoccupazione raggiunge nel 2014 il 21,6% delle forze di lavoro, valore massimo raggiunto nell ultimo decennio, con un aumento di 1,7 punti percentuali rispetto al 2013 e di 9,9 punti percentuali rispetto al Il dato complessivo del tasso di occupazione è la risultante di un tasso di occupazione maschile pari al 19,4% e femminile pari al 25,5%. Il tasso di attività è pari al 53,8 % della popolazione in età da lavoro anni, in aumento di circa l 1% rispetto al Tale aumento è il frutto esclusivo dell incremento registrato tra il 2013 e il Considerando la dinamica del tasso di occupazione e di disoccupazione nell ultimo decennio emerge con molta evidenza l impatto fortemente negativo sull occupazione regionale della crisi nazionale e internazionale dell economia. Infatti, si può osservare come tra il 2004 ed il 2007 aumenta in Puglia il tasso di occupazione e diminuisce, anche significativamente, il tasso di disoccupazione. A partire dal 2008 questi due indicatori subiscono un forte impatto negativo: una contrazione significativa del tasso di occupazione e una accelerazione nell aumento del tasso di disoccupazione. Fig. 1 - Puglia: tasso di occupazione (sx) e tasso di disoccupazione (dx) valori % - 24,0 22,0 20,0 Tasso di disoccupazione 47,0 46,0 18,0 45,0 16,0 14,0 44,0 12,0 43,0 10,0 8,0 Tasso di occupazione 42,0 6,0 41,0 4,0 2,0 40,0 0, ,0 Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT-RCFL. Sull asse verticale a sinistra è indicato il tasso di disoccupazione (%); sull asse verticale di destra è indicato il tasso di occupazione anni (%). 5

6 In prospettiva dell Agenda Europea 2020, risulta molto distante l obiettivo target del tasso di occupazione sia a livello nazionale ma soprattutto a livello regionale. Come è noto l obiettivo posto a base del nuovo ciclo di programmazione dei fondi strutturali a livello europeo è pari ad un tasso di occupazione del 75% tra le persone con una età tra 20 e 64 anni. Fig. 2 Tasso di occupazione in età anni Valori % 80,0 70,0 60,0 50,0 obiettivo UE 75% media Italia 59,9 45,7 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT-RCFL La Puglia fa registrare un tasso di occupazione per questa classe di età del 45,7% nel 2014 circa 29 punti percentuali in meno rispetto all obiettivo target. La situazione media a livello nazionale è migliore ma il divario rispetto all obiettivo target è di circa 15 punti percentuali. Un divario enorme, tanto che l obiettivo target ancora in essere nei programmi di riforma nazionale è pari al 67-69%, ovvero tra 6 e 8 punti percentuali in meno (corrispondenti a circa 2,2-2,9 milioni di occupati in meno) Oltre alla Puglia, il Mezzogiorno nel suo complesso ha subito un impatto fortemente negativo sull occupazione nel periodo della lunga crisi economica ed occupazionale, ancora in corso. Utilizzando l indicatore del tasso di occupazione anni di età e suddividendo l ultimo decennio in due sotto-periodi e , si può osservare come le regioni del Mezzogiorno (ad esclusione della Basilicata) hanno subito una contrazione maggiore rispetto alle altre regioni nel secondo sotto-periodo. La Calabria e la Campania hanno avuto una riduzione anche nel primo sotto periodo. 6

7 % Variazione % Fig. 3 Variazione del tasso di occupazione anni valori %. 4 Umbria Liguria FVG 3 Emilia R 2 Molise Abruzzo Piemonte Toscana Lombardia Puglia Sicilia Sardegna Veneto Vd'A 1 Marche Lazio Trentino AA Basilicata Calabria Campania variazione % Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT-RCFL Un aspetto particolarmente critico è l aumento del tasso di disoccupazione di lunga durata (12 mesi o più in condizione di disoccupato): nel 2014 è pari al 13,7% delle forze di lavoro e rappresenta ormai il 63,4% della totale della disoccupazione complessiva. Fig. 4 - Tasso di disoccupazione di lunga durata (12 mesi o più) valori % Donne 16,6 Totale 13,7 12,0 Maschi Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT-RCFL 7

8 Nel corso dell ultimo decennio il tasso di disoccupazione di lunga durata è stato caratterizzato da una significativa accelerazione a partire dal 2010, dopo una fase di contrazione fino al L accelerazione ha riguardato sia i maschi che le donne. Da questi dati emerge la permanenza, anche nel 2014, della situazione di difficoltà del sistema produttivo pugliese nella creazione di occupazione netta addizionale. I dati del 1 trimestre del 2015 ci potranno dire se la contrazione registrata nel IV trimestre (circa occupati in meno rispetto al trimestre precedente) sia da attribuire all attesa delle del pacchetto incentivi alla nuova occupazione della legge di stabilità per il 2015 e l approvazione della riforma del cosiddetto job act oppure al persistere di situazioni ancora critiche in relazione alle condizioni di crescita del sistema produttivo nel suo complesso. 3. Il mercato del lavoro tra giovani e anziani Le dinamiche complessive medie dell occupazione analizzate nella prima parte nascondono situazioni e comportamenti molto differenziati tra popolazione giovanile e più anziana. Tabella 3 - Puglia: Occupazione per classe di età 2014 valori assoluti e variazione % (migliaia) Variazione assoluta Variazione % totale donne totale donne totale donne ,5-46, ,3-24, ,7 6, ,2 37,2 65 E ,5-0,2 3,7-7,3 totale ,5-3,6 Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT-RCFL. Nel 2014 l occupazione giovanile (15-24 anni) ammonta a persone appena il 4,4% del totale degli occupati, per le donne tale quota scende al 4,2%. Poco meno del 60% dell occupazione è riguarda le persone in età centrale tra 35 e 54 anni, tale quota aumenta a circa il 77% per le donne occupate nella medesima fascia di età: questa situazione evidenza le criticità nel mercato del lavoro delle donne nelle fasce di età in cui le scelte familiari e di maternità sono prevalenti e quelle in cui i carichi di cura sono maggiori (le donne in età più avanzata di 65 anni in poi). 8

9 Sotto il profilo dinamico, si può osservare come nel periodo della lunga crisi occupazionale non per tutte le fasce di età si è rilevata una contrazione dell occupazione. La riduzione dell occupazione è da attribuire soprattutto alle classi di età più giovani. In particolare le persone nella fascia di età anni vedono quasi un dimezzamento dei livelli occupazionali raggiunti nel 2008; un comportamento simile è riscontrabile anche per le giovani donne. Nello stesso periodo aumenta, invece, la popolazione più anziana. In particolare, cresce quella nella fascia di età tra 55 e 64 anni sia per i maschi ma soprattutto per le donne, che partivano da valori molto modesti nel Cresce in modo significativo l occupazione dei maschi nella fascia di età oltre i 64 anni. Molto probabilmente la dinamica positiva dell occupazione nelle fasce di età più avanzata è il risultato di almeno due fatti: l impatto crescente della riforma previdenziale degli ultimi anni che ha portato ad un aumento dell età in cui sia uomini che donne occupate possono andare in pensione; la necessità di contrastare l erosione del reddito familiare, dovuto alle difficoltà occupazionali e di produzione di redditi personali delle persone più giovani. I valori più elevati del tasso di occupazione si rilevano nelle fasce di età centrali tra 35 e 54 anni intorno al 54%-56% (per le donne si osservano valori nettamente inferiori tra 35% e 39%). Rispetto al 2008 il tasso di occupazione complessivo aumenta di circa 5,5 punti percentuali per la fascia di età anni, un valore simile si riscontra per le donne. Per queste ultime, inoltre, si osserva un incremento del tasso di occupazione sia per la fascia di età centrale anni che per quella più anziana. Tabella 4 - Puglia: Tasso di occupazione per classe di età 2014 valori %- Classi di età 2014 Variazione totale donne totale donne ,1 7,8-8,6-5, ,1 36,1-11,4-5, ,2 39,4-4,2 1, ,6 35,0-4,6 0, ,8 23,6 5,4 5, ,1 29,5-4,5-0,7 totale 32,7 22,1-4,5-1,2 Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT-RCFL. 9

10 Un confronto temporale esteso all ultimo decennio evidenzia, tuttavia, come la crisi abbia accentuato dei fenomeni che già si erano avviati prima della crisi economica ed occupazionale. Fig. 5 - Puglia: Tasso di occupazione per classi di età valori % 60,0 55,0 50, ,0 40,0 35, ,0 25,0 20,0 15,0 10, ,0 0, Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT-RCFL. Il tasso di occupazione giovanile (classe di età anni) inizia a diminuire già a partire dal 2006 e subisce un accelerazione dopo il Il tasso di occupazione delle fascia di età anni evidenzia un aumento già a partire dal 2005 e subisce un accelerazione dal L impatto negativo della crisi, invece, ha riguardato la fascia di età anni: il tasso di occupazione aumenta dal 2004 fino al 2008 per poi subire una importante contrazione negli anni successivi, con un stabilizzazione tra il 2013 e il Ma allora, si può dire che l aumento dell occupazione nella fascia di età più anziana ha avuto l effetto di ostruzione per le opportunità occupazionali per i più giovani alla ricerca del lavoro? Questa conclusione non sembra corretta. In primo luogo perché implica che le opportunità di lavoro siano uguali tra le fasce di popolazione giovanile e quelle più anziane, mentre tra questi due gruppi si possono osservare significative differenze in termini di conoscenze, di titolo di studio, di settori di interesse, di motivazioni al lavoro e anche di costo del lavoro. In secondo luogo, l effetto di ostruzione degli occupati più anziani rispetto a quelli più giovani, implica un economia in stato stazionario, che non si muove, anzi arretra. Ma in questo caso non si tratta di ostruzione, ma 10

11 55-64 mancanza di sviluppo complessivo e quindi di opportunità di nuovo lavoro e di lavoro nuovo. Considerando i Paesi membri dell UE si osserva una significativa correlazione positiva tra il tasso di occupazione della fascia di età più anziana anni e quella giovanile anni 1. In generale le aree a maggior sviluppo hanno anche una maggior tasso di occupazione giovanile e anziana. Fig. 6 - Relazione tra tasso di occupazione anziana e quello giovanile nei Paesi UE 2013 valori % 80,0 Svezia 70,0 60,0 Germania UK DK Olanda 50,0 40,0 Italia Francia 30,0 20,0 10,0 0, Fonte: Elaborazioni IPRES su dati EUROSTAT La relazione positiva tra le due variabili risulta ancora più significativa confrontando le 20 regioni italiane. In questo caso non ci sono differenze nazionali nelle regolazione del mercato del lavoro, che invece potrebbero influenzare i risultati a livello di Paesi membri dell UE. 1 L indice di correlazione è pari al 59%. 11

12 55-64 Fig. 7 - Relazione tra tasso di occupazione anziana e quello giovanile nelle regioni italiane 2014 valori % Regioni Mezzogiorno escluso Abruzzo Puglia Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT L analisi a livello delle regioni italiane evidenzia anzitutto una significativa correlazione positiva tra le due variabili 2. In secondo luogo le regioni della ripartizione Mezzogiorno, ad esclusione dell Abruzzo, si collocano nella parte estrema inferiore del grafico, caratterizzate da un tasso di occupazione giovanile e anziana con valori nettamente inferiori alle altre regioni. 4. Il potenziale di lavoro Ormai da diverso tempo a livello comunitario e nazionale per comprendere in maniera più corretta la dimensione complessiva del mercato del lavoro si fa ricorso ad un altro indicatore oltre a quello noto di forze di lavoro: le forze di lavoro potenziali che riguardano due categorie di inattivi: inattivi disponibili a lavorare ma che non cercano lavoro; inattivi che cercano lavoro ma non sono disponibili immediatamente. Sono quelli che comunemente vengono definiti gli scoraggiati, cioè quelle persone che reagiscono alle difficoltà di trovare lavoro passando dalla ricerca attiva di un lavoro all inattività e viceversa nel caso di percezione di opportunità differenti di trovare lavoro nelle fasi espansive/recessive del ciclo economico. La disoccupazione, spesso si alimenta da questa sorta di riserva di lavoro nella fase espansiva dell economia con qualche risultato paradossale: aumenta l occupazione ma aumenta anche la disoccupazione; questo 2 L indice di correlazione è pari al 72%. 12

13 accade perché le forze di lavoro aumentano più dell occupazione nel medesimo periodo a causa dell ingresso delle forze di lavoro potenziali. In Italia, a differenza di altri Paesi membri dell UE, le forze di lavoro potenziali hanno una dimensione significativa: nel 2014 ammontano a persone di cui donne (il 60% del totale), pari al 13,6% del forze di lavoro complessive anni. In Germania tale valore è pari al 2,5%, in Francia al 2,5%-2,6%, in Spagna al 6%. E anche per questo che il confronto con questi Paesi deve essere fatto con molta cautela quando si parla di tasso di disoccupazione e tasso di attività; più sicuro è l indicatore del tasso di occupazione. In Puglia le forze di lavoro potenziali ammontano a persone nel 2014, circa l 11% del totale nazionale. Come era da attendersi, circa il 62% sono donne. Le forze potenziali sono aumentate del 17% tra il 2008 e il 2014, per la maggior parte tale incremento è da attribuire ai maschi che sono cresciuti in valore assoluto di persone (+39,3%) nello stesso periodo. Tabella 5 Puglia: Forze di lavoro potenziali per sesso anni Valori assoluti 2014 Variazione assoluta rispetto a Variazione % rispetto a maschi ,7 39,3 femmine ,3 6,8 totale ,4 17,1 Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT-RCFL. La quota delle forze di lavoro potenziali anni di età è pari in Puglia al 25,6% del totale delle forze di lavoro nella medesima classe di età; tale valore supera quello medio nazionale di ben 12 punti percentuali. Un articolazione per classi di età evidenzia come il valore massimo dell indicatore viene raggiunto in Puglia, nella classe di età giovanile (15-34 anni) con il 31,6% del totale delle forze di lavoro nella medesima classe: una differenza di ben 11,6 punti percentuali rispetto al dato medio nazionale. 13

14 Fig. 8 Forze lavoro potenziali (su 100 forze lavoro) per classi di età Valori % - 35,0 30,0 25,0 20,0 20,1 31,6 Italia 23,8 Puglia 20,0 25,6 15,0 10,0 11,5 10,2 13,6 5,0 0, Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT-RCFL. Sono le forze potenziali femminili a determinare i grandi numeri della Puglia. Infatti, a fronte del 15,3 dei maschi, la quota delle forze potenziali femminili anni di età ammonta al 43,2% sul totale della forza lavoro della medesima classe di età, con una differenza di ben 28 punti percentuali. Fig. 9 Puglia: Forze lavoro potenziali (su 100 forze lavoro) per classi di età e sesso 2014 Valori % 55,0 50,0 45,0 40,0 35,0 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5,0 0,0 25,3 40,8 10,1 48,0 Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT-RCFL maschi 29,9 femmine 15,4 15, ,2 Tuttavia, le maggiori differenze si riscontrano nella classe di età anni dove le forze di lavoro potenziali femminili sono quasi la metà del totale 14

15 delle forze di lavoro nella medesima classe di età, a fronte di un valore per i maschi del 10,1%. Tra gli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES) l'istat propone anche il tasso di mancata partecipazione al lavoro delle persone nella classe di età anni. Questo valore è dato dalla quota di disoccupati + una quota delle forze di lavoro potenziali 3. Si tratta, quindi, di un indicatore che stima una sorta di gap delle forze di lavoro inutilizzate, ma disponibili a lavorare ove ce ne fosse l opportunità concreta. Tabella 6 -Tasso di non partecipazione* per sesso anni Valori % Variazioni in punti % rispetto a Puglia maschi 29,7 1,2 12,2 femmine 47,6 2,0 6,9 totale 37,3 1,7 10,4 Italia maschi 19,3 1,0 8,3 femmine 27,3 1,3 5,7 totale 22,9 1,2 7,3 Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT-RCFL. *Forze di lavoro potenziali anni su 100 forze di lavoro anni. In Puglia il tasso di mancata partecipazione è pari al 37,3% delle forze di lavoro complessive anni nel 2014, in valore assoluto la mancata partecipazione al lavoro riguarda circa persone. Il tasso di non partecipazione aumenta sia con riferimento al 2013 che al Le donne hanno un tasso di mancata partecipazione al lavoro pari al 47,6% delle forze di lavoro anni", circa 18 punti percentuali in più dei maschi, con un aumento superiore a quello degli uomini rispetto al 2013 ma non rispetto al La Puglia rileva un gap rispetto al dato medio nazionale di circa 14,4 punti percentuali in più nel tasso di mancata partecipazione al lavoro. Il gap per la componente femminile è di circa 20,3 punti percentuali contro i 10,4 punti percentuali dei maschi rispetto al relativo valore medio per l'intero paese. 5. Settori e carattere dell'occupazione 3 Il tasso di non partecipazione è dato dalla percentuale di disoccupati di anni + parte delle forze di lavoro potenziali di anni sul totale delle forze di lavoro anni + parte delle forze di lavoro potenziali anni. 15

16 La dinamica complessiva dell occupazione è composta da quella alle dipendenze e quella indipendente 4. L occupazione alle dipendenze è pari a persone nel 2014 e rappresenta circa il 74% del totale. Rispetto al 2013, l occupazione alle dipendenze rileva un aumento dello 0,9% (attribuibile esclusivamente alla componente maschile), mentre l occupazione indipendente scende sotto le unità, con una riduzione di circa persone (-6,8%). Pertanto il 2014 è stato un anno molto difficile per l occupazione autonoma, che per la prima volta nell ultimo decennio rileva un ammontare inferiore alle soglia delle unità. Rispetto al 2008, l occupazione dipendente ha mostrato una maggiore contrazione in termini percentuali rispetto a quella indipendente, rispettivamente 11% e -9,2%. Tabella 7 - Puglia: carattere dell'occupazione per sesso Valori in migliaia 2014 Variazione assoluta Variazione % Dipendenti maschi ,4-15,0 femmine ,0-3,6 totale ,9-11,0 Indipendenti maschi ,3-11,1 femmine ,6-3,6 totale ,8-9,2 Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT-RCFL. Dall anno di avvio della profonda crisi economica internazionale e nazionale, l occupazione alle dipendenze in Puglia è diminuita di unità, contro le unità dell occupazione indipendente e ha riguardato principalmente la componente maschile. Fig Puglia: dinamica dell'occupazione dipendente e indipendente. N. Indice 2004=100 4 Rientrano tra gli occupati indipendenti le seguenti categorie: gli imprenditori individuali, i liberi professionisti e i lavoratori autonomi, i professionisti, con o senza partita Iva individuale, i soci delle società di persone o di capitali, se non iscritti nella gestione ordinaria dell Inps, a condizione che effettivamente partecipino all attività lavorativa nella società, i familiari coadiuvanti se prestano lavoro nell impresa senza il corrispettivo di una prefissata retribuzione contrattuale e versano i contributi per le assicurazioni previdenziali o di infortunio sul lavoro. 16

17 dipendenti 90 Indipendenti Fonte: Elaborazioni IPRES su dati ISTAT-RCFL. Ampliando il periodo di analisi all ultimo decennio si può osservare un diverso andamento ciclico delle due componenti: l occupazione dipendente aumenta fino al 2008 per poi incominciare a ridursi, ma in maniera non significativa fino al 2012; diminuisce in modo significativo nel 2013 e aumenta leggermente nel 2014; l occupazione indipendente ha avuto, invece, un andamento ciclico negli stessi anni con una forte caduta nel corso del 2013 e Sotto il profilo dei macro-settori produttivi, l occupazione nei servizi ammonta ormai a circa unità, il 70% del totale dell occupazione; l industria in senso stretto con unità nel 2014 è pari a circa il 16% del totale dell occupazione; l agricoltura rappresenta il 7,6%, le costruzioni il 6,3% del totale. Sotto il profilo dinamico è opportuno distinguere l andamento rispetto al 2013 e quello di più lungo periodo (rispetto al 2008). Rispetto al 2013, l'aspetto interessante e molto positivo da considerare è l aumento di occupati nell industria in senso stretto (+ 2,3% in Puglia, + 1,4% a livello medio nazionale), da attribuire esclusivamente alle componente maschile. Aumenta l occupazione nei servizi diversi dal commercio e dal turismo, con una crescita di unità (+3,9% in Puglia, + 1% a livello medio nazionale. Tabella 8 - Puglia: Occupazione per macro-settore e sesso

18 Valori assoluti in miglia Variazione assoluta Variazione percentuale Agricoltura maschi ,9-17,4 femmine ,9-20,0 totale ,9-18,3 Industria in S.S. maschi ,6-10,1 femmine ,5-23,6 totale ,3-12,5 Costruzioni maschi ,8-42,8 femmine ,3-43,8 totale ,9-42,8 Commercio e turismo maschi ,0-8,6 femmine ,5-12,8 totale ,5-10,1 Altri servizi maschi ,5-7,1 femmine ,9 5,9 totale ,9-1,5 Totale maschi ,3-13,9 femmine ,2-3,6 totale ,3-10,5 Fonte: IPRES su dati ISTAT-RCFL. Tutti gli altri settori (agricoltura, costruzione commercio e turismo) subiscono una contrazione dell occupazione. Rispetto al 2008, emerge il forte ridimensionamento dell industria delle costruzioni con una contrazione di circa il 43% dell occupazione, circa unità in meno nel 2014). Anche l agricoltura subisce una significativa riduzione dell occupazione (-18,3%). L industria in senso stretto diminuisce del 12,5%, circa 4 punti percentuali in più rispetto al dato medio nazionale. Si riduce l occupazione nei settori del commercio e del turismo (-10,1%), mentre l occupazione negli altri servizi si riduce di appena l 1,5% (ma a livello medio nazionale si osserva un incremento di circa il 2,2% nello stesso periodo). 6. Le Comunicazioni Obbligatorie 18

19 Un altra fonte di analisi del mercato del lavoro è quella delle Comunicazioni Obbligatorie (COB) gestite dal Ministero del Lavoro, che ha differenze importanti rispetto alle indagini sul mercato del lavoro dell ISTAT 5. Tuttavia, se si confrontano i dati trimestrali del saldo tra attivazioni e cessazioni dei lavoratori oggetto delle COB e la variazione dell occupazione dipendente si può osservare come, pur trattandosi di fonti e di natura dei dati differenti, gli andamenti sono sostanzialmente simili, con un leggero ritardo sistematico dei risultati trimestrali dell indagine ISTAT delle forze di lavoro. Fig Puglia: variazioni assolute dell occupazione dipendente rilevata dall ISTAT e del saldo delle attivazioni e delle cessazioni dei lavoratori COB. 1 trimestre 2009= Istat COB Fonte: Elaborazioni IPRES su dati Ministero del Lavoro e Istat. Con riferimento ai dati annuali delle COB si possono distinguere le posizioni lavorative (i contratti di lavoro realizzati), i lavoratori interessati e il numero medio di contratti per lavoratore, in quanto uno stesso lavoratore può avere più di un contratto di lavoro nel trimestre e nell anno. Tabella 9 - Puglia: Attivazioni e cessazioni Attivazioni 5 Tale fonte di dati è differente da quella ISTAT non tanto per la qualità dei dati, quanto per la natura delle due fonti: statistiche campionarie la prima, dati amministrativi le seconde, persona occupata la prima, posizioni lavorativa la seconda, occupazione dipendente e indipendente la prima, occupazione alle dipendenze la seconda. 19

20 Posizioni lavorative Lavoratori n. medio di contratti 2,2 2,1 1,8 Cessazioni Posizioni lavorative Lavoratori n. medio di contratti 2,2 2,1 1,8 Saldo Posizioni lavorative Lavoratori Fonte: Elaborazioni IPRES su dati Ministero de Lavoro Anche in relazione a questa fonte di dati si rileva da un lato la criticità del 2013 con un saldo negativo sia delle posizioni lavorative che dei lavoratori interessati, dall altro la sostanziale tenuta del 2014, con un saldo positivo delle posizioni lavorative e un trascurabile valore negativo del saldo in termini di lavoratori interessati. E interessante sottolineare come siano aumentati rispetto al 2009, anno in cui si sono consolidati i dati rilevati attraverso le COB, le posizioni lavorative e i lavoratori attivati, evidenziando una certa dinamicità del mercato del lavoro regionale. Tuttavia, sono aumentate ancor di più le cessazioni sia delle posizioni lavorative che dei lavoratori interessati. Infine, si osserva un numero medio di contratti per lavoratore di 2,2, in aumento rispetto al 2009 (1,8), un segnale da un lato della maggiore flessibilità dall altro della frammentarietà del mercato del lavoro regionale. a cura di Rocco Vincenzo Santandrea 20

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