REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA COMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE DI TORINO SEZIONE 31. riunita con l'intervento dei Signori:

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1 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO LA COMMISSIONE TRIBUTARIA REGIONALE DI TORINO SEZIONE 31 riunita con l'intervento dei Signori: GERMANO CORTESE EMANUELA - Presidente PASSERO GIULIANA - Relatore RETROSI YVONNE - Giudice ha emesso la seguente SENTENZA - sull'appello n. 1278/07 depositato il 06/11/ avverso la sentenza N. 45/01/2007 emessa dalia Commissione Tributaria Provinciale di VERBANIA proposto dall'ufficio: COMUNE DI STRESA controparte: RA.CA. VIALE (omissis) VERBANIA VB difeso da: SC.AL. VIALE (omissis) VERBANIA VB Atti impugnati: AVVISO DI ACCERTAMENTO n. (omissis) I.C.I ICI AREE EDIFIC. Conclusioni delle parti Appellante Comune di Stresa: chiede l'accoglimento del presente ricorso avverso la sentenza della C.T.P. N. 45/1/07 del 9/5/07 e conferma degli avvisi di accertamento impugnati, compresi sanzioni e interessi. Con il favore delle spese di giudizio, Appellata Ra.Ca. ed appellante in via incidentale

2 con il dott. Al.Sc.: 1) relativamente all'appello principale - in via preliminare verificare i poteri di rappresentanza del firmatario dell'appello; in via principale dichiarare inammissibile l'appello principale proposto dal comune di Stresa, per carenza delle critiche alla sentenza impugnata previste dall'art. 53 d.legisl. 546/ 1992; in via subordinata riconoscere comunque corretto il valore rispettivamente di Euro 28,25 al metro quadro e di Euro 30,35 al metro quadro stabilito dalla C.T.P. di Verbania con la sentenza impugnata; 2) in riforma della sentenza di primo grado, impugnata in via incidentale, in via principale - dichiarare illegittimi, e pertanto privi di qualsiasi effetto giuridico, gli avvisi di accertamento in oggetto per contrasto con gli artt. 5 D.Lsgl. 504/ 1992, 59 D.Lsgl. 446/1997, 42 D.Lsg. L. 267/2000, 11 D.lsgl. 504/1992, 5, 6 e 7 L. 212/2000; riconoscere comunque illegittime le delibere adottate dalla Giunta del comune di Stresa in materia di lei, e quindi disapplicarle nel caso in questione; in via subordinata stabilire che l'area in oggetto non è tassabile ai fini lei, in quanto pertinenza di un fabbricato autonomamente soggetta a tassazione; in via di ulteriore subordine riconoscere che la superficie corretta al quale applicare i valori stabiliti dalla sentenza di primo grado è di 5000 mq; condannare il comune di Stresa al rimborso delle spese del primo grado di giudizio. Con il favore delle spese del presente grado del giudizio come da nota allegata. SVOLGIMENTO DEL PROCESSO Ra.Ca. con tempestivi ricorsi avanti la Commissione Tributaria Provinciale di Verbania impugnava gli avvisi di accertamento ICI - terreni fabbricabili con i quali, relativamente agli anni 2003 e 2004, il Comune di Stresa sottoponeva a tassazione il terreno costituito dal parco del fabbricato sito in Strada per Binda, della superficie di mq , sul quale il P.R.G. disponeva la possibilità, di realizzarsi "nuovi insediamenti alberghieri". Deduceva altresì per entrambe le annualità la non assoggettabilità ad ICI per: - mancanza del requisito di edificabilità in assenza di strumenti attuativi; - la natura pertinenziale del parco rispetto al fabbricato di cui ha costituito, da sempre il terreno a giardino ed ornamento; Deduceva inoltre l'illegittimità degli accertamenti per : - carenza di motivazione per l'impossibilità di determinare l'origine della valutazione effettuata dal Comune; - mancanza del riferimento ai valori previsti; - mancata allegazione dei documenti e delibere citati in violazione alle norme sulla Statuto del Contribuente; - inapplicabilità delle delibere di Giunta (in luogo di quelle del Consiglio Comunale). - Costituendosi in giudizio il Comune ribadiva la legittimità degli accertamenti - l'edificabilità dei terreni ex art. 11 quaterdecies comma 16 L. 248/2005 (collegato alla finanziaria 2006), norma di interpretazione autentica che ha stabilito l'edificabilità di un'area se risulta da uno strumento urbanistico generale (indipendentemente dall'adozione di strumenti attuativi del medesimo;

3 - la non pertinenzialità dei terreni per carenza di elemento oggettivo e soggettivo, poiché il fabbricato esistente, per il suo stato di abbandono, non può essere considerato "bene principale", tant'è che la ricorrente effettua il pagamento dell'ici al 50% per inagibilità; Negli atti il Comune argomentava ancora in ordine alla corretta motivazione degli atti impugnati ed alla correttezza delle delibere così come effettuate, insistendo per la conferma degli avvisi. Con sentenza n. 45/1/07, depositata il 20/07/2007 la Commissione Tributaria Provinciale di Verbania Sez. 01 accoglieva parzialmente i ricorsi riuniti, non riconoscendo la natura pertinenziale del parco, ma limitando entro i minimi delle stime individuate i valori del terreno delle aree per cui è causa, sottolineando altresì come la potenzialità edificatoria di dette aree sia meramente astratta non esistendo, allo stato, alcuna autorizzazione a costruire, avendo anzi il Comune di Stresa adombrato una modifica al PRG volta ad escludere l'area da quelle edificabili. Con la sentenza di primo grado venivano quindi annullati gli avvisi di accertamenti impugnati ed erano determinati in Euro 28,25 per l'anno 2003 ed in Euro 30,35 per l'anno 2004 i valori a metro quadro per le aree de quibus, considerate in complessivi mq ,13. Le spese venivano compensate. Avverso la citata sentenza ha svolto appello principale il comune di Stresa e si è costituita con controdeduzioni ed appello incidentale la ricorrente assistita dal dottor Sc., rassegnando le conclusioni di cui in epigrafe. Nell'appello principale e il comune di Stresa assume che il gravame ha per oggetto il capo della decisione con la quale la commissione tributaria provinciale, pur avendo accolto le argomentazioni del comune sull'assoggettabilità ad ICI dell'area di proprietà della contribuente, ritenendola edificatole ed escludendo che costituisca pertinenza del fabbricato che vi insiste, ha deciso di determinare il valore al metro quadro della superficie tassata a, e di conseguenza la base imponibile, dilapidando in tal modo i criteri di determinazione del valore delle aree soggette ad imposizione che il comune ha stabilito, in via generale, con proprie delibere, a loro volta espressamente richiamate e riportate nell'avviso di accertamento impugnato. Secondo l'appellante comune la decisione è censurabile in quanto i primi giudici non avrebbero applicato le formule previste dalla delibera comunale 205 / 2001 laddove invece è questa doveva essere applicata essendo noto il volume edificabile; il comune di Stresa censura ancora la decisione per violazione e falsa applicazione di legge con particolare riferimento all'articolo 112 codice di procedura civile e l'articolo 5 del decreto legislativo 546/1992, poiché i giudici di Verbania avrebbero fatto propria pur ampiamente richiamandone le ragioni una precedente sentenza della commissione regionale di Torino resa tra le stesse parti per altri anni di imposta. Tale sentenza è stata impugnata davanti la suprema corte di cassazione dal comune di Stresa ed il giudizio è tuttora pendente. Ulteriore motivo di appello è dato dalla omessa e contraddittoria motivazione della sentenza sempre in ordine arricchiranno alla menzionata precedente decisione 13/31/07 della CTR di Torino. Ed ancora violazione di legge con riferimento agli articoli 2 e 5 del decreto legislativo 504 nonché violazione di legge ed errata applicazione dell'articolo 36 comma 2 del decreto - legge 223/06 convertito in legge 248/2006. L'appellata contribuente Ra.Ca. nonché appellante in via incidentale ha invece innanzitutto rilevato l'inammissibilità dell'appello in quanto questo si appalesa non tanto come una critica alla sentenza impugnata quanto la scadente ricopiatura del ricorso per cassazione che ha ad oggetto la più volte menzionata sentenza della commissione tributaria regionale di Torino avente ad oggetto i precedenti anni d'imposta. Peraltro rileva alla difesa della contribuente, sono persino ricopiati gli errori di battitura del ricorso per cassazione (così infatti ivi si legge) laddove ad esempio viene più volte

4 menzionato l'articolo 5 del decreto legislativo 546/1992 quando la norma corretta sarebbe l'articolo 7 comma 5 cit.. Nel merito delle doglianze i giudici di Verbania hanno accuratamente motivato le ragioni per le quali hanno ritenuto di ridurre i valori così come in parte motiva della sentenza stessa, così come anche il piano è pacifico che le potenzialità edificatorie siano assolutamente virtuali per mancanza di autorizzazioni comunali in tal senso. In ordine all'appello incidentale vengono ribadite tutte le ragioni già svolte accuratamente nell'atto introduttivo tra le quali che l'area pertinenziale - che tale è ad assunto della parte - non ha mai avuto l'approvazione del PEC, ed anzi, esplicitamente richiesto, il Comune non ha voluto o potuto esprimersi circa l'omissione se non come espressione di una "volontà politica"; ha rinnovato le doglianze circa l'illegittimità, la difficoltà interpretativa e comunque l'erroneità dell'avviso di accertamento, che per la microzona 3 (dove collocato il fondo de quo) avrebbe considerato il valore massimo delle costruzioni (Lire /mq) in luogo di quello minimo (Lire 70O.O00/mq) né sarebbe "medio" quello indicato come tale (Lire /mq); la contribuente rileva peraltro che la stessa amministrazione comunale, pur affermando agli atti che l'immobile nei parco è fatiscente ed inagibile, lo stato dei servizi "scadente" ed il livello socio - economico "medio" ha poi invece effettuato delle valutazioni comunque molto elevate rispetto ai valori di mercato e neppure coincidenti con quanto sembrerebbe potersi desumere dall'atto notificato stesso. Conclude altresì la contribuente che le delibere sarebbero comunque viziate per carenza di potere da parte dell'ente (in quanto emesse dalla Giunta in luogo del Consiglio Comunale e viceversa). Insiste infine per l'inapplicabilità delle sanzioni giusto il disposto dell'art. 10 c. 3 L. 212/2000 nonché degli interessi. Circa la natura pertinenziale dell'area per cui è causa, viene citata recente cassazione della sezione tributaria altresì allegata al fascicolo documenti. Viene infine evidenziata un'erroneità nel calcolo dei giudici di prime cure per quanto riguarda la determinazione delle dimensioni dell'area edificabile secondo la sentenza l'area sarebbe infatti di metri quadri ,13. Quest'ultima tuttavia è la superficie totale inserita nel piano regolatore, ma ad avviso della contribuente la superficie effettivamente e potenzialmente edificabile è pari a circa 5000 mq in ciò calcolabile adottando l'altezza minima standard di 3,3 m prevista nelle delibere stesse di Giunta. Esaurita la discussione in pubblica udienza la causa è stata presa a decisione. MOTIVI DELLA DECISIONE L'appello incidentale della contribuente è fondato e meritevole di accoglimento quanto all'indagine richiesta a questo giudice sulla natura pertinenziale o meno dei terreni de quibus, già parco della villa, fabbricato principale. Il collegio ben consapevole della sua precedente decisione resa fra le parti, ha tuttavia preso contezza di quanto la Suprema Corte, con palmare chiarezza nella sentenza n del 24 maggio 2007 allegata gli atti e ritenuta dagli stessi giudicanti ed estensore quale consolidato orientamento della Cassazione, ritiene sia il principio operante in tema di ICI. Secondo detto consolidato orientamento della giurisprudenza della suprema corte, l'articolo 2 del decreto 504/1992 esclude l'autonoma affabilità delle a metterti in filiali poiché fonda l'attribuzione alla cosa della qualità di

5 pertinenza sul criterio fattuale e cioè sulla destinazione effettiva e concreta della cosa al servizio ed ornamento di un'altra, senza che assuma rilievo la distinta iscrizioni in catasto della pertinenza e del fabbricato, nel regime di edificabilità che lo strumento urbanistico eventualmente attribuisca all'aria pertinenze. Già in precedenza, la Sez. 5, Sentenza n del 25/03/2005 (Rv ) in tema di esegesi dell'art. 2, comma primo, lettera a), del d.lgs. 30 dicembre 1992, n. 504, del 1992, fornendo, ai fini dell'imposta, la nozione di fabbricato ed escludendo l'autonoma tassabilità della relativa area pertinenziale, assoggettata al regime del bene principale, aveva statuito che la norma presuppone l'accezione di pertinenza di cui all'art. 817 cod. civ., rendendo irrilevante il regime di edificabilità che lo strumento urbanistico a quell'area attribuisca, di guisa che, quando nella medesima porzione immobiliare coesistano accessorietà ed edificabilità, l'effetto attrattivo che discende dal vincolo di asservimento rende ininfluente l'altra "destinazione", siccome attinente a fini estranei al rapporto con la cosa principale considerata dalla norma tributaria. (Massime precedenti Vedi: N del 2003 Rv N del 2004 Rv , N del 2004). Tale interpretazione e chiarimento, al quale questo Collegio si richiama e fa propria, rende superflua ogni ulteriore indagine. Pacificamente, le aree intorno alla villa sono sempre state il parco ad uso di giardino ed ornamento del fabbricato che oggi si presentano, null'altro. La natura della causa, la difficoltà interpretativa delle norme in tema di lei, il mutato indirizzo giurisprudenziale del collegio inducono a ritenere sussistere giustificati motivi per la compensazione delle spese a valere per entrambi gradi di giudizio. P.Q.M. La Commissione Tributaria Regionale di Torino, Sezione XXXI, definitivamente pronunciando, visti gli artt. 61 e 35 d.lsgl. 31/12/1992 n. 546 e gli artt. 276, 279 e 92 c.p.c. - Respinge l'appello dell'ufficio e accoglie l'appello incidentale e, in riforma parziale della sentenza impugnata, dichiara la natura pertinenziale dell'area in contestazione, confermando l'annullamento degli avvisi di accertamento. - Compensa le spese di entrambi gradi di giudizio. Così deciso Torino, il 1 luglio Depositata in Segreteria il 27 settembre 2008.