La formazione mentale del giovane calciatore
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- Fausto Monaco
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1 Daniele Fedeli (Università degli Studi di Udine) La formazione mentale del giovane calciatore
2 CRITICITÀ Mantenere l attenzione Far rispettare alcune regole Gestire le dinamiche di gruppo Far eseguire specifici esercizi Motivare agli esercizi Far rispettare i tempi Ottenere l ascolto Controllare i comportamenti off-task Altro?
3 INTERROGATIVI Digli dove è stato bravo! Mostra l alternativa! Utilizza l evento avverso! Alcuni interrogativi di partenza 1. Come potenziare l autoefficacia del bambino? 2. Come rinforzare il bambino? 3. Come gestire il rimprovero di un bambino? 4. Come promuovere la motivazione intrinseca? 5. Come gestire la frustrazione e l insuccesso? Sii specifico! Mostra i progressi! 6. Come gestire l ansia e la paura? Falla diventare un alleata!
4 IL FLUSSO (CSIKZENTMIHALYI, 1975) Livello di attività sfidante Livello di abilità e di autoefficacia
5 IL FLUSSO (CSIKZENTMIHALYI, 1975) 1. Attenzione completamente focalizzata sull attività, senza avvertire sforzo mentale. 2. Assenza di autoconsapevolezza e immersione totale nell esecuzione del gesto. 3. Assenza di preoccupazioni, paura o senso di stanchezza. 4. Obiettivi chiari e percepiti come controllabili. 5. Distorsione del senso del tempo. 6. Piacere intrinseco nel gesto stesso e non nei suoi effetti.
6 IL FLUSSO (CSIKZENTMIHALYI, 1975) Livello di attività sfidante Livello di abilità e di autoefficacia
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8 MOTIVAZIONE Self Determination Theory Locus of causality esterno Scelta per pressioni esterne o Ridotta percezione di controllo e competenza o Ridotta persistenza o Stati emotivi di segno negativo o Ridotta aggregazione Locus of causality interno Scelta autonoma o Percezione di controllo e competenza o Persistenza o Stati emotivi di segno positivo o Elevata aggregazione
9 MOTIVAZIONE Achievement Goal Theory Orientamento al compito Riferimento a criteri interni (quanto sono migliorato? Quali abilità ho appreso? Ecc.) Risposte cognitive e emotive funzionali Persistenza nello sforzo Gestione dello stress Abilità di aggregazione Orientamento all Io Riferimento a criteri esterni (quanto ho vinto? Quanto sono più bravo del mio compagno? Ecc.) Risposte cognitive e emotive disfunzionali Ridotta persistenza nello sforzo Ansia e stress Isolamento
10 L ADULTO 1. Trovare sempre almeno un comportamento positivo mostrato dal soggetto 2. Utilizzare rinforzi informativi frequenti e molto specifici 3. Sequenza: richiamo-modello-guida-rinforzo 4. Chiarire gli obiettivi ed il perché degli esercizi 5. Fissare obiettivi di prestazione e non di risultato 6. Concentrarsi più sulle componenti tecniche del gesto 7. Fare attenzione ai progressi del bambino e non al valore assoluto
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12 AUTOEFFICACIA Persistenza e impegno Tolleranza della fatica Autoefficacia Approccio strategico Gestione dello stress e dell ansia
13 AUTOEFFICACIA Esperienze di successo basate sul controllo interno Feedback positivi centrati sul controllo interno Autoefficacia Eventi avversi o ambigui Attivazione emozionale
14 Stabilità Stabile Instabile AUTOEFFICACIA Interno Locus of Control Esterno Abilità ++ Difficoltà del compito - Impegno +++ Fortuna --- Come spieghiamo e raccontiamo quanto è accaduto?
15 AUTOEFFICACIA Feedback specifici sulle prestazioni del soggetto Feedback centrati sul controllo interno dei successi Auto-efficacia Feedback sugli aspetti controllabili di una performance Entro i 12 anni (Gibb et al., 2006)
16 L ADULTO 1. Potenziare il senso di autoefficacia, lavorando sul locus of control interno e modificabile (impegno, persistenza, applicazione, ecc.) 2. Dialogare sul perché di successi ed insuccessi, riportando entrambi soprattutto a fattori modificabili e controllabili 3. Bilanciare sanzioni e rinforzi (1:3) 4. Individualizzare gli obiettivi, riducendo il rischio di fallimenti precoci e continuativi 5. Riconoscere l impegno di ciascuno
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18 L ATTIVAZIONE Il bambino è lento, con la testa fra le nuvole Il bambino è concentrato e inibisce le distrazioni Il bambino è irrequieto, distratto, caotico
19 L ATTIVAZIONE Ognuno presenta un suo livello ottimale di attivazione, anche in base al compito da affrontare.
20 L ATTIVAZIONE Superato un punto critico di attivazione, si verifica un improvviso crollo della prestazione
21 FOCUS Stato emotivo negativo Restringimento del focus attentivo sullo stimolo percettivamente o emotivamente saliente e rallentamento della performance. Stato emotivo positivo Ampliamento del focus attentivo su stimoli percettivi e concettuali periferici, con possibilità di essere maggiormente flessibile e creativo.
22 ANSIA Ansia relativa al compito (livelli modulati) Potenziamento della focalizzazione attentiva ed inibizione di interferenze off-task Ansia non relativa al compito (livelli non modulati) Aumento della distraibilità e della caoticità comportamentale
23 ANSIA Coinvolgimento della PFC (prefrontal cortex) e della PPC (posterior parietal cortex) destre nei circuiti neurali dell ansia Compromissione delle funzioni esecutive principalmente mediate da queste aree
24 L ADULTO 1. Bloccare comportamenti di scherno o colpevolizzazione 2. Promuovere forme di rinforzo reciproco 3. Valorizzare il contributo di ciascuno e la collaborazione con i compagni 4. Garantire il rispetto nel rapporto 1:1 e 1:molti 5. Ascoltare e rispondere a domande
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