RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE

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1 RELAZIONE FINANZIARIA SEMESTRALE al 30 GIUGNO 2014

2 Relazione Finanziaria Semestrale Al 30 Giugno 2014 Banca Popolare di Ancona Società per Azioni Appartenente al Gruppo UBI Banca Capitale sociale ,32 interamente versato Iscrizione al registro delle imprese di Ancona, Codice Fiscale e Partita Iva ABI ; Albo delle Banche n. 301, Albo dei Gruppi Bancari n Sede Legale e Direzione Generale: Jesi (An), Via Don A. Battistoni n.4 Aderente al Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia Durata della Società, come da Statuto, 31 dicembre

3 Indice Cariche Sociali e Direzione Generale... 4 Articolazione territoriale del Gruppo UBI Banca... 5 Il Rating... 6 Principali dati e indicatori... 8 Note di commento sull andamento della gestione... 9 Lo scenario di riferimento... 9 L attività della Banca nel primo semestre Informazioni sullo stato patrimoniale e sul conto economico riclassificati Altre informazioni Bilancio Semestrale Abbreviato Prospetti Contabili Stato Patrimoniale Conto Economico Prospetto della Redditività Complessiva Prospetto delle variazioni del Patrimonio Netto Rendiconto Finanziario Note illustrative Informativa sul fair value Eventi rilevanti successivi alla data di chiusura del periodo Stagionalità o ciclicità delle operazioni intermedie Pagamento dei dividendi Note illustrative Operazioni con parti correlate

4 Cariche Sociali e Direzione Generale CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Presidente Vice Presidente Consiglieri Dott. Corrado Mariotti Dott. Paolo Leonardi Dott. Giovanni Frezzotti Sig. Rodolfo Giampieri Rag. Otello Gregorini Dott. Maria Cristina Loccioni Dott. Giannalberto Luzi Prof. Marco Pacetti Prof. Avv. Andrea Pisani Massamormile COLLEGIO SINDACALE Presidente Sindaci effettivi Sindaci supplenti Dott. Roberto Barbieri Dott. Massimo Albonetti Dott. Luigi Scoponi Dott. Guido Cesarini Dott. Paolo Di Paolo DIREZIONE GENERALE Direttore Generale Vice Direttore Generale Dott. Nunzio Tartaglia Rag. Genesio Rispoli SOCIETÀ DI REVISIONE Deloitte & Touche S.p.A. 4

5 Articolazione territoriale del Gruppo UBI Banca 5

6 Il Rating Di seguito si riportano i giudizi di rating assegnati al Gruppo UBI Banca dalle tre principali agenzie internazionali. Il 14 febbraio 2014 Moody s ha rivisto da negativo a stabile l Outlook dell Italia, in considerazione della forza finanziaria dello Stato e del profilo di sostenibilità del debito, in un contesto di tassi storicamente bassi. Il 15 luglio 2014 l Agenzia ha rivisto le prospettive a mesi del sistema bancario italiano, confermando l Outlook Negativo, alla luce sia dei persistenti impatti negativi che la fragile economia del Paese esercita sulla qualità degli attivi e sulla redditività, sia delle implicazioni delle nuove norme che regoleranno la risoluzione delle crisi bancarie in ambito europeo, limitando le possibilità di supporto da parte dei governi nazionali. L Outlook negativo del sistema risulta peraltro coerente con gli outlook assegnati ai rating individuali della maggior parte delle banche italiane. MOODY'S Long-term debt and deposit rating (I) Baa3 Short-term debt and deposit rating (II) Prime-3 Bank Financial Strength Rating (BFSR) (III) D+ Baseline Credit Assessment (BCA) (IV) ba1 Outlook (deposit ratings) Negativo Outlook (Bank Financial Strength Rating) Negativo (I) (II) (III) (IV) Capacità di rimborso del debito in valuta locale a lungo termine (scadenza pari o superiore a 1 anno). Attraverso la metodologia JDA (Joint Default Analysis) questo rating associa alla solidità finanziaria intrinseca (Bank Financial Strength Rating) la valutazione circa le probabilità di intervento, in caso di necessità, da parte di un supporto esterno (azionisti, gruppo di appartenenza o istituzioni ufficiali) (Aaa: miglior rating - C: default) Capacità di rimborso del debito in valuta locale a breve termine (scadenza inferiore a 1 anno) (Prime -1: massima qualità - Not Prime: grado speculativo) Questo rating non si riferisce alla capacità di rimborso del debito, ma prende in considerazione la solidità finanziaria intrinseca della banca (attraverso l analisi di fattori quali l articolazione territoriale, la diversificazione dell attività, i fondamentali finanziari, l esposizione al rischio), in assenza di supporti esterni (A: miglior rating - E: peggior rating) Il Baseline Credit Assessment rappresenta l equivalente del Bank Financial Strength Rating nella scala tradizionale dei rating a lungo termine. Il 6 giugno 2014 Standard & Poor s, nell ambito della periodica revisione dei rating sovrani, ha confermato i rating italiani, mantenendo l Outlook Negativo. Sulla decisione dell Agenzia hanno pesato i rischi legati alle deboli prospettive di crescita del Pil italiano e all effettiva realizzazione delle importanti riforme strutturali annunciate dal Governo. STANDARD & POOR S Short-term Counterparty Credit Rating (i) A-3 Long-term Counterparty Credit Rating (i) BBB- Stand Alone Credit Profile (SACP) (ii) bbb- Outlook Negativo (i) (ii) L Issuer Credit Rating riflette il giudizio sul merito creditizio intrinseco della banca unitamente ad una valutazione del potenziale futuro supporto che la banca potrà ricevere in caso di difficoltà (dal governo o dal gruppo di appartenenza). Breve termine: capacità di ripagare il debito con durata inferiore ad un anno (A-1+: miglior rating D: default) Lungo termine: capacità di pagamento degli interessi e del capitale su debiti di durata superiore ad 1 anno (AAA: miglior rating D: default) Il SACP rappresenta il giudizio sul merito creditizio intrinseco della banca, in assenza di supporto esterno (da parte del governo o del gruppo di appartenenza). Viene ottenuto partendo da un Anchor SACP che sintetizza la valutazione dei rischi economici e industriali propri del settore bancario italiano, poi rettificato per tenere conto di specifici fattori della banca quali la patrimonializzazione, la posizione commerciale, l esposizione al rischio, la raccolta e la situazione di liquidità, valutati anche in ottica comparativa. 6

7 Il 26 marzo 2014, nell'ambito di un ampia rating action a livello internazionale, avente ad oggetto i support rating dei principali gruppi bancari, Fitch Ratings ha confermato il Support Rating (2) e il Support Rating Floor (BBB) di UBI Banca. Secondo l Agenzia è possibile che i Support Rating di tutte le banche europee coinvolte nella revisione vengano rivisti al ribasso in parallelo con il consolidarsi del nuovo quadro regolamentare in tema di risoluzione delle crisi bancarie. Tuttavia la stessa Agenzia ha precisato che, per le banche che abbiano un rating a lungo termine (Long Term IDR) allineato con il Viability Rating (espressione della solidità intrinseca di una banca) come nel caso di UBI Banca in assenza di variazioni del Viability Rating l eventuale revisione al ribasso dei Support Rating non avrà alcun impatto sul Long Term IDR. Il 25 aprile 2014 l Agenzia ha modificato da Negativo a Stabile l Outlook sull Italia in considerazione delle migliorate condizioni finanziarie del debito sovrano e di un sostanziale bilanciamento dei fattori di rischio che potrebbero agire sul rating governativo. Il successivo 13 maggio Fitch ha rivisto i rating delle cinque principali banche italiane, tra le quali UBI Banca: in tale ambito sono stati confermati sia il rating a lungo termine (BBB+), allineato a quello sovrano, sia l Outlook Negativo, per i riflessi che il difficile contesto economico italiano determina su ricavi e rischiosità del portafoglio crediti. FITCH RATINGS Short-term Issuer Default Rating (1) F2 Long-term Issuer Default Rating (2) BBB+ Viability Rating (3) bbb+ Support Rating (4) 2 Support Rating Floor (5) BBB Outlook (Long-term Issuer Default Rating) Negativo (1) Capacità di rimborso del debito nel breve termine (durata inferiore ai 13 mesi) (F1+: miglior rating D: peggior rating) (2) Capacità di fronteggiare puntualmente gli impegni finanziari nel lungo termine indipendentemente dalla scadenza delle singole obbligazioni. Questo rating è un indicatore della probabilità di default dell emittente (AAA: miglior rating D: default) (3) Valutazione della solidità intrinseca della banca, vista nell ipotesi in cui la stessa non possa fare affidamento su forme di sostegno esterno (aaa: miglior rating - f: default). (4) Giudizio sull eventuale probabilità, adeguatezza e tempestività di un intervento esterno (da parte dello Stato o di azionisti istituzionali di riferimento) nel caso la banca si trovasse in difficoltà (1: miglior rating 5: peggior rating) (5) Questo rating costituisce un elemento informativo accessorio, strettamente correlato al Support Rating, in quanto identifica, per ogni livello del Support Rating, il livello minimo che, in caso di eventi negativi, potrebbe raggiungere l Issuer Default Rating. 7

8 Principali dati e indicatori (in milioni di euro) Banca Popolare di Ancona S.p.A. 30/06/ /06/ /12/2013 DATI PATRIMONIALI, ECONOMICI, OPERATIVI E DI STRUTTURA Crediti verso clientela di cui deteriorati Raccolta diretta da clientela Raccolta indiretta da clientela, compreso il risparmio assicurativo (al valore di mercato) ricchezza finanziaria Patrimonio Netto (escluso utile di esercizio) Utile/perdita della operatività corrente al lordo delle imposte Utile/perdita dell'esercizio Numero dei dipendenti effettivi Numero sportelli bancari operativi INDICI DI STRUTTURA Raccolta da clientela/crediti verso clientela 79,65% 86,45% 85,55% Raccolta gestita (compreso assicurazioni)/raccolta indiretta da clientela ordinaria 39,96% 47,12% 42,91% INDICI DI REDDITIVITA', EFFICIENZA E PRODUTTIVITA' ROE (Utile dell'esercizio/patrimonio netto escluso utile dell'esercizio) 0,14% 0,12% 0,53% ROE al netto delle componenti non ricorrenti 0,24% n.s. 0,37% COST/INCOME 1 (oneri operativi/proventi operativi) 64,88% 68,21% 66,14% COST/INCOME 1 al netto delle componenti non ricorrenti 64,88% 68,21% 66,08% COST/INCOME 2 (oneri operativi + rettifiche di valore su crediti/proventi operativi) 96,41% 96,66% 95,63% COST/INCOME 2 al netto delle componenti non ricorrenti 96,41% 96,66% 95,57% Tax rate 87,37% 92,33% 63,89% Tax rate normalizzato 78,74% n.s. 73,40% Margine di interesse/proventi operativi 55,57% 53,24% 53,03% Commissioni nette/proventi operativi 39,35% 38,19% 40,02% Rettifiche nette su crediti/crediti verso clientela 1,29% 1,10% 1,18% INDICI DI RISCHIOSITA' Sofferenze/crediti verso clientela 5,91% 5,15% 5,77% Crediti deteriorati/crediti verso clientela 12,49% 12,48% 12,49% % copertura sofferenze 42,41% 42,65% 41,71% % copertura sofferenze al lordo delle cancellazioni 59,11% 59,96% 58,65% % copertura totale crediti deteriorati 30,05% 27,23% 29,05% % copertura crediti in bonis 0,68% 0,68% 0,72% COEFFICIENTI PATRIMONIALI (*) Capitale primario di Classe 1/Attività di rischio ponderate 15,11% n.a. n.a. Capitale di Classe1/Attività di rischio ponderate 15,11% 19,70% 18,69% Patrimonio di vigilanza/attività di rischio ponderate 15,11% 19,54% 18,56% (*) Le attività di rischio ponderate utilizzate per la determinazione dei coefficienti esposti comprendono, per i soli periodi del 2013, lo sconto del 25% previsto per le Banche appartenenti ad un Gruppo Bancario che a livello consolidato rispetti il requisito minimo obbligatorio. Per ulteriori dettagli relativamente al dato del 2014 si rinvia a quanto indicato nelle Note illustrative Adeguatezza patrimoniale. Gli indicatori sono stati costruiti utilizzando i dati riclassificati riportati nel capitolo Informazioni sullo Stato Patrimoniale e sul Conto Economico riclassificati. 8

9 Note di commento sull andamento della gestione Lo scenario di riferimento Nel corso del primo semestre lo scenario macroeconomico ha continuato a mostrare segnali di miglioramento la cui entità è stata tuttavia condizionata: dalla rapidità della riduzione degli stimoli monetari statunitensi, dalle tensioni internazionali legate alla crisi ucraina (in seguito all annessione della Crimea da parte della Russia), dal temuto rallentamento dell economia cinese e dalle incertezze per i possibili esiti delle elezioni europee di maggio. Con riferimento a queste ultime, pur in presenza di un avanzamento dei movimenti antieuropeisti, la tenuta dei partiti tradizionali ha contribuito - insieme all avanzamento del lento percorso verso l unione bancaria 1 - a ridurre le temporanee tensioni createsi sui mercati finanziari. Nei Paesi dell Area euro più esposti alla crisi del debito è proseguita, seppur con intensità decrescente, la riduzione degli spread sovrani con la Germania. Come evidenziato dal grafico, anche il differenziale tra i BTP decennali e gli analoghi Bund tedeschi ha continuato il percorso di rientro nonostante un temporaneo incremento in maggio anche a causa delle incerte attese sull esito elettorale attestandosi in chiusura di semestre a 149 punti base (215 punti base a fine 2013). Nelle ultime settimane il miglioramento si è interrotto con l affiorare di incertezze sull entità della ripresa nell Area e sulla solidità di una banca portoghese. Spread BTP-Bund decennali Punti base G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D G F M A M G L Fonte: Thomson Financial Reuters Sulle prospettive economiche dell Area euro permangono ancora rischi al ribasso di natura geopolitica, legati agli andamenti dei Paesi emergenti e dei mercati finanziari mondiali, ad una domanda interna inferiore alle attese, alla debolezza delle esportazioni nonché ad un attuazione insufficiente delle riforme strutturali nei Paesi dell Area 2. Anche alla luce di queste difficoltà, nella riunione del 5 giugno il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea ha varato una combinazione di misure intese a realizzare un ulteriore allentamento della politica monetaria, con l obiettivo di riportare l inflazione in prossimità del 2%, oltre che sostenere il processo di erogazione del credito: I dati dello scenario di riferimento sono aggiornati al 22 Luglio Nella riunione del marzo Parlamento e Consiglio europeo hanno raggiunto un intesa sul nuovo meccanismo unico di risoluzione delle crisi creditizie (Single Resolution Mechanism) stabilendo che il fondo unico di risoluzione, finanziato dalle banche, entrerà in vigore gradualmente a partire dal gennaio 2015 e raggiungerà la dotazione finale di 55 miliardi di euro entro 8 anni anziché I progressi nelle politiche di bilancio hanno invece portato alla raccomandazione della Commissione, accettata dal Consiglio il 20 giugno, di chiudere le procedure per i disavanzi eccessivi per quattro Paesi: Paesi Bassi, Belgio, Austria e Slovenia. 9

10 con efficacia dall 11 giugno il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali è stato ridotto di 10 punti base allo 0,15%, così come il tasso sui depositi delle banche presso la BCE, divenuto per la prima volta negativo (-0,10% 3 ); è stato deciso l avvio di una serie di operazioni non convenzionali a più lungo termine (Targeted Longer-Term Refinancing Operations, TLTRO) aventi scadenza nel settembre 2018, mirate a supportare l espansione dei prestiti bancari alle famiglie ed alle società non finanziarie. Alle controparti verrà assegnato un plafond iniziale per un importo pari al 7% dell ammontare totale dei prestiti da esse erogati al settore privato non finanziario dell Area euro, al netto di mutui e cartolarizzazioni, in essere al 30 aprile 2014 (circa 400 miliardi di euro). Due operazioni saranno realizzate a settembre e dicembre 2014, mentre da marzo 2015 a giugno 2016 tutte le controparti potranno prendere in prestito trimestralmente fino a tre volte l importo del loro portafoglio prestiti netti al settore privato non finanziario dell Area euro. Le banche che richiedono prestiti TLTRO e non raggiungono i loro target al 30 aprile 2016 saranno tenute a restituire, alla data del 30 settembre 2016, interamente i fondi ottenuti. È stato infine deciso l ampliamento degli asset eligibili come collaterale almeno sino a settembre 2018; si è deciso di intensificare i lavori preparatori per acquisti definitivi dal mercato delle cartolarizzazioni (Asset-Backed Securities, ABS) al fine di migliorare il funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria 4 ; il sistema continuerà a beneficiare di condizioni di liquidità estremamente abbondanti e, in tale ottica, la BCE ha prolungato la modalità di piena aggiudicazione degli importi richiesti nelle operazioni di rifinanziamento principali ed in quelle con scadenza a tre mesi sino al dicembre Nella successiva riunione tenutasi il 3 luglio, la BCE ha esteso - con decorrenza gennaio da un mese a sei settimane l intervallo di tempo tra le riunioni di politica monetaria. Per quanto attiene alle Banche Centrali dei principali Paesi avanzati 5 : la Federal Reserve ha confermato nell intervallo 0-0,25% il tasso di riferimento annunciando però in marzo una modifica della forward guidance con l eliminazione del target macroeconomico legato alla disoccupazione (tasso di disoccupazione non superiore al 6,5%) considerato non più significativo. Nelle riunioni di gennaio, marzo, aprile e giugno la FED ha inoltre deciso di proseguire il progressivo rientro dalle misure non convenzionali (c.d. tapering) avviato nel dicembre 2013 con efficacia dal mese successivo: tra gennaio e luglio sono stati pertanto ridotti per complessivi 25 miliardi di dollari sia gli acquisti a titolo definitivo di mutui cartolarizzati (Mortgage Backed Securities, da 40 a 15 miliardi mensili), sia gli acquisti di obbligazioni del Tesoro a lungo termine (da 45 a 20 miliardi mensili). Nel corso della riunione di giugno inoltre la FED ha deciso che, in caso di miglioramento dell economia secondo le attese, il tapering si concluderà entro novembre mediante l eliminazione dei 35 miliardi mensili residui; la Bank of Japan ha lasciato invariati sia l obiettivo per la base monetaria sia il programma di acquisto di titoli (60-70 mila miliardi di yen l anno); a partire da febbraio ha inoltre rafforzato due programmi minori ( Stimulating Bank Lending Facility e Growth-Supporting Funding Facility ), raddoppiando l ammontare dei fondi reso disponibile alle banche per stimolare i prestiti. Nel corso del primo semestre l indice delle materie prime ha mostrato un incremento complessivo del 10% riflettendo tra gennaio e marzo il forte rincaro dei beni agricoli connesso con le ripercussioni della crisi ucraina sul mercato dei cereali. 3 Il tasso negativo si applica anche alle riserve in eccesso rispetto alla riserva obbligatoria, nonché ad altre tipologie di depositi detenuti presso l Eurosistema. 4 Nell ambito di questa iniziativa l Eurosistema prenderà in considerazione l acquisto di ABS semplici e trasparenti aventi come attività sottostanti crediti verso il settore privato non finanziario dell Area euro. 5 In merito ai principali Paesi emergenti: la People s Bank of China ha ridotto la riserva obbligatoria per alcune categorie di intermediari e ha invitato le banche commerciali ad allentare i criteri per la concessione di mutui per l acquisto della prima casa; al fine di contrastare le pressioni inflazionistiche la Reserve Bank of India in gennaio ha alzato il Repo di 25 punti base all 8%; la Banca Centrale brasiliana ha infine operato tre aumenti (in gennaio, marzo e aprile) portando progressivamente il tasso di riferimento all 11%. 10

11 Nei mesi successivi il raffreddamento della componente non energetica è stato più che compensato dall incremento delle risorse energetiche, con i corsi petroliferi che hanno ripreso a salire quale conseguenza anche delle tensioni geopolitiche che stanno interessando alcuni Paesi produttori (Ucraina, Iraq e Libia). A fine giugno il petrolio di qualità Brent si attestava a 112,36 dollari al barile, in aumento del 4,3% rispetto a fine marzo. L inflazione si è confermata su livelli molto bassi nell Area euro, all interno della quale si stanno paventando anche rischi di deflazione. Negli Stati Uniti ed in Giappone la dinamica dei prezzi appare in accelerazione mentre permane ancora sostenuta, ancorché in lieve attenuazione, nelle principali economie emergenti. Sul mercato dei cambi, dalla tabella emerge un progressivo rafforzamento dello yen nei confronti sia del dollaro sia dell euro, mentre a partire da aprile anche lo yuan sembra essere tornato ad apprezzarsi nei confronti della valuta statunitense. Il rapporto di cambio tra euro e dollaro è invece risultato maggiormente stabile, pur evidenziando da maggio un Principali cambi, quotazioni del petrolio (Brent) e delle materie prime lieve deprezzamento della valuta europea - in corrispondenza con l annuncio da parte della BCE delle misure di allentamento monetario poi introdotte in giugno che è andato proseguendo nelle settimane di luglio. giu-14 A mar-14 B dic-13 C Var. % A/C set-13 D giu-13 E Euro/Dollaro 1,3691 1,3770 1,3752-0,4% 1,3524 1,3008 Euro/Yen 138,69 142,09 144,71-4,2% 132,82 128,94 Euro/Yuan 8,4933 8,5600 8,3250 2,0% 8,2767 7,9835 Euro/Franco CH 1,2141 1,2180 1,2263-1,0% 1,2237 1,2289 Euro/Sterlina 0,8003 0,8263 0,8299-3,6% 0,8355 0,8550 Dollaro/Yen 101,30 103,19 105,23-3,7% 98,21 99,12 Dollaro/Yuan 6,2036 6,2164 6,0537 2,5% 6,1200 6,1374 Futures - Brent (in $) 112,36 107,76 110,80 1,4% 108,37 102,16 Indice CRB (materie prime) 308,22 304,67 280,17 10,0% 285,54 275,62 Fonte: Thomson Financial Reuters * * * Seppur in decelerazione nei primi tre mesi dell anno anche per la temporanea flessione statunitense, la ripresa dell economia mondiale in corso dalla seconda metà del 2013 sta proseguendo principalmente grazie al contributo dei Paesi emergenti, in particolare quelli asiatici, ma anche del Giappone, mentre permane modesta e di diversa intensità la dinamica interna all Area euro. Consuntivi e previsioni: Paesi industrializzati Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo Disoccupazione Disavanzo (+) Avanzo (-) Settore Pubblico (% del PIL) Tassi di riferimento Valori percentuali (1) 2015 (1) 2013 (2) giu-14 (3) 2014 (1) (2) 2013 (2) giu-14 (3) 2014 (1) (2) (1) 2015 (1) dic-13 lug-14 Stati Uniti 1,9 1,5 2,7 1,5 2,1 2,0 7,4 6,1 6,3 6,5 4,5 3,6 0-0,25 0-0,25 Giappone 1,5 1,7 1,8 0,9 3,7 2,8 3,9 3,5 3,3 10,3 9,3 7,6 0-0,10 0-0,10 Area Euro -0,4 0,9 1,3 1,4 0,5 0,7 11,9 11,6 11,6 3,0 2,6 2,5 0,25 0,15 Italia -1,9 0,3 1,2 1,3 0,2 0,6 12,2 12,6 12,8 3,0 3,0 2,7 - - Germania 0,4 1,8 1,7 1,6 1,0 1,0 5,3 5,1 5,2 0,0 0,0 0,1 - - Francia 0,3 0,5 1,0 1,0 0,6 0,8 10,3 10,1 10,2 4,3 4,0 3,5 - - Portogallo -1,4 0,6 1,2 0,4-0,2-0,3 16,4 14,3 14,5 4,9 4,1 3,2 - - Irlanda -0,3 2,0 1,7 0,5 0,5 0,3 13,1 12,0 11,9 7,2 4,8 3,7 - - Grecia -3,9-1,6 0,4-0,9-1,5-1,2 27,5 26,8 26,7 12,7 4,1 2,2 - - Spagna -1,2 1,2 1,3 1,5 0,0 0,3 26,1 25,1 25,2 7,1 6,2 6,4 - - Regno Unito 1,7 3,0 1,6 2,6 1,9 2,4 7,6 6,5 6,6 5,8 5,4 5,1 0,50 0,50 (1) Previsioni,, Fonte: Prometeia e Statistiche ufficiali (2) Tasso medio annuo (3) Laddove non ancora pubblicati i dati al 30 giugno 2014, sono state utilizzate le ultime informazioni disponibili Quale conseguenza delle persistenti condizioni climatiche avverse in zone importanti del Paese, i più recenti aggiornamenti hanno rivisto decisamente al ribasso la crescita statunitense nel primo trimestre, con il Pil in calo congiunturale del 2,9% annualizzato - prima flessione dal avendo risentito di un ridimensionamento dei consumi, nonché 11

12 dell apporto negativo di scorte, esportazioni nette e, seppur in misura più contenuta, degli investimenti fissi. I primi dati relativi al secondo trimestre sembrano comunque preludere ad un ritorno alla crescita beneficiando anche del recupero delle esportazioni in aprile e in maggio. A giugno il tasso di disoccupazione si è ridotto al 6,1% (6,7% a fine 2013), riportandosi sui livelli del settembre Per contro, dopo il minimo toccato in febbraio all 1,1%, l inflazione è rapidamente risalita al 2,1% di maggio e giugno (1,5% a dicembre). L inflazione core (al netto dei prodotti alimentari ed energetici) si è attestata all 1,9% (1,7% a dicembre), risultando più stabile nei sei mesi. Tra gennaio e maggio il saldo negativo della bilancia commerciale è aumentato a 218,2 miliardi di dollari (+5,8% rispetto al corrispondente periodo del 2013), risentendo di un accresciuto disavanzo nei confronti dell Area euro, della Cina e dei Paesi Opec che ha più che compensato il minor deficit verso il continente africano ed il Giappone. Nel secondo trimestre il Pil della Cina è cresciuto del 7,5% su base annua (+7,4% nei tre mesi precedenti) sostenuto da misure Consuntivi e previsioni: principali Paesi emergenti di stimolo degli investimenti in Prodotto Interno Lordo Prezzi al consumo Tassi di riferimento infrastrutture e nel settore immobiliare e dal rafforzamento della Valori (1) 2015 (1) 2013 (2) giu-14 (3) dic-13 lug-14 percentuali domanda proveniente dalle economie Cina 7,7 7,3 7,2 2,6 2,3 6,00 6,00 avanzate. India 4,7 4,9 5,3 10,1 7,3 7,75 8,00 Con riferimento all interscambio Brasile 2,5 n.d. n.d. 6,2 6,5 10,00 11,00 commerciale, le dinamiche Russia 1,2 n.d. n.d. 6,8 7,8 8,25 8,25 tendenziali nel semestre di,, (1) Previsioni Fonte: Prometeia, FMI e Statistiche ufficiali esportazioni (-1,2%) ed importazioni (2) Tasso medio annuo (-0,6%) hanno determinato un (3) Laddove non ancora pubblicati i dati al 30 giugno 2014, sono state utilizzate le ultime informazioni disponibili surplus di 6,3 miliardi di dollari che ha contribuito ad incrementare ulteriormente le riserve valutarie, a fine giugno giunte a sfiorare i 4 mila miliardi di dollari, per oltre un terzo stabilmente investite in titoli pubblici statunitensi. L inflazione ha oscillato tra un minimo dell 1,8% ed un massimo del 2,5% attestandosi in giugno al 2,3%, sempre sostenuta dai prezzi degli alimentari (3,7%). Nei primi tre mesi dell anno l economia giapponese ha accelerato significativamente con il Pil in crescita congiunturale dell 1,6% (+0,1% nell ultimo periodo del 2013), miglior risultato dal terzo trimestre Tale dinamica ha beneficiato di un consistente incremento della domanda interna per consumi ed investimenti non residenziali - stimolata anche da un anticipo delle scelte di acquisto in vista dell aumento delle imposte indirette - nonostante l apporto negativo delle scorte e dell interscambio commerciale, peraltro in attenuazione in virtù di una forte ripresa dell export. I primi dati riferibili al secondo trimestre sembrano anticipare un fisiologico rallentamento: a maggio la produzione industriale è cresciuta solo del +1% su base tendenziale (+3,8% ad aprile, +7,4% a marzo) mentre i risultati dell indagine Tankan di giugno evidenziano un lieve calo del livello di fiducia da parte delle imprese manifatturiere di grandi e piccole dimensioni. A maggio il tasso di disoccupazione si presentava in ulteriore lieve flessione al 3,5% (3,7% a dicembre); l inflazione risultava in sensibile aumento al 3,7% (1,6% a dicembre), incorporando gli effetti dell aumento dell IVA ad inizio aprile. Nell Area euro, la ripresa in atto fatica a consolidarsi: tra gennaio e marzo il Pil è aumentato dello 0,2% rispetto al periodo precedente (+0,3% nell ultimo trimestre 2013) grazie all incremento delle scorte e ad un modesto contributo di consumi ed investimenti che hanno più che controbilanciato il rallentamento dell interscambio commerciale dovuto alla sensibile decelerazione dell export. Sulle prospettive dell Area continua a pesare l eterogeneità ciclica e strutturale tra i diversi Paesi con un accentuazione della dicotomia tra quelli con segnali di ripresa della domanda interna e quelli quasi esclusivamente dipendenti dal contesto internazionale. 12

13 Per quanto attiene al secondo trimestre, in giugno l indicatore -coin calcolato dalla Banca d Italia - che fornisce una stima della dinamica di fondo del Pil europeo - si è confermato sui valori di maggio, positivo da dieci mesi ma in flessione rispetto al massimo raggiunto in aprile. L indice della produzione industriale a maggio ha evidenziato una flessione dell 1,1% su base congiunturale (+0,7% in aprile, -0,4% in marzo), determinata da un generalizzato arretramento per tutte le principali economie dell Area (-1,4% per la Germania). Per contro, il dato tendenziale si sta confermando positivo da inizio anno (+0,5% a maggio), seppur in moderazione (+1,4% in aprile). Sempre in maggio, il tasso di disoccupazione si è attestato all 11,6% - invariato rispetto ad aprile e in marginale riduzione rispetto a dicembre (11,8%) - incorporando ancora situazioni di particolare criticità in Grecia (26,8% a marzo), Spagna (25,1%) e Portogallo (14,3%). A giugno, l inflazione si è confermata allo 0,5% (0,8% a dicembre), sostanzialmente stabile da marzo ed ancora lontana dagli obiettivi di politica monetaria della BCE (2%). L indice core, al netto dei prodotti alimentari ed energetici, si è attestato allo 0,8%, in lieve flessione rispetto all 1% di febbraio e aprile (0,7% a dicembre). Dopo il +0,1% registrato nel quarto trimestre del 2013, nei primi tre mesi del 2014 la dinamica congiunturale del Pil italiano è divenuta nuovamente negativa (-0,1%) evidenziando la perdurante debolezza dell economia, in particolare dell industria e dei servizi. I primi dati riferibili al secondo trimestre non lasciano presagire una rapida inversione di tendenza. La produzione industriale corretta per gli effetti del calendario continua a mostrare un trend altalenante: in maggio l indice si presentava in flessione dell 1,8% su base annua - peggior risultato del sintetizzando variazioni negative per quasi tutti i settori, fra i quali la Fabbricazione di apparecchiature elettriche (-6,5%), le Altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (-4,6%) ed il comparto Elettronico (-3,9%). Solo i settori Estrattivo (+3,7%), Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (+2,9%) e Alimentare (+0,2%) mostravano una dinamica positiva. Parallelamente sul mercato del lavoro non sembrano emergere segnali di miglioramento: il tasso di disoccupazione a maggio era pari al 12,6% (12,5% a fine 2013) - superiore di 1 punto percentuale rispetto alla media europea - con un livello sempre molto critico per la fascia anni (43% 6 ). Il dato generale continua peraltro ad essere mitigato dalla presenza degli ammortizzatori sociali che tra gennaio e giugno hanno evidenziato una lieve riduzione tendenziale del ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni: 562,5 milioni di ore autorizzate a fronte dei 582,5 milioni di un anno prima (-3,4%), quale sintesi di una flessione per le componenti ordinaria (-28,3%) ed in deroga (-16,1%) e di un incremento per la straordinaria (+23,1%). L inflazione, misurata dall Indice Armonizzato dei Prezzi al Consumo, è scesa su livelli significativamente bassi collocandosi in giugno allo 0,2% (0,7% a dicembre), al di sotto della media europea (0,5%). Nei primi cinque mesi dell anno il saldo della bilancia commerciale è risultato positivo per 14,1 miliardi di euro (+8,6 miliardi nel medesimo periodo del 2013), in virtù di un avanzo nell interscambio dei prodotti non energetici, dei quali circa due terzi riferibili ai beni strumentali, che ha più che compensato il deficit energetico (-19,1 miliardi). Il surplus complessivo continua peraltro a riflettere una sostanziale debolezza degli scambi, con le esportazioni in aumento nei cinque mesi dell 1,3% su base tendenziale e le importazioni in flessione del 2,5%. Sul fronte della finanza pubblica, sono in corso trattative a livello europeo per ottenere - nell ambito di quanto previsto dal Patto di Stabilità - una dilazione dei tempi entro i quali conseguire l obiettivo di medio termine di azzeramento dell indebitamento strutturale e la riduzione del debito, a fronte dell attuazione di importanti riforme strutturali 7. * * * 6 Il dato esprime l incidenza dei giovani disoccupati sul totale dei giovani occupati o in corso di occupazione. 7 Dal 1 luglio è iniziato il semestre europeo a presidenza italiana. 13

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