Buon Anno Nuovo e buona lettura. Il Direttore Renzo Pratesi

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2 IL DIRETTORE L ultimo numero del 2013 contiene l analisi del settore agricolo provinciale il quale, alla metà del 2013, poteva contare su imprese registrate, per una variazione tendenziale negativa di 2,6 punti percentuali. Le imprese attive erano 2.684, il 2,7% in meno rispetto alla metà del Le imprese agricole attive si sono assottigliate ad un ritmo piuttosto preoccupante anche in Toscana ed in Italia. Dopo un lungo periodo (durato oltre dieci anni), nel corso del quale le sedi d impresa attive in agricoltura erano diminuite a ritmi importanti nella nostra provincia, il biennio si era caratterizzato per variazioni tendenziali dall entità trascurabile, tendenti verso lo zero. Si era pensato, o meglio, sperato, che il settore tendesse ad assumere dimensioni più stabili, spinto numericamente verso il basso da dinamiche ormai quasi esaurite, quali la riduzione dei terreni coltivabili da un lato e, soprattutto, dall aumento delle dimensioni medie d impresa dall altro. I dati relativi ai primi due trimestri dell anno dimostrano che non è così. Il netto calo delle imprese agricole attive è avvenuto senza grosse distinzioni in tutti e quattro i sistemi economici locali, avendo interessato sia i territori che ne sono maggiormente dotati (Val di Cornia e della Val di Cecina), sia i territori in cui l agricoltura è meno diffusa (Area livornese ed SEL Arcipelago). Nel complesso, l incidenza delle imprese agricole attive sul totale delle imprese attive in provincia di Livorno è, a fine giugno 2013, pari al 9,5%, valore in discesa di un decimo di punto percentuale rispetto al medesimo periodo del Nei primi sei mesi del 2013 si rileva un notevole calo delle iscrizioni di nuove imprese nel settore primario: e tale andamento appare in linea con quanto avvenuto in tutta Italia. Decisamente in controtendenza è l andamento in Val di Cornia, laddove le nuove imprese agricole sono più che duplicate in un anno. Sempre nel confronto col medesimo periodo dell anno precedente, il tasso di natalità semestrale provinciale si calcola dunque in vistosa caduta. Fenomeno ancora più grave del precedente è quello dell enorme aumento delle cessazioni, quasi raddoppiate rispetto al primo semestre del 2012 ed avvenuto in tutti i SEL, con parziale esclusione dell Area Livornese. Un aumento delle cessazioni di imprese agricole si è avuto anche in Toscana ed in Italia, ma non nelle dimensioni che hanno caratterizzato il livello provinciale. Sul fronte del commercio con l estero di prodotti agricoli, nel primo semestre 2013 si nota come la flessione tendenziale delle importazioni sia decisamente inferiore a quella osservata per l intera economia, in quanto queste calano di poco in Toscana ed a Livorno, mentre a livello nazionale se ne riscontra addirittura una crescita. L agricoltura appare in controtendenza rispetto ad altri settori: si avverte meno la debolezza della domanda interna, fatto confermato indirettamente dalla minore flessione delle vendite di prodotti alimentari rispetto agli altri. La buona notizia si replica sul fronte delle esportazioni, ma solo a livello nazionale, dove crescono tendenzialmente di quasi sette punti percentuali, mentre se ne annota una flessione in Toscana ed a Livorno, comunque inferiore a quanto messo a segno dall economia regionale e provinciale nel loro insieme. Buon Anno Nuovo e buona lettura. Il Direttore Renzo Pratesi

3 L agricoltura in Provincia di Livorno I semestre 2013 Il quadro nazionale Col primo trimestre del si conferma la capacità del settore primario italiano di resistere meglio di altri al perdurare della crisi economica, nonostante il forte calo della domanda interna abbia fatalmente colpito anche il consumo dei prodotti alimentari. Il settore agroalimentare italiano si rivolge in prevalenza al mercato interno: mediamente, l incidenza dell export sulla produzione non oltrepassa l 11% per l agricoltura, è più alta, ma comunque inferiore al 20%, per l industria alimentare. Nel 2012 il PIL nazionale ha subito una pesante battuta d arresto, mentre il valore aggiunto dell agricoltura (a prezzi correnti) mostra una piccola ma significava crescita, nell ordine di un decimo di punto percentuale. Quando si calcola il valore aggiunto reale (a prezzi base 2 ), il settore agricolo ne sperimenta d altro canto un calo del 4,4%, in buona compagnia degli altri settori economici nazionali, ad esclusione dei servizi (-1,7%). Nel 2012 sono diminuite anche le unità di lavoro totali in agricoltura (-3,5%, contro il-1,1% dell intera economia nazionale) e, di conseguenza, anche i redditi da lavoro dipendente 3 (-1,2%). Dai dati divulgati recentemente dall Istat, la produzione agricola italiana, circa 50,5 miliardi di euro correnti, è cresciuta dell 1,8% sul 2011 ma solo per effetto dell aumento dei prezzi, poiché in termini reali è diminuita del 3,2% 4. Mancano ovviamente i dati sulla produzione agricola 2013, ma fanno ben sperare quelli relativi alla produzione dell industria alimentare, delle bevande e del tabacco, che dopo il -1,4% del 2012, nel I trimestre 2013, l indice corretto per gli effetti di calendario della produzione dell industria alimentare, delle bevande e del tabacco è aumentato dello 0,6% su base annua. La dinamica tendenziale di inizio 2013, si inserisce in un settore manifatturiero che accusa un netto calo della produzione (-4,5% rispetto al I trimestre 2012), calo che si va a sommare a quello dei cinque trimestri precedenti (nel 2012 la produzione manifatturiera è diminuita del 6,9%) 5. Riguardo alla filiera dei prezzi, nel primo semestre del 2013 si è rileva un notevole aumento dei prezzi agricoli alla produzione, riassunto dall indice ISMEA degli stessi (tabella 1), che cresce per l intero settore del 13,4% su base tendenziale. Tale incremento è quasi completamente attribuibile alle coltivazioni vegetali (+22,3%), molto meno ai prodotti zootecnici (+2,6%). Un simile andamento, seppur dalle dimensioni più contenute, si era osservato anche alla metà del Riguardo ai prezzi dei mezzi correnti di produzione, ancora non è disponibile il relativo indice ISMEA per il semestre in esame, ma, nel primo trimestre del 2013, mostra un +0,1% rispetto al IV trimestre 2012 e un +2,9% rispetto al I trimestre L analisi dei costi fa emergere un incremento tendenziale più accentuato per gli allevamenti (+8,4%), piuttosto che per le coltivazioni vegetali (+0,6%), dato il forte rincaro fatto registrare dai mangimi (+11%, dopo il +5% del 2012); in aumento anche il prezzo dei prodotti energetici (+4,2%), mentre per gli altri fattori produttivi la dinamica su base annua risulta stazionaria, tranne che per le sementi (in lieve crescita) e per gli animali da allevamento (in lieve flessione) 6. Nel confronto tra i due indici emerge che, su base annua, la redditività agricola (misurata attraverso il rapporto tra l indice dei prezzi alla produzione e l indice dei prezzi dei mezzi correnti di produzione), migliora per il terzo trimestre consecutivo, dopo la flessione accusata nella prima metà del 2012, e registra un +0,6% su base 1 I dati ISTAT del secondo trimestre 2013 non sono ancora disponibili al momento della redazione del presente lavoro. 2 Valori concatenati, anno di riferimento 2005 (variazioni percentuali sull'anno precedente). 3 Valori a prezzi correnti. 4 Tendenze Agroalimentare n 2/13, 17 maggio 2013, trimestrale ISMEA. 5 Tendenze Agroalimentare n 2/13, cit. 6 Tendenze Agroalimentare n 2/13, cit.

4 trimestrale e un +7% su base annua. L incremento caratterizza le coltivazioni vegetali, mentre tra gli allevamenti zootecnici, il segno positivo lo si ritrova solo nel comparto suino 7. Tab. 1 - Indice dei prezzi alla produzione italiani a base anno 2000 Indice giugno 2012 Indice giugno 2013 Variazioni tendenziali % Categoria Totale agricoltura 129,1 146,5 13,5 Totale coltivazioni 140,3 171,7 22,3 Cereali 147,6 165,9 12,4 Frutta fresca e secca 147,8 194,5 31,6 Olio di oliva ed altri oli e grassi 98,3 132,9 35,1 Ortaggi e legumi 120,2 148,6 23,6 Semi sementi colture industr. e derivati 134,7 146,3 8,6 Tabacchi secchi e lavorati 358,3 468,3 30,7 Vini ed altre bevande 135,8 166,3 22,5 Totale prodotti zootecnici 117,3 120,3 2,6 Latte e derivati 117,3 121,5 3,6 Animali vivi altri 107,9 100,6-6,7 Bovini e bufalini 112,5 115,4 2,5 Ovini e caprini 126,6 118,1-6,7 Suini 111,1 112,4 1,2 Uova fresche in guscio 179,5 168,4-6,2 Volatili domestici 108,4 122,1 12,7 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISMEA Tab. 2 - Prezzi medi nei mercati all origine di alcuni prodotti agricoli - ITALIA Prezzo giugno Prezzo giugno Prodotto Variazioni % Frumento duro ( /ton.) 252,7 261,6 3,5 Frumento tenero ( /ton.) 234,7 258,3 10,1 Granturco ( /ton.) 202,1 243,2 20,3 Lattuga ( /Kg.) 0,2 0,3 43,5 Limoni ( /Kg.) 0,3 0,3-9,1 Mele da tavola ( /Kg.) 0,6 0,8 36,8 Pomodori ( /Kg.) 0,6 0,7 32,7 Vini rossi da tavola ( /ettogrado) 4,4 5,4 22,6 Polli ( /Kg.) 1,2 1,4 14,2 Suini da macello ( /Kg.) 1,3 1,4 3,1 Uova gallina da consumo ( /100 unità) 14,0 13,1-6,2 Latte di vacca ( /hl) 41,6 43,7 5,0 Parmigiano reggiano ( /Kg.) 9,4 9,6 2,7 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISMEA In tabella 2 è presente l andamento dei prezzi medi sui mercati all origine di alcuni dei prodotti maggiormente scambiati, al giugno Nel complesso si registra un rallentamento nella crescita degli stessi tra le coltivazioni vegetali, almeno rispetto al 2012 (+4,6% nel solo primo trimestre dell anno in corso), mentre di un vero e proprio calo si può parlare per l aggregato zootecnico (- 2,9%). Nell ultima parte della filiera dei prezzi, quelli al consumo, nei primi sei mesi del 2013 si è assistito ad un forte calo della spinta inflazionistica, peraltro cominciato nell ultimo scorcio dell anno 7 Tendenze Agroalimentare n 2/13, cit.

5 precedente. Dal +3,0% del 2012 nel suo complesso, l indice inflativo si è difatti dimezzato fino al +1,5% medio della prima metà del In questo periodo si è anche osservato un calo generalizzato delle vendite al dettaglio. Nell ambito della suddivisione per capitolo di spesa (tabella 3), i prezzi dei generi alimentari hanno d altro canto mantenuto uno stimolo alla crescita piuttosto sostenuto (+2,8%), risultando la seconda divisione di spesa per valore della variazione tendenziale, dopo quella relativa all istruzione (+2,9%). I prezzi delle bevande alcoliche e dei tabacchi si sono al contrario mantenuti più vicini ai livelli dell anno precedente (+1,1%). Tab. 3 - Indici dei prezzi nazionali per divisione di spesa al giugno 2013 e variazioni tendenziali %. (Base 2010=100) Divisione di spesa Alimentari Bevande alcoliche e tabacchi Abbigliamento Abitazione e consumi Mobili e casalinghi Sanità Giugno ,7 109,9 104,3 112,4 103,9 100,4 Giugno ,7 111,1 105,0 114,4 104,9 100,8 Variazione 2,8% 1,1% 0,7% 1,8% 1,0% 0,4% Divisione di spesa Trasporti Comunicazioni Tempo libero Istruzione Alberghi e ristoranti Altri beni e servizi Giugno ,8 97,5 100,8 103,8 104,2 105,4 Giugno ,9 93,4 100,8 106,8 105,8 107,0 Variazione 1,0% -4,2% 0,0% 2,9% 1,5% 1,5% Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Tab. 4 - Valore delle vendite del commercio fisso al dettaglio a prezzi correnti (base 2010=100) settore alimentare e totali, per forma distributiva. Indici e variazioni tendenziali Alimentari Totale Grande distribuzione Piccole superfici Grande distribuzione Piccole superfici INDICI (base 2005=100) I trim ,2 87,2 91,9 84,2 II trim ,9 89,5 96,0 91,0 Variazioni tendenziali I trim ,1-4,5-1,4-5,3 II trim ,0-3,9-1,8-2,8 Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Come anticipato in precedenza, il primo semestre 2013 si è distinto per un ulteriore calo nei consumi delle famiglie italiane, che è andato a colpire maggiormente gli esercizi commerciali di piccole dimensioni, ma non certo ha risparmiato il giro d affari della grande distribuzione (tabella 4). Le vendite dei prodotti alimentari sembrano leggermente in minori difficoltà rispetto a quelle dei prodotti non alimentari. Tale andamento è già stato riscontrato per quasi tutto il periodo della lunga crisi che attanaglia l economia nazionale. Import-export agricolo e dell industria alimentare Sul fronte del commercio con l estero, nel primo semestre del 2013 si è assistito ad una generale contrazione delle importazioni in termini tendenziali, anche sulla scia del perdurare di un livello scarso della domanda interna. Tale fenomeno si è osservato non solo a livello nazionale (-7,0% 8 ), ma anche regionale (-9,0%) e provinciale. Uno dei pochi impulsi alla crescita nazionale resterebbe 8 Percentuale espressa in termini di valore (euro).

6 legato all andamento delle esportazioni le quali, nel medesimo periodo, non hanno d altro canto evidenziato i tassi di crescita messi a segno nel corso del biennio precedente, attestandosi su livelli leggermente inferiori al primo semestre 2012, sia in Italia (-0,4%), sia in Toscana (-1,9%). Le esportazioni della provincia di Livorno hanno subito, al contrario, un pesante calo (-13,7%), sulla scia di quanto già si cominciava ad osservare nella seconda metà del Osservando l andamento del solo import-export di prodotti agricoli nel primo semestre 2013 (tabella 5), si nota come la flessione tendenziale delle importazioni sia decisamente inferiore a quella osservata per l intera economia, in quanto queste calano di poco in Toscana (-1,7%) ed a Livorno (-1,3%), mentre a livello nazionale se ne riscontra addirittura una crescita (+4,6%). L agricoltura appare in controtendenza rispetto ad altri settori: si avverte meno la debolezza della domanda interna, fatto confermato indirettamente dalla minore flessione delle vendite di prodotti alimentari rispetto agli altri. La buona notizia si replica sul fronte delle esportazioni solo a livello nazionale, dove crescono tendenzialmente di quasi sette punti percentuali, mentre se ne annota una flessione in Toscana (- 2,9%) ed a Livorno (-2,7%), valore, quest ultimo, comunque di gran lunga inferiore a quanto messo a segno dall economia provinciale nel suo insieme. Tab. 5 - Import Export agricolo per periodo e territorio (valori in euro), variazioni tendenziali % ed incidenze % Anno I sem 2012 I sem 2013 Territorio Import Export Import Export Livorno Toscana ITALIA Var. % Incidenza % sul totale Territorio Import Export Import Export Livorno -1,3-2,7 1,86 0,80 Toscana -1,7-2,9 2,22 1,19 ITALIA 4,6 6,7 3,56 1,58 Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati ISTAT Il valore dei prodotti agricoli importati nella nostra provincia nel corso del primo semestre 2013 supera di gran lunga quello delle loro esportazioni: 44,4 milioni di euro contro 8,3. Da un lato questi valori appaiono ancora di scarsissimo impatto sul commercio con l estero della nostra provincia, tant è che le importazioni incidono per il solo 1,86% del totale importato (contro il 2,22% regionale ed il 3,56% nazionale) e le esportazioni per il solo 0,8% (1,19% in Toscana e 1,58% in Italia). Dall altro lato portano ad un saldo commerciale ampiamente negativo (36 milioni di euro): il valore del grado di copertura (rapporto fra il valore delle esportazioni e quello delle importazioni) della nostra provincia è difatti pari a 0,19 punti. Dunque le esportazioni livornesi coprono le importazioni per il solo 19%, percentuale sicuramente lontana non solo dal 47% calcolato per l Italia, ma anche, e soprattutto, dal 81% mostrato dalla regione Toscana. In pratica quasi tutto il deficit commerciale regionale (43 milioni di euro) è da attribuirsi alla nostra provincia. È interessante effettuare un piccolo excursus per osservare l andamento del commercio con l estero dell industria alimentare livornese, toscana ed italiana. Per questa branca del manifatturiero il primo semestre 2013 si chiude, per la Toscana e per l Italia, con variazioni tendenziali positive, sia per le merci in entrata, sia per quelle in uscita. Diversa è la situazione per la provincia di Livorno, per la 9 Per un approfondimento sul tema si veda Il commercio estero in provincia di Livorno nel primo semestre 2013, CentrostudiLivorno.news n 19, del 15/10/

7 quale si rileva un vero e proprio tonfo nell import (-40,3%) e solo una lieve diminuzione tendenziale dei valori esportati (-1,2%). Al contrario di quanto accade per i prodotti agricoli, l interscambio con l estero dell industria alimentare porta ad un saldo commerciale ampiamente positivo, soprattutto per la nostra provincia, ma anche per la Toscana. I valori scambiati con l estero dall industria alimentare sono mediamente più alti rispetto a quelli del settore primario, e questo accade in tutti i casi, salvo che per l import livornese (tabella 6). Tab. 6 - Import Export dell'industria manifatturiera alimentare per periodo e territorio (valori in euro) I sem 2012 I sem 2013 Territorio Import Export Import Export Livorno Toscana Italia Var. % Incidenza % sul totale Territorio Import Export Import Export Livorno -40,3-1,2 0,93 6,21 Toscana 5,0 10,2 7,20 5,32 ITALIA 2,9 6,6 7,48 6,76 Elaborazione Centro Studi e Ricerche su dati ISTAT Grafico 1 - Composizione per continente dell'import-export agricolo e dell'industria alimentare livornese - I sem ,4 4,1 Export 54,5 26,5 14,6 Europa Africa America Asia Oceania Import 70,7 7,6 19,0 2,4 0,2 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Elaborazione Centro Studi e Ricerche CCIAA Livorno su dati ISTAT Nell analisi della destinazione e della provenienza delle merci per continente, aggregata fra settore primario ed industria alimentare, si nota come l Europa sia il principale mercato di scambio per la nostra provincia, visto che incide per oltre il 50% del valore delle esportazioni e per oltre il 70% di quello delle importazioni (grafico 1). Tale mercato è per di più in espansione dal lato dell import, giacché allo scorso primo semestre 2012 se ne calcolava un incidenza di 51 punti percentuali. Fra gli altri continenti, solo l America e l Asia assumono un ruolo degno di nota per la nostra provincia, la prima soprattutto come mercato di sbocco, la seconda in quanto importante mercato di approvvigionamento.

8 Demografia d impresa Le imprese registrate nel settore Agricoltura, silvicoltura e pesca in provincia di Livorno ammontano a al termine del primo semestre 2013: se ne calcola una variazione tendenziale negativa di 2,6 punti percentuali. Le imprese attive sono 2.684, ossia oltre il 99% delle registrate, ben il 2,7% in meno rispetto alla metà del Le imprese agricole attive si sono assottigliate ad un ritmo piuttosto preoccupante anche in Toscana (-1,5%) ed in Italia (-3,2%, in tabella 7). Tab. 7 - Imprese attive in Agricoltura nei comuni di Livorno. Valori assoluti, variazioni assolute e percentuali. Confronto II trim. 2012/2013 TERRITORIO II trim II trim Var. ass. Var. % Bibbona ,1% Campiglia M ,8% Campo nell'elba ,3% Capoliveri ,5% Capraia Isola ,2% Castagneto C ,0% Cecina ,9% Collesalvetti ,7% Livorno ,0% Marciana ,0% Marciana Marina ,0% Piombino ,0% Porto Azzurro ,0% Portoferraio ,9% Rio Marina ,0% Rio nell'elba ,5% Rosignano M ,9% San Vincenzo ,3% Sassetta ,0% Suvereto ,1% Totale Provincia ,7% Toscana ,5% Italia ,2% Nell ultima parte di un lungo periodo (durato oltre dieci anni), in cui le sedi d impresa attive in agricoltura diminuivano a ritmi importanti nella nostra provincia, ossia nel biennio , si era osservato che le variazioni tendenziali tendevano verso lo zero. Si era pensato, o meglio, sperato, che il settore tendesse ad assumere dimensioni stabili, spinto numericamente verso il basso da dinamiche, ormai quasi esaurite, quali la riduzione dei terreni coltivabili da un lato e, soprattutto, dall aumento delle dimensioni medie d impresa dall altro. I dati relativi ai primi due trimestri dell anno dimostrano che non è così. Nel confronto con l andamento del tessuto imprenditoriale provinciale nel suo complesso (grafico 2), emerge in tutta la sua drammaticità il netto calo numerico subito dal settore primario. Il tutto in controtendenza a quanto avvenuto nel corso del 2012, l unico periodo prolungato in cui le imprese agricole hanno evidenziato un andamento migliore rispetto al tessuto economico provinciale nel suo complesso.

9 1,5 1,0 0,5 0,0-0,5-1,0-1,5-2,0-2,5-3,0-1,0 Grafico 2 - Confronto delle variazioni tendenziali di imprese attive fra agricoltura e totale settori 0,8 0,8-1,5 0,3-1,3-0,1-1,5-0,9-1,0-2,7 I II III IV I II III IV I II -0,7-0,8-0,2-0,6-0,1-1,0-1,2-1,3-1, Agricoltura e pesca Totale provincia Il netto calo delle imprese agricole attive è avvenuto senza grosse distinzioni in tutti e quattro i sistemi economici locali, interessando sia i territori che ne sono maggiormente dotati, quelli della Val di Cornia (-2,5% tendenziale) e della Val di Cecina (-2,8%), sia i territori in cui l agricoltura è meno diffusa: l Area livornese (-3,3%) ed il SEL Arcipelago (-2,5%, in tabella 8). Tab. 8 - Imprese attive in Agricoltura per SEL. Valori assoluti e variazioni e percentuali. Confronto II trim. 2012/2013 SEL II trim II trim Var. % Area livornese ,3% Val di Cecina ,8% Val di Cornia ,5% Arcipelago ,5% L incidenza delle imprese agricole attive sul totale delle imprese attive in provincia di Livorno è, a fine giugno 2013, pari al 9,5%, valore in discesa di un decimo di punto percentuale rispetto al medesimo periodo del In media ci sono meno imprese agricole rispetto ai due territori di confronto, poiché in Toscana tale percentuale si assesta sugli 11,5 punti ed in Italia sui 15,2. All interno del territorio provinciale, tuttavia, si rilevano valori assai diversi tra i SEL locali, con la Val di Cornia e la Val di Cecina che si differenziano notevolmente dagli altri due per la numerosa presenza di imprese agricole (tabella 9). Nei due territori opera il 78,2% del totale delle imprese agricole provinciali, molto meno importante è ovviamente l apporto fornito dall Area livornese (13,0%) e dall Arcipelago (8,8).

10 Tab. 9 - Incidenza delle imprese attive in Agricoltura sul totale imprese attive e incidenza delle stesse 2013 Distribuzione delle Imprese agricole/ SEL imprese agricole in totale imprese provincia Area livornese 2,7% 13,0% Val di Cecina 15,2% 38,3% Val di Cornia 21,1% 39,9% Arcipelago 6,7% 8,8% Tot. Provincia 9,5% 100,0% Toscana 11,5% Italia 15,2% Nei primi sei mesi del 2013 si rileva un notevole calo delle iscrizioni di nuove imprese nel settore primario: nella nostra provincia sono state 42 contro le 51 del primo semestre 2012, per una diminuzione tendenziale del 17,6%, e tale fenomeno appare in linea con quanto avvenuto nei territori di confronto: Toscana -11,3% ed Italia -13,1%. Decisamente in controtendenza è l andamento in Val di Cornia, laddove le nuove imprese agricole sono più che duplicate in un anno. Sempre nel confronto col medesimo periodo dell anno precedente, il tasso di natalità semestrale provinciale si calcola dunque in vistosa caduta, dato che in un anno passa da 1,83 a 1,51 punti percentuali, valore inferiore a quelli toscano e nazionale (tabella 10). Tab. 10 Iscrizioni nel I semestre 2012 e 2013, variazioni percentuali e tassi di natalità Tasso di Tasso di Iscrizioni I Iscrizioni I Var % natalità I natalità I sem sem Territorio sem sem Area livornese ,9 1,90 1,09 Val di Cecina ,8 2,93 1,31 Val di Cornia ,4 0,81 2,00 Arcipelago ,0 1,62 0,81 Totale Provincia ,6 1,83 1,51 Toscana ,3 2,05 1,83 Italia ,1 2,04 1,81

11 Tab. 11 Cessazioni nel I semestre 2012 e 2013, variazioni percentuali e tassi di mortalità Tasso di Tasso di Cessazioni I Cessazioni I Var % mortalità I mortalità I sem sem Territorio sem sem Area livornese ,1 3,52 4,37 Val di Cecina ,1 2,93 5,42 Val di Cornia ,1 1,53 3,81 Arcipelago ,0 2,02 4,86 Totale Provincia ,9 2,37 4,59 Toscana ,3 3,00 3,76 Italia ,8 3,83 4,35 Fenomeno ancora più grave del precedente è quello dell enorme aumento delle cessazioni nella nostra provincia, quasi raddoppiate rispetto al primo semestre del 2012 (+94%) ed avvenuto in tutti i SEL provinciali, con parziale esclusione dell Area Livornese. Un aumento delle cessazioni di imprese agricole si è avuto anche in Toscana ed in Italia (rispettivamente, +24,3% e +10,8%), ma non nelle dimensioni che hanno caratterizzato il livello provinciale (tabella 11). Il valore del tasso di mortalità provinciale schizza verso l alto (4,59 punti percentuali) superando ampiamente quelli calcolati a livello regionale e nazionale. In tutti i territori analizzati, dai SEL provinciali fino all ambito nazionale, il numero delle cessazioni ha ampiamente superato quello delle iscrizioni, ed i risultanti tassi di crescita sono tutti negativi, ed in deciso peggioramento rispetto al valore che assumevano dodici mesi prima (tabella 12). Tab. 12 Confronto dei tassi di crescita I semestre 2012 e 2013 Territorio Tasso di crescita I sem Tasso di crescita I sem Area livornese -1,63-3,28 Val di Cecina 0,00-4,11 Val di Cornia -0,72-1,81 Arcipelago -0,40-4,05 Totale Provincia -0,54-3,09 Toscana -0,96-1,93 Italia -1,80-2,54

12 Forma giuridica Nonostante il forte calo numerico d imprese agricole (registrate), nel settore primario continua l avanzata di società di persone e capitali, a scapito di quelle individuali. Tab Composizione e variazione delle imprese agricole registrate per forma giuridica Società di capitale Società di persone Imprese individuali Altre forme Totale Composizione % al 30/06/2012 Livorno 3,45 9,41 86,18 0,97 100,00 Toscana 3,26 10,63 84,74 1,36 100,00 Italia 1,70 7,18 89,32 1,81 100,00 Composizione % al 30/06/2013 Livorno 3,50 10,29 85,29 0,92 100,00 Toscana 3,40 11,21 84,01 1,39 100,00 Italia 1,82 7,52 88,81 1,84 100,00 Variazione % Livorno -1,0 6,5-3,6-7,4-2,6 Toscana 2,7 3,8-2,3 0,2-1,5 Italia 3,9 1,6-3,6-1,1-3,1 A questo fenomeno, osservato ormai da diversi anni, fa eccezione solo il dato livornese per le società di capitale, le quali arretrano di un punto percentuale, mentre crescono in toscana ed Italia. Nel primo semestre del 2013 notevole è la crescita delle società di persone, soprattutto nella nostra provincia (+6,5%). Le imprese individuali, ossia la forma giuridica in assoluto più diffusa, diminuiscono a livello tendenziale in tutti i territori esaminati: a Livorno del 3,6%, con lo stesso valore italiano, ed in Toscana del 2,3%. Sottosettori di attività Presentiamo di seguito l analisi della demografia d impresa per sottosettore agricolo, ossia il settore ATECO A01 Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi; A02 Silvicoltura ed utilizzo di aree forestali e A03 Pesca ed acquacoltura. La provincia livornese si caratterizza per la massiccia presenza d imprese che coltivano cereali (32,8%), ortaggi (16,5%), ma anche uva (8,7%) ed olivi (19,7%), e tutti queste tipologie vedono variazioni tendenziali negative dal valore più o meno ampio. Sono presenti altre imprese specializzate in svariate e differenti coltivazioni, le cui incidenze raggiungono raramente percentuali degne di nota. Decisamente poco diffusa è anche l attività di allevamento di animali (tabella 14).

13 Settori Tab Imprese attive nel settore ATECO A01. Confronto II trim. 2012/2013 Valori II trim. II trim. Var.% Incidenze II trim COLTIVAZIONI AGRICOLE E PRODUZ. DI PRODOTTI ANIMALI, CACCIA ,0 0,00 COLTIVAZIONE DI COLTURE AGRICOLE NON PERMANENTI ,0 2,12 Coltivazione di cereali (escluso il riso), legumi da granella e semi oleosi ,2 32,79 Coltivazione di ortaggi e meloni, radici e tuberi ,3 16,47 Floricoltura e coltivazione di altre colture non permanenti ,0 2,28 COLTIVAZIONE DI COLTURE PERMANENTI ,3 8,36 Coltivazione di uva ,9 8,72 Coltivazione di agrumi 2 2 0,0 0,08 Coltivazione di altri alberi da frutta, frutti di bosco e in guscio ,0 0,24 Coltivazione di frutti oleosi ,2 19,71 Coltivazione di spezie, piante aromatiche e farmaceutiche 2 4 / 0,16 Coltivazione di altre colture permanenti 0 1 / 0,04 RIPRODUZIONE DELLE PIANTE ,0 0,36 ALLEVAMENTO DI ANIMALI 4 4 0,0 0,16 Allevamento di bovini da latte ,2 1,76 Allevamento di altri bovini e di bufalini ,0 0,12 Allevamento di cavalli e altri equini ,6 0,76 Allevamento di ovini e caprini ,0 1,08 Allevamento di suini 3 3 0,0 0,12 Allevamento di pollame 5 5 0,0 0,20 Allevamento di altri animali ,4 1,56 COLTIVAZIONI AGR. ASSOCIATE ALL'ALLEVAMENTO DI ANIMALI: ATTIVITÀ MISTA ,0 0,96 ATTIVITÀ DI SUPPORTO ALL'AGRICOLTURA E ATTIVITÀ SUCCESSIVE ALLA RACCOLTA ,0 0,60 Attività di supporto alla produzione vegetale ,8 1,24 Attività di supporto alla produzione animale ,3 0,08 CACCIA, CATTURA DI ANIMALI E SERVIZI CONNESSI 1 1 0,0 0,04 Totale ,0 100,00 Elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Infocamere Sono meno di cinquanta le imprese attive nel sottosettore A02, comparto comunque in crescita tendenziale (due unità in più tra la fine di giugno 2012 e di quello 2013). Esse operano per la maggior parte nell utilizzo delle aree forestali (l unico sottosettore a mostrare il segno più) e solo in seconda battuta nella silvicoltura ed altre attività forestali (tabella 15). Tab Imprese attive nel settore ATECO A02. Confronto II trim. 2012/2013 Valori Incidenze II trim. II trim. II trim. Settori Var.% SILVICOLTURA ED ALTRE ATTIVITÀ FORESTALI ,1 21,28 UTILIZZO DI AREE FORESTALI ,9 74,47 SERVIZI DI SUPPORTO PER LA SILVICOLTURA ,3 4,26 Totale ,4 100,00 Elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Infocamere

14 Numeri un po più ampi rispetto ai precedenti si trovano nel sottosettore della pesca ed acquacoltura (A03, in tabella 16), le cui imprese, rimaste nello stesso numero dell anno precedente, sono per la maggior parte attive nella pesca in mare. Tab Imprese attive nel settore ATECO A03. Confronto II trim. 2012/2013 Valori Incidenze II trim. II trim. II trim. Settori Var.% PESCA 5 5 0,0 3,68 Pesca marina ,0 93,38 Pesca in acque dolci 2 2 0,0 1,47 Acquacoltura marina 2 2 0,0 1,47 Totale ,0 100,00 Elaborazione Centro Studi CCIAA Livorno su dati Infocamere

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