LO SPAZIO DEI VETTORI ORDINARI 1 1. L INSIEME DEI VETTORI ORDINARI

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "LO SPAZIO DEI VETTORI ORDINARI 1 1. L INSIEME DEI VETTORI ORDINARI"

Transcript

1 LO SPAZIO DEI VETTORI ORDINARI 1 1. L INSIEME DEI VETTORI ORDINARI Iniziamo il paagafo con il fissae la nosta attenzione sul ben noto concetto di segmento oientato. Un segmento oientato, di pimo estemo A e di secondo estemo B (con B A), veà indicato con AB; mente un segmento non oientato, sempe di estemi A e B, veà indicato con [AB]. Indicheemo con AB la misua o il modulo del segmento non oientato [AB] ispetto ad una data unità di misua u. denoteemo con S l insieme di tutti i segmenti oientati dello spazio. Dati due segmenti oientati AB e CD diemo che il segmento oientato AB è equipollente al segmento oientato CD e sciveemo: AB CD se si veificano le seguenti condizioni: a) AB = CD (ispetto ad una qualunque unità di misua); b) la etta AB è paallela alla etta CD (paallele o coincidenti); c) veso di AB = veso di CD. In alte paole due segmenti si dicono equipollenti se hanno lo stesso modulo, la stessa diezione e lo stesso veso. TEOREMA La elazione essee equipollenti è una elazione di equivalenza. DIMOSTRAZIONE. Occoe povae che la elazione essee equipollenti veifica le popietà iflessiva, simmetica e tansitiva. 1) Riflessiva Si ha banalmente AB BA in quanto: AB = AB ; etta AB = etta AB; veso AB = veso AB. ) Simmetica Supposto AB CD si deve povae che CD condizioni a), b), c) sono simmetiche. AB. Ciò segue dal fatto che le te 1 A cua del Pof. FRANCO Eugeni Odinaio pesso l Univesità di Teamo e della Pof.ssa ANNAMARIA VICECONTE Univesità di Teamo

2 3) Tansitiva Supposto che sia AB CD e CD HK poviamo che: AB HK. Se AB CD e CD HK alloa: a) AB = CD = HK ; b) la etta AB è paallela alla etta CD paallela alla etta HK; c) veso AB = veso CD = veso HK da cui l asseto. Poiché la elazione di equipollenza è una elazione di equivalenza possiamo ipatie l insieme S in classi di segmenti equipollenti. L insieme quoziente S/, cioè l insieme di tutte le possibili classi di equipollenza, saà denotato con V e le classi, ovveo gli elementi di V, si chiameanno vettoi 0 0 (libei). Un geneico vettoe si indicheà con AB o anche con una lettea minuscola somontata da una feccia: u = AB = {HK: HK S, HK AB} Il segmento oientato AB AB si dice appesentante del vettoe AB. All insieme V 0 si aggiunge un elemento esteno che pende il nome di vettoe nullo e si denota con 0. Da un punto di vista intuitivo tale elemento si intoduce come deivante dall idea intuitiva di segmento nullo. Come nuova classe di equivalenza, avà pe elementi tutti i punti delle spazio ovveo tutti i segmenti nulli. Poemo nel seguito V:= V { 0 0 } := S/ { 0 } L insieme V si dià sostegno dello spazio vettoiale odinaio. A volte un appesentante AB di un vettoe odinaio u si dià anche vettoe applicato in A. Se

3 u è un vettoe, con u si indica il suo modulo ispetto all unità di misua fissata. Un vettoe di modulo unitaio saà detto vesoe. Dato un vettoe u 0, chiamiamo vettoe opposto di u il vettoe v tale che: stesso modulo di u v = stessa diezione di u veso opposto ad u e poemo pe definizione v := - u.. LA STRUTTURA ALGEBRICA DELLO SPAZIO DEI VETTORI ORDINARI. Intoduciamo oa alcune opeazioni su V. Definiamo l addizione (+) ta due vettoi u e v definendo la somma di due vettoi come segue: a) se almeno uno dei due vettoi è nullo, si pone: u + 0 = 0 + u = u u V = 0 b) se v 0 e v = - u alloa pe definizione di opposto si ha: u + (- u ) = (- u ) + u = 0 c) se invece u 0 e v 0 ed inolte i due vettoi non sono opposti, si pone u + v = w w si dice somma dei vettoi dati e si costuisce nel modo seguente: 3

4 si fissa in modo abitaio un punto O nello spazio (fig. 1) e si consideano i segmenti OP e OQ tali che: Q OP u oppue OP = u PQ v oppue PQ = v unendo O con Q si ottiene il segmento non nullo OQ (essendo Q 0) che detemina il vettoe w tale che OQ OQ = w. O w u fig. 1 OSSERVAZIONE Può sembae a pima vista che il vettoe w somma di due vettoi dipenda dalla scelta del punto O; dimostiamo che il vettoe w non dipende dalla scelta iniziale del punto O. Infatti se consideiamo alti due segmenti O P e P Q (equipollenti ai pecedenti), essi pe composizione foniscono un segmento O Q che è equipollente ad OQ. Occupiamoci oa delle pincipali popietà della somma di vettoi. 1) Popietà commutativa u, v V u + v = v + u P v a) Se almeno uno dei vettoi è nullo, alloa la popietà commutativa è veificata pe la definizione di un vettoe con il vettoe nullo. b) Se i due vettoi sono uno l opposto dell alto, in qualunque odine si sommino danno il vettoe nullo. c) Se i due vettoi non sono opposti e non sono nulli, alloa si fissi un punto O (fig. ) e si costuiscano a patie da O due segmenti oientati OP u e PR v ; segue che v Q u R R OR = u + v. Sempe a patie da O costuiamo OQ v e O u P QR u. Si ha ovviamente R R, quindi fig. OR = v + u. v 4

5 OSSERVAZIONE La pova della popietà commutativa va sotto il nome di egola del paallelogamma. ) Popietà associativa u v, w, V u + ( v + w) = ( u + v) + w Pe la dimostazione distinguiamo te casi. a) Se almeno uno dei te vettoi è nullo, la pova è banale. b) Supponiamo che due consecutivi dei te vettoi siano ta loo opposti. Sia ad esempio u + v = 0, da ciò deiva che il secondo membo dell eguaglianza è w. Facciamo vedee che anche il pimo membo è eguale a w. Siano alloa Essendo OP u, PQ v, QR w. u + v = 0 isulta Q = 0 e quindi u + v + w = OP + PO + OR = OR = ( ) ( ) w c) supponiamo oa che i te vettoi siano non nulli e che due consecutivi non siano opposti. Consideiamo, ifeendoci alla fig. 3, i segmenti oientati OP u, PQ v, QK w. K Costuiamo u + ( v + w) e ( u + v) + w w sepaatamente. Q A patie dal punto P il segmento oientato PK ( v + w) e OK u + ( v + w) ; quindi il v segmento oientato OQ ( u v + ) e OK ( u + v) + w. Risulta petanto u + ( v + w) = OP + PK = OK e ( u + v) + w = OQ + QK = OK da cui l asseto. O u P fig. 3 5

6 La seconda opeazione che definiamo è la moltiplicazione di un numeo pe un vettoe o moltiplicazione scalae. Allo scopo definiamo il isultato dell opeazione e lo chiamiamo podotto di un vettoe pe uno scalae. Diciamo podotto pe uno scalae λu (con λ R e u V ) il vettoe che gode delle seguenti popietà: a) se λ = 0 oppue u = 0 oppue λ = 0 e u = 0 si pone λ u = b) se λ > 0 e u 0 il podotto λu è un vettoe avente la stessa diezione e lo stesso veso di u e modulo dato dal podotto λu, essendo u il modulo di u. c) se λ < 0 e u 0 alloa λu è un vettoe avente la stessa diezione di u, veso opposto ad u e modulo dato dal podotto del valoe assoluto di λ pe il modulo di u, cioè da ( λ u). Il modulo λu dipende solo dalla scelta dell unità di misua di u dato che λ è un numeo puo. 0 Poviamo oa alcune impotanti popietà della moltiplicazione scalae. 1) 1 u = u u V Ovvia. ) (α + β) u = αu + βu α, β R u V Se α > 0 e β > 0 il vettoe (αu + βu ) ha modulo (αu + βu) e diezione e veso di u, cioè di (α + β) u. Analogamente si dimostano gli alti casi elativi ai segni di α e di β. 3) α x (u + v ) = α x u + α x v α R u, v V Si può povae nell ipotesi di α > 0. In entambi i casi (0 < α < 1 e α > 1) α è il appoto di similitudine ta OA e O A e AB e A B. Il appoto si conseva anche pe il tezo lato. 6

7 4) α (β u ) = (α β) u α, β R u V Si noti che sono ovvi i seguenti casi: (-1) x u = -u α x u = S(α) (con S(α) = segno di α) Inolte isulta: α (β x u ) = S(α) α S(β) β x u = S(α ) S(β) [ α [ β x u ]] I vettoi α β u e α β u coincidono avendo stesso modulo, stessa diezione e stesso veso, dunque α (β x u ) = S(α) S(β) [ α β ] u = α β u cioè l asseto. 3. DIPENDENZA ED INDIPENDENZA LINEARE Nel pesente paagafo vogliamo illustae una nozione fondamentale, la nozione di indipendenza lineae. Tale nozione si itoveà più avanti, in alti ambienti, come gli spazi vettoiali numeici e non, petanto è oppotuno fin dall inizio compendee bene il concetto. Siano assegnati n vettoi u1, u, u3,..., un e siano λ 1, λ, λ 3,., λ n n numei eali o scalai. Si chiama vettoe combinazione lineae degli n vettoi dati, tamite gli n scalai, il vettoe v = λ 1 u 1 + λ u +..+ λ n u n Supponiamo assegnati i vettoi u i (con i = 1,,, n) e tattiamo come vaiabili gli scalai λi (con i = 1,,, n). Ha senso consideae la seguente equazione vettoiale nelle incognite λ i e coefficienti u i 7

8 v = λ 1 u 1 + λ u +..+ λ n u n = 0 ( 1 ) Le soluzioni dell equazione (1) sono n-ple odinate (a 1, a,, a n ) di numei eali. Una di esse è quella ottenuta ponendo le a i (i = 1,,, n) tutte eguali a 0. tale soluzione si dià soluzione nulla o banale della (1). La (1) natualmente potà essee veificata anche da valoi delle a i non tutti nulli. ESEMPIO Dati i vettoi u, -u, v, w e consideate l equazione λ 1 (u ) + λ (-u ) + λ 3 ( v ) + λ 4 ( w ) = 0 Si ha 1 u + 1(- u ) + 0 v + 0 w = 1 (u - u ) = 0 Dunque esiste la soluzione (λ 1, λ, λ 3, λ 4 ) = (1, 1, 0, 0) (0, 0, 0, 0); si osseva inolte che ogni quatena del tipo (h, h, 0, 0) è soluzione. Può accadee quindi che la (1), olte alla soluzione nulla, ammetta anche alte soluzioni. Dati n vettoi u1, u, u3,..., un, essi si dicono lineamente indipendenti (L. I.), se l equazione nelle incognite λ 1, λ, λ 3,., λ n λ 1 u 1 + λ u +..+ λ n u n = 0 ( ) ha soltanto la soluzione nulla, cioè se λ 1 u + λ u +..+ λ 1 u = 0 λ 1 = λ =. = λ n = 0 n n Gli n vettoi u1, u, u3,..., un si dicono invece lineamente dipendenti (L. D.) se l equazione (), olte alla soluzione nulla, ne ammette anche alte non nulle. OSSERVAZIONE E impotante ossevae che se (c 1, c,.., c n ) è una soluzione non nulla della () e se k 0, alloa anche la n-pla (kc 1, kc,.., kc n ) è soluzione della (). Inolte se (d 1, d,, d n ) è un ulteioe soluzione della (), alloa anche le n-ple (kc 1 + hd 1, kc + hd,.., kc n + hd n ) con k, h numei eali sono soluzioni. In alte paole, se esistono soluzioni non nulle della () esse sono infinite. 8

9 Il teoema seguente è fondamentale pe il calcolo vettoiale. TEOREMA Dati n vettoi e sia m n. Se m vettoi ta gli n dati sono L. D., alloa tutti gli n vettoi sono L. D. DIMOSTRAZIONE Siano u1, u, u3,..., un n vettoi assegnati, possiamo suppoe che gli m ta essi che pe ipotesi sono L. D. siano i pimi m u u, u,..., u m,..., u n 1, 3 Relativamente ad essi, essendo L. D., si ha L. D. con c 1 u 1 + c u c m u m = 0 (c 1, c,.., c m ) (0 1, 0,., 0 m ). Ne segue alloa che l equazione nelle incognite h i con i = 1,,.., n h 1 u 1 + h u h m u m + h m+1 u m h n u n = 0 ha come soluzione la n-pla (c 1, c,.., c m, 0 m+1,, 0 n ) (0 1, 0,., 0 m ) e quindi ciò significa che gli n vettoi sono L. D. come volevasi dimostae. Vogliamo oa povae alcuni teoemi che ci pemetteanno, almeno nel caso dello spazio odinaio, di dae un intepetazione geometica della dipendenza lineae, in temini di paallelismo e complanaità. 9

10 PROPOSIZIONE 1 Un vettoe è L. I. se e solo se esso è diveso dal vettoe nullo. DIMOSTRAZIONE u L. I. u 0 Questa implicazione può essee scitta anche nella foma : u L. I. u 0 Poviamo che u 0 implica u lineamente indipendente. L equazione () adattata al nosto caso diventa: λ u = 0. Essendo u 0, pe ipotesi, se fosse anche λ 0, il modulo di λ u saebbe diveso da 0 e dunque λ u 0. Necessaiamente, alloa, l equazione data deve avee solo la soluzione λ = 0, cioè u è lineamente indipendente. Vicevesa supponiamo che u sia L. I., cioè che l equazione λ u = 0 ammetta soltanto la soluzione nulla. Se, pe assudo, fosse u = 0 si avebbe λ 0 = 0, anche pe λ 0; dunque l equazione non ammetteebbe solo la soluzione nulla in contasto con l ipotesi. OSSERVAZIONE Se in un insieme di vettoi c è il vettoe nullo, o due di essi sono opposti, alloa i vettoi sono tutti L. D. Il teoema che segue è un intepetazione geometica della dipendenza lineae di due vettoi, come paallelismo. Due vettoi non nulli si dicono paalleli se due qualsiasi loo appesentanti, uscenti da un punto dello spazio appatengono ad una stessa etta. La nozione di paallelismo è manifestamente indipendente dalla scelta del punto di applicazione. PROPOSIZIONE Due vettoi u e v non nulli sono L. D. se e solo se sono paalleli. u, v L. D. u v DIMOSTRAZIONE Essendo pe ipotesi i due vettoi u e v lineamente dipendenti, l equazione λ u + µ v = 0 avà come soluzioni infinite coppie di valoi b (a, b) divese da quella nulla. Si potà alloa, se a 0, scivee u = v ; ciò, a icodando la definizione di moltiplicazione di in vettoe pe uno scalae (la diezione del vettoe λ u, pe λ 0, è uguale a quella del vettoe v ), significa die che u è paallelo a v. 10

11 Poviamo che se u v è possibile tovae un numeo c tale che u = c v. Si ha infatti che u = u v se u v e v sono equivesi u - v se u v e v sono hanno veso contaio Dunque è u = c v e si può scivee: ( -1) u + c v = 0 Petanto l equazione λ + c v = 0 ammette come soluzione la coppia [( -1), c] che è divesa dalla nulla. Segue che u e v sono lineamente dipendenti. Siano u, v, w te vettoi non paalleli a due a due. Si dice che i te vettoi sono complanai se, peso un punto dello spazio O e ipotati da O i appesentanti dei te vettoi, questi te segmenti oientati giacciono tutti nello stesso piano (fig. 4). La nozione di complanaità è manifestamente indipendente dalla scelta di O. O fig. 4 u w v PROPOSIZIONE 3 Te vettoi u, v, w sono lineamente dipendenti se e solo se sono complanai. u, v, w L. D. u, v, w complanai. DIMOSTRAZIONE Iniziamo ad ossevae che se uno almeno dei te vettoi è nullo, oppue se due almeno di essi sono paalleli, pe la poposizione 0 essi sono lineamente dipendenti. Dal punto di vista geometico essi sono anche banalmente complanai. Dunque il teoema, veo nel caso paticolae, va povato pe vettoi non nulli e a due a due non paalleli. Poviamo in pimo luogo che se i vettoi sono L. D. alloa essi sono complanai. 11

12 Pe ipotesi esiste una tena (c 1, c, c 3 ) (0, 0, 0) tale che : c 1 u + c v + c 3 w = 0. Supposto ad esempio c 0, possiamo scivee: c1 c3 v = u w = hu + kw c c Dunque v è contenuto nel piano di due vettoi paalleli ad u e w. Segue che u, v, w sono complanai. Dimostiamo oa, invesamente, che se i vettoi sono complanai alloa sono lineamente dipendenti. Ripotiamo a patie da un punto O (fig.5) i te appesentanti dei vettoi complanai OB, OC, OD. Detta H la poiezione di B su OC si ha: OB = OH + HB (a) OH, inolte, giace sulla stessa etta di OC, pe cui si può scivee: OH = α v ed inolte, HB è paallelo a OD, dunque HB = β u. Possiamo alloa scivee, dall espessione (a) di OB : w = α v + β u ovveo α v + β u + ( -1) w = 0. Si può notae alloa che la tena [α, β, (-1)] è soluzione non nulla dell equazione λ u + µ v + ν w = 0. Ne segue che i te vettoi sono lineamente dipendenti. Abbiamo dato un intepetazione della dipendenza lineae di uno, due ovveo te vettoi, intepetazione che coisponde ispettivamente all essee vettoe nullo, o all essee vettoi paalleli ovveo all essee vettoi complanai. O fig. 5 Il teoema che segue iguada il caso di un numeo di vettoi maggioe di te. Pecisamente poviamo che: PROPOSIZIONE 4 Quatto o più vettoi dello spazio odinaio sono sempe lineamente dipendenti. DIMOSTRAZIONE E sufficiente povae che esattamente quatto vettoi sono sempe lineamente dipendenti. Infatti, in tal caso ogni insieme di n vettoi, con n > 4, contenendo quatto vettoi lineamente dipendenti, saà fomato da vettoi che sono tutti lineamente dipendenti. Se dei quatto vettoi almeno uno è nullo o almeno due sono paalleli o almeno te sono complanai, la dimostazione è banale in vitù della poposizione 0. Supponiamo dunque che i quatto vettoi siano a te a te non complanai. H D B C 1

13 Ripotiamo a patie da un qualunque punto dello spazio O (fig.6) i appesentanti dei quatto vettoi u, v, w, x. Sia x = OP. Tacciamo a patie da esso la etta paallela a w fino ad incontae il piano dei appesentanti dei vettoi u e v in P1. Da P 1 tacciamo la etta paallela a v fino ad incontae il appesentante di u in P. I punti P, P 1, P ed O sono tutti distinti (pe le ipotesi di non complanaità) e si ha: x = OP + P P1 + P1 P Dal fatto che OP è paallelo ad u, che P P è paallelo 1 a v e che P 1 P è paallelo a w, segue: x = a u + b v + c w ovveo a u + b v + c w + (-1) x = 0 Dunque i quatto vettoi consideati sono lineamente dipendenti. P u O w fig.6 x P P 1 v OSSERVAZIONE Si ossevi oa che se l ambiente è una etta (spazio 1- dimensionale) esiste un vettoe L.I. e non più di uno ed ogni alto è dipendente (ovveo ) a questi. Se siamo in un piano (spazio -diomensionale) esistono due, e non più di due, vettoi L.I. (basta pendeli non ) ad ogni alto vettoe è combinazione lineae di questi due. Nello spazio 3-dimensionale esistono te, e non più di te, vettoi indipendenti (basta pendene te non complanai) ed ogni alto è combinazione lineae di essi. Concludendo: il numeo massimo di vettoi lineamente indipendenti di un sottospazio vettoiale dello spazio odinaio o euclideo coincide con la dimensione del sottospazio stesso. Negli spazi a più dimensioni, di cui ci occupeemo in un successivo paagafo, inconteemo un maggio numeo di vettoi indipendenti. 4. RAPPRESENTAZIONE CARTESIANA DEI VETTORI La Geometia analitica del piano è un agomento noto fin dalle Scuole Secondaie. Si pala spesso di questa disciplina come di un veo e popio ponte ta la Geometia sintetico-gafica e l Algeba. Taducendo quindi enti geometici in enti algebici e vicevesa, la Geometia si avvale di quel natuale aicchimento che una disciplina fonisce all alta quando si effettuano queste opeazioni di intepetazione. 13

14 La geometia analitica ha come punto di patenza i ifeimenti catesiani, che andiamo ad intodue nel modo che segue. Fissiamo nello spazio: 1) un punto O detto oigine ) te ette oientate uscenti da O non complanai X, Y, Z detti assi coodinati o assi catesiani di ifeimento 3) te unità di misua su ciascuna delle ette citate. u x u y u z In geneale, due assi fomano ta loo un ceto angolo. Se i te angoli xy yz zx sono etti, il ifeimento catesiano si dice otogonale. Inolte, se le te unità di misua sono tutte e te divese alloa si paleà di ifeimento timetico; se invece due di esse sono uguali il ifeimento si dià dimetico; se infine le te unità di misua isultano tutte uguali, si paleà di ifeimento monometico (fig. 7). P Z O P u Y X P 1 fig. 7 Fissiamo un ifeimento nello spazio e consideiamo un qualsiasi punto P dello spazio. Tacciamo da P la paallela all asse Z, otteniamo il punto P 1 sul piano XY; la etta pe P 1, paallela all asse Y inteseca l asse X nel punto P (fig. 7). Al punto P possiamo associae i te numei eali: x = mis O P y = mis P P 1 z = mis P 1 P. I te numei eali x, y, z si dicono l ascissa, l odinata, e la quota di P e la tena odinata (x, y, z) si dice tena delle coodinate di P. La coispondenza ta i punti P dello spazio e le tene odinate di numei eali (x, y, z) è chiaamente una coispondenza biunivoca, che si dice coodinazione dello spazio. 14

15 Consideiamo un sistema catesiano qualunque. Ciascuna unità di misua individua un vettoe avente lunghezza unitaia, pai a u x, u y, u z, diezione e veso quello dell asse sul quale è fissato (fig. 8). O k i fig. 8 j Tali vettoi sono chiamati vesoi fondamentali e si indicano con i j k. L insieme fomato da essi si dice che foma una base di V. Ricodando che ogni vettoe v dello spazio può essee espesso come combinazione lineae di te vettoi non complanai si può scivee: u = u x i + u y j + u z k. Questa elazione viene detta appesentazione catesiana del vettoe u. I te numei eali ux, u y, u z sono chiamati le componenti del vettoe u, ispetto alla base fissata. Poviamo la seguente PROPOSIZIONE La appesentazione di un vettoe ispetto ad una base { i, j, k } è unica. DIMOSTRAZIONE Si abbiano le due seguenti appesentazioni x = a i + b j + c k e x = a i + b j + c k Sottaendo membo e membo si ottiene la soluzione (a- a ) i + (b - b ) j + (c - c ) k = 0. Dato che i te vettoi i, j, k sono indipendenti (in quanto non complanai), la elazione pecedente è vea se e solo se si annullano tutti i coefficienti, cioè (a- a )=0 (b - b ) = 0 (c - c )= 0, cioè a = a, b = b, c = c. Vediamo oa quale sia il legame ta la appesentazione dei punti nello spazio e quella dei vettoi e come sia possibile icavae le componenti di un vettoe dato u in funzione delle coodinate dei suoi estemi. z Affontiamo la questione dappima in un caso paticolae: supponiamo che il segmento oientato abbia il suo pimo estemo nell oigine P (fig. 8). In tal caso si ha u = OP = OP + P P1 + P1 P Se dunque il pimo estemo del segmento che O y appesenta il vettoe u si tova nell oigine, le P componenti del vettoe coincidono con le coodinate (x, y, z) del punto P. P x fig

16 Si ha petanto u = OP = x i + y j + z k. Analizziamo oa il caso in cui gli estemi del segmento oientato appesentante il vettoe u non coincidano con l oigine (fig. 9). Si ha: u = P1 P = OP OP1 OP = x i + y j + z k e OP = x j k 1 i + y 1 + z 1 1 u = P1 P = OP OP1 = = (x - x 1 ) i + (y - y 1 ) j + (z - z 1 ) k. Questa fomula espime in paticolae il vettoe u in funzione delle coodinate dei. suoi estemi. Possiamo quindi affemae che le componenti di un vettoe, del quale siano noti un appesentante e le elative coodinate degli estemi, sono date dalla diffeenza delle coodinate delle secondo estemo con quelle del pimo estemo. Supponiamo di avee un vettoe assegnato u = u x i + u y j + u z k e di pendee due punti: P(x, y, z) e P (x, y, z ' ) tali che PP = u. Fissato il vettoe la legge che ad un punto P associa il punto P ' in modo che isulti PP = u, si dice taslazione di vettoe u. Il legame che si stabilisce ta le componenti del vettoe u e le coodinate dei due punti P e P è espesso dalle seguenti elazioni: x O z P 1 fig.9 P y x x = u x y y = u y z z = u z Esse vengono solitamente dette equazioni delle taslazione. ESERCIZIO 1 Taslae il punto P (, -3, 5) di un vettoe u di componenti (5, 3, 1). Si ha: x = x + u x = + 5 = 7 y = y + u y = =0 z = z + u z = = 6 Quindi il punto P taslato di P ha coodinate (7, 0, 6). 16

17 ESERCIZIO Sia OXYZ un ifeimento ed O X Y Z un secondo ifeimento con gli assi paalleli ai pecedenti. Calcolae le elazioni ta le coodinate di un punto P in OXYZ e in O X Y Z. Se (x, y, z) ed (x, y, z ) sono le coodinate di uno stesso punto P e se O ha coodinate (a, b, c) ispetto a OXYZ si ha: da cui OP = OO' + O' P x = a + x y = b + y z = c + z Le pecedenti sono le equazioni di un cambiamento di ifeimento pe taslazione. 5. PRODOTTO SCALARE, VETTORIALE E MISTO In tutto il paagafo si intendeà il ifeimento catesiano otogonale monometico. Ciò si espimeà anche dicendo che la base fomata da i, j, k è otonomale (vettoi unitai a due a due otogonali). Sono dati due vettoi u e v di moduli ispettivamente u = u e v = v. Si definisce podotto scalae (o inteno) dei due vettoi, il numeo eale che si indica con u v dato da u v = u v cos θ essendo θ l angolo convesso fomato dalle semiette uscenti da O e contenenti P e Q ove OP = u e OQ = v. Un inteessante intepetazione geometica del podotto scalae è la seguente (fig.9). Sia PQ = u, consideiamo una etta paallela a v ; consideiamo pe P e pe Q i due piani otogonali ad fino ad incontae in P e Q. Se (P Q ) è la misua oientata del segmento P Q e v(p Q ) il vettoe da essi individuato, isulta: u v = (P Q ) (*) Petanto quando v è un vesoe u v è quel numeo che chiamiamo componente di u secondo v. P P Q Q 17

18 Occupiamoci oa delle popietà del podotto scalae. 1) Popietà commutativa u v = v u u, v V La 1) è banale conseguenza della definizione, essendo θ un angolo non oientato. ) Popietà distibutiva del podotto ispetto alla somma w v (u + ) = w + w v u, v, w u V La ) si pova tenendo conto della (*). Fissiamo una etta pe O paallela a Risulta u = OU, v = OV = US w u = w(ou), (u + v ) = OS w v = w(ov) = w(us) w (u + v ) = w(os) Essendo w(os) = w(ou) + w(us) l asseto è dimostato. w e sia 3) Popietà associativa mista ovveo di passeggio dello scalae α ( u + v ) = ( α u ) v = u ( α v ) u, v V e α R La pova della 3) è ovvia quando α = 0. Supponiamo alloa α > 0. In questo caso α u ed α v hanno lo stesso veso di u e di v ispettivamente, ne segue che ciascuno dei te membi della doppia uguaglianza è uguale a α u v cos θ, dove θ è l angolo convesso fomato dalle diezioni oientate di u e di v. Sia oa α < 0. L angolo convesso che α u foma con v è alloa il supplementae di θ come anche l angolo convesso che u foma con α v. 18

19 Segue alloa: d alto canto isulta: ( α u ) u v = u ( α v ) = α uv cos( π θ ) α (u v ) = α u v cos θ con α < 0 e cos( π θ ) = - cos( π θ ) e quindi l asseto è dimostato. Poviamo oa il TEOREMA DI RAPPRESENTAZIONE DEL PRODOTTO SCALARE Se due vettoi ispetto ad una base otonomale sono appesentati da u = u x i + u y j + uz k e v = v x i + v y j + v z k alloa isulta che il podotto scalae di due vettoi eguaglia la somma dei podotti delle componenti omonime dei vettoi, ovveo u v = ux v x + u y v y + u z v z (espessione catesiana del podotto scalae). DIMOSTRAZIONE Intanto osseviamo che, essendo la base otonomale, isulta quindi ed analogamente i i = j j = k k = 1* 1 cos0 = 1 i j = i k = j k = 1* 1 cos π = 0 v i = (vx i + v y j + v z k ) = (v x i ) i + (v y j ) i + (v z k ) i = = v x ( i i ) + vy ( j i ) + v z ( k i ) = v x Si ha alloa: v j = v y v k = v z u v = (ux i + uy j + uz k ) v =(u x i ) v + (u y j ) v + (u z k ) v = = u x ( v i ) + uy ( v j ) + u z ( v k ) = u x v x + u y v y + u z v z 19

20 Dal teoema di appesentazione segue che: u = u = u u = u x + uy + uz (espessione catesiana del modulo). Da questa elazione è anche possibile icavae la fomula che espime la distanza fa due punti P 1 (x 1, y 1, z 1 ) e P (x, y, z ) nello spazio: d(p 1 P ) = P P = ( x x ) + ( y y + ( z z ) (espessione catesiana della distanza) ) Tale fomula è valida, natualmente, soltanto se la base è otonomale. In questo odine di idee si è fatto uso di una definizione geometica di podotto scalae e da questa definizione si sono povate le 1), ), 3). Si può anche definie il podotto scalae in modo fomale. Chiamiamo podotto scalae un applicazione: ( ) : V x V che ad una coppia ( u, v ) di vettoi di V associa il numeo eale u v soddisfacente alle condizioni (1), (), (3). Gli sviluppi che ne conseguono non sono immediati; conviene petanto pe appofondie studiae la teoia degli spazi vettoiali astatti come podotto inteno. R 1 Vogliamo intodue oa la nozione di podotto vettoiale di due vettoi. Consideiamo una qualsiasi coppia odinata di vettoi u e v ; chiamiamo podotto vettoiale di u definito come segue: e v il nuovo vettoe u ^ v 0

21 a) Se uno almeno dei vettoi è nullo oppue se i due vettoiu sono paalleli u ^ v = 0 b) Se i due vettoi sono non nulli e non paalleli il vettoe w = u ^ v è quello aventi le seguenti caatteistiche: la diezione è quella otogonale al piano di due appesentanti di u e v uscenti da un fissato punto del piano; pe la deteminazione del veso di w ci sono innumeevoli egole patiche. Una di queste è la egola dell omino secondo cui il veso del podotto vettoiale è quello lungo la diezione pependicolae che va dai piedi alla testa di un omino, che, posto con i piedi nel punto di applicazione dei due vettoi, vede il pimo vettoe del podotto sul suo baccio desto e il secondo sul suo baccio sinisto. Così facendo il vettoe u pe sovapposi a v descive in senso antioaio un angolo α oientato e minoe di π, nella faccia del piano in esame. il modulo di w è w = u v sin α. OSSERVAZIONE Se, facendo ifeimento alla fig.10, u = OP 1 v = OP alloa il podotto vettoiale di u e v è dato dall aea del paallelogamma O P 1 P R. P R Le pincipali popietà del podotto vettoiale sono le seguenti: 1) Popietà anticommutativa o altenante O u ^ v = - v ^ u u, v V fig. 10 P 1 La dimostazione della 1) è immediata. 1

22 ) Popietà di passeggio dello scalae λ ( u ^ v ) = (λ u ) ^ v = u ^ (λ v ) u, v V e λ R Se λ = 0, alloa la dimostazione è ovvia. Sia λ > 0, alloa i te vettoi λ (u ^ v ) (λ u ) ^ v u ^ (λ v ) ovviamente eguali in diezione e veso, hanno lo stesso modulo. Sia λ < 0, alloa λ = λ. Risulta: -( u ^ v ) = (-u )^ v = u ^ (- v ) Infatti sia il veso di (- u )^ v che di u ^ (- v ) sono opposti a quello di ^ ; segue alloa che (- λ u )^ v e u ^ (- λ v ) sono membi opposti del vettoe λ [(u )^ v ] E quindi segue l asseto. 3) Popietà distibutiva ispetto all addizione vettoiale a desta e a sinista w ^ ( u + v ) = w + u ^ w + v u v Pemettiamo due ossevazioni. Consideiamo il podotto u ^ v, essendo u vesoe (u =1), e pensiamo i vettoi u, v, u ^ v applicati in O (fig. 11). Si ha ovviamente: se u è pependicolae a v, il vettoe u ^ v si ottiene facendo uotae di un angolo etto v intono alla etta oientata pe O di vesoe u, nel veso di otazione positivo associato all oientazione dello spazio. Se u non è otogonale a v, possiamo ' decompoe v in un vettoe v pependicolae ad u e in un vettoe α u paallelo ad u (v = v ' + αu ), come si ha subito dalla figua. Tenuto conto che l aea del paallelogamma costuito su u e v eguaglia l aea del paallelogamma u O u ^ v fig.11 v

23 (ettangolo) costuito su u e ' v, si ha: u ^ v = u ' ^ ( v + αu ) = u ' ^ v (1*) Ciò posto, pe povae la seconda delle 3), poniamo w = b u dove u è un vesoe paallelo a w e b uno scalae. Basteà dimostae la elazione che si ottiene sostituendo u a w, giacchè si passa poi al caso geneale tenendo conto della ). Si ha: u ^ v 1 + v ) = ( u ^ ( v a u + v ' ' a u + ) = u ' ^ [( v v + ( a a ) u + ] ' 1 ) 1 + con a 1, a scalai, v ' 1 e v ' pependicolai ad u ' e quindi anche ( v 1 + v ' ) pependicolae ad u. Tenuto conto della (*1) i vettoi u ' ^ v 1, u ^ v ', u ' ^ ( v 1 + v ' ) si ottengono ' ispettivamente da v 1, v ' ', ( v 1 + v ' ) uotando di un angolo etto intono alla etta oientata di vesoe u ; quindi: u ' ^ ( v 1 + v ' ) = u ' ^ v 1 + u ^ v '. Pe la (*1) si ha peciò: u ^ ( v 1 + v ) = u ' ^ ( v 1 + v ' ) = u ' ^ v 1 + u ^ v ' = ' = u ^ ( v1 + a1u) + u ' ^ ( v + au ) = u ^ v 1 + u ^ v. Le popietà dimostate consentono, anche pe l opeazione di podotto vettoiale, il calcolo agevole e non dissimile dal calcolo algebico odinaio, fatta eccezione pe la popietà 1), anticommutativa, alla quale occoe poe paticolae attenzione.+ Poviamo oa a dae una espessione catesiana del podotto vettoiale, nota come deteminante simbolico. TEOREMA DI RAPPRESENTAZIONE Sia data una base otogonale i, j, k e siano (u x, u y, u z ) le componenti di u e (v x, v y, v z ) le componenti di v, alloa: u ^ v i j k = u x u y u z v x v y v z = = u y u z i - u x u y j + u x u z v y v z v x v y v x v z k 3

24 OSSERVAZIONE Nella pima iga del deteminante simbolico compaiono i vesoi, nella seconda iga vi sono le componenti del pimo vettoe e nella teza le componenti del secondo vettoe. DIMOSTRAZIONE Dalla definizione si ha: i ^ i = j ^ j = k ^ k = 0 i ^ j = k j ^ k = i k ^ i = j j ^ i = - k k ^ j = - i i ^ k = - j Calcoliamo oa i te podotti ( u ^ i ) (u ^ j ) (u ^ k ) u ^ i = (ux i + u y j + u z k )^ i = ux ( i ^ i ) + u y ( j ^ i ) + u z ( k ^ i ) = - u y k + u z j Analogamente u ^ j = (u x i + u y j + u z k )^ j = u x ( i ^ j ) + u y ( j ^ j ) + u z ( ^ j ) = u x k - u z i u ^ k = (ux i + u y j + u z k )^ k = ux ( i ^ k ) + u y ( j ^ k ) + u z ( k ^ k ) = - u x j + u y i. Calcoliamo oa il podotto: w = u ^ v = u ^ (v i + v j + v k ) = u ^ (vx i ) + u ^ (v y j ) + u ^ (vz k ) = = v x (u ^ i ) + vy (u ^ j ) + v z (u ^ k ) = = v x ( - u y k + u z j )+ v y (u x k - u z i ) + v z ( - u x j + u y i )= = (u y v z u z v y ) i + (u z v x u x v z ) j + (u x v y u y v x ) che è appunto la stessa espessione che si ottiene dallo sviluppo del deteminante simbolico dell enunciato. OSSERVAZIONI 1) Nella stuttua algebica (V,^ ) non esiste un vettoe neuto, cioè un vettoe a tale che: u ^ a = u u V k Conseguenza di tutto ciò è che non essendoci un elemento neuto, non si può palae di inveso ispetto al podotto vettoiale. 4

25 ) Il podotto vettoiale non è associativo. Vi sono infatti casi pe i quali la popietà associativa vale e casi pe i quali la popietà non vale: ( i ^ i ) ^ j = 0 ^ j = 0 i ^ ( i ^ j ) = i ^ k = - j (in questo caso la popietà associativa non è valida) ( i ^ j )^ k = k ^ k = 0 i ^ ( j ^ k ) = i ^ i = 0 (in questo caso la popietà associativa è valida) Definiamo oa il podotto misto. Dati te vettoi u, v, w si chiama podotto misto lo scalae: u v ^ w TEOREMA Risulta u v ^ w = 0 u, v, w sono complanai DIMOSTRAZIONE Poichè il podotto scalae di due vettoi è nullo se i due vettoi sono otogonali, segue che u, v, w = 0 u pependicolae a v ^ w ma u pependicolae a v ^ w u complanae con v w sono complanai, il loo podotto misto è nullo. e w e vicevesa se u, v, Se u = u1 i + u j + u 3 k v = v 1 i + v j + v 3 k w = w 1 i + w j + w 3 k si ha v ^ w = (vw 3 - v 3 w ) i + (v 3 w 1 v 1 w 3 ) j + (v 1 w v w 1 ) k e segue che u v ^ w = u1 (v w 3 - v 3 w ) + u (v 3 w 1 v 1 w 3 ) + u 3 (v 1 w v w 1 )= = u 1 u u 3 v 1 v v 3 w 1 w w 3 5

26 Si ha u v ^ w = v w ^ u = w u ^ v. Osseviamo che se u v ^ w = 0 deve essee: u 1 u u 3 v 1 v v 3 w 1 w w 3 = 0 Poiché u v ^ w = 0 u, v, w sono complanai, segue che il deteminante in questione è nullo se e solo se i vettoi sono complanai. Quindi TEOREMA Te vettoi dati in foma catesiana sono complanai se e solo se il deteminante delle loo componenti è nullo. 6

LEZIONE 10. d(a, B) = AB = AB = (x A x B ) 2 + (y A y B ) 2 + (z A z B ) 2.

LEZIONE 10. d(a, B) = AB = AB = (x A x B ) 2 + (y A y B ) 2 + (z A z B ) 2. LEZIONE 10 10.1. Distanze. Definizione 10.1.1. In S n sia fissata un unità di misua u. Se A, B S n, definiamo distanza fa A e B, e sciviamo d(a, B), la lunghezza del segmento AB ispetto ad u. Abbiamo già

Dettagli

LIBRO DI TESTO S.Melone, F.Rustichelli Introduzione alla Fisica Biomedica Libreria Scientifica Ragni Ancona, 1998

LIBRO DI TESTO S.Melone, F.Rustichelli Introduzione alla Fisica Biomedica Libreria Scientifica Ragni Ancona, 1998 LIBRO DI TESTO S.Melone, F.Rustichelli Intoduzione alla Fisica Biomedica Libeia Scientifica Ragni Ancona, 1998 TESTO DI CONSULTAZIONE E WEB F.Bosa, D.Scannicchio Fisica con Applicazioni in Biologia e Medicina

Dettagli

Appunti su argomenti monografici per il corso di FM1 Prof. Pierluigi Contucci. Gravità e Teorema di Gauss

Appunti su argomenti monografici per il corso di FM1 Prof. Pierluigi Contucci. Gravità e Teorema di Gauss 1 Appunti su agomenti monogafici pe il coso di FM1 Pof. Pieluigi Contucci Gavità e Teoema di Gauss Vogliamo dimostae, a patie dalla legge di gavitazione univesale che il campo gavitazionale geneato da

Dettagli

Lo schema seguente spiega come passare da una equazione all altra e al grafico della circonferenza. Svolgere i calcoli.

Lo schema seguente spiega come passare da una equazione all altra e al grafico della circonferenza. Svolgere i calcoli. D4. Ciconfeenza D4.1 Definizione di ciconfeenza come luogo di punti Definizione: una ciconfeenza è fomata dai punti equidistanti da un punto detto cento. La distanza (costante) è detta aggio. Ci sono due

Dettagli

AUTOVALORI ED AUTOVETTORI DI UNA MATRICE

AUTOVALORI ED AUTOVETTORI DI UNA MATRICE AUTOVALORI ED AUTOVETTORI DI UNA MATRICE TEOREMA: Un elemento di K è un autovaloe pe una matice A, di odine n, se e solo se, indicata con I la matice identità di odine n, isulta: det( A I) Il deteminante

Dettagli

AI VERTICI DI UN QUADRATO DI LATO 2L SONO POSTE 4 CARICHE UGUALI Q. DETERMINARE: A) IL CAMPO ELETTRICO IN UN PUNTO P DELL ASSE.

AI VERTICI DI UN QUADRATO DI LATO 2L SONO POSTE 4 CARICHE UGUALI Q. DETERMINARE: A) IL CAMPO ELETTRICO IN UN PUNTO P DELL ASSE. ESERCIZIO 1 AI VERTICI DI UN UADRATO DI LATO SONO POSTE 4 CARICHE UGUALI. DETERMINARE: A) IL CAMPO ELETTRICO IN UN PUNTO P DELL ASSE. 4 caiche uguali sono poste ai vetiti di un quadato. L asse di un quadato

Dettagli

Massimi e minimi con le linee di livello

Massimi e minimi con le linee di livello Massimi e minimi con le linee di livello Pe affontae questo agomento è necessaio sape appesentae i fasci di cuve ed in paticolae: Fasci di paabole. Pe affontae questo agomento si consiglia di ivedee l

Dettagli

GONIOMETRIA. MISURA DEGLI ANGOLI La misura di un angolo si può esprimere in diversi modi, a seconda dell unità di misura che si sceglie.

GONIOMETRIA. MISURA DEGLI ANGOLI La misura di un angolo si può esprimere in diversi modi, a seconda dell unità di misura che si sceglie. of. Luigi Cai Anno scolastico 4-5 GONIOMETRIA MISURA DEGLI ANGOLI La misua di un angolo si può espimee in divesi modi, a seconda dell unità di misua che si sceglie. Sistema sessagesimale Si assume come

Dettagli

Geometria analitica in sintesi

Geometria analitica in sintesi punti distanza ta due punti coodinate del punto medio coodinate del baicento ta due punti di un tiangolo di vetici etta e foma implicita foma esplicita foma segmentaia equazione della etta m è il coefficiente

Dettagli

Equazioni e disequazioni irrazionali

Equazioni e disequazioni irrazionali Equazioni e disequazioni iazionali 8 81 Equazioni iazionali con un solo adicale Definizione 81 Un equazione si dice iazionale quando l incognita compae sotto il segno di adice Analizziamo le seguenti equazioni:

Dettagli

Nome..Cognome. classe 5D 29 Novembre VERIFICA di FISICA: Elettrostatica Domande

Nome..Cognome. classe 5D 29 Novembre VERIFICA di FISICA: Elettrostatica Domande Nome..ognome. classe 5 9 Novembe 8 RIFI di FISI: lettostatica omande ) ai la definizione di flusso di un campo vettoiale attaveso una supeficie. nuncia il teoema di Gauss pe il campo elettico (senza dimostalo)

Dettagli

Note del corso di Geometria

Note del corso di Geometria Giuseppe ccascina Valeio Monti Note del coso di Geometia ppendice nno ccademico 2008-2009 ii apitolo 1 Richiami di geometia del piano 1.1 Intoduzione Richiamiamo alcuni agomenti di geometia euclidea del

Dettagli

ESERCIZIO n.1. rispetto alle rette r e t indicate in Figura. h t. d b GA#1 1

ESERCIZIO n.1. rispetto alle rette r e t indicate in Figura. h t. d b GA#1 1 Esecizi svolti di geometia delle aee Aliandi U., Fusci P., Pisano A., Sofi A. ESERCZO n.1 Data la sezione ettangolae ipotata in Figua, deteminae: a) gli assi pincipali centali di inezia; ) l ellisse pincipale

Dettagli

ESAME DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO CORSO DI ORDINAMENTO 2009

ESAME DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO CORSO DI ORDINAMENTO 2009 ESME DI STT DI LICE SCIENTIFIC CRS DI RDINMENT 009 Il candidato isolva uno dei due poblemi e 5 dei 0 quesiti in cui si aticola il questionaio. PRLEM È assegnato il settoe cicolae di aggio e ampiezza (

Dettagli

Regola di Ruffini - Wikipedia

Regola di Ruffini - Wikipedia Pagina 1 di 7 Regola di Ruffini Da Wikipedia, l'enciclopedia libea. In matematica, la egola di Ruffini pemette la divisione veloce di un qualunque polinomio pe un binomio della foma x a. È stata descitta

Dettagli

Unità Didattica N 27 Circonferenza e cerchio

Unità Didattica N 27 Circonferenza e cerchio 56 La ciconfeenza ed il cechio Ciconfeenza e cechio 01) Definizioni e popietà 02) Popietà delle code 03) Ciconfeenza passante pe te punti 04) Code e loo distanza dal cento 05) Angoli, achi e code 06) Mutua

Dettagli

CASO 2 CASO 1. δ Lo. e N. δ Lo. e L. PROBLEMA A Corso di Fisica 1- Prima provetta- 22 maggio 2004 Facoltà di Ingegneria dell Università di Trento

CASO 2 CASO 1. δ Lo. e N. δ Lo. e L. PROBLEMA A Corso di Fisica 1- Prima provetta- 22 maggio 2004 Facoltà di Ingegneria dell Università di Trento PROBEMA A Coso di Fisica 1- Pima povetta- maggio 004 Facoltà di Ingegneia dell Univesità di Tento Un anello di massa m= 70 g, assimilabile ad un copo puntifome, è infilato in una asta igida liscia di lunghezza

Dettagli

Esercizio 1. Date le rette

Esercizio 1. Date le rette Date le ette Eseciio y : : y a) Scivee le equaioni paametiche delle ette e. b) Dopo ave veificato che le ette ed sono sghembe, tovae l equaione di un piano σ contenente e paallelo a. c) Deteminae le equaioni

Dettagli

Campi scalari e vettoriali (1)

Campi scalari e vettoriali (1) ampi scalai e vettoiali (1) 3 e ad ogni punto P = (x, y, z) di una egione di spazio Ω R è associato uno ed uno solo scalae φ diemo che un campo scalae è stato definito in Ω. In alti temini: φ 3 : P R φ(p)

Dettagli

ELEMENTI DI GEOMETRIA DELLO SPAZIO

ELEMENTI DI GEOMETRIA DELLO SPAZIO ELEMENTI DI GEOMETRIA DELLO SPAZIO ASSIOMI Lo spazio euclideo è un insieme infinito di elementi (i punti), contiene sottoinsiemi popi ed infiniti (i piani). In ogni piano valgono gli assiomi del piano

Dettagli

IL POTENZIALE. = d quindi: LAB

IL POTENZIALE. = d quindi: LAB 1 IL POTENZIALE Sappiamo che il campo gavitazionale è un campo consevativo cioè nello spostamento di un copo ta due punti del campo gavitazionale teeste, le foze del campo compiono un lavoo che dipende

Dettagli

1 Definizioni e proprietà

1 Definizioni e proprietà Definizioni e popietà Retta e ciconfeenza ngoli al cento ed angoli alla ciconfeenza Equazione della ciconfeenza nel piano catesiano 5 Posizioni elative ed asse adicale di due ciconffeenze Definizioni e

Dettagli

SIMULAZIONE DELLA PROVA D ESAME DI LICEO SCIENTIFICO CORSO SPERIMENTALE P.N.I.

SIMULAZIONE DELLA PROVA D ESAME DI LICEO SCIENTIFICO CORSO SPERIMENTALE P.N.I. SIMULAZINE DELLA PRVA D ESAME DI LICE SCIENTIFIC CRS SPERIMENTALE P.N.I. Risolvi uno dei due poblemi e 5 dei quesiti del questionaio. PRBLEMA In un piano è data la ciconfeenza di cento e aggio A ; conduci

Dettagli

Insiemistica. che si leggono, rispettivamente: l elemento a appartiene all insieme A e l elemento b non appartiene all insieme A.

Insiemistica. che si leggono, rispettivamente: l elemento a appartiene all insieme A e l elemento b non appartiene all insieme A. Insiemistica Se consideiamo un ceto numeo di pesone, cose, animali, piante, mineali, ecc., noi possiamo attibuie loo alcune caatteistiche, che definiamo con il temine di popietà. Le singole entità che

Dettagli

Equilibrio dei corpi rigidi- Statica

Equilibrio dei corpi rigidi- Statica Equilibio dei copi igidi- Statica Ci ifeiamo solo a situazioni paticolai in cui i copi igidi non si muovono in nessun modo: ne taslano ( a 0 ), ne uotano ( 0 ), ossia sono femi in un oppotuno sistema di

Dettagli

ESAME DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO CORSO DI ORDINAMENTO 2009

ESAME DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO CORSO DI ORDINAMENTO 2009 PRV RDINMENT 009 ESME DI STT DI LICE SCIENTIFIC CRS DI RDINMENT 009 Il candidato isolva uno dei due poblemi e 5 dei 0 quesiti in cui si aticola il questionaio. PRLEM È assegnato il settoe cicolae di aggio

Dettagli

Geometria analitica in sintesi

Geometria analitica in sintesi geometia analitica Geometia analitica in sintesi punti istanza ta ue punti punto meio baicento ta ue punti i un tiangolo i vetici aea i un tiangolo i vetici C B A etta e foma implicita foma esplicita foma

Dettagli

Effetto Hall. flusso reale dei portatori se positivi. flusso reale dei portatori se negativi

Effetto Hall. flusso reale dei portatori se positivi. flusso reale dei portatori se negativi Appunti di Fisica II Effetto Hall L'effetto Hall è un fenomeno legato al passaggio di una coente I, attaveso ovviamente un conduttoe, in una zona in cui è pesente un campo magnetico dietto otogonalmente

Dettagli

IL VOLUME DEI SOLIDI Conoscenze

IL VOLUME DEI SOLIDI Conoscenze IL VOLUME DEI SOLIDI Conoscenze 1. Completa. a. Il peso di un copo dipende dal volume e dalla sostanza di cui è costituito b. Ogni sostanza ha il suo peso specifico, che è il peso dell unità di volume

Dettagli

Energia potenziale elettrica

Energia potenziale elettrica Enegia potenziale elettica L ultima ossevazione del capitolo pecedente iguadava le analogie e le diffeenze ta il campo elettico e il campo gavitazionale pendendo in esame la foza di Coulomb e la legge

Dettagli

Cinematica III. 11) Cinematica Rotazionale

Cinematica III. 11) Cinematica Rotazionale Cinematica III 11) Cinematica Rotazionale Abbiamo già tattato il moto cicolae unifome come moto piano (pa. 8) intoducendo la velocità lineae v e l acceleazione lineae a, ma se siamo inteessati solo al

Dettagli

Integrazione indefinita di funzioni irrazionali

Integrazione indefinita di funzioni irrazionali Esecizi di iepilogo e complemento Integazione indefinita di funzioni iazionali 0.5 setgay0 0.5 setgay Denotiamo con R(,,..., n ) una funzione azionale delle vaiabili indicate. Passiamo in assegna alcuni

Dettagli

Gravitazione. Dati due corpi di massa m 1 e m 2, posti ad una distanza r, tra di essi si esercita una forza attrattiva data in modulo da

Gravitazione. Dati due corpi di massa m 1 e m 2, posti ad una distanza r, tra di essi si esercita una forza attrattiva data in modulo da Gavitazione Dati due copi di massa m 1 e m 2, posti ad una distanza, ta di essi si esecita una foza attattiva data in modulo da F = G m 1m 2 dove G è una costante univesale, avente lo stesso valoe pe tutte

Dettagli

Momenti. Momento di una forza, momento di inerzia, momento angolare

Momenti. Momento di una forza, momento di inerzia, momento angolare Momenti Momento di una foza, momento di inezia, momento angolae Momento di una foza Supponiamo di avee una pota vista dall alto e supponiamo che sia incadinata su un lato, diciamo in A. A Se applicassimo

Dettagli

ψ β F ESERCIZIO PIEGAMENTI SULLE BRACCIA

ψ β F ESERCIZIO PIEGAMENTI SULLE BRACCIA S ϕ α E h W ψ β ESERCIZIO PIEGMENTI SULLE BRCCI W Un atleta compie una seie di piegamenti sulle baccia, mantenendo il movimento dei segmenti del baccio (omeo ed avambaccio) paalleli al piano sagittale.

Dettagli

Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali

Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali Elementi di Algebra Lineare Spazi Vettoriali Antonio Lanteri e Cristina Turrini UNIMI - 2015/2016 Antonio Lanteri e Cristina Turrini (UNIMI - 2015/2016) Elementi di Algebra Lineare 1 / 37 index Spazi vettoriali

Dettagli

Università La Sapienza - Ingegneria Informatica e Automatica. Corso di Fisica Generale: MOTI RELATIVI. A. Bosco, F. Pettazzi ed E.

Università La Sapienza - Ingegneria Informatica e Automatica. Corso di Fisica Generale: MOTI RELATIVI. A. Bosco, F. Pettazzi ed E. Univesità La Sapienza - Ingegneia Infomatica e Automatica Coso i Fisica Geneale: MOTI RELATIVI A. Bosco, F. Pettazzi e E. Fazio Consieiamo un punto mateiale P che si muove i moto abitaio all inteno i un

Dettagli

Momenti d'inerzia di figure geometriche semplici

Momenti d'inerzia di figure geometriche semplici Appofondimento Momenti d'inezia di figue geometice semplici Pidatella, Feai Aggadi, Pidatella, Coso di meccanica, maccine ed enegia Zanicelli 1 Rettangolo Pe un ettangolo di ase e altezza (FGURA 1.a),

Dettagli

L = F s cosα = r F r s

L = F s cosα = r F r s LVORO Se su un copo agisce una foza F, il lavoo compiuto dalla foza pe uno spostamento s è (podotto scalae di due vettoi): L = F s cosα = F s F α s LVORO L unità di misua del lavoo nel S.I. si chiama Joule:

Dettagli

Nicola De Rosa maturità 2015

Nicola De Rosa maturità 2015 www.matematicamente.it Nicola De Rosa matuità 5 Esame di stato di istuzione secondaia supeioe Indiizzi: LI SCIENTIFICO LI - SCIENTIFICO - OPZIONE SCIENZE APPLICATE Tema di matematica (Testo valevole anche

Dettagli

IL VOLUME DEI SOLIDI Conoscenze

IL VOLUME DEI SOLIDI Conoscenze IL VOLUME DEI SOLIDI Conoscenze 1. Completa. a. Il peso di un copo dipende dal...e dalla...di cui è costituito b. Ogni sostanza ha il suo peso specifico, che è... di quella sostanza c. Il peso specifico

Dettagli

Argomenti Capitolo 1 Richiami

Argomenti Capitolo 1 Richiami Argomenti Capitolo 1 Richiami L insieme dei numeri reali R si rappresenta geometricamente con l insieme dei punti di una retta orientata su cui sia stato fissato un punto 0 e un segmento unitario. L insieme

Dettagli

Circuiti RLC RIASSUNTO: L(r)C serie: impedenza Z(ω) Q valore risposta in frequenza L(r)C parallelo Circuiti risonanti Circuiti anti-risonanti

Circuiti RLC RIASSUNTO: L(r)C serie: impedenza Z(ω) Q valore risposta in frequenza L(r)C parallelo Circuiti risonanti Circuiti anti-risonanti icuiti R RIASSUNTO: () seie: impedenza () valoe isposta in fequenza () paallelo icuiti isonanti icuiti anti-isonanti icuito in seie I cicuiti pesentano caatteistiche inteessanti. Ad esempio, ponendo un

Dettagli

ESERCIZI DI CALCOLO STRUTTURALE

ESERCIZI DI CALCOLO STRUTTURALE ESERCIZIO A1 ESERCIZI DI CACOO SRUURAE Pate A: ave incastata Calcolo delle eazioni vincolai con caichi concentati o distibuiti P 1 P 1 = 10000 N = 1.2 m Sia la stuttua in figua soggetta al caico P 1 applicato

Dettagli

4. DINAMICA. I tre principi della dinamica per un corpo puntiforme (detto anche punto materiale o particella) sono:

4. DINAMICA. I tre principi della dinamica per un corpo puntiforme (detto anche punto materiale o particella) sono: 4.1 Pincipi della dinamica 4. DINAMICA I te pincipi della dinamica pe un copo puntifome (detto anche punto mateiale o paticella) sono: 1) pincipio di intezia di Galilei; 2) legge dinamica di Newton; 3)

Dettagli

Corso di Elettrotecnica 1 - Cod N Diploma Universitario Teledidattico in Ingegneria Informatica ed Automatica Polo Tecnologico di Alessandria

Corso di Elettrotecnica 1 - Cod N Diploma Universitario Teledidattico in Ingegneria Informatica ed Automatica Polo Tecnologico di Alessandria Schede di Elettotecnica oso di Elettotecnica 1 - od. 9200 N Diploma Univesitaio Teledidattico in Ingegneia Infomatica ed Automatica Polo Tecnologico di Alessandia A cua di uca FEAIS Scheda N 8 icuiti in

Dettagli

Legge di Ohm. La corrente elettrica dal punto di vista microscopico: modello di Drude

Legge di Ohm. La corrente elettrica dal punto di vista microscopico: modello di Drude Legge di Ohm. Obiettivi didattici: Veifica della elazione ta coente e d.d.p. pe un conduttoe metallico. Veifica della elazione ta la esistenza di un conduttoe e le sue dimensioni (lunghezza, sezione) Misua

Dettagli

CENTRO DI MASSA. Il centro di massa C divide il segmento AB in parti inversamente proporzionali alle masse: AC. x C = m A x A + m B x B.

CENTRO DI MASSA. Il centro di massa C divide il segmento AB in parti inversamente proporzionali alle masse: AC. x C = m A x A + m B x B. Due paticelle: CENTRO DI MASSA 0 A m A A C m B B B C Il cento di massa C divide il segmento AB in pati invesamente popozionali alle masse: AC CB = m B m A C A B C = m B m A m A C m A A = m B B m B C (

Dettagli

BOOK IN PROGRESS GEOMETRIA STATISTICA DESCRITTIVA CALCOLO DELLE PROBABILITA INDICE GEOMETRIA

BOOK IN PROGRESS GEOMETRIA STATISTICA DESCRITTIVA CALCOLO DELLE PROBABILITA INDICE GEOMETRIA ITE Enico Tosi OOK IN PROGRESS GEOMETRI STTISTI DESRITTIV LOLO DELLE PROILIT INDIE GEOMETRI PITOLO 1: L GEOMETRI DEL PINO 11 Genealità pag 1 12 ngoli paticolai pag 11 PITOLO 2: POLIGONI E TRINGOLI 21 I

Dettagli

Esame di stato di istruzione secondaria superiore Indirizzi: Scientifico e Scientifico opzione scienze applicate Tema di matematica

Esame di stato di istruzione secondaria superiore Indirizzi: Scientifico e Scientifico opzione scienze applicate Tema di matematica wwwmatematicamenteit Nicola De osa matuità Esame di stato di istuzione secondaia supeioe Indiizzi: Scientifico e Scientifico opzione scienze applicate Tema di matematica Il candidato isolva uno dei due

Dettagli

dove per i simboli si sono adottate le seguenti notazioni: 2 Corpo girevole attorno ad un asse fisso

dove per i simboli si sono adottate le seguenti notazioni: 2 Corpo girevole attorno ad un asse fisso Il volano 1 Dinamica del copo igido Il poblema dello studio del moto di un copo igido libeo è il seguente: data una ceta sollecitazione F e del copo, cioè cete foze estene F i applicate nei punti del copo

Dettagli

7. Sistemi articolati.

7. Sistemi articolati. 7. Sistemi aticolati. In questo capitolo sono fonite alcune infomazioni di base sui meccanismi aticolati piani. Si affonteanno essenzialmente poblematiche elative alla analisi di posizione. Vediamo alcuni

Dettagli

1 Potenziale elettrostatico e seconda equazione di Maxwell per E

1 Potenziale elettrostatico e seconda equazione di Maxwell per E 1 Potenziale elettostatico e seconda equazione di Maxwell pe E Consideiamo il campo elettico oiginato da una caica puntifome q che ipotizziamo fissa nell oigine degli assi: E( ) = q ˆ 2 = q 3 (1) Pe definizione,

Dettagli

7. LA DINAMICA Primo principio della dinamica Secondo principio della dinamica.

7. LA DINAMICA Primo principio della dinamica Secondo principio della dinamica. 7. LA DINAMICA Ta la foza applicata ad un copo e il moto che essa povoca esistono dei appoti molto stetti che sono studiati da una banca della fisica: la dinamica. Lo studio della dinamica si è ilevato

Dettagli

ELEMENTI DI GEOMETRIA SOLIDA

ELEMENTI DI GEOMETRIA SOLIDA POF. IN CEESO.S. EINSEIN EEMENI DI GEOMEI SOID Postulati: ) pe punti dello spazio, non allineati, passa uno e un solo piano; ) una etta passante pe due punti di un piano giace inteamente in quel piano;

Dettagli

BOOK IN PROGRESS MATEMATICA GEOMETRIA PRIMO ANNO TOMO NR. 1

BOOK IN PROGRESS MATEMATICA GEOMETRIA PRIMO ANNO TOMO NR. 1 OOK IN PROGRESS MTEMTI GEOMETRI PRIMO NNO TOMO NR 1 ITIS Majoana indisi (R) IT Tosi usto sizio (V) IT alabetta Soveao (Z) ISISS Scaambine Lecce (LE) ITIS uzzi Pato (PO) ITIS Feais Napoli (N) IT Pacioli

Dettagli

Geometria analitica del piano pag 32 Adolfo Scimone

Geometria analitica del piano pag 32 Adolfo Scimone Geometria analitica del piano pag 32 Adolfo Scimone CAMBIAMENTI DI SISTEMA DI RIFERIMENTO Consideriamo il piano cartesiano R 2 con un sistema di riferimento (O,U). Se introduciamo in R 2 un secondo sistema

Dettagli

PROBLEMI SULLE FIGURE CIRCOSCRITTE A UN CERCHIO O A UNA SFERA. di Ezio Fornero

PROBLEMI SULLE FIGURE CIRCOSCRITTE A UN CERCHIO O A UNA SFERA. di Ezio Fornero PROBLEMI SULLE FIGURE CIRCOSCRITTE A UN CERCHIO O A UNA SFERA di Ezio Foneo Indice dei poblemi Tiangolo ettangolo cicoscitto a un cechio di aggio assegnato Deteminae le misue dei cateti del tiangolo sapendo

Dettagli

Prodotto scalare e ortogonalità

Prodotto scalare e ortogonalità Prodotto scalare e ortogonalità 12 Novembre 1 Il prodotto scalare 1.1 Definizione Possiamo estendere la definizione di prodotto scalare, già data per i vettori del piano, ai vettori dello spazio. Siano

Dettagli

Geometria analitica: assi e punti

Geometria analitica: assi e punti Geometia analitica: ai e punti itema di ai cateiani monometico otogonale è l oigine degli ai cateiani è l ae delle acie : è l ae delle odinate ditanza ta due punti O(0,0): oigine degli ai cateiani : punto

Dettagli

MACCHINA ELEMENTARE A RILUTTANZA

MACCHINA ELEMENTARE A RILUTTANZA Sistemi magnetici con moto meccanico MACCHINA ELEMENTARE A RILUTTANZA Consiste in un nucleo magnetico con un avvolgimento a N spie e una pate mobile che uota con spostamento angolae θ e velocità angolae

Dettagli

LEZIONE 8. Figura 8.1.1

LEZIONE 8. Figura 8.1.1 LEZIONE 8 8.1. Equazioni parametriche di rette. In questo paragrafo iniziamo ad applicare quanto spiegato sui vettori geometrici per dare una descrizione delle rette nel piano e nello spazio. Sia r S 3

Dettagli

INDICE UNITÀ 1 I PRIMI ELEMENTI DELLA GEOMETRIA RAZIONALE UNITÀ 3 UNITÀ 2 SEGMENTI E ANGOLI I TRIANGOLI E LA CONGRUENZA

INDICE UNITÀ 1 I PRIMI ELEMENTI DELLA GEOMETRIA RAZIONALE UNITÀ 3 UNITÀ 2 SEGMENTI E ANGOLI I TRIANGOLI E LA CONGRUENZA INIE UNITÀ 1 I PRIMI ELEMENTI ELL GEOMETRI RZIONLE 1. La geometia azionale e il metodo deduttivo... 1 2. Il punto, la etta, il piano... 3 3. La etta e i suoi postulati... 5 3.1 Le semiette e i segmenti...

Dettagli

Costruzioni di base. Enti geometrici fondamentali. unità 2. Definizioni. Costruzioni geometriche

Costruzioni di base. Enti geometrici fondamentali. unità 2. Definizioni. Costruzioni geometriche unità ostuzioni geometiche ostuzioni di ase nti geometici fondamentali efinizioni Punto nte geometico pivo di dimensioni; è definiile come isultato dell intesezione di due elementi lineai ettilinei o cuvilinei

Dettagli

Il magnetismo. Il Teorema di Ampere: la circuitazione del campo magnetico.

Il magnetismo. Il Teorema di Ampere: la circuitazione del campo magnetico. Il magnetismo Il Teoema di Ampee: la cicuitazione del campo magnetico. Richiamiamo la definizione geneale di cicuitazione pe un campo vettoiale Definizione: si definisce cicuitazione di un campo vettoiale

Dettagli

x 1 Fig.1 Il punto P = P =

x 1 Fig.1 Il punto P = P = Geometria di R 2 In questo paragrafo discutiamo le proprietà geometriche elementari del piano Per avere a disposizione delle coordinate nel piano, fissiamo un punto, che chiamiamo l origine Scegliamo poi

Dettagli

Angoli orientati orientato sem re i tt ttta origine

Angoli orientati orientato sem re i tt ttta origine DEFINIZIONE DI ANGOLO Si definisce angolo ciascuna delle due pati in cui un piano è diviso da due semiette aventi la stessa oigine (uscenti da uno stesso punto); b a un angolo si dice convesso se non contiene

Dettagli

Prodotto scalare e prodotto vettoriale. Elisabetta Colombo

Prodotto scalare e prodotto vettoriale. Elisabetta Colombo Corso di Approfondimenti di Matematica Biotecnologie, Anno Accademico 2010-2011, http://users.mat.unimi.it/users/colombo/programmabio.html Vettori Vettori 1 2 3 4 di di Ricordiamo il in R n Dati a = (a

Dettagli

LEZIONE 9. k, tenendo conto delle formule che permettono di calcolare il prodotto scalare ed il prodotto vettoriale, otteniamo

LEZIONE 9. k, tenendo conto delle formule che permettono di calcolare il prodotto scalare ed il prodotto vettoriale, otteniamo LEZIONE 9 9.1. Prodotto misto. Siano dati i tre vettori geometrici u, v, w V 3 (O) definiamo prodotto misto di u, v e w il numero u, v w. Fissiamo un sistema di riferimento O ı j k in S 3. Se u = u x ı

Dettagli

misura. Adesso, ad un arbitrario punto P dello spazio associamo una terna di numeri reali x

misura. Adesso, ad un arbitrario punto P dello spazio associamo una terna di numeri reali x 4. Geometria di R 3. Questo paragrafo è molto simile al paragrafo : tratta infatti delle proprietà geometriche elementari dello spazio R 3. Per assegnare delle coordinate nello spazio, fissiamo innanzitutto

Dettagli

Moto su traiettorie curve: il moto circolare

Moto su traiettorie curve: il moto circolare Moto su taiettoie cuve: il moto cicolae Così come il moto ettilineo è un moto che avviene lungo una linea etta, il moto cicolae è un moto la cui taiettoia è cicolae, cioè un moto che avviene lungo una

Dettagli

La legge di Lenz - Faraday Neumann

La legge di Lenz - Faraday Neumann 1 La legge di Lenz - Faaday Neumann Il flusso del campo magnetico B Pe dae una veste matematica alle conclusioni delle espeienze viste nella lezione pecedente, abbiamo bisogno di definie una nuova gandezza

Dettagli

Campo magnetico: concetti introduttivi

Campo magnetico: concetti introduttivi Appunti di Fisica II Campo magnetico: concetti intoduttivi Intoduzione ai fenomeni magnetici...1 Azione dei magneti su caiche elettiche in moto... Foza di Loentz...5 Selettoe di velocità...5 Invaianza

Dettagli

ed è pari a: 683 lumen/watt, pertanto:

ed è pari a: 683 lumen/watt, pertanto: RICIAI GRADEZZE FOTOMETRICHE Fattoe di visibilità (o di sensibilità visiva) K ( λ) : funzione che appesenta la sensibilità media dell occhio umano a adiazioni di diffeente lunghezza d onda ma di eguale

Dettagli

LEZIONE 8. k e w = wx ı + w y j + w z. k di R 3 definiamo prodotto scalare di v e w il numero

LEZIONE 8. k e w = wx ı + w y j + w z. k di R 3 definiamo prodotto scalare di v e w il numero LEZINE 8 8.1. Prodotto scalare. Dati i vettori geometrici v = v x ı + v y j + v z k e w = wx ı + j + k di R 3 definiamo prodotto scalare di v e w il numero v, w = ( v x v y v z ) w x = v x + v y + v z.

Dettagli

durante lo spostamento infinitesimo dr la quantità data dal prodotto scalare F dr

durante lo spostamento infinitesimo dr la quantità data dal prodotto scalare F dr 4. Lavoo ed enegia Definizione di lavoo di una foza Si considea un copo di massa m in moto lungo una ceta taiettoia. Si definisce lavoo infinitesimo fatto dalla foza F duante lo spostamento infinitesimo

Dettagli

Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25

Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25 Vettori e geometria analitica in R 3 1 / 25 Sistemi di riferimento in R 3 e vettori 2 / 25 In fisica, grandezze fondamentali come forze, velocità, campi elettrici e magnetici vengono convenientemente descritte

Dettagli

SELEZIONE DI ESERCIZI DI ELETTROSTATICA.

SELEZIONE DI ESERCIZI DI ELETTROSTATICA. Fisica geneale II, a.a. 13/14 SELEZIONE DI ESEIZI DI ELETTOSTATIA..1. Un pocesso elettolitico divide 1.3 mg di Nal (massa di una mole = 59 g) in Na + e l. Le caiche positive vengono allontanate da quelle

Dettagli

Applicazioni della similitudine Unità 2

Applicazioni della similitudine Unità 2 OBIETTIVI INTERMEDI DI APPRENDIMENTO (I numei e le lettee indicate a fianco contassegnano le conoscenze, le abilità finali specifiche e quelle tasvesali coelate) Una volta completata l unità, gli allievi

Dettagli

Politecnico di Milano Fondamenti di Fisica Sperimentale a.a Facoltà di Ingegneria Industriale - Ind. Aero-Energ-Mecc

Politecnico di Milano Fondamenti di Fisica Sperimentale a.a Facoltà di Ingegneria Industriale - Ind. Aero-Energ-Mecc Politecnico di Milano Fondamenti di Fisica Speimentale a.a. 9-1 - Facoltà di Ingegneia Industiale - Ind. Aeo-Eneg-Mecc II pova in itinee - 5/7/1 Giustificae le isposte e scivee in modo chiao e leggibile.

Dettagli

Geometria Analitica nello Spazio

Geometria Analitica nello Spazio Geometria Analitica nello Spazio Andrea Damiani 4 marzo 2015 Equazione della retta - forma parametrica Se sono dati il punto A(x 0, y 0, z 0 ) e il vettore v (v x, v y, v z ), il generico punto P (x, y,

Dettagli

216 Luciano De Menna Corso di Elettrotecnica

216 Luciano De Menna Corso di Elettrotecnica 216 Luciano De Menna Coso di Elettotecnica Sulla base delle nozioni intodotte possiamo a questo punto mostae un alto motivo di convenienza dell'uso di sistemi tifasi. Confontiamo due sistemi di alimentazione,

Dettagli

IL CAMPO ELETTROMAGNETICO DIPENDENTE DAL TEMPO

IL CAMPO ELETTROMAGNETICO DIPENDENTE DAL TEMPO IL CAMPO ELETTROMAGNETICO DIPENDENTE DAL TEMPO Legge di Faaday-Heny (o dell induzione elettomagnetica); Applicazioni della legge dell induzione e.m., caso della spia otante; Il fenomeno dell autoinduzione

Dettagli

Le equazioni di Maxwell.

Le equazioni di Maxwell. Le equazioni di Maxwell. Campi elettici indotti. Pe la legge di Faady, in una spia conduttice dove c è una vaiazione di Φ concatenato si osseva una coente indotta i. Ricodando che una coente è un flusso

Dettagli

Capitolo 7. Costi e minimizzazione dei costi. Soluzioni dei Problemi

Capitolo 7. Costi e minimizzazione dei costi. Soluzioni dei Problemi Capitolo 7 Costi e minimizzazione dei costi Soluzioni dei Poblemi 7.1 a) 500 b) 30% di 500, ossia 150 c) Senza idue il pezzo e posto che l impesa non possa vendee alte stampanti, il meglio che essa può

Dettagli

Corso di Progetto di Strutture. POTENZA, a.a Le piastre anulari

Corso di Progetto di Strutture. POTENZA, a.a Le piastre anulari Coso di Pogetto di Stuttue POTENZA, a.a. 3 Le piaste anulai Dott. aco VONA Scuola di Ingegneia, Univesità di Basilicata maco.vona@unibas.it http://www.unibas.it/utenti/vona/ LE PIASTE CICOLAI CAICATE ASSIALENTE

Dettagli

ESERCITAZIONE N.2 MODELLO IS/LM IN ECONOMIA CHIUSA

ESERCITAZIONE N.2 MODELLO IS/LM IN ECONOMIA CHIUSA ESERCITAZIONE N.2 MODELLO IS/LM IN ECONOMIA CHIUSA LEGENDA: H = BM = base monetaia mm = moltiplicatoe monetaio = 1 + c c + (o i) = tasso d inteesse = iseve/depositi c = cicolante /depositi id (D) = tasso

Dettagli

Capitolo 1 Vettori applicati e geometria dello spazio

Capitolo 1 Vettori applicati e geometria dello spazio Capitolo 1 Vettori applicati e geometria dello spazio Marco Robutti Facoltà di ingegneria Università degli studi di Pavia Tutorato di geometria e algebra lineare Anno accademico 2014-2015 Definizione (Vettore

Dettagli

Lezione 27 - Torsione nelle sezioni circolari ed ellittiche

Lezione 27 - Torsione nelle sezioni circolari ed ellittiche Lezione 7 - Tosione nelle sezioni cicolai ed ellittiche ü [A.a. 11-1 : ultima evisione 7 agosto 11] In questa lezione si applicano i isultati della lezione pecedente allo studio di alcune sezione di foma

Dettagli

Appunti su Indipendenza Lineare di Vettori

Appunti su Indipendenza Lineare di Vettori Appunti su Indipendenza Lineare di Vettori Claudia Fassino a.a. Queste dispense, relative a una parte del corso di Matematica Computazionale (Laurea in Informatica), rappresentano solo un aiuto per lo

Dettagli

I VETTORI DELLO SPAZIO

I VETTORI DELLO SPAZIO I VETTORI DELLO SPAZIO Riferimento cartesiano ortogonale nello spaio Bisogna assegnare nello spaio un punto O (detto origine e tre rette per esso a due a due perpendicolari e orientate in modo concorde

Dettagli

Sorgenti del campo magnetico. Forze tra correnti

Sorgenti del campo magnetico. Forze tra correnti Campo magnetico pag 31 A. Scimone Sogenti el campo magnetico. Foze ta coenti Un campo magnetico può essee pootto a una coente elettica. Espeienze i questo tipo fuono effettuate nella pima ventina i anni

Dettagli

Moto di puro rotolamento

Moto di puro rotolamento oto-taslaione di un copo igido di seione cicolae (disco,cilindo,sfea) su di un piano, pe il quale il punto (o i punti) di contatto ta il copo ed il piano è femo ispetto a questo ( non vi è stisciamento

Dettagli

Punti nel piano cartesiano

Punti nel piano cartesiano Punti nel piano cartesiano In un piano consideriamo due rette perpendicolari che chiamiamo x e. Solitamente, disegniamo la retta x (ascisse) orizzontalmente e orientata da sinistra a destra, la retta e

Dettagli

Capitolo IV SPAZI VETTORIALI EUCLIDEI

Capitolo IV SPAZI VETTORIALI EUCLIDEI Capitolo IV SPAZI VETTORIALI EUCLIDEI È ben noto che in VO 3 si possono considerare strutture più ricche di quella di spazio vettoriale; si pensi in particolare all operazioni di prodotto scalare di vettori.

Dettagli

DISTRIBUZIONE DELLA CARICA NEI CONDUTTORI

DISTRIBUZIONE DELLA CARICA NEI CONDUTTORI 1 DISTRIBUZIONE DELLA CARICA NEI CONDUTTORI I copi conduttoi sono caatteizzati dal fatto di avee moltissimi elettoni libei di muovesi (elettoni di conduzione). Cosa accade se un copo conduttoe viene caicato

Dettagli

Per migliorare la trasmissione tra satellite e Terra, emerge la necessità di portare il satellite ad un orbita circolare diversa.

Per migliorare la trasmissione tra satellite e Terra, emerge la necessità di portare il satellite ad un orbita circolare diversa. 1 Esecizio (tatto dagli esempi 5.3 e 5.4 del cap. V del Mazzoldi-Nigo-Voci) Un satellite atificiale di massa m 10 3 Kg uota attono alla Tea descivendo un obita cicolae di aggio 1 6.6 10 3 Km. 1. Calcolae

Dettagli

Parte 10. Geometria dello spazio I

Parte 10. Geometria dello spazio I Parte 10. Geometria dello spazio I A. Savo Appunti del Corso di Geometria 2013-14 Indice delle sezioni 1 Lo spazio vettoriale V 3 O, 1 2 Dipendenza e indipendenza lineare in V 3 O, 2 3 Sistema di riferimento

Dettagli

La retta nel piano. Supponiamo che la retta r sia assegnata attraverso un suo punto P 0 (x 0, y 0 ) e un vettore v (l, m) che ne indichi la direzione.

La retta nel piano. Supponiamo che la retta r sia assegnata attraverso un suo punto P 0 (x 0, y 0 ) e un vettore v (l, m) che ne indichi la direzione. La retta nel piano Equazioni vettoriale e parametriche di una retta Supponiamo che la retta r sia assegnata attraverso un suo punto P 0 (x 0, y 0 ) e un vettore v (l, m) che ne indichi la direzione. Condizione

Dettagli

Concetto di capacità

Concetto di capacità oncetto di capacità Il teoema di Gauss stabilisce che, posta una caica su un conduttoe isolato, il campo elettico E da essa podotto nello spazio cicostante è diettamente popozionale alla caica stessa:

Dettagli